venerdì, 17 Gennaio 2025
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Capozzella – Interrogazione installazione di apparecchiature per la videosorveglianza negli istituti scolastici

Installazione di apparecchiature per la videosorveglianza negli istituti scolastici: la Regione intende attivarsi per attuare un piano di sicurezza regionale per prevenire e contrastare l’illegalità al fine di tutelare i ragazzi?

CONSIDERATO CHE l’Amministrazione regionale è molto sensibile al tema della sicurezza dei nostri cittadini e che il Consiglio regionale, nella seduta del 2 ottobre 2018, ha esaminato e approvato la mozione n. 9, d’iniziativa del consigliere Ghersinich, in cui si prendeva atto, tra le altre cose, “del fatto che la sicurezza dei nostri cittadini è un bene primario e che l’uso delle nuove tecnologie nell’ambito della prevenzione e repressione dei reati è diventato negli ultimi anni fondamentale e del notevole ribasso dei costi degli strumenti tecnologici utilizzati nel campo della sicurezza;”

PRESO ATTO CHE la tutela legale che possono offrire le videoregistrazioni è utile non solo per garantire la sicurezza dei confini nazionali, ma anche in molte altre situazioni di vita quotidiana;

CONSIDERATO che è stato adottato recentemente il Piano straordinario contro la droga nelle scuole messo a punto dal Ministero dell’Interno e che, sotto la denominazione “Scuole Sicure”, si rivolge e coinvolge le principali città italiane, tra cui Trieste per il Friuli Venezia Giulia;

VISTI i due recenti fatti di cronaca che hanno riguardato, il primo, una ragazzina di 16 anni trovata senza vita nel bagno della stazione ferroviaria di Udine causa overdose e, il secondo, uno studente dell’Istituto Malignani di Udine trovato in possesso di 22 grammi di marijuana nell’area verde antistante lo stesso istituto;

EVIDENZIATO CHE la scuola deve essere un luogo sicuro dove i nostri ragazzi possano crescere protetti da comportamenti illeciti;

CONSIDERATA l’importanza di attuare misure di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti all’interno e in prossimità degli istituti scolastici, nonché di favorire lo sviluppo di attività di prevenzione e informazione mirate a sensibilizzare i giovani sui rischi derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti;

TUTTO CIO’ PREMESSO si chiede alla Giunta regionale se e come intenda attivarsi, anche in collaborazione con le autorità scolastiche, per mettere in atto un piano di sicurezza regionale dedicato alla scuola che preveda, fra l’altro, l’installazione e l’utilizzo di apparecchiature per la videosorveglianza nelle zone in prossimità degli istituti scolastici atte a sorvegliare, proteggere e promuovere la legalità e la salute dei ragazzi.

Capozzella M5S sicurezza nelle scuole: Il contrasto alla droga e la tutela dei ragazzi siano la priorità di tutti

Punta sui giovani, la loro sicurezza e la tutela dei luoghi che frequentano abitualmente, come la scuola, l’interrogazione del consigliere Mauro Capozzella oggi in Aula all’assessore Roberti finalizzata a installare apparecchiature per la videosorveglianza negli istituti scolastici chiedendo alla Regione di attivarsi per attuare un piano di sicurezza regionale per prevenire e contrastare l’illegalità al fine di proteggere i ragazzi. “A mio parere la tutela legale che possono offrire le videoregistrazioni è utile non solo per garantire la sicurezza dei confini nazionali, ma anche in molte altre situazioni di vita quotidiana”.

Essendo un amministratore pubblico e avendo anche dei figli non posso non rimanere colpito davanti alla drammaticità degli episodi di cronaca degli ultimi tempi che ho anche ricordato in Aula all’assessore; mi riferisco in particolare alla ragazzina di 16 anni trovata senza vita nel bagno della stazione ferroviaria di Udine causa overdose e allo studente dell’Istituto Malignani di Udine trovato in possesso di 22 grammi di marijuana nell’area verde antistante lo stesso istituto.” Ha spiegato Capozzella ricordando come la scuola può e debba essere un luogo sicuro.

Il prefetto di Pordenone ha chiesto, e spero ottenga dall’ASS5, un’apparecchiatura speciale per identificare le droghe assunte in pochi minuti, senza aspettare gli esami del sangue, dichiarando il pugno di ferro a quella che è a tutti gli effetti una piaga giovanile e non solo, come ha evidenziato l’inchiesta del Corriere della Sera di domenica scorsa, dove i numeri indicano un decesso ogni due giorni.” – ricorda il consigliere grillino; recentemente peraltro è stato adottato il Piano straordinario contro la droga nelle scuole messo a punto dal Ministero dell’Interno che, sotto la denominazione “Scuole Sicure”, si rivolge e coinvolge le principali città italiane, tra cui Trieste per il Friuli Venezia Giulia.”

L’assessore Roberti mi ha risposto che nella prossima finanziaria di dicembre verrà già data maggiore autonomia agli enti locali che potranno operare scelte autonome su come investire i fondi destinati alla sicurezza, agendo in maniera più specifica sul proprio territorio, e riunendo così in un unico paniere più cospicuo i fondi destinati a contrastare il degrado e promuovere la sicurezza.”

Mi auguro a questo punto che in bilancio siano stanziati fondi adeguati e che a fronte di quanto può fare la Regione, i comuni operino con criterio e sensibilità per continuare il contrasto attivo a fenomeni pericolosi e dannosi; per quanto mi concerne ed è nelle mie funzioni opererò un attento monitoraggio in merito” – ha concluso Capozzella.

 

M5S Sergo – Ussai: “Zanin scelga”

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M5S Sergo: Zanin scelga se vuole avere un ruolo istituzionale o di partito, non si possono vestire due casacche.

«Capisco, e condivido, che il partito a livello nazionale sia all’opposizione del Governo dove siede un movimento pericoloso, statalista e centralista come il M5s, ma in Fvg la situazione è diversa.» E ancora «…rivesto un ruolo istituzionale che mi impedisce di avere un ruolo diretto nel partito», «Credo che nessuno possa lamentarsi del mio atteggiamento super partes in Aula. Ma fuori dal Consiglio è un mio diritto, oltre che dovere, pensare di portare un contributo alla causa del centrodestra. Lo dico a tutti gli alleati: le guerre tra noi sono inutili. Dobbiamo continuare a fungere da argine alle scellerate politiche del M5s e a quelle deleterie, come si è visto, del Pd». Dopo queste dichiarazioni, rese attraverso il Messaggero Veneto oggi in edicola, è difficile pensare che sia effettivamente super partes il ruolo del Presidente del Consiglio regionale, e per analogia, quello del portavoce che richiede di assumere per sé. E’ stata questa l’argomentazione del Movimento 5 stelle in aula, con gli interventi dei consiglieri Sergo e Ussai già in discussione generale. I consiglieri pentastellati hanno voluto infatti ribadire come non sia possibile vestire due casacche diverse e quanto sia improprio, per chi ricopra una carica come quella di Zanin, offendere pubblicamente un partito di opposizione.”

M5S Sergo- Ussai: Zanin scelga se vuole avere un ruolo istituzionale o di partito, non si possono vestire due casacche.

“Abbiamo trovato altamente offensiva l’intervista rilasciata dal Presidente del Consiglio Regionale alla stampa locale. Dopo un nostro duro intervento è stato lo stesso Zanin a ritrattare, parzialmente, in aula. Un conto sono le politiche espresse da una forza politica che rimangono criticabili da chiunque, anche dagli stessi appartenenti di quelle forze. Un conto invece sono giudizi espressi da chi ricopre un ruolo di garanzia in Consiglio Regionale.” Così sì è espresso oggi nella pausa dell’Aula il consigliere pentastellato Sergo, a fronte dell’intervista rilasciata dal presidente Zanin al Messaggero Veneto apparsa stamani sul quotidiano. “Affermare che il nostro sia un movimento pericoloso, statalista, centralista che porta avanti politiche scellerate, anche in Regione, non è esprimere una critica, ma è dare un giudizio politico e come lo stesso Zanin afferma il suo ruolo istituzionale glielo impedisce.

Siccome non è il primo scivolone di questo tipo, il Presidente deve decidere se vuole tornare a fare il capogruppo di Forza Italia, perché ritiene che i suoi colleghi non siano in grado di svolgere tale compito, o vuole essere il presidente di tutto il Consiglio regionale non solo quando presiede l’Aula. Questo il commento del capogruppo Andrea Ussai intervenuto nella discussione generale. “ Zanin decida in fretta cosa vuol fare da grande, altrimenti saremo noi ad aiutarlo a scegliere presentando una mozione di sfiducia, perché non può continuare a svolgere un doppio ruolo.” Ha concluso Ussai prima di rientrare in Consiglio.

Sergo – Salute e agricoltura: alternative per un futuro sostenibile

M5S Ambiente Sergo – Salute e agricoltura: alternative per un futuro sostenibile

Il Movimento 5 Stelle con il suo portavoce regionale Cristian Sergo e gli attivisti locali invitano i cittadini il 9 novembre, alle 20.30, presso la Casa dello Studente di Aviano a parlare di agricoltura e salute. Quale può e deve essere il ruolo dell’agricoltura nel tempo degli squilibri tra ambiente e impronta umana? Come può essere ripensata la funzione della campagna?

Al tavolo dei Relatori coordinato dal Vicepresidente commissione attività Produttive del Consiglio Regionale Cristian Sergo, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle parlerà e risponderà alle domande del pubblico insieme al dottor Gustavo Mazzi, medico chirurgo con specializzazioni in patologie dell’apparato digerente, nefrologia, salute del sangue, presidente della sezione provinciale dell’ISDE, associazione dei Medici per l’Ambiente, ed esperto divulgatore di studi, dati, fenomeni che collegano la salute all’ambiente di vita delle persone. Parteciperà alla serata anche lo scrittore e naturalista Michele Zanetti, guardiacaccia e autore di testi scientifici e divulgativi.

