domenica, 12 Gennaio 2025
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ELETTRODOTTO: ACCETTARE LA TESI DELLA GIUNTA SERRACCHIANI E’ UNA PRESA IN GIRO

Prosegue senza sosta la battaglia del MoVimento 5 Stelle contro la realizzazione dell’elettrodotto aereo Udine Ovest-Redipuglia. I consiglieri hanno depositato al Ministero dell’Ambiente le osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale presentato da Terna SpA.

«In risposta a una specifica interrogazione sulla posizione assunta dalla Regione in merito alla nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dell’opera, l’assessore all’Ambiente Vito» – spiega il portavoce del M5S Cristian Sergo – «ha risposto che la nuova procedura si sarebbe limitata a acquisire solo un “nuovo” parere del Ministero dei Beni Culturali. Secondo l’assessore, la commissione di VIA si era già espressa con parere favorevole e per il Ministero verrebbero “mantenute salve le valutazioni ambientali già effettuate”».

«Abbiamo dovuto ascoltare e riascoltare più volte la risposta per essere sicuri di aver capito bene! – prosegue Sergo -. A quanto pare a distanza di un anno l’assessore non ha ancora letto la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittimo tutto l’iter procedurale precedente, ha deciso di sostenere la tesi di Terna, che però è stata respinta al mittente non solo dai Ministeri ma anche dall’Avvocatura dello Stato». 

Ripresentando lo stesso progetto, senza alternative e senza una seria valutazione dell’impatto sul paesaggio – che non può certamente essere definito “basso” come ancora oggi sostiene Terna nei suoi elaborati – sono già stati sufficienti in passato al Consiglio di Stato per decretare l’invalidità degli atti, in quanto la tutela del Paesaggio deve essere un principio fondamentale della Repubblica. Invece, passano i mesi e ci ritroviamo con gli stessi problemi, gli stessi progetti, gli stessi documenti, gli stessi piloni che hanno portato allo stallo attuale.

E’ vero che passano i mesi e nella procedura si ritrovano gli stessi problemi, gli stessi progetti e la stessa mancanza di alternative e di risposte che hanno portato allo stallo attuale. «Accettare la tesi che “ormai il danno è fatto” è una beffa che questa Regione non si merita! Appena insediati nel 2013 avevamo chiesto all’assessore Vito di poter intervenire sulla procedura per chiedere a Terna di rivedere il progetto e di valutare l’interramento e ci venne riferito che “era stata concessa l’autorizzazione e l’iter era da considerarsi concluso”. Ora che il Consiglio di Stato ha dichiarato quell’iter illegittimo e di conseguenza la valutazione deve ripartire da capo, ci sentiamo rispondere: “ormai l’opera è stata realizzata per l’80%”. Noi – conclude Sergo – non permetteremo che i cittadini continuino a essere presi in giro da chi governa questa Regione».

MULTIUTILITY AMBIENTE SERVIZI: DOPO QUATTRO MANDATI DI GASPAROTTO E’ NECESSARIO UN CAMBIO DI GOVERNANCE

«Ambiente Servizi è una società per azioni a capitale interamente pubblico. Alla guida della multiutility del Sanvitese, che serve venti comuni per un bacino di circa 150 mila abitanti, da sempre c’è Isaia Gasparotto. L’ex sindaco di San Vito al Tagliamento ed ex politico del Pci, con alle spalle 15 anni di presenze in Parlamento – che gli hanno fruttato un vitalizio da 6.590 euro -, è attualmente al suo quarto mandato triennale in qualità di presidente della spa. A prescindere dall’ammontare delle indennità di carica, che – ad onor del vero – risultavano già ridotte in forza della “spending  review”, e dai risultati di gestione, è corretto che una società per azioni a partecipazione interamente pubblica sia retta per quasi tre lustri dalla stessa persona?». A chiederselo è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin.
«Anche per la raccolta di rifiuti e per la riscossione della tariffa di igiene ambientale del Pordenonese è giunto il tempo di procedere a un cambio di “governance” – sostiene Frattolin -. Posizione dettata non solo dal buon senso e dai principi generali di “turn over” dei vertici che hanno il controllo della cosa pubblica, ma anche dalla legge: ai sensi dell’articolo 6, comma 1 della legge 114/2014, risulta infatti che a decorrere dal giugno 2014 non sia più possibile conferire a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni e degli enti e società da esse controllati. Incarichi – aggiunge la portavoce del M5S – che non possono essere affidati nemmeno a titolo gratuito e per un solo anno, dato che tale deroga è dettata per le sole amministrazioni e non per gli organi di governo delle società controllate».
«Abbiamo anche alcune perplessità sull’attuale gestione di Ambiente Servizi – attacca Frattolin -. L’insufficiente adempimento agli obblighi di trasparenza, un eccessivo ricorso a consulenze e incarichi legali e giudiziari, la nomina del direttore e del vice direttore senza alcuna procedura di selezione ad evidenza pubblica né successivamente ad un atto di indirizzo dei comuni, sono situazioni poco chiare sulle quali abbiamo deciso di accedere i riflettori».
«Ci auguriamo – conclude la portavoce del M5S – che l’incontro di domani dedicato alla presentazione del rapporto integrato 2015 rappresenti, sia per la società che per i comuni soci della multiutility, l’occasione concreta per dimostrare – finalmente – la volontà di cambiare registro».

