giovedì, 16 Gennaio 2025
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FUNAMBOLI SULLA DIGA DEL VAJONT: GRAVE CHE SIA STATO AUTORIZZATO

È questo il modello di valorizzazione culturale e turistica che si ha in mente per il Friuli Venezia Giulia? Organizzare uno show da funamboli sul monumento simbolo della tragedia del Vajont?

Da quanto si apprende dalla stampa, Sergio Bolzonello, uno dei tanti candidati del Pd alla presidenza della Regione, avrebbe avallato l’iniziativa di organizzare, lo scorso 24 novembre, uno spettacolo di equilibristi sopra la diga teatro della tragedia del 1963. Con la dichiarata intenzione di “promuovere il territorio”, Bolzonello avrebbe promosso l’iniziativa sponsorizzando l’evento con fondi pubblici di PromoTurismoFVG.

Sulla base di quali criteri è stata autorizzata la spettacolarizzazione di un luogo tristemente protagonista di una delle pagine più nere della storia del nostro Paese? Perché organizzare eventi pericolosi in un luogo che andrebbe piuttosto valorizzato per il suo pregio ambientale? In questo modo la giunta di centrosinistra ritiene giusto onorare la memoria di quello che, secondo l’Onu, è stato “il più grave disastro ambientale della storia causato dall’uomo”?

Come mai non abbiamo assistito alla stessa esplosione di indignazione che abbiamo registrato per il giovane rapper udinese che ha cantato sul Sacrario militare di Redipuglia?

Abbiamo chiesto copia degli atti con cui sono state concesse le autorizzazioni ed erogati i contributi alla kermesse per chiedere conto delle motivazioni che stanno alla base dei permessi e dell’opportunità di una simile iniziativa. Nel frattempo aspettiamo con trepidazione che il candidato Bolzonello illustri ai cittadini del Friuli Venezia Giulia l’idea di promozione territoriale che ha in mente per la nostra Regione.

INFORMATOURFVG MERCOLEDÌ A TOLMEZZO

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Nuova tappa per #InformaTourFvg, la lunga serie di iniziative organizzate dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che toccherà decine di piazze del Friuli Venezia Giulia. Il nuovo evento, intitolato “La montagna violata”, è in programma mercoledì 6 dicembre, alle ore 18 all’Hotel Roma di Tolmezzo (piazza XX settembre). All’inizio della serata sarà proiettato anche il “docufilm” dedicato allo “Sviluppo insostenibile” nella nostra regione.

I consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai stanno girando tutto il Friuli Venezia Giulia per ricordare e approfondire le tante battaglie combattute negli ultimi 5 anni in Consiglio regionale. Oltre alle tematiche oggetto dell’evento di mercoledì (acqua pubblica, elettrodotto, grandi derivazioni), sempre con il supporto di video suggestivi e di una scenografia sorprendente, nelle prossime date i pentastellati parleranno anche di sanità, lavoro, welfare e dei tanti disastri provocati dai politici – prima di centrodestra e più recentemente di centrosinistra – che hanno amministrato la Regione.

Ad ogni appuntamento dell’InformaTourFvg i consiglieri del M5S saranno accompagnati da esperti in grado di approfondire le varie tematiche. Un’occasione imperdibile per dialogare con attivisti, simpatizzanti e cittadini interessati a conoscere da vicino le iniziative politiche portate avanti dal MoVimento 5 Stelle nel Friuli Venezia Giulia.

Alla serata di mercoledì 6 dicembre interverranno anche il consigliere comunale del M5S di Tolmezzo Matteo Muser, l’avvocato Fabrizio Luches e il rappresentante del Movimento tutela Arzino Dario Tosoni.

OLEODOTTO SIOT-TAL: I CITTADINI CHIEDONO, LA GIUNTA NON RISPONDE!

Di fronte alla latitanza delle istituzioni, a marzo abbiamo depositato una interrogazione in Consiglio regionale dedicata agli odori nauseabondi provocati dall’impianto della Siot-Tal di San Dorligo della Valle e alle condizioni in cui sono costretti a vivere i cittadini che abitano vicino ai serbatoi dell’oleodotto.

Una situazione quasi sicuramente destinata a peggiorare. Pochissimi giorni fa la Commissione europea ha confermato ufficialmente l’intenzione di espandere ulteriormente la capacità di stoccaggio dell’impianto che è stato inserito nei “Projects of Common Interest” (Pci). Inoltre la Siot-Tal ha ottenuto anche la concessione per altri 50 anni. Stiamo parlando di un traffico imponente di petroliere. Ogni anno, infatti, ben 500 navi svuotano un volume di greggio di circa 40 milioni di tonnellate che va a servire i paesi del Nord Europa. Il parco di San Dorligo della Valle è composto da 32 serbatoi, dotati di tetto galleggiante a doppia guarnizione di tenuta.

L’ingente movimentazione di navi petroliere rende difficile la convivenza fra residenti e questo grande oleodotto. I cittadini che risiedono a San Dorligo e nelle frazioni di Domio, Puglie di Domio, Lacotisce, Mattonaia, Dolina, Montedoro, Francovec, Zaule e Caresana da molti anni protestano infatti a causa dei forti odori e delle continue esalazioni.

Una recente sentenza del Tar del Veneto ha sancito che “le emissioni odorigene debbano ritenersi ricomprese nella definizione di ‘inquinamento atmosferico’ e di ‘emissioni in atmosfera’, poiché la molestia olfattiva intollerabile è al contempo sia un possibile fattore di ‘pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente’, che di compromissione degli ‘altri usi legittimi dell’ambiente’”.

Questo è il dramma che giornalmente vivono i cittadini di quella zona. Cittadini che si sono sempre attivati per chiedere maggiori controlli e nuovi studi epidemiologici per avere informazioni più dettagliate sulla qualità dell’aria, sulle sostanze che sono costretti ad annusare, sul livello di contaminazione dei terreni. Hanno sempre depositato petizioni a sostegno delle loro richieste e hanno sempre chiesto con forza la copertura stagna dei serbatoi, come avviene nella vicina Slovenia a Sermino-Ancarano.

Con la nostra interrogazione volevamo sapere se la giunta Serracchiani intendesse finalmente prestare ascolto alle istanze dei cittadini. Inoltre ci interessava capire che fine avessero fatto tutte le promesse di Arpa Fvg e delle istituzioni locali. Purtroppo la risposta della giunta Serracchiani si è limitata al solito “riassuntino” delle puntate precedenti con l’esposizione di fatti che conosciamo già molto bene.

Con l’ultima domanda volevamo conoscere se l’esecutivo regionale volesse dare risposte chiare alle preoccupazioni più volte espresse dei cittadini, facendo delle analisi epidemiologiche sulla morbosità della popolazione e sull’impatto sui terreni e sugli orti che si trovano attorno il perimetro dell’oleodotto. Anche in questo caso dalla giunta Serracchiani il nulla completo!

