Capozzi-Castellone, No all’autonomia differenziata, che trasforma il FVG in una Regione ordinaria

“Non accettiamo l’autonomia differenziata di Calderoli e Meloni perché sancirebbe la fine del concetto di solidarietà tra regioni, non preoccupandosi della perequazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante e rischia così di acuire il divario tra regioni rispetto a prestazioni relative ai diritti importantissimi dal punto di vista civile e sociale. Ne deriverebbe una frammentazione che espone la legge e le intese che ne deriveranno al rischio di incostituzionalità per contrasto con il principio supremo di unità e indivisibilità della Repubblica”. E’ intervenuta così la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi durante il convegno “Autonomie a confronto: autonomia differenziata e autonomie ordinarie. Confronto tra Regioni” tenutosi presso il Senato della Repubblica nella sala caduti di Nassirya di Palazzo Madama.

“La complessità amministrativa crescerà in maniera esponenziale, rendendo difficile la vita di cittadini e imprese che invocano semplificazione e sburocratizzazione e saranno costrette a misurarsi con regolamentazioni diverse, dovendo confrontarsi con 21 legislazioni differenti. Da qualunque prospettiva là si consideri creerà disagi inevitabili”.

Si finirà per avere la territorializzazione dei diritti, aumentando il gap tra chi risiede in territori con capienza fiscale diversa. Il Friuli Venezia Giulia non sarà immune dagli effetti travolgenti che la legge 89 presuppone, ci preoccupa e non poco immaginare un futuro in cui tutte le regioni a statuto ordinario si trasformeranno in regioni a statuto speciale, con funzioni e risorse differenziate. Tutto questo solo per giochi di equilibrio nel governo Meloni. La nostra autonomia è radicata prima ancora che nella Carta Costituzionale della Repubblica italiana, nella sua Storia, nelle sue diversità linguistiche e culturali, nella sua collocazione geografica che la pone al centro dell’Europa”.

“Oggi in questo confronto in Senato tra esponenti politici e civici provenienti da diverse Regioni italiane, anche a statuto speciale, vedo che le preoccupazioni sono le stesse che denunciamo da un anno a questa parte” Lo ha sostenuto la Vice Presidente del Senato Mariolina Castellone organizzatrice del convegno. “Del resto sono le stesse perplessità emerse dalle oltre 60 audizioni tenute in Senato sulla legge Calderoli. Una legge costruita in questo modo e senza investire un euro non può fare altro che dividere il paese e cristallizzare i divari che già sono i più grandi di sempre se pensiamo che abbiamo oltre 4 milioni di lavoratori poveri, 5.7 milioni di poveri assoluti, spendiamo ogni anno oltre 4 miliardi di euro in migrazione sanitaria con oltre 4 milioni di italiani che hanno rinunciato alle cure”.

“La legge Calderoli è antistorica e non è vero che non verrà attuata perché il Veneto ha già chiesto 9 materie e vuole trattenere oltre il 90% della propria fiscalità. Si andrà a creare una concorrenza di beni e servizi senza precedenti tra le regioni. Questo non possiamo permettercelo e dobbiamo usare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: dal referendum al ricorso alla consulta, continuando – conclude la senatrice – ad unire le forze per contrastare questo progetto scellerato che sta già dividendo il nostro Paese”.