sabato, 11 Gennaio 2025
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PIANO TUTELA ACQUE: FVG A RISCHIO INFRAZIONE EUROPEA?

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“Non capiamo perché siamo in forte ritardo nell’approvazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque?”. A chiederlo alla giunta Serracchiani è il portavoce del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo che sull’argomento ha appena depositato un’interrogazione.

“Con questo strumento programmatico, si definiscono le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Per legge dovremmo essere già alla revisione del piano, come avviene in altre regioni più virtuose, invece, noi dobbiamo ancora approvarlo- ricorda Sergo -. L’esecutivo regionale aveva promesso che il testo avrebbe visto la luce alla fine del 2015. Le osservazioni del pubblico giunte in gran numero la scorsa estate dovevano esser discusse a ottobre, ma poi è calato il silenzio, il Piano di Tutela delle Acque si è inabissato da qualche parte. Stessa fine pare abbia fatto anche il Tavolo Tecnico istituito per studiare la tematica dei pozzi artesiani. Da gennaio a oggi non è stato redatto e non ci è stato consegnato nemmeno un verbale”.

“L’Europa ha già richiamato l’Italia per queste carenze di programmazione – attacca il portavoce del M5S -. E’ urgentissimo, infatti, adottare politiche pubbliche per garantire la qualità delle risorse idriche e per  limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione di acqua pubblica ad uso idroelettrico”.

“A questo punto vogliamo sapere dalla giunta Serracchiani quali siano le tempistiche individuate – certe  ed inderogabili – dei prossimi passi per l’approvazione del Piano. Su tutto questo va fatta piena luce per capire se questi ritardi espongano la nostra Regione o l’Italia al pericolo di procedure di infrazioni, quali siano le loro conseguenze – conclude Sergo – e quali siano le eventuali misure che l’esecutivo regionale intenda adottare per evitare il peggio”.

ELETTRODOTTO: DAL GOVERNO RENZI NESSUNA PRESA DI POSIZIONE CONTRO TERNA

Si è tenuta questa mattina alla Camera dei Deputati la seduta dedicata alle interpellanze urgenti. In questa occasione il portavoce del MoVimento 5 Stelle Giorgio Sorial ha interrogato i Ministeri competenti sulla procedura riguardante l’iter realizzativo per l’elettrodotto Udine Ovest – Redipuglia. Presente oggi in Aula in rappresentanza del goveno Renzi il sottosegretario Silvia Velo, la quale non è riuscita a fornire alcuna risposta valida alle domande puntuali del MoVimento 5 Stelle.

Non è stato possibile conoscere, infatti, se e quali provvedimenti siano stati intrapresi nei confronti dei dirigenti del Ministero dei Beni Culturali che nel 2011 hanno sancito la compatibilità ambientale dell’elettrodotto compiendo quel gravissimo “sviamento di potere” fortemente censurato dal Consiglio di Stato, che ha portato all’annullamento dell’autorizzazione a costruire l’opera. Per assurdo a redigere il nuovo parere potrebbero essere le stesse persone.

Nulla si è saputo su chi gravano i costi e i ritardi causati da queste inadempienze.

Non c’è stato alcun rilievo da parte del Ministero circa il fatto che, nell’avviso pubblico dello scorso febbraio, Terna abbia lasciato intendere che i precedenti pareri della commissione tecnica VIA siano stati fatti salvi dalla sentenza del Consiglio di Stato. Sappiamo benissimo che non è così e che anzi il Collegio, accogliendo tutti i ricorsi che erano stati presentati avverso il decreto dei Beni culturali, ha accolto anche tutti gli altri atti connessi. Pertanto è stato annullato tutto il procedimento. Il sottosegretario Velo lo sa benissimo, tant’è che dopo aver consultato l’avvocatura era stata lei stessa pochi mesi fa in Aula a riferire che si doveva avviare una nuova procedura di VIA.

La rappresentante del governo Renzi nulla però ha riferito in merito al fatto che, avendo ripresentato lo stesso progetto, senza le alternative possibili, questa procedura è parimenti censurabile così come la precedente.

Infine, cosa ancor più grave, è stata la frase del sottosegretario Silvia Velo secondo la quale Terna avrebbe fornito una complessiva attualizzazione del quadro ambientale del progetto, ove si tiene in debito conto la fase avanzata di costruzione dell’opera, quella basata su un iter dichiarato illegittimo dallo stesso Consiglio di Stato. In realtà, nonostante Terna dichiari di aver completato l’opera per l’81%, nei suoi elaborati ha presentato solamente una foto dove è visibile appena un pilone con i fili già collegati.

Ribadiamo che se siamo di fronte a una nuova procedura di VIA, non si deve valutare se questo progetto è migliore del precedente, ma se questo progetto è migliore rispetto a uno alternativo, eventualmente anche interrato, che avrebbe un impatto sul paesaggio estremamente basso. Invece, nello studio di impatto ambientale Terna sostiene che “l’elettrodotto coinvolge un territorio agrario posto nella fascia meridionale dell’alta pianura friulana, a confine con la bassa pianura, e pur nelle trasformazioni che apporta, è adatto ai caratteri dei luoghi, non produce danni al funzionamento territoriale e non abbassa la qualità paesaggistica”.

Non contenti i proponenti irridono i cittadini del Friuli Venezia Giulia sostenendo che “vista la morfologia pianeggiante del territorio interessato, e la vocazione prevalentemente agricola, assume particolare significato la presenza di elementi di mascheramento che attenuano fortemente la percezione del paesaggio circostante e comunque limitano le visuali osservabili. Tra il tracciato dell’elettrodotto in esame ed un potenziale osservatore, infatti, si frappongono una serie di elementi del paesaggio, occupanti piani visuali diversi, che influenzano a tal punto la percezione da renderla talvolta impossibile”.

