sabato, 15 Marzo 2025
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Legge elettorale, Capozzi: Scorretto fare modifiche con atto giuntale

“Rimaniamo profondamente contrari alle modifiche presentate dalla Giunta regionale sulle elezioni comunali, frutto non di convinzioni politiche o di grandi dibattiti, ma solo della sconfitta subita a Udine e dalla difficoltà di individuare candidati sindaci all’altezza del ruolo”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi, del Movimento 5 Stelle, a margine della discussione in V Commissione sulle modifiche alle norme elettorali che saranno apportate dal disegno di legge 15.

“Una legge – prosegue Capozzi – non dovrebbe essere modificata con un atto della Giunta, semmai con un lavoro condiviso del Consiglio e dovrebbe esser ponderata su considerazioni politiche e sociali. Lo consideriamo un assalto alla legge elettorale intollerabile, celato dietro un risparmio di spesa”.

“Difendiamo la soglia del 50% – incalza la pentastellata – perché consente di avere un sindaco legittimato da una maggioranza più ampia, e, visto il trend della partecipazione piuttosto basso, possiamo tranquillamente pensare che con la soglia del 40% verrà dichiarato eletto chi non ha neanche il 20% dei voti degli elettori. Inoltre, difendiamo il limite del secondo mandato del sindaco per preservare il fondamentale principio democratico e prevenire l’accumulo eccessivo di potere da parte di un’amministrazione comunale che si prolunghi per oltre dieci anni.

“Secondo noi, in questo momento storico la vera battaglia urgente da portare avanti è quella che mira ad aumentare l’affluenza alle urne. Ecco perché abbiamo colto l’occasione di questa discussione per porre sul tavolo tre questioni importanti – fa sapere in chiusura Capozzi – legate alle regole elettorali: voto elettronico, voto fuori sede e raccolta digitale delle firme necessarie alla sottoscrizione. Ci auguriamo che il Consiglio regionale possa convergere su queste proposte che avanziamo non per interessi di parte, ma per difendere il diritto al voto e la partecipazione democratica di migliaia di cittadini”.

[Video] Consulta dei Giovani di Trieste, ecco il video di Telequattro

L’amministrazione comunale dovrebbe riattivare la Consulta dei Giovani di Trieste, un organo consultivo del Comune di Trieste nato per coinvolgere e ascoltare i giovani sui problemi della città. A chiederlo è Enrico Sossi, referente giovani del gruppo territoriale di Trieste del Movimento 5 Stelle, durante una conferenza stampa tenuta questa mattina assieme a Elena Danielis e Paolo Menis, rispettivamente coordinatori regionale e provinciale M5S.

“La Consulta è nata in aprile 2021 ma è ferma già da marzo 2022, dopo nemmeno un anno di attività – ha spiegato Sossi -. Abbiamo più volte provato a contattare gli uffici comunali, l’assessore competente e il sindaco ma senza successo. Nell’unica interazione che sono riuscito ad avere con il sindaco Dipiazza, che è presidente della Consulta, mi ha risposto che era da più di un anno che non andava in ferie e che se ne occuperà qualcun altro”.

“Visto anche il grande distacco tra i giovani e la politica, a Trieste e in Italia, auspichiamo che questo strumento di partecipazione giovanile venga riattivato il prima possibile”, è la speranza di Sossi.

Paolo Menis ha ricordato che “nel logo del M5S è presente la data del 2050, anno della neutralità climatica, perché il Movimento ha obiettivi nel lungo periodo, quindi chi più dei giovani ha il diritto di confrontarsi sulle grande sfide conseguenti all’innovazione tecnologica e alle applicazioni che si baseranno sull’intelligenza artificiale e che rivoluzioneranno l’economia e il mondo del lavoro? Ed è giusto confronti anche all’interno di organismi come quello della Consulta, dando spazio a menti giovani e brillanti di tutte le forze politiche”.

Elena Danielis, coordinatrice regionale M5S, infine ha sottolineato l’attenzione che il Movimento dà ai giovani. “Una parte del programma elettorale per le Europee sarà scritto sintetizzando le proposte che perverranno dai nostri iscritti under 36. Ne sono arrivate già un migliaio. Per quanto riguarda la Consulta dei Giovani già al momento della delibera che l’aveva costituito mi ero premurata di evidenziare la criticità di un organismo consultivo le cui convocazioni di fatto possono essere fatte solamente dal sindaco”.

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Altre informazioni sulla Consulta dei Giovani

Con deliberazione consiliare n. 60 del 15/12/2020, il Comune di Trieste ha istituito la Consulta dei Giovani di Trieste approvandone anche il relativo Statuto. Il 5 marzo 2021 si è conclusa la raccolta delle domande di iscrizione da parte dei giovani dai 16 ai 31 anni non compiuti con i requisiti previsti. La prima riunione dell’Assemblea si è svolta il 12 aprile 2021.
Successivamente la Consulta si è riunita periodicamente, sia in assemblea sia nelle commissioni, lavorando a contatto con l’ex’assessore Francesca De Santis, su temi quali la mobilità sostenibile.
L’ultima riunione della Consulta dei Giovani si è svolta il 30 marzo 2022 con l’ex assessore Nicole Matteoni e l’assessore Elisa Lodi.

