domenica, 12 Gennaio 2025
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FEMMINICIDIO: A BREVE UNA PROPOSTA DI LEGGE TARGATA M5S PER CONTRASTARE LA VIOLENZA DI GENERE

 «Dobbiamo fare di tutto per contrastare la violenza sulle donne. Un fenomeno terribile che ferisce ogni regione italiana, compreso il Friuli Venezia Giulia, come puntualmente ci ricorda la cronaca giornalistica. Per questo il MoVimento 5 Stelle a breve porterà in Consiglio regionale una nuova proposta di legge. E’ necessario infatti un testo unico in grado di combattere le discriminazioni sessuali e di promuovere la cultura dell’inviolabilità». L’annuncio è della portavoce del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo.
 
«Con questa proposta – spiega Dal Zovo – vogliamo migliorare la precedente legge sui progetti antiviolenza, realizzare una rete composta dalle istituzioni che sul territorio si occupano di queste tematiche, dare vita al Piano regionale triennale di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e creare il primo Osservatorio regionale dedicato alla violenza di genere».
 
«Come detto, puntiamo a superare la legge contro la violenza, approvata dalla Regione nel 2000. Negli ultimi 16 anni ci sono stati mutamenti notevoli sia dal punto di vista culturale che legislativo. E’ urgente quindi riuscire ad ampliare il perimetro della normativa regionale, promuovendo con decisione la cultura e dell’inviolabilità e il contrasto alle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Obiettivi che vogliamo raggiungere inserendo nel Friuli Venezia Giulia due strumenti innovativi: un Osservatorio regionale e un Piano regionale triennale di prevenzione e contrasto alla violenza di genere».
«Oggi – ricorda la portavoce del M5S – sono numerose le realtà che si occupano, in modo autonomo, di queste problematiche. E’ venuto però il momento di fare sinergia, creando una rete di relazioni tra i comuni anche in forma associata, le aziende ospedaliero-universitarie, le aziende per l’assistenza sanitaria (AAS), l’ufficio scolastico regionale, le forze dell’ordine, gli uffici territoriali del Governo-prefetture, la magistratura e i centri antiviolenza presenti sul territorio. Istituzioni che insieme – conclude Dal Zovo – devono arginare un fenomeno inaccettabile».

SITUAZIONE PESANTISSIMA DEL PERSONALE INFERMIERISTICO DEI PRONTO SOCCORSO DELL’AAS N.2 BASSA FRIULANA

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 Ferie non godute e impossibili da programmare, ore di straordinario fuori controllo, turni svolti al di sotto del contingente minimo, équipe dell’ambulanza per il soccorso avanzato (ALS) composte da due soli operatori e nei Pronto soccorso di Latisana e Palmanova spesso un unico infermiere costretto a gestire da solo triage, visite e osservazione dei pazienti. «Negli ultimi anni negli ospedali gestiti dall’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 2 Bassa friulana isontina si registra una perdurante carenza di organico del personale infermieristico, una situazione che riguarda in particolare le strutture operative complesse di pronto soccorso e 118». Dopo lo stato di agitazione proclamato dal NurSind, il sindacato infermieristico italiano, il caso arriva in Consiglio regionale grazie a una interrogazione depositata dal portavoce del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai.

«Pare siano ben 2.717 le ore straordinarie e 2.221 i giorni di ferie non godute solo per il personale della SOC di Pronto Soccorso e 118 di Gorizia – rivela Ussai -. Se questo corrisponde al vero, allora vogliamo sapere dalla giunta Serracchiani a quanto ammontino le giornate e le ore di ferie non godute, nonché le ore di straordinario effettuate dal personale infermieristico di ciascuna delle quattro strutture operative complesse di pronto soccorso e 118 degli ospedali dell’AAS n.2. Inoltre l’esecutivo regionale deve spiegare come verrà garantito il godimento delle ferie maturate senza ricorrere alla chiusura temporanea di reparti ospedalieri e se esista un piano di recupero delle ore di straordinario effettuate e delle ferie non godute».

Le domande del portavoce del M5S non finiscono qui. «Il Pronto soccorso è da annoverare fra i reparti di cura intensiva e sub intensiva, comportando il riconoscimento dell’indennità di terapia intensiva agli operatori di pronto soccorso? Le modalità di risoluzione delle criticità adottate dall’AAS n. 2, come i turni svolti al di sotto del contingente minimo, la previsione “ex ante” degli straordinari, le équipe composte da due soli operatori sulle ambulanze, rispettano la normativa e il contratto collettivo nazionale?» chiede Ussai.

«Come se non bastasse, dalle informazioni fin qui raccolte, pare che l’Azienda, in forza di un’interpretazione arbitraria dell’articolo 44 del contratto collettivo nazionale, non riconosca più l’indennità di terapia intensiva agli operatori di pronto soccorso, nonostante la complessità e i carichi di lavoro in continuo aumento. Inoltre – aggiunge il portavoce del MoVimento 5 Stelle – abbiamo verificato che recentemente presso il Pronto soccorso di Palmanova il personale medico è stato costretto a chiedere impropriamente ad alcuni infermieri di svolgere attività non rientranti fra i compiti previsti. Decisioni che finiscono per svilire la professionalità di questi operatori sanitari».

