venerdì, 17 Gennaio 2025
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Escherichia coli e salmonella, Cafc non risponde nel merito

“Il presidente Benigno mi invita a leggere le carte? Forse è lui che dovrebbe leggere i miei comunicati e i documenti da me citati”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, che risponde alla replica del presidente di Cafc in merito alla presenza di escherichia coli e salmonella nel mare antistante Lignano. “In ogni caso ringrazio il Presidente Benigno per la disponibilità accordata: sarà un piacere poter venire in azienda a leggere le autorizzazioni a sversare in laguna acque reflue depurate perché mi sono rivolto a tutte le autorità competenti e nessuna è riuscita a farmele vedere. Per quanto attiene al mio ruolo, mi limito a leggere e divulgare informazioni supportate da documenti ufficiali: altri le tengono chiuse nei cassetti, forse per troppo tempo”.

“Il presidente dice che l’impianto funziona benissimo. A noi fa piacere che sia così – sottolinea Sergio – ma dobbiamo anche tenere conto di quanto riferitoci dall’Assessore Scoccimarro che, rispondendo a una nostra interrogazione e con riferimento al fatto che l’impianto funzioni con il sistema chimico, fisico e biologico, ha affermato che “tale conformazione impiantistica è diventata obsoleta già con l’entrata in vigore del D. Lgs. 152/99, il quale, in recepimento di direttive europee, ha imposto il trattamento biologico (o equivalente) per tutti gli impianti al di sopra dei 2000 ab. eq.”.

“Se poi il Cafc mi suggerisce che anche gli altri depuratori evidenziano gli stessi problemi – aggiunge l’esponente M5S – ne prendo atto: sarà mia cura fare un accesso agli atti relativi a tutti gli impianti. Ricordo al presidente che tutta questa vicenda è nata nel febbraio 2017 quando, a seguito di alcune segnalazioni di cattivi odori provenienti dalla Laguna, abbiamo ritenuto opportuno chiedere maggiori informazioni. Arpa Fvg, in quell’occasione, ci rispose che dal depuratore venivano recapitate esclusivamente acqua di pioggia in laguna. Due anni dopo siamo venuti a sapere che così non è: bastava dirlo due anni fa”.

“Ricordo infine al presidente Benigno, che ovviamente non presiedeva il Cafc all’epoca dei fatti, che quando ci fu lo screening di valutazione d’impatto ambientale nel 2013 (in allegato), l’Azienda per l’Assistenza Sanitaria Bassa Friulana nutriva ‘notevoli preoccupazioni riguardo agli scaricatori di piena nel corpo lagunare in prossimità di aree destinate alla molluschicoltura’. Il tutto tenendo a mente che fino all’aprile del 2017 al depuratore non era stato assegnato un limite tabellare da rispettare per l’escherichia coli. Da qui i copiosi sversamenti nell’ordine di milioni di unità fecali. Che poi gli stessi nulla abbiano a che fare con la stessa escherichia rinvenuta nei molluschi – conclude Sergo – fa piacere saperlo: ma se così è, l’unica cosa che ci preme è che qualcuno ci dica chi è che sversa escherichia coli e salmonella nelle nostre acque”.

“Cciaa unica buon inizio per superare provincialismo Fvg”

“Ancora molluschi vietati: Arpa trova salmonella nel depuratore di Lignano”

“Mentre la politica regionale e i portatori di interesse in un convegno a Pordenone denunciavano il costante calo di molluschi nel nostro mare definito ‘inquinato’, senza dare spiegazione alcuna sulle cause di tale situazione, di lì a poche ore l’azienda per l’assistenza sanitaria n. 2 Bassa Friulana – Isontina emetteva due nuove ordinanze di divieto al consumo umano diretto di molluschi pescati nelle zone che dalla costa di Lignano arrivano all’Isola di Sant’Andrea, mantenendo le limitazioni anche per l’area di Porto Buso chiusa da ottobre”. Lo rileva il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Eppure tra le possibili cause da ricercare nel calo dei molluschi la fonte degli sversamenti di escherichia coli e salmonella, o le conseguenze degli sversamenti di sedimenti provenienti dai dragaggi del Fiume Corno e della Laguna in mare, non sono state individuate come priorità da individuare nel convegno”.

