“Il MoVimento 5 Stelle da sempre è attento alla partecipazione del pubblico nella realizzazione di grandi opere o impianti. Ne è la dimostrazione la proposta di legge regionale depositata questo autunno, in tempi non sospetti, per regolamentare il dibattito pubblico nelle procedure di VIA, con l’obiettivo di dare tempistiche certe per gli imprenditori ma anche per i cittadini che devono esser informati sui potenziali impatti economici, ambientali o sulla salute pubblica”. Lo affermano i consiglieri del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, intervenendo sulla questione dell’inchiesta pubblica relativa al progetto Kronospan a San Vito al Tagliamento.
“Ecco perché abbiamo, fin dal primo momento, posto la massima attenzione su quanto proponeva Kronospan, partecipando ad un incontro con l’azienda, dove da subito abbiamo segnalato quelle che erano, per noi, le maggiori problematiche inerenti l’ampliamento proposto – ricordano i consiglieri Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai-. Tutto ciò è stato già formalizzato nelle osservazioni depositate nella procedura autorizzatoria regionale”.
“Adesso però ci sentiamo in dovere di intervenire per chiedere al sindaco Di Bisceglie di rivedere le modalità di convocazione di un’assemblea pubblica – continuano gli esponenti M5S -. Il solo fatto che si tenga in una sede privata stona con il termine ‘inchiesta pubblica’ e rischia di limitare la reale partecipazione dei cittadini. Ma ciò che lascia perplessi sono le tempistiche. Una riunione convocata il mercoledì alle 17, orario in cui mi cittadini ancora lavorano, in cui si vuole sia dare spazio alla ditta proponente sia a chi ha depositato le osservazioni sia a chi, non più di 18 cittadini, voglia esprimere la propria opinione e dovrà farlo in meno di 7 minuti, riteniamo non sia adeguata”.
“Il nostro concetto prevedrebbe almeno la convocazione di tre sedute, una per far modo al proponente e alle istituzioni di presentare il progetto ai cittadini, una per far spazio alle osservazioni del pubblico, l’ultima per rispondere alle osservazioni presentate e trarre le conclusioni. Il sindaco scarica le responsabilità sulla Regione ma la stessa lo ha invitato a convocare l’inchiesta pubblica lo scorso 21 maggio senza indicare i paletti inseriti dal Comune di cui il primo cittadino dovrebbe assumersi tutta la responsabilità. Da quella data al 9 giugno si potevano tranquillamente convocare i tre passaggi. Auspichiamo che quanto sta succedendo a San Vito – concludono i portavoce pentastellati – sia l’occasione per la Giunta regionale e la maggioranza di prendere in considerazione la nostra proposta di legge e di regolamentare queste occasioni di confronto pubblico, senza rimandare ad un regolamento del 1996 che non poteva di certo tener conto degli adeguamenti normativi europei e nazionali sul dibattito pubblico”.