mercoledì, 5 Febbraio 2025
Home Blog

Sanità, Capozzi-Dal Zovo: Bene mantenimento reparto Cardiologia a Gorizia

“Ci saremmo stupite del contrario e, proprio per questo motivo, abbiamo atteso la conferma ufficiale in merito alla ‘non chiusura’ del reparto di Cardiologia nell’ospedale di Gorizia. Ciò dopo le smentite di Asugi ma, soprattutto, alla luce delle rassicurazioni dell’assessore regionale Riccardi, da noi ricevute ormai cinque anni or sono”.

Lo evidenzia, attraverso una nota stampa condivisa con la collega Ilaria Dal Zovo (coordinatrice territoriale per l’ex provincia di Gorizia), la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), prendendo la parola sul delicato tema legato al nosocomio isontino ed esprimendo soddisfazione per il mantenimento dell’operatività del delicato settore medico.

“Sicure dell’importanza di questo reparto, già nel 2020 – ricordano le esponenti pentastellate – avevamo interrogato l’assessore Riccardi per mettere a tacere le stesse voci che circolavano fin da allora. Se, dopo un lustro, se ne parla ancora, evidentemente qualcuno ai vertici del sistema sanitario ci prova sempre e poi, a seconda delle reazioni e della prossimità delle successive elezioni, ritira la manina. Meglio così, comunque”.

“Tutto da decidere, invece, riguardo l’altrettanto delicato futuro dell’Unità di Terapia intensiva cardiologica (Utic). Il fatto che l’esponente dell’Esecutivo – concludono Capozzi e Dal Zovo – non si sbilanci su quale unità voglia chiudere tra Gorizia e Monfalcone, sembra far capire che, di fronte alle prossime elezioni amministrative nella città dei cantieri, tutti gli allarmi sulla sicurezza di pazienti e operatori possono aspettare”.

Torrente Leale, Sergo: “Sul Leale tutto da rifare, ritirata la pratica osteggiata dai cittadini”

27 dicembre 2024, Comunicato stampa di Cristian Sergo, Coordinatore dell’ex provincia di Udine del M5S: “Si valutano gli impatti delle opere sul Leale, ma i cittadini non lo sanno”

“Al via la Valutazione dell’impatto Ambientale sulle opere di mitigazione del nuovo Ponte sul Leale a Trasaghis, che si sta già costruendo, ma i cittadini non lo sanno. A rendere noto l’avvio del procedimento ambientale delle opere che dovrebbero mitigare gli impatti del nuovo ponte sul Leale è il coordinatore provinciale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo. “I lavori sul Ponte del Torrente Leale sono stati dichiarati urgenti dopo l’eccezionale maltempo del 2019 e inizialmente era stato previsto solo il consolidamento del manufatto. Nell’ultimo anno si è deciso di costruire un nuovo ponte, incassando i pareri favorevoli degli enti interessati, ma con la richiesta di realizzare interventi di mitigazione del rischio idraulico da parte dell’Autorità di Bacino. E proprio questi sono gli interventi per i quali è stata avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale”.

“L’avvio dei lavori del nuovo manufatto è stato stabilito nella conferenza dei servizi di maggio per il 29 luglio 2024, i lavori, in corso, sono stati appaltati e iniziati molto prima dell’avvio della valutazione degli impatti ambientali delle opere di mitigazione dell’opera stessa. Delle opere di mitigazione son stati informati i proprietari dei terreni da espropriare il 16 ottobre 2024, dai quotidiani che li invitavano a prender visione dei documenti di un non meglio precisato “Ente di decentemente regionale di Udine”. Ma l’affidamento dello studio preliminare ambientale è stato decretato il 26 novembre scorso, giorno stesso in cui gli incaricati dichiarano di essersi recati sul posto per un sopralluogo. Lo studio risulta redatto l’11 dicembre e depositato in Regione per avviare la pratica ambientale il 12. Una velocità incredibile, calcolando che il giorno dopo il Consiglio Comunale di Trasaghis il 13 dicembre 2024 ha espresso il parere favorevole sull’opera di mitigazione, ma nella stessa delibera ha chiesto che venga individuata un’alternativa alla cassa di espansione prevista. Lo studio ambientale, che forse il Consiglio Comunale non ha potuto leggere in tempo, riporta che il sito destinato all’intervento è stato già individuato dalla committenza, non sono state quindi esaminate alternative di sito e di tipologia d’intervento. Eppure, leggendo il documento pare sia già pronta la Variante Urbanistica n. 32 del Comune, sul cui sito non vi è traccia. Il 17 dicembre è stata avviata la procedura di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale e fino al 16 gennaio tutti, anche il Comune di Trasaghis, possono trasmettere le proprie osservazioni, ma lo sanno? Sull’albo pretorio dell’ente non c’è traccia di questa procedura e il periodo natalizio non aiuta”.

“Il Ponte sul Leale risulta finanziato con le risorse PNRR e in quanto tale va realizzato in fretta entro Agosto 2025 per non perdere le risorse, ma non dovrebbe arrecare danni all’ambiente. Chi ha redatto lo studio ambientale si dice convinto che gli impatti saranno irreversibili e significativi per la componente faunistica ittica, in disaccordo con chi aveva deciso che l’opera non dovesse esser soggetta a valutazione ambientale strategica in quanto non ci sarebbero impatti significativi. Le opere prevedono la movimentazione di 15.000 mc con 625 tir in 8 mesi, tempo permettendo, ma il programma di gestione dei sedimenti previsto dal Testo Unico Ambientale 2016, se c’è, non viene menzionato dai proponenti. Intanto, oltre al Comune, sull’opera di mitigazione proposta si son già espressi 31 cittadini di Trasaghis, che vivendo da sempre in questi luoghi han già proposto diverse alternative, speriamo che vengano almeno ascoltati”.

1 febbraio 2025, Comunicato stampa di Cristian Sergo, Coordinatore dell’ex provincia di Udine del M5S: “Sul Leale tutto da rifare, ritirata la pratica osteggiata dai cittadini”.