LA CORTE DEI CONTI HA APPROVATO IL RENDICONTO DEL M5S FVG

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Il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, come tutti gli altri gruppi, è stato “promosso” dalla Corte dei conti. La Sezione di controllo, composta dal presidente Carlo Chiappinelli e da Giovanni Bellarosa e Marco Randolfi, ha analizzato a fondo prima il bilancio 2015 e poi le integrazioni presentate dai pentastellati. “Siamo soddisfatti del giudizio positivo espresso dalla Corte dei conti e dei numerosi consigli espressi dai giudici amministrativi che terremo in grande considerazione per migliorare le nostre rendicontazioni” spiega la portavoce del M5S Elena Bianchi.

“Le considerazioni della Corte – aggiunge Bianchi – hanno confermato l’impianto ampiamente positivo del nostro operato. In particolare, per quanto riguarda le spese per incarichi di consulenza, studio e ricerca, in ogni caso è stata sottolineata la rispondenza alle finalità istituzionali, fornendo anche elementi integrativi a supporto”.

“Dopo gli scandali del recente passato e da quando il MoVimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni, pare che i fondi per l’attività politica vengano utilizzati in modo più corretto e di sicuro con un maggior controllo. Evidentemente – conclude la portavoce del M5S – il “fiato sul collo” funziona!”.

LEGGE SUL CRIMINE ORGANIZZATO DOMANI IN COMMISSIONE

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Crediamo sia la prima volta che l’illustrazione di una proposta di legge venga calendarizzata durante la Pausa dei lavori del Consiglio regionale. Siccome – di solito – i consiglieri vengono convocati in questo breve lasso di tempo destinato al pranzo solo per motivi di urgenza, crediamo si tratti di un bel gesto da parte dell’Ufficio di Presidenza della V commissione considerare urgente l’approvazione di questa legge.

Un provvedimento che il MoVimento 5 Stelle ha voluto portare con forza in Consiglio regionale. La nostra è una delle poche regioni, infatti, a non esser provvista di una legge dedicata al crimine organizzato. Eppure come abbiamo potuto leggere negli ultimi anni dalle parole di illustri magistrati, forze dell’ordine e politici che si occupano di questa tematica la nostra Regione non può considerarsi immune da queste problematiche.

La posizione geografica e le caratteristiche socioeconomiche del nostro territorio rendono il Friuli Venezia Giulia sempre più appetibile per i sporchi interessi dei lunghi tentacoli della Piovra. Una Piovra silenziosa, che non vuole dar nell’occhio ma che – come dimostrano indagini, processi e i recenti sequestri di beni – vede con favore il contesto regionale per allargare i propri loschi affari.

Ecco perché abbiamo deciso di presentare questa proposta, che si compone di 15 articoli. Una legge che sarà illustrata in Commissione domani all’ora di pranzo ai nostri colleghi. Rimaniamo fiduciosi di veder convocate con altrettanta urgenza le audizioni delle parti sociali direttamente coinvolte per poter approdare in Aula quanto prima e poter così fare un ulteriore passo in avanti verso quello che è il nostro vero obiettivo: un #FvgMafiaFree

DIRE CHE LE UNIVERSITÀ SIANO SPACCATE SULLA REVISIONE DELLO STATUTO DELLA REGIONE E’ STRUMENTALE

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Ieri eravamo presenti all’audizione organizzata dalla Sottocommissione “Autonomia speciale della Regione e riforme costituzionali”, istituita in seno alla V Commissione consiliare. Contrariamente a quanto riportato dai media, non è affatto vero che le università siano spaccate sulla revisione dello statuto della Regione Friuli Venezia Giulia. Questa posizione è stata confermata dagli stessi relatori, i docenti degli atenei di Trieste e Udine, Paolo Giangaspero ed Elena d’Orlando, i quali hanno definito il loro punto di vista come “l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione”.

In realtà il punto di partenza condiviso ieri da entrambi i relatori ha riguardato, invece, la generale situazione di difficoltà vissuta dalle regioni speciali che sono oggetto di una pesante campagna mediatica e politica volta a sostenere l’accentramento statale. È necessario invece ritrovare una comune volontà propositiva nel sostenere una compattezza di intenti allargata a tutta la popolazione che ribadisca,  aggiornandole,  le ragioni e le necessità dell’autonomia.

A questo proposito il titolo del Messaggero veneto (“Università spaccate sul nuovo Statuto Fvg”) – quotidiano quasi sempre molto tenero nei confronti della presidente Serracchiani – punta infatti a creare divisioni e a squalificare l’importantissimo compito che ci attende come Regione nel prossimo futuro.

Uno scivolone o un’interpretazione autentica?

NUOVO IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO NET: TUTTO TRANNE CHE UN INVESTIMENTO PER I CITTADINI

Come altre società partecipate dei comuni del Friuli Venezia Giulia, anche Net non ha perso tempo. La società che gestisce la raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti a Udine e in oltre 80 comuni in Friuli sta già facendo la corsa agli investimenti con l’obiettivo di risultare “più forte” al momento di una futura fusione, piuttosto che migliorare i servizi e abbattere i costi a carico dei cittadini.

Investimento che è sicuramente funzionale anche a sostenere il prolungamento fino al 2031 della scadenza della concessione a Net dell’affidamento del servizio, con la scusa dell’ammortamento dello stesso.