Norma costitutiva: Delibera di Consiglio comunale 60 Anno 2020 (https://bandieconcorsi.comune.trieste.it/contenuti/allegati/D%20%20Deliberazione%20Consiliare%20n.60%20di%20dd.%2015-12-2020.pdf)
Normativa ulteriore:
● Art.27 Legge regionale 10 dicembre 2021, n.222 (https://lexviewint.regione.fvg.it/FontiNormative/xml/xmlLex.aspxanno=2021&legge=22&ID=art27&lista=1&fx=)
● Deliberazione Consiliare n. 457 del 15/12/2020 (non consultabile online)
● Statuto della Consulta dei Giovani (https://www.comune.trieste.it/media/files/032006/attachment/Statuto_definitivo_Consulta_xnnTV5F.pdf)

Fotovoltaico, ecco il discorso di Rosaria Capozzi

Il tema energia è quanto mai attuale, in particolar modo l’apporto delle fonti rinnovabili. Come M5S abbiamo sempre ritenuto essere una necessità diffondere il fotovoltaico, ma riteniamo che bisogna tutelare agricoltura e paesaggi.
La crescita della produzione delle energie pulite è oggi più che mai necessaria ma non può realizzarsi in maniera incontrollata.
Noi crediamo che occorra guardare a quegli spazi già antropizzati e inutilizzati, abbiamo centinaia di ettari di tetti di capannoni ed edifici pubblici da sfruttare, ma soprattutto discariche esaurite per rifiuti inerti e per rifiuti urbani non pericolosi, presenti nella nostra Regione.
Vogliamo sottolineare i rischi per i territori rurali, in particolar modo di quelli di pregio agricolo, ambientale e paesaggistico, derivanti da una diffusione generalizzata e fuori da ogni criterio di programmazione del fotovoltaico a terra.
Oggi gli agricoltori sono quasi tutti in gravi difficoltà economiche. Siamo convinti che dove l’agricoltura è di alta qualità e redditizia, nessuno la possa trasformare mai in distese di pannelli, mentre questa soluzione potrebbe costituire una via d’uscita, un aiuto dove è più povera, magari occupando i terreni più marginali e improduttivi”.
Fatta questa premessa voglio fare una digressione.
Voglio partire dal Decreto Ministeriale 10 settembre 2010 che prevedeva che “le regioni possano procedere all’indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti da fonte rinnovabile”
Con l’Ordine del giorno n. 43 del 130 del 30 aprile 2021 (tre anni fa) accolto dalla giunta, i Consiglieri della Lega Nord, tra cui il Presidente Bordin, ricordavano che la funzione attribuita alla Regione di individuare le aree inidonee non possa essere assolta attraverso lo strumento legislativo e pertanto impegnava la Giunta ad avviare le procedure tecniche per individuare tali aree (Qui si può scaricare l’ordine del giorno https://www.consiglio.regione.fvg.it/iterdocs/ODG_Docs/WASZCZYK73_130-43.pdf);
Il M5S nel Luglio 2021 presentava un emendamento per chiedere “Nelle more dell’aggiornamento del Piano Energetico Regionale, al fine di verificare gli effetti sul paesaggio e sull’ambiente correlati alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica su terreni agricoli, fatta salva la compiuta istruttoria delle istanze pervenute, la sospensione del rilascio delle relative autorizzazioni”.
La norma non venne votata dall’aula, ma venne stralciata e portata in commissione per non essere mai più discussa, né tanto meno approvata.
Successivamente i consiglieri di maggioranza approvano la Legge Regionale 16 del 2 novembre 2021, con cui prevedono (per legge) che alcune aree non siano idonee;
Il Governo impugna la Legge Regionale ritenendo che l’individuazione non si potesse fare per legge, ma tramite un’apposita istruttoria, indicando e motivando negli atti di programmazione la non idoneità delle singole aree.
La Corte Costituzionale poi da ragione al Governo (ma che strano eh) e dichiara illegittima la legge regionale.
L’8 novembre 2021 il Governo approva il decreto legislativo 199/2021 con cui viene ribadito che le Regioni debbano individuare per legge le aree idonee (ma non, per legge, le aree inidonee), inoltre ribadisce che “le aree non incluse tra le aree idonee non possono essere dichiarate non idonee”.
Infine, al comma 6 dell’articolo 20 di tale decreto si prevede espressamente che “Nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”. Prima evidentemente si potevano approvare, ma non è stato fatto!
Dichiarando illegittima la Legge Regionale approvata nel 2021 la Corte Costituzionale ricorda a tutti che “Le aree non idonee sono quindi individuate dalle regioni «nell’ambito dell’atto di programmazione con cui sono definite le misure e gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi di burden sharing» (Piano Energetico Regionale), nel quale devono essere richiamati gli esiti dell’istruttoria svolta, contenenti «in relazione a ciascuna area individuata come non idonea in relazione a specifiche tipologie e/o dimensioni di impianti, la descrizione delle incompatibilità riscontrate con gli obiettivi di protezione individuati nelle disposizioni esaminate». Sempre ricordando che lo sviluppo di energie rinnovabili è di cruciale rilievo rispetto al vitale obiettivo di tutela dell’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni”.
Va da sé che la Corte Costituzionale ci invita a individuare le aree non idonee nel Piano energetico Regionale.
Approvata la Delibera di Giunta Regionale n. 2080/2023 il 24 gennaio 2024 (poche settimane fa) si è dato avvio al processo di valutazione ambientale strategica del Nuovo piano Energetico Regionale con i due documenti allegati: il rapporto preliminare del Piano e la proposta preliminare del Piano. Ed è qui che dovrebbero essere individuate le aree non idonee secondo i dettami del DM del 2010.
Questo è solo per ricordare che l’inerzia della regione ha causato la proliferazione di campi fotovoltaici, che si è in leggero ritardo di 13 anni, che non si è voluto porre un freno alle autorizzazioni tre anni fa e lo si fa, a parole, solamente oggi quando ormai le pratiche per riempire la nostra pianura sono ben che avanzate, andando espressamente contro a quelle che sono le leggi approvate dalle stesse forze politiche che governano il paese e la regione.
L’inerzia della regione ha consentito che il nostro territorio venisse deturpato.