Questo non è certo il ruolo che dovrebbe avere l’amministrazione regionale. Gli enti pubblici dovrebbero salvaguardare la salute dei propri cittadini e del territorio, attuando tutto ciò che è loro potere per raggiungere gli obiettivi di tutela. È ora di smetterla di mettere davanti alla salute e al benessere della popolazione i profitti di aziende altamente impattanti.

DIGNANO: LAVORI INIZIATI SENZA INFORMARE I CITTADINI?

L’arroganza continua. Brutto risveglio a Dignano. Qui stamattina si sono presentati camion e ruspe nell’area dove si vuole realizzare la famosa Variante, osteggiata dai cittadini perché attraversa le loro case. Alle richieste di delucidazioni da parte dei residenti, i tecnici hanno risposto che stanno operando per spostare l’acquedotto e gli altri allacciamenti e per consentire il proseguo dei lavori. Altro i tecnici non sanno o non possono dire. I cittadini hanno anche chiamato i vigili della Polizia municipale di San Daniele ma non si sono fatti vivi.

Ci chiediamo però dove debbano essere spostati questi servizi, dal momento che a ogni nostra richiesta di consultare il progetto esecutivo dell’opera, ci è sempre stato risposto che questo è ancora in fase di redazione. Inoltre bisogna tener presente che i residenti interessati da questi lavori non hanno ancora ricevuto gli espropri delle loro particelle e stanno aspettando gli atti richiesti da tempo a Fvg Strade.

Persino gli impiegati del Comune di Dignano sono caduti dalle nuvole. Possibile che un’amministrazione comunale non sappia che una ditta abbia iniziato le operazioni per spostare le fognature sul suo territorio di competenza?
In tutta questa storia è sempre mancata informazione e trasparenza. L’opera non è mai stata spiegata ai cittadini e non è mai stata sottoposta a Valutazione di impatto ambientale. L’arroganza con cui la giunta regionale di centrosinistra ha portato avanti questa questione, stracciando le promesse fatte in campagna elettorale, ha dell’incredibile. Ad ogni domanda sulla Variante, l’esecutivo regionale ha risposto che noi e i residenti non capiamo niente, che quest’opera si deve fare punto e basta. E poco importa se la sua realizzazione passa sulla testa di qualche cittadino che per sua sfortuna abita proprio lì.

Noi abbiamo sempre ritenuto la Variante di Dignano una follia e non abbiamo cambiato idea. In questi anni abbiamo presentato studi e mozioni per cercare di fare ragionare chi governa la Regione. Ci siamo battuti per far capire che quella non era la strada giusta, ma le risposte sono state sempre sprezzanti e arroganti. Siamo certi che molti degli atti da noi depositati non siano stati nemmeno letti.

La mossa odierna di far partire i lavori è forse dettata dalla campagna elettorale per potersi così vantare con gli elettori di aver ottenuto un altro “ottimo” risultato? O forse si tratta semplicemente della consueta volontà di cementificare un altro pezzo del Friuli Venezia Giulia?

L’assessore regionale Mariagrazia Santoro ha sempre attaccato alcuni residenti, accusandoli di protestare solo perché toccati da vicino, visto che la Variante finirà per passare vicino alle loro abitazioni. Noi crediamo che non sia accettabile avere un atteggiamento di questo tipo nei confronti dei cittadini. Compito di un’amministrazione regionale deve essere sempre quello di mettersi in ascolto. Le prossime elezioni dimostreranno che con la prepotenza e l’arroganza non si va certo lontano.

ALLARME ROSSO: COSÌ L’AZZARDO, DISTRUGGE L’ECONOMIA DEL FVG

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Il Friuli Venezia Giulia, dati dei Monopoli alla mano, nel 2016 ha bruciato oltre 1,6 miliardi di euro. Miliardi di euro che finiscono in un settore ben poco produttivo anziché nell’economia reale danneggiando commercio e l’indotto di piccole imprese virtuose. In Friuli Venezia Giulia in pratica si ha una spesa pro capite a famiglia pari a 3.008 euro a famiglia l’anno, 250 euro mensili.

Se si considera che per l’Istat la spesa mensile pro capite delle famiglie friulane nel 2016 era pari a 2.479 euro mensili risulta che più del 10% viene bruciato nel ‘tentar la sorte’! Un dato più che allarmante in una terra che fa del merito e della sua produttività il suo fiore all’occhiello. Ogni mese le famiglie friulane spendono in alimentari incluso bevande alcoliche 421 euro, e 250 euro in azzardo. Ogni euro bruciato nel tentar la sorte in Slot, Vlt, Online, Gratta e Vinci sono denari sottratti all’economia sana e produttiva e questo genera e non risolve la nostra crisi economica! In pratica non si generano né si salvaguardano posti di lavoro ma se ne perdono come ha ben spiegato l’economista Maurizio Fiasco della Consulta anti-Usura della CEI.

Un finto guadagno per lo stato: incassi del 10-11%, a cui aggiungere mancata iva su consumi, costi socio-economici

Non ingannino le cosidette “vincite” come evidenziano ricerche da noi pubblicate in altri Comuni come Reggio Emilia dove siamo riusciti ad ottenere anche i dati disaggregati nei Comuni (con accessi agli atti li abbiamo richiesti e siamo in attesa anche per i Comuni del FVG) dove si evidenziano entrate per lo Stato pari solo al 10-11% del giocato, gran parte di quanto “vinto” rientra come un gatto che si morde la coda sempre nello stesso circolo. Chi ‘vince’ in gran parte rigetta subito in azzardo le somme illudendosi di poter ‘sbancare’. A questo vanno poi aggiunti i costi socio-sanitari, la mancata Iva sui consumi per beni di consumo (chi getta nell’azzardo non spende per altri beni).

Vediamo i dati in ogni provincia

UDINE: 701,9 MILIONI DI EURO, SPESA ANNUA PER FAMIGLIA 2.896 EURO, 1.320 PRO CAPITE ANNUE
In provincia di Udine nel 2016, dai dati avuti dai Monopoli, si è azzardato per 701.906.364 euro. La spesa pro capite per famiglie udinesi è stata a 2.896 euro (241 euro mensili) , 1.320 quella pro capite. In Slot sono stati azzardati 236,3 milioni di euro, 169,4 milioni in Vlt , 104 milioni online. Il Totocalcio e simili hanno totalizzato neanche 200mila euro.

TRIESTE: 332 MILIONI DI EURO, SPESA ANNUA PER FAMIGLIA 2.776 EURO, 1.415 PRO CAPITE ANNUE
In provincia di Trieste nel 2016 dai dati avuti dai Monopoli si è azzardato per 332, 2 milioni di euro La spesa pro capite per famiglia è stata di 2776 euro ( 230 euro mensili), 1595 euro quella pro capite. In Slot sono stati azzardati 124 milioni di euro, in VLT 71,6 milioni e ben 54 milioni in online. Oramai scomparso il Tototalcio fermo a 142.467 euro.