Sono i primi effetti della nefasta legge sull’ambito unico regionale approvata in Consiglio regionale meno di due settimane fa. Queste partecipate stanno facendo investimenti in tutta fretta che non hanno nulla a che fare con i servizi utili alla collettività e con i reali interessi dei cittadini, ma si preoccupano solo di spostare gli asset economico-finanziari per finalità estranee al servizio pubblico.

Tra l’altro stiamo parlando di un impianto di compostaggio che,  oltre ad inserirsi in un contesto regionale che vede già diverse realtà tra cui il mega-impianto da 280 mila tonnellate della Bioman di Maniago (dimensionato per trattare l’umido di tutto il Triveneto), verrà realizzato tramite project-financing con un investimento totale previsto di 33 milioni di euro, di cui 8 a carico di Net e 25 a carico della ditta privata aggiudicatrice.

Le domande sorgono molteplici e spontanee: è così che mettiamo in pratica il principio di autosufficienza nella gestione dei rifiuti? O peggio applichiamo forme di economicità dei servizi? 

Continuiamo a pensare di creare impianti che poi per funzionare a pieno regime dovranno importare rifiuti da chissà dove?

Quale sarà il ritorno a fronte dell’investimento privato di 25 milioni e chi sarà ad aggiudicarselo?

INVALIDITÀ’ CIVILE: TEMPI DI ATTESA TROPPO LUNGHI

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«Nell’area di competenza dell’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 3 “Alto Friuli – Collinare – Medio Friuli”  per una visita medica per accertare i requisiti sanitari in materia di invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità bisogna aspettare anche 10 mesi. Questi tempi di attesa sono intollerabili. I disagi per i cittadini con disabilità, patologie o altri tipi di problematiche sono notevoli. A questo punto chiediamo alla giunta Serracchiani di rendere noto il tempo medio di attesa per l’accertamento e la rivedibilità dei requisiti sanitari in materia di invalidità civile». È questo il contenuto di una interrogazione che sarà presentata nei prossimi giorni da Elena Bianchi, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

«Purtroppo – spiega Bianchi – l’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 3 non ha ancora siglato con Regione Fvg e Inps un accordo simile a quello già operativo da tempo nel Pordenonese e nella Bassa friulana-isolantina. Questa sperimentazione – affidata all’Inps per semplificare, uniformare e abbreviare la gestione degli accertamenti – ha portato, infatti, a ridurre moltissimo i tempi di attesa. Basti pensare che nel Pordenonese nel primo trimestre del 2015 il tempo medio di attesa era di appena 37 giorni, un vero record a livello nazionale. Precedentemente, infatti, la media italiana era addirittura di 150 giorni».

«Oggi la situazione nella zona dell’Ass n. 3, un’area della regione piuttosto estesa, è molto complicata. La giunta Serracchiani – conclude la portavoce del M5S – deve attivarsi quanto prima per garantire gli stessi standard sanitari in tutto il Friuli Venezia Giulia»

SPESE PAZZE: CHIEDEREMO LE DIMISSIONI DEI POLITICI CONDANNATI

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«È curioso il metodo utilizzato da Debora Serracchiani per difendere la cosiddetta onorabilità del Partito democratico. A parole la presidente della Regione e vice segretario nazionale del Pd minaccia querele a tutti i livelli nei confronti di chi osa disturbare il manovratore, anzi la manovratrice. Nei fatti “si dimentica” di mantenere la parola dati ai suoi elettori».

«Basti ricordare quello che twittava – allegra e decisa – prima delle elezioni: “I nostri candidati al Consiglio regionale dovranno sottoscrivere un impegno a dimettersi in caso siano raggiunti da avvisi di garanzia”. Buoni propositi che si sono presto volatilizzati. Pochi giorni fa il pm Federico Frezza, per l’inchiesta “Spese pazze” in Consiglio regionale, ha chiesto la condanna per 22 persone per peculato.  Una di queste è un consigliere regionale del Partito democratico attualmente in carica. Si tratta di Daniele Gerolin che rischia una condanna di 2 anni e 3 mesi di reclusione per aver utilizzato i fondi del gruppo del Pd a fini personali. Secondo l’accusa Gerolin nel 2010 avrebbe speso soldi pubblici per pagare alcuni pranzi nella settimana di Ferragosto».

«Ovviamente l’esponente di “spicco” del Partito democratico, nonostante avesse sottoscritto nel 2013 l’impegno chiesto dalla Serracchiani, non si è dimesso né al momento del rinvio a giudizio né l’altro giorno quando il pm Frezza ha chiesto la sua condanna. E altrettanto ovviamente la presidente della Regione non ha chiesto le sue dimissioni, forse, perché la cosa in certi ambienti oggettivamente “fa curriculum”. Dimissioni che, invece, noi del MoVimento 5 Stelle chiederemo nuovamente in caso di condanna!».

«Ecco come Debora Serracchiani difende l’onorabilità del Partito democratico, con il silenzio-assenso sulle parabole giudiziarie dei suoi colleghi di partito. Nel Friuli Venezia Giulia come nel resto d’Italia… dove gli avvisati, i rinviati a giudizio e i condannati del Pd sono all’ordine del giorno».