“Avevamo chiesto un mese fa di riflettere su quanto stava avvenendo sul Torrente Leale, dove sono in corso le lavorazioni per un nuovo Ponte a Trasaghis, opera da tutti considerata necessaria, ma che necessitavano di opere di mitigazione prima della loro realizzazione. Nessuno era al corrente di tale procedura per quello abbiamo avvisato i cittadini della zona”. Ad esprimere soddisfazione per il ritiro della procedura di valutazione ambientale in Comune di Trasaghis è Cristian Sergo, coordinatore dell’ex provincia di Udine per il Movimento 5 Stelle.

“I lavori sul Ponte son proseguiti in questo mese con lo stupore sia dell’Agenzia regionale per l’ambiente che ha constato il passaggio di mezzi nell’alveo proprio nelle aree oggetto di valutazione, sia dell’Autorità di Bacino che aveva richiesto espressamente che prima dell’inizio dei lavori si fossero realizzate delle opere di difesa funzionali a garantire la compatibilità dell’intervento con il Piano di gestione del rischio di Alluvioni, garantendo l’invarianza idraulica a valle del Ponte. Ma è la stessa Autorità a dire che tale invarianza non è stata verificata per eventi con tempo di ritorno pari a 200 anni e pertanto non risulta garantita la compatibilità dell’intervento di mitigazione con il Piano. Da qui il ritiro della pratica”.

“Un sospiro di sollievo per i cittadini che da subito si sono opposti alle casse previste, che adesso sperano in un confronto con i proponenti per individuare le alternative migliori a quanto finora proposto, auspicate anche dal Comune. Quando chiediamo il dibattito pubblico, lo facciamo per evitare queste perdite di tempo, sia per chi deve realizzare opere importanti come il nuovo ponte, sia per le amministrazioni che devono valutare progetti che poi non si portano a termine, sia per i cittadini costretti a difendere il loro territorio da opere inutili oltre che costose”.

Tram di Opicina, Richetti: Tram ripartito, pianificazione deraglia

Dopo oltre otto anni di attesa e ritardi, il Tram di Opicina è finalmente ripartito. Un ritorno atteso e festeggiato dalla città, ma che non può essere considerato una vittoria: il servizio avrebbe dovuto essere garantito senza un’interruzione così lunga.

Lo spostamento provvisorio della fermata in Piazza Dalmazia, che penalizza le piccole attività, e la mancata sistemazione dell’ultima tratta dimostrano che il cantiere è stato ancora una volta mal pianificato.

Chi governa dovrebbe garantire cantieri puntuali e servizi efficienti, non interventi a singhiozzo. Tagliare nastri inaugurali è facile, pianificare con competenza lo è molto meno.

Salute, Capozzi: Rete oncologica, no ingerenze politiche su Piano vitale

“Il Piano della Rete oncologica regionale del Friuli Venezia Giulia è un documento importantissimo: tanto per quanto riguarda l’organizzazione delle strutture, tanto e soprattutto per quanto concerne la salute dei pazienti. La durata e la qualità della vita di cittadine e cittadini, dopo una malaugurata diagnosi di tumore, è infatti strettamente dipendente da tutti i progressi garantiti dai trattamenti ma, al tempo stesso, anche da un insieme di fattori quali la prevenzione, la diagnosi precoce, la terapia, la riabilitazione e l’assistenza”.

Lo rimarca, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), riprendendo i contenuti dell’intervento che questo pomeriggio l’ha vista protagonista durante i lavori della III Commissione permanente che, prima dell’espressione del previsto parere tematico, ha ospitato l’audizione dei rappresentanti del Consiglio delle Autonomie locali (Cal) in merito al Piano della Rete oncologica regionale 2025-27.

“Esistono, tuttavia, esplicite differenze in termini di incidenza tumorale sul nostro territorio – aggiunge l’esponente pentastellata – che inducono a fare degli approfondimenti. Si tratta certamente di un Piano importantissimo e atteso da molti anni, ma la sensazione che ho avuto e che continuo ad avere, anche a seguito dello stralcio dal quale si evince l’organizzazione della Chirurgia oncologica, è che a prevalere sia stato il campanilismo politico, piuttosto che le scelte tecniche”.

“Il documento, in prima battuta stilato dai tecnici, era stato poi ritirato – precisa Capozzi – sotto la spinta delle pressioni politiche. Oggi, infine, ci è stato chiesto di votare un testo monco di un passaggio importante, benché accompagnato dalla garanzia che sarà successivamente integrato con le valutazioni dei professionisti, le stesse che avevano portato all’elaborato iniziale”.

“Il rischio e il timore che abbiamo paventato – sottolinea la rappresentante del M5S – è che ulteriori spinte vengano allo scoperto e che, in questo modo, il Piano finisca per essere un orto da difendere, piuttosto che costituire la risposta tanto attesa e tanto dovuta alla popolazione. Abbiamo perciò auspicato la stesura di un Piano condiviso in primis dai professionisti e basato soprattutto su scelte coerenti. Questo in maniera tale da creare una rete armonica tra le diverse sedi presenti nella nostra regione e, al fine di non dare vita a pericolose contrapposizioni, come sta accadendo e come è emerso anche in sede di Cal, davanti al voto contrario espresso da alcuni territori come Gorizia e Mossa, capaci di indebolire il sistema stesso a danno dei numerosi cittadini per i quali le cure appaiono vitali”.

“Il nostro voto, pertanto, non poteva che essere contrario. Avremmo infatti preferito – conclude Capozzi – che non si decidesse oggi. Sarebbe stato altresì necessario e prezioso un ulteriore rinvio della votazione e, in seguito, poter contare su una nuova opportunità per valutare un progetto finalmente completo, una volta definita anche la distribuzione dell’organizzazione chirurgica, la cui tabella costituisce un passaggio significativo”.

Cpr Gradisca, Capozzi-Dal Zovo: Chiudere struttura inadeguata e pericolosa

“Come sosteniamo da sempre, le strutture come il Cpr vanno chiuse! È infatti necessario ripensare un modello diverso di gestione della fase di riconoscimento e di rimpatrio delle persone ivi ospitate. Esprimiamo, perciò, tutta la nostra solidarietà alle Forze dell’ordine e al personale che vi opera, spesso sotto organico. Condanniamo, al tempo stesso, gli episodi di violenza accaduti a Gradisca e ribadiamo che la violenza non va mai e poi mai giustificata”.

