sabato, 11 Gennaio 2025
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L’ASSESSORE TELESCA SI CONTRADDICE PER CERCARE DI COPRIRE LA PRESIDENTE SERRACCHIANI

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«Se quanto afferma Telesca corrispondesse al vero, non ci sarebbe stato bisogno di un assessore alla Sanità. Sarebbe bastato un semplice segretario per fare una fotografia del numero dei parti degli anni 2013 e 2014 e poi decidere di conseguenza. L’assessore per comunicare la decisione sul punto nascita di Latisana (anche se continua ad affermare che la scelta non sia stata ancora presa) si rifà all’accordo Stato-Regioni del 2010 e in maniera del tutto demagogica sostiene che la scelta definitiva sarà presa per salvaguardare l’incolumità di mamme e bambini. Tutto questo dopo che lei stessa ha dichiarato in Consiglio regionale che presso tutta l’ex ASS 5 Bassa Friulana si sono registrati in questi anni “tassi di mortalità infantile estremamente bassi, inferiori alla media nazionale”. A noi il compito di aggiungere che sono tra i più bassi di tutta Italia!».
«Ricordiamo ai cittadini che, come M5S, abbiamo preso una posizione chiara sulla vicenda del Punto nascita di Latisana solo perché ci siamo resi conto che era in atto una presa in giro da parte della politica regionale nei confronti dell’intera popolazione del FVG. Non veniva applicato, infatti, nella sostanza ciò che la giunta Serracchiani aveva sbandierato nei principi ispiratori della riforma: equità nell’accessibilità ai servizi per tutti i cittadini del Friuli. Questo è quello che accadrà se chiuderà Latisana e rimarranno aperti 3 punti nascita a distanza di poco più di 20 km ovvero Udine, Monfalcone e Palmanova. Alla fine queste scelte di politica sanitaria saranno fatte sulla base della dislocazione geografica dei comuni guidati da sindaci del Partito democratico!».
«Sui punti nascita l’assessore negli ultimi due anni ha più volte trovato il modo di sottolineare che la decisione finale non sarebbe stata fatta basandosi esclusivamente sul numero dei parti! In poche parole esattamente l’opposto di quanto da lei dichiarato nel comunicato stampa inviato nelle ultime ore. Le valutazioni sui flussi dei parti, tante volte sbandierate alla stampa, in riunioni ufficiali, durante le sedute del Consiglio regionale e in quelle dei Comuni (ne conserviamo le prove!), sin dai primi giorni dopo la chiusura di Gorizia e con il punto nascita di Portogruaro ancora aperto, non sono mai state tenute nella giusta considerazione da parte dell’esecutivo regionale. I numeri parlano chiaro: le donne incinte si sono spostate da Gorizia solo su Monfalcone e da Portogruaro solo su Latisana con il risultato che gli unici punti nascita in FVG ad avere aumentato in maniera significativa i parti nel 2015 sono stati Latisana (+10%) e Monfalcone (+15%)».
«A fine maggio anche il Consiglio regionale aveva richiesto, votando una mozione, un periodo di tempo congruo per valutare questi flussi. Flussi che evidentemente sono cambiati. A questo punto chiediamo formalmente che, oltre a pubblicare ufficialmente il numero dei parti di tutti i punti nascita del FVG come viene fatto ogni anno ai primi di gennaio, vengano ufficialmente presi in considerazione i relativi confronti con gli anni precedenti. Noi del MoVimento 5 Stelle nutriamo, infatti, il forte sospetto che questi raffronti non vengano fatti perché dimostrerebbero che la Regione vuole tenere nascosto l’andamento reale. L’obiettivo è di chiudere in fretta il Punto nascita di Latisana dove anche a gennaio 2016 le pazienti continuano a rivolgersi nonostante i continui messaggi di chiusura. Pare infatti che dal 1° gennaio ad oggi siano già quasi 22 i bambini nati a Latisana, e guarda caso in numero superiore a quanto registrato a Palmanova. È ovvio che l’assessore, se dovesse mantenere fede a quanto dichiarato in questi due anni, dovrebbe attivarsi per mantenere aperto il Punto nascita di Latisana».
«”Incredibilmente” e contro ogni aspettativa dello stesso assessore infatti, numerose donne continuano ad andare a partorire a Latisana, continuano ad affollare i corsi di preparazione al parto, nonostante le dichiarazioni diffamatorie del sindaco di Palmanova sulla sicurezza della struttura (fatte ai consiglieri regionali e alla stampa), nonostante la presa di posizione assolutamente pro-Palmanova del direttore generale dell’AAS 2 Pilati con affermazioni (su cui sono in corso verifiche e richieste agli atti) verosimilmente non reali sui costi economici della ristrutturazione del Punto nascita di Palmanova che attualmente non risponderebbe agli standard strutturali delle normative vigenti e nonostante le notizie di chiusura certa comunicate alla popolazione da quasi 2 mesi.Nonostante tutto ciò i parti a Latisana sono stati quasi 450 con un trend assolutamente predittivo di almeno 600 parti nei prossimi 12 mesi. È forse proprio per questo la presidente Serracchiani ha voluto accelerare le sue scelte, ci chiediamo, dopo le dichiarazioni sulla stampa di pochi giorni fa, se abbia già provato a proporre la  convenzione con il Veneto per far partorire a Latisana le mamme di Portogruaro e perché non si possa attuare un integrazione dei professionisti dell’unico presidio ospedaliero di Latisana e Palmanova per ovviare al problema della scarsa numerosità dei parti, al pari di quello che avviene per il presidio ospedaliero unico di Tolmezzo e San Daniele che registra un numero di parti simile ma addirittura con un organico superiore».
«Che la presidente, spalleggiata dall’assessore Telesca, decida pure di chiudere i punto nascita che registrano meno di 500 parti, come dovrebbe avvenire a Latisana, ma se si parla di sicurezza e incolumità di mamme e bambini, è giusto tenere conto i rischi, non evitabili, legati al trasporti dei bambini verso altri ospedali su mezzi senza pediatra a bordo e con il problema dei lavori della terza corsia che stanno per iniziare. Problemi, segnalati anche da tecnici qualificati, connessi alla contemporanea chiusura del reparto di pediatria di Latisana che da sempre ogni anno tratta migliaia di prestazioni pediatriche urgenti».

VERSO UN’AGRICOLTURA ECOSOSTENIBILE: COLTIVARE CANAPA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

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Riprendono gli appuntamenti sul territorio organizzati dal Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Il prossimo incontro, intitolato “Verso un’agricoltura ecosostenibile: coltivare canapa in Friuli Venezia Giulia”, si terrà sabato 9 gennaio 2016 dalle ore 21 a Cussignacco presso la sala Polifunzionale in via Veneto 164.

I relatori della serata saranno Davide Busatto (referente di Assocanapa Veneto), Silvia Benedetti (portavoce M5S alla Camera e segretario della Commissione Agricoltura presso la Camera dei Deputati) e Ilaria Dal Zovo (portavoce M5S in Friuli Venezia Giulia) che parlerà della proposta di legge del MoVimento 5 Stelle “Incentivi per la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione della canapa industriale”.

L’incontro sarà moderato da Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

Qui trovate il video di presentazione della proposta di legge 

LE MINACCE A MEZZO STAMPA DELLA SERRACCHIANI SONO INUTILI

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«Non abbiamo mai affermato che la chiusura del punto nascita di Latisana sarebbe stata prevista nell’accordo sull’Euregio, sottoscritto tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia nel dicembre 2014. Abbiamo detto invece che, secondo le dichiarazioni del vice presidente del Veneto Forcolin, in quella sede, parlando di Sanità, la Serracchiani avrebbe rivelato la scelta di mettere i sigilli alla struttura di Latisana. Dismissioni date per certe pochi giorni fa sul Corriere del Veneto anche dal direttore generale dell’Usl 10 di San Donà Carlo Bramezza. Cogliamo l’occasione per ricordare alla presidente della Regione che le minacce di querela a mezzo stampa, per noi eletti  da decine di migliaia di cittadini del Friuli Venezia Giulia, non hanno nessun effetto intimidatorio». I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo e Andrea Ussai rispondono così all’ennesimo attacco mediatico sferrato da Debora Serracchiani contro i portavoce del MoVimento 5 Stelle.

«Le minacce a mezzo stampa della Serracchiani sono inutili. Abbiamo semplicemente riportato quanto affermato ai quotidiani da alcuni esponenti di rilievo della Regione Veneto. Affermazioni che, ancora, non sono mai state smentite. A questo punto – aggiunge Sergo – attendiamo le smentite o della stessa Serracchiani oppure del vice presidente del Veneto Forcolin e del direttore generale Carlo Bramezza».

«Prima Serracchiani ha cercato di scaricare le sue scelte di politica sanitaria sui tecnici attribuendo la decisione a una presunta “mancanza di condizioni” ottimali per operare e adesso invece vuole dare la responsabilità della chiusura del punto nascita di Latisana al presidente del Veneto – aggiunge Ussai -. La verità è che la “vecchia politica” continua a pensare al proprio tornaconto e non all’interesse generale dei cittadini. Inoltre il Veneto guadagnerà oltre 1 milione di euro, risorse che, secondo i dati del 2014 della Direzione Salute, questa regione rimborsa al Friuli Venezia Giulia per l’attrazione extraregionale. Infine saremo costretti a pagare per le nostre mamme e per i nostri bimbi che dovranno andare a curarsi a Portogruaro.  Ci domandiamo – conclude Ussai – come possa chiudere Latisana e riaprire Portogruaro che, quando ha cessato l’attività, da più di un anno non raggiungeva i 500 parti? Solo a Zaia sono concesse le deroghe? Solo per il Veneto valgono le ragioni legate all’attrattività e al turismo?».