Infine, Terna aggiunge anche che se i piloni appaiono grandi e impattanti è colpa dell’osservatore che sta troppo vicino agli stessi, infatti, secondo i progettisti allontanandosi dai piloni, prima o poi si troverà un ostacolo pronto a mascherare l’opera (in pianura?) e quindi basta allontanarsi fino a che l’elettrodotto risulterà “difficilmente percepibile a distanze ancora maggiori”. Come a dire che a Venezia non lo vedono e quindi non c’è impatto paesaggistico.

Forse i proponenti si sono confusi, speriamo non si confondano anche i funzionari chiamati a redigere i pareri di questa Rinnovata Procedura di Via, che in quanto tale deve poter valutare anche le alternative di progetto.

AMBIENTE E SERVIZI: VOGLIAMO CHIAREZZA SULLA GESTIONE DELLE NOMINE

Prosegue l’operazione “fiato sul collo” del MoVimento 5 Stelle Fvg sulla gestione delle società a partecipazione pubblica. Nel mirino dei pentastellati le nomine degli organi di governo e i costi del personale di Ambiente Servizi spa. «Oltre a richiedere diversi documenti non pubblicati, in questi giorni abbiamo depositato un’interrogazione per sapere se la giunta Serracchiani ritenga opportuno verificare ciò che succede anche in questa società pubblica. E questo al di là della nomina di Isaia Gasparotto a presidente della spa – ricorda la portavoce del M5S Eleonora Frattolin – che non è proprio quello che si può definire un volto nuovo, avendo già ricoperto la medesima carica negli ultimi quattro mandati senza soluzione di continuità dal 2001. Questa nomina ovviamente per noi non è coerente con il principio di rotazione, uno dei principali strumenti contro la corruzione e la cattiva gestione di una società per azioni. In politica riteniamo corretto prevedere il limite dei due mandati; nell’amministrazione della cosa pubblica dovrebbe valere lo stesso principio».

I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale vogliono che venga fatta chiarezza anche sugli eventuali rapporti di parentela fra dipendenti, componenti degli organi di governo e membri degli organi di controllo della società«Crediamo sia anche nell’interesse dell’esecutivo regionale verificare se vi siano potenziali conflitti di interesse – aggiunge Frattolin -. Così come bisogna spiegare con quali atti di indirizzo dei comuni soci siano stati adottati il bando pubblico per la nomina degli attuali direttore e vicedirettore di Ambiente Servizi e la definizione di specifici criteri e modalità di attuazione del principio di contenimento dei costi del personale».

«Il responsabile del piano anticorruzione della società ha mai contestato l’insorgere di situazioni di inconferibilità o incompatibilità? È opportuno che il responsabile dell’anticorruzione sia un interinale? Perché non sono pubblici eventuali compensi superminimi o premi speciali ai dipendenti? È vero che numerosi dipendenti stanno ricevendo lettere di convocazione dalla Direzione Territoriale del Lavoro del Ministero in merito alle prestazioni eseguite per la società? È normale tale convocazione?” chiede ancora la portavoce del M5S, che ricorda anche il ruolo di verifica e controllo della Regione. 

«Tra poco entrerà in vigore la legge regionale sul servizio idrico integrato, che assegna alla Regione le funzioni di verifica e controllo sull’attività dell’Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti (Ausir). Autorità che, a sua volta, deve svolgere funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Ci auguriamo ci sia l’intenzione di far vigilare l’Ausir anche su questi aspetti! È venuto il momento – conclude Frattolin – che la giunta Serracchiani sgombri le nuvole nere che stazionano sulle partecipate pubbliche come Ambiente Servizi spa».

PESTICIDI NELLE ACQUE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Sono drammatici i dati sulla presenza pesticidi nelle acque italiane. Secondo il Rapporto nazionale dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) nel nostro Paese in agricoltura si utilizzano ogni anno circa 130 mila tonnellate di prodotti fitosanitari, oltre ad altri prodotti biocidi per l’industria e per la manutenzione delle strade di cui si ignorano quantità e distribuzione geografica. Un problema ben presente al MoVimento 5 Stelle Fvg. «Il Friuli Venezia Giulia risulta ancora al quarto posto in Italia per utilizzo di prodotti fitosanitari – ricorda Eleonora Frattolin, portavoce del M5S in Consiglio regionale -. Negli ultimi due anni abbiamo più volte richiesto alla giunta Serracchiani di attivarsi utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per verificare la presenza di sostanze fitosanitarie nelle acque superficiali e profonde del territorio regionale, a tutela della salute umana, dell’ambiente e della biodiversità. L’esecutivo regionale ha anche accolto alcuni ordini del giorno che andavano in questa direzione ma i risultati non si sono ancora visti!».

Alla luce degli ultimi dati presentati dall’Ispra e senza informazioni precise sulle iniziative della Regione, il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha deciso di depositare una nuova interrogazione finalizzata a conoscere proprio le azioni intraprese finora dalla giunta Serracchiani. «Il Rapporto presenta una situazione non proprio incoraggiante per la nostra Regione, al quarto posto per l’utilizzo di prodotti fitosanitari (pari a 7,6 kg per ettaro di superficie agricola) e con una media di controlli delle acque superficiali molto sotto la media nazionale e giudicata non adeguata a rappresentare le variazioni stagionali della contaminazione dei pesticidi – precisa Frattolin -. Sono sotto la media nazionale anche le sostanze oggetto di indagine: solo 53 per le acque superficiali e 59 per quelle sotterranee, a fronte del quasi centinaio di Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia di Trento e delle 165 sostanze indagate in Provincia di Bolzano, fino al top della classifica, detenuto dalla Sicilia con ben 180 sostanze ricercate».

«Molto preoccupante anche la statistica della percentuale di residui di contaminanti rinvenuti sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee, ancorché – probabilmente per gli scarsi controlli – nelle acque superficiali non si registri alcun superamento degli standard di qualità ambientale, mentre il livello di contaminazione è superiore ai limiti di qualità ambientale in 13 punti delle acque sotterranee (9,5% del totale)».

