martedì, 14 Gennaio 2025
Home Blog Pagina 117

GRAZIE AL M5S INSERITA NELLA LEGGE REGIONALE SUL COMMERCIO UNA NORMA A TUTELA DEI LAVORATORI

0

Il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare la legge regionale 19 del 2016 con cui sono state approvate alcune norme sul commercio (ricordiamo che la Consulta si esprimerà solo ad aprile sulle chiusure nelle giornate festive). Una di queste norme riguarda, purtroppo, la pianificazione e la realizzazione di nuovi centri commerciali. Il MoVimento 5 Stelle ha votato contro questa legge che non contrasta, come invece avrebbe potuto fare, il proliferare dei centri commerciali che – è sotto gli occhi di tutti – continuano a essere aperti ovunque.
All’interno della legge regionale, grazie a un emendamento presentato dai pentastellati, è stato introdotto però un concetto rivoluzionario. Per la prima volta si prevede infatti che, nel caso di realizzazione di nuovi centri commerciali “si debbano tutelare i lavoratori e le lavoratrici del settore e che sia previsto l’impegno del proponente ad assumere a tempo indeterminato una percentuale del personale impiegato fra lavoratori in mobilità e/o in cassa integrazione ovvero soggetti percettori della misura di inclusione attiva di cui alla legge regionale 15/2015 residenti nel Comune interessato o in quelli contermini”. Per la prima volta, quindi, a chi proponga di aprire un nuovo centro potrà essere richiesto di assumere persone a tempo indeterminato, scelte tra lavoratori residenti che usufruiscano momentaneamente degli ammortizzatori sociali o che percepiscano la misura di sostegno al reddito che è stata introdotta nel Friuli Venezia Giulia nel 2015 dopo le pressioni del MoVimento 5 Stelle.
“Questo dimostra due cose – spiega il capogruppo del M5S Fvg Cristian Sergo – da un lato che destra e sinistra non si sono mai preoccupate di recepire nella maniera dovuta la direttiva Bolkestein prima dell’arrivo del MoVimento 5 Stelle, ma hanno sempre raccontato la favola che non si potessero prevedere limitazioni al proliferare di centri commerciali, perché ce lo chiedeva l’Europa, quando invece la Direttiva diceva tutt’altro; dall’altro lato che se questa norma, scritta da semplici cittadini presenti nelle istituzioni, fosse stata approvata 10 anni fa, all’indomani dell’approvazione della direttiva europea, a quest’ora avremmo sicuramente meno centri commerciali nel nostro Paese, meno disoccupati e meno famiglie in stato di povertà”.
“Nella (vana) speranza che non ci sia bisogno di applicare questa norma perché di sicuro non abbiamo bisogno di ulteriori centri commerciali- conclude il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle – rimane la soddisfazione di aver visto riconosciute le nostre ragioni dopo quattro anni e poter contestare a chi governa oggi e ha governato ieri il Friuli Venezia Giulia il grave errore di aver voluto lasciare troppo potere decisionale nelle mani della grande distribuzione organizzata”.

VISTO CHE L’ASSESSORE VITO CONSIDERA LA FERRIERA UNO STABILIMENTO SOSTENIBILE, CHE SI TRASFERISCA A SERVOLA!

«L’assessore Vito continua a fingere di non capire: io non contesto i dati forniti, io contesto le scelte politiche fatte sulla base di quei dati». Questa, senza giri di parole, la risposta del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai alle accuse dell’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito che oggi in commissione ha risposto a una interrogazione pentastellata finalizzata a sapere quali siano le azioni a carico di Siderurgica Triestina che la Regione ha intrapreso a seguito della non ottemperanza delle prescrizioni del decreto Aia.

«Non metto in discussione i rilievi fatti dai tecnici dell’Arpa e i dati forniti (se e quando sono disponibili), questo non è certo il mio compito – insiste il consigliere Ussai -. Anzi, è proprio in base a quei rilievi assieme alle innumerevoli segnalazioni dei cittadini che sono costretto a mettere in evidenza il non rispetto da parte dell’azienda delle prescrizioni imposte dall’Aia (alcuni esempi: ritardi nell’esecuzione degli interventi urgenti di mitigazione acustica; sforamenti dei limiti di produzione della ghisa tra maggio e luglio 2016, superato per 27 giorni (su 54 totali) del limite di sfornamenti al giorno (75) prescritto fino a messa a regime dell’impianto di aspirazione della cokeria; mancata presentazione del progetto di confinamento e copertura delle aree a parco (minerali e fossile) corredato da un cronoprogramma di attuazione, ecc. ecc.).

«Il fatto è che la lettura di quei dati mi porta a trarre delle conclusioni che si distanziano enormemente da quelle dell’assessore Vito. Spiace constatare che l’assessore definisca “attacchi politici” le mie conclusioni. Una conferma che avevamo visto giusto la notizia, diffusa oggi dallo stesso assessore Vito, che a dicembre Arpa ha notificato un verbale sanzionatorio alla proprietà della Ferriera per le violazioni alle prescrizioni del decreto Aia».

«Ormai i dati parlano chiaro: negli ultimi mesi le emissioni in atmosfera dell’azienda sono in calo, ma resta il fatto che ci sono! Visti gli inquinanti rilasciati in atmosfera e le analisi delle urine di chi risiede vicino allo stabilimento, che indicano un rischio maggiore di sviluppare malattie, come M5S riteniamo che questo rischio non sia accettabile – sottolinea il consigliere pentastellato -. Sulla base di quei dati e vista l’esiguità degli investimenti sulla bonifica degli impianti, riteniamo che la Ferriera non è e non può diventare uno stabilimento “sostenibile” per la salute e per l’ambiente perché opera troppo a ridosso del centro abitato. Del resto anche la stessa presidente Serracchiani e l’ex sindaco Cosolini avevano ribadito che “in assenza di un miglioramento sensibile, percepibile anche dai cittadini, … non solo il rispetto dei limiti di benzo(a)pirene…l’area a caldo non ha prospettive di futuro”».

«Personalmente non remo contro un’idea di industria sostenibile. Se l’assessore Vito crede veramente che la Ferriera sia uno “stabilimento sostenibile” per la salute e per l’ambiente vada a vivere a Servola con la propria famiglia oppure più onestamente cerchi di programmare urgentemente con la proprietà una progressiva chiusura dell’area a caldo dell’impianto. Perché, come ricordava anche l’Azienda Sanitaria triestina nella Valutazione di impatto sulla salute per la pubblica amministrazione (Vispa) – conclude Ussai – nemmeno “il rispetto dei limiti di legge per le concentrazione in aria degli inquinanti normati non salvaguarda i residenti nelle aree limitrofe allo stabilimento da condizioni di vita pesantemente segnate”».

PROPOSTA DEL GOVERNO SULL’AZZARDOPATIA: SERRACCHIANI CHIEDA IL RINVIO O FACCIA MANCARE L’UNANIMITÀ

0

“Appena 24 ore fa il sottosegretario Baretta ha resa pubblica la proposta del Governo sull’azzardo perché fosse sottoposta alle valutazioni della società civile. Era logico aspettarsi, pertanto, un doveroso slittamento di quindici giorni della Conferenza Stato Regioni. La nostra speranza è che domani sarà lo stesso Baretta ad escludere qualsivoglia forma di blitz e che la discussione si fermerà ai rimanenti punti dell’ordine del giorno. Se così non fosse, Baretta perderebbe ogni credibilità, umiliando chi tutela i cittadini dall’azzardopatia. In questo caso Debora Serracchiani dovrà chiedere il rinvio o quantomeno far mancare l’unanimità”. A chiederlo sono i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle che ha già presentato, sia in Consiglio regionale che in molti comuni del Friuli Venezia Giulia, diverse mozioni per chiedere maggiori controlli in merito al rispetto delle prescrizioni in tema di gioco d’azzardo e di contrasto alle patologie ad esso correlate.