«Questa situazione va subito modificata – conclude Ussai – prevedendo la revisione dei contingenti minimi di personale e di conseguenza assumendo un numero di infermieri adeguato agli standard che l’AAS n.2 deve sempre rispettare, per garantire la qualità dei servizi e il lavoro in sicurezza per gli operatori».

LA GIUNTA SERRACCHIANI STA COMPLICANDO LA VITA A MOLTI ALLEVATORI DELLA NOSTRA REGIONE

I bandi adottati con decreto della presidente Serracchiani, pubblicati sul Bollettino Ufficiale appena il 4 maggio 2016, avevano scadenza il 15 maggio, solo undici giorni dopo. Grazie al nuovo Regolamento 2016/761 dell’Unione Europea sono stati prorogati i termini di presentazione delle domande al 15 giugno. Ma questo non è l’unico disagio che molti operatori della zootecnia regionale stanno affrontando.

Ci sono stati segnalati, infatti, problemi con la Misura 10 del Piano di sviluppo regionale, quella che prevede i pagamenti agro-climatico-ambientali. Purtroppo, come spesso accade in Italia, credendo di semplificare le cose, l’amministrazione regionale pare le abbia complicate ancor di più. Infatti, lo scorso 10 maggio si è tenuta una riunione tecnica a seguito della quale sono state pubblicate le FAQ, ovvero una raccolta delle domande più frequenti con le risposte del caso.

Come detto però, una di queste risposte inerenti la Misura 10.1.6 “gestione sostenibile dei pascoli per la tutela climatica” sta creando molti problemi di interpretazione. La domanda “incriminata” riguarda il rapporto fra il numero di bestiame e gli ettari di superficie di pascolo da dichiarare in fase di partecipazione al bando. A differenza di quanto avviene in tutte le altre regioni d’Italia e di quanto sarebbe previsto dai regolamenti europei e del PSR stesso, la Regione sostiene che per l’individuazione di questo rapporto occorre far riferimento solo al primo e all’ultimo giorno di pascolo.

Il fatto di stabilire questo rapporto il primo giorno di monticazione sta mettendo in seria difficoltà gli operatori, sia perché il periodo di pascolamento non deve essere inferiore a 75 giorni tra il 1 aprile e il 31 ottobre, quindi precedente a quello di presentazione della domanda, sia perché è consuetudine, soprattutto nelle zone montane dove i periodi dedicati a questa attività riguardano per lo più i mesi estivi, che il primo giorno del pascolo non vengano mai utilizzate tutte le specie animali contemporaneamente, viste ad esempio le differenze tra quelle ovicaprine e quelle bovine.

L’interpretazione fornita dall’amministrazione rischia di pregiudicare, oltre che ritardare, la partecipazione al bando di molti allevatori, che non dovessero raggiungere il rapporto richiesto tra il numero di bestiame e la superficie agraria e che quindi sarebbero impossibilitati a programmare la loro attività anche negli anni a seguire, con tutti i gravi problemi che un’evenienza del genere causerebbe al territorio.

 

Per approfondimenti:

Decreto del Presidente della Regione 22 aprile 2016, n. 084/Pres

Programma di Sviluppo Rurale (PSR)

SOPPRESSIONE E RIPRISTINO AUTOMEDICA: VOGLIAMO VEDERCI CHIARO

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 «Quali sono le reali motivazioni che hanno portato alla soppressione del Servizio di Automedica 118 di Udine nel Maggio 2014?  Si sono valutati gli eventuali effetti di questa decisione sulla Salute Pubblica?». A chiederlo alla giunta Serracchiani è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai che ha presentato un’interrogazione per andare a fondo su questo caso che da anni fa molto discutere.
 
«Nel 2014 – ricorda Ussai – emerse sulla stampa, a seguito dei dati forniti dall’allora direttore del 118 e dell’Elisoccorso di Ud Dott. Carchietti, che l’Automedica fosse utilizzata anche per interventi non urgenti, e quindi, non di competenza del soccorso territoriale medicalizzato, mettendone in discussione in questo modo l’utilità e l’efficacia. Inoltre venne addotta, sempre dallo stesso direttore, la scusa difficilmente sostenibile del risparmio economico per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine. Paradossalmente infatti la riorganizzazione prevedeva il mantenimento della spesa maggiore in essere (circa 350 mila euro all’anno), legata al servizio medico territoriale (pagato quasi interamente in regime di “libera professione”, già dal 2001), e la sostituzione della vettura adibita ad Automedica prima appaltata alla Croce Rossa e poi alla Ditta Sani.T s.r.l. (costo 13.870 euro al mese) con un’Ambulanza, operativa anch’essa 24 ore su 24 con costo di 20.250 euro al mese. Il risultato finale di questa operazione è stato pertanto un incremento di spesa per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria».
 
«Oggi il “Piano dell’Emergenza Urgenza del Friuli Venezia Giulia” (DGR n.1674) prevede il ripristino del Servizio di Automedica con personale medico afferente al Dipartimento di Emergenza dell’ospedale di riferimento. Una decisione – aggiunge il portavoce del M5S – che suscita grande stupore, visto che chi ha deciso la soppressione due anni fa, è anche membro della commissione che ha partorito il “Piano dell’Emergenza Urgenza”».
 