E’ PASSATO UN ANNO E LA GIUNTA DOVREBBE INIZIARE A QUANTIFICARE GLI EVENTUALI DANNI PER LA NOSTRA REGIONE

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«Come previsto, il Tar ha confermato le multe inflitte alle società Calcestruzzi Zillo (sanzionata con 3.454.587 euro), Calcestruzzi Trieste Nord Est (145.663 euro), General Beton Triveneta (1.782.660 euro), La Nuova Calcestruzzi (46.011 euro), Cobeton (331.322 euro) e Friulana Calcestruzzi (504.952 euro). Bene, esattamente un anno fa – era il 13 aprile del 2015 – avevamo presentato una interrogazione in Consiglio regionale per sapere se la giunta Serracchiani avesse valutato di proporre un’azione risarcitoria per i maggiori costi eventualmente sostenuti nella realizzazione delle opere pubbliche gestite dalle ditte coinvolte nell’inchiesta. La risposta, come quasi sempre, era stata molto evasiva». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo sottolinea quanto la giunta Serracchiani non abbia ancora quantificato il danno – molto probabilmente – subito dalla nostra Regione in questa brutta storia.

«All’epoca – ricorda Sergo – l’assessore Santoro aveva risposto in questo modo: “Verificheremo se, nei casi in cui la magistratura ha accertato il verificarsi di “cartelli” o “intese” per calmierare i prezzi, rientrano anche appalti di opere pubbliche realizzate dalla Regione o dalle sue partecipate. Nel caso faremo un’ulteriore verifica rispetto a quelle già previste dalla legge, per capire esattamente se la Regione o le sue partecipate abbiano subito un danno perché bisogna dare una prova dell’esistenza dello stesso ed una sua, pur anche di massima, quantificazione. Si ricorda che l’azione dell’Antitrust serve proprio all’accertamento di casistiche come queste che non possono essere a conoscenza delle stazioni appaltanti”. Come sempre – aggiunge il portavoce del M5S – tante belle parole, ma troppo attendistiche, visto che l’Antitrust si era già mossa e adesso anche il Tribunale Amministrativo».

«Ora, a distanza di un anno, dopo la multa e dopo l’odierna conferma del Tar, siamo pronti a chiedere nuovamente alla giunta Serracchiani di fare chiarezza su tutta questa faccenda. Quali appalti hanno visto coinvolte queste società? L’esecutivo regionale ha quantificato il possibile danno per la nostra amministrazione o le sue partecipate, derivato dal cartello? Intende la Regione intraprendere un’eventuale azione risarcitoria o dobbiamo aspettare ancora? E’ venuto il momento – conclude Sergo – di dare risposte chiare a tutte queste domande».

LA GIUNTA SERRACCHIANI DOVREBBE INIZIARE A QUANTIFICARE GLI EVENTUALI DANNI PER LA NOSTRA REGIONE

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«Come previsto, il Tar ha confermato le multe inflitte alle società Calcestruzzi Zillo (sanzionata con 3.454.587 euro), Calcestruzzi Trieste Nord Est (145.663 euro), General Beton Triveneta (1.782.660 euro), La Nuova Calcestruzzi (46.011 euro), Cobeton (331.322 euro) e Friulana Calcestruzzi (504.952 euro). Bene, esattamente un anno fa – era il 13 aprile del 2015 – avevamo presentato una interrogazione in Consiglio regionale per sapere se la giunta Serracchiani avesse valutato di proporre un’azione risarcitoria per i maggiori costi eventualmente sostenuti nella realizzazione delle opere pubbliche gestite dalle ditte coinvolte nell’inchiesta. La risposta, come quasi sempre, era stata molto evasiva». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo sottolinea quanto la giunta Serracchiani non abbia ancora quantificato il danno – molto probabilmente – subito dalla nostra Regione in questa brutta storia.

«All’epoca – ricorda Sergo – l’assessore Santoro aveva risposto in questo modo: “Verificheremo se, nei casi in cui la magistratura ha accertato il verificarsi di “cartelli” o “intese” per calmierare i prezzi, rientrano anche appalti di opere pubbliche realizzate dalla Regione o dalle sue partecipate. Nel caso faremo un’ulteriore verifica rispetto a quelle già previste dalla legge, per capire esattamente se la Regione o le sue partecipate abbiano subito un danno perché bisogna dare una prova dell’esistenza dello stesso ed una sua, pur anche di massima, quantificazione. Si ricorda che l’azione dell’Antitrust serve proprio all’accertamento di casistiche come queste che non possono essere a conoscenza delle stazioni appaltanti”. Come sempre – aggiunge il portavoce del M5S – tante belle parole, ma troppo attendistiche, visto che l’Antitrust si era già mossa e adesso anche il Tribunale Amministrativo».

«Ora, a distanza di un anno, dopo la multa e dopo l’odierna conferma del Tar, siamo pronti a chiedere nuovamente alla giunta Serracchiani di fare chiarezza su tutta questa faccenda. Quali appalti hanno visto coinvolte queste società? L’esecutivo regionale ha quantificato il possibile danno per la nostra amministrazione o le sue partecipate, derivato dal cartello? Intende la Regione intraprendere un’eventuale azione risarcitoria o dobbiamo aspettare ancora? E’ venuto il momento – conclude Sergo – di dare risposte chiare a tutte queste domande».

CERCASI RAPPRESENTANTI DI LISTA PER IL REFERENDUM DEL 17 APRILE

Per il Referendum del 17 Aprile 2016, stiamo cercando rappresentanti di lista presso i seggi elettorali del Friuli Venezia Giulia. Aiutaci a controllare che il voto e lo spoglio si svolgano legalmente; compila il form sottostante e verrai contattato dal nostro Staff per tutti i dettagli.