“Lo scorso novembre – sottolineano i consiglieri del M5S -, accogliendo una nostra mozione votata all’unanimità dal Consiglio regionale, la giunta Serracchiani si è impegnata ad assumere, in sede di Conferenza unificata, una posizione volta a garantire e preservare, oltre alla normativa regionale vigente, anche la potestà normativa e regolamentare di Regioni ed Enti locali in materia di contrasto all’azzardopatia, pur in presenza di una disciplina di livello statale in materia, con particolare riferimento alla possibilità di introdurre limiti di distanza dei punti di offerta di gioco dai luoghi sensibili anche in misura maggiore rispetto ai limiti eventualmente fissati a livello nazionale. Un impegno che non può certo essere disatteso”.

“Domani, con un voto unanime della Conferenza Stato Regioni – spiegano i pentastellati – il governo potrebbe procedere con decreto legislativo senza più alcun limite di azione. In assenza di accordo unanime l’esecutivo nazionale, invece, sarebbe costretto a depositare un decreto legge, che richiede una conversione da parte del Parlamento. E nel passaggio parlamentare si potrà far sapere ai cittadini, nel dettaglio, quanto sta accadendo”.
“È inaccettabile che la Regione Fvg svenda le proprie prerogative. Il governo promette in cambio una riduzione delle slot, ma le leggi regionali hanno già questo effetto e lo aumenteranno quando al rinnovo delle concessioni non si potranno più tenere sale slot e videolottery (vlt) vicino a scuole, chiese e altri luoghi sensibili. La presidente Serracchiani, come abbiamo già detto di recente, deve contrastare con grande decisione chiunque pensi di poter speculare sulle persone malate di azzardopatia”.

L’ACQUA NON SI TOCCA

0

“L’acqua non si tocca”. È questo il titolo dell’incontro organizzato dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che si terrà giovedì 9 febbraio, alle ore 20.30, alla Biblioteca di Cervignano del Friuli (via Trieste, 33). Nel corso della serata, aperta a tutti, sono previsti gli interventi del consigliere regionale del M5S Cristian Sergo e di Paolo De Toni del Comitato di difesa ambientale della Bassa friulana.
L’acqua – uno dei temi più sentiti nella Bassa friulana – è un argomento trattato con molta attenzione dai pentastellati. Si tratta, infatti, di una risorsa importante che deve rimanere pubblica, lontana dalle speculazioni del mercato e da gestire in modo equo e senza sprechi.
Un settore inspiegabilmente trascurato dalla giunta Serracchiani e dalla nostra Regione, sia per i ritardi legati all’approvazione del Piano di Tutela delle Acque – atteso da “soli” 17 anni -, sia per un aspetto più banale. La struttura che disciplina il servizio idrico integrato, la gestione delle risorse idriche e la tutela delle acque da inquinamento non ha una propria sezione nel sito istituzionale. E non è raggiungibile dall’home page.
Stessa sorte è capitata all’Autorità Unica del servizio idrico e dei rifiuti che per legge doveva esser stata costituita il primo gennaio 2017 e a distanza di un mese si sa solo che è stata approvata la bozza di statuto e nulla di più. Non è stato sciolto nemmeno il nodo riguardante la sede dell’ente.
Tutti aspetti non secondari per dire che la giunta Serracchiani, come le precedenti e come molte amministrazioni comunali della stessa Bassa friulana, hanno sottovalutato tutta una serie di problemi legati alla risorsa idrica. Dai mancati lavori per gli allacciamenti alla doppia fognatura, alle varie controversie sorte negli ultimi 15 anni tra bollette pagate, dovute, non dovute e soldi incamerati da chi doveva gestire il settore idrico per fare altro e non le opere necessarie, dagli annunci di strozzatura dei pozzi artesiani alle difese di facciata, con una certezza, che a pagare per questa “non-politica” sono sempre e solo i cittadini.
Di questo si parlerà insieme ai rappresentanti dei comitati per la difesa delle fontane della Bassa friulana, che da decenni seguono questa tematica, avendo più volte sollecitato l’esecutivo regionale su questi temi, trovando sempre, però, un muro di gomma.

CRIMINALITA’ ORGANIZZATA: LA MAFIA FA BUONI AFFARI ANCHE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA

0

È stata pubblicata la relazione della Direzione Investigativa Antimafia riguardante il primo semestre 2016. Nessuna novità dal nostro punto di vista, solo conferme di quanto stiamo sostenendo da oltre due anni da quando abbiamo portato il tema in aula arrivando poi a depositare una nostra proposta di legge “Antimafia”. Nella premessa della proposta, infatti, avevamo già ricordato come secondo gli inquirenti “il territorio della regione Friuli Venezia Giulia, in virtù della particolare posizione geografica sta diventando sempre più oggetto di interessi da parte di gruppi familiari residenti sul territorio e collegati al crimine organizzato: essi cercano di insinuarsi nei settori economici della regione in maniera occulta enormi quantità di danaro proveniente da attività illecite. Le infiltrazioni mafiose, quindi, non trovano forme evidenti e clamorose di manifestazione, se si effettuano sporadici episodi estorsivi, ma si traducono nella partecipazione societaria o nel finanziamento di imprese oltre che nel settore degli appalti pubblici, assai rilevanti, ove si considerino i grandi progetti realizzati o programmati in questa regione e relativi al settore della viabilità, della logistica portuale e dell’edilizia residenziale turistica”.

Inoltre avevamo aggiunto che “l’economia regionale si presta per attività di reinvestimento di capitali illeciti nei settori del commercio di capi di abbigliamento, ristorazione ed attività ricreative”, facendo riferimento a quanto sostenuto nelle precedenti relazioni della Dia e della Dna.

Non siamo “gufi” e non siamo neppure veggenti. Siamo invece comuni cittadini capaci di leggere i segnali inequivocabili lanciati dalla magistratura e, nel nostro caso – grazie al MoVimento 5 Stelle – anche legiferanti. È di pochi giorni fa l’ultima notizia – di una lunga serie – riguardante le infiltrazioni mafiose nel Friuli Venezia Giulia con il coinvolgimento di due negozi all’interno del Pradamano Shopping center della catena Bennet. Resta ancora ferma ai box invece la nostra legge “Antimafia” depositata in Consiglio regionale nel novembre del 2015.

Purtroppo in Regione si continua a non voler affrontare il problema. Tanto per fare un esempio abbastanza recente, tre mesi fa, durante la discussione della legge sul Commercio, volevamo inserire nel testo un concetto innovativo per la nostra regione: quello di promuovere una serie di iniziative per contrastare – attenzione, contrastare non prevenire! – le infiltrazioni mafiose proprio nel mondo del commercio, come auspicato dalla stessa Confcommercio. Come ha risposto la giunta Serracchiani a questa nostra sollecitazione? L’esecutivo ha sentito la necessità di intervenire presentando un proprio emendamento che, però, non facesse alcun riferimento alle parole “infiltrazioni criminali”.

La mafia non esiste, si diceva un tempo, ma – purtroppo – fa buoni affari in Friuli Venezia Giulia.

