“Un gruppo mafioso, si legge negli atti, aveva avviato operazioni finanziarie di larga scala, come l’apertura di conti correnti esteri, il pagamento fittizio di stipendi, l’ottenimento indebito delle indennità di disoccupazione nelle false attestazioni di assunzione, oltre a diverse truffe perpetrate ai danni del Mediocredito del Friuli Venezia Giulia”. Una frase contenuta in un articolo del 20 febbraio scorso, pubblicato da Il Sole 24 Ore a firma Ivan Cimarrusti, che si occupa delle indagini svolte dalla Dda di Venezia su infiltrazioni camorristiche in Veneto e Friuli Venezia Giulia.
“A distanza di una settimana ci sembra assurdo che dalla Giunta regionale non sia emerso alcun commento su quanto sia accaduto, considerato che l’operazione è stata condotta anche dal Gico del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Trieste e che comunque le perquisizioni hanno interessato anche la Provincia di Udine” afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo.
“Abbiamo preteso per cinque anni che fosse fatta luce sui motivi che hanno portato alle sofferenze milionarie di Mediocredito FVG – rammenta Sergo – tanto da proporre una specifica Commissione d’inchiesta in Consiglio regionale, proposta non accolta ma seguita da una serie di sedute della I Commissione e di audizioni della presidente Compagno”.
“L’unico risultato del nostro pressing – aggiunge il consigliere – è stato quello di far annunciare una causa contro gli ex vertici dell’Istituto, che però non sappiamo come stia procedendo. Ci auguriamo che ora, anche grazie alla magistratura, vengano portate avanti le opportune verifiche interne per valutare quanto sia successo in quella che fu la banca regionale”.
“A prescindere dal possibile coinvolgimento dell’istituto bancario – conclude Sergo – è evidente che la nostra Regione non si può definire immune dal contagio mafioso e pertanto è necessario attuare quanto prevede la legge regionale 21/2017, proposta dal Movimento 5 Stelle, che contiene norme in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso e per la promozione della cultura della legalità”.