LEGGE CONSUMO ZERO DI SUOLO TARGATA M5S

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“Nel mio programma c’è il consumo zero di suolo: recupereremo aree dismesse, abbandonate o sottoutilizzate ed eviteremo nuove costruzioni. Con noi, il Friuli Venezia Giulia crescerà di più e consumerà di meno”. Questo recitava il secondo punto del programma elettorale di Debora Serracchiani nel marzo 2013.  «L’Elettrodotto Udine-Redipuglia, la Variante di Dignano, la Palmanova-Manzano, la Terza corsia dell’A4, il raddoppio dell’outlet di Palmanova, la Tangenziale Sud di Udine, la linea ferroviaria Venezia-Trieste ecc. ecc. ecc… ecco come, negli ultimi tre anni, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha messo in atto la sua strampalata idea di “consumo zero di suolo”». Ilaria Dal Zovo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, snocciola uno a uno i nomi dei progetti dal fortissimo impatto sul territorio portati avanti dalla giunta Serracchiani.

«Dopo tutta questo consumo di territorio, non potevamo più attendere. Per questo – annuncia Dal Zovo -, come sempre attraverso un percorso partecipato, insieme ai cittadini abbiamo redatto una proposta di legge sul vero “consumo zero di suolo” che è stata da poco depositata in Consiglio regionale».

«E pensare che il Friuli Venezia Giulia, agli inizi degli anni 90, era considerato fra i più virtuosi in Italia sotto questo aspetto. Purtroppo – spiega la portavoce del M5S – chi ha guidato la Regione da allora fino ad oggi ha sempre autorizzato opere e consumo di suolo a discapito del nostro territorio. Il risultato è che in questo momento la nostra legislazione non solo non risponde più alle esigenze del territorio e dei cittadini, ma addirittura ostacola il raggiungimento di obiettivi che per noi sono fondamentali come lo stop alla cementificazione di nuovo suolo e il recupero del patrimonio edilizio esistente».

«Nel 2008 abbiamo assistito al blocco del Piano Territoriale regionale, con l’inserimento di una procedura transitoria che ci ha lasciati per anni nel limbo. È stato poi approvato il Piano del Governo del Territorio che non è mai entrato in vigore. Infine, anche a causa di diverse modifiche che la legislazione ha subito dal 2010 ad oggi, ci troviamo in una situazione di empasse irrisolvibile. Non è un caso, infatti, che la nostra Regione, dotatasi di un avanzato strumento di pianificazione territoriale nel 1978, anche per fronteggiare l’emergenza legata alla ricostruzione dopo il Sisma, oggi risulti tra le ultime a livello di governo del territorio, con l’impossibilità di attuare meccanismi di perequazione e compensazione che, oramai, sono di ordinaria amministrazione anche in territori sprovvisti di competenza primaria in materia».

«La situazione ambientale da un lato e la crisi economica dall’altro ci spingono, inoltre, ad agire prima che la situazione diventi irrecuperabile – conferma Dal Zovo -. La recentissima legge regionale 21/2015, una delle tante leggi bandierina della giunta Serracchiani, ha fissato l’obiettivo del “consumo zero di suolo” entro il 2050. La nostra proposta di legge, invece, intende riformare in maniera organica l’intera materia, elevandola a standard europei e introducendo strumenti concreti per portare il consumo di nuovo suolo non urbanizzato a zero entro il 2020. Una riforma organica – chiara nella lettura – senza possibilità di interpretazioni e scorciatoie». 

«Abbiamo il dovere di salvaguardare cittadini, suolo e ambiente. La nostra è una visione di futuro, di pianificazione e di programmazione del territorio regionale che consenta lo sviluppo sostenibile, attraverso una pianificazione di area vasta che spinga sul recupero dell’esistente».

«Questa – conclude la portavoce del M5S – è l’unica strada che riteniamo percorribile per dare chiarezza, certezza e sicurezza ai cittadini del Friuli Venezia Giulia e agli operatori del settore, per creare nuovi posti di lavoro in un settore – quello edile – tra i più colpiti».

MAXI DANNO ERARIALE PER 21,7 MILIONI DI EURO

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Dopo due anni, da parte del MoVimento 5 Stelle Fvg, di pressing continuo, interrogazioni, interventi in Aula, esposti e segnalazioni, la Guardia di Finanza è riuscita ad accertare un maxi-danno erariale per 21,7 milioni di euro che coinvolge alcuni dirigenti della Zona industriale dell’Aussa Corno.

A quanto pare tutti i nodi vengono al pettine!

Da quanto si apprende dalla stampa, oltre alle ormai note vicende sull’acquisto dei terreni, sotto la lente degli investigatori è finita, inoltre, la locazione di Porto Margreth, affidato alle imprese portuali socie dell’Ente consortile a un prezzo irrisorio, di cui ci siam interessati nel 2014. Si parla di un danno ipotizzato di oltre 3 milioni di euro, per il quale oggi sono stati segnalati alla Procura regionale della Corte dei Conti anche i revisori dell’Ente.