GORIZIA: 218 MILIONI EURO, SPESA ANNUA FAMIGLIA 3.319 EURO, PRO CAPITE ANNUE
1.566 EURO In provincia di Padova nel 2016 dai dati avuti dai Monopoli. Si è azzardato per 218.764.869 euro. La spesa pro capite per famiglia è stata di 3.319 euro (276 euro mensili) ,1556 quella pro capite. In Slot sono stati azzardati 79,9 milioni di euro , 61,5 milioni in Vlt , 24,6 milioni online . Il Totocalcio e simili al palo con soli 58.751 euro.

PORDENONE: 434,4 MILIONI EURO, SPESA ANNUA FAMIGLIA 3.275 EURO, PRO CAPITE ANNUE
1.393 In provincia di Pordenone nel 2016 dai dati avuti dai Monopoli. Si è azzardato per 1.213.234.452 euro. La spesa pro capite per famiglia sono di 3.275 euro (272 mensili) 1393 quella pro capite. In Slot sono stati azzardati 160,3 milioni di euro , in Vlt 128 milioni di euro , 46,8 milioni in online solo 88.963 in Totocalcio.

RICICLO DENARO SPORCO – In questo allarmante quadro c’è poi il flusso di denaro che viene ripulito dalle mafie anche nelle VLT-Slot-Online formalmente legali che poi si scopre sempre più spesso legate a società legate alla ‘ndrangheta, camorra e mafie.
Con nuove norme intercettazioni stop a indagini su azzardopoli

La cosa più grave è questa. La stretta sulle intercettazioni come ha pubblicamente denunciato oggi il Procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo impedirebbe anche indagini come quelle che hanno permesso tramite il sistema ‘trojan’ di sgominare una vasta rete di gioco d’azzardo illegale in 24 sale di Toscana, Marche, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna, un giro per cui sono stati arrestati ai domiciliari sette indagati nell’inchiesta ‘Doppio jack’ della guardia di finanza di Firenze.

“Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo ha dichiarato: “La nuova legge” sulle intercettazioni “impedisce di usarlo per reati di associazione semplice come quello di oggi, anche quando potrebbe essere essenziale per le indagini. Il trojan potrà essere usato in intercettazioni su mafie e terrorismo e per reati di associazione finalizzati a contrabbando e contraffazione. Ma per tutti gli altri reati, no. Questa è l’ultima volta in cui l’abbiamo potuto utilizzare”.

INFORMATOURFVG: PRESENTAZIONE DEL TOUR

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Presentato questa mattina a Trieste “InformaTourFvg“, la lunga serie di iniziative organizzate dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che toccherà decine di piazze del Friuli Venezia Giulia. Il primo evento, intitolato “Sviluppo insostenibile. Adesso basta!”, è in programma domani, venerdì 1 dicembre, alle ore 18 al Ristorante Antica Taverna di Maniago (piazza Italia, 52).

I consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai gireranno nei prossimi mesi tutto il Friuli Venezia Giulia per ricordare e approfondire le tante battaglie combattute negli ultimi 5 anni in Consiglio regionale. Oltre alle tematiche ambientali oggetto dell’evento di domani, con il supporto di video suggestivi e una scenografia sorprendente, nelle prossime date i pentastellati parleranno di sanità, lavoro, welfare e dei tanti disastri provocati dai politici – prima di centrodestra e più recentemente di centrosinistra – che hanno amministrato la Regione.

Ad ogni appuntamento dell’InformaTourFvg i consiglieri del M5S saranno accompagnati da esperti in grado di approfondire le varie tematiche. Un’occasione imperdibile per dialogare con attivisti, simpatizzanti e cittadini interessati a conoscere da vicino le iniziative politiche portate avanti dal MoVimento 5 Stelle nel Friuli Venezia Giulia.

SAPPADA: RISPETTATA LA VOLONTÀ DEI CITTADINI

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Dopo dieci anni di battaglia istituzionale finalmente è stata rispettata la volontà dei cittadini. E’ con grande soddisfazione e gioia che tutti noi del MoVimento 5 Stelle riaccogliamo Sappada nel Friuli Venezia Giulia, orgogliosi di aver dato il nostro contributo grazie alla decisione di Luigi Di Maio di non permettere una volta di più alla vecchia politica di giocare un brutto tiro ai friulani nascondendosi dietro il voto segreto, come sempre usano fare quando sono in difficoltà.

Ora spetta a noi continuare a valorizzare Sappada che ci porta in dote ben due ori olimpici, eccellenze gastronomiche e una cultura del turismo e dell’accoglienza da cui tutti possiamo trarre beneficio.

GALLERIA BOMBI: PERSONE LASCIATE IN CONDIZIONI DISUMANE

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È incredibile quanto sta accadendo all’interno della Galleria Bombi di Gorizia. Mentre tutti continuano a rimpallarsi le responsabilità o stanno lì a pensare chi dovrebbe fare cosa e come dovrebbe farlo, quei poveri malcapitati stanno lì dentro, sdraiati a terra con una coperta e temperature in picchiata. In questo momento è inutile discutere sulla provenienza di queste persone. Non ha alcuna importanza se siano richiedenti asilo, profughi, clandestini o migranti economici. È indifferente se siano stranieri o italiani. Sono esseri umani e non possono trovare riparo in situazioni di questo tipo. Nessuna persona dovrebbe essere lasciata al freddo, con temperature sempre più vicine allo zero, a mangiare per terra un pasto garantito da qualche volenterosa associazione.

Stiamo perdendo umanità, sensibilità, solidarietà…stiamo diventando sempre più egoisti, ciechi e ottusi burocrati. Sindaco, Prefetto o chi ha potere di intervenire deve aprire le porte di qualche palazzo di Gorizia ancora chiuso per ospitare temporaneamente queste persone e qualunque altra persona che vive in queste condizioni. Nel frattempo bisogna trovare una sistemazione altrove, in altre regioni o in altri comuni. Sarebbe ora di finirla di speculare sulle disgrazie altrui, trovando soluzioni concrete invece di criticare e basta.

La politica di Ziberna è fallimentare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: migranti che stazionano giorno e notte all’interno della Galleria Bombi creando una situazione generale di disagio, una mancanza dei livelli minimi di igiene, sporcizia diffusa. È indispensabile trovare subito una collocazione dignitosa per queste persone. Sono sbagliate invece le forzature dissuasive inutili e controproducenti. Inoltre troppo spesso sentiamo gli esponenti di sinistra affermare che i migranti rappresentino anche un occasione economica per la città. Per queste forze politiche l’ipotesi di chiusura dell’ufficio territoriale viene vista pertanto come una perdita economica. Posizioni che non condividiamo.