Nel corso del dibattito sarà possibile analizzare la relazione uomo-ambiente che ha luogo nello spazio della campagna, l’impatto delle monocolture sulla diversità di specie viventi, le possibili soluzioni che si possono adottare per migliorare le funzioni dell’ambiente rurale. A chiudere la serata ci sarà l’intervento dell’imprenditore e agricoltore Walter Zamuner di San Quirino, primo produttore in Friuli Venezia Giulia di zafferano di alta qualità, che grazie alla sua esperienza diretta darà a tutti l’occasione di riflettere sul rapporto uomo-ambiente anche dal punto di vista economico.

Le attività rurali sono certamente fondamentali per la produzione di cibo, ma appare sempre più forte la sensibilità della popolazione verso i temi della salute, strettamente legata non solo a questo ma anche al contesto ambientale in cui i prodotti di cui ci nutriamo crescono, si comprende infatti sempre di più che aria, acqua e suolo devono essere sani per poter produrre cibo sano.

“Questo incontro” ha sottolineato il consigliere pentastellato Sergo – “ha lo scopo di confrontare diverse idee, azioni, esigenze, per riflettere sul futuro delle pratiche agricole e dello spazio da garantire alla campagna, fonte di sostentamento e salute, incontro di specie, spazio ricreativo e paesaggio di bellezza. Temi che dobbiamo approfondire e ripensare soprattutto alla luce dei disastri atmosferici cui il nostro territorio è stato vittima nei giorni scorsi”.

Ussai – Interrogazione sul Punto Nascita del Policlinico San Giorgio

Iri Ussai

Accreditamento del Punto Nascita del Policlinico San Giorgio e riorganizzazione dei Punti Nascita regionali alla luce degli standard di sicurezza previsti dall’Accordo Stato Regioni.

Appreso in data 10 ottobre a mezzo stampa che la Regione ha concesso al Policlinico San Giorgio l’accreditamento per il punto nascita (PN) per i prossimi 3 anni;

Considerato che il decreto di accreditamento potrebbe essere il primo passo per garantire alla struttura l’attività di PN in pianta stabile;

Ricordato che con delibera 2673 del 30.12.14 la Giunta precedente aveva, invece, previsto che in seguito alla realizzazione del nuovo presidio ospedaliero Santa Maria degli Angeli, la funzione di Ostetricia con PN avrebbe dovuto essere riconvertita in Riabilitazione e rieducazione funzionale;

Tenuto conto che sono tre i punti nascita nella provincia di Pordenone, un’area geografica non particolarmente estesa;

Tenuto conto, inoltre, che con delibera n. 1083 del 15 giugno 2012 il Friuli Venezia Giulia ha recepito l’Accordo Stato Regioni 16 dicembre 2010, n. 137 recante: “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo” in cui si prevedono numerosi requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici al fine di garantire la sicurezza del percorso nascita e “ …si raccomanda di adottare stringenti criteri per la razionalizzazione della rete assistenziale fissando il numero di almeno 1.000 nascite annue quale parametro standard a cui tendere” sottolineando come “…la possibilità di punti nascita con numerosità inferiore e comunque non al di sotto di 500 parti l’anno potrà essere prevista solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione dello STAM” (Servizio di trasporto assistito materno);

Constatato che il PN il policlinico privato S. Giorgio ha operato in questi anni garantendo l’assistenza pediatrica H/24 solamente con la pronta disponibilità mentre PN di Latisana ha subito una sospensione tecnica in seguito alla mancanza di pediatri e attualmente non si parla di riattivarlo nonostante le promesse della campagna elettorale e nonostante la presenza h/24 della guardia anestesiologica-ostetrica, ginecologica ed ora anche pediatrica;

Tutto ciò premesso si chiede all’assessore competente quali sono le ragioni del pronto accreditamento del PN del San Giorgio e quali sono gli intendimenti della Giunta sulla riorganizzazione degli altri PN della Regione alla luce degli standard di sicurezza previsti dall’Accordo Stato Regioni e in base alle diverse situazioni geografiche esistenti nella nostra regione .

Ussai M5S Sanità- Attenzione: non si privilegi il privato a discapito della sanità pubblica

Dito puntato sull’accreditamento del Punto Nascita del Policlinico San Giorgio e la riorganizzazione dei Punti Nascita regionali alla luce degli standard di sicurezza previsti dall’Accordo Stato Regioni, l’interrogazione all’assessore Riccardi del consigliere Ussai, anche a fronte del fatto che nell’area pordenonese, non particolarmente estesa, i punti nascita sono tre.

“Constatato che il PN del policlinico privato S. Giorgio ha operato in questi anni garantendo l’assistenza pediatrica H/24 solamente con la pronta disponibilità mentre il PN di Latisana ha subito una sospensione tecnica in seguito alla mancanza di pediatri e attualmente non si parla di riattivarlo nonostante le promesse della campagna elettorale e nonostante la presenza h/24 della guardia anestesiologica-ostetrica, ginecologica ed ora anche pediatrica, mi chiedo se la Giunta abbia intenzione, dopo mesi, di avanzare proposte concrete” – ha chiarito il consigliere pentastellato

“Vorrei capire quali sono le ragioni del pronto accreditamento del PN del San Giorgio e quali sono gli intendimenti della Giunta sulla riorganizzazione degli altri PN della Regione alla luce degli standard di sicurezza previsti dall’Accordo Stato Regioni e in base alle diverse situazioni geografiche esistenti nella nostra regione , direi che l’assessore abbia avuto il tempo sufficiente per fare le proprie valutazioni e dato che le audizioni per la riforma sanitaria iniziano domani, quello che dico è parliamone e decidiamo.”

“Riccardi sostiene che l’accreditamento della Clinica San Giorgio sia dovuto a una situazione contingente, cioè la non ultimata realizzazione del nuovo reparto di ostetricia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, per cui ci vorranno ancora tre anni, e che tale rimarrà in atto anche per le prestazioni del privato.”

“Mi chiedo però, relativamente alla presenza pediatrica, come la clinica San Giorgio abbia sopperito questa mancanza e perché una struttura privata possa continuare ad operare, rimborsata dalla regione in regime convenzionato, mentre una struttura pubblica con lo stesso limite sia costretta a chiudere? E perché questa discrepanza permanga anche ora che il problema pediatrico all’ospedale di Latisana è stato risolto?”

“Riguardo al PN di Latisana, sono stato informato che la decisione sul destino del reparto sarà presa nei primi mesi del 2019, quando la maggioranza avrà valutato se sia Palmanova o Latisana a dover chiudere i battenti”

“Mi aspetto che si faccia ordine e ci sia chiarezza in merito ai requisiti richiesti e non si cerchino scuse per nascondere un favoreggiamento occulto al privato anziché valorizzare la sanità pubblica” ha concluso Ussai a fine seduta.

Sergo – Interrogazione finanziamento linea ferroviaria AV/AC venzia Trieste

FINANZIAMENTO REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA LINEA FERROVIARIA AV/AC VENEZIA TRIESTE

Letto lo schema di contratto di programma 2017-2021 parte investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rete ferroviaria italiana Spa.

Visto che in tale documento si sostiene che dopo il 2016 sono state stipulate nuove convenzioni o protocolli di Intesa con gli Enti Locali per complessivi 59,29 milioni di euro e che per i progetti n. 0262 Tratta ferroviaria Alta velocità (AV)/Alta capacità (AC) Ronchi dei Legionari-Trieste e n. 0291 Tratta AV/AC Venezia-Ronchi dei Legionari sarebbero stati finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia rispettivamente con 1,53 milioni di euro e 1,98 milioni di euro;

Visto che gli stessi stanziamenti sarebbero stati sottoscritti con Atto Aggiuntivo del 31 luglio 2016 all’Accordo quadro RFI-FVG del 12 dicembre 2003;

Considerato che non risulta alcun Atto Aggiuntivo firmato in tale data;

Letta la scheda di Intervento del contratto di programma (CDP)-I agg. 2017-2021 in cui si sostiene che le risorse aggiuntive stanziate dalla regione Friuli Venezia Giulia consentiranno di affinare/integrare gli studi e le progettazioni già avviate per i progetti dell’Alta Velocità / Alta Capacità Venezia – Trieste;

Lette alcune dichiarazioni sulla stampa della ex Governatrice Debora Serracchiani secondo la quale “il progetto dell’alta velocità Venezia-Trieste non esiste più da anni”;

si interroga la Giunta Regionale per sapere con quale atto dal 2016 in poi la Regione Friuli Venezia Giulia abbia stanziato 3,5 milioni di euro di risorse aggiuntive per la progettazione della Linea Alta Velocità – Alta Capacità Venezia – Trieste.

Sergo M5S Infrastrutture – AV/AC Venezia-Trieste: lasciamo perdere!

“Abbiamo appreso con stupore a mezzo stampa solo il 25 ottobre scorso, quando è arrivato il no definitivo da parte della Camera dei Deputati alla nuova linea Alta Velocità/Alta Capacità Venezia-Trieste, che in realtà questo era un progetto già dichiarato morto nel 2016, perlomeno a detta della ex Presidente Debora Serracchiani” ha dichiarato il consigliere pentastellato Cristian Sergo che oggi ha interrogato in merito l’assessore competente durante la seduta del Consiglio regionale.