«Altrettanto stupefacenti, in Commissione Sanità, le affermazioni del direttore centrale della Direzione salute Marcolongo che, rispetto all’automedica di Udine, ha dichiarato che “…il medico è stato trasferito dall’auto ed è stata medicalizzata un’ambulanza…” come “…misura contingente per misure di sicurezza” su cui non poteva spingersi oltre! Non c’è che dire – conclude Ussai – proprio un bel modo di intendere la trasparenza! Attendiamo ora la risposta dell’assessore perché sulla soppressione e poi ripristino dell’Automedica del 118 di Udine come M5S vogliamo vederci chiaro!».

REMANZACCO: 2 ANNI A 5 STELLE

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Domani, venerdì 10 giugno 2016, con inizio alle ore 18.30, presso lo spaccio delle “Latterie Friulane” in via del Sole a Remanzacco (Udine), si terrà l’evento “Due anni a 5 Stelle“, organizzato dagli Amici di Beppe Grillo Remanzacco.

 
Nel corso dell’evento sarà illustrato tutto il lavoro svolto come opposizione da Maria Cristina De Michielisportavoce del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio comunale di Remanzacco. Saranno presenti anche i portavoce del M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai.

CONTROLLI SUPERFICIALI ALLA VARIANTE DI DIGNANO

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Troppo superficiali i controlli effettuati da FVG Strade sul ricorso riguardante la gara della Variante di Dignano. La sentenza del Tar parla chiaro, alcuni passaggi ci sembrano particolarmente gravi.
Secondo il Tar “…dalla documentazione in atti risulta chiaramente come l’attività svolta dalla ditta non può considerarsi attività di progettazione come prevista dalla norma, e in particolare dall’articolo 263 del codice degli appalti, ma si tratta di un’attività di supporto al progettista e quindi non si può configurare come servizio spendibile per l’assolvimento dei requisiti”.
 
In sostanza FVG Strade non ha controllato che fossero ottemperati alcuni requisiti previsti nel bando di affidamento, redatto dalla stessa azienda partecipata dalla Regione. Inoltre, la ditta che ha presentato la migliore offerta ha sbagliato l’importo indicato nella documentazione richiesta. Inoltre, avendo la ditta vincitrice, sbagliato l’importo nella documentazione, doveva essere esclusa dalla gara.
 
Questi fatti mettono in evidenza che FVG Strade in alcuni casi non effettua i controlli in modo adeguato. A questo punto ci chiediamo se la partecipata abbia operato con la medesima superficialità per altre opere già completate o affidate. Se la Regione delega ad FVG Strade queste importanti funzioni, deve anche pretendere che le procedure vengano eseguite alla lettera e che le ditte che partecipano alle gare presentino tutta la documentazione in regola.
Non possiamo dimenticare che sono risorse pubbliche anche quelle che dovrà versare FVG Strade per risarcire la parte ricorrente. Soldi dei cittadini che, in virtù di una maggiore attenzione, potevano essere risparmiati e investiti in altro modo.
È necessaria una presa di posizione da parte della giunta regionale che deve agire con determinazione per garantire subito maggiori controlli. Non può passare sotto traccia questa cosa. Riteniamo tutto questo molto grave e che ci sia bisogno di prendere dei provvedimenti nei confronti di chi ha sbagliato e di chi doveva vigilare per evitare che in futuro si ripetano situazioni di questo tipo.
Chiediamo, quindi, quali azioni intenda intraprendere la Giunta per prendere dei provvedimenti nei confronti di FVG Strade. Non possono pagare sempre i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Quando non rispetta la legge, un cittadino paga di tasca propria. Quando a farlo è una partecipata regionale, a pagare siamo tutti, compreso chi, quest’opera l’ha sempre osteggiata e continuerà a farlo.

24982 VOLTE GRAZIE!!!

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“Lenti ma inesorabili. Anche nel Friuli Venezia Giulia la crescita del MoVimento 5 Stelle è un dato di fatto. Oggi festeggiamo l’ingresso dei nostri portavoce in cinque nuovi consigli comunali della nostra regione”. Esprime grande soddisfazione la capogruppo del M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi, commentando i risultati delle elezioni amministrative.
“Vogliamo cogliere l’occasione per ringraziare tutti i nostri candidati sindaco Paolo Menis, Samuele Stefanoni, Loredana Pozzatello, Mauro Rampogna, Gianpaolo Biason ed Emanuele Romano, insieme a tutti gli altri nostri candidati ai consigli comunali, per l’ottimo lavoro svolto negli ultimi mesi. I partiti che hanno governato male e che continueranno a farlo nei prossimi anni – aggiunge Bianchi – da oggi dovranno fare i conti con una nuova squadra di cittadini determinati e dalle mani libere. Gli stessi partiti che sono responsabili della bassa affluenza e che sono pieni zeppi di politici di professione, così poco credibili da allontanare i cittadini dalle urne”.
“Lasciateci poi gioire – conclude la capogruppo del M5S – per la fantastica affermazione di Virginia Raggi, per l’ottimo risultato ottenuto da Chiara Appendino, per i nuovi sindaci a 5 stelle e gli oltre 20 comuni dove saremo al ballottaggio”. Conquistare Roma e Torino fra due settimane segnerà un momento di svolta per il nostro Paese e per il radicamento del MoVimento 5 Stelle a livello nazionale.