PD E ALTRI PARTITI DEVONO SPINGERE PER CALENDARIZZARE E APPROVARE LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE PER CONTRASTARE AL MEGLIO I FENOMENI SI STAMPO MAFIOSO

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«Per una volta, come gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, ci sentiamo di accogliere la proposta del senatore Russo di “gareggiare insieme per combattere le infiltrazioni mafiose”. La nostra speranza – sincera -, però, è che questo invito alla “gara” venga rivolto anche ai consiglieri regionali, in primis, del Partito democratico, come di tutte le altre forze politiche. Da due mesi infatti noi portavoce M5S in Consiglio regionale abbiamo depositato una proposta di Legge “Norme in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso” che purtroppo non è stata ancora calendarizzata e non si sa neppure se sarà mai discussa». I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale hanno deciso di rispondere così alla lettera inviata dal senatore Russo ai portavoce pentastellati.

«La nostra proposta di legge è composta da 15 articoli – spiegano i portavoce del M5S -. Son previste azioni di prevenzione per diffondere la conoscenza di questi fenomeni tra i giovani e le categorie maggiormente coinvolte dal rischio di infiltrazione, con particolare riferimento alla lotta contro l’usura, l’estorsione, l’ecomafia e la corruzione. Ma le novità più importanti consistono nell’istituzione dell’Osservatorio Regionale Antimafia, nell’obbligo della Regione di costituirsi parte civile nei processi che vedono coinvolti amministratori e dipendenti regionali, nell’istituzione di borse di studio su questi temi, nella sottoscrizione di un Codice etico da parte dei consiglieri regionali ed infine nell’assistenza agli enti locali destinatari dei beni confiscati al crimine organizzato per agevolare il loro proficuo riutilizzo a fini sociali. Infine – aggiungono – da tempo abbiamo già attivato una piattaforma di “segnalazione illeciti” sul nostro sito web, movimento5stellefvg.it, molto utilizzata dai cittadini del Friuli Venezia Giulia».

«Ora ci aspettiamo che i consiglieri regionali del Pd, sollecitati anche dal Senatore Russo, agiscano con decisione affinché la nostra proposta di legge venga calendarizzata e approvata quanto prima. Ecco un modo concreto – concludono – per combattere anche nel Friuli Venezia Giulia, le infiltrazioni mafiose e la malavita organizzata, che, a detta della Direzione Nazionale AntiMafia stanno toccando livelli di oggettivo allarme».

Piano energetico regionale, Sergo (M5S): «Le parti sulla realizzazione degli elettrodotti sembrano scritte più da Terna spa che da una Regione a statuto speciale»

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«Un pasticcio. Non saprei come definirlo altrimenti». È lapidario il commento del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo sul “Piano energetico regionale” appena approvato dalla giunta Serracchiani. «Per quanto riguarda la realizzazione degli elettrodotti, nella versione approvata a giugno 2015, erano state inserite delle proposte interessanti. Adesso hanno tolto anche quelle!».

«Leggendo con attenzione il testo del “Piano energetico regionale” si direbbe infatti che le parti inerenti la realizzazione degli elettrodotti siano state scritte da Terna spa più che dalla Regione Friuli Venezia Giulia – attacca Sergo -. Basti pensare che nell’ultima versione è stata cancellata la norma tecnica d’attuazione con cui si prevedeva che tutti i nuovi elettrodotti dovessero essere realizzati preferibilmente in cavo interrato e che per autorizzarli con i piloni ci voleva un’adeguata motivazione di carattere tecnico, territoriale o ambientale».

«Per dare carta bianca a Terna viene meno anche l’ennesima promessa elettorale della giunta Serracchiani che – a parole – voleva che le nuove opere da realizzare fossero interrate. Lo scenario invece è decisamente peggiorato. Sapete come si sceglieranno le alternative meno impattanti? Semplice, nel Piano è stato sancito che verranno adottati direttamente i criteri sviluppati da Terna spa – afferma Sergo -. Pertanto sarà Terna stessa a decidere quali siano le soluzioni migliori per il nostro territorio, esattamente come avvenne con l’autorizzazione dell’elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest».

«Sembra non sia servita la lezione e la sentenza del Consiglio di Stato di luglio che aveva ritenuto illegittima la compatibilità ambientale di quell’opera e la sua autorizzazione a costruire, in quanto aveva superato un precedente decreto (della Soprintendenza regionale) con cui si chiedeva l’interramento per non interferire con l’ambito paesaggistico ambientale, senza dare una congrua motivazione».

«Inoltre – aggiunge il consigliere regionale M5S – nello stesso documento la Regione, descrivendo i processi in corso, dichiara testualmente: “Oltre al progetto già autorizzato dell’elettrodotto a altissima tensione Redipuglia – Udine Ovest (ultimato al 70%), sono stati autorizzati i seguenti progetti” e segue l’elenco di infrastrutture previste. Considerare l’opera già autorizzata e omettere il fatto che quell’autorizzazione sia illegittima può solo considerarsi una svista o un refuso, anche se, considerati i buoni rapporti con il gestore, non sappiamo dire quanto sia involontaria!».

Infine, si ricorda che per l’individuazione del tracciato del Redipuglia – Udine Ovest, che passa vicino a piccoli centri abitati, ma anche a delicate aree dal punto di vista paesaggistico e ambientale, erano stati tenuti in considerazione i soli criteri localizzativi denominati Esclusione, Repulsione e Attrazione (così funzionava fino al 2008 http://download.terna.it/terna/0000/0111/36.pdf).
Dal 2009 (http://download.terna.it/terna/0000/0111/00.pdf), invece come scritto anche nell’art. 7 bisogna considerare anche quello di “Problematicità” e come Terna stessa ci insegna questo criterio valuta “Aree in cui il passaggio è problematico per un’oggettiva motivazione documentata da parte degli Enti coinvolti e che richiedono pertanto un’ulteriore analisi territoriale”.
Nella precedente autorizzazione si è voluti soprassedere proprio al parere della Soprintendenza regionale che “aveva proposto l’interramento dell’elettrodotto nelle fasce sottoposte a tutela paesaggistica”.

«La partita, insomma, è ancora tutta da giocare. Qualcuno vorrebbe riprenderla dal 70esimo minuto, mentre il Consiglio di Stato ha azzerato il cronometro e fischiato nuovamente l’inizio del match. Dopo aver colto Terna in fuorigioco questa estate, il MoVimento 5 Stelle – conclude Sergo – è pronto a scendere di nuovo in campo in difesa del territorio friulano».

RIMANDI AI TESTI UFFICIALI:

Piano approvato il 22 dicembre 2015 (all. 1 delibera 2564)

http://mtom.regione.fvg.it/storage//2015_2564/Allegato%201%20alla%20Delibera%202564-2015.pdf

Piano approvato il 26 giugno 2015 (all. 1 delibera 1252)

http://mtom.regione.fvg.it/storage//2015_1252/Allegato%201%20alla%20Delibera%201252-2015.pdf

Una delle misure precedentemente inserite che è scomparsa dal testo riguarda l’articolo 7 delle Norme Tecniche di Attuazione laddove era previsto il secondo comma (pag 284 all. 1 DGR 1252) “In considerazione della sostanziale autosufficienza energetica regionale e della estensione delle infrastrutture energetiche lineari già presenti sul territorio regionale, ovvero già autorizzate, tutte le nuove infrastrutture energetiche lineari o loro modifiche sostanziali sono realizzate preferibilmente in cavo interrato. Una diversa progettazione e realizzazione può venire autorizzata solo in presenza di adeguate motivazionidi carattere tecnico, territoriale o ambientale”.
Questo comma scompare dall’art. 7 delle norme tecniche di pag. 320 dell’all. 1 DGR 2564) e pertanto rimane solo il primo comma dell’art. 7 (che non è stato modificato) così recita:

“Per l’individuazione delle alternative meno impattanti in caso di attraversamenti di infrastrutture energetiche sul territorio regionale sono adottati i criteri localizzativi E.R.P.A. (Esclusione, Repulsione, Problematicità, Attrazione) sviluppati da TERNA S.p.A. per le concertazioni con i territori attraversati dalle medesime infrastrutture energetiche”
In realtà la versione di Giugno fu scritta prima della famosa sentenza del Consiglio di Stato, per cui la Giunta era convinta di considerare già autorizzata la linea aerea Udine Ovest – Redipuglia.

Poi la storia è cambiata. E lo ricorda la Regione stessa nel Piano (pag. 221 all. 1 DGR 2564):
“Con sentenza del Consiglio di Stato, sezione VI, n. 3652 del 21 luglio 2015 è stata dichiarata l’illegittimità del provvedimento di compatibilità ambientale n. 411 del 21 luglio 2011 e di conseguenza anche dell’autorizzazione alla costruzione numero 239/EL-146/181/2013 del 12 marzo 2013____ Tale sentenza ha portato alla sospensione dei lavori di realizzazione dell’elettrodotto a 380 kV in doppia terna “S.E. Udine Ovest – S.E. Redipuglia” (ultimato al 70%) con anche il conseguente non smantellamento delle linee elettriche obsolete. La Regione chiede la rapida ripresa del percorso autorizzatorio al fine di riprendere i lavori rimasti in sospeso per rendere più efficiente il sistema elettrico regionale risolvendo le interruzioni di rete che gravano sul sistema industriale regionale”.

RIFORMA DEL SISTEMA PORTUALE: CHIEDIAMO CHE REGIONE, COMUNE E OPERATORI PORTUALI NON VENGANO ESCLUSI DALLE SCELTE CHE RIGUARDANO IL FVG

«Il governo Renzi e la giunta Serracchiani, oltre a riconoscere all’area portuale di Trieste la qualifica di Porto franco internazionale, devono garantire tale status concretamente attraverso una adeguata dotazione di strumenti organizzativi e gestionali». A chiederlo sono i portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale che nei giorni scorsi hanno depositato una mozione incentrata sulla riforma del sistema portuale e sull’attuazione del “Piano strategico nazionale della portualità e della logistica”.