Sanità, Capozzi: Evitare tensioni e ulteriori fughe da Asufc

“Quanto appreso dalle organizzazioni sindacali Uil Fpl e Nursind che venerdì hanno abbandonato il tavolo di concertazione con il direttore dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc), Denis Caporale, è estremamente preoccupante. Solo dopo le proteste, i lavoratori dell’Azienda giuliano isontina si sono visti riconoscere quanto da loro spettante e rivendicato. Ci auguriamo che l’azienda udinese non preferisca gli scioperi ai tavoli di confronto”.

Lo sostiene in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, dopo le dichiarazioni di alcuni sindacati di categoria in merito agli atteggiamenti dei dirigenti Asufc nei loro confronti.

“A fronte di rivendicazioni condivisibili – spiega Capozzi – siamo venuti a sapere che le risposte ricevute non sono state di certo concilianti e rassicuranti. Anzi, si parla anche di toni alzati da parte della dirigenza verso i delegati sindacali presenti, che hanno poi abbandonato l’incontro tenutosi il 29 febbraio, il giorno in cui l’assessore Riccardi veniva in Commissione a dirci che i problemi riguardanti le risorse aggiuntive regionali del comparto sanità erano rientrati”.

“Ma, a quanto pare, così non è – prosegue la consigliera pentastellata -: i lavoratori della provincia di Udine sembrano intenzionati a dare battaglia, anche perché si sentono discriminati verso i colleghi di altri territori”.

“Eppure – sottolinea ancora l’esponente di Opposizione – ci sembrano più che legittime le richieste di aumentare alcune indennità orarie per il lavoro notturno e le giornate di presenza, o ridefinire il modello incentivante, pagando i richiami in servizio con prestazioni aggiuntive su base oraria per ottenere risorse fresche per i lavoratori, come già avviene per le altre aziende regionali dove gli operatori a parità di condizioni percepirebbero centinaia di euro in più”.

“Ci auguriamo – conclude Capozzi – che gli animi si possano rassenerare e si possa giungere a quella perequazione che possa uniformare le prestazioni e le indennità di tutti i lavoratori del comparto, scongiurando possibili scioperi e conseguenti disagi per i nostri pazienti”.

Terzo mandato, Capozzi: Fedriga getta la maschera, ma resta errore

“Il presidente Fedriga conferma quello che abbiamo sempre sostenuto: punta al terzo mandato. Questo dimostra che, se restasse il limite del doppio mandato, le forze di Maggioranza avrebbero non pochi problemi a individuare un’alternativa al presidente. La sconfitta in Sardegna brucia ancora. Noi del M5S restiamo convinti del limite del doppio mandato, come da nostra regola interna: la politica deve essere intesa come servizio, non come professione, inoltre vogliamo evitare che si perpetrino gli eccessi di potere istituzionale conferito ai presidenti e ai sindaci allungando le loro cariche oltre i 10 anni”.

Lo afferma in una nota la consigliera Regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, a seguito delle dichiarazioni del presidente Fedriga rilasciate a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 della sezione Fvg della Corte dei Conti.

“Un limite – prosegue Capozzi – che si sostanzia anche in una autodifesa della democrazia, cosi come avviene in altri Paesi democratici incardinati sul vincolo del secondo mandato. È evidente: il tema risulta essere il pomo della discordia soprattutto nella maggioranza di Governo, dove si vuole evitare di cedere nel 2025, alla premier Meloni, regioni leghiste come il Veneto di Zaia e blindare la Liguria di Toti, ma proprio perché questa regola non si presti a giochi di potere e ambizioni di partito è bene evitarla”.

“Il principio che siano i cittadini a decidere può essere valido, ma allora il presidente ci dica se vuole togliere anche altre cause di incompatibilità e inconferibilità, altrimenti – conclude l’esponente delle Opposizioni – è la dimostrazione che tutto questo non ha a che fare con gli interessi degli elettori ma solo dei partiti”.