IL PD E IL CONSIGLIERE PETROSSI CON LE LORO BALLE OFFENDONO L’INTELLIGENZA DEI CITTADINI

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Il Partito democratico e il consigliere Petrossi, quando dichiarano che avremmo voluto lasciare i pazienti “senza assistenza e anche morire”, oltre ad offendere il MoVimento 5 Stelle, offendeno anche l’intelligenza di tutti i cittadini di Trieste. È inaccettabile sostenere, nel tentativo di giustificarsi, che i medici in graduatoria non potevano essere tenuti in considerazione perché “non hanno uno studio”. Tutti sanno, e sicuramente lo sa molto bene anche il dott. Petrossi, che solitamente il medico sostituto utilizza la sede del medico sostituito. Inoltre è falsa l’affermazione che tutti i medici in graduatoria non dispongano di una sede propria. Evidentemente l’esponente del Pd preferisce continuare a mentire anche davanti all’evidenza pur di coprire i propri intrallazzi! Ci auguriamo che gli elettori ne prendano sempre più coscienza.
 
A confutare la risposta rilasciata dal dottor Petrossi bisogna inoltre precisare che tutte le sostituzioni, relative alla Medicina Generale, sottostanno alla normativa vigente (Accordo Collettivo Nazionale), secondo la quale, prescindendo dalla causa (ferie, malattia, ecc…), che ha provocato l’assenza del medico titolare, si prevede che qualora il medico non riesca ad assicurare la propria sostituzione venga consultata la graduatoria regionale. Pertanto non si comprende per quale motivo, in questo caso particolare, si sia resa necessaria una deroga, giustificandola, addirittura, con un potenziale rischio di “morte” degli assistiti.
 
Va ulteriormente precisato che, sempre in base alle norme regolate dall’ACN, il sostituto effettua la sostituzione del medico assente presso l’ambulatorio di quest’ultimo, a meno che non appartenga ad un suo gruppo in rete o associazione, e pertanto possa accedere attraverso il suo PC ai dati clinici dei pazienti assistiti dal medico assente.
 
Chiudiamo ricordando che il MoVimento 5 Stelle non lascerà mai i pazienti senza la giusta assistenza, visto che da quando è attivo come forza politica si occupa con grande forza della difesa della Salute pubblica.

VENEZIA-TRIESTE: IMBARAZZANTE CHE L’ASSESSORE SANTORO PARLI DI COSE CHE NON CONOSCE, BASTA CONSULTARE UNA CALCOLATRICE PER SCOPRIRE LA VERITA’

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Ci sorprende la reazione dell’assessore Santoro che evidentemente punta sul vivo ha cercato un goffo tentativo di difesa. Goffo in quanto – come al solito – accusa noi di mentire, mentre lei è la prima a divulgare dati falsi.
 
Come abbiamo avuto modo di spiegare lunedì, che siano previsti milioni di euro per questa tratta nessuno lo mette in dubbio. L’assessore si sbaglia però su quanti sarebbero previsti: non sono 150 come afferma ma ben 250 milioni. Dato su cui era inciampato anche il ministro Del Rio, annunciando stanziamenti prima di 150 poi di 200 milioni. Confusione che mette in evidenza quanto anche lui non abbia letto bene il contratto!
 
Infatti, nella sua precedente visita a Trieste, lo scorso 14 aprile, il ministro Del Rio aveva parlato infatti di “ulteriori 150 milioni di euro” previsti per la velocizzazione della tratta. Poi non contento è tornato a Trieste a due settimane dal voto e ha annunciato lo stanziamento di 200 milioni, supportato anche dalla presidente Serracchiani che “ha spiegato” come fossero stati allocati proprio il 14 aprile ulteriori 200 milioni. Se la matematica non è un’opinione con tutti questi milioni dovremmo già avere una copertura di 400 milioni di euro e sembrerebbero tutti stanziamenti freschi.
 
In realtà, non è così. Come detto per velocizzare la Venezia-Trieste, cosa che secondo la Serracchiani doveva esser realizzata entro il 2016 (ma di questo l’assessore Santoro non dice nulla), fino al 2015 c’erano già disponibili 111 milioni, tra questi anche i 50 milioni di fondi europei non utilizzati (anche su questo l’assessore non dice nulla). Ma proprio nel contratto di programma 2012-2016 stipulato nell’agosto 2014 e approvato dal Cipe con delibera 112/2015 dello scorso dicembre erano “previsti”, quindi non “stanziati” i 70 milioni per il raddoppio di Bivio San Polo e 19 per la Trieste-Divaca. 
 
Peccato che nel nuovo aggiornamento siglato il 29 aprile 2016 sia prevista la sola copertura di 50 milioni (confermati questi sì dall’assessore) e la previsione di spesa di 250 milioni di euro, ma i fondi a copertura del nodo monfalconese sono rimasti pari a zero (pure in questo caso l’assessore non ha detto nulla). 
 
Infatti, prevedere è un conto, stanziare è un altro. 
 
Perché, in verità, di milioni previsti ce ne sarebbero 1750, ma ancor oggi non si sa e non si vuol dire per cosa verranno spesi e quando. Impegnare soldi per opere che non si realizzeranno nemmeno in Provincia di Trieste, senza nemmeno presentare i progetti preliminari non ha alcun senso, se non quello di realizzare un bello spot elettorale per sostenere un sindaco uscente (uscito) in evidente difficoltà.
 