«L’Ispra, come per altre regioni, anche per il Friuli Venezia Giulia afferma che non sia possibile formulare un giudizio completo sulla qualità delle acque e auspica l’inserimento, nei protocolli di monitoraggio, delle sostanze di più recente immissione sul mercato e di quelle che a livello nazionale sono responsabili del maggior numero di non conformità, ad esempio erbicidi come glifosate e Ampa, ma anche insetticidi come Imidacloprid. Bene – conclude Frattolin -, i dati ci sono e i consigli anche… cosa sta facendo la giunta Serracchiani per limitare la presenza di pesticidi nelle acque della nostra regione?».

UNA RIFORMA SANITARIA COSTRUITA CON I CITTADINI

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«A un anno e mezzo dall’approvazione della riforma sanitaria voluta dalla Serracchiani continuano le proteste dei cittadini e dei comitati presenti su tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia. Questa legge è stata calata dall’alto, è stata scritta in fretta ed è frutto di una spartizione politica dei poteri che nulla ha a che fare con la  volontà – professata solo a parole dalla giunta regionale e dalla maggioranza di centrosinistra – di “mettere il cittadino al centro”. L’esempio più lampante è la distribuzione territoriale delle Aziende che non coincide con i percorsi di salute della popolazione. Una soluzione assurda che sta mettendo in crisi anche dal punto di vista burocratico le nuove Aziende per l’Assistenza Sanitaria». Andrea Ussai, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, ha introdotto con queste parole la nuova proposta di legge del M5S in tema di sanità presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
 
«Su sollecitazione di tanti cittadini, degli attivisti del MoVimento 5 Stelle che partecipano al Gruppo di lavoro Salute e, in particolare, del meetup di Gemona, abbiamo deciso di proporre una “Riforma sanitaria costruita dal basso” da creare assieme ai cittadini e agli operatori della Sanità. Si tratta – ha spiegato Ussai – di una proposta alternativa alla riforma sanitaria targata Serracchiani».
«Sulla piattaforma on-line Rousseau (https://rousseau.movimento5stelle.it/) abbiamo pubblicato un testo comparato che riporta da un lato la normativa regionale vigente e a fianco i nostri emendamenti, frutto di precedenti confronti sul territorio, già proposti dal MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale durante la votazione della riforma della Sanità regionale. Emendamenti – ha sottolineato il portavoce del M5S – chepotranno essere migliorati e incrementati da chiunque vorrà dare il proprio contributo. Sarà sufficiente, infatti, registrarsi sulla piattaforma Rousseau per contribuire alla scrittura di questa proposta di legge da casa propria, condividendo idee e informazioni in rete. I meno tecnologici, invece, potranno contattare i gruppi locali del M5S ai banchetti o presso i diversi meetup del Friuli Venezia Giulia».
«L’obiettivo successivo – ha concluso Ussai – sarà quello di presentare in Consiglio regionale una legge di iniziativa popolare o consiliare che sostituisca l’attuale normativa vigente. Vogliamo strappare la Sanità dalla rete degli interessi politici e mettere realmente il cittadino al centro».1010

VIOLENZA DI GENERE: NUOVA LEGGE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Superare la vecchia legge sui progetti antiviolenza, contrastare tutte le discriminazioni sessuali e di identità di genere, fare rete fra le istituzioni presenti sul territorio, realizzare un Piano regionale triennale di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, istituire il primo Osservatorio regionale dedicato a queste tematiche. Sono questi i principali obiettivi della nuova proposta di legge del gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale intitolata “Norme contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità e per il contrasto delle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”.
«Questa nostra proposta di legge vuole superare la legge contro la violenza, approvata dalla Regione nel 2000, apportando le modifiche che nel frattempo sono intervenute nella nostra cultura. Oggi molte cose sono cambiate – spiega la portavoce del M5S Ilaria dal Zovo – e per questo puntiamo ad ampliare il suo contenuto avviando dei processi sia per la promozione della cultura e dell’inviolabilità sia per il contrasto delle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere».
«Tra gli strumenti più importanti di questo provvedimento c’è sicuramente la costituzione di una rete di relazioni tra i comuni anche in forma associata, le aziende ospedaliero-universitarie, le aziende per l’assistenza sanitaria (AAS), l’ufficio scolastico regionale, le forze dell’ordine, gli uffici territoriali del Governo-prefetture, la magistratura e i centri antiviolenza presenti sul territorio. Questa rete – aggiunge la portavoce del M5S – avrà lo scopo di favorire procedure omogenee e di attivare l’immediato intervento di volta in volta dei soggetti più indicati su base zonale-distrettuale».
«Viene introdotto inoltre il Piano regionale triennale di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e per il contrasto delle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Un altro organismo a nostro avviso fondamentale è l’osservatorio regionale che, insieme ai progetti di prevenzione e antiviolenza, servirà a contrastare questo triste fenomeno. Prevediamo infine la formazione di tutti gli operatori che si occupano di queste tematiche, anche quelli che operano in settori cruciali come l’informazione e la scuola».
«Questo provvedimento tiene conto dei mutamenti culturali e legislativi soprattutto a livello nazionale sull’argomento contro la violenza di genere. È urgente – conclude Ilaria dal Zovo – modificare questa materia introducendo un testo unico in grado di abbracciare ogni suo aspetto».
 
Come consuetudine del MoVimento 5 Stelle, la proposta di legge è stata sottoposta al vaglio e alle considerazioni dei cittadini sulla piattaforma on-line Lex Regionale.