Dimissioni D’Agostino, Capozzi: A presto con un altro ruolo

“Grazie al presidente D’Agostino, speriamo di rivederlo qui presto con altro ruolo”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale M5S, Rosaria Capozzi, sottolineando che “appresa la notizia delle dimissioni di Zeno D’Agostino, il pensiero va al grande lavoro che ha svolto per il rilancio del Porto di Trieste e di tutto il sistema logistico regionale”.

“Gli saremo sempre grati per questo – aggiunge Capozzi – e per aver dimostrato in modo inequivocabile che anche la Pubblica amministrazione è in grado di esprimere managerialità ai massimi livelli”.

“Ci auguriamo – conclude l’esponente di opposizione in Cr – che l’ex presidente dell’Autorità portuale di Trieste e Monfalcone possa, anche ricoprendo altri ruoli, mettere ancora le sue grandi capacità a disposizione della nostra comunità”.

Superbonus, Capozzi: No a disinformazione di Fedriga

“La campagna di disinformazione sul Superbonus continua, oggi è il presidente Fedriga a intervenire contro la misura durante una diretta sui suoi canali social. Il Movimento 5 Stelle continua a difenderne l’integrità contro una certa politica che vuole negare i benefici economici e sociali derivanti da questa misura, di cui ha lautamente beneficiato scrivendo i bilanci più corposi della storia regionale”.

A sottolinearlo in una nota è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, intervenuta con il rappresentante del gruppo territoriale di Gorizia Marco Piemonte, da sempre attento alle politiche sostenibili.

“Quello che il presidente finge di dimenticare è che il Superbonus è servito da misura shock per risollevare l’economia e l’edilizia in crisi dal 2008 e che, dati alla mano, il 110% ha determinato un aumento del gettito tributario, la creazione di un milione di posti di lavoro, un incremento del Pil che ormai supera il costo della misura stessa”, prosegue la consigliera di opposizione.

“Inoltre – continuano i pentastellati – secondo autorevoli osservatori nazionali come il Censis, una considerevole parte degli investimenti ritorna allo Stato, minimizzando così il costo netto del Superbonus. Spesso i consiglieri di maggioranza ci invitano a studiare, al presidente suggeriamo una full immersion per avere maggiore contezza delle sue affermazioni”.

“Anche perché è innegabile il risultato positivo raggiunto anche nella nostra regione, dove il Superbonus ha comportato 2,4 miliardi di euro investiti in ristrutturazioni, nonostante tutti i paletti messi da quando la Lega governa a Roma. Il buon senso evidentemente anima qualcuno – continua Capozzi – e l’assessore Zilli, dando seguito alle nostre proposte dettate dalla necessità di migliorare la circolarità dei crediti fiscali, ha concluso un accordo per dare risposta a tanti cittadini e imprese rimasti vittime delle modifiche apportate dagli ultimi Governi”.

Sanità, Capozzi: Ancora numerosi i precari da stabilizzare

“In un momento di grande sofferenza per la sanità regionale e di carenza di personale, fa specie leggere che ci siano ancora 170 operatori sanitari in Asugi che devono essere stabilizzati e che hanno lavorato senza alcuna certezza per il loro futuro”.

Lo sottolinea in una nota la consigliera regionale del M5S Rosaria Capozzi, che annuncia il deposito di un’interrogazione indirizzata all’assessore alla Salute Riccardo Riccardi in merito alla stabilizzazione del personale sanitario.

“Gli ultimi anni – spiega Capozzi – sono stati caratterizzati principalmente da politiche di razionalizzazione della spesa sanitaria che hanno comportato il divieto di effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato. Ciò ha portato a una sostanziale riduzione del personale sanitario in servizio, pur con la contestuale creazione di una ampia pletora di precari”.

“Se ne parla da mesi – prosegue la consigliera pentastellata – ma questo futuro per qualcuno è ancora tutto da scrivere e fa ancor più specie leggere che Asugi procederà all’assunzione tenendo conto del fabbisogno di personale. Come se la realtà rappresentata e i disservizi sofferti dai nostri cittadini siano frutto di fantasie di utenti e operatori”.

“Ogni giorno – sottolinea l’esponente di Opposizione – assistiamo a dei paradossi e questo ne è l’ennesimo esempio. Ci si lamenta della carenza endemica di personale, quando nella sola Asugi il numero di precari ammonta a circa 170 unità, che rischiano di non essere assunti perché non c’è fabbisogno. Forse aspettiamo che li assuma qualche cooperativa per poi ritrovarceli nei reparti al triplo del costo”.

“Con l’interrogazione – conclude Capozzi – intendiamo verificare quanti siano gli operatori sanitari che in tutta la nostra regione lavorano da precari e come le aziende sanitarie si stiano muovendo per la loro stabilizzazione. Si tratta di riconoscere a questi professionisti il ruolo ricoperto con grande spirito di abnegazione”.

Pubblico impiego, Capozzi: No a gettonisti e a privatizzazione

“È deprimente vedere come ad ogni livello delle istituzioni e della politica manchi l’ingegno per salvare non soltanto il nostro sistema sanitario, ma anche quello della pubblica amministrazione che rischia ora di essere attratto dalle sirene della privatizzazione”.

A dirlo in una nota è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi.