AZZARDOPATIA: NO ALLA MUSERUOLA A COMUNI E REGIONI VITUOSE, LA SERRACCHIANI SI OPPONGA ALLA PROPOSTA DEL GOVERNO GENTILONI!

“La presidente della Regione Serracchiani non può sottoscrivere la regolamentazione sul gioco d’azzardo proposta dal governo Gentiloni. Un documento pieno di trappole e giochi delle tre carte. La Regione Fvg e l’Anci devono opporsi a una regolamentazione che andrà a favorire le lobby del gioco d’azzardo”. L’appello è del gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Prosegue infatti senza sosta la battaglia contro la diffusione dell’azzardopatia da parte del M5S che ha presentato in molti comuni del Friuli Venezia Giulia una mozione per chiedere maggiori controlli in merito al rispetto delle prescrizioni in tema di gioco d’azzardo e di contrasto alle patologie ad esso correlate. Inoltre sono numerosi gli atti già votati dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che vanno contro una decisione di questa portata.

“La riduzione del numero delle macchinette, prevista dalla regolamentazione presentata dal governo, è solo formale. Verrebbero sostituiti, infatti, solo gli apparecchi d’azzardo che stanno andando fuori mercato. In questo modo faremmo un enorme favore alle lobby produttrici, pronti a far entrare nel mercato nuove macchinette sempre più “attraenti” e pericolose. Slot – aggiungono i consiglieri pentatsellati – che non potranno essere soggette a restrinzioni e regolamentazioni da parte degli enti locali prive di limitazione, come ha denunciato recentemente anche la Consulta Nazionale Anti-Usura. Verrebbe infatti incentivata la creazione delle famigerate “gaming hall” di “categoria A”, le sale dedicate esclusivamente ai giochi senza vincoli di distanza minima dai luoghi sensibili e senza limiti di orario”.

“Con le “sale di tipo A”, con un semplice corso di formazione, sarà possibile adeguare i locali e le macchinette potranno rimanere al loro posto. Con lo stesso stratagemma si potranno aprire sale slot e vlt a fianco di chiese, scuole, centri per anziani e, più in generale, a pochi passi da ogni luogo sensibile. Qual è il vero scopo di tale accordo fra governo Gentiloni, Anci e regioni italiane? Mettere la museruola a tutte le iniziative legislative e amministrative adottate finora dalle regioni e dai comuni virtuosi che pensano, prima di tutto, a tutelare la salute dei cittadini. Siamo convinti – concludono i consiglieri regionali del M5S – che Debora Serracchiani contrasterà con tutte le sue forze chi vuole speculare sulle persone malate di azzardopatia”.

BULLISMO: APPROVATA LA PROPOSTA DI LEGGE NAZIONALE DEL M5S!!!

0

«Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione da parte dell’Aula del nostro progetto di legge nazionale finalizzato a introdurre una serie di misure urgenti in materia di contrasto al bullismo. Peccato che questo provvedimento sia stato sottoscritto solo da noi del MoVimento 5 Stelle. Il regolamento del Consiglio ha impedito infatti a Stefano Pustetto del Gruppo Misto e a Franco Codega del Partito democratico di apporre la loro firma a questo progetto di legge che, tenendo conto delle proposte di legge già presentate in Parlamento dal MoVimento 5 Stelle incentrate soprattutto sulla prevenzione, punta a creare per la prima volta una disciplina organica». Per il gruppo del MoVimento 5 Stelle parla Eleonora Frattolin che oggi ha presentato e difeso in Aula questo importante provvedimento.

«A più riprese le altre forze politiche ci hanno chiesto di rinviare la discussione in commissione – sottolinea Frattolin – nonostante il provvedimento fosse stato trattato regolarmente in commissione con tanto di audizioni da parte del dott. Sceusa, presidente del Tribunale dei Minori di Trento, e di alcuni responsabili della Polizia postale e del Corecom. Noi invece abbiamo costretto il Consiglio regionale a votare perché riteniamo urgente inviare quanto prima questo progetto di legge al Parlamento”.

«Utilizzando in questo caso un sistema di norme già presenti nel nostro ordinamento, il provvedimento punta a contrastare gli episodi di bullismo e introduce alcune misure volte all’emersione del fenomeno attraverso l’adeguamento del nostro Codice penale. L’obiettivo è quello di prevenire questi fenomeni, di garantire una più concreta tutela delle vittime e di perfezionare il trattamento punitivo di chi si renda protagonista di atti di bullismo».

«Vengono introdotti dei correttivi fondamentali. Per esempio – precisa Frattolin – si potrà fare richiesta al questore di ammonimento nei confronti di chi compie atti di bullismo. Questo ammonimento, compiuto dall’autorità di polizia al minore alla presenza dei genitori, rappresenterà un forte deterrente. Il minore “bullo” potrà così ravvedersi senza incorrere nell’odierna automatica perseguibilità d’ufficio, motivo per il quale oggi spesso non vengono denunciati i minori responsabili alle autorità competenti. Inoltre sarà predisposto un piano di ri-orientamento del comportamento nell’istituto di appartenenza secondo le modalità ritenute più adeguate. Con questo intervento, successivo all’ammonimento – conclude la consigliera regionale del M5S –, si vuole guidare il giovane verso una chiara percezione di quanto rappresenti un disvalore compiere atti persecutori».

SERRACCHIANI BOCCIATA DAL TAR

“Nonostante fosse presente, la presidente Serracchiani anche questa mattina – come sempre – ha delegato i suoi assessori a replicare alle interrogazioni a risposta immediata. Per rispondere alla nostra interrogazione sull’annullamento, da parte del Tar, del decreto del direttore generale con il quale era stato disposto il distacco di una dipendente che lavorava per l’Avvocatura, ha scelto l’assessore Gianni Torrenti, che ringraziamo per essere sempre disponibile. Riteniamo però grave la risposta che ci è stata data. Il povero e imbarazzato assessore ha risposto, infatti, affermando che l’Avvocatura ha poco personale ed è per quello che si ricorre ad affidamenti esterni per difendere la Regione. Ma allora perché, pur nella consapevolezza che manca personale, si dispone lo spostamento di un avvocato, dalla stessa Avvocatura alla Segreteria particolare della presidente Serracchiani?” chiede la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo.

“Questo spostamento, doveva garantire alla presidente, – come ha confermato lo stesso Torrenti – in modo continuativo e con piena disponibilità di tempo la consulenza legale sulle pratiche legali collegate anche all’attività commissariale della presidente del Friuli Venezia Giulia. Uno spostamento, imposto dall’alto senza interpellare l’Avvocatura e senza valutare minimamente le ripercussioni, che giustamente è stato impugnato dallo stesso dirigente che guida questa struttura”.

“Gli atti che riguardano l’organizzazione, devono “efficientare” la macchina amministrativa della Regione e non certo arrecare un pregiudizio al suo funzionamento. Questo atto, invece, ha influito in maniera pregiudizievole sull’assetto organizzativo/gestionale dell’Avvocatura della Regione e ha leso le prerogative organizzative di spettanza dell’avvocato capo, il quale è stato privato del potere di disporre, sotto la propria responsabilità e in assoluta autonomia, l’assegnazione delle diverse pratiche, anche consultive, agli avvocati in forza alla struttura”.