Lo evidenzia, attraverso una nota stampa condivisa con la collega Ilaria Dal Zovo (coordinatrice territoriale per l’ex provincia di Gorizia), la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), prendendo la parola sulle problematiche nuovamente esplose in maniera drammatica a Gradisca d’Isonzo e ricordando che “nei mesi scorsi abbiamo visitato la struttura isontina insieme al deputato Colucci, apprezzando la dedizione delle Forze dell’ordine e degli operatori che, quotidianamente, cercano di rendere vivibile quel posto”.

“Purtroppo, il sistema dell’immigrazione del nostro Paese – aggiungono le esponenti pentastellate – dimostra tutte le sue lacune. Così come lacunose sono le realtà come quella gradiscana dove, ormai troppo spesso, la detenzione avviene senza il rispetto dei diritti e della dignità umana”.

“La situazione di pericolosità e di fragilità di queste strutture – precisa Dal Zovo – era stata da noi più volte denunciata, soprattutto facendo seguito ai sopralluoghi effettuati dagli esponenti del M5S negli anni dei mandati in Consiglio regionale. Senza trascurare il fatto che la mozione dell’Assemblea legislativa che prevedeva la chiusura del Cie, prima che si chiamasse Cpr, portava anche la mia firma”.

“Trattenere un numero di persone spesso assai alto – sottolinea, dal canto suo, Capozzi – in un regime peggiore di quello detentivo, per mesi e senza tempi certi, aumenta il rischio della reiterazione di episodi come quello della scorsa settimana. Tutti lo sanno ma lo Stato, che dovrebbe interessarsi direttamente del problema, non fa invece nulla per garantire in primis la tutela delle Forze dell’ordine e di chi lavora in quegli spazi così a rischio”.

“Visto e considerato che si tratta anche di salute pubblica – concludono Capozzi e Dal Zovo – riteniamo perciò che chi deve tutelare la stessa, in primis i sindaci dei Comuni che ospitano tali strutture, possa accedere in qualunque momento alle aree in questione senza alcun preavviso, come già avviene per i parlamentari della Repubblica”.

Giorno Memoria, Capozzi: Riflessione sia reale, ripudio violenza sia concreto

“Dobbiamo pensare, ragionare e comportarci come se non fossero già trascorsi 80 anni da quella giornata campale. Dobbiamo infatti continuare a ricordare, a soffrire e a imparare, giorno dopo giorno e ora dopo ora, come se fosse ancora il 27 gennaio del 1945. Affinché il Giorno della Memoria significhi realmente ‘mai più’, ma voglia dire anche che tutti, ma proprio tutti, abbiano compreso realmente il significato di simili disumane brutalità”.

Lo rimarca, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle) che, partendo proprio dalla data scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto attraverso l’anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine della Shoah, chiede che “questa giornata, insieme a tutte quelle che si ripeteranno nell’arco di una settimana doverosamente dedicata alle vittime di un’atroce persecuzione, si riveli per tutti un concreto motivo di riflessione”.

“Quando, il 27 gennaio del 1945, le truppe dell’Armata avevano fatto il loro ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz – aggiunge l’esponente pentastellata – avevano in qualche modo arrecato un durissimo colpo alla cultura dello sterminio di quell’epoca e alle persecuzioni legate a inaccettabili e immorali motivazioni etniche, sessuali, religiose, politiche e militari”.

“Ben vengano, dunque, le bandiere a mezz’asta, insieme ai cortei e alle corone d’alloro, agli incontri e alle ricostruzioni storiche. Tuttavia, questo spirito di partecipazione e di commozione – precisa Capozzi – deve rimanere convintamente lo stesso per tutti i mesi e le settimane dell’anno”.

“L’attuale periodo storico – sottolinea la rappresentante del M5S – non ci consente certamente di archiviare quelle terribili fasi della nostra storia come semplici eventi di un passato che non potrà più ripetersi. Dobbiamo ancora dimostrare nel concreto che, all’enorme evoluzione tecnologica, nell’arco di 80 anni ha fatto seguito una ancor più preziosa evoluzione umana, morale e intellettuale. E, troppo spesso, non ci stiamo riuscendo…”.

“Il Friuli Venezia Giulia e le sue genti ebbero modo di pagare duramente lo scotto di quella follia e proprio dai suoi luoghi di dolore, da Visco e Gonars fino a Trieste, prosegua un fermo rifiuto nei confronti delle ideologie repressive e sanguinarie. All’educazione delle giovani generazioni – conclude Capozzi – faccia perciò eco anche una definitiva presa di coscienza di quelle meno giovani, poste oggi più che mai davanti alle strazianti memorie di coloro che patirono le conseguenze di una cieca e inutile violenza”.

Occupazione, Capozzi-Patuanelli: È il momento dei fatti concreti al fianco dei lavoratori

“Soltanto pochi giorni or sono, quando l’allarme occupazione aveva ufficialmente coinvolto anche 200 lavoratori della U-Blox, avevamo auspicato per l’ennesima volta un immediato e concreto intervento da parte di Governo e Regione Friuli Venezia Giulia per affrontare un problema sempre più ramificato. Oggi, leggendo la nota tematica diramata dagli assessori regionali Bini e Rosolen, ci accorgiamo che, oltre a una ricostruzione storica del problema, allargato ad altre realtà giuliane come la Flextronics, si punta soprattutto a magnificare ciò che ‘doverosamente’ è stato fatto in altri contesti, piuttosto che a illustrare una più che mai necessaria strategia operativa per affiancare dipendenti e parti sociali nella difesa degli stabilimenti produttivi e dei posti di lavoro”.

Lo evidenzia la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle) che, attraverso una nota stampa congiunta con il collega capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, prende la parola sul delicato tema occupazionale che riguarda ormai centinaia e centinaia di famiglie della regione.