SCUOLA: POLITICHE SBAGLIATE DELLE GIUNTA SERRACCHIANI E DEL GOVERNO RENZI

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Fondi inadeguati, quasi 9 milioni di euro anticipati alle scuole paritarie a discapito della scuola pubblica, nessuna politica di integrazione al sostegno scolastico, la banda larga che raggiunge appena il 20 per cento degli istituti del Friuli Venezia Giulia. È lontanissimo dalla sufficienza il voto che il MoVimento 5 Stelle dà alla giunta Serracchiani in materia di scuola al centro di un affollato incontro che si è tenuto oggi alla Tenuta di Blasig a Ronchi dei Legionari.

«L’esecutivo regionale investe troppo poco in un settore strategico come quello della scuola – attacca la portavoce del M5S in Consiglio regionaleEleonora Frattolin -. Per l’ampliamento dell’offerta formativa delle nostre scuola vengono dedicati appena 2,8 milioni di euro del bilancio della Regione. È assurdo poi che ben 8,5 milioni di euro vengano anticipati alle scuole paritarie quando invece quelle pubbliche versano in situazioni disastrose. Un meccanismo perverso che, in Italia, esiste solo nel Friuli Venezia Giulia. Risorse che, tra l’altro, o vengono restituite con grandissimo ritardo o non vengono proprio restituite. Ad oggi la Regione, infatti, deve recuperare ancora 1 milione di euro. Eravamo convinti che Serracchiani eliminasse subito questo provvedimento voluto dal centrodestra e invece – aggiunge la portavoce del M5S – continuano a bocciare sistematicamente le nostre proposte volte a tagliare questa stortura».

«Dure le critiche del MoVimento 5 Stelle anche nei confronti delle politiche imposte a livello nazionale.  «La “Buona scuola”, voluta dal governo Renzi, con la creazione delle fasce dei docenti, ha introdotto un meccanismo fortemente discriminatorio – spiega la portavoce del M5S di Staranzano Annalisa Buffa, che da 30 anni di mestiere fa proprio l’insegnante -. Migliaia di docenti sono stati strappati dal contesto dove vivevano e insegnavano e sono stati costretti a trasferirsi lontano da casa. Il problema della stabilizzazione dei precari continua a essere non risolto!».

«La scuola è diventato il luogo della dismissione – afferma Luigi Gallo, portavoce alla Camera per il MoVimento 5 stelle e componente della Commissione cultura, scienza ed istruzione -. Purtroppo dobbiamo affrontare ogni giorno tante priorità: edilizia scolastica, precariato, classi pollaio con studenti stipati lungo i corridoi. Per risolvere questi problemi bisogna attuare una pianificazione che i governi di centrodestra e centrosinistra non hanno mai voluto o saputo mettere in atto».

«Ogni anno – per esempio – la Chiesa cattolica ottiene mezzo miliardo di euro dall’8 per mille racconta Luigi Gallo -. Sono le risorse di chi non barra alcuna casella al momento della dichiarazione dei redditi. Quando il cittadino non sceglie, l’8 per mille finisce comunque alla Chiesa cattolica. Bene, noi abbiamo già depositato una proposta di legge per destinare queste risorse all’edilizia scolastica. Con 500 milioni di euro all’anno possiamo realizzare un piano pluriennale e mettere in sicurezza gli istituti scolastici dove – conclude il portavoce del M5S alla Camera – i nostri ragazzi studiano e trascorrono molto del loro tempo».

SOS SCUOLA – LUIGI GALLO IN FRIULI VENEZIA GIULIA

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Sos Scuola” è il titolo dell’incontro pubblico organizzato dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale in collaborazione con il MeetUp Bisiacaria in MoVimento in programma sabato 7 maggio, alle ore 15.30, presso la Tenuta di Blasig in via Roma, 63 a Ronchi dei Legionari.
L’evento è rivolto a famiglie, docenti, dirigenti, personale amministrativo, studenti e a chiunque sia interessato al futuro del nostro Paese.
Prenderanno parte all’incontro Luigi Gallo, portavoce alla Camera per il MoVimento 5 stelle e componente della Commissione cultura, scienza ed istruzione, Eleonora Frattolin, vicepresidente della VI commissione istruzione, università e ricerca del Consiglio regionale Fvg e Annalisa Buffa, insegnante e portavoce del M5S in Consiglio comunale a Staranzano.

STRAORDINARI E FERIE NON GODUTE DI CHI OPERA IN SANITÀ: DATI ALLARMANTI

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«I dati presentati dai sindacati nella recente assemblea sul comparto unico tenutasi a Trieste parlano chiaro: nel 2014 sono state ben 400 mila le ore di straordinario e 300 mila quelle di ferie non godute da parte del personale del pubblico impiego che lavora nella Sanità del Friuli Venezia Giulia. Dati allarmanti che testimoniamo i turni massacranti a cui sono sottoposti ogni giorno i professionisti della Sanità! Dipendenti tra l’altro vessati dal mancato rinnovo del contratto di lavoro».

«La propaganda elettorale della presidente Serracchiani deve finire una volta per tutte. La presidente della Regione deve iniziare a occuparsi seriamente della carenza cronica degli organici. I posti per infermieri messi a concorso nel 2015 non saranno infatti sufficienti per risolvere questo problema. Va ridefinita quanto prima la dotazione standard di personale necessaria per le diverse attività del Sistema sanitario regionale. Questo era un impegno programmatico della giunta Serracchiani, ma l’esecutivo su questo punto continua a essere del tutto inadempiente».

«Questo obiettivo doveva essere raggiunto entro il 31 dicembre 2014, scadenza che, come si evince dal rapporto 2016 sullo “Stato di attuazione del programma di governo” presentato il 4 aprile scorso, continua ancora a slittare al 31 dicembre 2016. Uno slittamento che arriva per per il secondo anno consecutivo. Bisogna intervenire urgentemente per garantire la qualità dei servizi e per evitare che ad ammalarsi o a rischiare un infortunio siano le stesse persone che operano in Sanità».