Ecco perché facendo le dovute somme non c’è nessun nuovo stanziamento di 150 milioni, come afferma l’assessore Santoro, ma semmai di fondi “freschi” ne verrebbero stanziati zero stando alle dichiarazioni dell’assessore, 50 stando alle dichiarazioni del ministro oppure 100 stando alle “previsioni” di RFI, già smentite in passato. 
 
Si mettessero pure d’accordo tra di loro ma c’è una leggera differenza rispetto a quanto annunciato in campagna elettorale, “basta consultare” una calcolatrice per scoprirlo!
 
 
 

DENUNCIA DEL M5S: GIARDINI INQUINATI A TRIESTE

L’inquinamento pesantissimo dei giardini di Trieste non è imputabile al traffico veicolare e al riscaldamento domestico come questa mattina la giunta Cosolini, l’Azienda sanitaria e la giunta Serracchiani hanno cercato di sostenere nel corso di una conferenza stampa. A testimoniarlo sono sia gli ultimi dati dell’Arpa presentati oggi sia quelli relativi la precedente ordinanza del sindaco del 26 aprile scorso.

Alcune sostanze, che hanno superato i limiti di legge, contengono infatti cloruri e floruri, come il benzo(b)fluorantene e il benzo(k)fluorantene, che non possono assolutamente derivare da riscaldamento domestico e da traffico veicolare. È dimostrato al contrario che queste sostanze sono riconducibili alle attività produttive.  

Quindi è totalmente scorretto e strumentale sostenere che i risultati dell’inquinamento dei giardini molto lontani dalla Ferriera discolpino l’impianto dall’inquinamento diffuso. È scientificamente dimostrato, infatti, che Pm10 e metalli pesanti ricadono nell’immediate vicinanze dell’impianto che li produce, mentre il resto dei composti inquinanti è molto più volatile e può coprire distanze anche chilometriche.

Questo fatto è avvalorato anche dagli studi sull’incidenza della mortalità nella provincia di Trieste, che evidenziano che non ci sono differenze fra i residenti a Servola e gli altri abitanti della città. Una differenza significativa dell’aumento della mortalità, al contrario, è palese rispetto a chi abita in Carso. In poche parole: c’è qualcosa che inquina mortalmente tutta la città.

Bisogna assolutamente fare un’indagine approfondita della presenza dei composti clorurati tipo diossine. Questa mattina abbiamo avuto conferma dall’Arpa che le diossine non sono mai state ricercate nei terreni del territorio comunale. 

Ricordiamo che sono le sostanze più pericolose per la popolazione ma anche quelle che aiuterebbero in maniera puntuale a determinare la fonte principale di contaminazione. Questo spiega forse perché finora non si sono mai volute ricercare le diossine a Trieste, come invece si fa in alcune zone della regione. Il MoVimento 5 Stelle chiede quindi che vengano ricercate le diossine su tutto il territorio triestino.

Le analisi effettuate nello stesso punto in piazzale Rosmini in due momenti successivi, il 14 gennaio e il 25 febbraio 2016, dimostrano che in quel lasso di tempo è accaduto qualcosa di molto grave. Dopo 40 giorni i valori di inquinamento (benzo(a)pirene, benzo(g,h,i,)perilene e indenopirene), che erano già altissimi, sono letteralmente raddoppiati, arrivando a 7 volte i limiti di legge.

Perché nessuno si è chiesto cosa sia accaduto in quei 40 giorni per giustificare un inquinamento di questa portata? È esplosa una bomba chimica su Trieste?

Altra domanda: perché nonostante questo aumento impressionante di inquinamento, non sono state ripetute ulteriori analisi in piazzale Rosmini? Perché il giardino non rientra più fra quelli monitorati?

Ci auguriamo che il sindaco Cosolini, oltre alle ordinanze, abbia provveduto a trasmettere i dati alla Procura della Repubblica. Ci chiediamo quali azioni la Procura intenda mettere in atto per tutelare la salute dei cittadini?!

L’amministrazione di centrosinistra si vanta che Trieste sia la città dei giardini e degli orti. Con questi valori chi vorrà più assaggiare i prodotti degli orti triestini?

RESTITUTION DAY 7

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Il settimo “Restitution Day” del MoVimento 5 Stelle Fvg si tiene domani, martedì 31 maggio, alle ore 18.30, in piazza della Borsa.

Oltre ai portavoce del M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai, interverrà il candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle a Trieste Paolo Menis.

Nel corso dell’evento si parlerà anche di tagli ai costi della politica.

Ricordiamo che i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, dal giorno in cui sono stati eletti nell’aprile 2013, restituiscono ai cittadini e alle imprese del Friuli Venezia Giulia una quota rilevante – attorno al 65% – delle indennità ricevute mese per mese, versando queste risorse nel “Fondo per lo sviluppo” della Regione Fvg.

SMASCHERATE LE BUGIE DEL GOVERNO RENZI E DELLA GIUNTA SERRACCHIANI SULL’ALTA VELOCITÀ-ALTA CAPACITA’

Fondi europei per 39 milioni di euro buttati via, più di 13 anni sprecati dietro a progetti tanto faraonici quanto irrealizzabili, pochi giorni fa l’ennesima promessa elettorale del governo Renzi di mettere sul tavolo ulteriori 200 milioni di euro, tanti soldi finora solo nel “Libro dei sogni” e che non sono presenti in nessuna legge dello Stato italiano. I progetti sull’Alta Velocità-Alta Capacità lungo la linea Venezia-Trieste si stanno trasformando in un boomerang micidiale per chi sta governando a Roma e in Friuli Venezia Giulia.