“Il timore – sottolinea Capozzi – è che si instauri anche nella pubblica amministrazione un sistema come quello sanitario regionale. Siamo preoccupati”.

“Se la scelta fatta dal Comune di Valvasone Arzene di sopperire alla carenza di professionisti con i cosiddetti ‘gettonisti’ venisse percorsa anche da altri enti – spiega la consigliera di Opposizione – il rischio è quello di avere un sistema allo sbaraglio come quello sanitario. Un sistema su cui siamo intervenuti per chiedere che si ponga un tetto e un limite all’utilizzo di certe metodologie”.

“Tali interventi – conclude l’esponente pentastellata – potevano avere senso durante la pandemia, ma ora risultano economicamente insostenibili e, invece di risolvere i problemi in sanità li hanno acuiti. L’impressione è che si prendano decisioni in assenza di valutazioni serie sulla loro efficacia e con possibili effetti negativi. Pertanto auspichiamo un ripensamento”.

Legge elettorale, Opposizioni: No a golpe legislativo, democrazia a rischio

“Qualora fossero confermate le indiscrezioni riportate oggi sulla stampa, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio golpe, uno stravolgimento delle regole mai visto prima nella storia della nostra regione, verso una palese riduzione della democrazia”.

Lo affermano, in una nota congiunta, i capigruppo del Pd, del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg e del gruppo Misto (M5s, Avs e Open Fvg) in Consiglio regionale, Diego Moretti, Massimo Moretuzzo e Rosaria Capozzi, commentando le notizie di ipotetiche modifiche al sistema elettorale che riguarda gli enti locali, che sarebbero al vaglio del Centrodestra che governa la Regione.

“Se ciò fosse vero – continuano i tre capigruppo – allora ci troveremmo di fronte per prima cosa a una totale mancanza di rispetto del ruolo del Consiglio regionale, piegato alle volontà di qualche sindaco, mentre per altro verso si continuerebbe a fare norme ad personam a favore di qualcuno o contro qualcun altro, senza, peraltro, alcuna certezza sulla durata di un mandato amministrativo”.

“Un primo passaggio – ricordano Moretti, Moretuzzo e Capozzi – lo abbiamo visto già nel 2021, per favorire sempre gli stessi, e così, a quanto pare, potrebbe essere anche questa volta. L’auspicio è che si tratti di sole indiscrezioni che non si traducano in norme perché, a quel punto, si sovvertirebbero le regole che in questi 60 anni di democrazia hanno governato il Friuli Venezia Giulia. Nel 60. anniversario dello Statuto di autonomia sarebbe proprio una beffa, una pessima presa in giro”.

Elezioni Sardegna, Capozzi: Vittoria di Todde scrive una nuova pagina

“Siamo entusiasti per il risultato ottenuto dalla nostra Alessandra Todde. Oggi si scrive una nuova pagina nella storia della Sardegna”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale del M5S Rosaria Capozzi, commentando i risultati delle elezioni regionali in Sardegna.

“I cittadini – sottolinea Capozzi – alzano la testa e premiano il merito, scegliendo per la prima volta una donna alla guida della propria Regione. Alessandra Todde ha potuto dimostrare le proprie capacità imprenditoriali nel corso della sua brillante carriera lavorativa. Le stesse capacità messe al servizio del Paese durante i suoi incarichi di sottosegretaria e di viceministro allo Sviluppo economico, rispettivamente durante i governi Conte e Draghi”.

“Durante i suoi mandati – spiega l’esponente di Opposizione – ha potuto seguire con successo molte crisi industriali, tra cui quella che ha interessato la Safilo di Martignacco, venendo sul posto e parlando con gli operai che rischiavano di perdere il loro posto di lavoro”.

“Questo risultato – conclude la consigliera pentastellata -potrebbe essere letto come un voto contrario al Governo di Centrodestra dopo un anno e mezzo dal suo insediamento e a tre mesi dalle elezioni europee, e rende evidente che un’alternativa è possibile. Inizia una nuova fase che può portare a cambiare il colore delle nostre Regioni”.

Legge elettorale, Capozzi e Maiorino: Scelta di Fedriga per Comuni FVG non ci piace

“Il via libera della Giunta Fedriga al disegno di legge elettorale per i nostri Comuni non ci piace, sia perché le regole del gioco dovrebbero scriverle con un lavoro condiviso tutte le forze politiche e non essere il frutto del solo potere esecutivo, sia perché non permette ai cittadini di scegliersi da chi farsi governare, decretando, che la minoranza diventi maggioranza”.

A dirlo in una nota è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, a cui si unisce la Capogruppo M5S in Commissione Affari costituzionali del Senato, Alessandra Maiorino.

“Abbassare al 40% la soglia per l’elezione al primo turno dei sindaci nei Comuni sopra i 15mila abitanti, fintanto che l’astensione alle urne è così elevata – prosegue la Capozzi -, determinerà una instabilità amministrativa, perché qualsiasi decisione presa da chi governa non sarà sostenuta dalla maggioranza dei cittadini. Sarebbe auspicabile che i proponenti ammettessero che il caso Udine scotta ancora e che, prima di perdere ulteriori Comuni importanti, vogliano correre al riparo”.