«La legge 84 del 1994 – ricorda Andrea Ussai – ribadisce la particolare disciplina del Porto franco di Trieste, demandando però la sua regolamentazione organizzativa e gestionale a un decreto del Ministero dei trasporti che non è mai stato emanato. L’assenza, pertanto, di una regolamentazione attuativa del Porto franco ha tenuto di fatto lontano da Trieste qualsiasi soggetto intenzionato a investire nello scalo portuale giuliano. Ecco perché il “Piano strategico nazionale” rappresenta un’occasione imperdibile per riaffermare le caratteristiche uniche del porto di Trieste».

«Un “Piano” che però va migliorato, basti pensare – sottolinea il consigliere M5S – che solo pochi giorni fa la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 29, comma 1, del decreto c.d. “Sblocca Italia” nella parte in cui – incredibilmente – non prevede che il “Piano strategico nazionale della portualità e della logistica” sia adottato in sede di Conferenza Stato-Regioni. Con la nostra mozione vogliamo proprio che l’esecutivo regionale faccia pressione sul governo Renzi affinché il “Piano” venga riformulato. Innanzitutto – spiega Ussai – bisogna prevedere la compartecipazione degli enti locali e l’intesa con le Regioni nel procedimento di nomina dei presidenti delle Autorità portuali. In seconda battuta, con riferimento alla governance delle Autorità, – va mantenuto il ruolo strategico del Comitato portuale, al cui interno deve essere garantita, in modo ponderato, la presenza del sindaco delle città portuali, anche di quelle non metropolitane. Il sindaco è infatti l’unico organo di espressione diretta della comunità locale. Solo così – sottolinea il portavoce del M5S – è possibile favorire la partecipazione al tempo stesso degli enti locali, dei soggetti istituzionali e degli operatori portuali».

«Per quanto riguarda, poi, l’individuazione delle nuove Autorità Portuali di Sistema sensibilmente ridotte, riteniamo che le scelte siano state effettuate senza alcun criterio oggettivo. È assurdo pensare a una unica Autorità portuale da Ancona a Trieste! Si tratta di decisioni controproducenti rispetto allo sviluppo della portualità e della logistica, scollegate dai piani e dalla programmazione comunitaria e finalizzate unicamente a porre i porti sotto il controllo del potere centrale. Siamo proprio curiosi di sapere cosa ne pensa la presidente della Regione di questa riforma della governance. La Serracchiani, quando parla della specialità della Regione, mette infatti sempre al primo posto la portualità. Questa riforma, invece, esclude le Regioni e gli enti locali dal governo dei porti, riduce la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori, dei territori e degli operatori marittimi dalle scelte che li tocca direttamente e territorialmente e mette a rischio i posti di lavoro dei dipendenti delle Autorità Portuali».

«Ci auguriamo che la presidente Serracchiani accolga la nostra mozione con la quale chiediamo che, per ogni eventuale proposta di accorpamento fra Autorità Portuali situate in diverse Regioni italiane, debba esserci il vincolo per il governo nazionale di prendere queste decisioni di concerto con le Regioni interessate. In caso contrario è evidente – conclude Ussai con un pizzico di amara ironia – che la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia preferisca gestire la nostra specialità esclusivamente da Roma».

IL PIANO ENERGETICO REGIONALE E’ UN VERO PASTICCIO

«Un pasticcio. Non saprei come definirlo altrimenti». È lapidario il commento del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo sul “Piano energetico regionale” appena approvato dalla giunta Serracchiani. «Per quanto riguarda la realizzazione degli elettrodotti, nella versione approvata a giugno 2015, erano state inserite delle proposte interessanti. Adesso hanno tolto anche quelle!».

«Leggendo con attenzione il testo del “Piano energetico regionale” si direbbe infatti che le parti inerenti la realizzazione degli elettrodotti siano state scritte da Terna spa più che dalla Regione Friuli Venezia Giulia – attacca Sergo -. Basti pensare che nell’ultima versione è stata cancellata la norma tecnica d’attuazione con cui si prevedeva che tutti i nuovi elettrodotti dovessero essere realizzati preferibilmente in cavo interrato e che per autorizzarli con i piloni ci voleva un’adeguata motivazione di carattere tecnico, territoriale o ambientale».

«Per dare carta bianca a Terna viene meno anche l’ennesima promessa elettorale della giunta Serracchiani che – a parole – voleva che le nuove opere da realizzare fossero interrate. Lo scenario invece è decisamente peggiorato. Sapete come si sceglieranno le alternative meno impattanti? Semplice, nel Piano è stato sancito che verranno adottati direttamente i criteri sviluppati da Terna spa – afferma Sergo -. Pertanto sarà Terna stessa a decidere quali siano le soluzioni migliori per il nostro territorio, esattamente come avvenne con l’autorizzazione dell’elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest».

«Sembra non sia servita la lezione e la sentenza del Consiglio di Stato di luglio che aveva ritenuto illegittima la compatibilità ambientale di quell’opera e la sua autorizzazione a costruire, in quanto aveva superato un precedente decreto (della Soprintendenza regionale) con cui si chiedeva l’interramento per non interferire con l’ambito paesaggistico ambientale, senza dare una congrua motivazione».

«Inoltre – aggiunge il consigliere regionale M5S – nello stesso documento la Regione, descrivendo i processi in corso, dichiara testualmente: “Oltre al progetto già autorizzato dell’elettrodotto a altissima tensione Redipuglia – Udine Ovest (ultimato al 70%), sono stati autorizzati i seguenti progetti” e segue l’elenco di infrastrutture previste. Considerare l’opera già autorizzata e omettere il fatto che quell’autorizzazione sia illegittima può solo considerarsi una svista o un refuso, anche se, considerati i buoni rapporti con il gestore, non sappiamo dire quanto sia involontaria!».

«La partita, insomma, è ancora tutta da giocare. Qualcuno vorrebbe riprenderla dal 70esimo minuto, mentre il Consiglio di Stato ha azzerato il cronometro e fischiato nuovamente l’inizio del match. Dopo aver colto Terna in fuorigioco questa estate, il MoVimento 5 Stelle – conclude Sergo – è pronto a scendere di nuovo in campo in difesa del territorio friulano».

RIMANDI AI TESTI UFFICIALI:
Piano approvato il 22 dicembre 2015 (all. 1 delibera 2564)


Piano approvato il 26 giugno 2015 (all. 1 delibera 1252)

Una delle misure precedentemente inserite che è scomparsa dal testo riguarda l’articolo 7 delle Norme Tecniche di Attuazione laddove era previsto il secondo comma (pag 284 all. 1 DGR 1252) “In considerazione della sostanziale autosufficienza energetica regionale e della estensione delle infrastrutture energetiche lineari già presenti sul territorio regionale, ovvero già autorizzate, tutte le nuove infrastrutture energetiche lineari o loro modifiche sostanziali sono realizzate preferibilmente in cavo interrato. Una diversa progettazione e realizzazione può venire autorizzata solo in presenza di adeguate motivazionidi carattere tecnico, territoriale o ambientale”.

Questo comma scompare dall’art. 7 delle norme tecniche di pag. 320 dell’all. 1 DGR 2564) e pertanto rimane solo il primo comma dell’art. 7 (che non è stato modificato) così recita:

“Per l’individuazione delle alternative meno impattanti in caso di attraversamenti di infrastrutture energetiche sul territorio regionale sono adottati i criteri localizzativi E.R.P.A. (Esclusione, Repulsione, Problematicità, Attrazione) sviluppati da TERNA S.p.A. per le concertazioni con i territori attraversati dalle medesime infrastrutture energetiche”

In realtà la versione di Giugno fu scritta prima della famosa sentenza del Consiglio di Stato, per cui la Giunta era convinta di considerare già autorizzata la linea aerea Udine Ovest – Redipuglia.

Poi la storia è cambiata. E lo ricorda la Regione stessa nel Piano (pag. 221 all. 1 DGR 2564):

“Con sentenza del Consiglio di Stato, sezione VI, n. 3652 del 21 luglio 2015 è stata dichiarata l’illegittimità del provvedimento di compatibilità ambientale n. 411 del 21 luglio 2011 e di conseguenza anche dell’autorizzazione alla costruzione numero 239/EL-146/181/2013 del 12 marzo 2013____ Tale sentenza ha portato alla sospensione dei lavori di realizzazione dell’elettrodotto a 380 kV in doppia terna “S.E. Udine Ovest – S.E. Redipuglia” (ultimato al 70%) con anche il conseguente non smantellamento delle linee elettriche obsolete. La Regione chiede la rapida ripresa del percorso autorizzatorio al fine di riprendere i lavori rimasti in sospeso per rendere più efficiente il sistema elettrico regionale risolvendo le interruzioni di rete che gravano sul sistema industriale regionale”.

Infine, si ricorda che per l’individuazione del tracciato del Redipuglia – Udine Ovest, che passa vicino a piccoli centri abitati, ma anche a delicate aree dal punto di vista paesaggistico e ambientale, erano stati tenuti in considerazione i soli criteri localizzativi denominati Esclusione, Repulsione e Attrazione (così funzionava fino al 2008).

Dal 2009, invece come scritto anche nell’art. 7 bisogna considerare anche quello di “Problematicità” e come Terna stessa ci insegna questo criterio valuta “Aree in cui il passaggio è problematico per un’oggettiva motivazione documentata da parte degli Enti coinvolti e che richiedono pertanto un’ulteriore analisi territoriale”.

Nella precedente autorizzazione si è voluti soprassedere proprio al parere della Soprintendenza regionale che “aveva proposto l’interramento dell’elettrodotto nelle fasce sottoposte a tutela paesaggistica”.

Fondo per lo Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese

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Il 22 dicembre 2015 i 5 Portavoce Regionali del MoVimento 5 Stelle FVG Elena Bianchi, Ilaria Dal Zovo, Eleonora Frattolin, Cristian Sergo e Andrea Ussai, hanno restituito in Piazza di Cavana a Trieste per la sesta volta i loro extra stipendi.