“Con questo spostamento, la Presidente, intendeva far svolgere una attività di consulenza legale – ricordiamo – di competenza dell’Avvocatura regionale a un ufficio diverso da quello legale. Una circostanza aggravata dal fatto che recentemente l’esecutivo regionale, sempre su proposta della presidente, abbia scelto di affiancare alla difesa istituzionale assicurata dall’Avvocatura della Regione un professionista esterno – il professore universitario e avvocato Fabio Padovini – per la costituzione in giudizio avanti al Tribunale di Trieste”.

“Osservando queste decisioni è lecito chiedersi quale fiducia abbia Debora Serracchiani nei confronti dell’Avvocatura, una struttura istituita in modo specifico per la trattazione esclusiva e stabile degli affari legali del’ente. E soprattutto, quale fiducia ha nei confronti dell’avvocato capo che deve coordinare e assicurare unità di indirizzo all’attività consultiva di spettanza dell’Avvocatura regionale a favore della Presidenza della Regione?”.

“Ciliegina sulla torta l’aspetto economico della faccenda. Non possiamo infatti trascurare il pregiudizio economico derivato alla Regione visto che l’amministrazione sarà tenuta a rimborsare al ricorrente il contributo unificato nella misura versata. Ora la giunta ha disposto di impugnare la sentenza. Vedremo – conclude Ilaria Dal Zovo – se il Consiglio di Stato darà ragione o meno alla presidente”.

POLLI INQUINATI NEL MANIAGHESE: BASTA CON LE ANALISI CHE NON POSSONO RIVELARE I VERI AGENTI INQUINANTI

E’ passato un anno da quando sono state annunciate le indagini sui terreni. Fino a settembre i cittadini hanno aspettato la formulazione di un Piano di campionamento che tenesse conto delle ricadute delle emissioni degli impianti. Un Piano che assurdamente non prevedeva l’analisi dei policlorobifenili (pcb), gli inquinanti maggiormente presenti in tutte le analisi fatte finora, dal 2011 ad oggi. Persino sui campioni prelevati, sempre entro i limiti, ma ben lontani dalle zone industriali!

È falso affermare, come è stato fatto dall’assessore Sara Vito, che fino a gennaio 2016 i pcb non erano presenti nel Maniaghese e che solo dalle analisi fatte eseguire in giugno dal Movimento 5 Stelle è emersa la prevalenza di questi contaminanti. I dati smentiscono la giunta Serracchiani, costretta conseguentemente ad inserire le analisi sui policlorobifenili nel Piano di campionamento.

E a smentire ufficialmente l’assessore Vito è stato, ieri sera, anche Lucio Bomben, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 Friuli Occidentale. Durante un incontro pubblico a Maniago Bomben ha confermato che la ricerca dei pcb nel terreno andava prevista da subito, smentendo quindi la fantasiosa lettura dei dati precedenti al 2016 proposta dall’assessore Sara Vito.

Oltre a questo, ieri abbiamo appreso che è stato fatto uno studio epidemiologico, incrociando i dati sulla mortalità per alcuni tipi di tumore, in particolare quelli correlati all’accumulo di diossina. Studio che ha portato il direttore Bomben a concludere come questi dati non possano evidenziare alcuna correlazione per il semplice fatto che il campione dei dati in esame non è statisticamente rilevante (e questo potevamo immaginarlo da subito vista la scarsa popolazione interessata).

Peccato che, sempre secondo i risultati finora ottenuti, gli inquinanti che hanno maggiore incidenza sul territorio siano – come abbiamo già evidenziato – i pcb. Non ha praticamente alcun senso quindi andare a ricercare la mortalità per le patologie correlate alle diossine! Bisognerebbe, invece, fare una ricerca approfondita su endometriosi, infertilità e deficit dell’attenzione nei minori. Per fortuna, ieri sera, il direttore Bomben ha accolto la nostra obiezione e ha assicurato che provvederà a ricercare anche questi dati.

Rapportarsi con l’amministrazione Serracchiani sulla tutela ambientale ormai è come rapportarsi con i propri figli quando devono fare i compiti. Chiedi loro se hanno fatto i compiti, ovviamente rispondono di sì, ma alla prima verifica scopri che hanno fatto sì e no la metà di quanto previsto. E arrivano le scuse!

Non accettiamo le puntuali accuse di fare allarmismo e di alimentare la sfiducia verso le istituzioni, quando sono le stesse istituzioni ad alimentare sfiducia e sospetto non fornendo le adeguate risposte ai cittadini!

PRELIEVI DEL SANGUE PIU’ CARI NEL SETTORE PUBBLICO: LA GIUNTA SERRACCHIANI NON PUÒ FAVORIRE I PRIVATI!

0

“Le tariffe nel settore pubblico non possono essere superiori a quelle praticate nel privato. La Regione deve fare uno sforzo per renderle almeno uguali”. A chiederlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che oggi, su questa anomalia, ha interrogato al giunta Serracchiani.

“I costi di alcuni esami presso le strutture private continuano a essere maggiormente concorrenziali rispetto alla Sanità pubblica – spiega Ussai -. Per questa assurdità molti cittadini hanno già protestato. Il costo di diversi esami del sangue – a carico degli utenti dal Servizio sanitario regionale – è infatti più alto rispetto a quello praticato, per gli stessi accertamenti, da alcuni laboratori privati. Non possiamo inoltre trascurare il fatto che la quota aggiuntiva sulle ricette – il cosiddetto “super ticket” – è stato rimodulato dalla giunta Serracchiani appena lo scorso anno, esentando dal suo pagamento solo le famiglie meno abbienti, a fronte degli obiettivi di mandato dell’esecutivo regionale che prevedevano la sua abolizione totale”.

“A peggiorare il quadro la chiusura di diversi ambulatori e centri prelievo pubblici che hanno portato un evidente vantaggio al settore privato. Ben il 70 per cento dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, come evidenziato dal Rapporto Crea 2016, è già costretto a ricorrere a prestazioni non rimborsate dal Sistema sanitario regionale, con un costo pro capite superiore alla media nazionale. Come se non bastasse la Regione registra anche la maggior percentuale di nuove rinunce alle spese sanitarie per motivi economici, rispetto alle media del nord-est”.

“La scusa dell’attesa del tariffario nazionale per rimodulare le tariffe, avanzata oggi dall’assessore Telesca, è debolissima. La giunta Serracchiani deve attivarsi subito per invertire questa preoccupante tendenza che favorisce la sanità privata. Visto che si parla sempre di eliminare i doppioni non vorremmo che, senza dirlo esplicitamente, questa politica si sia posta l’obiettivo di sacrificare la sanità pubblica, percepita ormai come un fastidioso doppione di quella privata”.

IMMIGRAZIONE: I CIE VIOLANO LA LIBERTA’ DELLE PERSONE E I DIRITTI UMANI

0

“Iniziative come il Cie, alla prova dei fatti, si sono rivelate inutili, inefficaci, dannose e alimentano sprechi e illegalià”. Questa la posizione dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai.
“Con la nostra mozione – spiega Dal Zovo – abbiamo chiesto alla giunta Serracchiani di esprimere in ogni sede, e in particolare in seno alla Conferenza Stato-Regioni, una posizione di piena contrarietà all’apertura di nuovi Centri di identificazione ed espulsione sul territorio regionale o alla riapertura/riconversione delle strutture già esistenti. Un disegno collegato alla paventata volontà del governo di stipulare nuovi accordi bilaterali di riammissione nei territori di provenienza e di riformare in senso restrittivo le norme sul diritto di asilo. Già due anni fa – ricorda la portavoce pentastellata – era stata approvata una mozione con la quale l’esecutivo regionale si era impegnato a ribadire con fermezza la contrarietà a una eventuale riapertura, garantendo il costante coinvolgimento degli enti locali e delle realtà associative con l’obiettivo di organizzare un’accoglienza diffusa e inclusiva”.