“Se l’opera era già abortita e dichiarata inutile anche da RFI, con quale atto dal 2016 in poi la Regione Friuli Venezia Giulia ha stanziato 3,5 milioni di euro di risorse aggiuntive per la progettazione della Linea Alta Velocità – Alta Capacità Venezia – Trieste? Credo sia legittimo chiederselo e farlo sapere alla cittadinanza. Chi sostiene che non esiste più da anni non dice la verità”.

“Zannier conferma che non c’è stato nessun atto aggiuntivo rispetto all’accordo quadro del 31 luglio 2016 e che i fondi evidenziati sono stati allocati e utilizzati per la copertura dei costi delle progettazioni a suo tempo a suo tempo realizzate per il progetto AV. L’averli contabilizzati all’interno dell’Accordo di programma 2017-2020 è dovuto a un refuso a un Atto Aggiuntivo non esistenete e qualificante. Non si tratta quindi, a dire della Giunta, di fondi ulteriori ma di somme già erogate precedentemente e di cui non era stata definita l’allocazione. L’assessore ha confermato come non risulti alcun atto aggiuntivo all’Accordo Quadro Regione –RFI del 12 dicembre 2003”.

“Errori accadono, ci mancherebbe, ma qui di errori ce ne sono stati più d’uno, altrimenti questi 3,5 milioni sarebbero dovuti risultare a bilancio prima del 2016. Inoltre il miliardo e 800 mila euro ricordato dall’assessore per potenziare la linea Venezia-Trieste sembra tanto essere lo stralcio del progetto precedente. Un refuso su milioni di euro da stanziare sarebbe grave in ogni caso e purtroppo il fatto che gli stessi fondi siano stati previsti per affinare integrare gli studi e le progettazioni già avviate per i progetti dell’alta velocità/alta capacità Venezia- Trieste ci fa capire come non sia proprio vero quest’abbandono dichiarato da anni… A questo punto non posso che augurarmi che ci sia la forza politica di lasciar perdere definitivamente il progetto, cosa che ho rimarcato oggi in Aula e che certamente ricorderò a Pizzimenti in commissione” – ha concluso Sergo a fine intervento

Capozzella – La riforma dei centri per l’impiego e la dignità del lavoro sono la mia priorità

Capozzella M5S lavoro: la riforma dei centri per l’impiego e la dignità del lavoro sono la mia priorità

“I Centri per l’impiego non sono a rischio Flop, perché essendo l’architrave di una misura importante come
il reddito di cittadinanza metteremo in campo tutte le risorse per farli funzionare, e se mancheranno, le
integreremo.” Questa la dichiarazione resa dopo gli articoli usciti stamattina a mezzo stampa sui quotidiani
locali dal consigliere regionale pentastellato Mauro Capozzella.
“Siamo consapevoli del fatto che per riuscire in questa impresa, mai tentata prima, di giustizia sociale, non
possiamo combattere con le strutture così come sono oggi, con personale insufficiente e luoghi tetri e
mediamente poco attrezzati alle esigenze del lavoro di oggi, ed è per questo che il Governo ha deciso di
investire risorse non indifferenti nella loro revisione e riqualificazione operativa.”
“Vogliamo creare strutture più moderne, connesse, piacevoli, dove ci sia personale qualificato e si crei un
vero luogo di incontro tra domanda e offerta di lavoro, di scambio di professionalità, di formazione
permanente. Sento dire che sono luoghi dove si raccolgono persone disperate, non è questo lo spirito
giusto. Il lavoro è importante, fondamentale, dà dignità e autonomia alle persone; perderlo o non averlo
non devono e non possono essere motivo di vergogna, anzi. “
“E’ inutile che lo Stato abbia i centri per l’impiego e si avvalga in outsourcing delle agenzie interinali, è come
avere la macchina da riparare in garage e invece di farlo andare in giro in taxi. E’ sciocco oltre che
diseconomico.”
“Per questo motivo già a partire dalle prossime settimane io e l’onorevole del Movimento 5 stelle Luca Sut
abbiamo incastrato le nostre agende e partiremo con un tour di visita a tutti i centri per l’impiego della
regione, dalle grandi alle piccole province, per toccare con mano le problematiche, confrontarci con
operatori e utenti, vedere le linee di intervento più idonee da cui partire. Una volta finito, dati reali alla
mano, consegneremo di persona la fotografia della situazione del Friuli Venezia Giulia al Ministro dello
Sviluppo Economico Luigi Di Maio e quello sarà il documento da cui partirà la riforma del lavoro nella nostra
regione.”
“Speriamo di condividere con più operatori, professionisti e cittadini possibile questo percorso, perché il
lavoro è un tema importante, forse il più importante, per migliorare la vita delle persone non tanto a parole
ma con azioni concrete, come nel Movimento usiamo fare” ha concluso Capozzella.

Sergo – La presenza di escherichia coli esalmonella si estende a tutta la costa di Lignano

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“Come temevamo il fatto che la scorsa settimana si sia giunti a chiudere solo due zone di raccolta e non
altre era dovuto al fatto che in quelle fossero state fatte le analisi. Adesso la situazione assume contorni
ben diversi.” Ha dichiarato il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Cristian Sergo che da tempo
segue con molta attenzione lo stato di salute delle nostre acque.
“Dopo le nostre comunicazioni alla stampa, nelle stesse ore di venerdì 12 ottobre, l’Azienda Sanitaria ha
emesso altre quattro ordinanze per chiudere anche le zone 01, 05, 06 e 07 cioè quella di Porto Buso, quella
denominata Terrazza a mare, la zona Colonia e la Zona Kursal. In via precauzionale anche l'unica zona
risultata indenne dai referti di laboratorio, la 03 Braccetti, è stata chiusa.
“Tutte queste aree sono classificate come ZONA A dalla Regione Friuli Venezia Giulia e quindi tra le migliori
per condizioni ambientali per la raccolta dei molluschi, ma dopo alcune analisi realizzate su iniziativa di
LegaCoop FVG sui cannolicchi della costa si sono riscontrati sforamenti dei limiti di legge previsti per
l’assunzione diretta sia per la presenza di escherichia coli che per la presenza di salmonella, già riscontrata
lo scorso 1 ottobre nelle nostre vongole”.
“Per quanto riguarda l’escherichia Coli la zona maggiormente colpita risulta essere quella di Colonia, con il
doppio delle unità fecali nei bivalvi analizzati, cioè la zona attraversata dallo scarico a mare del depuratore
di Lignano Sabbiadoro.”.
“Da più di un anno il nostro auspicio è che le Autorità competenti affrontino il problema e provvedano a
stabilire che, se non sono i due principali impianti di depurazione della zona, il Tubone della Ziac e
l’impianto di via Lovato di Lignano, a essere la causa di questi sforamenti, allora si individuino i responsabili.
Invece, nonostante le ordinanze siano state emesse da parecchi giorni continua a permanere un
imbarazzante silenzio su quanto in essere. Secondo noi si deve intervenire subito perché a pagarne le
conseguenze sono l’ambiente ma anche gli operatori del settore, che si vedono obbligati dall’azienda
sanitaria a ritirare dal commercio il proprio prodotto o a doverlo portare in depurazione e stabulazione con
un aggravio di costi non indifferente.”
“Attendere che la situazione passi da cautelativa a emergenziale non ha senso, è tempo che il problema
venga risolto definitivamente e si mettano in atto politiche preventive e di controllo affinché questi
sversamenti non ci siano più” – ha concluso il consigliere pentastellato – “Sono anni che si discute poco e
male, vista l’importanza e la vastità del fenomeno. Vogliamo chiarezza e azioni serie prima che alla salute
dei nostri cittadini, bene primario, si sommino altre ricadute ambientali ed economiche.”

Sergo – Salmonella nelle vongole di Lignano

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Dopo 4 anni ritorna la Salmonella nelle vongole della nostra Regione. A differenza dei ritrovamenti del
2014, a essere colpita non è la laguna ma una zona costiera più ampia che dal Comune di Lignano
Sabbiadoro arriva fino l’Isola di Sant’Andrea, raggiungendo il Tubone del Depuratore di San Giorgio che
scarica le acque reflue in mare.
“Questo dato non può che destare, per l’ennesima volta, preoccupazione “ – ha dichiarato appena appresa
la notizia il consigliere del movimento 5 stelle Cristian Sergo – “ come M5S sono anni che teniamo dritte le
antenne sulla situazione delle acque della nostra regione, trovando solo le ordinanze di divieto, mentre sui
risultati delle indagini che dovrebbero stabilire l’origine dei batteri nei nostri molluschi regna sempre
un’omertà assoluta. Anche questa volta siamo stati costretti a dare noi la notizia ai mezzi di informazione e
sinceramente non ne comprendiamo le ragioni.”
“Dai rilievi eseguiti il 1 ottobre scorso si è verificato che nelle vongole è presente il batterio di Salmonella,
che per la normativa italiana non dovrebbe comparire nei molluschi destinati al consumo umano.”
“A seguito di questo sono state emesse, in data 9 ottobre, dall’Azienda Sanitaria 2 “Bassa Friulana-Isontina”
le ordinanze di chiusura delle zone 04UD Martignano e 02UD Sant’Andrea, al fine di garantire la sicurezza
degli alimenti, la tutela del cittadino consumatore e la trasparenza degli scambi commerciali. La raccolta dei
molluschi è vietata fino a quando non risultino ripristinate le condizioni di idoneità microbiologica previste
dalla normativa, cioè fino a quando le analisi confermeranno la presenza del batterio, e i produttori sono
stati invitati a mettere in atto le procedure di ritiro del prodotto.”
“In realtà è una precauzione in più perché non si dovrebbero raccogliere i molluschi nelle aree oggetto di
campionamento da parte di Arpa FVG, perciò i rischi per la salute umana dovrebbero essere esclusi, ma
questa è buona prassi e non un obbligo di legge. In ogni caso – prosegue il consigliere Sergo – va ricordato
che solo con la cottura delle vongole è possibile eliminare batteri come la salmonella o l’escherichia coli.”
“Secondo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, i molluschi bivalvi vivi sono i prodotti della pesca più a
rischio soprattutto se in prossimità di foci di fiumi provenienti da zone altamente urbanizzate e a vocazione
zootecnica, come quelle che si affacciano alla laguna e le nostre coste. Per l’Istituto le specie marine
possono venire attaccate da Salmonella in due modi: o per contatto con acque costiere dolci o salmastre, in
prossimità di foci di fiume o scarichi fognari, o per inquinamento da manipolazione secondaria in fase di
lavorazione. E’ evidente, come in questo caso si rientri nella prima ipotesi.”
“Le ultime analisi nelle altre acque della costa lignanese risalgono alla fine di agosto e sono state effettuate
nella zona che va da Terrazza Mare a Lignano Pineta, quindi non è dato sapere se la presenza del batterio
coinvolga anche altri litorali. Per questo motivo l’Azienda Sanitaria ha dato mandato ai dipartimenti
provinciali di Arpa di proseguire con le analisi ai fini del costante monitoraggio delle acque e dei molluschi
bivalvi, anche oltre alla raccolta dei campioni analizzati il 1 ottobre.”
“A differenza di quanto avvenuto con il caso della tetrodotossina individuata in laguna lo scorso giugno, ci
auguriamo che non vengano solo annunciate le ricerche delle origini, ma si rendano pubblici anche gli esiti
delle indagini, su cui cala sempre un imbarazzante silenzio. Sono passati 4 mesi e mezzo e delle verifiche e
dei motivi del ritrovamento della pericolosa tossina in Laguna non si è saputo più nulla.” Ha concluso il
consigliere pentastellato.