#STOPTTIP IL TRATTATO PROCURERA’ EFFETTI DEVASTANTI SULLA NOSTRA VITA

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Anche dal Friuli Venezia Giulia partiranno i pullman organizzati dal Comitato Stop TTIP di Udine, per raggiungere Roma dove sabato si terrà la grandemanifestazione per fermare il trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico. «Fintanto che l’intento dichiarato è quello di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano, possiamo anche accettarlo, ma se c’è la volontà di modificare le cosiddette “barriere non tariffarie” come gli standard per la sicurezza, noi siamo contrari. Da un anno e mezzo chiediamo che venga convocata la II Commissione per affrontare anche in Consiglio regionale il caso TTIP. Finora le nostre richieste sono rimaste lettera morta. Speriamo che la manifestazione di sabato possa smuovere qualcosa anche nel Friuli Venezia Giulia». La denuncia è di Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
 
«Negoziato in assoluto segreto tra Unione europea e Stati Uniti, questo trattato  – spiega Sergo –  punta a dare vita a un mercato interno comune per Ue e Usa. Ciò che si vuole evitare è che le sue regole siano imposte da grandi gruppi economici a danno delle PMI che sono l’asse portante della nostra economia, prevaricando gli stessi organi politici locali. Di fatto, con l’introduzione del TTIP così come viene discusso ora, i singoli governi, benché eletti democraticamente, rischiano di non poter più dettare le priorità in una materia così importante come il commercio».
 
«E’ stato necessario l’intervento di Greepeace per leggere 248 pagine di questo trattato, rivelando ciò che da due anni sosteniamo anche in Regione.Gli Stati Uniti puntano a superare il principio di precauzione su cui si basa la normativa europea. In Europa prima di poter commercializzare un prodotto un’azienda deve provare scientificamente che non sia nocivo, in America è il contrario, prima si commercializza il prodotto e solo se qualcuno riesce a provare scientificamente che sia nocivo lo si può ritirare dal mercato. Il problema è il tempo che passa, prima di poter affermare con certezza che il prodotto sia pericoloso o meno. Questo è un tema ma i rischi dietro l’angolo sono molteplici».
 
«Non vogliamo che il TTIP produca effetti devastanti sulla vita di milioni di cittadini. Tutti i settori della nostra vita come cibo, farmaci, energia, chimica, scuola, sanità, acqua, previdenza e pensioni finirebbero per essere esposti a ulteriori privatizzazioni. Tutti questi settori rischiano di essere acquisiti da imprese e gruppi economico-finanziari sempre più aggressivi, più attrezzati e più competitivi. In uno scenario di questo tipo potrebbero essere spazzate via le poche misure protettive che ci sono rimaste, come i contratti di lavoro, le misure di salvaguardia o la protezione sociale o ambientale. Per tutte queste ragioni anche in Friuli Venezia Giulia il MoVimento 5 Stelle si sta battendo per fare luce e informazione sul TTIP. E chi volesse partecipare alla manifestazione di Roma – conclude Sergo – può contattare noi o la referente del Comitato Stop TTIP di Udine Emilia Accomando».
 
 
Informazioni:
 
Comitato Stop TTIP di Udine
Emilia Accomando
tel. 0432 1598865/328 3399870
 
Gruppo del MoVimento 5 Stelle 
Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
tel. 040 3773334

PROPOSTA DI LEGGE PER CONTRASTARE IL BULLISMO

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Il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha depositato una proposta di legge nazionale intitolata “Misure urgenti in materia di contrasto al bullismo”. Ad annunciarlo già la settimana scorsa in Aula è stata la portavoce del M5S Eleonora Frattolin. «È sempre più sentita la necessità di introdurre con urgenza misure straordinarie per contrastare il cosiddetto bullismo, un fenomeno in forte aumento anche nel Friuli Venezia Giulia. Un vero e proprio allarme sociale per la nostra collettività».

«Partendo da queste basi, e tenendo conto delle proposte di legge già presentate in parlamento dal MoVimento 5 Stelle incentrate soprattutto sulla prevenzione, – precisa Frattolin –  puntiamo a creare per la prima volta una disciplina organica, utilizzando in questo caso un sistema di norme già presenti nel nostro ordinamento, finalizzandolo al contrasto degli episodi di bullismo e introducendo misure volte all’emersione del fenomeno attraverso l’adeguamento del nostro codice penale. L’obiettivo è quello di prevenire, di garantire una più concreta tutela delle vittime e di perfezionare il trattamento punitivo di chi si renda protagonista di atti di bullismo».

«Questa scelta, elaborata grazie alla collaborazione con il dott. Sceusa, presidente del Tribunale dei Minori di Trento – aggiunge la portavoce del M5S -, è stata dettata dall’opportunità di non creare nuove norme, ma di procedere attraverso l’adeguamento della normativa esistente che già punisce gli atti persecutori e che ha introdotto nel codice penale l’art. 612 bis. Gli atti di bullismo, infatti, altro non sono che atti persecutori, compiuti spesso da minorenni verso altri minorenni».

«Con il nostro provvedimento vengono introdotti dei correttivi fondamentali. Per esempio – spiega Frattolin – si potrà fare richiesta al questore di ammonimento nei confronti di chi compie atti di bullismo. Questo ammonimento, compiuto dall’autorità di polizia al minore alla presenza dei genitori, sarà sicuramente avvertito come un forte deterrente. Il minore “bullo” avrà così una possibilità di ravvedersi senza incorrere nell’odierna automatica perseguibilità d’ufficio, motivo per il quale oggi spesso non vengono denunciati i minori responsabili alle autorità competenti. Inoltre sarà predisposto un piano di ri-orientamento del comportamento nell’istituto di appartenenza secondo le modalità ritenute più adeguate. Con questo intervento, successivo all’ammonimento – conclude Frattolin –, si vuole guidare il giovane verso una chiara percezione di quanto rappresenti un disvalore compiere atti persecutori».