“Lo scorso ottobre – ricorda Sergo – venne raccolto un campione di acque reflue depurate da sversare in mare e lo stesso ha riscontrato superamenti tabellari: non solo 41 mila unità fecali di escherichia coli (il limite di legge è fissato in 5 mila), ma, cosa ancor più inquietante, per la prima volta da quando ci occupiamo di questo caso, è stata riscontrata la presenza di salmonella nelle acque sversate a mare dal depuratore di Lignano. Solo al secondo sollecito Arpa Fvg rispose che nella giornata del 17 ottobre avrebbe effettuato ulteriori indagini sulle acque e una visita al depuratore di Lignano ma di quel sopralluogo non si è saputo più nulla”.

In quell’occasione, rammenta ancora il consigliere M5S, Cafc spa si premurò di rassicurare tutti dicendo che quel prelievo (fatto da un’istituzione ufficiale preposta ai controlli sull’impianto) non fosse “rappresentativo in quanto nello stesso giorno è stato fatto un ulteriore campionamento di autocontrollo da parte del laboratorio Cafc che ha dato piena conformità”. “Eppure il 26 novembre 2018 è proprio un rapporto di autocontrollo a riscontrare lo sversamento di 13 mila unità di escherichia coli, quasi il triplo di quanto consentito. – sottolinea Sergo – Le parole di Cafc meritavano la censura da parte di Arpa e della Regione, ma sono state lasciate cadere nel vuoto in quanto funzionali a screditare tutto il nostro lavoro di questi due anni: l’unica a essere screditata però è stata Arpa Fvg, di fatto ritenuta inutile a fronte dei controlli effettuati dal laboratorio della società controllata. Ma anche lo stesso laboratorio di Cafc che evidentemente a volte va bene citare, a volte no. Da un anno e mezzo chiediamo chi stia sversando eschrichia coli ma sta di fatto che, anche dopo il ritrovamento di salmonella nelle acque reflue, Arpa non ha più verificato la presenza di questi batteri nelle acque depurate”.

“Una situazione sempre più paradossale – aggiunge Sergo – se pensiamo che lo stesso 17 ottobre 2018 il Cafc ha pagato una ditta veneta che aveva da poco realizzato nell’impianto una ‘nuova linea acido peracetico’, che dovrebbe servire proprio a disinfettare le acque da sversare in mare. Oltre a chiederci come mai sia stato necessario questo intervento, visto che sui giornali è sempre stato detto che l’impianto funziona benissimo, ci chiediamo anche se tale intervento sia stato risolutivo o una delle tante pezze messe al depuratore”. Lo stesso progettista del Cafc nel gennaio 2018, conclude il consigliere regionale, ammetteva che l’impianto non era ultimato e necessitava di una serie di lavori ma senza fare riferimento alla “nuova linea peracetico”.

Al link le ordinanze:

http://www.aas2.sanita.fvg.it/opencms/export/sites/ass5/it/azienda_informa/_docs/altri_contenuti/2018_269_270_ordinanza_AOA.pdf

PCB dal Cementificio di Fanna, si riveda l’AIA

“Chiediamo a gran voce la revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale per il Cementificio di Fanna”. Lo ha annunciato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, dopo la risposta evasiva e inconcludente in Commissione dell’assessore all’ambiente, Fabio Scoccimarro, a un’interrogazione relativa all’emissione di PoliCloroBifenili dal camino principale dell’impianto industriale.

I PCB sono stati classificati come agente cancerogeno per l’essere umano dallo IARC (organismo delle Nazioni Unite per le ricerche sul cancro) e la sua commercializzazione è stata vietata dalla Comunità Europea e dall’Italia, così come l’uso di apparecchiature che li contengono. Tuttavia la legislazione italiana sul tema è ancora confusa e debole, non essendo ancora stata ratificata la Convenzione di Stoccolma del 2001, la quale si pone come obiettivo l’istituzione di un apposito registro e lo smaltimento secondo canoni e metodologie sicure.

I valori delle emissioni di PCB misurati al camino del Cementificio sono di circa 4,3 kg/anno, decisamente inferiori a quanto autorizzato dall’AIA (pari a circa 1.400 kg/anno di PCB). “Tuttavia, da uno studio commissionato all’ing. Sandro Varnier – aggiunge Capozzella – si evince che l’inquinamento da PCB emesso dal Cementificio di Fanna esporrebbe gli abitanti della zona a dosi del potente cancerogeno migliaia di volte superiori alla soglia massima dettata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

“Il nostro obiettivo, che ribadiremo con un’ulteriore interrogazione all’assessore alla salute Riccardo Riccardi – conclude l’esponente del Movimento 5 Stelle – è portare a zero le emissioni di PCB e rendere continui le misurazioni e i controlli”.