Discorso sul programma di governo – Ussai Andrea

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Presidente, assessori, consiglieri,

Ci apprestiamo ad iniziare una XII legislatura caratterizzata da una forte richiesta di cambiamento (che ha premiato in Regione soprattutto la Lega), e da una scarsa affluenza alle urne con meno del 50% degli aventi diritto che si sono recati a votare, ultimo regalo della passata maggioranza di centro sinistra che ha preferito anteporre i proprio interesse a quelli dei cittadini, bocciando la richiesta del M5S di accorpare le elezioni regionali a quelle nazionali con un Election Day, sperperando così milioni di euro e contribuendo a ridurre l’affluenza alle urne e conseguente la legittimazione di chi si appresta a governare.

Una discontinuità era sicuramente necessaria dopo 5 anni di riforme frettolose e calate dall’alto, fatte più per dimostrare di essere bravi che per far funzionare la macchina regionale. Dalla Sanità agli Enti Locali oggi chiunque si appresti a mettere mano alle riforme avrà sicuramento una grande difficolta a ricostruire efficacia e fiducia nei servizi e negli operatori.

Non nascondo il mio personale imbarazzo nel dover giudicare il programma di governo del Presidente della Regione in un momento in cui forze politiche distanti e alternative come Lega e M5S hanno iniziato da pochissimo a governare assieme l’Italia, mente in Regione rimangono collocate in schieramenti contrapposti.

In questo programma, che come M5S abbiamo definito “dai pochi contenuti e dalle tante dimenticanze”, ci sono punti che ci uniscono, come:

– La necessità di rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale attraverso un percorso di ascolto che porti al superamento della legge 17/2014 (l’attuale Riforma Sanitaria) e delle molte criticità emerse in questi anni.

– L’esigenza di modificare le UTI, togliendo le misure coercitive che impongono ai Comuni di associarsi secondo un unico modello prestabilito (e poco democratico)

–  L’opportunità di rilanciare la centralità e la competitività della Regione attraverso le infrastrutture (anche digitali), il sistema di ricerca e innovazione, il riequilibrio dei rapporti finanziari con lo stato, la riduzione della pressione fiscale (sviluppando i Punti Franchi e introducendo Zone Economiche Speciali, come già avevamo chiesto nella passata legislatura), una sburocratizzazione che aiuti cittadini e imprese, e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e paesaggistico (quel “piccolo compendio dell’universo” che è il FVG)

– Ed infine, tema che mi sta particolarmente a cuore, la necessità e l’urgenza di tutelare ambiente e salute dismettendo le attività impattanti “per superare le vecchie culture industriali del Novecento” e promuovendo fonti di energia alternativa e un modello di sviluppo sostenibile.

Proposito condivisibile a cui però non corrisponde un chiaro disegno del come e del quando si intenda agire. Non basterà ad es. una puntuale disamina delle Autorizzazioni Integrate Ambientali in essere al fine di verificarne la corretta applicazione per risolvere un problema come la Ferriera di Trieste. Mancano inoltre all’appello temi importanti come il futuro delle partecipate, l’applicazione del compito dell’Amministrazione regionale in materia di vigilanza, i rimborsi ai soci delle Cooperative, il tema degli investimenti e dell’efficientemente energetico per rilanciare il settore dell’edilizia,  la mobilità sostenibile ecc ecc…

In questo programma ci si è fermi solamente ai titoli e al metodo con cui si intende procedere senza entrare nel merito delle questioni, si è optando per un discorso prudente e per alcuni versi rassicurante. Molta enfasi è stata data infatti alla necessità di instaurare un costante dialogo, interscambio e collaborazione con i cittadini, le imprese e a livello politico con le opposizioni. Affermazioni che, dopo una passata legislatura in cui si è più comandato che governato la regione, sono sicuramente benvenute, purché non restino propositi scritti solo sulla carta. L’impressione è che già dai primi atti della Giunta in tema di immigrazione, discriminazioni e accesso al welfare questo metodo sia venuti meno.

Non comprendo infatti come si possa continuare a proporre come modello di accoglienza per i richiedenti asilo soluzioni emergenziali come il Cie (un grande campo di detenzione che si è già dimostrato inefficaci nel garantire la riduzione delle presenza di immigrati, la convivenza pacifica e il rispetto dei diritti umani) testimoniando l’incapacità dell’Italia e dell’Europa nella gestire l’immigrazione.

La priorità non può essere quella di costruire grandi centri, costosi e insufficienti ad arginare l’ondata migratoria, ma di velocizzare le procedure di riconoscimento e di rimpatrio dei migranti irregolari, migliorando nel contempo la rendicontazione e la trasparenza nell’uso dei fondi pubblici.

Vanno poi coinvolti maggiormente gli Enti locali (Regione e Comuni) nei percorsi di integrazione e ricezione di chi irregolare non è, superando l’attuale sistema di affidamento diretto ai privati dei centri di accoglienza, per evitare il business e le eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata.

In merito al welfare, abbiamo accolto con piacere il fatto che l’accattivante slogan preelettorale “Prima gli italiani!” abbia lasciato lo spazio ad un più moderato e maggiormente condivisibile “un giusto peso agli anni di residenza in FVG”.

Sulla questione dell’uscita dalla rete antidiscrimazione Re.a.dy l’assessore ci assicura che ciò non comporterà la riduzione di tutele e diritti, perché il perno di ogni tipo di intervento educativo è la famiglia e la scuola.

Vorrei ricordare come sono ancora troppe le storie di ragazze e ragazzi discriminati e non accettati proprio dalle loro stesse famiglie e dalle classi a causa dell’orientamento e dell’identità di genere. Per questo definire la condivisione di buone prassi nazionali contro l’omofobia come un “inutile indottrinamento” ci sembra una forzatura o addirittura strumentalizzazione politica.  Aspettiamo quindi di vedere se e cosa verrà messo in campo di alternativo da parte della Giunta, attingendo proprio a quelle esperienze che si siano dimostrate maggiormente efficaci.

Ci permettiamo di suggerire al presidente nuovi accattivanti slogan, che meglio si confanno al nostro spirito.

Ad esempio, “prima le persone oneste!” : questo vorrebbe dire migliorare i controlli e non agevolare i furbetti nell’accesso ai servizi sociali e all’edilizia agevolata;

Poi, “prima chi ha più bisogno!” perché non c’è peggior discriminazione che offrire risposte uguali a bisogni diversi;

E perché no, lo slogan “prima la competenza”: questo farebbe in modo che nelle prossime nomine anche dei vertici dell’ATER vengano tenute in maggior considerando le capacità piuttosto che la vicinanza politica dei professionisti.

La nostra ambizione come M5S è quella di migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini. Non condividiamo le prime proposte di questa maggioranza, non crediamo vadano nella direzione auspicata di contribuire a migliorare la qualità di vita dei cittadini e voteremo quindi contro al programma di governo. Vigileremo sull’operato di questa Giunta e giudicheremo i fatti.

Manterremo un atteggiamento propositivo e costruttivo per sostenere tutti i provvedimenti che andranno nella direzione di difendere l’interesse più alto, cioè quello di tutti i cittadini del FVG.

Discorso sul programma di Governo – Sergo Cristian

Egregio Presidente, Assessori, Consiglieri,
Il PD ha chiesto e ottenuto di esaminare il Suo programma di Governo con un giorno in più rispetto a quanto abbiamo potuto fare noi nella scorsa legislatura, quando le linee programmatiche della Presidente Serracchiani vennero illustrate in 45 minuti e non in mezz’ora e ci vollero 12 pagine per la loro trascrizione e non 7 come per il Suo discorso. A noi bastarono 8 giorni per bocciare quel programma tra lo stupore della Presidente che non si capacitava di come pur essendoci affinità tra i due programmi elettorali avessimo potuto votare contro il suo programma di governo. Il tempo ha dimostrato che a noi son bastati solo 8 giorni per vederci non bene, benissimo.