“In Italia non esiste un regolamento comune per tutti i Cie in Italia, un fatto questo che determina gradi diversi di flessibilità nella concessione dei diritti – sottolinea la consigliera del M5S -. Non possiamo poi dimenticare le pesanti violazioni dei diritti umani che abbiamo dovuto registrare all’interno di queste strutture, così come non possiamo scordare che il Cie di Gradisca d’Isonzo è stato additato per anni come uno dei peggiori in Italia”.

“Le risorse a disposizione – spiegano i consiglieri regionali – vanno investite per incrementare il personale che gestisce le pratiche di riconoscimento dello status di richiedente asilo, per farlo più velocemente. Solo in questo modo potremo sapere rapidamente chi può restare e chi deve lasciare l’Italia e predisporre il giusto numero di posti destinati all’accoglienza. Come abbiamo già avuto modo di ribadire il modello da seguire deve essere sempre quello dell’accoglienza diffusa. Abbiamo già visto che le strutture di grandi dimensioni – dove le persone tutto fanno tranne integrarsi – non funzionano. Molto spesso si ricordano i business legati alla gestione dei migranti, ma non si ricordano invece i collegamenti con le indagini che hanno condotto i Cie e i Cara di tutta Italia, non da ultimo proprio quello di Gradisca d’Isonzo”.

“Berlusconi ha introdotto nel 2009 il reato di clandestinità per raccogliere voti – ricorda Andrea Ussai -. Recentemente, nonostante il Parlamento si sia espresso chiaramente per il superamento di questo reato, il governo Renzi ha deciso di mantenerlo per mera convenienza politica. A nulla sono servite le sollecitazioni dell’Associazioni Nazionale Magistrati e i diversi appelli del Presidente della Corte Suprema di Cassazione che, in merito al reato di immigrazione clandestina, hanno dichiarato a più riprese che la risposta sul territorio sul terreno del procedimento penale si è rilevato inutile, inefficace e per alcuni profili dannosi, mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo – fino al più rigoroso provvedimento di espulsione – darebbe risultati più concreti, senza peraltro ingolfare il lavoro delle procure. Dobbiamo dire basta a queste politiche strumentali. È vero esiste una vera emergenza in Italia. Quella – conclude Ussai – di mandare a casa tutti i politici che non hanno saputo risolvere i problemi dei cittadini e che strumentalizzano questi problemi esclusivamente per aumentare i consensi elettorali”.

RAPPORTO SULLA LEGISLAZIONE: TROPPO POCHE LE RISPOSTE DELLA GIUNTA SERRACCHIANI ALLE NOSTRE INTERROGAZIONI

«La giunta Serracchiani risponde poco alle interrogazioni presentate dal MoVimento 5 Stelle». La denuncia è del capogruppo Cristian Sergo, intervenuto questa mattina in Consiglio regionale durante la discussione sul Rapporto sulla legislazione e sulle altre attività consiliari svolte nel 2015.

«I numeri ci dicono che l’esecutivo regionale ha evaso il 65 per cento delle nostre interrogazioni. Visto così sembra un buon risultato che ci colloca al quarto posto fra i gruppi presenti in piazza Oberdan. Le cose però stanno diversamente – ha rivelato Sergo -. Riusciamo infatti a ottenere il 65 per cento delle risposte solo perché la stragrande maggioranza delle nostre interrogazioni sono a risposta immediata, ben 108, seguiti solo dal gruppo di Forza Italia che ne ha presentate 62. A questo tipo di interrogazioni la giunta Serracchiani è obbligata a dare risposta in 48 ore e non può sottrarsi. Se al numero complessivo di risposte, sottraiamo infatti le cosiddette “Iri”, il MoVimento 5 Stelle scivola al settimo posto su nove gruppi rappresentati in Consiglio regionale. E la percentuale di risposte è abbondantemente sotto il 40 per cento!».

«Purtroppo non va meglio neppure con gli uffici della Regione. Due mesi e mezzo per sapere se in uno dei più importanti appalti affidati dall’amministrazione è stata presentata una variante, non sono accettabili ma ancora non abbiamo ricevuto risposte. Per avere qualche informazione certa, anche in questo caso, avremmo dovuto depositare una ulteriore interrogazione a risposta immediata».

«Altra nota dolente, ben evidenziata dal Rapporto sulla legislazione quando fotografa l’iter di produzione delle leggi, è rappresentato dallo scarso rispetto del lavoro dei consiglieri regionali. Nel corso del 2015, su 35 leggi approvate, appena 87 emendamenti delle forze d’opposizione (su 678 complessivi) hanno ottenuto un voto favorevole da parte del Consiglio regionale. Se pensiamo che le percentuali sono addirittura quasi raddoppiate rispetto al 2014 viene esemplificato il modo di comandare della giunta Serracchiani, più che di governare. I lavori sempre più frettolosi e le commissioni che si occupano delle leggi che vengono approvate – in media – meno di due sedute per proposta, di sicuro non agevolano il lavoro dei consiglieri. Questo andazzo, invece, favorisce esclusivamente la giunta Serracchiani che può di fatto presentare testi che “agevolmente” vengono approvati in Aula».

«Questi dati e queste circostanze devono invitare tutti a una seria riflessione sui rapporti fra maggioranza e opposizione. A partire – conclude Sergo – dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale che dovrebbe tutelare maggiormente i rappresentanti delle forze politiche di opposizione».

RAPPORTO SULLA LEGISLAZIONE E SULLE ALTRE ATTIVITÀ CONSILIARI 2015 – DAL ZOVO

0

Sono lieta di presentare l’annuale “Rapporto sulla legislazione e sulle altre attività consiliari 2015”, giunto alla sua dodicesima edizione. Questo documento rappresenta un utile strumento di comunicazione e diffusione dell’attività legislativa e regolamentare, dell’attività di controllo e di indirizzo esercitata dall’Istituzione regionale.
E’ un atto prezioso che aiuta il legislatore, i tecnici e non da ultimo i cittadini a conoscere in maniera dettagliata l’attività della Regione offrendo loro uno strumento di analisi per poter valutare come l’ente regionale eserciti la sua fisionomia costituzionale concreta, cioè come esso governi il territorio e se, e come, risponda ai bisogni primari della persona.

L’esame particolareggiato delle materie presentate nel rapporto indica chiaramente che sono molti i versanti sui quali la Regione si trova impegnata. D’altronde, le questioni poste dalla crisi economica negli ultimi anni, le sfide dell’integrazione europea e della globalizzazione evidenziano in maniera sempre crescente il ruolo di primo piano delle scelte a livello regionale e la necessità di un’architettura istituzionale articolata ed efficiente capace di rispondere alle richieste di una società complessa e in continuo cambiamento.

In questo documento viene dato conto di molti dati, quelli relativi alla produzione legislativa: quante e quali leggi sono state proposte, discusse ed approvate, la fonte dell’iniziativa legislativa, quanto è durato l’iter di approvazione che ha portato alla promulgazione, quanti e quali regolamenti sono stati prodotti dalla giunta regionale. Vengono evidenziati i rapporti tra legislativo ed esecutivo in termini di atti di sindacato ispettivo e, novità di questa edizione, distinti per gruppo consiliare. Viene in particolare evidenziato il tasso di evasione degli stessi, la tipologia della normazione e la classificazione per macrosettore e per materia.