“Annunci, annunci e ancora annunci. Regolarmente smentiti dai fatti, come il MoVimento 5 Stelle aveva sempre previsto. Secondo la Serracchiani la velocizzazione della linea per raggiungere Venezia a Trieste in un’ora e 8 minuti con una spesa di 1,8 miliardi di euro sarebbe stata realizzata entro il 2016. Eppure già oggi le Frecce collegano Trieste a Venezia in un’ora e 24 minuti. E questo senza dover spendere tante risorse in progetti ambiziosi – attacca il portavoce del M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo – che non sono mai stati approvati, che sono stati bocciati anche dalla Commissione Tecnica di Valutazione impatto ambientale (Via) e che ci sono costati in passato milioni di euro”.

“Cosa ancora più grave – sottolinea Sergo – è che sono stati persi anche i fondi europei che erano previsti per questi progetti. Fondi europei che erano sempre stati inseriti nel Contratto di programma di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e che adesso invece sono stati revocati. Si parla di 39 milioni di euro! Undici milioni di fondi europei risultano ancora “a disposizione”. Anche su questo – annuncia – interrogheremo la giunta Serracchiani, per sapere quanti soldi, alla fine, effettivamente sono stati spesi”.

“E adesso il ministro Delrio arriva a Trieste promettendo altri 200 milioni di euro che sarebbero stati allocati per quest’opera. In realtà, leggendo il Contratto di programma, si scopre che c’è solo una previsione di stanziamento. Niente di nuovo – afferma il portavoce del M5S -. Era già accaduto in passato quando si erano previsti 70 milioni di euro per sistemare il Bivio San Polo di Monfalcone e che adesso sono stati azzerati. Questi non sono stanziamenti effettivi. Quelli vengono previsti con una norma ad hoc, cosa che al momento non esiste”.

“Le uniche risorse previste per quest’opera – rivela Sergo – sono i 50 milioni di euro confermati anche dall’amministratore delegato di RFI Maurizio Gentile pochi giorni fa alla Commissione Trasporti della Camera. Peccato che questo progetto, come lo ha pensato il Pd, dovrebbe costare 1 miliardo e 800 milioni di euro e prevedere 18 km di gallerie tra Ronchi e Aurisina, ma i progetti veri e propri non esistono ancora e comunque prima di 3 o 4 anni sarà impossibile cantierare qualcosa e spendere i 200 milioni di euro annunciati!”.

“Sia il Pd che il centrodestra hanno perso anni e anni su un progetto irrealizzabile come quello dell’Alta Velocità-Alta Capacità Ronchi-Trieste – rincara la dose il candidato sindaco del M5S a Trieste Paolo Menis -. Noi l’avevamo detto già tantissimi anni fa quando abbiamo iniziato ad occuparci di questa questione. Quali le nostre proposte? Trieste è ancora troppo isolata nonostante i tanti, troppi proclami della presidente Serracchiani. Dobbiamo certamente potenziare la linea, ma in modo compatibile con l’ambiente, per favorire il turismo e per rilanciare l’economia della città. È fondamentale – conclude Menis – risolvere quanto prima i problemi di collegamento ferroviario sulla Mestre – Trieste ma anche rilanciare la competitività dell’aeroporto di Ronchi che oggi non è concorrenziale rispetto allo scalo di Venezia”.

Qui la scheda tecnica.

CONFERENZA STAMPA LINEA FERROVIARIA TRIESTE-VENEZIA

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Domani, lunedì 30 maggio, alle ore 10.30 negli uffici del gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale (palazzo della Regione, piazza Oberdan, terzo piano) si terrà unaconferenza stampa intitolata “Linea ferroviaria Trieste-Venezia: smascheriamo le bugie elettorali del governo Renzi, della giunta Serracchiani e del Partito democratico”.

Interverranno il portavoce del M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo e il candidato sindaco del M5S a Trieste Paolo Menis

PRESSING DEL M5S SUI LAVORI URGENTI DEL FIUME CORNO

Incomprensibile il comportamento della giunta Serracchiani sulle vicende che riguardano i lavori di dragaggio del Fiume Corno e la Laguna di Grado e Marano. Lavori che il MoVimento 5 Stelle segue con attenzione da anni e che hanno già portato i pentastellati a scrivere ben tre interrogazioni, tutte rimaste senza risposta. “Visti gli ultimi eventi a brevissimo depositeremo una quarta interrogazione – rivela il portavoce del M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo -. Questa volta però, nonostante abbia già dimostrato di non avere nessuna voglia di farlo, l’assessore Santoro sarà costretta a rispondere nella prima commissione utile, grazie alle modifiche al regolamento apportate proprio su indicazione del MoVimento 5 Stelle”.

“Dopo aver denunciato i ritardi nella realizzazione dei lavori che, in teoria, sarebbero dovuti terminare il 26 marzo 2016, abbiamo scoperto dal sito della Guardia Costiera che, contrariamente a quanto sostenuto dall’assessore, i lavori proseguiranno – almeno – fino al 31 agosto 2016. Senza che se ne conosca i motivi, stiamo parlando di ben 5 mesi di ritardo sul cronoprogramma presentato nel 2015 con tanto di foto e telecamere!”.