“Mandato forte e chiaro a Fedriga per salvaguardia conti regionali”

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“Nel corso della discussione di oggi abbiamo impegnato il presidente a firmare un accordo che contenga i termini oggi presentati al Consiglio entro il prossimo 28 febbraio. In caso contrario, la Regione si impegna a presentare ricorso alla Corte Costituzionale, in attesa di definire l’accordo anche in tempi successivi”. Ad affermarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la discussione in aula sulle dichiarazioni del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, sulla trattativa in merito all’accordo finanziario con lo Stato.

“Riteniamo positivo, come peraltro avevamo già chiesto invano nella scorsa legislatura, l’inserimento di una clausola che impedisca allo Stato di mettere mano in maniera unilaterale al bilancio della Regione. – sottolinea Sergo – Le cifre relative al contributo della Regione al miglioramento della finanza pubblica sono comunque inferiori a quelle finora previste”.

Il coinvolgimento del Consiglio regionale a trattativa ancora in corso “è un fatto doveroso che accogliamo con favore, visto che nella scorsa legislatura ciò non era avvenuto. – aggiunge il capogruppo M5S, Andrea Ussai – Su una questione di tale portata avremmo comunque preferito un dibattito più approfondito attraverso un’apposita Commissione d’inchiesta o quantomeno in Commissione bilancio, come peraltro previsto da una mozione accolta a giugno 2018 che però non è mai stata concretizzata. In questo modo si sarebbe potuta raggiungere una più ampia convergenza”.

“Regia soccorso montano sia in capo a Vigili del Fuoco”

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“Il Corpo dei Vigili del Fuoco ha nella sua natura la ricerca e il soccorso”. Ad affermarlo è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, che interviene sul dibattito nato dalla proposta di legge che assegnerebbe la regia del soccorso montano ai Vigili del Fuoco, “nati proprio con la finalità di mettere al sicuro la popolazione da pericoli e situazioni di emergenza”.

“È per questo motivo – aggiunge Dal Zovo – che in caso di operazioni di soccorso, chi deve coordinare le operazioni è il Corpo dei Vigili del Fuoco. Senza nulla togliere alla professionalità e alle competenze dei volontari del Soccorso Alpino, ma non può essere che un corpo nazionale debba sottostare alle decisioni di altri in tema di soccorso, al di là di qualsiasi norma”.

“La norma proposta modifica soltanto le previsioni in tema di coordinamento del soccorso sanitario, mantenendo invariato quanto già indicato dalla legge per quanto concerne il soccorso in montagna o negli ipogei. Non si sta proponendo di togliere al Soccorso Alpino il suo compito – conclude l’esponente pentastellata – ma semplicemente si sta dicendo che le attività di coordinamento saranno effettuate dai Vigili del Fuoco per i casi previsti dalla modifica”.

“M5S unico a presentare proposta su vitalizi”

“Siamo l’unica forza politica che si è presa la briga di presentare una proposta di legge per risolvere il delicato problema dei vitalizi degli ex consiglieri. Da quel testo vogliamo partire”. È la considerazione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella (primo firmatario della proposta di legge), nel giorno in cui si è svolta la prima riunione del tavolo politico costituito in Consiglio regionale in materia di rimodulazione dei vitalizi.

“La nostra base di partenza è il regolamento Fico approvato alla Camera dei Deputati per quanto riguarda l’introduzione del calcolo contributivo per i vitalizi – spiega Capozzella – per arrivare a un trattamento previdenziale, oggi mancante, equiparato a quello di qualsiasi dipendente pubblico attraverso il sistema contributivo. L’obiettivo è introdurre una disciplina sui vitalizi senza alcun tipo di privilegio”.

“Apprezziamo l’apertura di questo tavolo politico, oltre che tecnico – conclude il consigliere M5S – nel quale, in questa prima riunione, sono state sostanzialmente accolte le istanze contenute nella nostra proposta di legge”.