La situazione in Galleria Bombi è a dir poco precaria dal punto di vista umano, igienico e di salute per i richiedenti asilo e anche per i volontari che stanno cercando di fare qualcosa, prendendo il posto dello Stato, Regione e soprattutto del sindaco di Gorizia. Ziberna, quando queste persone si erano sistemate alla Valletta del Corno, infatti, non si è nemmeno degnato di far posizionare dei bagni chimici. E adesso che sta per arrivare l’inverno e in tanti hanno problemi di salute, diventa fondamentale garantire un riscaldamento adeguato. Non discutiamo se queste persone abbiano o non abbiano diritto di stare qua. È compito della Commissione deciderlo, ma finché sono in Italia e noi siamo ancora una città e una comunità civile, queste persone hanno diritto di essere trattati come degli esseri umani.

Vogliamo anche sfatare una voce che sta girando in questo periodo, ovvero che i richiedenti di Galleria Bombi stiano percependo i famosi 35 euro a testa al giorno. Questo non è assolutamente vero. Se non ci fossero le associazioni che si stanno prendendo cura di loro, queste persone sarebbero senza cibo, acqua e coperte.

Ilaria Dal Zovo M5S FVG, Ermanno Macchitella & Giancarlo Maraz M5S Gorizia

QUALE SARA’ LA SORTE DEI LAVORATORI DEL MERCATONE UNO? LA REGIONE TACE!

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Passano gli anni – due e mezzo dagli scioperi e dalla sospensione del punto vendita -, ma i lavoratori del Mercatone Uno di Reana del Rojale ancora non sanno cosa accadrà in futuro. Si avvicina intanto l’ennesima vendita “solo” natalizia, buona a fare cassa per l’amministrazione straordinaria che proprio oggi ha pubblicato un nuovo regolamento per la vendita di tutti o alcuni dei beni. Un regolamento che riguarda i rami d’azienda aventi ad oggetto la gestione dei punti di vendita, unitamente ai relativi immobili di proprietà della società, gli immobili di proprietà destinati ad uso magazzino, il marchio “Mercatone Uno” e altri marchi delle società coinvolte, la stessa sede amministrativa di Imola e il ramo d’azienda avente ad oggetto le attività logistiche.

Il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti di acquisto, previsto nel regolamento approvato lo scorso 10 novembre dal Mise, è stato fissato per il 14 dicembre 2017, ore 18:00. A seguito dell’invito a manifestare interesse pubblicato lo scorso 18 luglio, sono state almeno undici le nuove manifestazioni di interesse giunte ai commissari, per perimetri rilevanti anche dal punto di vista occupazionale, ma non sappiamo se tra queste ci sia anche il negozio di Reana del Rojale, né se lo stesso sarà oggetto di offerte vincolanti da qui a un mese.

Intanto i lavoratori dell’azienda aspettano, ma le cose a Reana si muovono. In questi giorni sono in corso dei lavori presso il grande magazzino “Giallo”, che è stato diviso in due parti in una delle quali è attesa l’apertura di un nuovo supermercato. Anche in questo caso però nessuno, ad oggi, si è preoccupato di coinvolgere i lavoratori del Mercatone Uno, nemmeno per affrontare dei semplici colloqui di lavoro. Eppure gli impegni presi dagli assessori regionali competenti erano stati abbastanza forti quando scoppiò la crisi. Il sindaco Canciani da noi contattato ha confermato che l’azienda che dovrebbe insediarsi non ha ancora contattato il Comune. Ci auguriamo che i colloqui per le assunzioni non siano ancora stati fatti e che la nuova azienda voglia pertanto prendere in considerazione anche le realtà occupazionali di chi sta soffrendo una situazione paradossale, non potendo lavorare in uno dei negozi che andavano meglio di tutta la catena. Sarebbe un bel biglietto da visita per chi affronta una nuova avventura imprenditoriale in un nuovo territorio.

La Regione dopo le rassicurazioni della prima ora – datate marzo 2015 – non ha più detto una parola su questa vicenda. Ci auguriamo quanto meno che abbia partecipato all’incontro tra i commissari straordinari del Gruppo Mercatone Uno, Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti di gran parte delle Regioni interessate. Purtroppo sull’esito di questo incontro da Piazza Unità non è stata diramata neanche una nota, quindi ai lavoratori rimane la sola speranza che qualche acquirente si faccia avanti, anche se, a quanto si legge nel regolamento, potrebbe non esser tenuto a mantenere tutti i livelli occupazionali che c’erano prima della crisi.

SERRACCHIANI IN FUGA: PRONTI A RICOSTRUIRE UNA REGIONE DISTRUTTA DA RIFORME NON VOLUTE DAI CITTADINI

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Finalmente, con soli quattro mesi di ritardo, la presidente Serracchiani ha svelato i suoi progetti per il futuro. Di solito i ritardi della sua giunta sono molto più cospicui e di questo nessuno sentirà la mancanza. Noi invece teniamo a rassicurare la presidente uscente che non c’è alcun ritardo sulla nostra tabella di marcia in vista delle prossime elezioni. Come abbiamo sempre sostenuto, a breve potrà conoscere il nome del candidato presidente per il MoVimento 5 Stelle. Non si può dire altrettanto del centrodestra o del centrosinistra alle prese con contrasti interni sempre più feroci e veti incrociati. Strano che Serracchiani faccia questo appunto al M5S con protervia, come se il suo partito avesse già partorito un nome definitivo.

Ad ogni modo sono molte le considerazioni politiche che si possono fare a seguito della conferenza stampa di addio di Debora Serracchiani, anche se per noi è molto più interessante quanto non è stato detto dalla presidente della Regione. È un vero peccato che abbia preferito non dire quale sia il suo rammarico più grande di questi anni di legislatura, per ripiegare in un banale “non essermi goduta la vita”.

Nei prossimi anni il MoVimento 5 Stelle avrà il compito di ricostruire una Regione ridotta in macerie dopo vent’anni di governi di destra e di sinistra che alternativamente si sono seduti in piazza Unità ma che su molte questioni hanno portato avanti gli stessi obiettivi. A confermarlo ieri – non sappiamo quanto consapevolmente – è stata la stessa Serracchiani sia quando ha ricordato che la chiusura di alcuni punti nascita era già stata deliberata dalla giunta Tondo, sia quando ha candidamente ammesso di aver realizzato tutte le grandi opere messe in cantiere dal centrodestra, dimostrando una volta di più quanto sia inutile credere alle promesse elettorali dei politici di mestiere.

Se passare da presidente della Regione a parlamentare è un premio per il lavoro fatto in Friuli Venezia Giulia, allora ci domandiamo chi sia stato il vero mandante delle famigerate riforme messe in campo in questi anni. Un mandante pronto a premiare Serracchiani con un altro stipendio faraonico per aver attuato riforme di sicuro non volute dai cittadini del Friuli Venezia Giulia.