I soldi vengono versati con un bonifico bancario sul Fondo per lo Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese. Sino ad oggi sono ben 61 le imprese della nostra regione che hanno potuto beneficiare dei soldi presenti in questo fondo e dei 635.939,16 €uro versati dai portavoce del MoVimento.

Ricordiamo che il fondo consente di accedere a finanziamenti a tassi agevolati (a partire da 0,95%) per una spesa ammissibile coperta sino al 90%.-

Molti cittadini ci hanno chiesto di poter conoscere i nomi di queste aziende. Noi che della trasparenza facciamo uno stile di vita non ci sottraiamo, ma ci teniamo a precisare che i dati sono totalmente pubblici, pubblicati e reperibili in qualsiasi momento sul sito Amministrazione Trasparente della Regione Fvg.-

Di seguito troverete l’elenco delle aziende beneficiarie ma prima vogliamo guidarVi nel percorso per poter trovare da soli tutte le informazioni necessarie su chi ha potuto usufruire del conto. (per risparmiare tempo andate direttamente al punto 4)

1) Questo è il link al sito “Amministrazione Trasparente della Regione FVG”

http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/amministrazione-trasparente/

2) Ora cliccate su ” Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici

http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/amministrazione-trasparente/FOGLIA12/

3) Cliccate su “Atti di Concessione

http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/amministrazione-trasparente/FOGLIA12/FOGLIA2/

4) Cliccate ancora su “Concessione e attribuzione di vantaggi economici da parte della Regione

http://amministrazioneaperta.regione.fvg.it/beneficiari/

5) SELEZIONATE su “ENTE/STRUTTURA” il Fondo per lo Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese e Servizi L.R. 2/2012 ART. 2, C. 1 B)

6) Inserite un intervallo di date valido per la ricerca  (dal 1/1/2015 alla data odierna andrà benissimo)

7) Cliccate su Cerca. Avrete così la possibilità di accedere all’elenco di tutte le aziende beneficiarie del Fondo.

Come anticipato per facilitarvi la vita e soddisfare la vostra curiosità vi abbiamo copiato l’elenco aggiornato al 28 dicembre 2015 delle PMI che hanno avuto accesso al Fondo:

1)      DIEFFE SNC DI DANZI ERIKA E FORLANI CRISTIANA

Importo € 75.200,00

Progetto: ACQUISTO LOCALI UNITA’ COMMERCIALE – CERVIGNANO DEL FRIULI (UD)

 

2)      STEFANIN SRL

Importo € 78.200,00

Progetto: ACQUISTO IMMOBILE DA DESTINARE A MAGAZZINO – TRIESTE (TS)

 

3)      IDEE IN TESTA DI FORNI ANITA & BIER MICHELA SNC

Importo € 74.400,00

Progetto: ACQUISTO UNITA’ IMMOBILIARE ARTIGIANALE- UDINE

 

4)      ISTITUTO DI BELLEZZA GIANNA & KETTY DI MOSOLO GIANNA E AZZOLINI KETTY SNC

Importo € 12.400,00

Progetto: AMMODERNAMENTO SEDE OPERATIVA ACQUISTO ARREDI ATTREZZATURE- UDINE

 

5)      GARZITTO SRL

Importo € 423.000,00

Progetto: ACQUISTO IMMOBILE TRAMITE RISCATTO ANTICIPATO – PAVIA DI UDINE (UD)

 

6)      MARBOOKS S.R.L. SOCIETA’ UNIPERSONALE

Importo € 119.000,00

Progetto: ACQUISTO IMMOBILE AD USO COMMERCIALE ED OPERE EDILI DI ADEGUAMENTO – CERVIGNANO DEL FRIULI (UD)

 

7)      ESTETICA E MASSAGGI STUDIO IEDA DI GIAIOTTO IEDA D.I.

Importo € 107.000,00

progetto ACQUISTO LOCALI COMMERCIALI – UDINE

 

8)      SILLANI MARCO D.I.

Importo € 285.000,00

progetto ACQUISTO UNITA’ COMMERCIALE – MUGGIA (TS)

 

9)      DANA SPORT DI GEOTTI LOREDANA & C. SNC

Importo € 500.000,00

progetto AMPLIAMENTO IMMOBILE E MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLO STESSO – AIELLO DEL FRIULI (UD)

 

10)   MINEN IGOR D.I.

Importo € 36.000,00

progetto ACQUISTO LABORATORIO ARTIGIANALE – REMANZACCO (UD)

 

11)   DPM TECNO INOX DI DEL PICCOLO MASSIMILIANO D.I.

Importo € 108.000,00

progetto ACQUISTO PORZIONE DI CAPANNONE – LIGNANO SABBIADORO (UD)

 

12)   FARMACIA SANTA MARIA DEI DOTTORI ITALO E ALESSIA DELBIANCO & C. SNC

Importo € 246.000,00

progetto ACQUISTO IMMOBILE ED AMMODERNAMENTO – VILLA VICENTINA (UD)

 

13)   COMPOTEK SRL

Importo € 450.000,00

progetto ACQUISTO IMMOBILE – UDINE

 

14)   SEDIARREDA SRL

Importo € 460.000,00

progetto ACQUISTO IMMOBILE ADIBITO AD UFFICIO – MANZANO (UD)

 

15)   GIACOMELLO SPA – FERRO TUBI LAMIERE

Importo € 500.000,00

progetto RICAPITALIZZAZIONE – BUTTRIO (UD)

 

16)   BENEDETTO DI BENEDETTO RENATO & C. S.N.C.

Importo € 45.360,00

progetto ACQUISTO AUTO FUNEBRE – ARTEGNA (UD)

 

17)   PALMA CESARE D.I.

Importo € 284.000,00

progetto ACQUISTO FABBRICATO DA DESTINARE USO FARMACIA – TALMASSONS (UD)

 

18)   CASA EDITRICE TABACCO DI TABACCO GIUSEPPE D.I.

Importo € 40.800,00

progetto ACQUISTO SOFTWARE – TAVAGNACCO (UD)

 

19)   AL TARCENTINO DI MEMOLLA ARTI D.I.

Importo € 1.500.000,00

progetto AMPLIAMENTO IMMOBILE RISTRUTTURAZIONE ARREDI – TARCENTO (UD)

 

20)   DEBUG SAS DI RIVA MARCO & C.

Importo € 146.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE DA ADIBIRE A PUNTO VENDITA – TOLMEZZO (UD)

 

21)   PIAZZA UBALDO & C. SNC

Importo € 197.000,00

progetto ACQUISTO SEDE OPERATIVA – TOLMEZZO (UD)

 

22)   DE PICCOLI GIOVANNI D.I.

Importo € 90.000,00

progetto ACQUISTO IMMOBILE DA ADIBIRE A SEDE – SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN)

 

23)   G P AUTO DI GOBBATO PAOLO D.I.

Importo € 296.000,00

progetto ACQUISTO TRAMITE RISCATTO LEASING IMMOBILE ADIBITO AD ESPOSIZIONE E VENDITA – CHIONS (PN)

 

24)   STUDIO SVOLGIMENTO DATI DI CODUTTI ANDREA & C. SAS

Importo € 424.000,00

progetto ACQUISTO TRAMITE RISCATTO LEASING IMMOBILE OVE SVOLGE ATTIVITA’ – PALMANOVA

 

25)   FA.NY. SRL

Importo € 50.000,00

progetto ACQUISTO IMMOBILE DA ADIBIRE A PUNTO VENDITA – GORIZIA

 

26)   MIANI PAOLO

Importo € 68.000,00

progetto RISTRUTTURAZIONE IMMOBILE ADIBITO A SEDE SOCIALE – CIVIDALE DEL FRIULI (UD)

 

27)   INNOVA DI MUSSIG RENATO

Importo € 75.150,00

progetto ACQUISTO CAPANNONE DA ADIBIRE A SEDE SOCIALE – REMANZACCO (UD)

 

28)   ABL TRASPORTI DI BALDINI ALESSIO LUIGI

Importo € 67.500,00

progetto ACQUISTO CAPANNONE DA ADIBIRE A SEDE SOCIALE – PRADAMANO (UD)

 

29)   SA.LU. SRL

Importo € 45.440,00

progetto ACQUISTO IMMOBILE DA RISTRUTTURARE – MONFALCONE (GO)

 

30)   TUNE MUSIC LAB DI ANTONINI BARBARA

Importo € 115.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE RISTRUTTURAZIONE DA ADIBIRE A LABORATORIO – PORDENONE

 

31)   CREAZIONI LA FRATTA DI ANDRIOLO LUIGI D.I.

Importo € 98.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE ARTIGIANALE – SAN DANIELE DEL FRIULI (UD)

 

32)   CORTOLEZZIS UMBERTO

Importo € 63.000,00

Progetto ACQUISTO MACCHINARI – TREPPO CARNICO (UD)

 

33)   BASSO VITALIANO & C, SNC

Importo € 240.000,00

Progetto ACQUISTO ED INSTALLAZIONE MACCHINARIO RISTRUTTURAZIONE – SACILE (PN)

 

34)   OK INIZIATIVE SRL

Importo € 438.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE RISTRUTTURAZIONE ED ARREDI – REMANZACCO (UD)

 

35)   HOTEL ALEX DI GIRALDI ALEX E C. SNC

Importo € 200.000,00

Progetto RISTRUTTURARIONE IMMOBILE OVE SVOLGE ATTIVITA’ – LIGNANO SABBIADORO (UD)

 

36)   L’IGEA SAS DELLA DOTT.SSA MACRÌ LAURA & C.

Importo € 142.400,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE COMMERCIALE – SPILIMBERGO (PN)

 

37)   FURFARO MICHELE

Importo € 61.900,00

Progetto ACQUISTO LOCALI – AIELLO DEL FRIULI (UD)

 

38)   ZUCCHIATTI BRUNO ELETTROMECCANICA S.R.L.