“Concordiamo anche noi, insieme agli esponenti dell’Esecutivo regionale, riguardo la mancanza di responsabilità – aggiungono gli esponenti pentastellati – da parte delle aziende coinvolte dei confronti del territorio e della comunità. Esplicito disinteresse, al quale però aggiungiamo un’altrettanto evidente mancanza di limpidezza e di correttezza alla base di due vertenze che coinvolgono oltre 500 lavoratori e lavoratrici”.

“Tante promesse, ma anche tante decisioni già prese alle spalle delle Istituzioni, che portano tutte nella stessa direzione. Comunicazioni tardive e incomplete, pretestuose e fumose, alle quali – precisano Capozzi e Patuanelli – hanno fatto seguito giustificazioni poco credibili e rassicurazioni altrettanto preoccupanti”.

“Ribadiamo nuovamente che la convocazione di un tavolo immediato – sottolineano i rappresentanti del M5S – potrebbe costituire un prezioso punto di partenza, anche andando a stabilire una deroga, come richiesto dalle stesse organizzazioni sindacali, al numero minimo del personale interessato da crisi”.

“Al tempo stesso, per garantire una continuità ai siti industriali coinvolti dalle problematiche, le contrattazioni con le parti datoriali – concludono Capozzi e Patuanelli – vanno supportate con forza e unità da tutte le forze politiche per garantire, insieme al Governo, l’utilizzo degli strumenti necessari”.

Regeni, Capozzi-Fico: Giulio, voci alte per ottenere verità e giustizia

“Fare piena luce sulla verità e ottenere finalmente giustizia! Lo chiediamo, ancora una volta, a voce alta e senza alcuna volontà di retrocedere, per Giulio, per la sua famiglia, per i suoi amici e per tutta la società civile. Sono trascorsi ormai nove anni da quella terribile giornata: troppo poco è stato fatto, troppo è ancora necessario ottenere. La voce di tutti noi sia determinata e coraggiosa”.

Lo auspica la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), attraverso una nota stampa condivisa e diramata insieme al collega Roberto Fico, presidente del Comitato di garanzia del M5S e già presidente della Camera dei Deputati.

I due esponenti pentastellati parteciperanno questa sera all’ormai tradizionale fiaccolata silenziosa, organizzata a Fiumicello Villa Vicentina (Udine), dove il giovane ricercatore friulano era nato e cresciuto. Una doverosa e articolata giornata che, iniziata già al mattino, si concluderà dopo il tramonto con l’obiettivo di mantenere più che mai vivo il ricordo di Giulio Regeni, rapito il 25 gennaio 2016 al Cairo e ritrovato privo di vita il 3 febbraio successivo, dopo aver patito atroci sofferenze.

“Un vile rapimento e una tragica morte – aggiungono Capozzi e Fico – che non possono rimanere impuniti! Anche noi, come gli organizzatori e tutti i partecipanti a questa importante commemorazione, siamo convinti che, in realtà, ‘Giulio continua a fare cose’. Lo fa attraverso il coraggio da lui sempre dimostrato, ma anche attraverso la battaglia che tutti noi dobbiamo a portare avanti con energia, finché non otterremo finalmente giustizia”.

“La massiccia presenza di sinceri e commossi sostenitori al fianco dei genitori di Giulio, a rappresentare il mondo della politica e della cultura con le istituzioni al fianco della cittadinanza e di tanti giovani, ben evidenzia – sottolineano infine i rappresentanti del M5S – come questa lotta di civiltà vada portata avanti senza timori e senza sosta”.

Ambiente, Capozzi: Compiaciuti, Corte d’Appello dà ragione a Frattolin

“Non avevamo alcun dubbio sull’esito del procedimento, ben conoscendo la correttezza dell’ex consigliera regionale pentastellata Frattolin. Conveniamo perciò anche noi che, con la sua sentenza, la Corte d’Appello di Trieste ha decretato un passaggio importante a garanzia dell’impegno della cittadinanza per la salvaguardia dell’ambiente in cui vive”.

Lo evidenzia, attraverso una nota stampa di solidale soddisfazione, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), esprimendosi alla luce della sentenza emessa dall’organo giurisdizionale giuliano nei confronti delle due portavoce del Comitato ABC, Eleonora Frattolin e Lucia Mariuz, verso le quali era stata avanzata una richiesta di risarcimento da parte di Kronospan Italia Srl.

“Come già concluso anche dal Tribunale di Pordenone, la libertà di espressione ai fini della tutela della salute pubblica – aggiunge l’esponente pentastellata – deve costituire un caposaldo dei valori democratici. Un’assoluta garanzia non soltanto per gli interventi dei rappresentanti politici, ma anche e soprattutto per i cittadini e le cittadine impegnate nella tutela dell’ambiente”.

“Noi stessi – precisa, infine, Capozzi – non ci siamo mai sottratti davanti al doveroso compito di esprimere, qualora corredato da fatti concreti e da evidenze scientifiche, il nostro parere critico davanti a operazioni dubbie. Ovviamente, continueremo a farlo anche in futuro, nella consapevolezza di avere il diritto di esprimere tutte le nostre perplessità e di richiedere le dovute spiegazioni in merito a progetti ritenuti invasivi”.

Fotovoltaico, Capozzi: Cdx non vuole risolvere il problema

“Dove ha fallito il fratello europarlamentare, che si era speso per bloccare l’impianto friulano di Carlino (poi, però, comunque autorizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia…), deve entrare in scena il fratello ministro. Ora, infatti, tocca anche a Luca Ciriani ricevere un’istanza per bloccare il parco fotovoltaico ipotizzato nei pressi dell’area archeologica di Aquileia. Peccato che Luca Ciriani fosse assessore regionale all’Energia quando il Ministero diede alle Regioni la possibilità di individuare le aree non idonee e non l’abbia fatto. Se non fosse tutto vero, ci sarebbe da decidere se mettersi a ridere oppure a piangere”.

Questa la reazione, espressa attraverso una nota stampa, della consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), dopo aver appreso dell’iniziativa presa dal collega Igor Treleani (FdI) di affidare agli uffici del ministro Luca Ciriani la richiesta di salvaguardare l’area della città patriarcale e sito Unesco che, nell’opposizione all’impianto di 210.000 metri quadrati per una potenza nominale di picco di 9.989 kW, troverebbe concordi anche le istituzioni e le comunità locali.