LAVORI URGENTI DI DRAGAGGIO IN RITARDO! CHI PAGHERÀ?

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«Nell’aprile 2015 quando la presidente Serracchiani e l’assessore Santoro hanno partecipato alla consegna di lavori di dragaggio del canale navigabile che collega Il fiume Corno con il mare aperto, avevano assicurato che gli stessi sarebbero stati “completati nei tempi previsti, ovvero entro la fine di marzo 2016”. Ad oggi, invece, i lavori stanno proseguendo e non è dato sapere quando finiranno. Perché non sono state rispettate le tempistiche?». A chiederlo alla giunta Serracchiani è Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che ha appena depositato una interrogazione per sapere a chi sia imputabile il fatto che la data di fine lavori del cantiere nel tempo sia stata rimandata prima dal 26 marzo a fine aprile e successivamente a fine maggio 2016.
«L’esecutivo regionale deve spiegare, inoltre, se tali ritardi prevedano delle penali. In caso affermativo, a quanto ammontano? – si domanda Sergo -. Bisogna poi fare luce su altri aspetti: erano previste scadenze intermedie rispetto alla programmazione dei lavori? Il loro mancato rispetto ha comportato ulteriori penali. Se sì, di che importi stiamo parlando?».
«La Bassa friulana sta vivendo momenti molto difficili certamente imputabili sia alla crisi economica generale, sia alle vicende legate al Consorzio industriale, ma anche ai ritardi negli interventi di dragaggio che il territorio aspetta da vent’anni – ricorda il portavoce del M5S  -. Si tratta di un’opera particolarmente importante che costerà quasi 14 milioni di eurorealizzata dall’Ati (Associazione temporanea d’impresa), composta dalle ditte Vidoni – Taverna – Innotec. I lavori prevedono, infatti, lo scavo di circa 240 mila metri cubi di sedimenti che saranno utilizzati per rinforzare gli argini del fiume Corno per circa 6 chilometri e per ripristinare una barena in Laguna. Questo progetto – aggiunge Sergo – è stato elaborato dalla Regione con il decisivo apporto dei Consorzi di Bonifica Bassa Friulana e Ledra Tagliamento, ora fusi tra loro, per la parte di riutilizzo dei sedimenti nel ripristino degli argini, originariamente realizzati proprio dai due Consorzi».
«Dopo il passaggio di competenze dal commissario per l’emergenza della Laguna, la Regione ha acquisito l’intervento per lavori urgenti per il dragaggio del Fiume Corno che risultavano sospesi dal 27 maggio 2011. Così urgenti – conclude Sergo – che non si sa ancora quando finiranno!».

DENUNCIA DEL M5S: SOSTEGNO AL REDDITO IN RITARDO

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«Come volevasi dimostrare. Nonostante le promesse, ci risiamo. Oggi è il 29 aprile e in tutto il Friuli Venezia Giulia non c’è traccia degli assegni di sostegno al reddito da erogare alle famiglie». A lanciare ancora una volta l’allarme è Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
 
«”L’annuncite in salsa renziana” a febbraio fa aveva colpito anche l’assessore Telesca, la quale, rispondendo ad una nostra interrogazione, aveva rassicurato che tutti i pagamenti erano stati autorizzati, che tutto era sotto controllo e che non ci sarebbero stati ritardi. Soprattutto – ricorda Sergo – l’assessore aveva battuto sul fatto che per le successive scadenze si sarebbero addirittura anticipati i tempi fino ad arrivare ad erogare quanto dovuto ai cittadini non negli ultimi giorni del bimestre, bensì nei primi così come da noi richiesto anche in commissione».
 
«Ebbene, non solo i pagamenti sono giunti con colpevole ritardo a febbraio, ma ad oggi sono molti (se non tutti) i cittadini che ancora non hanno alcuna notizia degli assegni. Si tratta di una cosa gravissima – ribadisce il portavoce del M5S -. Le risorse economiche, infatti, sono già a disposizione della giunta Serracchiani che ha già stanziato 48 milioni di euro per questa misura. Di questo ammontare complessivo però solo 22,6 milioni sono stati “pagati” ai comuni capofila degli ambiti socio assistenziali, che poi devono girarli agli assistenti sociali i quali infine devono farli avere ai cittadini».
 
«Una burocrazia folle che rischia di arrecare danni a persone già di per sé in difficoltà. In virtù del fatto che sono beneficiari del sostegno al reddito molti cittadini, infatti, hanno ottenuto – per esempio – delle dilazioni di pagamento delle bollette. Inoltre per tante persone questa misura rappresenta l’unica entrata per tirare avanti. Possiamo comprendere le difficoltà di tipo amministrativo – afferma Sergo – ma chi ha già ottenuto il primo versamento dovrebbe ricevere i successivi in modo automatico e in una data certa quanto gli spetta “per legge”».
 
«Invitiamo pertanto l’assessore Telesca – conclude il consigliere regionale pentastellato – a risolvere quanto prima questa situazione che oltre ad essere imbarazzante per una Regione che festeggia in pompa magna l’Internet day è a decisamente intollerabile».