“Penoso scaricabarile di Scoccimarro. Regioni revochi Aia alla Ferriera”

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“L’assessore Scoccimarro non faccia lo scaricabarile e revochi l’Autorizzazione integrata ambientale ad Arvedi”. Così il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, risponde all’esponente della Giunta regionale dopo le dichiarazioni di oggi sul quotidiano “Il Piccolo”.

“A luglio l’assessore, rispondendo a una mia interrogazione, sosteneva che “la copertura dei parchi assieme allo studio e valutazione di 3 mesi più 3 mesi richiesto da Arpa Fvg sulla falda di PZ2 devono essere imposti dalla Regione perché così deve agire una pubblica amministrazione che rispetti le norme vigenti”. – ricorda Ussai – Non posso che constatare il cambiamento di rotta, la mancata assunzione di responsabilità e lo scaricabarile nei confronti del Ministero”.

Il consigliere del M5S ricorda che “se è vero che a livello nazionale la Conferenza dei Servizi e il Ministero dell’Ambiente sono i referenti per verificare il rispetto dell’Accordo di programma, è l’amministrazione regionale che dovrebbe sanzionare la proprietà per le inottemperanze delle prescrizione dell’Aia tra cui la mancata copertura dei parchi e il superamento dei limiti massimi di rumorosità (in particolare di notte) sono le più evidenti”.

“Ricordo – aggiunge Ussai – che per il presidente della Regione Fedriga era  “un impegno vincolante la riscrittura dell’Aia per poi procedere alla chiusura dell’area a caldo. Riscrittura, non revisione” e che l’assessore Roberti, in qualità di vicesindaco di Trieste, chiedeva che  “la Regione risparmi tempo con inutili comunicati stampa e annulli immediatamente l’Aia come richiesto formalmente dal Comune di Trieste”. Ci saremmo aspettati conseguentemente  la revoca dell’autorizzazione per le reiterate violazioni che mettono a rischio la salute dei cittadini e l’ambiente”

Al contrario, conclude il capogruppo M5S, “l’assessore non mantiene nemmeno la promessa di abbassare i limiti dei deposimetri, come già previsto peraltro dall’Aia. Sono passati  i 36 mesi che erano stati concessi per effettuare il piano di risanamento acustico: che nessuna chieda conto dei lavori fatti  e che si continui beatamente a superare i limiti mi sembra drammatico. Evidentemente chi governa la Regione e il Comune ha abdicato al proprio ruolo e aspetta l’arrivo cinesi per togliere le castagne dal fuoco”.

“Ferriera, assordante silenzio della Regione”

“Dopo l’ennesima diffida disattesa, che cosa ha intenzione di fare la Regione sulla questione Ferriera?”. È questo l’oggetto dell’interpellanza depositata oggi dal capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, che sollecita l’esecutivo in merito a una serie di questioni ancora irrisolte. “C’è un assordante silenzio da parte della politica – sottolinea l’esponente M5S – in assoluta continuità con il passato e che non tiene conto delle promesse fatte”.

Nello specifico, l’interpellanza vuole sapere “se e che cosa abbia risposto il Ministero dell’Ambiente in merito alla richiesta di diffida formulata il 14 dicembre 2018 dalla Regione Friuli Venezia Giulia” che riguarda l’inadempienza della proprietà sulla copertura dei parchi minerari dell’impianto siderurgico di Servola.

Inoltre, sul tema dell’inquinamento acustico, si chiede “se siano stati effettuati sugli impianti della Ferriera di Trieste gli interventi imposti dalla diffida che poneva come termine ultimo il 31 dicembre 2018, e se sia stato completato il piano di risanamento acustico entro il 27 gennaio 2019, così come previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale”. Il documento sollecita infine la Giunta sull’efficacia degli interventi eventualmente messi in atto, “se garantiscano ora il rispetto dei limiti acustici e se no, quali azioni hanno intenzione di mettere in campo a tutela della salute dei cittadini, e con quali tempistiche”.

“È particolarmente allarmante per la tutela della salute dei cittadini – puntualizza Ussai – che nemmeno durante lo spegnimento e l’aggiornamento dell’altoforno, tra maggio e giugno 2018, siano stati rispettati i valori limite per le emissioni acustiche notturne. Ma continuiamo ad assistere ad una mancata assunzione di responsabilità da parte del governo regionale: attendiamo ancora l’annunciato cambio di rotta”.