“Infatti, non si capisce, essendo Treleani, i Ciriani e Scoccimarro tutti esponenti di Fratelli d’Italia, come mai in Regione – aggiunge l’esponente pentastellata – debbano ancora oggi essere individuate le aree idonee e quelle non idonee per l’installazione di questi impianti, come richiesto dallo Stato a partire dal 2010, ai tempi della Giunta Tondo”.

“La situazione è davvero paradossale: il Centrodestra – sottolinea la rappresentante del M5S – sta permettendo tutto questo e ora che governa Comuni, Regioni e Paese, chiede a sé stesso di risolvere il problema. Per fortuna che in Italia ci sono donne come Alessandra Todde che hanno a cuore il proprio territorio e solo grazie al suo esempio potremo raggiungere gli obiettivi di pubblico interesse, non privato”.

“Per l’ennesima volta, ci ritroviamo a chiedere con forza – conclude Capozzi – di contemperare gli obiettivi della pianificazione territoriale ed energetica, con i valori della tutela dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio culturale e paesaggistico, nonché del suolo agricolo e delle peculiari produzioni agroalimentari del territorio, senza consumare ulteriori terreni”.

Autonomia differenziata, Capozzi: Sentenza rivoluzionaria, percorso da rivedere

“I cittadini pagano l’equilibrio di questo Governo che si regge in piedi grazie ai contentini dati alle varie forze politiche: la riforma della giustizia per Forza Italia, il premierato a Fratelli d’Italia e, infine, l’autonomia differenziata tanto cara alla Lega”.

Lo rimarca in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), inserendosi nel dibattito sull’ autonomia differenziata alla luce delle recenti evoluzioni del tema e ricordando che “la riforma Calderoli, prevista nella legge 86/2024, è stata smantellata nel suo cuore dalla prima pronuncia da parte della Corte costituzionale. Questa certezza ci porta a dire che non si potrà parlare di autonomia differenziata, così come l’hanno concepita i leghisti”.

“Tuttavia, anche per una Regione a statuto speciale come la nostra, la sentenza è stata rivoluzionaria – aggiunge l’esponente pentastellata – perché, in sostanza, ha censurato l’estensione delle procedure previste dalla legge 86/24 alle Regioni a statuto speciale, giacché tali Regioni devono invece ricorrere a quelle previste dai rispettivi statuti”.

“Dopo la pronuncia di ieri da parte della Corte che ha ritenuto inammissibile il quesito referendario dell’autonomia differenziata, la stessa autonomia differenziata – precisa Capozzi – subirà comunque una decisa revisione in sede di Parlamento, una riscrittura così come suggerito dalla stessa Corte”.

“Questo pronunciamento, benché bocci il ricorso al referendum, contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell’autonomia – sottolinea infine la rappresentante del M5S – che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di Unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà”.

Salute, Capozzi: Punto nascite San Vito al Tagliamento, bene sentenza Tar

“Chiediamo all’assessore regionale Riccardi di non nascondersi dietro i cavilli, modificando una parte degli atti amministrativi che hanno portato alla sospensione sine die del Punto nascite di San Vito al Tagliamento, riaprendo immediatamente la struttura. Un atto ormai quasi dovuto, così come richiesto dalla petizione sottoscritta da 14.986 firmatari e da noi sostenuta in sede di Consiglio regionale”.

Lo auspica, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), prendendo la parola sul delicato tema del Punto nascite di San Vito al Tagliamento (Pordenone), ‘sospeso’ ormai da oltre un anno per carenza di personale e oggetto di proteste per ottenere la sua riapertura, sotto forma di numerose iniziative, anche da parte del Comitato Salute pubblica.

“Con la revoca della convenzione con il Policlinico San Giorgio di Pordenone – aggiunge l’esponente pentastellata – la riapertura di San Vito diventa più che mai necessaria. Questa struttura e quella di Latisana hanno sempre espresso numeri importanti che non richiederebbero nemmeno la necessità di deroghe ministeriali, se solo la politica lo volesse”.

“Ricordiamo ancora come, nel vicino Veneto, il presidente Zaia, di cui qualcuno si ricorda solo per il terzo mandato, festeggia ogni anno – precisa Capozzi – il record del punto nascite di Portogruaro, dove sono nati 273 bambini nel 2023 e circa 300 nel 2024”.

“Una migrazione continua ed evidentissima – sottolinea la rappresentante del M5S – si verifica dalla nostra regione verso le strutture venete, resa purtroppo necessaria dall’indebolimento del sistema di quelle specifiche zone del Friuli Venezia Giulia”.

Occupazione, Capozzi e Patuanelli: Ublox, Governo e Regione tutelino i 200 lavoratori

“Sembra, purtroppo, un autentico paradosso: 200 posti di lavoro messi in seria discussione proprio in un settore proiettato verso il futuro e ad alto impatto tecnologico. Il rischio di chiusura della Ublox va affrontato subito con grande serietà, al fine di salvaguardare i diritti delle famiglie coinvolte, ma anche l’alto livello di professionalità delle figure interessate”.

Lo auspica in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), concentrandosi sulle problematiche legate al futuro della Ublox di Sgonico, realtà con sede in Svizzera, dopo l’allarme lanciato dall’Unione Sindacale di Base.

“La dismissione riguarderebbe il ramo d’azienda ‘cellular’ e coinvolgerebbe soprattutto figure altamente specializzate – aggiunge l’esponente pentastellata in relazione alle problematiche che riguardano l’azienda con sede nelle vicinanze della stazione di Prosecco nel comune di Sgonico – impegnate nell’area della ricerca e dello sviluppo delle comunicazioni. Ingegneri, soprattutto, ma anche amministrativi”.

“Il problema va preso immediatamente di petto, assicurando debito supporto a chi garantisce un simile patrimonio umano e professionale. Compito della Istituzioni – precisa Capozzi – è quello di inserirsi immediatamente nelle contrattazioni per supportare i lavoratori sia nella salvaguardia dei loro diritti rispetto l’azienda, sia nel garantire il loro percorso futuro”.