Mi sarei aspettato di sentire da Lei qualcosa in più rispetto a quanto contenuto nel già scarno programma elettorale e invece devo constatare che è riuscito a fare ancora meglio e a dire ancora meno cose davanti ai consiglieri regionali.
Ora io non so se nei prossimi mesi devo aspettarmi quello che ci ha riferito in Aula o se devo aspettarmi quello che c’è scritto nel programma elettorale e soprattutto chiedermi perché in uno mancano alcuni passaggi presente nell’altro?

Nel corso della passata legislatura mi sono occupato di molte vicende sulle quali però non ho potuto sentire da Lei nemmeno una parola. Le motivazioni le capirò col tempo, ma come lei ha promesso “di impegnarsi e di sbagliare” io le posso promettere “di non sbagliare a impegnarmi” affinchè i tanti problemi rimasti irrisolti in questa regione trovino finalmente una soluzione. Noi in questo caso ci saremo come ci siamo sempre stati la scorsa legislatura, a volte ascoltati molte volte no.

Ad esempio, benvenga la riduzione dell’IRAP ma dovrà spiegare a quest’aula come la sola riduzione e non l’abolizione possa rendere più agile il rapporto con la Pubblica Amministrazione. Se facciamo pagare meno gli imprenditori i passaggi burocratici rimangono gli stessi. E’ sparito dal suo discorso il riferimento all’addizionale all’Ires per le Grandi Imprese. Avete già cambiato idea?

Benvenga l’autonomia della misura di sostegno al reddito da quelle nazionali. Lo chiediamo da soli due anni inascoltati. Il problema è che ci sono migliaia di famiglie che stanno aspettando da mesi i loro soldi. Ecco perché è giusto rendere la nostra misura indipendente, soprattutto dai farraginosi controlli dell’INPS, ma bisogna da subito trovare delle soluzioni atte a restituire la dignità a quelle persone che non solo fanno fatica ad arrivare a fine mese, ma faticano ad arrivare alla prima settimana.

Stessa dignità e stessi ritardi subiscono anche i nostri Agricoltori per colpa dell’ente NON pagatore AGEA, grazie al quale vengono pagati per penultimi in Italia. Ma su questo non abbiamo potuto né leggere, né sentire nulla dal suo programma. Ho avuto modo di apprezzare le parole dell’Assessore Zannier in cerca di soluzioni immediate ma il problema si riproporrà e noi cosa faremo? Non è dato saperlo. Altri agricoltori della nostra pianura si son visti calpestare il proprio terreno da centinaia di Piloni. E’ sua intenzione lasciarli dove sono o fiancheggiare chi ancora oggi con dignità lotta per il loro abbattimento?

Stessa dignità che è stata calpestata a molti soci prestatori delle due Grandi Cooperative Fallite a Trieste e a Tolmezzo: nulla è stato più detto per loro finita la Campagna Elettorale. Come verranno perseguiti gli obiettivi di rendere giustizia a queste persone che hanno una sola colpa: essersi fidati non solo del sistema cooperativo ma anche della Regione Friuli Venezia Giulia che doveva vigilare sui loro risparmi.

Stessa dignità che è stata tolta a tutte quelle mamme che per partorire devono fare diversi km in auto e pregare che i cantieri dell’A4 permettano loro di raggiungere l’ospedale più vicino. Per l’aumento demografico cosa avete previsto? Non si sa. Nulla sappiamo su problemi irrisolti che han impegnato a lungo quest’aula: pozzi artesiani, fognature, l’Aussa Corno, i dragaggi il trasporto di bramme.

Ma c’è anche la dignità che viene calpestata ogni giorno festivo in cui una commessa o un piccolo commerciante deve lasciare la propria famiglia per recarsi nel negozio dove lavora e passare una domenica tra persone che preferiscono rinchiudersi in un centro commerciale invece di visitare quelle che lei stesso ha definito le migliori frecce al nostro arco: il mare, la montagna, il Collio, il Carso, la Laguna e i nostri beni artistici. Forse Lei Presidente ricorderà queste parole: “La liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali mette a rischio la sopravvivenza di molti piccoli negozi, esponendoli a una dura concorrenza con la grande distribuzione. Queste sono le parole che accompagnano una proposta di legge da

Lei sottoscritta il 25 settembre 2013 alla Camera dei Deputati, ovvero il Giorno dopo un Voto alle Camere del M5S approvato all’unanimità in quest’aula per rivedere le liberalizzazioni del Governo Monti. Lei in Campagna Elettorale ha detto di voler stringere un patto con la GDO per rivitalizzare i centri storici: mi auguro che aprire un supermercato in Piazza Unità non faccia parte del patto. A vedere l’assessore Bini far la spesa il 2 Giugno in un Supermercato qualche preoccupazione per le piccole medie imprese del commercio mi viene.

C’è un’altra Sua proposta di Legge che sarà bene rispolverare dai cassetti di Montecitorio: PDL 4221 presentata nel gennaio 2017 nella cui relazione si leggeva che “sarebbe doveroso rendere pubblici i nomi dei principali debitori. Se le banche vengono salvate con soldi pubblici, infatti, è quantomeno legittimo che i cittadini conoscano i responsabili che hanno reso necessario un così ingente impiego di risorse statali nel sistema bancario”. Nel suo discorso non abbiamo sentito dire che i cittadini di questa Regione potranno finalmente conoscere i nomi dei debitori di Mediocredito FVG, ma se non vuole parlare del passato dell’Ente, Presidente, nemmeno sul suo futuro in aula abbiamo sentito qualche parola.

Nulla ha detto, così come nulla ci disse in aula la Presidente Serracchiani, del futuro del nostro Aeroporto se non l’auspicio di avere nuovi vettori che lo riempiano. Nulla si è detto sul piano industriale di Enav e sul futuro degli operatori. Gli ultimi dati (-20% di voli e -1,7% di passeggeri da gennaio ad aprile) vedono allontanarsi il raggiungimento della cifra di un milione di passeggeri già nel 2018. Nulla ovviamente poteva dire sull’esito della Gara rimasta senza Offerte.
Non so se devo gioire del fatto che nel passaggio dal programma elettorale al programma di governo sia sparito il riferimento all’alta capacità Ferroviaria, limitandosi lei a parlare di alta velocità. Presidente avremo modo di conoscerci e proverò a spiegarle quello che anche i muri della IV commissione hanno capito ma non chi l’ha preceduta. Nella nostra Regione, come afferma lo stesso Amministratore Delegato di RFI Mazzoncini l’alta velocità non può esistere. Anche spendendo 1,8 miliardi di euro nella nostra Regione i treni potranno viaggiare solo a 200 km orari guadagnando, forse, un quarto d’ora sulla Venezia Trieste. Sa a quanto vanno le Frecce in Italia? A 350, anzi no, è notizia di una settimana fa che il Ministero dei Trasporti (che era ancora guidato dal PD) ha bocciato questa possibilità per cui si viaggerà ancora a 300 km/h. E voi nel programma elettorale parlate non solo di alta velocità ma anche di alta capacità, rispolverando così il vecchio progetto fermo da 7,5 miliardi che colpevolmente Governo e Regione negli anni non hanno mai voluto cancellare nonostante le bocciature della Commissione Tecnica Via. E chi paga?

Noi sig. Presidente, perché a questo servono i soldi che via via si rinegoziano con i patti Padoan-Serracchiani o Tondo-Tremonti che dir si voglia. Noi fingiamo di aiutare le casse dello stato e poi lo stato ritorna questi soldi alla Regione sotto forma di Grandi Opere Inutili. Infatti, contrariamente da quanto afferma la propaganda del PD il Debito Pubblico continua a salire miliardo dopo miliardo era 2261 nel marzo 2017 è 2302 nel marzo 2018, altro che scendere. Se volete ridiscutere quel patto dite a Roma che abbiamo sì bisogno di opere e di risistemare le nostre linee e le nostre strade ma che per farlo ci bastano uno forse due miliardi di euro ma che ci diano i restanti 6 miliardi per far ripartire le nostre imprese abbassandogli le tasse, per sistemare il nostro territorio, per dare un tetto sicuro alle scuole dei nostri figli, allora sì che avremo risanato le nostre casse creando sviluppo, lavoro per le imprese e nuova occupazione agganciandoci a quella ripresa da lei citata, abbandonando sogni di Gloria ma realizzando i sogni di tanti cittadini di questa regione che vogliono solo essere lasciati in pace, non essere inquinati, non venir tartassati da burocrazia e tasse e non in coda su strade e autostrade: in poche parole vogliono solo veder migliorata la loro qualità della Vita.

Discorso sul programma di governo – Mauro Capozzella

EGREGIO PRESIDENTE, EGREGI COLLEGHI

Dopo aver letto attentamente il Programma di Governo del Presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, e della coalizione collegata, ampiamente vincitrice delle elezioni regionali avvenute il 29 aprile scorso, espongo alcune riflessioni:

Il Suo, Signor Presidente, è un discorso che contiene ben 23 punti programmatici.

Ritengo che siano molti, forse addirittura troppi.

L’elencazione di questi numerosi punti, le ha imposto di scrivere un programma necessariamente generico, volutamente vago, però sicuramente intriso di buone intenzioni.

Quindi io ho letto e sentito tante buone intenzioni e di questo sono lieto, ma in realtà non ho letto ne sentito alcun vero programma di governo.

Un programma di governo deve prevedere:
– numeri,
– opere specifiche complete di budget,
– tempi di realizzo,
– obiettivi di miglioramento rispetto alla realtà esistente.

Quindi, Signor Presidente, io ritengo che lei fondamentalmente non si sia sbilanciato, non abbia scoperto le sue carte, in questo modo ha sicuramente evitato critiche o malumori (che magari potrebbero prodursi dentro la sua stessa maggioranza).