“Da Restitution Day segnale di vicinanza a Fvg”

Il Friuli Venezia Giulia beneficerà di una parte dei quasi 2 milioni di euro derivanti dalla restituzione di parte degli emolumenti dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Lo ha annunciato oggi il vicepremier Luigi Di Maio, insieme al Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e ai capigruppo pentastellati alla Camera, Francesco D’Uva, e al Senato, Stefano Patuanelli.

Secondo quanto reso noto da Borrelli, la somma destinata al Friuli Venezia Giulia sarà destinata alla ricostruzione del ponte sul torrente Aupa. Si tratta di circa 665 mila euro visto che i 2 milioni complessivi saranno suddivisi tra Fvg, Liguria e Sicilia, individuate tra le Regioni più colpite dal maltempo tra ottobre e novembre 2018.

“Un segnale importante di vicinanza a quelle popolazioni che attendono risposte concrete dopo i vari disagi subiti in quei giorni” commentano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai. “Da parte nostra continuiamo a portare avanti le nostre politiche volte da una parte ad eliminare i privilegi per rispondere alle esigenze dei cittadini, dall’altra soprattutto a prevenire questi disastri”.

Capozzella: “Enti locali, no a fughe in avanti”

“Non è con le fughe in avanti che si risponde alle necessità di razionalizzazione e di sviluppo del nostro sistema delle Autonomie locali”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, intervenendo sulla questione relativa alla rappresentatività dell’Isontino. “Una nuova Provincia di Gorizia – aggiunge – non risolve le criticità, fermo restando il rispetto e la comprensione per la sensibilità dei cittadini del territorio”.

Secondo Capozzella, “la priorità della definizione dei compiti e delle funzioni del futuro ente di area vasta in Friuli Venezia Giulia sta nella valorizzazione e nella tutela dell’identità dei nostri paesi, al di là di qualsiasi geografia si voglia ipotizzare. Aggregazioni e convenzioni sono la via maestra per garantire servizi adeguati e mantenere l’ identitarietà dei singoli Municipi, evitando anacronistici ritorni alle Province”.

“I criteri guida – prosegue il consigliere – devono essere quelli della sussidiarietà, dell’adeguatezza e della differenziazione nell’esercizio delle funzioni amministrative, oltre alla pari dignità di ogni cultura locale. Ciò che non riesce a fare il livello territorialmente più vicino ai cittadini lo deve svolgere un livello superiore e, quindi, adeguato al carico di responsabilità e di compiti, secondo una logica che distingue le diverse situazioni senza omologare le identità locali”.

“L’obiettivo deve essere l’eguaglianza di servizi e prestazioni a tutti i cittadini della regione, a prescindere dal luogo di residenza. – conclude Capozzella – Sia questo il punto di partenza del legislatore regionale, al quale deve corrispondere la consapevolezza dei sindaci e degli amministratori locali di una nuova mentalità nello svolgere le loro mansioni”.

Ussai: “Know-how Sertubi importante per rete idrica italiana”

“Sertubi, unico stabilimento in Italia e tra i primi tre in Europa a produrre tubi in ghisa per il trasporto di acque e reti fognarie, può essere molto importante per ristrutturare la rete idrica italiana. Questo può avvenire grazie all’impegno del Governo nazionale di rilanciare gli investimenti in questo settore, potendo così salvaguardare ed incrementare i 68 posti di lavoro attualmente presenti nello stabilimento triestino”.

Questa l’urgenza che il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, ha condiviso con i parlamentari pentastellati del Friuli Venezia Giulia e con il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. “Uno dei più grandi stabilimenti in Europa a produrre tubi in ghisa per il trasporto di acque e reti fognarie non può continuare a rischiare la chiusura, soprattutto con una rete idrica che fa acqua da tutte le parti”.

“Come affermato dal contratto di Governo giallo-verde – ricorda il consigliere M5S – la più grande opera utile è restituire ai cittadini una rete di infrastrutture idriche degne di questo nome, anche attraverso la costituzione di società di servizi a livello locale per la gestione pubblica dell’acqua. Per questo è necessario rinnovare una rete idrica che assomiglia più a un colabrodo, bonificare le tubazioni dalla presenza di amianto e piombo, e portare le perdite al minimo in modo da garantire acqua pulita e di qualità in tutti i Comuni italiani”.