“In attesa di comunicazioni da parte dell’azienda attiva nel settore della telefonia cellulare, su una prospettiva che farebbe seguito ad analoghi provvedimenti già assunti nei confronti di altri reparti in Paesi diversi dall’Italia, emerge l’urgenza – sottolinea la rappresentante del M5S – con cui Governo e Regione Friuli Venezia Giulia siano chiamati a intervenire sulla vertenza. La convocazione di un tavolo immediato potrebbe costituire un prezioso punto di partenza, anche andando a stabilire una deroga, come richiesto dalle stesse organizzazioni sindacali, al numero minimo del personale interessato da crisi, in questo caso inferiore a 250, reclamando l’importanza strategica dell’azienda”.

“Le contrattazioni con le parti datoriali – conclude Capozzi – vanno perciò seguite e supportate in maniera concreta. Personalmente, mi unisco all’appello del collega Patuanelli affinché tutte le forze sindacali organizzino quanto prima una mobilitazione unitaria per affrontare il sempre più preoccupante tema della deindustrializzazione in regione”.

Anche il senatore Stefano Patuanelli interviene sul tema evidenziando come “in un Paese farcito di propaganda capita che nel silenzio assoluto dei media (e ovviamente del Governo) stiano per essere messe in strada altre 200 persone”.

“La Ublox di Prosecco – aggiunge Patuanelli – si avvia alla chiusura, disperdendo un patrimonio di eccellenze (la maggior parte ingegneri) nella ricerca e sviluppo del settore cellulare. Non proprio un comparto in crisi sistemica.
Capiamo che il Ministro Urso sia impegnato ad organizzare bellissime mostre al MiMIT, ma tra un evento e l’altro sarebbe fondamentale convocare un tavolo sulla vertenza prima che sia troppo tardi.
Sempre che le crisi industriali, dati i 22 mesi di calo consecutivo della produzione, vengano ancora affrontate da questo Governo”.

“Credo sia infine necessario – conclude Patuanelli – che le forze sindacali tutte, in modo unitario, organizzino una mobilitazione che affronti il tema della deindustrializzazione del Friuli Venezia Giulia”.

Fotovoltaico, Capozzi: Dati Terna confermano, target già superato in Fvg

“Secondo le ultime statistiche diramate da Terna, dal 2021 al 2024 nella nostra regione sono stati installati 652 MW di fotovoltaico, 337 dei quali solamente l’anno scorso. In questo modo è stato superato il target prefissato dal Dm ‘Aree idonee’ del 21 giugno 2024 non solo per l’anno appena concluso ma, addirittura, con dodici mesi di anticipo rispetto al target del 2025”.

Lo evidenzia in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), rendendo note le statistiche di Terna Rete Elettrica Spa, società operatrice delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, aggiornate alla data odierna.

“La curiosità – aggiunge l’esponente pentastellata – deriva dal fatto che, dei 14.360 impianti installati nel 2024, solamente quattro sono superiori ai 10 MW, per una potenza complessiva di 66 MW. Questo significa che, anche senza installare i grandi parchi fotovoltaici autorizzati negli ultimi anni e che stanno facendo discutere le comunità locali, ci stiamo avviando verso la decarbonizzazione”.

“L’auspicio – precisa Capozzi – è che, anche grazie a queste considerazioni, la politica regionale ci capisca bene quando chiediamo con forza di contemperare gli obiettivi della pianificazione territoriale ed energetica con i valori della tutela dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio culturale e paesaggistico, del suolo agricolo e delle peculiari produzioni agroalimentari del territorio, senza consumare ulteriore suolo”.

“Lo facciamo – conclude Capozzi – nella piena consapevolezza che non stiamo di certo ostacolando i processi di decarbonizzazione e di transizione ecologica e che, al contrario, ne stiamo chiedendo l’attuazione”.

Tagliamento, Capozzi: Scoccimarro confuso rompe fronte sindaci

“L’assessore regionale Scoccimaro continua a fare confusione sul delicato tema legato alla messa in sicurezza del Tagliamento e, invece di unire il fronte dei sindaci, lo rompe. La sensazione è che si voglia lasciare agli esperti le decisioni che, invece, non si ha il coraggio di prendere”.

L’allarme viene lanciato, attraverso una nota stampa, dalla consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), che aggiunge anche come “gli esperti, stando alla mozione Maurmair, sono stati chiamati a comprendere meglio la traversa adiacente al ponte di Dignano, così come indicato nel dispositivo della mozione del collega consigliere”.

“Ora, però, scopriamo – rimarca l’esponente pentastellata – che il componente dell’Esecutivo, confuso, ha fatto marcia indietro anche sul cronoprogramma annunciato un mese fa, in base al quale avrebbe già dovuto affidare la progettazione delle opere”.

“Tutto da rifare, dunque! Forse – evidenzia Capozzi – è addirittura meglio così, ma quali serietà e credibilità emergono da questo modus operandi?”.

“Chi minacciava denunce – sottolinea la rappresentante del M5S – nei confronti di coloro che contestavano le opere, oggetto di continue modifiche da parte della Giunta stessa, e li tacciava di irresponsabilità, dovrebbe rivolgere altrove le proprie attenzioni”.

“Se solo si desse luogo al dibattito pubblico da noi chiesto, ma bocciato anche in occasione dell’ultima legge di bilancio, probabilmente non assisteremmo a questa indecorosa querelle. I sindaci, ancora adesso, non sanno – conclude Capozzi – chi pagherà questi tecnici, quando sarebbe bastato coinvolgere la IV Commissione regionale dove, per essere auditi, non si viene pagati: basta chiederlo o rispondere all’invito, come già avvenuto nel recente mese di novembre”.

Crisi Tirso, Richetti: Servono politiche industriali a lungo termine

“Chiedo che le istituzioni locali e nazionali – Comune, Regione, Prefettura e Governo – si assumano la piena responsabilità di garantire e monitorare con attenzione ogni fase del percorso di rilancio dello stabilimento. Richiamo l’INPS ai propri doveri affinché provveda con tempestività all’erogazione degli ammortizzatori sociali, necessari per soddisfare i fabbisogni quotidiani dei lavoratori ora disoccupati, evitando ulteriori aggravamenti della loro già critica situazione economica”.