FERRIERA DI SERVOLA: IL TEMPO E’ SCADUTO

«Oggi abbiamo avuto la prova provata che Siderurgica Triestina non ha alcuna intenzione di chiudere l’area a caldo». Questo il commento di Andrea Ussai, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che oggi ha partecipato alla visita della Commissione Ambiente all’interno dello stabilimento.
«L’impresa sostiene infatti di aver fatto tutti i lavori di risanamento degli impianti richiesti e che, in base all’Accordo di programma, l’attuale attività siderurgica debba continuare almeno fino a ottobre 2016. Purtroppo però – aggiunge Ussai – finora lo stabilimento non ha dimostrato di rispettare i limiti di legge per il benzo(a)pirene e per le Pm10. Siderurgica triestina continua a promettere di rientrare nei limiti di legge senza stabilire una data certa per la verifica dell’efficacia dei lavori effettuati».
«In realtà, come anche oggi abbiamo potuto toccare con mano – attacca Ussai -, tutti i partiti e i politici che hanno governato in Regione e a Trieste si sono dimostrati totalmente impreparatinell’affrontare un problema di enormi dimensioni come quello della Ferriera di Servola».
«E’ logico che un imprenditore prenda decisioni sulla base di logiche di profitto, ma dovrebbe essere invece la politica a dare un indirizzo chiaro a tutela dei cittadini e dei lavoratori. Come ricorda anche l’Azienda sanitaria – sottolinea Ussai – il rispetto delle prescrizioni dell’Aia e dei limiti di legge talvolta non sono sufficienti a garantire la tutela della salute delle persone. Per questo bisogna intervenire senza perdere altro tempo, concordando con la proprietà la chiusura progressiva dell’area a caldo».
«È sempre più urgente programmare la chiusura dell’area a caldo, il tempo è scaduto – ribadisce il candidato sindaco del M5S Paolo Menis -. Non sarà un sopralluogo della commissione regionale a darci quelle rassicurazioni che i dati sull’inquinamento non danno».

21,7 MILIONI DI DANNO ERARIALE: CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DI INDAGATI CON CARICHE ELETTIVE

In molti ci chiedono perché siamo gli unici a chiedere le dimissioni del sindaco di San Giorgio di Nogaro. La cosa è presto detta. Il sindaco Pietro Del Frate, esponente del Partito democratico, è indagato penalmente dalla Procura di Udine insieme a tutto il vecchio Consiglio di amministrazione del Consorzio Aussa Corno, insieme al presidente e al direttore generale.

Davanti ad accuse così gravi, in casi del genere è normale, è logico che il capogruppo di minoranza in Consiglio comunale pretenda immediatamente le dimissioni del primo cittadino. Perché questo non accade? Semplicemente perché non può farlo. Nicola Del Frate, oltre ad essere coordinatore locale del Pdl, infatti, risulta pure lui tra gli indagati, in quanto membro dello stesso CdA, “nominato” dalla Provincia di Udine (in quota Lega Nord), socio principale del Consorzio.
Ora capite perché dal 6 aprile scorso il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica a chiedere le dimissioni di tutte le persone, che tuttora rivestono cariche elettive, già indagate dalla Corte dei Conti per un danno erariale accertato di 21,7 milioni di euro.

Ora capite perché per parlare del dissesto di questo Consorzio e per far luce sui fatti oggetto dell’indagine della magistratura, risalenti al periodo 2008-2010, ci sono voluti 5 portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale?

NUOVO CENTRO COMMERCIALE: IL NO DECISO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

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MOZIONE M5S PER CHIUDERE L’AREA A CALDO DELLA FERRIERA

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Continua il pressing – a tutti i livelli – del MoVimeno 5 Stelle per porre fine una volta per tutte all’inquinamento prodotto dalla Ferriera di Servola. Domani sarà discussa, infatti, in Consiglio regionale la mozione presentata dai portavoce del M5S Ussai, Bianchi, Dal Zovo, Frattolin e Sergo
«Con questa ennesima iniziativa – spiega Andrea Ussai – vogliamo impegnare la giunta Serracchiani a prendere una serie di decisioni che, alla luce degli ultimi episodi, riteniamo inderogabili. Partendo dagli impegni assunti dalla presidente della Regione Serracchiani e dal permanere delle evidenti criticità ambientali, chiediamo la chiusura progressiva dell’area a caldo della Ferriera in tempi che devono essere certi. Un risultato – aggiunge il portavoce del M5S – che va raggiunto anche rinegoziando l’accordo di programma e le relative autorizzazioni e tutelando gli attuali livelli occupazionali».
«Sulla base degli obblighi previsti dal decreto per il rinnovo dell’AIA e delle evidenti carenze riguardanti questo documento, crediamo sia quanto mai necessario che la giunta venga periodicamente a riferire in Commissione in merito alla puntuale osservanza di tutte le prescrizioni».
 
«L’impianto necessita poi di interventi urgenti finalizzati al risanamento acustico – attacca Ussai -. In ottemperanza alle indicazioni e alle prescrizioni impartite dall’Azienda per l’assistenza sanitaria e dal Comune di Trieste, l’esecutivo regionale deve attivarsi affinché non vengano concesse ulteriori proroghe per l’esecuzione di questi interventi di mitigazione acustica, che dovevano essere attuati entro fine febbraio».
Sull’argomento interviene anche il candidato sindaco di Trieste del MoVimento 5 Stelle, Paolo Menis. «Il nostro obiettivo è chiudere l’area a caldo, attraverso ordinanze restrittive del sindaco e per mezzo della revisione dell’Aia e della ridiscussione degli accordi di programma. Oltre a questo – propone Menis – vogliamo istituire, per la prima volta a Trieste, una Consulta ambientale, nominata dal Consiglio comunale, che includa rappresentanti degli enti di ricerca insediati sul territorio, delle professioni e delle associazioni ambientaliste. Prima di tutto – conclude il candidato sindaco del M5S – sempre la salute dei triestini».

INTERNET DAY: TANTA PUBBLICITÀ MA RISULTATI MOLTO SCARSI

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«Oltre 30 anni di Internet e ancora solo il 20% delle scuole della nostra regione connesse alla banda larga. Come dire: meno “Internet day” e più “Internet way” nel Friuli Venezia Giulia». Bastano due righe alla portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Elena Bianchi, per mettere in luce tutto il nostro ritardo in materia di digitale a pochi giorni dalle manifestazioni per i 30 anni dell’avvento di internet in Italia organizzate dalla Regione e da Insiel. 
 