Una cosa è certa: se si fosse ripresentata come candidata presidente, avrebbe rischiato fortemente di non esser eletta neppure come consigliera. Non avendo modificato, in meglio la legge elettorale, Serracchiani aveva una motivazione in più per prendere l’ennesimo aereo con destinazione Roma e godersi un po’ la vita. E così, puntualmente, è avvenuto.

ALTISSIME CONCENTRAZIONI DI E. COLI E PRESENZA DI BIOTOSSINE PSP

Non sono state adeguatamente rese note ai cittadini attraverso albi pretori o siti on-line istituzionali alcune ordinanze emesse dalle aziende sanitarie che impongono – in via cautelativa e temporanea – la sospensione della raccolta, della commercializzazione e dell’immissione al consumo dei molluschi bivalvi vivi estratti dalle acque della Laguna di Marano e Grado e di tutte le zone di produzione del Golfo di Trieste. A questi atti non è stata data alcuna rilevanza mediatica anche laddove ad essere interessate sono zone di “libera raccolta” o zone vicine alle nostre spiagge. Eppure le stesse aziende sanitarie sottolineano spesso che una mancata pubblicità di questi atti potrebbe esser pregiudizievole per la salute umana. Le aziende sanitarie inviano queste ordinanze ai comuni ma spesso manca il passaggio successivo: informare i cittadini! Perché accade questo?

Il motivo che ci ha portato ad approfondire questa questione è l’aver constatato che nelle zone occidentali della Laguna e della spiaggia di Lignano Sabbiadoro (il cui depuratore è stato raggiunto da tre verbali di accertamento emessi da Arpa Fvg per lo sforamento di limiti di legge proprio per quanto riguarda l’escherichia coli) negli ultimi due anni sono stati rinvenuti molluschi che manifestano un livello di escherichia coli anche triplo (790 MPN/100g contro i 230) rispetto a quanto consentito dalla legge.

Queste ordinanze, di cui è difficile trovare traccia su internet, non riguardano solamente la presenza di altissime concentrazioni di escherichia coli nelle nostre acque. Leggendo le carte abbiamo constatato che questi atti si riferiscono anche alla presenza di Psp (Paralytic shellfish poisoning). Come precisa il Centro Ricerche Marine e della Regione Emilia Romagna “la Psp è una delle sindromi più studiate e conosciute per le gravi conseguenze che produce nei consumatori di prodotti ittici, in modo particolare di molluschi bivalvi che accumulano le tossine prodotte dalle microalghe assunte con l’alimentazione. Le microalghe responsabili della produzione di tossine di tipo Psp appartengono quasi esclusivamente al taxon delle Dinoficee. I sintomi dell’avvelenamento sono di natura neurologica, nei casi più gravi insorge paralisi respiratoria con conseguente morte”. Inoltre la stessa Arpa Fvg ricorda che queste biotossine “sono composti termostabili, pertanto la cottura dei molluschi non elimina la loro tossicità e non è sufficiente a evitare i sintomi da intossicazione”.

A peggiorare il quadro è che la presenza di biotossine non è stata segnalata solo nella Laguna di Marano e Grado o di fronte alla spiaggia di Lignano. Il problema riguarda infatti tutte le zone di produzione dell’intero Golfo di Trieste. Con una ordinanza, della quale non è stata alcuna diffusione mediatica, dal 18 settembre 2017 “sono sospese temporaneamente e cautelativamente la raccolta, la commercializzazione, la trasformazione, la conservazione e l’immissione al consumo dei molluschi bivalvi vivi estratti dalle acque di tutte le zone di produzione del Golfo di Trieste”, visti i riscontri analitici trasmessi dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Ordinanza che, non essendo stato pubblicato un eventuale atto di revoca nell’albo pretorio dei Comuni interessati presumiamo sia tuttora in vigore.

Di fonte a questa mancanza di trasparenza, chiediamo semplicemente che queste ordinanze e le relative revoche emesse dalle aziende sanitarie, pagate con i soldi dei contribuenti ed emesse a loro tutela, siano immediatamente pubblicate in una sezione speciale del sito della Regione Fvg, nell’albo pretorio di ogni comune interessato e sui siti delle aziende sanitarie. E soprattutto chiediamo che vengano rese pubbliche le indagini commissionate dalle aziende sanitarie per scoprire le possibili fonti di questi sforamenti. Tutte attività già previste, per cui è inutile tenerle relegate in albi che raramente vengono visitati.

NO AI FUORISTRADA DEL’ITALIAN BAJA NELLE ZONE SIC E ZSC

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In Consiglio regionale abbiamo sempre espresso la nostra netta contrarietà alle manifestazioni automobilistiche e motociclistiche autorizzate all’interno dei siti naturalistici protetti di interesse comunitario. Allo stesso modo abbiamo sempre detto un “No” forte e chiaro anche alle esercitazioni militari e alle attività produttive impattanti su questi territori. Chi amministra deve avere il coraggio e la forza di portare avanti con coerenza una visione del territorio, un’idea di futuro! Non si può riconoscere e tutelare la specialità naturalistica e paesaggistica al solo fine di ottenerne gli appositi fondi comunitari e poi autorizzare qualunque deroga per non infastidire i possibili elettori od ostacolare gli interessi particolari di qualcuno.

Questa Regione ha approvato precise norme di salvaguardia della natura e della biodiversità, istituendo persino la Zona di protezione speciale “Magredi di Pordenone”. Inoltre, per quanto riguarda la viabilità in queste aree denominate Zone speciali di conservazione (Zsc), sono molto chiare le misure di conservazione attualmente in vigore: è vietato infatti “lo svolgimento di attività di circolazione con veicoli a motore al di fuori delle strade, ivi comprese quelle interpoderali…”. A questo punto la giunta Serracchiani deve uscire allo scoperto, spiegando pubblicamente se intenda autorizzare lo svolgimento della gara in spregio alle misure di conservazione e alla stessa legge regionale.

ELEZIONI REGIONALI: IL M5S RISPETTA I MANDATI ELETTORALI

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In merito alle notizie comparse sulla stampa ci teniamo a precisare che il MoVimento 5 Stelle rispetta i mandati elettorali affidati ai portavoce dai cittadini. Come sanno perfettamente i nostri attivisti, non potranno candidarsi alle elezioni regionali i portavoce eletti nei consigli comunali in carica nel 2018. Non ci si può dimettere anzitempo per partecipare a un’altra tornata elettorale. Per il MoVimento 5 Stelle le elezioni comunali, infatti, non possono essere un trampolino per fare carriera politica.

Cittadini onesti e preparati finiscono per candidarsi per entrare in un consiglio comunale solo dopo un intenso lavoro sul territorio con l’obiettivo di occuparsi in prima persona della cosa pubblica. I nostri meccanismi di selezione dei candidati sono basati sul merito e non sulla fedeltà ai partiti o sui pacchetti di voto. Uomini e donne del MoVimento 5 Stelle vengono equamente e naturalmente rappresentati senza necessità di ricorrere alle quote “rosa” o “azzurre”. La prova è data dal fatto che all’interno di quasi tutti i nostri gruppi consiliari sono presenti delle donne. E spesso sono anche in numero superiore rispetto ai colleghi maschi.