Per quanto attiene al contenzioso Stato-Regioni davanti alla Corte Costituzionale, l’attuale riparto delle competenze – nato nel 2001 con la legge n. 3, ispirata dalle spinte federaliste – ha procurato un bel po’ di lavoro alla Consulta, chiamata in tutti questi anni a segnare i confini delle materie su cui avrebbe dovuto legiferare Roma rispetto a quelle ascrivibili alle amministrazioni regionali. I ricorsi sulla legittimità delle norme non sono mai venuti meno. Per quanto riguarda la nostra regione Il braccio di ferro tra Stato e Regioni sulle competenze legislative ha registrato di nuovo un balzo in avanti nel corso del 2015, su 35 leggi approvate, ne sono state impugnate 2: la LR 4/2015 “Istituzione del registro regionale per le libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (DAT) e disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti” e la LR 16/2015 “Integrazioni e modificazioni alla legge regionale 13 marzo 2015, n. 4 (Istituzione del registro regionale per le libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (DAT) e disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti”.

Nell’attuale legislatura, non vi erano state impugnazioni nel 2013, e nel 2014 era stata impugnata una sola legge.
Vi è da precisare che la percentuale di leggi del Friuli Venezia Giulia impugnate nel corso del 2015 (6% sul totale delle leggi approvate) è inferiore alla media del contenzioso complessivo Stato-Regioni nello stesso anno, che riguarda l’8% delle leggi regionali.

In questo documento una particolare sezione è dedicata all’attività del Consiglio regionale nell’ambito della partecipazione al processo di formazione degli atti dell’Unione europea e delle iniziative assunte dalla Regione nell’attuazione della normativa UE. Ad oggi, infatti, le prospettive più concrete attraverso le quali instaurare un dialogo reale tra istituzioni europee e organi nazionali, Regioni comprese, è concentrato sui meccanismi di attuazione del principio di sussidiarietà ma anche sulle prassi comunitarie che mostrano interesse a coinvolgere istituzioni e realtà locali nei propri procedimenti. Il Comitato delle Regioni ha visto il suo ruolo sensibilmente accresciuto, con un incremento delle materie in cui l’organo rappresentante delle Regioni e degli Enti locali è chiamato a dare parere nel procedimento legislativo europeo ed è stato mosso a valorizzare tutti gli apporti che possano sostenere la sua azione, coinvolgendo fin dagli stadi iniziali diversi soggetti, tra cui – ovviamente – anche le Assemblee legislative regionali. La conoscenza di questi strumenti può risultare assai utile per le Assemblee legislative regionali al fine di partecipare alle azioni comunitarie e di creare una cultura e un linguaggio comuni in materia di sussidiarietà.

Per quanto riguarda l’attività svolta dal consiglio regionale del FVG, nel corso del 2015, la V Commissione ha approvato 3 risoluzioni su atti di organi dell’Unione europea. Le risoluzioni hanno avuto a oggetto le Comunicazioni della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, concernenti il “Programma di lavoro della Commissione europea per il 2015” e l’ “Agenda europea sulla migrazione”, nonché una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio e una Comunicazione della Commissione europea, entrambi riguardanti il tema degli organismi geneticamente modificati (OGM).

Nell’ambito della Sessione europea 2015, il Consiglio ha approvato gli Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Friuli Venezia Giulia alla fase ascendente e discendente del diritto dell’unione europea.

Il Consiglio ha altresì esaminato la Relazione 2015 sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale agli atti normativi e di indirizzo emanati dagli organi dell’Unione europea, predisposta dalla Giunta regionale.

Per il 2015 non è stata predisposta la Legge europea regionale (prevista dalla LR 10/2004), in quanto non si è riscontrata la necessità di interventi a livello legislativo per l’adeguamento dell’ordinamento regionale all’ordinamento dell’UE.

Mi preme, da ultimo, segnalare la corposa sezione dedicata all’attività di controllo sull’attuazione delle leggi e alla valutazione degli effetti delle politiche regionali. Questa particolare funzione viene esercitata dal consiglio regionale attraverso l’attività del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, organo fortemente voluto dall’ Assemblea che ha in questo modo rappresentato in maniera concreta la propria determinazione a seguire un percorso volto a migliorare sempre più la qualità dell’attività legislativa attraverso l’utilizzo di strumenti di verifica sull’attuazione delle leggi e di valutazione degli effetti delle politiche.

Compito del comitato infatti è proprio verificare se l’attuazione della normativa è conforme al disegno originario, se essa cioè rispetta il mandato della norma, valutare quali siano le ragioni di eventuali difformità, e proporre modifiche legislative che migliorino la normativa (e la sua applicazione). Allo stesso modo, la valutazione degli effetti delle politiche si concentra sugli effetti, previsti e non previsti, di una politica, evidenziando se essa ha avuto successo, ossia se ha contribuito a risolvere il problema per il quale è stata adottata, o se abbia avuto eventuali conseguenze negative o inaspettati effetti collaterali.

Il ruolo del comitato è quello di valutare gli effetti delle nostre azioni – cioè in che misura siamo stati efficaci nell’approntare soluzioni ai problemi affrontati – e per apprendere dall’esperienza dei risultati, al fine di acquisire una maggiore autorevolezza ed una più ampia legittimazione. Ciò che dobbiamo fare è cercare di rispondere, in modo intellettualmente onesto, a domande sugli effetti delle politiche e, soprattutto, fare in modo che tali risposte arricchiscano davvero il processo decisionale pubblico. Con la conseguenza di rendere più informate, e quindi anche più consapevoli, le successive scelte.

A questo scopo ritengo sia molto importante predisporre all’interno delle proposte di legge, chiare ed efficaci clausole valutative, trasformando le finalità delle leggi che troppo spesso vengono espresse in modo ambiguo, idealizzato e retorico, in proposizioni chiare, concrete ed esplicite, il cui verificarsi sia realisticamente e direttamente osservabile, e quindi valutabile e ciò anche per rendere più utile e incisivo il lavoro successivo del Comitato in sede di valutazione degli effetti della politica

In tema di valutazione di politiche, si usa spesso la metafora della terapia, cioè si definisce la politica pubblica come lo sforzo di alleviare una particolare patologia che si manifesta in determinati pazienti, di “curare” cioè una situazione socialmente percepita come insoddisfacente e quindi meritevole di cambiamento.

Io credo che le politiche pubbliche siano tanto più leggibili nell’ottica della terapia quanto più è possibile attribuire loro obiettivi di cambiamento circoscritti e ben definiti (ad esempio: diminuire la mortalità sulle strade; ridurre gli incendi boschivi; aumentare la competitività delle piccole imprese), piuttosto che obiettivi sfocati o generici (ad esempio, incentivare lo sviluppo locale; lottare contro la criminalità; favorire le pari opportunità; combattere l’emarginazione sociale). Una più diretta leggibilità delle politiche come terapia implica anche che queste politiche siano più facilmente valutabili.

Aggiungo che la valutazione degli effetti non può essere intesa come un procedimento amministrativo, utile soltanto a chi ha responsabilità di natura esecutiva o gestionale. I risultati della valutazione sono patrimonio dell’intera comunità interessata al problema collettivo che la politica oggetto di valutazione tenta di risolvere. La fase della divulgazione dei risultati è tanto importante quanto quella di realizzazione dell’analisi. Se la valutazione è mal comunicata, e quindi poco capita o addirittura ignorata dai possibili utilizzatori, è come se non fosse mai stata realizzata.