Importo € 364.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE INDUSTRIALE OPERE DI RISTRUTTURAZIONE IMPIANTO ELETTRICO INSTALLAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO – BUDOIA (PN)

 

39)   SALONE LUISA EQUIPE S.N.C. DI PASCOLO FRANCESCA & C.

Importo € 19.880,00

Progetto LAVORI ADEGUAMENTO SU IMMOBILE – Cividale del Friuli (UD)

 

40)   MOREALE MASSIMO

Importo € 55.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE E ADEGUAMENTO IMPIANTI ACQUISTO MACCHINARI – UDINE

 

41)   OSTERIA AL PONTE SRL

Importo € 350.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE DA DESTINARE ATTIVITA’ RISTORAZIONE REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI STRAORDINARIA MANUTENZIONE ACQUISTO ARREDI – UDINE

 

42)   NARDI S.N.C. DI ERCOLE NARDONE & GIOACCHINO DI LENARDO

Importo € 130.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE ATTREZZATURE IMPIANTI ED ARREDI – PAVIA DI UDINE (UD)

 

43)   GUARRERA S.R.L

Importo € 540.000,00

Progetto ACQUISTO CAPANNONE ARTIGIANALE – TRIESTE

 

44)   PUBLICAD DI ERMANNO BASSO E AMERIGO DORBOLÒ S.N.C.

Importo € 225.000,00

Progetto ACQUISTO UNITA’ IMMOBILIARE ESECUZONE MIGLIORIE ACQUISTO ATTREZZATURE – UDINE

 

45)   VIVIANI ALESSIO & C. S.N.C.

Importo € 90.000,00

Progetto OPERE EDILI ED IMPIANTISTICHE SU UNITà IMMOBILIARE – TRIESTE

 

46)   PLASTIC 2 SNC

Importo € 75.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE AD USO NEGOZIO – UDINE

 

47)   EUREKA 2000 S.R.L.

Importo € 400.000,00

Progetto INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA E DI ADEGUAMENTO IMMOBILE IN AFFITTO – CIVIDALE DEL FRIULI (UD)

 

48)   FARMACIA PANCINO

Importo € 580.000,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE- PAVIA DI UDINE

 

49)   TERMOIDRAULICA MAINARDIS DI MAINARDIS VALTER & C. S.N.C

Importo € 49.500,00

Progetto ACQUISTO FURGONI A METANO E SISTEMA RIFORNIMENTO COMPLETO DIINSTALLAZIONE – TOLMEZZO (UD)

 

50)   LA SERRATURA SRL UNIPERSONALE

Importo € 225.000,00

Progetto ACQUISTO DI DUE UNITA’ IMMOBILIARI DA ADIBIRE A SEDE AZIENDALE E DEPOSITO – UDINE

 

51)   ELLETI SAS DI G. LAZZARO & C.

Importo € 175.500,00

Progetto ACQUISTO MACCHINARIO PER STAMPA USATO E REVISIONATO – REMANZACCO (UD)

 

52)   GIOMART SRL

Importo € 207.750,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE MEDIANTE RISCATTO ANTICIPATO LEASING IN UNITA’ LOCALE ADIBITA A NEGOZIO CON ADEGUAMENTO IMPIANTI – PORDENONE

 

53)   SCARBOLO ZUCCHERI SRL

Importo  84.000,00

Progetto ACQUISTO MACCHINA IMBUSTATRICE AUTOMATICA – REMANZACCO (UD)

 

54)   EGIZIA ESTETICA E BENESSERE UOMO-DONNA IMPRESA INDIVIDUALE

Importo € 26.000,00

Progetto ACQUISTO ATTREZZATURA DESTINATA ALL’EPILAZIONE DEL CORPO – POZZUOLO DEL FRIULI (UD)

 

55)   NARCISO PENSO S.A.S, DI LORENZO E ANTONELLO STOPPAR & C.

Importo € 140.000,00

Progetto Acquisto macchine attrezzature ed arredi per avviare nuova unità locale da destinare a bar gelateria cioccolateria. lOCALIZZAZIONE INVESTIMENTO: TRIESTE

 

56)   BARCELLO PAOLO

Importo € 81.000,00

Progetto acquisto magazzino per deposito merci, materiali beni strumentali dell’attività LOCALIZZAZIONE INVESTIMENTO: TAVAGNACCO

 

57)   CARROZZERIA F.LLI SCARPOLINI DI ALESSANDRO SCARPOLINI & C. SNC

Importo € 525.600,00

Progetto ACQUISTO IMMOBILE ARTIGIANALE DA ADIBIRE A NUOVA SEDE CON RELATIVA RISTRUTTURAIZONE ED ACQUISTO ATTREZZATURA. LOCALIZZAZIONE INVESTIMENTO TALMASSONS

 

58)   EVERGREEN LIFE PRODUCTS SRL

Importo € 306.000,00

Progetto Acquisto fabbricato e realizzazione di opere edili di manutenzione del fabbricato da destinare a sede aziendale. LOCALIZZAZIONE INVESTIMENTO: SAN GIOVANNI AL NATISONE

 

59)   PETALI DI ROSA DI CICUTTINI FABIANA

Importo € 71.000,00

Progetto Acquisto IMMOBILE COMMERCIALE OVE TRASFERIRE ATTIVITA’ AZIENDALE. LOCALIZZAZIONE INVESTIMENTO: GRADISCA D’ISONZO

 

60)   VIEMME S.A.S DI MATTIELIG ANDREA & C.

Importo € 80.000,00

Progetto ACQUISTO CAPANNONE OVE VIENE ESERCITATA L’ATTIVITA’ – UDINE

 

61)   DUEBIMET SRL

importo € 40.000,00

Progetto: INTERVENTO SU UNITA’ IMMOBILIARE CONDOTTA IN AFFITTO , ACQUISTO DI AUTOMEZZO, IMPIANTI SPECIFICI ATTREZZATURE MACCHINE – OSOPPO (UD)

IL M5S DENUNCIA LE FALSITA’ DEL SINDACO DI PALMANOVA

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«Falsità, dati sbagliati per disorientare le famiglie e un’arroganza inaccettabile. Il sindaco di Palmanova Martines sul caso della chiusura del Punto nascita di Latisana sta dando il peggio di sé. È vero che ha vinto la sua battaglia, ma in questa triste storia a perdere sono tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia». È molto duro il giudizio del portavoce del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che da due anni continua a smascherare l’opera di manipolazione messa in atto dal sindaco di Palmanova.

«Siamo veramente stufi dell’ipocrisia e delle falsità della vecchia politica di cui Martines è degnissimo rappresentate – afferma Ussai -. Alcuni giorni fa, assieme al collega Sergo, abbiamo assistito ai lavori del Consiglio comunale di Palmanova. Abbiamo anche preso la parola perché siamo fermamente convinti che i cittadini di questa regione abbiano il diritto di essere informati in modo corretto. E per ottenere questo risultato, per fare chiarezza su una materia complessa come quella dei punti nascita di Palmanova e Latisana, è fondamentale poter ascoltare voci differenti».

«Alle dichiarazioni di Martines, uscite sulla stampa il 4 agosto, con le quali ci consigliava di “affacciarci alla Bassa e di studiare meglio i numeri”, non abbiamo voluto replicare sui giornali – ricorda il portavoce M5S -. Lo abbiamo fatto invece in Commissione con le carte della Direzione centrale della Salute della Regione. I numeri ufficiali hanno smentito clamorosamente i “dati oggettivi” sbandierati dal sindaco di Palmanova. È tutto agli atti della Commissione, anche le memorie del sindaco Martines – aggiunge Ussai -, memorie che contengono parecchie imprecisioni e falsità smentite puntualmente persino dagli stessi consiglieri regionali di maggioranza».

«È del tutto falso che l’attrazione extraregionale di Latisana vada quantificata in 300 mila euro come Martines continua a ribadire in ogni occasione (l’ho ha fatto anche l’altra sera in Consiglio comunale). Per quanto riguarda i ricoveri di Pediatria e Ostetricia Ginecologia gli stessi dati della Direzione centrale della Salute della Regione, infatti, parlano, per il 2014, di quasi 1 milione di euro (per la precisione 968.552,84) mentre Palmanova nello stesso periodo è riuscita a incassare appena 48 mila euro (per l’esattezza 47.810,79). Dello stesso tenore i numeri che riguardano l’attrazione extraregionale per quanto concerne le attività dei due poliambulatori: Latisana sfiora i 128 mila euro (127.994,30), mentre Palmanova supera di poco gli 8 mila euro (8.127,00)».

«Anche le affermazioni del sindaco sul presunto calo delle nascite a Monfalcone sono lontanissime dalla verità. Il Punto nascita di Monfalcone, per quanto concerne le nascite, segna un +20% rispetto l’anno precedente. In realtà è il Punto nascita del Friuli Venezia Giulia cresciuto maggiormente nel Friuli Venezia Giulia. il 2015 È evidente – sottolinea il consigliere regionale M5S – che le mamme del Goriziano sono andate a partorire principalmente a Monfalcone e non a Palmanova».

«Pure nelle previsioni Martines è un disastro assoluto. Il Punto nascita di Portogruaro doveva aprire il primo di ottobre ed è ancora desolatamente chiuso! Quello di Latisana si sarebbe dovuto fermare a 399 parti e invece – che sfortuna per il primo cittadino! – sono già attorno a 440 i bambini nati nel 2015, nonostante le mamme abbiano ricevuto il “consiglio” da quasi un mese di andare a partorire altrove e la struttura di Latisana sia stata bersagliata da una campagna mediatica totalmente negativa».

« Sulla sicurezza, poi, del Punto nascita di Latisana Martines ha fornito dati assolutamente errati e smentiti dalla stessa AAS2, con dichiarazioni giudicate lesive dell’Ospedale e dell’immagine dei professionisti che vi lavorano e per tali motivi potrebbe anche risponderà a chi di dovere nelle sedi competenti. La nostra speranza – conclude Ussai – è che questo modo di fare politica cessi il prima possibile».