ELETTRODOTTO WÜRMLACH-SOMPLAGO: IL PROGETTO VENGA PRESENTATO AI CITTADINI

L’assessore Sara Vito recentemente ha espresso “grande soddisfazione” per l’interramento dell’elettrodotto Würmlach-Somplago e per il nuovo progetto presentato dai rappresentanti delle società Alpe Adria energia e Alpen Adria Energy Line, prendendosi meriti che non spettano né a lei né al suo partito, in quanto come al solito a vincere è stata la magistratura austriaca e i comitati che per anni si sono battuti contro la realizzazione dell’ennesimo elettrodotto aereo della nostra regione. Le società proponenti hanno assicurato di voler concertare tutti i dettagli dell’opera con la Regione e gli enti locali (Comuni e Uti Carnia). L’assessore Vito ha anche affermato che il progetto sarà presentato nel dettaglio durante un incontro ipotizzato per la metà di novembre. Sulla base di questi buoni propositi espressi dall’assessore, oggi abbiamo chiesto che questa presentazione avvenga durante una seduta della IV commissione del Consiglio regionale da tenersi in Alto Friuli, che preveda l’audizione dei tanti portatori di interesse coinvolti nella realizzazione dell’elettrodotto Würmlach-Somplago.

In quella sede potranno essere rivolte ai vertici di Alpe Adria energia e di Alpen Adria Energy Line tutte le domande utili per dipanare dubbi e perplessità che da anni avvolgono questo progetto classificato di interesse comunitario, soprattutto circa i costi e i benefici per le comunità. Confidiamo che l’assessore Vito mantenga la parola data circa l’importanza della condivisione del progetto prima dell’avvio dell’iter amministrativo avanti ai Ministeri competenti e voglia evitare un inutile incontro a porte chiuse senza domande e senza la presenza dei residenti che saranno interessati dai lavori di realizzazione della linea. Siamo sicuri che la nostra istanza possa esser accolta e che si possa così convincere il presidente Boem a organizzare per tempo la commissione consiliare.

SUPERARE I LIMITI DI LEGGE FINO A 100 VOLTE? PER IL CAFC È TUTTO IN REGOLA

Fa bene il Presidente Benigno, che ringraziamo per la collaborazione di questi mesi, a dire che non c’è pericolo per la balneazione e infatti le misurazioni Arpa han dimostrato che i livelli di Escherichia coli vicino alla costa sono sempre stati nei limiti di legge. Evidentemente nei km che separano il luogo di scarico dai punti di prelievo per verificare la balneazione, i batteri si diluiscono grazie alle abbondanti acque del Mar Adriatico.

Il problema però è un altro. Il Mare non è frequentato solo da turisti e se son previsti limiti di legge questi vanno rispettati e quelli del batterio e.coli non sono gli unici limiti ad esser superati. Grazie all’accesso atti che abbiamo fatto, negli ultimi tre anni Arpa ha sempre riscontrato superamenti di Escherichia Coli con punte agostane molto vicine al milione di UFC/100ml quando, lo ribadiamo, il limite di legge ora consentito è di soli 5000 (200 volte inferiore).

Il fatto che fino ad oggi non siano state contestate sanzioni è dovuto semplicemente alla “dimenticanza” della provincia di Udine che non ha fissato, contrariamente a quanto previsto dal Codice Ambiente, un limite di legge per l’escherichia coli. Limite che come suggerito dal decreto legislativo 152/2006 non dovrebbe esser superiore ai 5000 UFC. Nonostante la constatazione dei continui sforamenti Arpa FVG non ha mai riscontrato l’assenza di questo limite e di conseguenza il suo sforamento. Sinceramente, ci chiediamo come questo sia stato possibile.
Altro aspetto da sottolineare è il tempo che è stato necessario per Arpa per venire a conoscenza della nuova autorizzazione Regionale del 27 febbraio scorso, considerato che il 12 aprile è vietato emesso un rapporto di prova facendo ancora riferimento all’autorizzazione provinciale del 2013. Si sarebbe potuti intervenire con qualche mese in anticipo.

Ascoltare oggi le dichiarazioni dell’assessore Brini che qualche mese più tardi ha risposto ad un’interpellanza del giugno 2015 presentata dal Consigliere Comunale Codromaz circa i lavori eseguiti sull’impianto, lascia sgomenti.

L’assessore all’epoca riferiva che quando si è insediato l’impianto era stato lasciato allo sbando e che “faceva pena”, senza alcuna manutenzione da parte del Cafc e che pertanto si è giunti ai lavori eseguiti nel 2015. In effetti quell’impianto allo sbando sforava i limiti di legge anche di 200 volte ma il nuovo Depuratore nonostante i 6 milioni di investimento li sfora di 100 volte, secondo Arpa e di 620 volte secondo il Cafc stesso. È evidente che abbiamo “un problema” sia perché per anni si è tollerata questa situazione, sia perché non vengono indicate le possibili soluzioni.

Noi non abbiamo fatto allarmismi, ma solo portato all’attenzione dell’opinione pubblica una problematica che per troppi anni è stata sottaciuta, con la conseguenza che non si è ancora risolta. Non abbiamo parlato di eco reati, o problemi legati alla balneazione, o di danni causati all’eco sistema marino, o ai molluschi coltivati in zona che anche recentemente han riscontrato problemi legati alla presenza di Escherichia coli, tanto da esserne vietata l’assunzione diretta, perché non spetta a noi stabilirlo.

Siamo contenti che per il Cafc sforare limiti di legge di quasi 100 volte significhi che “tutto è in regola”. Se un cittadino attraversasse in auto un centro abitato con un’auto a 4900km/orari non solo gli verrebbe contestata la guida pericolosa, ma come minimo gli verrebbe tolta la patente, in questo caso vediamo quale sarà la conseguenza. Mancano ormai pochi giorni per scoprirlo.

EX CEMENTIZILLO: INFORMAZIONI SCONCERTANTI

Da un documento consultabile sul sito del Ministero dell’Ambiente, oggi abbiamo appreso nuove informazioni sull’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata a suo tempo alla Cementizillo di Fanna.

Il documento in questione è la relazione annuale 2015 del Comitato di Vigilanza e Controllo che si occupa di verificare l’applicazione del DM 22/2013 (c.d. Decreto Clini) sull’utilizzo dei combustibili solidi secondari (css). In questa relazione si evidenzia che c’è molta confusione sulla distinzione tra “css rifiuto”, che continua ad essere considerato rifiuto e sottostare alle relative normative, e “css combustibile”, con caratteristiche qualitative superiori agli altri css e sottoposto a determinati trattamenti e verifiche, tanto da perdere la qualifica di rifiuto.