“Altra stranezza è il classico balletto sulla prosecuzione dei lavori – attacca Sergo -. Secondo il “Rapporto 2016 sullo stato della Regione e sull’attuazione del programma di Governo” presentato alla presidente Serracchiani il 4 aprile 2016, i lavori sarebbero stati realizzati per l’80% al 31 dicembre 2015, mentre il 19 dicembre 2015 solo 11 giorni prima – e con le festività natalizie di mezzo – l’assessore Santoro in visita al cantiere aveva annunciato che i lavori erano stati realizzati per il 50% e che sarebbero terminati entro il mese di maggio 2016. È evidente – sottolinea il portavoce del M5S – che qualcosa non torni!”.

“Queste però non sono le uniche novità scoperte leggendo l’ordinanza 13/2016 dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Nogaro. Nella stessa ordinanza viene rilevato, infatti, che l’11 aprile 2016 è stata approvata all’unanimità dalla Conferenza dei Servizi, tenutasi presso gli Uffici della Regione, la Quarta Perizia di Variante per i lavori “urgenti”. Quarta Perizia di cui non eravamo a conoscenza – aggiunge Sergo – e sulla quale, nemmeno a seguito delle nostre denunce sui ritardi dei lavori, non c’è mai stata una nota stampa dell’assessorato”.

“Nulla si sa in merito alle motivazioni che hanno portato la Conferenza dei Servizi a prendere questa decisione, nulla si sa circa la possibilità che il conto economico della stessa sia mutato. Di sicuro sappiamo, invece, che per i ritardi dei lavori erano previste delle penali. Sarebbe un’ulteriore beffa se a pagare questa Quarta Perizia di Variante siano ancora i cittadini del Friuli Venezia Giulia e le imprese che – conclude il portavoce del M5S – attendono la realizzazione di questi dragaggi da decenni”.

 

Qui è consultabile l’ordinanza della Guarda Costiera 

Questa invece è la notizia del sopralluogo dell’assessore Santoro

Infine qui lo Stato attuazione del programma di Governo

DENUNCIA DEL M5S: LA GIUNTA SERRACCHIANI DEVE CHIARIRE E TUTELARE I LAVORATORI DISABILI

“La giunta Serracchiani deve attivarsi per chiarire e tutelare la posizione dei lavoratori disabili che, invece di essere stabilizzati come previsto dalla legge, finiscono per essere mandati a casa con la scusa che la normativa in materia non è chiara”. A sollevare la questione in Consiglio regionale è il portavoce del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che sul tema ha da poco depositato una interrogazione.
È assurdo che si approfitti dell’assenza di una chiara interpretazione normativa da parte del Dipartimento per la funzione pubblica per togliere il posto di lavoro  a persone già in forte difficoltà – attacca Ussai -. Questo è già accaduto con quattro lavoratori disabili impiegati all’Area Science Park fino alla fine del 2014. Non possiamo certo permettere che un caso analogo si ripeta – afferma Ussai -. Bisogna chiedere al Ministro competente di esprimersi quanto prima sull’interpretazione della normativa al fine di tutelare la posizione di questi e di tutti gli altri lavoratori disabili. Qual è il parere dei Servizi regionali competenti in materia, rispetto all’interpretazione restrittiva data dall’Area Science Park considerato che il Decreto legge 101/2013 fa salvi i criteri stabiliti dalla Legge 68/99 che include nella base di calcolo anche i lavoratori subordinati a tempo determinato superiore a sei mesi?” chiede il portavoce del M5S.
“Inoltre bisogna capire quale sia, secondo i Centri per l’impiego da poco tornati sotto la competenza regionale, la base di calcolo per stabilire il numero delle posizioni riservate dovute ex legge 68/99 da parte del Consorzio che a fronte di 124 dipendenti (di cui 53 a tempo indeterminato e 71 a tempo determinato) mantiene solo tre posizioni riservate per la corretta applicazione della norma. Nel maggio del 2015 anche la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish Fvg) e la Consulta regionale per disabili, visto il ritardo interpretativo sulla normativa in questione, avevano inviato al Dipartimento per la Funzione pubblica un sollecito perché si esprimesse con urgenza in favore di un’interpretazione sulla normativa. Risposta che – conclude Ussai -, come troppo spesso accade, non è mai arrivata”.

PARKFEST 2016 IN SALA INACCESSIBILE A PERSONE CON DISABILITA’

Domani, domenica 22 maggio, l’assessore Santoro rappresenterà la giunta Serracchiani a Venzone alla quattordicesima edizione del “Parkfest 2016“, l’incontro tra i Parchi dell’Arco Alpino Orientale.  Come si legge nel depliant di presentazione dell’evento, si tratta dei “parchi per la Mobilità sostenibile”.  “Quanti raggiungeranno il Parkfest servendosi di modalità alternative all’auto – si legge – riceveranno un simpatico omaggio a ricordo della giornata”. Proprio una bella iniziativa. Peccato che la sala consiliare di Venzone non sia accessibile alle persone con disabilità.
 