“Inoltre, è fondamentale che non ci si limiti a una semplice riconversione dello stabilimento, ma si promuovano strategie di sviluppo industriale e occupazionale sostenibili, con una visione a lungo termine, capaci di garantire stabilità e crescita per il territorio e per i lavoratori coinvolti”.

Fotovoltaico, Capozzi: Il tempo è scaduto, così gli impianti proliferano

“La Regione Friuli Venezia Giulia avrebbe dovuto, entro 180 giorni dal 2 luglio scorso, emanare una legge con la quale individuare le aree non idonee per la collocazione di impianti fotovoltaici. Tuttavia, il disegno di legge approvato dalla sola Giunta regionale lo scorso 13 dicembre non è ancora stato consegnato al Consiglio regionale”.

Il ritardo viene segnalato, attraverso una nota stampa, dalla consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), facendo esplicito riferimento “ai tempi con i quali la Regione intende individuare le aree non idonee all’installazione di parchi fotovoltaici”.

“I termini – rimarca l’esponente pentastellata – sono ormai scaduti! Se solo lo Stato volesse, infatti, potrebbe già attivare i poteri sostitutivi davanti all’inerzia della Regione ma, di sicuro, non per avere limiti più restrittivi rispetto quelli attuali. In ogni caso, anche se il Consiglio regionale avesse approvato la legge regionale nei termini previsti, la terza legge regionale in tre anni su questo tema non sarebbe immediatamente efficace. Come, del resto, non lo sono state le precedenti”.

“La nuova norma – precisa Capozzi – stabilisce infatti che nulla cambi fino all’approvazione di un’altra delibera. Alla Giunta si concedono altri dodici mesi di tempo per individuare la cartografia delle aree non idonee, sperando che non servano tutti e dodici. Dopo un passaggio in sede di Commissione, la delibera rimarrà sul sito della Regione per una trentina di giorni, al fine di essere oggetto di eventuali osservazioni: solo allora tornerà davanti all’Esecutivo per il recepimento di quanto segnalato da cittadini e portatori di interesse. Finito l’iter, le aree non idonee avranno piena efficacia sugli impianti da realizzare, ma non su quelli già richiesti o che verranno richiesti nel frattempo”.

“Soltanto in quel momento – sottolinea ancora la rappresentante del M5S – avrebbero piena efficacia anche i nuovi requisiti per gli impianti che necessitano di una Valutazione di impatto ambientale, tra i quali l’accumulo con gli altri parchi della zona, unica vera innovazione prevista”.

“Si tratta di una norma che rischia eventuali impugnazioni governative, azioni che allungherebbero ulteriormente i tempi e darebbero ulteriore margine per inoltrare domande. Domande che non si sono arrestate nemmeno durante il periodo natalizio – conclude Capozzi – e che sono state presentate per due nuovi parchi agrovoltaici: un ulteriore impianto a Pradamano da 40 MW, più uno tra San Quirino e Montereale Valcellina da 80 MW”.

Animali, Capozzi (M5S) e Pluda (HSI): Presentata mozione contro allevamenti in gabbia

“Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si attivi per promuovere la transizione cage-free e per assicurare che in tutte le mense pubbliche dell’amministrazione regionale i prodotti di origine animale utilizzati provengano da allevamenti senza gabbie”. L’invito arriva, attraverso una nota, dalla consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), riprendendo i contenuti di una mozione da lei stessa presentata in tal senso.

“L’auspicio – spiega la Capozzi – è quello che, seguendo l’esempio di Emilia-Romagna, Abruzzo e Campania, che tra il 2021 e il 2022 avevano approvato delle risoluzioni per vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti regionali, anche il Fvg possa ora decidere di schierarsi dalla parte del benessere animale”.

“L’istanza – aggiunge l’esponente pentastellata – è in linea con l’iniziativa ‘End the Cage Age’ portata avanti dai cittadini europei e che ha raccolto 1,4 milioni di firme in tutta l’Unione europea (90mila delle quali in Italia), diventando così la terza Ice con il più alto numero di firme raccolte in assoluto e la prima Ice di successo sul benessere degli animali allevati”.

“La stessa Commissione europea, nel 2021, aveva risposto a questa iniziativa sostenuta da 170 organizzazioni di tutto il mondo, tra le quali Animal Equality Italia e Humane Society International/Europe. L’organismo internazionale – precisa la consigliera – si era impegnato pubblicamente a porre fine all’uso delle gabbie nell’Ue attraverso la revisione della legislazione sul benessere degli animali, che avrebbe dovuto essere pubblicata entro la fine del 2023, con l’obiettivo di arrivare entro il 2027 al divieto totale del loro impiego in Europa”.

“Le molteplici inchieste realizzate dal team investigativo di Animal Equality a livello nazionale e internazionale – sottolinea la rappresentante del M5S – documentano le pessime condizioni di vita che sono costretti ad affrontare gli animali rinchiusi in gabbia per gran parte della loro esistenza negli allevamenti. All’interno delle gabbie, infatti, milioni di galline, maiali e conigli in Italia soffrono terribilmente a causa di sovraffollamento, mancata possibilità di esprimere i loro comportamenti più naturali, malformazioni e stress che favoriscono grave malessere psico-fisico”.

“Abbiamo presentato questa mozione – conclude la Capozzi – convinti del fatto che gli allevamenti in gabbia costituiscano un metodo obsoleto che nuoce al benessere degli animali. Numerose sono le aziende leader in Italia che stanno eliminando gradualmente le gabbie dalle rispettive filiere: ciò dimostra che l’allevamento senza l’uso di gabbie non solo è possibile, ma che è già in atto. Pertanto, un deterrente può essere quello che nelle mense regionali non si utilizzino alimenti provenienti da allevamenti in gabbia. Anche la nostra Regione, perciò, può fare concretamente la sua parte in questo percorso volto a dare umanità a una gestione degli animali che, attualmente, non la possiede”.