“Così come restiamo convinte nel limite al secondo mandato per una nostra stessa regola interna, la politica deve essere intesa come servizio, non come professione – si evidenzia nella nota -, la ratio della limitazione a 10 anni di potere è dettata dalla volontà di limitare gli eccessi di potere rappresentando una autodifesa della democrazia, e questo vale tanto per i sindaci quanto per i governatori”.

“Intervenire sulla legge elettorale dovrebbe esser prioritario solo se attaccasse il vero nemico della democrazia in questo momento, l’astensione, ma norme come queste rischiano di aumentarlo. Il messaggio che passa – conclude la Capozzi – è che la politica rimane concentrata su se stessa, preoccupandosi solo di garantirsi poltrone e consolidare quelle che ha”.

Evento a Pordenone sul conflitto israelo-palestinese: grazie per questa occasione di confronto!

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Quella di sabato pomeriggio a Pordenone è stata un’occasione di riflessione sulla guerra in corso a Gaza.
Tanti cittadini in queste settimane stanno manifestando per il cessate il fuoco e quello che tantissime persone hanno capito purtroppo non viene compreso da troppi governanti, a partire dai vertici Usa e Ue. Se si vuole arrivare a un processo di pace bisogna fermare le armi. A Gaza è in atto una carneficina, i palestinesi sono alla fame, gli ospedali vengono bombardati. Ci sono ancora ostaggi tenuti prigionieri da Hamas. Tantissimi israeliani non sono d’accordo con la linea scelta dal premier Netanyahu.
Ci fa piacere sapere che in tutta Italia le persone si informano e hanno idee indipendenti da certi filoni di una propaganda mainstream.
Grazie a Sabrina Pignedoli, Stefania Ascari e Mara Turani Consigliere Comunale PN per questa occasione di confronto.

Sanità, Capozzi: Pronto soccorso, concorsi unica porta d’ingresso

“L’assessore Riccardi persegue il suo disegno di privatizzazione del nostro sistema sanitario ed esternalizzazione di interi servizi. Ultimo il caso dei medici al pronto soccorso di Udine, Palmanova e San Daniele, tra i quali lavoreranno anche medici stranieri, come già avvenuto in quello di Latisana”. Lo dichiara in una nota Rosaria Capozzi(M5S), in merito all’appalto per i pronto soccorso della provincia di Udine.

“Pur avendo rispetto delle loro professionalità – prosegue la consigliera di Opposizione – continuiamo a chiedere se ci sia una effettiva equipollenza dei titoli e delle competenze rispetto ai nostri professionisti. Temiamo un controllo meno accurato sui titoli. Facendo un’ulteriore valutazione, il reclutamento di medici stranieri darebbe luogo a una concorrenza sleale nel mercato del lavoro a danno di tutta la categoria dei medici, se fosse vero che a quelli stranieri vengono riconosciute retribuzioni inferiori rispetto ai colleghi italiani”. “La preoccupazione – spiega – pertanto resta alta con riferimento a problemi linguistici, formativi, ordinistici e assicurativi”.

“La via per risolvere il problema della carenza di medici – conclude Capozzi – rimane quella che passa attraverso la formazione di nuovi professionisti, pagati adeguatamente, assunti attraverso nuovi concorsi per assumerli stabilmente all’interno del Servizio sanitario, garantendo un servizio ai pazienti continuo e non a chiamata”.

Elezioni, Capozzi: Mozione per garantire voto fuori sede a tutti

“Dopo mesi di lassismo, il Centrodestra interviene sulla questione del voto ai cittadini fuori sede che, non potendo recarsi nei Comuni di residenza, non possono esprimere il loro voto. Tra questi ci sono gli studenti universitari, ma anche lavoratori e chi è fuori per motivi di salute”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, che spiega: “Si parla di astensione, di sfiducia dei cittadini nella politica, ma ad oggi ci sono cittadini costretti a rinunciare a votare a causa dell’assenza di una norma che consenta loro di poter esercitare il diritto di voto. Tutto questo si risolve in una forma di astensionismo involontario a cui bisogna dare una risposta”.

La consigliera di Opposizione annuncia il deposito di una mozione e avanza una proposta alla Giunta Fedriga “per agevolare anche i cittadini del Friuli Venezia Giulia che fisicamente non possono recarsi alle urne nei giorni stabiliti. Non è un problema che riguarda solo le prossime elezioni politiche, ma in virtù della nostra specialità possiamo intervenire anche per le elezioni amministrative che sono di stretta competenza della Regione”.

“In passato – ricorda la Capozzi – abbiamo invocato il voto elettronico, in linea con i tempi che ci impongono una modernità su cui arriviamo tardi. Il tema è trasversale, ci auguriamo ci sia la sensibilità di tutte le forze politiche e non si pensi solo a strizzare l’occhio a questa o a quella categoria per mero consenso elettorale, come Fratelli d’Italia che si sta rivolgendo ai soli studenti universitari, ma si intervenga per riconoscere il diritto di voto a tutti i cittadini”.

