“L’Amideria Chiozza costituisce un reperto di archeologia industriale di interesse regionale. La progettualità e il recupero mirano a renderlo non soltanto un polo museale, ma anche un centro di innovazione e ricerca”.
Lo evidenzia, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), oggi protagonista di una visita al complesso industriale Amideria Chiozza a La Fredda di Perteole (Comune di Ruda) insieme a una delegazione della V Commissione.
“Il sopralluogo si è rivelato molto interessante. Si tratta infatti di un sito da tutelare assolutamente – aggiunge l’esponente pentastellata – perché può costituire un richiamo attrattivo non solo per chi proviene dai territori della nostra regione, ma anche da fuori. Rappresenta un esempio industriale che nasce nel territorio, che ha costituito il tessuto sociale di una comunità, che ha dato lavoro a numerose donne, come si evince anche dalle eloquenti foto storiche. Da questo specifico punto di vista può davvero essere considerato un precursore del lavoro femminile”.
“L’Amideria Chiozza – spiega Capozzi, facendo riferimento ai previsti interventi di restauro e riqualificazione in corso di realizzazione, illustrati dalle figure professionali direttamente coinvolte – aveva inaugurato il ciclo chimico-industriale dell’estrazione dell’amido: prima dal frumento, poi dal mais. Una realtà nata grazie alla lungimiranza del chimico Luigi Chiozza e alle sue idee rivoluzionarie che coniugavano agricoltura e industria”.
“In seguito venne acquistata dal Comune di Ruda che, attraverso i vari fondi ottenuti, ne ha conseguito il recupero ancora in corso d’opera. Gli spazi custodiscono macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza – sottolinea la rappresentante del M5S – dal punto di vista della storia industriale. Uno di essi, una macchina a vapore, è stato recuperato grazie a un lavoro certosino di 1.500 ore”.
“L’attenzione della Regione non può che essere massima – conclude Capozzi – rispetto a un bene che costituisce un prezioso patrimonio dell’intero Friuli Venezia Giulia”.