«Tanta comunicazione, moltissima pubblicità, un fiume di parole ma poi la fotografia della realtà è bruttina. Su questo fronte la giunta Serracchiani in concreto ha fatto troppo poco nei primi tre anni di governo del Friuli Venezia Giulia – attacca la portavoce del M5S -. E’ vero, l’esecutivo regionale ha quasi completato “Ermes” con l’obiettivo di portare la banda larga alla pubblica amministrazione, a tutte le imprese e alle famiglie del Friuli Venezia Giulia. Questo progetto però non presenta ancora nessuna ricaduta reale sui cittadini, sul sistema scolastico e sulle imprese della nostra regione che su questo terreno sono ancora all’età della pietra. I famosi bandi per concedere la fibra non utilizzata ad oggi, infatti, non hanno prodotto neanche un bit».
 
«Risultati scarsi perfettamente in linea con quelli ottenuti negli ultimi anni da chi ha governato il nostro Paese. Governi di centrodestra e di centrosinistra ma stessi risultati. I dati infatti parlano chiaro: il Desi (Digital economy and society index), l’indice europeo che traccia lo sviluppo economico e sociale dei paesi membri in materia di digitale, realizzato dalla Commissione europea, piazza l’Italia al terzultimo posto in Europa. Peggio di noi – aggiunge Bianchi – fanno solo Grecia, Bulgaria e Romania. In sostanza nel nostro Paese i progressi, in tutti gli indicatori, sono minimi».
 
Ritardi strutturali della banda larga, assenza di competenze digitali di base, prestazioni inferiori alla media europea: sono questi i giudizi negativi che finiscono per certificare il fallimento delle politiche di chi governa in Italia e nel Friuli Venezia Giulia. «Bisogna investire sul digitale per creare una rete pubblica, è necessario aumentare la domanda di servizi digitali e favorire l’educazione al digitale soprattutto in favore delle fasce meno istruite della popolazione».
 
«Un percorso virtuoso che potrebbe partire anche in Regione, avviando – per esempio – un progetto complessivo di migrazione a software open source che possano essere utilizzati dalla stessa amministrazione regionale. Gli standard e i formati aperti, affermatisi con Internet, sono un fenomeno in forte crescita e sempre più utilizzato dai cittadini. Solo puntando sull’open source – conclude Bianchi – saremo in grado di costringere le multinazionali del settore a immettere sul mercato servizi adeguati a costi sempre più bassi».

PIANO EMERGENZA URGENZA DISTANTE DALLE REALI NECESSITA’ DEL TERRITORIO

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“Sicuramente i tecnici e gli organi inquirenti dovranno analizzare a fondo quanto accaduto a Gorizia. Un episodio che, ad ogni modo, sottolinea ancora una volta quanto una organizzazione dell’emergenza urgenza distante dalle reali necessità del territorio non possa che produrre disservizi più o meno evidenti”. Sulla grave assenza di ambulanze disponibili a Gorizia interviene Andrea Ussai, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale e vice presidente della commissione Sanità. 
 
“È da mesi – ricorda il portavoce del M5S – che sottolineiamo che il numero dei mezzi di soccorso previsto è nettamente sottostimato e inferiore agli standard di sicurezza. L’assessore Telesca afferma invece che con il nuovo Piano dell’emergenza il numero delle ambulanze in provincia di Gorizia non è stato modificato e sarebbe lo stesso ormai da 20 anni. Con queste dichiarazioni l’assessore pensa di difendersi. Lo “status quo” ventennale rappresenta invece una evidente aggravante”.
 
“Crediamo non si possa più prorogare l’audizione in commissione regionale delle sigle sindacali sul Piano dell’emergenza urgenza varato dalla giunta Serracchiani, un’audizione che purtroppo non è stata ancora calendarizzata a causa della contrarietà della maggioranza. Non vogliamo certo strumentalizzare un episodio che molto probabilmente, anche con la presenza di un mezzo di soccorso, avrebbe potuto avere un esito tragico. Certamente però – conclude Ussai – quanto accaduto a Gorizia non deve ripetersi più!”.

METANODOTTO TRIESTE-GRADO-VILLESSE: QUALE PARERE E’ STATO EMESSO DAGLI UFFICI REGIONALI COMPETENTI IN MERITO A QUESTO PROGETTO CHE DOVREBBE ESSERE COLLEGATO AL RIGASSIFICATORE DI ZAULE?

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«A parole la giunta Serracchiani, in più occasioni, ha detto di essere contraria alla realizzazione del rigassificatore di Zaule a Trieste e, di conseguenza, anche del metanodotto Trieste-Grado-Villesse. Il governo Renzi pare però intenzionato ad accelerare le procedure autorizzative necessarie alla realizzazione di entrambe queste infrastrutture dal pesantissimo impatto ambientale». A lanciare l’allarme è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo che su questo tema ha appena depositato una interrogazione.

«In un decreto direttoriale dell’ottobre 2015 della Direzione generale per la Sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del Ministero dello Sviluppo economico – spiega Dal Zovo -, non solo viene confermato il progetto del  metanodotto “Grado-Villesse” di Snam Rete Gas, ma addirittura viene definito “in fase autorizzativa”. Inoltre lo stesso decreto inserisce l’allacciamento del terminale gnl “Gas Natural” di Trieste fra i metanodotti di collegamento con i terminali di rigassificazione gnl “in fase autorizzativa” a livello nazionale».

«A questo punto vogliamo sapere dalla giunta Serracchiani quale parere sia stato emesso dagli uffici regionali competenti in merito al progetto del metanodotto» attacca la portavoce del M5S.

«Le due partite del metanodotto e del rigassificatore devono essere chiuse definitivamente. Non possiamo poi trascurare – aggiunge Dal Zovo – che in merito al progetto per il rigassificatore risultano ancora aperti contenziosi dinanzi agli organi competenti. L’esecutivo regionale dimostri con i fatti di voler tutelare gli interessi dei cittadini e delle amministrazioni locali che più volte si sono chiaramente espressi contro la realizzazione di queste due infrastrutture».