Consultori, Capozzi: amareggiati per No a mozione delle opposizioni

“Chiudere i consultori ci appare una contraddizione rispetto ad un’azione politica che grida di sostenere le donne e la denatalità, ma che decide di togliere servizi proprio alle mamme”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi, del Movimento 5 Stelle, in merito alla bocciatura in Aula della mozione presentata dalle Opposizioni.

“Si è deciso inoltre – continua l’esponente pentastellata – di fare a meno di importanti presidi che vanno ad aiutare anche le donne vittime di violenza. La motivazione che sottende queste chiusure è la riorganizzazione dei presidi sanitari di prossimità, che ci vede convintamente contrari. Per questo motivo abbiamo sottoscritto e sostenuto la mozione per la riapertura dei due consultori triestini”.

“Ribadiamo – sottolinea Capozzi – che si tratta di presidi importanti, che rispondono anche ad un dispositivo di legge che prevede che ci sia un consultorio ogni 20.000 abitanti e che verrà disatteso con la conseguenza che si avrà un consultorio ogni 100.000 abitanti”.

“Continueremo a lottare – conclude la consigliera di Opposizione – affinchè non vengano chiusi i due consultori di San Giacomo e San Giovanni, a Trieste, nella convinzione che siano importanti per la cittadinanza, per le famiglie e le persone che ne hanno necessità e che vivono, loro malgrado, importanti disagi”.

Assange, Capozzi: Vergogna, il Consiglio regionale non esprime solidarietà a Julian Assange

“In un periodo in cui la libertà di stampa, anche in Friuli Venezia Giulia, è messa a dura prova da più parti, il Consiglio regionale preferisce non prendere posizione e non esprime solidarietà al giornalista, ma prima ancora all’uomo. Se venisse negata la possibilità di presentare ricorso avverso l’estradizione, Julian Assange rischierebbe una pena negli Stati Uniti fino a 175 anni di carcere: sarebbe la sua condanna a morte”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle a seguito del voto contrario alla mozione, di cui era prima firmataria, con la quale voleva esprimere solidarietà al fondatore di Wikileaks durante la seduta d’Aula di ieri, martedì 20 febbraio.

“Per una volta – sottolinea Capozzi -, si poteva prendere posizione su temi fondamentali per la democrazia, come la libertà di stampa e d’informazione, che sono riconosciuti dalla dichiarazione universale dei diritti umani e dalla nostra Costituzione”.

“È un’occasione persa per il Consiglio e i colleghi di Maggioranza – prosegue l’esponente di opposizione – che ritengono di avere competenze su temi come la guerra in Israele ma non su questo tema. La cosa paradossale, che ben delinea i tempi che stiamo vivendo, è che per trattare tali questioni, si sono diffuse informazioni scorrette circa la posizione assunta dal Movimento 5 Stelle a sostegno del giornalista di Wikileaks”.

“Si è parlato di un voto contrario ad una mozione in Parlamento che però gli esponenti pentastellati nazionali non hanno mai espresso, a differenza degli attuali alleati di Governo di Fratelli d’Italia, ovvero Lega e Forza Italia, che quella volta votarono contro. Il consigliere regionale Claudio Giacomelli (FdI) prima di intervenire dovrebbe informarsi dalle fonti, come ci insegna Assange. La mozione da lui citata in Aula – conclude Capozzi – non fu sostenuta da Fratelli d’Italia, che si astenne come il Movimento 5 Stelle, perché non esprimeva solidarietà ad Assange ma metteva in discussione i sistemi penitenziari di Inghilterra e Stati Uniti”.

Assange, Capozzi e Pignedoli: Solidali con Assange per diritto dell’informazione

“Con la nostra mozione, abbiamo voluto portare all’attenzione del Consiglio regionale la questione di Julian Assange, rilevante e di interesse internazionale perché a essere compromessi sono la libertà di stampa e il diritto d’informazione. La discussione cade nel giorno in cui a Londra verrà decisa l’estradizione negli Stati Uniti, che se avesse seguito, comporterebbe per Assange il rischio di una condanna fino a 175 anni di carcere”.

Ad annunciare in una nota la discussione di una mozione in Consiglio regionale per esprimere solidarietà al fondatore del sito Wikileaks è l’esponente del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi, che da anni segue questa vicenda insieme all’europarlamentare Sabrina Pignedoli.

“Parliamo di una vicenda umana e giudiziaria senza precedenti. Assange – ricorda Capozzi – è un informatico, giornalista, la cui attività è divenuta di interesse globale quando sono state pubblicate le prove di abusi compiuti dalle truppe americane in Iraq e Afghanistan, oltre ad atti di spionaggio compiuti dalle agenzie governative americane nei confronti di altri Paesi: parliamo di informazioni vere, e rilevanti per l’opinione pubblica”.

“Si sono espresse al riguardo e ne hanno chiesto la scarcerazione numerose associazioni, in primis Amnesty International. La sua detenzione, infine fa specie soprattutto per il periodo storico in cui avviene, in cui l’Occidente – ribadisce Pignedoli – è impegnato in una dura condanna contro la censura e la discriminazione delle voci dissidenti in Paesi come Russia e Cina. Assange è un caso emblematico”.

