«La giunta Serracchiani non vuole rendere pubblici i dati regionali sulla sicurezza che hanno portato alla chiusura del punto nascita di Gorizia». La denuncia è della portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo che su questo argomento ha presentato una interrogazione.
«Invece di presentare dati precisi, ieri l’assessore Telesca si è limitata a snocciolare per l’ennesima volta alcuni passaggi della relazione tecnica del Comitato per il percorso nascita regionale nel quale si evidenziano le principali criticità rispetto alle linee guida nazionali: basso volume di attività, assenza di guardia pediatrica h24, carenze organizzative e strutturali, alto ricorso al taglio cesareo. Non è stato fornito infatti nessun dato sui risultati dell’attività della struttura di Gorizia in merito – per esempio – alla mortalità materna e neonatale».
«Una riforma sanitaria che possa definirsi tale non può però basarsi solo su generiche linee guida – aggiunge Dal Zovo -. È paradossale poi che, a fronte di problemi di tale portata, si sia atteso un anno e mezzo prima di smantellare la struttura di Gorizia. Se le condizioni generali del punto nascita erano così gravi, si sarebbe dovuto intervenire subito, senza attendere 18 mesi. In caso contrario si poteva attendere ancora qualche mese e inserire questa proposta – dolorosa per il territorio – all’interno della riforma per permettere a tutte le forze politiche di approfondire questo argomento».
«Con la cessazione dell’operatività, è stato bloccato di conseguenza anche il Gect Go casa del parto, un progetto che aveva già mosso i suoi primi passi e che presupponeva la presenza proprio del punto nascita. Il giudizio infine sul metodo utilizzato non può che essere estremamente negativo visto che ancora oggi – ricorda la portavoce M5S – i consiglieri comunali di Gorizia e quelli regionali non conoscono i dati che hanno spinto la giunta Serracchiani a prendere questa decisione».
«Nei mesi precedenti alla chiusura, il M5S di Gorizia aveva ricevuto rassicurazioni puntuali sulla sicurezza del punto nascita tali da scongiurare ipotesi di chiusura della struttura – sottolinea la portavoce in Consiglio comunale Manuela Botteghi -. Poi la doccia fredda della chiusura che appare incomprensibile a meno che non si voglia dare una lettura tutta politica con la “punizione” della città – conclude – poco amica della “nostra Debora”, venuta a dare lezioni anche al Consiglio comunale goriziano».