Oltre un anno fa abbiamo interrogato la giunta Serracchiani proprio su questa vicenda, portando alla luce quanto successo negli anni nel Consorzio. All’epoca avevamo chiesto all’amministrazione regionale – tra le altre cose – se, in merito a queste vicende, si fosse concretizzato un pregiudizio economico per il Consorzio Aussa Corno, per i suoi soci e per le imprese insediate.

Abbiamo anche chiesto se, e come, la Regione avesse effettuato verifiche o controlli gestionali e finanziari in merito alla citata operatività del Consorzio e quali fossero stati gli esiti.

Ovviamente – come per tante altre nostre interrogazioni – anche questa risulta tuttora inevasa. E’ triste dover apprendere dalla Guardia di Finanzia e non dalla giunta regionale queste notizie. Noi però non ci rassegniamo. Anzi quanto sta venendo a galla non fa altro che dimostrare quanto siamo sulla strada giusta!

Constatato che nell’inchiesta risultano coinvolte 23 persone e tra queste i vertici dell’ente di qualche anno fa (presidenti, consiglieri, i direttori generali, i membri del Collegio dei revisori, nonché un funzionario della Regione Fvg), ci auguriamo che venga fatta luce quanto prima sulla vicenda. Attendiamo soprattutto le immediate dimissioni delle persone coinvolte e che tuttora ricoprono cariche pubbliche.

PRONTI A SOSTENERE UN REFERENDUM PER ABROGARE LA LEGGE SUL SERVIZIO IDRICO E RIFIUTI

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“Siamo pronti ad appoggiare un eventuale referendum per abrogare la legge regionale sull’organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Una norma che inserita nel quadro nazionale può risultare offensiva per gli oltre 26 milioni di italiani, che nel 2011 si sono pronunciati chiaramente contro le privatizzazioni e a favore della gestione pubblica di tutti i servizi pubblici locali”. Ad affermarlo è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo che questa mattina ha incontrato la stampa insieme ai colleghi Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai, ai sindaci e ai comitati nettamente contrari a questo provvedimento.
“Mercoledì scorso, durante la discussione in Aula della legge, abbiamo presentato ben 166 emendamenti per migliorare il testo. Tutti bocciati tranne uno, quello che riafferma il principio che gli acquedotti sono inalienabili, approvato per “sbaglio” in quanto pensavano di votare un altro emendamento. E’ successo anche questo in aula”.
“Destra e sinistra assicurano che questa legge non inciderà sulle tariffe. Purtroppo però – spiega Sergo – l’aliquota dei rifiuti stabilita dai comuni dovrà tener conto del Piano economico finanziario del piano d’ambito, che verrà approvato dall’Ausir, dopo acquisito il parere – meramente consultivo – delle assemblee locali. Ci chiediamo come potranno spiegarlo i sindaci ai loro cittadini”.
“Questa legge va letta tenendo presente quanto accade a livello nazionale laddove il Decreto Attuativo Madia cancella una volta per tutte la volontà popolare del referendum 2011, considerando l’acqua come un bisogno e non più come un diritto, ma soprattutto reintroducendo nella determinazione delle tariffe “l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, esattamente quella che era stata abrogata dal voto popolare”. 
“Se l’intenzione del PD è quello di evitare la privatizzazione come sostengono i proponenti di questo testo, ci aspettiamo che la presidente Serracchiani vada in tutti i talk show e prenda una posizione netta e contraria con quanto previsto dal Ministro Madia”.
“Il governo Renzi promuove la cessione a privati delle quote partecipate dai comuni nelle aziende pubbliche e stabilisce l’affidamento per ogni ambito ad gestore unico (che sarà chi copre già almeno il 25% degli utenti); promuove inoltre la concorrenza, la libertà di stabilimento e la libertà di prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione dei servizi pubblici locali di interesse economico generale, ovvero ciò che si può leggere anche nei trattati di libero scambio che si stanno portando avanti con gli Stati Uniti (TTIP e TISA). In Regione, invece, è stato bocciato un emendamento che voleva favorire e incentivare l’istituzione di enti gestori di diritto pubblico”.
 
“Il progetto  è chiaro – conclude Sergo – e contro di esso ci batteremo con tutte le nostre forze, a partire dall’abrogazione di una legge che incentiva le aggregazioni dei gestori”. 

CONFERENZA STAMPA DEL M5S SU SERVIZIO IDRICO E RIFIUTI

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Domani, venerdì 1 aprile, alle ore 11, presso la sala Kugy del Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia di Udine (via Sabbadini, 31), il MoVimento 5 Stelle terrà una conferenza stampa sulla legge sul servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.
 
Saranno presenti i portavoce del M5S in Consiglio regionale Cristian SergoAndrea Ussai, Ilaria Dal Zovo, Elena Bianchi ed Eleonora Frattolin. Interverranno anche alcuni rappresentanti dei comitati che hanno manifestato una netta contrarietà a questo provvedimento.