Il Comitato chiarisce di aver chiesto alle Regioni una lunga serie di informazioni sugli impianti che producono e che utilizzano “css combustibile”. In seguito ai documenti ricevuti, il Comitato evidenzia che:

“Nel caso degli impianti del Gruppo Sacci – Testi (FI) e Buzzi Unicem – Robilante (CN) e Cementizillo – Fanna (PN) le quantità di CSS combustibile non sono disponibili perché le AIA loro rilasciate (le uniche tre al momento per i cementifici in ITALIA) non prescrivono alcun limite sulle quantità di utilizzo. Il cementificio Holcim di Merone (VA), riportato in Tabella 1 è stato autorizzato unicamente a CSS rifiuto. I cementifici Robilante (CN) della Buzzi Unicem e Cementizillo – Fanna (PN) possono utilizzare sia CSS rifiuto sia CSS combustibile”.

Per la prima volta, pertanto, apprendiamo da tale documento che il cementificio di Maniago è autorizzato a bruciare 29.700 tonnellate all’anno di rifiuti e una quantità illimitata di “css combustibile”!

Perché è stata operata tale scelta? In sede di Conferenza di servizi si è parlato di “css combustibile” illimitato in aggiunta al “css rifiuto” (ex Cdr-Q)? Da dove arriverà il “css combustibile”, dato che non risultano nelle vicinanze impianti autorizzati alla produzione di tale combustibile (sempre secondo la relazione del Comitato ministeriale)?

Ma le sorprese non finiscono qui: proseguendo nella lettura del documento, nella tabella relativa agli impianti autorizzati, alla voce scadenza dell’Autorizzazione integrata ambientale, per il cementificio di Fanna leggiamo la seguente: 24/10/2020 × D. Lgs.46/14: 24/10/2026. Ottobre 2026?? Ma questo com’è possibile se nell’Autorizzazione regionale è indicata una validità di appena 6 anni?

Purtroppo abbiamo fatto una verifica sul Decreto Legislativo 46/2014, indicato in tale scheda e approvato solo due settimane dopo il rilascio dell’Aia alla Cementizillo, e in effetti tale norma stabilisce che “la durata dell’Autorizzazione integrata ambientale è stata raddoppiata rispetto ai termini di validità previsti nella precedente disciplina” ed “è di dodici anni per le installazioni che all’atto del rilascio dell’Autorizzazione risultino certificate secondo la norma UNI EN ISO 14001”.
Finora nessuno aveva mai parlato di autorizzazione a quantità illimitate di “css combustibile” (in aggiunta al “css rifiuto”) né di scadenza al 2026!

I cittadini e gli amministratori locali del territorio sono stati messi a conoscenza di queste informazioni sconcertanti? In nome della trasparenza di accesso alle informazioni, dov’è possibile reperire tali elementi all’interno del sito istituzionale della Regione o dei documenti autorizzativi pubblicati?

ERRATA CORRIGE – RICHIESTA DI IMMEDIATA RETTIFICA

Trieste, 29 ottobre 2017

Spettabile
MESSAGGERO VENETO
alla cortese attenzione
del direttore responsabile
Omar Monestier
al vicecaporedattore di Pordenone
Antonio Bacci

La sottoscritta, Eleonora Frattolin, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, eletta nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, in base all’art. 8 della legge n. 47 del 1948 e all’art. 2 della legge n. 69 del 1963, chiede l’immediata rettifica delle affermazioni riportate nel titolo dell’articolo “Ma il M5S non ci sta: «I dati sono alterati, la soglia è stata rivista al ribasso»”, pubblicate dal quotidiano Messaggero Veneto a pagina 46 dell’edizione di Pordenone di oggi, domenica 29 ottobre 2017.

Nel titolo dell’articolo in questione mi viene attribuito un virgolettato che non ho mai pronunciato. Non ho mai affermato, infatti, che i dati siano alterati o la soglia sia stata rivista al rialzo. Al contrario, ho detto che è stato preso come limite massimo tollerato quello più elevato concesso dalla normativa nazionale, come se il cementificio di Maniago fosse un impianto di smaltimento di Pcb.

Nel comunicato inviato agli organi di informazione ho affermato testualmente: “Arpa non risponde sul perché si sia concesso alla Cementizillo un limite di emissione per i Pcb così elevato. È o non è lo stesso limite che hanno gli impianti autorizzati a smaltire rifiuti pericolosi contenenti Pcb? È a conoscenza Arpa del fatto che tale limite di 0,5 mg/Nm3, essendo da rapportare al volume delle emissioni, che per l’azienda in questione sono di 320.000 m3/h, significa che il cementificio è stato autorizzato ad emettere fino a 1,4 tonnellate di Pcb all’anno dal camino?

Chiedo pertanto l’immediata rettifica dell’errore e la pubblicazione di apposita notizia di rettifica sul quotidiano pubblicato a stampa e on-line entro 7 giorni dalla ricezione della presente.

In caso di inadempienza mi riservo ogni azione a termini di legge, allo scopo di garantire la corretta informazione ai cittadini e di ottenere un risarcimento per eventuali danni di immagine.

Eleonora Frattolin
consigliera regionale
Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia

GESTIONE TPL: SEMPRE FORTE IL RISCHIO SCALATA DA PARTE DI FERROVIE DELLO STATO

Le misure “anti-scalata” proposte dalla giunta Serracchiani con un emendamento last minute al ddl 230 nel corso dell’ultima seduta del Consiglio regionale certamente non risolvono il problema, ma anzi aggiungono ulteriori balzelli a una vicenda già complessa.

La giunta Serracchiani ha ritenuto di risolvere l’annosa questione della probabile scalata di Ferrovie dello Stato, attraverso la controllata Ferrovie nord Milano, nel capitale della Tpl Fvg scarl con l’introduzione di una società di scopo in cui anche gli enti locali potranno conferire le quote in loro proprietà delle attuali società di gestione del trasporto pubblico locale. Avevamo presentato un’interrogazione urgente, ritenendo imprescindibile per la stessa Regione prevenire operazioni societarie che – seppur legittime sotto il profilo del diritto civile – potrebbero eludere le valutazioni eseguite in sede di gara Tpl dalla stessa Regione e che hanno portato a escludere proprio Busitalia, la società controllata da Ferrovie dello Stato.

Considerato che Ferrovie dello Stato possiede anche un’importante partecipazione nel capitale di Ferrovie Nord Milano, che a sua volta ha recentemente acquisito la Mva srl, che a sua volta detiene azioni di Atap (la nota società di gestione del pordenonese che detiene il 25% della newco Tpl Fvg scarl), siamo ovviamente preoccupati per una futura scalata che può essere esercitata, utilizzando l’istituto della prelazione, nel caso gli enti pubblici territoriali decidano di cedere le proprie quote. Ipotesi non tanto remota, vista la recente decisione presa dal Comune di Pordenone.

