“Non è la prima volta che l’assessore Bini viene contestato, per questioni controverse e da chiarire con riferimento ad atti pubblici. E questo è forse l’elemento più grave di tutta questa vicenda”. La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi interviene sulle polemiche che vedono al centro l’assessore regionale alle attività produttive.
“Abbiamo concordato la sottoscrizione della mozione di censura all’assessore Bini, sia per dare modo alla Giunta di spiegare come siano andati i fatti, sia per capire davvero se quanto contestato sia fondato o davvero si tratti di diffamazioni e persecuzioni”.
“In questi giorni abbiamo letto che l’assessore avrebbe sottoscritto in un atto notarile di essere dottore, ma non risulta dai curriculum depositati in Regione. A quanto si legge – continua la Presidente del Gruppo Misto – ha dichiarato di aver comprato gli immobili da Banca Mediocredito FVG grazie alla mediazione di un’agenzia immobiliare di Trieste, ma questa sui giornali nega di esser stata coinvolta nella vicenda. Infine, pochi giorni fa l’intero consiglio comunale di Marano Lagunare ha deliberato che, contrariamente a quanto riportato nelle delibere votate dalla Giunta Fedriga su proposta dell’assessore Bini, il Comune non ha dato alcun assenso a procedere alla definizione dei contenuti e degli impegni da assumere nell’ambito
dell’accordo di programma per l’insediamento dell’acciaieria in Aussa Corno, che tanto fa discutere tutta la bassa friulana”.
“Per questi motivi riteniamo necessario un confronto in aula per chiarire tutte le questioni. Anche perché – conclude Capozzi – su tutti gli altri aspetti già sollevati in passato su Bini e la sua società, non è mai stata data alcuna risposta da questa Giunta”.