SERVIZIO IDRICO: APPROVATO EMENDAMENTO DEL M5S SULL’INALIENABILITA’ DEGLI ACQUEDOTTI

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Oggi in Consiglio regionale, durante l’approvazione della legge sul servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, è stato approvato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che riafferma il principio dell’inalienabilità degli acquedotti. «Purtroppo si tratta solo di una goccia positiva in un mare di cattive notizie – spiegano i portavoce del Movimento 5 Stelle Bianchi, Dal Zovo, Frattolin, Sergo e Ussai -. La giunta Serracchiani e il Consiglio regionale oggi hanno bocciato persino alcuni principi di sostenibilità nell’uso dell’acqua e nella gestione dei rifiuti che sono ormai dati per assodati in tutto il mondo».
«Abbiamo chiesto – per esempio – che l’uso dell’acqua, nel medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo, debba essere soggetto ad alcune priorità di utilizzo come l’alimentazione, l’igiene umana, l’irrigazione delle colture, l’alimentazione animale, l’utilizzo industriale e la produzione di energia. Una proposta troppo “estrema” bocciata dal Consiglio. Così come è stata bocciata l’ipotesi che, per garantire il quantitativo minimo vitale, l’erogazione giornaliera di acqua non fosse inferiore a 50 litri per persona».
«Stessa ottusità anche in materia di gestione dei rifiuti – spiegano i pentastellati -. Un esempio? Abbiamo proposto che fosse la Regione a promuovere la filiera del riciclo, diretta alla raccolta, trattamento e commercializzazione della frazione secca dei rifiuti solidi urbani nonché di quelle frazioni di rifiuti speciali che hanno un mercato, che possono cioè essere recuperate o reimpiegate in altri processi produttivi. Un cocktail di idee troppo rivoluzionarie per il Friuli Venezia Giulia!».
«Questa legge, invece, sta gettando le basi per consentire ai grandi gestori privati di speculare sull’acqua pubblica anche nella nostra regione. E i cittadini dovranno affrontare bollette sempre più care. Purtroppo, come ha messo in luce “Cittadinanzattiva”, il fenomeno è già in atto; basti pensare che dal 2007 al 2014 a Trieste le tariffe sono aumentate del 68,6%, a Gorizia dell’82,1%, a Udine del 70,5% e a Pordenone addirittura del 110,7%. Qui bisogna ricordare che nel 2015 la spesa media in Italia è stata di 376 euro a persona. Soglia già superata a Trieste dove ogni cittadino ha pagato ben 398 euro. Gorizia (315 euro), Pordenone (276 euro) e Udine (225 euro) sono sotto la media, ma non è difficile ipotizzare che questo scenario sia destinato a peggiorare nei prossimi anni».
«I “freddi” numeri svelano anche le bugie di chi invoca il gestore unico quale “panacea” per evitare dispersioni idriche e sprechi. Peccato che i gestori locali, notoriamente a corto di risorse, dal 2007 al 2014 hanno ridotto in modo drastico la dispersione nella rete idrica. A Gorizia si è passati dal 50% al 37%, a Pordenone dal 13% al 12%, a Udine dal 37% al 10% e a Trieste dal 48% al 45%. Complessivamente la dispersione è stata ridotta dal 37% al 26%. E tutto questo senza fare regali a chi specula su un bene prezioso come l’acqua, un bene naturale ma – concludono i portavoce del M5S – soprattutto un bene che rientra a pieno titolo fra i diritti umani universali da difendere da qualsiasi mercificazione».

LATISANA: E’ GARANTITA LA SICUREZZA NELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA URGENZA PEDIATRICA?

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«L’assessore regionale Telesca è a conoscenza della segnalazione di 11 medici in servizio presso il Pronto Soccorso di Latisana che hanno manifestato – testualmente – una “seria preoccupazione nell’essere costretti a sostituirsi ad una figura”, come quella del pediatra, “con qualifiche riconosciute e non delegabili per l’ambito non strettamente legato alle situazione di emergenza urgenza”? Lo sa l’assessore che questi professionisti sostengono che quanto previsto dalla riorganizzazione del servizio “non può essere ritenuto rispettoso dei criteri di garanzia e di sicurezza” per loro e i pazienti?». Di fronte al silenzio della giunta Serracchiani, il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai, con una interpellanza, continua a incalzare l’esecutivo sui livelli di sicurezza garantiti dall’attuale gestione dell’emergenza urgenza pediatrica presso l’Ospedale di Latisana.

«L’assessore Telesca deve anche spiegare quali provvedimenti abbia intenzione di assumere al fine di eliminare i disservizi creatisi per la popolazione e per garantire i criteri di sicurezza adeguati per l’utenza pediatrica e i professionisti. Oltre alle problematiche emerse in materia di sicurezza dei pazienti – aggiunge Ussai -, si registrano infatti numerosi disservizi oggetto di puntuali segnalazioni da parte dei cittadini che spesso si vedono costretti a eseguire trasferimenti tra una struttura e l’altra, sia tramite ambulanza che con mezzi propri non sempre disponibili».

«D’altronde – precisa il portavoce del M5s – il Piano per la sospensione temporanea dell’attività del punto nascita di Latisana, specialmente quando si parla di “trasporto di pazienti critici”, non sembra conforme al Piano emergenze urgenze regionale dove –alla voce Emergenza pediatrica- viene disposto espressamente che “i medici operanti sui mezzi di soccorso devono avere una specifica formazione mirata all’intervento di tipo pediatrico”».

«La situazione è ogni giorno più insostenibile. Bisogna agire con urgenza. È quanto mai necessario – conclude Ussai – un incisivo intervento dell’Assessorato a garanzia del servizio pubblico primario».