BOCCIATA PROPOSTA M5S DI ESENZIONE TICKET PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

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«Ci sono tanti modi per essere vicini alle donne che hanno subito violenza. Un gesto concreto poteva essere quello di garantire, da parte della Regione, l’esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie correlate alla necessità di accertamento e cura in conseguenza alla violenza subita. Eppure, inspiegabilmente, la giunta Serracchiani e la maggioranza dei consiglieri regionali durante la discussione della legge di stabilità hanno bocciato questa nostra proposta». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, non nasconde il proprio dispiacere per il mancato accoglimento, da parte dell’esecutivo regionale, di un ordine del giorno che va inquadrato nel contrasto alla violenza di genere.

«Nella nostra società le azioni di contrasto alla violenza devono essere prioritarie e il sostegno alle vittime non può essere solo formale e di facciata – sottolinea Dal Zovo -. È molto triste che una giunta di centrosinistra, guidata dal vicesegretario nazionale del Partito democratico, non abbia voluto fare propria la nostra proposta, già accolte – è bene sottolinearlo – da altre giunte dello stesso orientamento politico. Il riferimento va, per esempio, alla Campania e al Piemonte. I colleghi e le colleghe del Consiglio regionale hanno poi fatto il resto esprimendo un voto contrario. Purtroppo i fatti – conclude la portavoce del M5S – dimostrano che nel Friuli Venezia Giulia, su un tema così grave e tristemente d’attualità, ci sia ancora tanto da fare».

STALLO DELLA REGIONE SULLA GESTIONE VENATORIA DEI CINGHIALI

«Per approfondire il tema della proliferazione dei cinghiali nel Friuli Venezia Giulia, ben sette mesi fa avevamo chiesto di audire in Commissione l’assessore Panontin, i responsabili dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e gli assessori competenti delle province di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone. Oggi – finalmente – è arrivato il “gran giorno”. Purtroppo abbiamo fatto una scoperta sconfortante. L’Ispra, un organismo scientifico stimato a livello internazionale, che riveste un ruolo di primaria importanza nel campo della conservazione e gestione della fauna selvatica, sa poco o nulla della situazione dei cinghiali nella nostra regione». Il commento è della portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo che questa mattina ha seguito i lavori della Commissione insieme al collega Cristian Sergo.

«Come si legge nel suo statuto l’Ispra studia lo stato, l’evoluzione e i rapporti della fauna selvatica con le altre componenti ambientali. Per questo – spiega Dal Zovo – l’istituto svolge un’intensa attività di ricerca, assolvendo i compiti previsti dalla legge sulla caccia. Questo deficit di informazioni è invece il sintomo di una mancanza di comunicazione che coinvolge i diversi livelli istituzionali e che vede come principali responsabili, non certo i vertici dell’Ispra, ma le varie giunte regionali che si sono susseguite alla guida del Friuli Venezia Giulia».

«Questo atteggiamento, portato avanti negli anni dalle amministrazioni regionali, deriva dal fatto che una regione come la nostra presa negli anni 70 ad esempio per la gestione della caccia, oggi risulta essere una tra le peggiori in Italia. Nel tempo si è voluto infatti dare seguito alle richieste pressanti di una parte del mondo venatorio e usare troppo l’autonomia in materia, sforando il più delle volte criteri e limiti posti dalle norme nazionali e comunitarie – ricorda la portavoce del M5S -. La regione non ha voluto dotarsi di strumenti di programmazione e di controllo, portandoci alla situazione attuale: personale delle Province ridotto all’osso e un potere decisionale del mondo venatorio decisamente insolito rispetto alle altre regioni italiane».

«Le Province, per parte loro, hanno cercato di fare quello che potevano ma ognuna in modo diverso dall’altra e con poche risorse a disposizione. Un “modus operandi” che dimostra la totale assenza di indirizzo politico che la Regione invece avrebbe dovuto esercitare».

«Oggi si è parlato di cacciatori formati, di centri per lo smercio della carne abbattuta… tutte cose contenute all’interno di due mozioni depositate dal MoVimento 5 Stelle che giacciono nei cassetti del Consiglio regionale. D’altronde quello della caccia è un tema scottante. Meglio non parlarne per non crearsi inimicizie, decisamente sconvenienti da un punto di vista politico. Ma è proprio questa mancanza di coraggio – afferma Dal Zovo – che ci ha condotto fino a questo punto. Ha ragione l’Ispra quando sostiene che le leggi ci sono già. Basterebbe avere la volontà e il coraggio di battere i pugni sul tavolo e di smarcarsi da una situazione di assoluta assenza di gestione, tracciando una strategia comune assieme a tutti gli attori coinvolti. Su questo punto – conclude la consigliera del M5S – invece non abbiamo sentito nessuna novità. Speriamo che l’assessore Panontin comprenda che la nostra è una richiesta di aiuto per il mondo venatorio, per gli agricoltori, per gli ambientalisti e per gli stessi animali».

RESTITUTION DAY 6: 635 MILA EURO ALLE PMI

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Oltre 635 mila euro, per la precisione 635.605,20 euro. Ecco l’importo esatto che i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle hanno restituito, complessivamente, ai cittadini e alle imprese del Friuli Venezia Giulia dal giorno in cui sono stati eletti nell’aprile 2013. Parliamo di una quota rilevante, che si aggira attorno al 65%, delle indennità ricevute mese per mese, versata nel “Fondo per lo sviluppo” della Regione Fvg.

Negli ultimi giorni Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai hanno bonificato, infatti, altri 130.930,25 euro. Sono risorse risparmiate dagli stipendi dei portavoce regionali del M5S nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre 2015, destinate a sostenere le piccole e medie imprese del Friuli Venezia Giulia.

Il sesto assegno (simbolico) sarà consegnato ai cittadini domani, martedì 22 dicembre, alle ore 17, in piazza Cavana a Trieste. Sarà l’occasione per confrontarsi con i cittadini sulle decisioni prese dalla Regione durante l’ultima Legge di Stabilità e sulle attività del gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale. «Oltre che delle nostre battaglie – spiegano i consiglieri regionali – domani parleremo delle 66 imprese che nel 2015, anche grazie alle nostre restituzioni, hanno potuto accedere al “Fondo per lo sviluppo”, realizzando in questo modo progetti importanti per l’intera collettività».

DENUNCIA DEL M5S: CON UN BLITZ CENTROSINISTRA E CENTRODESTRA HANNO CANCELLATO LA MORATORIA CHE IMPEDIVA L’INSTALLAZIONE DI CENTRALINE ELETTRICHE

«Oggi in Consiglio regionale è accaduto un fatto grave. Con un emendamento alla legge collegata, è stata tolta la moratoria che bloccava le derivazioni d’acqua, tra cui le centraline idroelettriche, prevista della legge regionale 11 del 2015 sulla difesa del suolo e l’utilizzazione delle acque in zone sensibili della nostra Regione. In poche parole la maggioranza di centrosinistra, spalleggiata da tutte le altre forze politiche, ha voluto eliminare il passaggio più rilevante di questa norma».

«Il comma 3 dell’art. 43, citava infatti “Nelle more dell’entrata in vigore del Piano regionale di tutela delle acque, sui corsi d’acqua che sottendono un bacino idrografico di estensione inferiore a 10 chilometri quadrati, o ricadenti, anche parzialmente, in aree definite SIC o in aree naturali protette, sono consentite unicamente le concessioni di derivazione d’acqua a uso di rifugi, di malghe e di abitazioni isolate non servite dalle reti pubbliche di approvvigionamento idropotabile ed elettrico”. Una previsione che serviva a tutelare alcune parti dei bacini idrografici della regione dalla installazione di centraline idroelettriche almeno fino all’approvazione del Piano Regionale Tutela Acque. Un Piano del quale, dopo le numerose osservazioni depositate entro lo scorso 4 agosto, non si sa più nulla! Visti gli ultimi risvolti non possiamo che ipotizzare quindi lo slittamento in avanti della definizione del Piano Regionale Tutela Acque. Approvazione che sicuramente non arriverà nei prossimi mesi».

«Bene, nonostante la nostra immediata segnalazione in Consiglio regionale e la lettera di Legambiente, con la quale l’associazione ambientalista ha chiesto di non eliminare la moratoria, tutta l’Aula – tranne i cinque portavoce del MoVimento 5 Stelle – ha votato a favore dell’emendamento proposto dalla maggioranza. Sel, che ha addirittura nel nome la parola “Ecologia”, è riuscita a fare di peggio. Dopo aver sottoscritto l’emendamento e dato parere favorevole, non ha votato! Riteniamo questo comportamento vergognoso nei confronti dell’ambiente e ricordiamo a tutti che l’eliminazione di questa previsione contrasta sia le direttive europee sia il Piano di gestione delle acque del Magistrato delle acque».

«Purtroppo è stato fatto un grosso passo indietro nell’azione di tutela dei piccoli bacini idrografici regionali. Ma ormai abbiamo capito tutti che della tutela dell’ambiente, a questa maggioranza, interessa ben poco. Come sempre si è preferito salvaguardare gli interessi di pochi a discapito di molti».

Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo
portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale

SCIOPERO DEI MEDICI: E’ GRAVE CHE ANCHE IN FRIULI VENEZIA GIULIA IN MOLTI REPARTI NON VENGA SOSTITUITO CHI VA IN PENSIONE, SI AMMALA O E’ IN MATERNITA’

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Oltre duecentomila medici oggi, mercoledì 16 dicembre, sono in sciopero in tutta Italia. «Si tratta di una manifestazione di protesta, come hanno dichiarato gli stessi promotori, in difesa del Servizio Sanitario Nazionale e contro i tagli delle prestazioni erogate ai cittadini. D’altronde – sostiene il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai – gli effetti negativi delle scelte fatte negli ultimi anni sia a livello nazionale che a livello regionale sono sotto gli occhi di tutti».