La mera possibilità prevista dalla nuova disposizione di legge di conferimento delle quote degli enti locali e l’impalpabile azione di promozione della Regione in tali termini, non sembrano misure concrete in grado di evitare la possibile perdita di governance anche su un servizio pubblico vitale come quello del trasporto pubblico locale.

DEPURATORE DI LIGNANO: DENUNCIA DEL M5S

Il Consorzio per l’acquedotto del Friuli centrale (Cafc) avrà tempo fino al prossimo 4 novembre per presentare le proprie memorie difensive, poi spetterà alla Regione determinare l’ammontare di ben tre sanzioni che vanno, ciascuna, da un minimo di 3 mila euro ad un massimo di 30 mila euro, per tre sforamenti dei limiti di legge sugli scarichi del depuratore di Lignano Sabbiadoro, sforamenti accertati da Arpa Fvg.

Dopo le numerose segnalazioni ricevute dai cittadini, dallo scorso febbraio il MoVimento 5 Stelle ha iniziato a informare l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e gli organi competenti in merito al presunto malfunzionamento dell’impianto.

In quegli stessi giorni, il 27 febbraio 2017, la Regione ha emesso una nuova autorizzazione allo scarico, avendo acquisito funzioni prima spettanti alla Provincia di Udine. Il giorno seguente Arpa ha effettuato uno dei campionamenti previsti dalla normativa per controllare gli scarichi e il 12 aprile 2017 ha emesso un parere di conformità alla normativa vigente. L’Agenzia però si è riferita alla precedente autorizzazione della Provincia datata 2013 e non a quella nuova già pubblicata all’atto del prelievo. Quest’ultima per la prima volta, infatti, dà attuazione al Codice dell’Ambiente, fissando anche per il batterio escherichia coli il limite massimo consentito.

Il 7 marzo, a seguito di una nostra ulteriore richiesta di chiarimenti, Arpa ha continuato a ignorare la presenza della nuova autorizzazione sostenendo che le analisi del 2016 avevano evidenziato il sostanziale rispetto dei limiti allo scarico. Qui va sottolineato l’aggettivo “sostanziale” che poco significa circa il superamento o meno dei limiti di legge previsti dal Testo Unico Ambiente .

Le nostre segnalazioni sono proseguite nel corso di tutta l’estate e per valutare meglio la situazione abbiamo deciso di effettuare un sopralluogo presso l’impianto, anche alla luce delle altisonanti dichiarazioni rilasciate lo scorso 27 maggio dall’allora presidente del Cafc Eddi Gomboso secondo il quale: “la città balneare si appresta ad affrontare la stagione estiva con tutte le principali opere sistemate. Grazie all’intensa attività del Cafc le rese depurative saranno raggiunte e garantite anche quest’anno. Il terzo di questi lotti è già in previsione e costerà ulteriori due milioni di euro”. È bene ricordare quanto sia stato speso per il depuratore di Lignano negli ultimi due anni: 1 milione e 850 mila euro, oltre alla cifra sostenuta per realizzare l’adeguamento dell’impianto terminato nel 2015, pari a 4 milioni di euro.

Alla visita all’impianto di via Lovato dello scorso 15 settembre hanno partecipato i consiglieri regionali del M5S Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, la consigliera comunale del M5S di Latisana Loredana Pozzatello e la deputata del M5S Arianna Spessotto. Durante la visita i tecnici del Cafc hanno segnalato le normali difficoltà dell’impianto dovute alla stagionalità legata alla vocazione turistica della città di Lignano, mentre non sono emerse ulteriori criticità. Il tutto alla presenza del sindaco di Lignano, del sindaco di Palmanova e del nuovo presidente del Cafc Salvatore Benigno, in carica dai primi di giugno.

Da sottolineare, però, che nel corso di questo sopralluogo ci è stata consegnata anche una relazione con gli esiti degli autocontrolli disposti dal gestore e quelli “fiscali” eseguiti da Arpa: di tutti questi venivano segnalati come irregolari solo quelli di Arpa per l’azoto nitroso (fino a sei volte il limite di legge), mentre sussistevano importanti e continuati superamenti anche per l’escherichia coli, uno dei due parametri fondamentali per stabilire la balneabilità delle acque marine.

Incuriositi da queste incongruenze abbiamo effettuato presso Arpa una richiesta di accesso agli atti. I dati che ci ha fornito l’Agenzia sono sconcertanti: in realtà da febbraio a settembre tutti i rapporti di prova di Arpa evidenziano sforamenti di escherichia coli. La nuova autorizzazione prevede un limite di legge di 5.000 UFC/100ml mentre i referti di febbraio, giugno, luglio e agosto 2017 riportano rispettivamente valori pari a 140.000, 170.000, 72.000 e 490.000.

Da notare, infine, che anche le verifiche di autocontrollo nei mesi estivi riportavano significativi sforamenti, il più eclatante di tutti quello del 10 maggio 2017, pari a 3.100.000 ufc/100ml.

ROSATELLUM BIS: UN CENTINAIO DI ATTIVISTI E PORTAVOCE DEL M5S A ROMA

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Un centinaio di attivisti e portavoce eletti del MoVimento 5 Stelle, partiti dal Friuli Venezia Giulia, ha partecipato alla grande manifestazione che si è tenuta nelle ultime ore a Roma, davanti al Pantheon, per protestare contro l’approvazione del “Rosatellum bis”.

Oggi a Roma è stata approvata una porcata immensa, la legge elettorale dei nominati imposti dalle segreterie dei partiti. Una legge voluta Pd, Forza Italia, Lega Nord, Alternativa Popolare, Autonomie linguistiche e appoggiata al Senato anche da Ala del pregiudicato Denis Verdini. Una legge approvata nel silenzio più assoluto da parte dei politici del Friuli Venezia Giulia. Gli stessi che a parole dicono di difendere l’autonomia della nostra regione e poi accettano senza battere ciglio qualsiasi decisione presa a Roma. Partiti, come la Lega, pronti a fare accordi sotto banco per cercare di mettere fuori gioco il MoVimento 5 Stelle.

Fra qualche anno, quando l’Italia non sarà più nelle mani dei partiti che l’hanno ridotta in queste condizioni, chi era a Roma potrà dire ai figli e ai nipoti “noi c’eravamo quando hanno cercato di rubarci la democrazia”. Potrà dire “io c’ero” nel momento in cui tutti i partiti si stavano mettendo d’accordo per rubarci il diritto di scegliere il candidato da mettere in Parlamento. Le migliaia di persone in piazza a Roma e lo sdegno di milioni di cittadini in tutta Italia dimostrano infatti che queste persone hanno sbagliato i conti. Fino alle prossime elezioni parleremo a tutti e con tutti. Spiegheremo i meccanismi truffaldini, antidemocratici e incostituzionali che caratterizzano questa legge elettorale. Uno ad uno. La battaglia non finisce certo qui.