Ringrazio i colleghi del Comitato per l’impegno e il lavoro svolto insieme agli Uffici del Consiglio per la stesura e la pubblicazione di questo documento ricco di spunti di riflessione. Mi auguro possa essere apprezzato e possa contribuire al miglioramento costante del lavoro dell’Assemblea legislativa al servizio della comunità regionale.

SINDROME DI PRADER WILLI: PARTITO ANCHE IN FVG UN PROGRAMMA DI ASSISTENZA

0

Anche nel Friuli Venezia Giulia prende il via un programma di assistenza alle persone affette dalla sindrome di Prader Willi, una malattia genetica rara, caratterizzata dall’alterazione del cromosoma 15. Lo ha reso noto questa mattina l’assessore regionale Telesca, rispondendo a una interpellanza presentata dalla consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo. “Stiamo individuando una équipe di professionisti – ha precisato Telesca – in grado di gestire il programma per assistere nel miglior modo possibile i pazienti del Friuli Venezia Giulia”. L’interpellanza firmata da Ilaria Dal Zovo è scaturita da una circostanza negativa: il venir meno di una convenzione con la vicina Regione Veneto dove è attivo un centro per le analisi e i percorsi di cura della sindrome di Prader Willi.

“Speriamo che l’avvio di un programma specifico sia il primo passo per l’apertura di un vero e proprio centro dedicato a questa patologia anche nella nostra regione – aggiunge la consigliera pentastellata -. Parliamo di una sindrome rara e che colpisce poche persone, ma che finisce per pesare molto sulle famiglie. I primi segnali si presentano dalla prima infanzia, e sono dovuti principalmente a disturbi ormonali che successivamente causano una preoccupante obesità durante l’adolescenza. I bambini – spiega Dal Zovo – dai due ai sei anni possono sviluppare, infatti, un appetito insaziabile – controllato a fatica dai genitori – dovuto ad una disfunzione dell’ipotalamo che li accompagna per tutta la loro vita. L’aumento della sensazione di fame o dell’appetito è un problema molto serio. Se non vengono sottoposti a un regime di dieta ferrea – conclude la consigliera regionale del M5S – i bambini possono essere soggetti ad un’obesità eccessiva e a gravi problemi di salute”.

PIANO DI CONSERVAZIONE DEL LUPO: LA PRESIDENTE SERRACCHIANI DEVE OPPORSI ALL’ABBATTIMENTO DI QUESTI ANIMALI

Nella riunione di alcuni giorni fa della Conferenza Stato-Regioni è stato approvato in sede tecnica il Piano di Conservazione del lupo, mentre l’approvazione in sede politica, è fissata per il prossimo 2 febbraio. Si tratta della revisione del Piano precedente al fine di introdurre una percentuale di lupi abbattibili per salvaguardare gli allevatori. Si prevede infatti un abbattimento di un numero di lupi non superiore al 5% del numero complessivo di questi animali presente nel nostro Paese.

Il prossimo 2 febbraio il Ministero e i rappresentanti delle giunte regionali saranno chiamati a dare l’ok definitivo alle modifiche apportare al Piano di Conservazione del lupo. Quindi, con grande probabilità, dopo 46 anni di tutela, il lupo tornerà ad essere cacciato in modo selettivo.

Ci uniamo pertanto alle richieste che arrivano dalle associazioni animaliste e chiediamo alla presidente della Regione Serracchiani di opporsi a questa scellerata previsione. Conservare, sul dizionario italiano, ha un preciso significato. Significa “tenere con cura un oggetto o un bene; custodire, serbare”. E ancora: “Non far venire meno, salvaguardare”. Dopo 46 anni di tutela, sarebbe un enorme passo indietro e, in primis, un enorme danno ambientale. Invece di cacciarlo, dovremmo imparare a condividere con questo grande carnivoro e monitorare le popolazioni che, con estrema difficoltà, stanno ritornando a popolare le nostre terre. Si studino metodi alternativi alle uccisioni e si metta concretamente in atto il Piano di Conservazione.

Per quanto riguarda la tutela questo meraviglioso animale, la nostra Regione – purtroppo – è molto indietro e si sa pochissimo dell’attività fatta fino ad oggi. Dobbiamo rivelare che, per conoscere quanto realizzato finora, avevamo fatto anche un accesso agli atti. Risultato? Non solo non abbiamo ricevuto le informazioni richieste, ma addirittura non abbiamo ricevuto risposta.

Presidente Serracchiani, voti NO a questa porcheria e dimostri una volta per tutte da che parte sta!

TRASFERIMENTO DELLA SCUOLA DI RESTAURO DI VILLA MANIN: UNA DECISIONE SBAGLIATA E MOLTO COSTOSA

“Quanto verrebbe a costare alla Regione il trasferimento da Villa Manin della Scuola regionale per il restauro e la realizzazione di una nuova sede?”. Lo chiede la consigliera del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi che su questo argomento ha appena depositato una interrogazione in Consiglio regionale.

“Il rischio che la Scuola venga trasferita è molto concreto – spiega Bianchi -. Sulla base della legge regionale 17 del 2016 l’amministrazione del Friuli Venezia Giulia, per il tramite dell’Ente regionale per il patrimonio culturale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Erpac), è autorizzata infatti a ospitare, presso alcuni locali di Villa Manin di Passariano di Codroipo, la sede della Fondazione Roberto Capucci di Roma. Per l’attività di questo ente verrebbero messi a disposizione – a titolo gratuito – spazi adeguati e utenze per l’archivio storico della Fondazione contenente abiti, abiti – scultura, disegni, fotografie, documenti audio e video. Il verificarsi di questa ipotesi potrebbe comportare uno spostamento della Scuola regionale di restauro in un altro contesto, molto probabilmente a palazzo Alvarez a Gorizia, dietro il pagamento di un affitto”.

“Non possiamo dimenticare che la Scuola ha una straordinaria valenza cultura e simbolica per il Friuli Venezia Giulia. Una realtà – ricorda la consigliera del M5S – sorta per legge pochi mesi dopo il terremoto che devastò il Friuli nel 1976. Finora i restauratori si sono sempre formati a Villa Manin dove hanno potuto acquisire le fondamentali basi storiche, scientifiche e tecniche necessarie all’esercizio della professione, avendo allo stesso tempo una solida preparazione pratica. Spostare altrove la Scuola, tra l’altro con costi molto elevati per la collettività, potrebbe danneggiare un ente – conclude Bianchi – che ci viene invidiato in tutto il mondo”

FERRIERA: L’AIA DEVE ESSERE RIVISTA IMPONENDO LIMITI PIU’ STRINGENTI

La decisione della Conferenza dei Servizi di valutare insoddisfacente il progetto di copertura dei parchi minerali della Ferriera di Servola conferma tutte le nostre perplessità. Più volte abbiamo sottolineato che Arvedi avrebbe continuato a chiedere deroghe alle prescrizioni imposte dall’Aia. Le affermazioni dell’assessore Vito ( “l’assoluto rigore con cui da sempre operano su questo tema gli uffici regionali” e “ferma volontà della Regione al pieno rispetto delle regole e delle procedure”) non sono poi altro che la solita difesa d’ufficio sempre meno credibile.