Già nel luglio del 2014, con una mozione in Consiglio regionale, avevamo chiesto che gli eventi organizzati, patrocinati o sponsorizzati dalla Regione si svolgessero in sale e strutture in grado di garantire il diritto all’accessibilità. Una mozione approvata all’unanimità nell’aprile del 2015. Purtroppo, nonostante questo importante atto, domani la manifestazione si terrà in un luogo totalmente inaccessibile a chi deve muoversi in carrozzina. Un problema, quello della sala di Venzone, ben noto e che aumenta colpevolmente il livello di disinteresse dell’assessore Santoro a queste problematiche.
 
Per parte nostra continueremo a batterci per garantire la massima accessibilità alle persone con disabilità a tutti gli eventi pubblici e di incontro – organizzati, patrocinati o sponsorizzati dalla Regione -, impegnando i politici a organizzarli in luoghi già idonei. Dobbiamo rimuovere e superare tutte le barriere architettoniche e gli ostacoli fisici che siano fonte di disagio per la mobilità di chiunque abbia una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea. Una “mission” che, oltre a essere un atto di giustizia sociale, rappresenterebbe anche una boccata d’ossigeno per le imprese regionali del settore edilizio.

MAXI SEQUESTRO AL CLAN MAFIOSO DEI GRAZIANO. IL FVG HA BISOGNO DI UNA LEGGE ANTIMAFIA

Il maxi sequestro tra Palermo e Udine effettuato dai finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria ai danni clan mafioso dei Graziano rappresenta l’ennesimo campanello di allarme per la nostra regione. Alcuni mesi fa, con la mozione di solidarietà nei confronti del pm Di Matteo, avevamo denunciato il fatto che molti dei soggetti coinvolti nella vicenda dell’organizzazione dell’attentato al magistrato si fossero trasferiti proprio in Friuli Venezia Giulia. La risposta del Consiglio regionale fu molto fredda. In Aula i rappresentanti dei partiti sostennero chi di non avere la competenza per giudicare, chi di non conoscere i fatti in questione, chi – candidamente – di essere friulano e, pertanto, non in grado di conoscere i nomi e i cognomi di tutti i mafiosi coinvolti.
Il MoVimento 5 Stelle continua invece a sostenere che i partiti di centrosinistra e di centrodestra stanno sottovalutando il fenomeno. Nel Friuli Venezia Giulia non si vuole affrontare seriamente questo problema. Si permette che accada quanto gli inquirenti hanno denunciato anche oggi: la nostra regione sta diventando infatti il luogo preferito per i malavitosi che si trasferiscono qui “con l’intento di sottrarsi all’attenzione degli organi investigativi e qui hanno investito, o reinvestito i patrimoni accumulati nel tempo”.
Ecco perché oggi, come ogni volta in cui viene associato il nome della nostra regione al sostantivo “Mafia”, rilanciamo la necessità di intervenire subito. Essendo una delle ultime cinque regioni italiane a non aver ancora provveduto, affinché anche il Friuli Venezia Giulia si doti di una propria legge AntiMafia”.

DENUNCIA M5S: POLITICA FATTA DI ANNUNCI E SCARSO INTERESSE PER CHI SOFFRE

“Oggi l’assessore Telesca ha ammesso pubblicamente che i ritardi nell’erogazione al sostegno al reddito non solo ci sono stati ma che ci saranno anche nel prossimo futuro. Ovviamente scaricando tutte le responsabilità di questi ritardi sui comuni e sulla – maledetta – burocrazia, sulla quale in tutta evidenza la giunta Serracchiani non è in grado di intervenire. Parole che l’assessore Telesca ha pronunciato con una certa leggerezza, dimenticando che le persone che attendono da mesi questi soldi hanno bisogno di risposte concrete e non certo di spensierate promesse”. È duro il commento del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo alle “scuse” presentate oggi in Aula dalla giunta Serracchiani per giustificare i gravi ritardi nell’erogazione del sostegno al reddito.

“Doveva essere un aiuto a chi è in forte difficoltà e invece questa misura si sta trasformando in un colpo alla schiena – rincara Sergo -. Tutte le giustificazioni portate oggi da Telesca sono inaccettabili, visto che le risorse economiche ci sono e le pratiche burocratiche dei cittadini sono state presentate regolarmente. La responsabilità evidentemente sta tutta nelle modalità di erogazione della misura scelte con il regolamento che il MoVimento 5 Stelle non ha votato”.

“Il vero problema è questa politica, fatta solo di annunci e priva di attenzione nei confronti di chi soffre. Non possiamo dimenticare che a febbraio l’assessore Telesca, rispondendo ad una nostra interrogazione, aveva rassicurato che tutti i pagamenti erano già stati autorizzati, che tutto era sotto controllo, che non ci sarebbero stati ritardi e venne inesorabilmente smentita dai fatti. Inoltre l’assessore si era spinta a dire che, per le successive scadenze, si sarebbero addirittura anticipati i tempi fino ad arrivare ad erogare quanto dovuto ai cittadini non negli ultimi giorni del bimestre, bensì nei primi, così come da noi richiesto anche in commissione. Anche questo è rimasto e continua a rimanere un annuncio vuoto e oggi – conclude il portavoce del M5S – abbiamo scoperto che questo esecutivo non è in grado di far rispettare i tempi e le promesse fatte ai cittadini bisognosi del Friuli Venezia Giulia”.

 

LA GIUNTA SERRACCHIANI BUTTA VIA OGNI ANNO QUASI 2 MILIONI DI EURO

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PUNTO NASCITA LATISANA: INTERROGAZIONE DEL M5S

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