La consigliera si unisce poi a chi, come Martina Pluda, direttrice per l’Italia di Humane Society International/Europe, sostiene che “la presentazione di questa mozione rappresenta un passo significativo verso un futuro più compassionevole ed etico per il Fvg. Eliminare l’uso delle gabbie non è solo un imperativo etico, ma anche una necessità pratica per migliorare il benessere degli animali e rispondere alle aspettative di cittadini sempre più consapevoli. Il Fvg può essere un esempio, adottando e promuovendo l’allevamento senza gabbie, che migliora il benessere degli animali, contribuendo così a un fondamentale cambiamento positivo nella società”.

E attraverso Francesca Flati, responsabile delle Relazioni istituzionali di Animal Equality Italia, rende noto che “nel 2023, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato un parere scientifico richiesto dalla Commissione europea in cui raccomandava alternative alle gabbie per migliorare il benessere degli animali allevati. Le evidenze scientifiche e la volontà dei cittadini italiani ed europei sono allineate nel sostenere la necessità di una transizione cage-free che migliori le condizioni degli animali allevati a scopo alimentare. La mozione presentata in Fvg, pertanto, costituisce un atto politico importante: la Regione può aggiungersi ai soggetti capofila in Italia verso quella che sarà una transizione cruciale che coinvolgerà l’intera Ue”.

Rfi, Capozzi: Passaggi a livello Udine, il protocollo non offre risposte

“Adesso, finalmente, anche l’assessore regionale Amirante inizia a capire perché il M5S ha cercato di far ragionare il Comune di Udine e la Regione Friuli Venezia Giulia, spiegando i punti di debolezza del protocollo sui passaggi a livello firmato il 2 settembre scorso nel capoluogo friulano con la sola Rfi”.

Lo evidenzia in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), riferendosi all’ormai annosa questione relativa alla dismissione dei passaggi a livello udinesi e aggiungendo anche che “il fatto che l’esponente dell’Esecutivo giudichi scarno il materiale che Rfi si è impegnata a produrre, in ritardo come sua prassi, dimostra quanto fosse nebuloso il documento firmato dalle parti”.

“Nel protocollo – aggiunge l’esponente pentastellata – si dice infatti che la progettazione è stata completata. Forse, però, sarebbe bastato presentare i progetti a Comune e Regione, perché lì dentro avremmo avuto non solo i cronoprogrammi, ma anche il computo metrico dei costi dell’opera. Tuttavia, a distanza di tre mesi, queste cose non è ancora possibile saperle”.

“Il vero punto davvero scarso e, per giunta, oltremodo scarno – precisa Capozzi – è che quel protocollo si rivela inutile, perché non è stato firmato da chi dovrebbe garantire i finanziamenti: ovvero, il ministero dei Trasporti con cui Rfi stipula il contratto di programma investimenti, aggiornato ogni anno. Quello del 2024 è stato infatti presentato alle Camere e pubblicato sul sito di Rfi un mese fa”.

“Nello stesso documento, inoltre, nell’ambito dello stanziamento – sottolinea la rappresentante del M5S – non vi è traccia degli ulteriori 40 milioni di euro. O, meglio, ci sono, ma rappresentano un ripristino dei fondi che erano stati tolti nel 2023. Perciò, ci tocca fare anche qui un’opera di fede e credere a quanto ci viene detto, perché le carte ufficiali dicono tutt’altro”.

“A distanza di tre mesi – conclude Capozzi – i cittadini di Udine attendono ancora di sapere quale sarà il destino dei binari che tagliano in due la città. Rimarranno attivi o verranno dismessi? Quando qualcuno firmerà un protocollo con queste risposte insite, allora e solo allora, potremo dirci soddisfatti. Ecco perché la raccolta firme deve continuare e invitiamo tutti a far sentire la propria indignazione”.

Bilancio, Capozzi: Riqualificare mense scuole Moggio Ud e Pasian di Prato

“Sostenere finanziariamente gli interventi di riqualificazione delle mense scolastiche nei Comuni di Moggio Udinese e di Pasian di Prato, non finanziati con risorse provenienti dal Pnrr per insufficienza di risorse”.

Lo auspica in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), facendo esplicito riferimento a quanto da lei stessa chiesto e ottenuto attraverso un ordine del giorno tematico, recepito dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia nel corso dei lavori relativi alla recente manovra di bilancio

“Un provvedimento del ministro dell’Istruzione e del Merito – spiega l’esponente pentastellata – ha inteso finanziare l’estensione del tempo pieno scolastico per ampliare l’offerta formativa delle scuole e renderle sempre più aperte al territorio, anche oltre l’orario scolastico, accogliendo le necessità di conciliare la vita personale e lavorativa delle famiglie”.

“Tale progetto – precisa Capozzi – mira a perseguire l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense, al fine di conseguire il target europeo M4C1-21 del Pnrr, prevista per lo Stato italiano di almeno mille edifici”.

“L’avviso pubblico per la presentazione di proposte per la messa in sicurezza e/o la realizzazione di mense scolastiche, da finanziare nell’ambito del Pnrr – sottolinea la rappresentante del M5S – ha portato alla raccolta di un certo numero di candidature che possono quindi essere inserite in graduatoria, fatti salvi i controlli e le verifiche ancora in corso d’opera, per un totale di 890 interventi (Cup) e un importo di finanziamento richiesto di 514.928.585 euro”.

“I Comuni regionali ammessi al finanziamento – dettaglia ancora Capozzi – sono quelli di Mortegliano e di Tricesimo, mentre Moggio Udinese risulta ammesso con riserva e non ammesso, invece, il comune di Pasian di Prato”.

“Con l’ordine del giorno approvato pochi giorni fa in Consiglio regionale, considerata l’importanza del servizio di refezione scolastica per gli studenti, auspichiamo perciò che la Giunta – conclude Capozzi – valuti con attenzione e soddisfi la richiesta dei Comuni di Moggio Udinese e di Pasian di Prato di veder finanziati gli interventi non ammessi a finanziamento con i fondi Pnrr per insufficienza di risorse”.