Un emendamento del Movimento 5 Stelle cambia la rotta per quanto concerne l’inserimento dei ragazzi figli di immigrati nelle scuole del Friuli Venezia Giulia. Da qui il voto favorevole del gruppo consiliare al ddl che modifica la legge regionale 13/2018 in materia di diritto allo studio e potenziamento dell’offerta formativa del sistema scolastico regionale”. “Ci soddisfa – spiega il consigliere regionale Mauro Capozzella – l’accoglimento del nostro emendamento, fatto proprio dal relatore di maggioranza Alessandro Basso, relativo all’inserimento scolastico degli alunni figli di immigrati e dei loro genitori. Questa modifica mantiene la possibilità di attivare iniziative di carattere interculturale, senza sostituirle ma affiancandole a progetti volti alla valorizzazione dell’identità regionale. Ogni mondo nuovo porta arricchimento e non c’è una classifica di ciò che è bene imparare e ciò che invece va allontanato. La conoscenza e la cultura sono le uniche armi che abbiamo a disposizione per combattere l’ignoranza e il nascere di nuovi e pericolosi razzismi”. “Già in sede di Commissione – aggiunge Capozzella – l’assessore Rosolen ha presentato degli emendamenti che rispondevano alle nostre preoccupazioni sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, questione che ci aveva allarmato e su cui eravamo intervenuti a mezzo stampa sottolineando l’inopportunità di toglierli dalla legge per inserirli nell’insieme dei Bisogni Educativi Speciali. Abbiamo accolto quindi con sollievo le proposte dell’assessore che ha saputo porre rimedio a questo errore senza rendere necessario un nostro intervento in aula”. Secondo il consigliere M5S meritano appoggio “la maggiore integrazione con l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia, il potenziamento dell’offerta formativa e quegli interventi nobili, quali il sostegno alle scuole in ospedale e a domicilio, il supporto finanziario per le scuole ancora prive di dirigenti amministrativi, così come la previsione di una dotazione finanziaria complessiva più ampia”. “Permangono però delle criticità sulla visione con cui guardare all’educazione delle generazioni più giovani che ci vedono ancora disallineati” osserva Capozzella, riferendosi in particolare alla preferenza per il tempo prolungato a discapito del tempo pieno. “Mi colpisce che il momento del pasto, garantito dal tempo pieno, non venga ritenuto un fatto essenziale da promuovere anziché cancellare. Non sarebbe più in linea con un’amministrazione regionale che promuove la salute nelle scuole e che vuole garantire un’alimentazione sana ed equilibrata intervenire per garantire un tempo tempo pieno anche alla scuola primaria di secondo grado?”. Per quanto concerne l’alternanza scuola-lavoro, infine, il consigliere sottolinea come “per arrivare al risultato di una valutazione dei percorsi scuola-lavoro omogenea e congrua con i sistemi regionali formativi e di politiche attive del lavoro, credo sia opportuno che si intervenga a livello legislativo prevedendo che questi percorsi si concludano con accertamenti e valutazioni uniformi, codificati secondo il sistema nazionale che utilizza l’Atlante Lavoro, in modo da entrare di fatto nei curricula degli studenti e da essere riconosciuti, come accade già per i percorsi di tirocinio e apprendistato”. |
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