Come abbiamo già sottolineato altre volte, abbiamo ormai tantissimi dati certi sull’inquinamento a Servola e a Trieste. Non è più sufficiente però poter esibire dati e numeri. E’ urgente che la politica prenda decisioni conseguenti. Basta trincerarsi dietro gli atti amministrativi. Servono iniziative concrete, partendo dall’Aia che deve essere rivista immediatamente, imponendo limiti più stringenti e non adeguandosi alle richieste di Arvedi.

Oltre a un’Aia più stringente, insieme ad Arvedi, bisogna programmare una tempistica per il superamento dell’area caldo, cercando di incidere il meno possibile sui livelli occupazionali.

DIFESA: SULLE ESERCITAZIONI DEGLI AEREI AMERICANI DI AVIANO INTERVENGA IL GOVERNO

0

«Periodicamente dalla base militare USA di Aviano decollano velivoli dello stormo denominato “Fighter Wing” che, pur essendo adibiti a semplici esercitazioni, sorvolano i cieli delle cittadine antistanti, molto spesso a bassissima quota, causando rumori assordanti e generando preoccupazione e disagi nella collettività. L’ultimo episodio del genere è avvenuto poche settimane fa, allorquando numerosi cittadini hanno segnalato di essere stati costretti, nei minuti di durata del volo, a tapparsi le orecchie a causa del frastuono provocato dal velivolo».

Lo affermano la deputata bresciana Tatiana Basilio, componente del Gruppo “Movimento 5 Stelle” presso la IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, e la consigliera regionale del “Movimento 5 Stelle” Eleonora Frattolin, commentando la presentazione di una interrogazione parlamentare diretta ai Ministri della Difesa e dell’Interno, avente ad oggetto la recente esercitazione militare di un velivolo decollato dalla base americana di Aviano l’11 gennaio scorso, che ha generato un boom sonico tale da indurre numerosi cittadini a tapparsi le orecchie.

«Da tanti, troppi anni – prosegue la deputata Basilio – assistiamo ad un uso “disinvolto” dei mezzi e dei velivoli americani nei nostri territori. Concedere l’uso di basi militari ai nostri “alleati” non significa lasciare loro campo libero di poter effettuare esercitazioni e manovre in assenza di ogni più elementare regola di condotta. Le basi devono saper “convivere”, invece, con i territori ospitanti, senza ledere la tranquillità dei nostri concittadini. Per tali ragioni, ho ritenuto opportuno sensibilizzare della questione i Ministri Pinotti e Minniti affinché, anche attraverso le prefetture e i sindaci coinvolti, possano varare “linee-guida” per una pacifica convivenza tra militari americani e cittadini italiani nelle aree di pertinenza delle basi. Questa volta si è trattato del superamento della barriera del suono, ma non dimentichiamoci della strage del Cermis del 1998, allorquando un velivolo americano a bassa quota causò la morte di venti persone, per cause ancora tutte da chiarire».

«Durante la discussione alla Camera dei Deputati di una pregiudiziale di incostituzionalità per l’ennesimo decreto-legge di proroga delle missioni internazionali, ho dichiarato che sono trascorsi più di 70 anni dal termine della II Guerra Mondiale e il nostro Paese ha già pagato lo sconto per aver perso la guerra ed essere stato liberato dal Fascismo e dal Nazismo, ora vorremmo decidere chi ospitare in Italia ed avere voce in capitolo. I nostri cieli non possono essere oggetto di scorribande di velivoli statunitensi» conclude la deputata Basilio.

«Nel Friuli Venezia Giulia – aggiunge la consigliera regionale M5S Eleonora Frattolin – abbiamo più volte sollevato l’opportunità di ridiscutere la permanenza delle basi militari sul nostro territorio e abbiamo posto diverse interrogazioni sulla questione, non da ultimo sull’ormai certa presenza di testate nucleari, mai ricevendo effettive risposte con la giustificazione che non è tema di competenza regionale. Ci auguriamo che interrogando direttamente il Governo non si assista al solito scarico di responsabilità: a chi spetta tutelare gli interessi dei cittadini?» chiede in chiusura la consigliera Eleonora Frattolin.

ELETTRODOTTO UDINE OVEST-REDIPUGLIA: SECONDO IL MIBACT L’IMPATTO SUL TERRITORIO E’ DEVASTANTE

Interrogazione del MoVimento 5 Stelle Fvg in merito alla convenzione quadro fra la Regione e Terna che deve definire le misure di compensazione e di riequilibrio ambientale al territorio interessato dalla realizzazione del progetto “Elettrodotto a 380 kv Udine ovest-Redipuglia. «La cifra di 3,9 milioni di euro, stabilita nello schema del 16 dicembre 2016, non è congrua all’impatto devastante subito dai territori interessati dall’opera e riconosciuti dalle istituzioni preposte alla tutela del paesaggio – attacca Cristian Sergo -. Soprattutto se consideriamo che la cifra è la stessa già stabilita nell’ottobre 2013, prima del parere negativo sull’opera espresso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».

«Secondo la convenzione quadro – spiega il capogruppo del M5S in Consiglio regionale – la Regione demanda la puntuale individuazione delle misure compensative a specifiche convenzioni tra Terna e i Comuni sul cui territorio sarà realizzato l’elettrodotto. Si tratta di interventi di compensazione e riequilibro ambientale che devono avere caratteristiche di pubblica utilità. E se questi interventi non verranno eseguiti dalle amministrazioni comunali, allora dovrà intervenire direttamente la stessa Regione Fvg».

«Per parte sua Terna si è impegnata a riconoscere misure di compensazione e riequilibrio ambientale nei territori dei Comuni interessati dalla costruzione del nuovo elettrodotto e della nuova stazione elettrica. Si tratta – snocciola Sergo – di Basiliano, Campoformido, Pozzuolo del Friuli, Lestizza, Mortegliano, Pavia di Udine, Santa Maria La Longa, Trivignano Udinese, Palmanova, San Vito al Torre, Campolongo Tapogliano, San Pier d’Isonzo, Villesse, che otterranno complessivamente un finanziamento di 3,9 milioni di euro, iva compresa. A questo punto la giunta Serracchiani deve però spiegare come mai questa cifra totale sia rimasta la stessa stabilita nell’ottobre del 2013. È ridicolo che Regione e Terna non tengano nella giusta considerazione il parere negativo espresso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo il giugno scorso nel corso dell’istruttoria di Via. Secondo il Mibact il progetto, infatti, “non appare essere significativamente mitigabile stanti le incomprimibili e non modificabili caratteristiche tecnico-realizzative dell’opera”. Molti comuni non accetteranno alcuna compensazione, avendo di nuovo – giustamente – proposto ricorso avverso la realizzazione dell’opera. Infatti, come sostiene il Mibact, non c’è modo per rendere più accettabili quei piloni. Per i cittadini delle amministrazioni che dovessero accettare la convenzione – conclude l’esponente del MoVimento 5 Stelle – ci sarà oltre la beffa anche il danno».

RIMETTIAMO IL COMMERCIO AL CENTRO

“Rimettiamo il commercio al centro”. È questo il titolo dell’incontro organizzato dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che si terrà domani, venerdì 27 gennaio, alle ore 18 all’Ostaria da Bepi Meo a San Canzian d’Isonzo (via Romana, 46). Consumo del suolo, stop ai centri commerciali e impatto sul commercio alcuni dei temi che saranno toccati nel corso della serata.

Interverranno il deputato del M5S Ivan Della Valle, componente della X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera, il capogruppo del M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo e il presidente del circolo monfalconese di Legambiente Michele Tonzar.

L’evento è organizzato in collaborazione con il meetup “Bisiacaria in Movimento”.