In quest’ottica il know-how acquisito dall’impianto Sertubi di Trieste, proprio per la sua unicità a livello nazionale, può risultare fondamentale per ristrutturare la rete idrica italiana, senza quindi dover dipendere totalmente da importazione del prodotto finito dall’estero”.

Ussai: “personale sanità non lavori di più per essere pagato meno”

“Il vicepresidente e assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha annunciato lo stanziamento di 31 milioni di euro per le risorse aggiuntive regionali a favore del personale della sanità. Ora si chiarisca se questi fondi possono essere utilizzati per pagare i turni aggiuntivi (fondamentali ad esempio per coprire le ferie estive) e la maggiorazione legata al riconoscimenti dei turni h12, h24 e festivi”.

Ad affermarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, nel commentare l’annuncia del vicepresidente Riccardi. Nelle linee di gestione non è chiaro se le RAR potranno essere usate per gli scopi sopra indicati. – aggiunge Ussai – Se così non fosse il personale turnista potrebbe trovarsi una riduzione dello stipendio mensile di circa 150-200 euro; inoltre, nel periodo estivo, molti reparti si troverebbero a dover chiudere per un organico inadeguato”.

“Si tratta – conclude Ussai – di un tema fondamentale per la tenuta del sistema e per il morale degli operatori che non possono trovarsi a lavorare di più e ad essere pagati meno”.

Capozzella: “Accolti nostri suggerimenti su legge scuola”

Accolto odg M5S per somministrazione farmaci a scuola

Accolto dalla Giunta regionale l’ordine del giorno, presentato dal Movimento 5 Stelle e collegato al disegno di legge su diritto alla studio e potenziamento dell’offerta formativa, che mira all’adozione di un Protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale per la somministrazione di farmaci a scuola.

“La somministrazione dei farmaci a scuola – spiega il consigliere regionale Andrea Ussai – è regolata mediante accordi di collaborazione a valenza locale stipulati tra Aziende per l’Assistenza Sanitaria e Uffici Scolastici Territoriali. La nostra Regione risulta tra le poche in Italia a non avere ancora regolamentato questo aspetto”.

“Garantire un’appropriata assistenza a tutti gli alunni che necessitano di farmaci in orario scolastico da una parte evita l’incongrua somministrazione, dall’altra sostiene un percorso di empowerment individuale nella gestione della patologia. – continua il consigliere M5S – Si tratta di un dovere indelegabile e inderogabile per garantire la continuità terapeutica”.

Ussai esprime soddisfazione anche per l’approvazione, nell’ambito della legge, dell’emendamento che mantiene la possibilità di attivare iniziative di carattere interculturale nell’inserimento degli alunni figli di immigrati a scuola e nella partecipazione dei loro genitori. “Non si tratta di evidenziare le differenze ma di vedere come queste culture si interconnettono, un incontro che porta all’arricchimento reciproco e previene la chiusura delle comunità straniere nei loro confini identitari”.

“Ho presentato questo emendamento – ricorda Ussai – già in Commissione ma la maggioranza lo aveva bocciato, lasciando nel testo la sostituzione di queste iniziative con la sola valorizzazione dell’identità regionale. Fortunatamente in aula la maggioranza ha fatto propria questa proposta e le iniziative potranno viaggiare di pari passo. In questo modo i nuovi arrivati avranno l’occasione di conoscere più a fondo la nuova realtà nella quale si trovano a vivere e nel contempo i nostri ragazzi potranno godere di un’incredibile occasione di formazione che difficilmente gli ricapiterà nella vita in queste forme”.

Approvata la mozione M5S per l’eliminazione della plastica monouso dagli uffici della Regione

È stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale la mozione, proposta dal Movimento 5 Stelle e firmata anche dagli altri gruppi, per l’eliminazione della plastica monouso dagli uffici delle amministrazioni regionali, degli enti strumentali e delle società interamente partecipate.

La mozione impegna la Giunta regionale ad aderire alla campagna “Plastic Free Challenge” lanciata dal Ministero dell’Ambiente attraverso iniziative per la progressiva eliminazione della plastica non biodegradabile monouso negli uffici ma anche negli eventi organizzati dalla Regione e dagli enti e società ad essa collegate, oltre a promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione per tutti i dipendenti regionali e degli enti pubblici del Friuli Venezia Giulia.