«Prendiamo, per esempio, il caso da noi sollevato riguardante la sicurezza nel reparto di Medicina d’Urgenza dell’ospedale di Cattinara. Davanti a una evidente carenza di personale – racconta Ussai -, l’assessore Telesca aveva promesso la sostituzione di un medico destinato alla pensione, arrivando a dichiarare che, visto che questo dipendente era già assente per terminare le ferie, la sostituzione sarebbe stata addirittura anticipata! Come è andata a finire nel mondo reale? L’unica cosa che è stato aumentato – a parte il numero di infermieri – è il numero dei posti letto, passato da 25 a 32, mentre il reparto continua ad operare con un numero di medici sottodimensionato. Pertanto – spiega il portavoce del M5S – è accresciuta la mole di lavoro dei medici ancora in servizio nel reparto di Medicina d’Urgenza, perché chi è andato in quiescenza o trasferito non è stato sostituito, con le immaginabili conseguenze sul servizio erogato all’utenza».

«Gli esempi di situazioni inaccettabili a Cattinara e all’Ospedale Maggiore di Trieste, così come in altri nosocomi del Friuli Venezia Giulia, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Solo nelle ultime ore – precisa il portavoce del M5S – abbiamo ricevuto altre segnalazioni di questo tipo riguardanti oltre alla Medicina d’Urgenza anche la Seconda Medica e altri reparti del dipartimento di medicina. In tutti questi reparti siamo in presenza di medici che vanno in pensione, si ammalano o sono in maternità e che non vengono sostituiti. E quando arriva qualche rinforzo si tratta sempre di un medico precario a tempo determinato».

«Lo scorso 25 novembre inoltre – spiega Ussai – è diventata attuativa la legge n° 161 del 2014, che all’art 14 ci riallinea alla normativa europea in materia di orari di lavoro e durata dei riposi per i medici e il personale sanitario, rendendo ancora più evidente le carenze di organico dei diversi reparti regionali. In questo modo è difficile coprire i turni del personale ed è praticamente impossibile garantire un minimo di qualità assistenziale ai pazienti. Servono nuovi concorsi perché ormai il rischio sempre più serio – conclude il consigliere pentastellato – è che, a causa di queste condizioni lavorative, ad ammalarsi siano gli stessi medici».

LEGGE DI STABILITA’ – DISCORSO DI ILARIA DAL ZOVO

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Grazie Presidente, colleghi, assessori. Ci troviamo qui, ad affrontare questa nuova legge di stabilità e la sua collegata.

Mi concentrerò sui temi di mia competenza.

Innanzitutto c’è da dire che la scelta di accorpare infrastrutture, ambiente, territorio, edilizia, mobilità e trasporti, non è delle più felici. Molto spesso infatti, per realizzare infrastrutture, a farne le spese è proprio l’ambiente e l’ecosistema in generale.
Sarebbe stato opportuno mettere piuttosto assieme all’ambiente e territorio, la caccia e la pesca. Molte volte, queste attività vengono fatte all’interno di zone sotto tutela, quindi il nesso tra le due cose è spesso molto forte.

Proprio nel rispetto del nuovo accordo sul clima, che a detta di molti non sarà sufficiente a salvarci, riteniamo che la rotta debba assolutamente essere invertita.

La prima cosa che balza all’occhio è il raddoppio delle risorse stanziate nel servizio infrastrutture. Da 22 milioni stanziati nel 2015, si passa ad uno stanziamento di 44,5 milioni per il 2016, sintomo di quello che ormai abbiamo capito tutti, che questa giunta punta molto sulla cementificazione e impermeabilizzazione del suolo.

Basti vedere il 22 milioni stanziati in progetti e opere di viabilità di interesse regionale, dove come si legge nella relazione politico programmatica, ricadono progetti come la variante di Dignano, opera per la quale questa giunta ha cambiato idea e continua imperterrita sulla propria strada, senza rispondere a interrogazioni o richieste specifiche di cittadini ed associazioni, che non avendo mai avuto una possibilità di esprimere le loro posizioni, perché l’opera non è stata sottoposta a valutazione di impatto ambientale, si ritrovano a dover agire in altre sedi.

Questo non è un bel biglietto da visita, il confronto e la partecipazione di chi vive i territori, dovrebbero sempre essere tenuti in considerazione, quando si vuole imporre un’opera del genere. Ma non solo.

All’interno dei capitoli, c’è anche la Palma – Nova – Manzano. Altra opera che non non verrà realizzata secondo il suo progetto originale, ma con tre interventi distinti che peseranno, nelle tasche dei cittadini della Regione.

Vedremo se, come detto l’anno scorso, la giunta promuoverà la modalità su treno per i camion (togliendoli finalmente dalle strade), ma girando tra le tabelle e le varie norme… non troviamo incentivi per le imprese che vogliano andare in questa direzione.

Fondo per la sicurezza stradale. Detta così sembrerebbe una buona cosa. Sicurezza stradale intesa come miglioramento delle condizioni non solo degli automobilisti, ma anche di pedoni o ciclisti. Da quanto abbiamo capito, però i 2 milioni previsti, non verranno utilizzati per zone 30 o pedibus, ma molto probabilmente per la realizzazione di 2 rotonde.

Ci siamo dovuti stendere in piazza a Trieste, per vedere 1,6 milioni di € stanziati, speriamo, per zone 30 e pedibus. Dico speriamo, perchè il capitolo di stanziamento e lo stesso e quindi ci auguriamo che vadano veramente a favorire queste iniziative e non un’ennesima rotonda.

Una riflessione deve essere fatta anche sullo scalo aeroportuale.
Dopo due anni di calo, nel 2014 il traffico aereo da e verso gli scali nazionali ha segnato una significativa ripresa rispetto all’anno precedente.

Gli aeroporti che registrano i maggiori aumenti di passeggeri rispetto all’anno precedente sono Catania (+14,4%, +916mila passeggeri), Firenze (+13,6%, +268mila) e Lamezia Terme (+10,5%, +229mila); quelli con i maggiori cali sono Trapani (-14,9%, -280mila), Rimini (-15,7%, -87mila) e Cuneo (-18,7%, -53mila) e Trieste (-13,2%).

L’aeroporto di Venezia è in pieno sviluppo, sul sito è possibile visionare il masterplan che contempla tutta una serie di interventi per migliorare lo scalo e attrarre nuovi passeggeri.

Dopo una gestione pessima, durata anni, del nostro scalo aeroportuale e un tracollo, dovuto probabilmente alla poca capacità da parte di chi l’ha gestito, ci auguriamo che la nuova dirigenza abbia il coraggio di terminare il lavoro iniziato lo scorso anno, eliminando le figure che ancora ostano ad una pieno e costruttivo rilancio dello scalo.

Per quanto riguarda l’ambiente… rimaniamo attoniti a vedere che lo stanziamento si discosta di ben poco da quello del 2015. Servizio geologico 600 mila € in meno rispetto allo scorso anno di stanziamento iniziale.

Per il servizio tutela da inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico lo stanziamento è 0.

Servizio energia, un milione in meno rispetto all’anno scorso e teniamo presente che 28,5 milioni sono per il rimborso carburanti.

Direzione centrale ambiente e energia € 22 milioni di € di cui 21, 5 per il funzionamento per arpa…. Quindi ne rimane ben poco a disposizione per le altre misure contenute all’interno.

Di cose da fare ce ne sarebbero eccome. Basti pensare allo stato di cui si trovano le grotte del carso, piene di idrocarburi e immondizie varie, lasciate a se stesse senza sapere se mai, verranno bonificate o qualcuno si prenderà la responsabilità di scendere là sotto e prelevare quello che giace all’interno…da quanto ne sappiamo, dopo la nostra mozione, c’è stato solo un comunicato per il riavvio del tavolo sulle grotte e poi? Silenzio assoluto e probabilmente, se non avessimo sollevato il tema, vi sareste guardati bene dal parlarne.

Altra cosa che abbiamo osservato in questi mesi è che, nonostante ci sia stata una legge per la difesa del suolo e la tutela dei corsi d’acqua, i fiumi sono ancora pieni di rami, tronchi e vegetazione selvaggia. Inoltre, negli emendamenti ho visto che la maggioranza ha proposto un poco simpatico emendamento a modifica di quella legge, proponendo di togliere quella poca salvaguardia che era contenuta nella norma per i corsi d’acqua. Speriamo che la giunta non sia d’accordo ad accogliere l’emendamento e che la maggioranza abbia avuto un svista.

Energia? La grande assente di questa stabilità, nulla sul risparmio energetico per investimenti mirati rivolti principalmente ai privati.

Nulla per quanto riguarda la rilevazione delle concessioni idroelettriche, nulla su interventi per la tutela dell’ambiente e interventi volti a bonifiche. Nulla su studi per approfondire alcuni temi caldi presenti in regione.

Sarebbe interessante, inoltre, comprendere se arpa è riuscita a recuperare i dati che ha perso ad agosto, sulle centraline e sapere se tutto funziona regolarmente, considerando che oltre alla ferriera di servola, in regione abbiamo un altro mostro che sputa dal suo camino sostanze non molto salutari e che a breve andrà a rinnovo di autorizzazione integrata ambientale.

Alla luce del nuovo accordo sul clima, non abbiamo dubbi che la giunta si opporrà al rinnovo dell’autorizzazione della centrale termoelettrica.

Come non abbiamo dubbi, che sparirà la previsione dal piano energetico regionale, di un mini midi rigassificatore, visto che l’Europa ha tolto dai progetti ritenuti strategici, il rigassificatore dell’alto adriatico.