Ciò che, comunque, a me preme maggiormente è: non aver individuato nel suo discorso:

– una vera e propria MISSION, Sua e di questa ampia e forte maggioranza,
– non ho visto il FVG di domani,
– non ho capito come lei intenda affrontare concretamente i temi che attanagliano questa regione, 2 su tutti:

1. la sanità (domenica 3 giugno i giornali parlavano di un comparto in bancarotta oltre ad aver perso posizioni nelle classifiche nazionali)

2. Le UTI, ribattezzate Umiliazioni Territoriali Incomprensibili: cosa fare per la riorganizzazione seria di un territorio diventato terra di nessuno

Questi sono 2 esempi di temi stringenti, ma affrontati con vaghezza nel suo discorso.

Inoltre sottolineo alcune cadute di stile (chiamiamole così):

– Per quanto riguarda il sociale, Lei accomuna anziani e disabili, un bambino disabile ha davanti a sè una vita intera e con lui la sua famiglia (mentre le prospettiva di vita di un anziano sono ben diverse)

– Per quanto riguarda l’ambiante, Lei propone di trovare un equilibrio tra la difesa dell’ambiente con la libertà di fare impresa, ma la tutela dell’ambiente in cui viviamo non la si baratta con nulla;

– Per Lei la scuola deve dare solo strumenti per ottenere facilmente lavoro, dimenticando che la scuola è in primis un luogo che deve insegnare ai ragazzi le regole sociali e l’inclusione di tutti, per cercare di ridurre le diseguaglianze;

Finisco dicendo che: Aspettiamo con curiosità i primi documenti operativi seri di questa giunta di cdx che contengano i numeri ed i dati per poter essere da noi esaminati .

Grazie e Buon Lavoro a tutti noi

Discorso su programma di governo Dal Zovo

Egregio Presidente, colleghi consiglieri e consigliere.

Quello che è balzato subito agli occhi di molti di noi, ascoltando le parole del Presidente della Regione, è la sintesi usata sui vari argomenti trattati. Sintesi nel senso che non è entrato nel dettaglio di questioni importanti che riguardano la nostra regione, se non con frasi di puntualizzazione su alcuni temi – vedi la specificazione sulla famiglia naturale – o altre piccole precisazioni o puntualizzazioni che però non fanno che aumentare la nostra preoccupazione per quanto ci aspetta nei prossimi anni.

Dopo aver sentito in mezz’ora il discorso del Presidente, abbiamo pensato di approfondire alcuni temi, andando a rileggere il programma di Governo depositato per le elezioni, ma nemmeno lì dentro abbiamo trovato risposte alle nostre domande.

Nel programma di governo o nella presentazione, non si trovano idee precise su come si intendono gestire alcune programmazioni o alcuni problemi cronici della nostra regione: nessun chiaro indirizzo su ferriera, centrale termoelettrica, bonifiche sui vari siti, grotte inquinate, gestione della fauna selvatica, centrali a biomasse e le continue centrali idroelettriche che occupano i nostri corsi d’acqua.

E ancora manca del tutto una posizione sulla mobilità sostenibile e le ciclovie regionali, piste ciclabili, modelli di vita sani e rispettosi dell’ambiente, auto elettriche ed energia in generale, temi che in questa regione sono molto sentiti dai cittadini, associazioni e comitati che si battono giornalmente.

La tutela del paesaggio e delle meraviglie di questa regione. In tema di ambiente, abbiamo sentito un approccio molto diverso, rispetto la lega di un tempo, ma abbiamo poi letto un pieno appoggio a infrastrutture come la TAV che devasterebbe il nostro carso e le sue bellezze, rendendo di fatto vano ogni discorso di tutela dell’ambiente e del territorio. Non si può definire la TAV un’opera sostenibile e nemmeno rispettosa. Milioni e milioni di euro per cementificare grotte e sventrare un ecosistema fragile, come quello carsico, non può essere un approccio giusto per tutelare il territorio.

Abbiamo sentito parlare di agricoltura biologica. Ci aspettiamo quindi di vedere presto sul tavolo delle commissioni delle proposte che migliorino la nostra agricoltura e che spingano i nostri agricoltori ad abbandonare colture che usano una quantità d’acqua spaventosa e per la quale bisogna usare innumerevoli veleni che distruggono anche gli ecosistemi, vedi anche le preoccupanti morie di api che ci sono anche nella nostra regione, dovute molto spesso all’utilizzo di sostanze non sostenibili. Quali filiere intendiamo sostenere maggiormente? Che indirizzi vogliamo dare agli agricoltori della regione?

La benzina: abbiamo in piedi infrazioni comunitari. Che orientamento ha la giunta regionale su questo tema? Lasciamo questo tipo di incentivo? Lo chiudiamo? Lo incentriamo realmente su un aiuto alle famiglie basato su parametri che registrino il reale bisogno di sostegno?

Ater e politiche di abitazione: su questo tema si è tanto dibattuto nella precedente legislatura con tante proposte fatte anche dalle opposizioni noi e l’allora centro destra e spesso inascoltate da quel centro sinistra di allora.

Sappiamo però che la situazione non è delle migliori, che là fuori ancora tanti cittadini aspettano una casa o sono in graduatoria. Case sfitte, case murate (come le PATER a Ronchi), case in attesa di demolizione e intere famiglie in attesa.

Animali: nulla trovo di specifico né tra le parole pronunciate in aula, né nel programma di governo, per quanto riguarda la tutela del benessere animale (se non un aumento del benessere animale pronunciato in aula), la gestione della fauna selvatica e le riforme che sono passate nella precedente legislatura. Mi auguro che ci sia molto più ascolto, rispetto alla giunta precedente, di tutti i portatori di interesse, non solo di una parte.

Terza corsia: nel programma c’è chiaramente scritto che la 3 corsia deve essere fatta anche da villesse a trieste. Tav e terza corsia… in un delicatissimo sistema che già fa fatica a stare in equilibrio, in un territorio già fortemente straziato dall’amianto, la centrale, inquinamenti vari e il traffico.

Discriminazioni: non abbiamo trovato nulla, nelle linee programmatiche, né nel programma per quanto riguarda il contrasto alle discriminazioni siano esse basate sull’orientamento sessuale, sul colore della pelle o sul sesso. Nulla sul tema della violenza sulle donne e sul suo contrasto; tema che ha toccato fortemente la nostra regione, anche e purtroppo in un recente passato.

Ultimo accenno lo voglio fare sul tema dell’immigrazione, dando un consiglio al presidente della regione. E’ vero, un’accoglienza fatta con il sistema mai decollato della precedente giunta, non è certo virtuosa, ma pregherei veramente il presidente di questa regione di rivedere le sue esternazioni su questo tema. Non è certo rinchiudendo persone all’interno di lagher (perché questo era il CIE di Gradisca d’Isonzo) che si risolve la questione. Occhio non vede, cuore non duole… ma non si possono trattare degli esseri umani così. Leggere sui giornali l’istituzione dei centri di semidetenzione, non può che farmi del male, in primis come cittadina di questa regione.

Valuteremo i singoli provvedimenti, perché solo così potremmo capire realmente l’approccio sui temi della maggioranza.

 

BUDGET UE, M5S: TAGLI A REGIONI INACCETTABILI, IN FRIULI VENEZIA GIULIA A RISCHIO FONDI PER 36 MILIONI DI EURO.

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UDINE 3 MAGGIO – “Serve una reazione decisa dell’Italia contro la proposta di budget europeo presentata dalla Commissione Europea. I tagli alla politica di coesione del 7% sono inaccettabili perché colpiranno sì le aree più povere d’Italia ma anche tutte le Regioni, incluso il Friuli Venezia Giulia. Secondo le nostre prime stime si tratta di oltre 3 miliardi di euro di minori risorse investite. Per il Friuli Venezia Giulia stiamo parlando di 36 milioni di euro a rischio: tra il budget FSE che potrebbe scendere da 276 a 256 milioni di euro e quello FESR che calerà dai 230 ai 214 milioni di euro rispetto alla programmazione 2014-2020. Questo significa che nella prossima programmazione si rischiano di perdere 36 milioni di euro a disposizione per i cittadini e le imprese del Friuli Venezia Giulia” lo denunciano l’eurodeputato Marco Zullo, i parlamentari del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato insieme ai consiglieri regionali.
“I colleghi eurodeputati hanno chiesto, ad esempio, che il livello di disoccupazione giovanile sia inserito, oltre al PIL, come indicatore principale per quantificare l’assegnazione dei fondi europei” continuano i portavoce regionali M5S del Friuli Venezia Giulia.
“Durante la discussione al Parlamento europeo i parlamentari del M5S presenteranno emendamenti per rimediare agli errori della Commissione. Ci sono spazi per ridurre i troppi sprechi europei e per rimodulare le spese. Diciamo no ai tagli lineari e, per quanto riguarda la PAC, chiederemo di privilegiare nell’assegnazione dei fondi i piccoli agricoltori ed eliminare le inefficienze. Vogliamo capire meglio, infine, come verranno utilizzati i 25 miliardi stanziati a sostegno delle riforme strutturali. Se per riforme strutturali Juncker intende il Jobs Act e la riforma Fornero faremo le barricate. Il Movimento 5 Stelle mette al centro della sua azione politica l’Italia e i cittadini italiani e la difesa dello stato sociale”, concludono i portavoce regionali del Friuli Venezia Giulia.