“Nel testo e in aula – ha ricordato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, primo firmatario della mozione – abbiamo sottolineato come la produzione globale annua di plastica ammonta a 8,3 miliardi di tonnellate, di cui 6,3 miliardi diventano rifiuti. Soltanto il 9% della plastica viene riciclato al termine del suo utilizzo, il 12% è incenerito e il restante 79% finisce in discarica o, peggio ancora, disperso nell’ambiente.

“Si tratta di un tema su cui il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha posto particolare attenzione, promuovendo la campagna Plastic Free. Auspichiamo – ha aggiunto Sergo – che questa non sia solo una mera mozione di intenti ma un vero stimolo per tutti: Giunta, Consiglio, enti, società ma anche cittadini. La politica deve dare l’esempio e fornire gli indirizzi, incentivando anche produttori e commercianti a mettere in campo azioni virtuose per eliminare la plastica monouso”.

Eliminare le bottiglie di plastica e i relativi distributori, sostituire i bicchieri e i cucchiaini di plastica non biodegradabile monouso con quelli rispettvamente di carta e di legno negli erogatori di bevande sono alcuni degli esempi fatti da Sergo come primo passo da compiere, anche all’interno del palazzo del Consiglio regionale. “Mai iniziando con le buone pratiche mai potremo invertire una rotta che sta mettendo in seria difficoltà i nostri mari e, in generale, il nostro ambiente”.

Ussai: “No a discriminazioni nel sostegno alla natalità”

Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto sulla mozione relativa a “Rimozione alle cause di ordine economico e sociale all’aborto e sostegno alla maternità in applicazione della legge 22 maggio 1978, n. 194”. L’aula ha approvato un emendamento del gruppo pentastellato che elimina la previsione secondo cui il sostegno alla natalità e maternità a favore delle donne disoccupate o in grave difficoltà economica avrebbe riguardato soltanto le cittadine italiane e comunitarie. Lo stesso emendamento, inoltre, indica la necessità di informare la Commissione consiliare competente in merito all’applicazione della legge 194 in Friuli Venezia Giulia.

“Tuttavia riteniamo grave il mancato accoglimento del subemendamento che ribadiva l’impegno alla piena attuazione della legge 194. – afferma il consigliere Cristian Sergo – Una bocciatura che svela l’intento strumentale della mozione, la quale avrebbe meritato maggiore condivisione vista l’importanza e la delicatezza del tema trattato”.

“La mozione originariamente era del tutto irricevibile – ha spiegato Andrea Ussai – in quanto la difesa della vita e il sostegno alla natalità sono principi condivisibili da tutti ma farlo soltanto per i cittadini italiani e comunitari racchiude un’ideologia chiara e intollerabile”.

Nel testo inoltre, sempre sulla base dell’emendamento, è stata riscritta la premessa relativa ai dati sull’aborto in Italia: “Se è vero che nel 2016 i casi di interruzione di gravidanza sono stati 84.926, bisogna però sottolineare che rispetto all’anno precedente c’è stata una riduzione del 3,1%, stando alla relazione elaborata dal Ministero della Salute” ha precisato Ussai.

“Con il nostro emendamento – ha concluso il consigliere del Movimento – abbiamo comunque reso più accettabile la mozione. La denatalità è senza dubbio un problema cruciale del nostro Paese ma va affrontata senza preconcetti ideologici. Basti pensare che un terzo degli aborti riguarda donne straniere e che le interruzioni di gravidanza sono in crescita tra le ragazzi comprese tra i 15 e i 20 anni. Serve quindi, soprattutto verso queste categorie di donne, un impegno di educazione e informazione”.

Capozzella: bene sostegno a volontari, ma non sostituiscano Vigili del Fuoco

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Voto favorevole del Movimento 5 Stella alla proposta di legge n. 22, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che prevede “Norme per il sostegno e la valorizzazione del personale dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco operativi nella Regione Friuli Venezia Giulia”

“Riteniamo positivo lo stanziamento di 120 mila euro a favore dei volontari, di cui 20 mila per la loro formazione. – ha affermato il aula il consigliere pentastellato, Mauro Capozzella – Tuttavia, per quanto nobile, il Corpo dei volontari non può e non deve sostituirsi ai Vigili del Fuoco”.