“Quello che sta subendo non riguarda solo lui, la sua famiglia e i giornalisti di WikiLeaks: riguarda tutti noi. È a rischio il nostro diritto di conoscere, in quanto cittadini, cosa fanno i Governi che ci rappresentano, soprattutto quando ci sono in gioco gravi violazioni di diritti umani. Assange – concludono le due portavoci M5S – costituisce un’occasione di riflessione sul diritto fondamentale della libertà di informazione, riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Costituzione. Se ci diciamo oppositori dell’autocrazia, non possiamo non difendere il tratto più distintivo della nostra democrazia, ovvero la libertà di informazione”.

Fotovoltaico, Capozzi: Bisognava porre freno

“Dal 2010 tutte le Regioni d’Italia avrebbero dovuto indicare le aree e i siti non idonei alla costruzione di impianti fotovoltaici a terra, ma in Friuli Venezia Giulia non sono mai stati individuati. La conseguenza è che solo negli ultimi 2 anni e mezzo sono stati approvati campi fotovoltaici per 1000 ettari di terreno agricolo e 788 mw di potenza istallabili nella sola provincia di Udine, e di questi solo un decimo si autodefinisce agrivoltaico”. A denunciare la proliferazione dei campi fotovoltaici sui nostri territori, in una nota, è la consigliera del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Rosaria Capozzi.

“Abbiamo preso in considerazione questa data perché è il momento in cui il Consiglio regionale non ha voluto approvare la moratoria richiesta dal Movimento 5 Stelle, con cui si sarebbero sospese le nuove autorizzazioni fino all’individuazione delle aree inidonee alla loro realizzazione. Spesso – continua la consigliera – la mancata approvazione di una moratoria è accompagnata da paure di impugnazione da parte del Governo, ma va fatto notare che solo nel novembre 2021 l’Esecutivo nazionale ha scritto una norma per vietare espressamente le moratorie, che evidentemente fino ad allora potevano essere approvate”.

“Secondo le bozze circolate del nuovo decreto che dovrebbe permettere l’accelerazione dell’installazione di fonti rinnovabili, la nostra Regione – prosegue Capozzi – dovrebbe realizzare impianti per 1900 mw dal 1 dicembre 2022 fino al 2030. Solo con questi impianti che hanno avuto il via libera ambientale negli ultimi due anni e mezzo siamo a 788 mw. Basterebbe aggiungere gli impianti in costruzione in provincia di Pordenone e Gorizia per superare abbondantemente un gigawatt”.

“Proprio per questo – suggerisce ancora la consigliera – sarebbe utile porre un freno alla proliferazione di questi campi, prima che ne vengano approvati altri senza aver stabilito quelle regole certe previste dal 2010 e che avrebbero dovuto salvaguardare il nostro territorio. Emblematico è l’impianto in discussione presso il Ministero di quasi 30 mw di potenza e 46 ettari di superficie che dovrebbe nascere tutto intorno alla frazione di Selvuzzis nel comune di Pavia di Udine, a pochi metri dal Giardino storico di Villa Deciani e della ciclovia Alpe Adria”.

“È passato un anno e mezzo – conclude Capozzi – dalla bocciatura della legge regionale, intervenire ora come richiesto dal collega Di Bert appare tardivo e non risolutivo, di certo non potrà porre rimedio a quanto permesso in questi anni”.

Sanità, Capozzi: Proposta di legge per stop costi gettonisti negli ospedali

“L’introduzione della figura dei gettonisti a oltre 100 euro l’ora nei reparti dei nostri ospedali è un’operazione discutibile che non ha reso giustizia né ai cittadini che non si sono visti i servizi migliorati, né agli operatori del sistema sanitario regionale per il divario retributivo”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale del M5S, Rosaria Capozzi, evidenziando che “questo sistema ha creato la vera fuga del personale dal settore pubblico. I medici che lasciano il pubblico trovano spazio nelle cooperative private che vengono di volta in volta scelte per coprire i buchi da loro lasciati vuoti”.

A questo proposito, Capozzi annuncia il deposito di una proposta di legge che ponga fine all’escalation dei prezzi dei gettonisti negli ospedali della nostra Regione. “Abbiamo sempre sostenuto – aggiunge la consigliera di opposizione – che per lavorare nel sistema sanitario regionale i concorsi devono essere la via da seguire senza deroghe. Ci auguriamo che l’assessore Riccardi, che ha sempre strizzato l’occhio al sistema Veneto e Lombardo, possa darci ragione prendendo spunto, paradossalmente, proprio da quelle Regioni che hanno spalancato per prime le porte ai privati nella loro sanità e che adesso vogliono correre al riparo”.

“La Lombardia, per porre un freno alle cooperative dei gettonisti, ha avviato un bando ad evidenza pubblica rivolto direttamente ai professionisti e non alle società che li gestiscono; il Veneto – prosegue Capozzi – per porre un freno all’escalation del costo dei singoli operatori, arrivato a raggiungere e talvolta superare i 100 euro l’ora, con cifre astronomiche alla fine del mese, ha previsto tetti massimi per i compensi. Lo scopo – conclude la pentastellata – è quello di contenere la spesa su cui ha messo gli occhi anche un recente rapporto dell’Anac, con l’obiettivo finale di non avere più gettonisti negli ospedali entro il 2024”.