LA LEGGE REGIONALE DI CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO CHE NEL 2017 IL MOVIMENTO 5 STELLE HA CONTRIBUITO A MIGLIORARE, RESTA ANCORA INAPPLICATA NELLA MAGGIORANZA DEI COMUNI DEL FVG

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Trieste, 12 aprile 2018 – La dipendenza dal gioco d’azzardo è in costante aumento, anche in Friuli Venezia Giulia. I numeri che descrivono il fenomeno sono estremamente preoccupanti: nella nostra Regione nel 2016 il volume medio di gioco pro capite è stato di 1.343 euro, nonostante (o a causa de?) la crisi economica. Le stime parlano di circa il 3% di giocatori “problematici” e circa il 1.5% di giocatori “patologici”. Nel 2017 le persone che si sono rivolte ai servizi sanitari per affrontare il problema di gioco d’azzardo patologico attraverso un percorso terapeutico sono state 502.

La legge regionale emanata nel 2014 prevedeva interventi orientati alla prevenzione, al trattamento, al contrasto e alla promozione della consapevolezza dei rischi correlati alla dipendenza da gioco d’azzardo. Legge che inizialmente non stanziava risorse – afferma il consigliere Ussai – e che è stata del tutto inefficace perché non applicata. La legge regionale 26/2017, promulgata su impulso del Movimento 5 stelle, ha introdotto importanti novità per rendere più stringente la normativa. Tra le più importanti, sono stati aggiunti luoghi sensibili quali ad esempio banche e stazioni ferroviarie, si è previsto l’obbligo di adeguamento alla distanza dai luoghi sensibili anche per le attività già in corso, il divieto di pubblicità relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco e sale scommesse, il divieto di oscurare le vetrine dei locali, incentivi a chi decide di disinstallare gli apparecchi per il gioco e lo stop ai contributi della Regione per gli esercizi che decidono di continuare a guadagnare dalle slot machine.

Nonostante la lotta alla dipendenza sia improba, anche a causa dell’aumento del gioco on-line, l’applicazione di queste norme potrebbe davvero essere di vitale importanza per aiutare i cittadini entrati nella spirale del gioco. I Comuni però stanno facendo davvero troppo poco per il contrasto al gioco d’azzardo: la legge è ancora in larghissima parte inapplicata! Su 215 Comuni, solo 38 hanno predisposto un elenco dei luoghi sensibili presenti sul proprio territorio e solo 13 hanno attuato una limitazione degli orari di apertura delle sale da gioco e del funzionamento delle apparecchiature. E’ davvero sconsolante constatare che tra questi non ci sia il comune capoluogo, Trieste! Infine, a quasi un anno dall’emanazione della legge, in tutta la Regione, ci sono stati solo 6 verbali di illeciti amministrativi e una sola sanzione. Troppo Poco!

PICCOLE E MEDIE IMPRESE, FRALEONI MORGERA: “SOSTENIBILITÀ, AMBIENTE E QUALITÀ DELLA VITA SONO ELEMENTI FONDAMENTALI PER LA CRESCITA ECONOMICA”

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Il candidato del MoVimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia Alessandro Fraleoni Morgera, accompagnato dal consigliere regionale Cristian Sergo ha incontrato i vertici di Confapi Fvg.

Il presidente dell’Associazione Massimo Paniccia ha tratteggiato il ruolo e il peso delle piccole e medie imprese nell’economia regionale e indicato le principali aspettative nei confronti dell’amministrazione regionale; ha evidenziato come le entrate regionali provengano dalla compartecipazione erariale su imposte a carico di imprese e lavoratori e dall’Irap e che, quindi, quanto maggiore è lo sviluppo economico tanto maggiore sono le risorse per le politiche regionali. Pertanto favorire la crescita dell’economia e delle imprese significa favorire lo sviluppo di tutta la collettività.

In particolare, l’Associazione si è sempre fatta interprete delle esigenze dell’industria delle costruzioni, settore di traino di gran parte delle attività economiche con richieste di interventi, che sarebbe importante continuare a sostenere, per ristrutturazioni, riqualificazioni, riuso degli immobili e del suolo, adeguamenti strutturali; misure che hanno per principali protagoniste proprio le imprese del territorio e per destinatari quel settore privato che, grazie all’agevolazione, ha un’immediata capacità di spesa.

Una linea molto apprezzata, a cui si auspica sia data continuità, e che sta dando risultati tangibili è quella pensata per le aree di crisi della sedia, del mobile e dell’Isontino. Ha, infatti, innescato nuovi investimenti permettendo una riqualificazione di quelle aree e l’insediamento di nuove imprese dopo anni di chiusure e disinvestimenti.

E’ emersa anche tutta la preoccupazione per l’approvazione imminente del Piano paesaggistico e del Piano delle attività estrattive per le conseguenze operative sulle imprese del settore. Le misure per come sono state concepite causeranno l’estromissione dal mercato della maggior parte delle imprese attive, garantendo, invece, ad alcune una posizione di monopolio.

Per Fraleoni Morgera il programma del MoVimento 5 Stelle guarda alla vita del cittadino in tutte le sue sfaccettature, con un orientamento alla sostenibilità, all’ambiente, alla qualità della vita alle quali la crescita economica non può essere considerate estranea. In questa logica si innestano una nuova visione del trasferimento tecnologico, come scambio di idee fra ricerca e impresa, gli interventi per l’edilizia scolastica in termini di riqualificazione energetica, energie rinnovabili, l’elettrificazione dei veicoli e la promozione di un turismo a misura di tutto il territorio. Fraleoni Morgera ha assicurato all’Associazione una costante consultazione su tutti i temi di natura economica.

SOSTEGNO AL REDDITO: “VERGOGNOSO CHE, NONOSTANTE TUTTI I NOSTRI ALLARMI E INTERVENTI, MIGLIAIA DI FAMIGLIE SIANO ANCORA SENZA GLI ASSEGNI”

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Davvero non capiamo come mai Forza Italia si stupisca dei ritardi nell’erogazione della Misura di Inclusione Attiva e del Reddito di Inclusione nazionale. Tutto era stato ampiamente previsto e descritto nei dettagli nel corso della mozione discussa lo scorso maggio in aula dal titolo eloquente: “La Regione assuma la gestione diretta delle misure di sostegno al reddito e ridetermini i criteri per l’accesso alle misure di welfare”.
 
Ovviamente la nostra proposta di mero buon senso non è stata accolta dal Consiglio regionale. Eppure chiedevamo una cosa molto semplice come evidenzia il dispositivo finale della mozione, ovvero “anche al fine di superare le criticità incontrate nell’erogazione e armonizzazione delle misure di inclusione e sostegno al reddito, a farsi parte attiva presso il Governo nazionale affinché lo stesso dia seguito a quanto approvato con l’ordine del giorno G1.102 (Berger e altri) al DDL 2494 (poi legge 33/2017), mediante il quale era stato determinato l’impegno a che le risorse finanziarie statali stanziate e destinate all’introduzione di misure nazionali di contrasto alla povertà nei territori delle Regioni a statuto speciale fossero attribuite a tali Enti, che le gestiscono secondo la loro disciplina, fatto salvo il rispetto dei livelli minimi essenziali delle prestazioni”.
 
In sostanza chiedevamo quello che i parlamentari dell’Svp avevano richiesto anche per le Province Autonome di Trento e Bolzano ovvero che i soldi spettanti ai cittadini della nostra Regione del reddito di inclusione venissero attribuite agli enti locali. Un modo in più per esercitare quella autonomia che invece in questi 5 anni si è voluto svilire in più e più occasioni. 
 
Forza Italia ha avuto anche un’altra occasione per sentire dalle nostre parole come sarebbe andata a finire tutta la vicenda con questa decisione di allineare le misure regionali con quelle nazionali delegando controlli ed erogazioni all’Inps. Era il 24 ottobre 2017 quando l’aula approvava la legge regionale n. 35/2017 “Disposizioni per l’ampliamento del Reddito di Inclusione e il suo coordinamento con la Misura attiva di sostegno al reddito”. Anche allora abbiamo avuto modo di esprimere tutto il nostro dissenso avverso la decisione di coordinare le due misure votando contro a quel provvedimento. Forza Italia nel corso della votazione decise di astenersi e il consigliere Marini si vide costretto a votare in dissenso dal proprio gruppo, votando addirittura favorevole. 
 
Oggi dalle testate locali leggiamo che un ex consigliere regionale membro di quello stesso gruppo ritiene inaccettabile qualcosa voluto da un suo stesso collega e passato con l’astensione degli altri. Fa sempre piacere quando i nostri politici dimostrano di avere poche idee e ben confuse. Purtroppo per i cittadini della nostra Regione il Partito democratico ha sempre avute idee chiarissime su questa modalità di erogazione e infatti, nonostante tutti i nostri allarmi e interventi anche in Aula, ci ritroviamo ancora con migliaia di famiglie senza sostegno al reddito. Questo non solo è inaccettabile ma addirittura vergognoso!

AMBIENTE: “SI SONO CONCRETIZZATE LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI: IL PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE “BOCCIATO” DAL MINISTERO”

Apprendiamo con rammarico che, oltre alle numerosissime osservazioni pervenute in questi mesi da parte dei portatori di interesse regionali, anche il Ministero dell’Ambiente ha presentato una corposa serie di rilievi al Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) che la Giunta regionale era in procinto di approvare in finire di legislatura.

Rilievi talmente “pesanti” che ne hanno bloccato l’approvazione definitiva. Il Ministero infatti, evidenziando le “importanti criticità rilevate” ritiene che “il presente Rapporto Ambientale (del PRAE), nel complesso, non costituisce una base informativa esaustiva per la formulazione di considerazioni in merito alla caratterizzazione degli impatti ambientali derivanti dall’attuazione del Piano… Per tale motivo, non è possibile formulare osservazioni relativamente all’analisi ed agli esiti valutativi dei probabili impatti significativi che l’attuazione della proposta di PRAE può determinare sull’ambiente e sulle aree della rete Natura 2000″, rispedendo il tutto all’Autorità regionale competente per la VAS, per “una più opportuna valutazione in merito alle modalità di prosecuzione dell’iter di formazione approvazione del Rapporto ambientale e al recepimento degli aggiornamenti proposti”.