“L’obiettivo – ha sottolineato Capozzella – è quello di fare pressione a Roma, e questa amministrazione regionale ha la possibilità di farlo avendo un ministro dell’Interno amico, per fare in modo che partano concorsi per nuove assunzioni tra i Vigili del Fuoco, che soffrono da anni di problemi di organico e di anzianità del personale, oltre ad essere il meno pagato tra i Corpi dello Stato”.

Stadio Tognon di Fontanafredda sia struttura non solo per il calcio

“Lo stadio Tognon di Fontanafredda diventi una struttura che possa ospitare eventi di un certo livello, non solo calcistici”. Il monito arriva dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, in merito ai lavori di adeguamento del stadio “Tognon” di Fontanafredda, oggetto di un’interrogazione a risposta immediata a cui l’assessore allo sport, Tiziana Gibelli, ha risposto oggi durante il Question time.

 

“Il presidente del Pordenone Calcio, Mauro Lovisa – ha ricordato Capozzella – ha evidenziato attraverso la stampa la necessità della realizzazione di uno stadio nuovo e di una cittadella dello sport. La sua volontà è quella di costruire un ‘Pn Arena’ nell’area di 12 ettari in zona Edil Nord, avviando anche una raccolta fondi che ha già raggiunto quasi 135 mila euro. Naturalmente non ci sono obiezioni, un privato con i propri soldi faccia ciò che crede”. Il consigliere regionale ha ricordato come nel dicembre 2017 la Giunta regionale ha già previsto uno stanziamento da 2 milioni di euro per l’adeguamento dell’impianto (propedeutico per un futuro intervento in caso di ulteriore salto di categoria) di Fontanafredda per ospitare le partite di Lega Pro e, secondo quanto affermato dall’assessore Gibelli, un ulteriore intervento di messa a norma per la Serie B impegnerebbe indicativamente altri 2 milioni di euro.

 

“Lo stesso Lovisa – ha sottolineato Capozzella – ha tuttavia dichiarato che, in caso di promozione in Serie B del Pordenone, non intende utilizzare il ‘Tognon’, che in ogni caso difficilmente potrebbe essere pronto per l’inizio della prossima stagione, ma chiederà piuttosto di disputare le partite della squadra neroverde a Udine. Si faccia quindi in modo che l’impianto di Fontanafredda non sia soltanto una struttura dedicata al calcio e allo sport, ma possa diventare per l’area pordenonese un polo di attrazione anche per eventi di altro tipo”.

Confermate emissioni cementificio Fanna, cittadini dovevano esser informati

Confermate emissioni “anomale” dal cementificio Buzzi Unicem di Fanna, oggetto di un’interrogazione a risposta immediata del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo. L’esponente pentastellato aveva portato alla luce alcuni sforamenti dei limiti previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale pubblicati sul sito di Arpa FVG: in particolare, il 16 gennaio, di carbonio organico totale (115,3 Mg/Nm3 rispetto al limite di 50 Mg/Nm3), e il giorno successivo, di biossido di zolfo (354,9 Mg/Nm3 rispetto al limite di 200 Mg/Nm3) e ancora di carbonio organico totale (325,6 Mg/Nm3), mentre il 18 gennaio si è registrato uno sforamento nelle emissioni di acido cloridrico (61,5 Mg/Nm3 rispetto a un limite di 10 Mg/Nm3).

“Nella sua risposta, l’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro ha confermato che ci sono state queste emissioni, giustificandole con il riavvio della cosiddetta linea di cottura dopo tre settimane di fermata. Peraltro – afferma Sergo –  è avvenuto anche il concomitante adeguamento del software di trasmissione dei dati, quindi per alcuni giorni i campionamenti non erano presenti sul sito dell’Arpa. L’auspicio – conclude il consigliere – è che se si dovessero verificare situazioni analoghe in futuro, in qualsiasi impianto del Friuli Venezia Giulia, ci sia un’adeguata e tempestiva comunicazione e informazione, in modo che la cittadinanza possa comportarsi di conseguenza per evitare l’esposizione alle emissioni di sostanze nocive, Infatti, l’azienda aveva avvertito il 21 dicembre scorso che l’impianto sarebbe stato chiuso per tre settimane, quindi l’avviamento dello stesso era ampiamente previsto e prevedibile. Attendiamo di avere dati certi sulle emissioni di quei giorni per sapere quali conseguenze ci possano esser state per i nostri cittadini”.