IL PIANO EMERGENZA/URGENZA DELLA GIUNTA SERRACCHIANI FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI

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«Il “Piano dell’emergenza urgenza” varato dalla giunta Serracchiani era stato subito contestato dai sindacati. Ora a disconoscerlo nei fatti  sono addirittura il responsabile del 118 triestino – uno dei fautori del Piano stesso – e il commissario dell’AAS1 Triestina, nominato dalla maggioranza. Questo dimostra che il Piano fa acqua da tutte le parti!». A dichiararlo è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai, convinto oppositore del “Piano dell’emergenza urgenza”.
«Con la soppressione notturna dell’automedica di Monfalcone e lo spostamento dell’unica risorsa medicalizzata rimasta nell’Isontino presso la sede di Gradisca d’Isonzo, i due direttori hanno dovuto attivare infatti in tutta fretta una seconda unità mobile medicalizzata in provincia di Trieste, posizionata presso la postazione di Santa Croce, per riuscire ad assicurare in tempistiche adeguate la presenza del medico nelle situazioni clinicamente critiche nelle aree più occidentali della provincia di Trieste, che altrimenti sarebbero risultata scoperta. Questa unità medicalizzata – spiega Ussai -, oltre a coprire le necessità del territorio di Trieste, si spingerà nel vicino Isontino per assicurare, in particolare nel Monfalconese, le tempistiche più adatte riguardanti il soccorso medicalizzato e quindi avanzato».
«Va certamente riconosciuta la posizione di garanzia che il commissario di AAS1 ha preteso, ottenuto e attuato ma si deve assolutamente sottolineare come essa vada a cozzare con quanto previsto dalla nuova riorganizzazione regionale del sistema 118. Con queste modifiche vengono confermate quindi le preoccupazioni già espresse in Commissione e che oggi, nel considerare l’organizzazione della risposta sanitaria urgente e la sicurezza per i cittadini dell’Isontino e del comune di Duino-Aurisina, sono diventate evidenti».
«Queste criticità, inoltre, saranno confermate dalla piena attuazione della riforma del sistema 118 regionale, che non prevede infatti il mezzo aggiuntivo organizzato con acume da AAS1 in questi giorni. Un sistema che pertanto – conclude Ussai – non garantirà ai cittadini la possibilità di ottenere, in caso di necessità, un soccorso sanitario avanzato reale».

SOSTEGNO AL REDDITO: LA SERRACCHIANI COPIA LA PROPOSTA DEL M5S

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«Ennesima capriola della presidente Serracchiani. Durante l’approvazione della legge sul sostegno al reddito, con un preciso emendamento, avevamo chiesto che la Regione effettuasse dei controlli diretti anche attraverso la Guardia di Finanza. Un monitoraggio che secondo noi andava fatto su un campione pari almeno al 10 per cento delle domande accolte. In presenza di irregolarità la misura sarebbe stata immediatamente sospesa o revocata. Quale sorte ebbe il nostro emendamento? Bocciato, naturalmente! Niente di strano se non fosse che oggi Debora Serracchiani ha siglato un protocollo tra Regione e Guardia di Finanza per intensificare “i controlli sulla misura attiva di sostegno al reddito”». A ricordare il dettaglio è oggi il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo.
 
«Ovviamente, questa volta, apprezziamo il dietrofront della presidente che così facendo ha accolto le raccomandazioni del MoVimento 5 Stelle inerenti – aggiunge – la necessità di intensificare il monitoraggio in virtù del fatto che le poche risorse a disposizione debbano assolutamente andare solo a chi ne abbia effettivamente bisogno. L’augurio – conclude Sergo – è che il controllo non si limiti al solito 3 per cento, ma sia più esteso, noi chiedevamo almeno al 10% delle domande presentate!».

CHIEDIAMO ALLA GIUNTA DI ATTIVARSI PER TRASFORMARE LE CASERME DI LUCINICO, LESTIZZA E PORDENONE IN CENTRI ASSOCIATIVI PER GIOVANI ARTISTI

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Nel 2013, durante il dibattito in Parlamento del Decreto Cultura, era stato approvato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che prevedeva l’utilizzo delle caserme dimesse o delle scuole militari per realizzare centri associativi destinati a giovani artisti italiani e stranieri. Finalmente, dopo quasi 3 anni, il ministero della Difesa ha individuato cinque immobili su tutto il territorio italiano. Bene, tre di queste strutture si trovano proprio in Friuli Venezia Giulia: una a Lucinico, una a Lestizza e una Pordenone.

Dopo l’approvazione di quell’emendamento l’esecutivo nazionale avrebbe dovuto approvare, entro 60 giorni, un decreto legislativo per definire l’utilizzo di questi beni dismessi. Purtroppo, a distanza di tre anni, pare evidente che il governo Renzi voglia insabbiare questa proposta, dimostrando – ancora una volta – scarso interesse nei confronti della cultura.

A questo punto la giunta Serracchiani deve farsi sentire. Una iniziativa di questo tenore avrebbe sicuramente ricadute importanti per quanto concerne la concessione di spazi pubblici a giovani artisti che troppo spesso faticano a trovare luoghi dove esprimersi. Il riutilizzo per fini culturali di questi immobili potrebbe infatti essere sfruttato dalla Regione per sostenere progetti di creazione e produzione di arte contemporanea.

Per questo abbiamo presentato una interrogazione per chiedere all’esecutivo regionale di contattare quanto prima i ministeri dei Beni e delle attività culturali e dell’Economia e l’Agenzia del Demanio per sollecitare in tutte le sedi istituzionali più opportune la piena esecuzione di questo provvedimento.