Le importanti criticità rilevate dal Ministero riguardano: la mancanza di molte informazioni, spesso incomplete e scarsamente significative, sugli impatti che tutti i diversi aspetti ambientali potrebbero subire con l’attuazione del Piano; la richiesta di approfondire e motivare chiaramente le controdeduzioni alle osservazioni ricevute dai portatori di interesse; la sottostima dell’impatto causato dalle attività estrattive per la componente paesaggio; la mancanza di evidenze analitiche comprensibili in merito all’affermazione “Un’analisi degli impatti del Piano, pertanto, non risulta significativa”; la mancanza di dati sul consumo di suolo; l’esclusione dei corpi idrici sotterranei dalle valutazioni sull’impatto delle attività estrattive; il mancato adeguamento al “piano sedimenti” elaborato dall’Autorità di Bacino del Distretto delle Alpi Orientali (il cui responsabile, sentito dal Ministero, addirittura non riferisce di essere al corrente di tale fase di valutazione sul Progetto di PRAE!).

La cosa grave è che, con le dimissioni della presidente Serracchiani, si entra in regime di attività ordinaria e non sarà più possibile approvare il PRAE entro il 29 aprile. Questo significa che toccherà alla prossima giunta approvare un eventuale piano regionale di settore, sempre che ce ne sia la volontà politica: non c’è nessun obbligo in tal senso e potrebbero passare anni.

Purtroppo si concretizzano le preoccupazioni che abbiamo espresso numerose volte in questi anni in Consiglio regionale, sempre negate e sminuite dall’assessore Vito: grazie al regime transitorio della legge sulle attività estrattive, più volte ritoccato al rialzo anche dalla maggioranza, continueranno ad essere in vigore tutta una serie di deroghe e proroghe concesse alle autorizzazioni in essere e a quelle presentate nel frattempo, fino a data da destinarsi. I cavatori ringraziano, l’ambiente molto meno.

VITTORIA M5S FVG, NASCE LA RISERVA NATURALE VALLE GROTARI E VULCAN

“Dopo 12 anni la Regione Friuli Venezia Giulia istituisce una nuova riserva naturale. Si tratta della Riserva naturale di Valle Grotari e Vulcan nella Laguna di Grado e Marano. Il Consiglio regionale ha approvato una norma, da noi presentata, che getta le basi per realizzare questa nuova area naturale che ha tra le sue finalità quelle di mantenere l’equilibrio ambientale e di proteggere la biodiversità. Un gran bel risultato per il MoVimento 5 Stelle, centrato proprio nella ultima seduta d’Aula per questa legislatura”. Il commento, molto positivo, è del capogruppo del M5S Cristian Sergo.

“Con questo provvedimento diamo una risposta concreta alle associazioni ambientaliste che da anni chiedevano l’istituzione della Riserva naturale della Laguna di Grado e Marano. E poi – aggiunge Sergo – diamo la giusta soddisfazione al Comune di Marano che lo scorso luglio aveva approvato una Variante al piano regolatore F4- Zone di tutela ambientale di interesse agricolo paesaggistico”.

“Con questo strumento potremo finalmente difendere una area meravigliosa e unica del Friuli Venezia Giulia. Le bellezze della Riserva naturale della Laguna di Grado e Marano potranno diventare – conclude Sergo – un volano fondamentale per lo sviluppo turistico della nostra regione”.

SANITÀ TRIESTINA: “LE GUARDIE MEDICHE IN RIVOLTA E IL DRAMMATICO SOTTODIMENSIONAMENTO DELLE CURE PALLIATIVE TESTIMONIANO IL MANCATO RAFFORZAMENTO DELLA SANITÀ TERRITORIALE”

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Più volte i medici del Servizio di Continuità Assistenziale hanno scritto per sottoporre all’attenzione dei Direttori dell’Azienda i problemi che li riguardano, sia direttamente che indirettamente, senza mai riscuotere grandi risultati. Sono anni che, salvo qualche rara eccezione, le zone carenti per la Medicina generale (medici di famiglia) non vengono pubblicate perché l’Azienda triestina invoca il rapporto ottimale (1 medico ogni 1300 residenti), mentre continua ad ignorarlo quando deve definire il monte ore della Continuità Assistenziale (1 medico ogni 5000 residenti).

Ne deriva che, nel 2017 sono state assegnate per l’assistenza nella provincia di Trieste meno del 60% delle ore considerate ottimali dall’Accordo collettivo nazionale, nonostante a Trieste siano numerosi i turisti, gli immigrati, gli studenti e i lavoratori fuori sede che non hanno il proprio MMG in città. La carenza dei medici si fa sentire soprattutto nei turni diurni e nelle giornate riservate ai corsi di aggiornamento dei Medici di Medicina Generale e nel periodo invernale, caratterizzato da epidemie di influenza, anche nella fascia serale. I medici di guardia tra l’altro sono ancora esclusi dall’accesso informatico ai dati sanitari dei soggetti che li contattano.

A fronte di questo sottodimensionamento non solo gli è stata tolta l’indennità storica di tre euro l’ora ma per sostituirla, sono stati posti obiettivi non condivisi, difficilmente raggiungibili con le attuali risorse e irrazionali perché penalizzano i servizi ai cittadini. Ai problemi legati alla visite dei non residenti si aggiunge quello della gestione delle cure palliative. L’Azienda infatti continua a negarne la “specialità” e le risorse che occorrono per garantirne l’adeguatezza e la rete, in netta contraddizione rispetto a quanto previsto dai Livelli essenziali di assistenza (Lea). Pretendendo inoltre che lo si faccia senza formazione specifica, senza conoscere il paziente, senza i farmaci necessari e anche nella gestione dell’urgenza.

Non vorremmo che fosse l’ennesimo tentativo per dire che le cure palliative funzionano h 24 e mascherare il desolante quadro che vede le risorse per l’assistenza domiciliare per l’intera provincia di Trieste, ridotte ad un unico medico palliativista.

Le promesse del centrosinistra di rafforzamento della Sanità territoriale si infrangono miseramente di fronte a una realtà fatta di Medici di Continuità Assistenziale in rivolta, Cap ancora al palo e cure palliative che continuano ad essere drammaticamente sottodimensionate.

SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: IL GARANTE DELLA CONCORRENZA BOCCIA LA REGIONE SULLA PROROGA AUTOMATICA DELLE CONCESSIONI IN CASO DI FUSIONE

Quale ruolo concreto possa avere un’Autorità garante per la concorrenza nel paese dei monopoli non è mai stato chiaro, ma c’è e, spesso, batte un colpo.

Purtroppo nessuno si è accorto che lo scorso 15 novembre 2017 tale Autorità ha sollevato le sue pesanti considerazioni in merito alla legge regionale n. 5 del 15 aprile 2016 titolata “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e alla gestione integrata dei rifiuti urbani”, soffermandosi in particolare sull’articolo 16, giudicato lesivo della giusta concorrenza.

L’Autorità punta il dito su quelle compagini societarie partecipate da enti pubblici le quali, attraverso processi di fusione, acquisizione o conferimento, si trasformano in qualcos’altro rispetto al concessionario iniziale. Alle nuove società risultanti, viene prorogata in automatico la durata delle concessioni in essere, riallineandole alla scadenza di quella più lunga, e applicando così a tutte le altre una proroga de facto.

Una previsione che noi del MoVimento 5 Stelle avevamo già energicamente contestato in discussione della legge regionale, come possibile scappatoia di scadenze imminenti a danno dei comuni che, magari, vorrebbero rivedere le loro condizioni di servizio. Tale vero e proprio stratagemma è stato adottato a piene mani da LTA a seguito della fusione con Sistema Ambiente, per esempio. E qui vien da chiedersi quali differenti pesi estimativi avrebbe potuto avere tale fusione, passata come una meteora sulle teste degli ignari contribuenti, se quanto qui richiamato fosse stato preso alla lettera.

Questo “giochetto amministrativo” è stato smascherato anche dalla stessa Corte costituzionale, la quale ha “sanzionato l’illegittimità di norme di legge nazionali e regionali introduttive di proroghe automatiche di affidamenti e di meccanismi di rinnovo meramente elusivi delle scadenze in essere, ritenendoli in contrasto con i principi comunitari e nazionali a tutela della concorrenza”. Solo in casi eccezionali e imprevedibili – aggiunge l’Autorità Garante – o comunque non diversamente gestibili è ammessa la proroga previa motivazione economica stringente con relativo piano economico teso a dimostrarne l’irrinunciabilità.

Oltretutto l’Autorità garante pone l’accento non solo sulla proroga delle concessioni in quanto tale, ma anche sulla discutibilità delle delimitazioni territoriali ottimali (ATO) sancite dai nostri amministratori locali che hanno prefigurato per legge, attraverso la fusione di 5 ATO in un unico ATO regionale, una dilatazione delle concessioni che può addirittura arrivare fino al 2045, eludendo così ogni possibile confronto di mercato nel caso dell’affidamento con gara, col risultato di ingabbiare gli enti locali e preparare un succulento piatto a chi, in futuro, avrà le spalle sufficientemente larghe e coperte per prendersi capra e cavoli.

In conclusione, l’Autorità garante, nella sua segnalazione, invitava la Regione Fvg a rispondere nel termine di 45 giorni dalla ricezione. Essendo venuti a conoscenza solo ora di questi pesanti rilievi sulla norma regionale che la Giunta uscente si è ben guardata dal rendere pubblici, chiediamo a gran voce di conoscere la risposta all’amministrazione regionale.