Sulla caccia, non abbiamo visto nulla in 2 anni e mezzo se non una legge per sanare la situazione dei controlli sui tesserini di caccia e qualche tentativo di emendamento, poi ritirato o stralciato, che rimangono nei cassetti della direzione. Probabilmente le pressioni che arrivano, sono molto più forti. Nemmeno all’interno della stabilità c’era nulla. Ora, con un emendamento che vedremo, si cerca di fare qualcosina per l’imbarazzante situazione in cui si trova la regione con i piani venatori distrettuali. Entro il 13 ottobre, dovevano entrare in vigore tutti, ma sappiamo tutti che nemmeno 1 è stato fatto e che pendono ricorsi su questo tema. Come sappiamo che in una sentenza del Tar, la regione ha usato tale strumento come difesa, dichiarando che esistono i piani venatori distrettuali a regolare la materia, salvo poi rispondere ad un nostro accesso agli atti, dicendoci che non esiste nessun Piano Venatorio Distrettuale.

Nulla anche per il famigerato corpo unico di vigilanza previsto dalla legge 6/2008, che doveva essere realizzato entro il 31 gennaio 2009.

Rimaniamo attoniti, dalla politica che sta portando avanti questa giunta su questi temi. Cemento tanto, ambiente e salvaguardia, purtroppo molto poco.

Grazie.

LEGGE DI STABILITA’ 2016 – DISCORSO DI ANDREA USSAI

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Questa legge di stabilità con disponibilità finanziarie lievemente superiori rispetto l’anno precedente, nonostante quelle che l’assessore Peroni chiama certezze, non ci rassicura! Perché oltre a non proporre un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile, non ci sembra in grado di rilanciare l’economia della nostra regione. Si rifinanziano le solite voci di spesa e si investono risorse per fare partire le riforme più importanti fatte da questa maggioranza, come quella della Sanità e degli Enti Locali che stentano a partire per non dire che sono ancora al palo. Nel frattempo si aspetta e si guarda come ad un miraggio alla crescita che non c’è!

Non siamo delusi, perché esserlo avrebbe presupposto un’aspettativa positiva rispetto l’operato della Giunta, che non abbiamo!
Ormai sappiamo che questa Giunta adotta le riforme con il fine prioritario di sfoggiarne i titoli, poi, a livello nazionale! Alcune, sono leggi di bandiera o di mera propaganda, (pensiamo ad esempio a quella sul gioco d’azzardo che è stata finanziata con zero euro e che interviene solamente sulle nuove autorizzazioni, lasciando indisturbati i vecchi concessionari. Siamo la terza Regione per densità di slot machine per numero di abitanti, subito dietro alla Sardegna e alle Marche; a quasi 2 anni dalla votazione di questa legge la sensazione è che sia una legge non applicata o difficilmente applicabile. Per questo motivo, in questa finanziaria, abbiamo proposto delle modifiche alle LR 1/2014 mutuando leggi di altre regionali o aggiornandole rispetto alle sentenze più recenti, al fine di cercare di arginare la piaga dal gioco d’azzardo).

Le riforme più importanti invece essendo calate dall’alto, rischiano di paralizzare il sistema con scelte lontane dai bisogni dei cittadini. NON BASTA INFATTI VOTARE LE RIFORME in Consiglio, BISOGNA POI riuscire ad APPLICARLE! E senza riforme veramente partecipate difficilmente si potrà andare lontano!
Ieri la Presidente durante la riunione dei capigruppo ha ammesso che sulle UTI, nonostante la sua personale posizione contraria, ha scelto di ascoltato la maggioranza che voleva confrontarsi con il centro destra per sbloccare l’applicazione della riforma degli Enti Locali, condividendo alcuni correttivi. Dopo 2 anni e mezzo di atteggiamenti autoritari finalmente un atto democratico!

Auspicheremmo però che chi governa questa regione ascolti e tenga in maggiore considerazioni anche le ragioni dei cittadini:
penso alle oltre 10.200 persone che hanno firmato la petizione per chiudere la Cokeria della Ferriera di Trieste oppure agli oltre 10.000 che chiedono scelte diverse i materia di Pozzi Artesiani o ai più di 3.400 che chiedono il mantenimento del Punto nascita di Latisana.
Winston Churchill diceva “Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare” crediamo che solamente così si possono migliorare le sorti della nostra regione e forse potremo sanare quella ferita che allontana sempre di più i cittadini dalla politica, curando nel contempo quella che Papa Francesco chiama “l’arroganza dei governanti”.

DENUNCIA DEL M5S: OLTRE 2 MILIONI DI BONUS CONSIGLIERI, QUANDO GOVERNEREMO NOI QUESTE MARCHETTE ELETTORALI SPARIRANNO PER SEMPRE

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«Ogni anno la solita storia. Cambiano le giunte e le maggioranze, passano le legislature, ma quello che non passa mai di moda è questa simpatica usanza, utilizzata da alcuni consiglieri regionali, di fare i regali di Natale. Niente di grave se non fosse che si tratta di doni particolari e molto costosi. In tutto più di 2 milioni di euro. Soldi pubblici, soldi dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, sottratti alla sanità o alla formazione dei nostri figli». Non può che essere duro il commento dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale dopo la presentazione di molti emendamenti a dir poco sospetti in Consiglio regionale.

«Questi regalini hanno ormai un nome che li ha resi tristemente famosi: “bonus consiglieri” – ricordano i pentastellati -. Ad ogni Finanziaria c’è chi giura che non esistono più, che si sono estinti come i dinosauri. E invece basta aspettare gli ultimi emendamenti che, quasi per incanto, i “bonus” tornano a riapparire. Anche per responsabilità delle forze di centrosinistra che oggi governano questa Regione. Gli stessi politici che, quando erano all’opposizione, contestavano “duramente” questo sistema di regalie che consente – ieri come oggi – ai consiglieri di maggioranza e di minoranza di elargire risorse a piacimento sul territorio. Guarda il caso, oggi queste vere e proprie “marchette elettorali” stanno bene anche al centrosinistra».

«In pochi minuti siamo riusciti a trovare oltre 2 milioni di euro che possono andare a pieno diritto sotto il titolo di “bonus consiglieri”. Alcuni sono interventi anche condivisibili nel merito ma assolutamente deprecabili nel metodo. Il metodo puntuale “ad personam” non è più accettabile. Distribuire le risorse in questo modo non aiuta sicuramente a far emergere le eccellenze meritorie della nostra regione. Troviamo desolante che questa maggioranza si accontenti di un Consiglio distributore di indulgenze, piuttosto che realizzatore di politiche, come evidente dalla misera somma destinata alla futura legislazione. Una cosa è certa però – concludono i portavoce del M5S -: quando il MoVimento 5 Stelle governerà il Friuli Venezia Giulia questa antipatica tipologia di regali di Natale andrà definitivamente in pensione».

Ecco il dettaglio dei “bonus consiglieri” presentati oggi durante la discussione della Finanziaria:

emendamento 2.2.1
– 200.000 camera di commercio di Gorizia per il centro del Collio goriziano
– 200.000 società sportive non professionistiche campionati di rango più elevato per i campionati in corso
– 150.000 strutture a valenza turistico-ricettiva in elevata difficoltà

emendamento 3.11.3
– 300.000 comune di Spilimbergo per spese legali contenzioso edificio beneficiario contributi post terremoto
– 440.000 Unione dilettantistica BOR Trieste per manutenzione struttura
– 50.000 Croce rossa di Udine (privata)

emendamento 6.15.2
– 10.000 Associazione volontariato Mi Fido di Te Pordenone
– 30.000 Pro – Senectute Trieste
– 50.000 Ardito Desio Palmanova
– 30.000 Casa di riposo Nobili de Pilosio Tricesimo
– 500.000 Fondazione Villa Russiz
emendamento 2.10
– 88.000 manifestazioni carnevalesche (che torrenti dice devono essere finanziate dal turismo ma Bolzonello non vuole)
emendamento 2.13

– 50.000 società gestione alberghi diffusi
emendamento 2.14
– 40.000 promoturismo fvg per grandi eventi
emendamento 2.16
– 20.000 La Cjalderie di San Daniele affitto sedi operative
emendamento 2.19
– 25.000 laboratorio apistico regionale
emendamento 2.20
– 30.000 centro fecondazione animale per fecondazione artificiale equina
emendamento 5.10
– 60.000 Scuole non statali assegni di studio
emendamento 6.3
– 150.000 Associazione Alessandra per Progetto Famiglia
emendamento 6.21
– 20.000 associazioni di volontariato per trasporto malati, anziani e disabili
emendamento 6.22
– 30.000 centri antiviolenza
emendamento 6.23
– 50.000 Nascente – Società cooperativa sociale Udine
emendamento 6.26
– 20.000 consulta disabili spese funzionamento
emendamento 6.27
– 60.000 contrasto al gioco d’azzardo
emendamento 8.5
– 15.000 AICCRE per attività ed eventi
emendamento 8.9
– 100.000 fondo legislazione futura

LEGGE DI STABILITA’ 2016 – IL DISCORSO DI CRISTIAN SERGO

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Grazie Presidente,

è francamente difficile poter affrontare la discussione generale inerente tre disegni di legge, più una relazione politico programmatica regionale, in soli dieci minuti. Le novità che si susseguono e le diverse modalità con cui si è costretti di volta in volta a lavorare su quella che una volta si chiamava legge Finanziaria – oggi Legge di Stabilità – non agevolano certo il lavoro e nemmeno le valutazioni sui testi presentati.

Dall’inizio della legislatura siamo stati abituati a dividere la programmazione della Regione in due momenti, la Legge Finanziaria di fine anno e l’assestamento di Bilancio. Fino a un anno fa le certezze dal punto di vista economico erano date dagli stanziamenti di inizio anno e una volta stabilito l’ammontare dell’assestamento si potevano fare scelte in merito ai settori sui quali fosse il caso di intervenire. Nel 2015, in virtù dei nuovi disposti normativi, abbiamo avuto una recente dimostrazione di questo con l’approvazione di quello che alcuni colleghi hanno definito “assestamento bis” e ci siamo detti che casi del genere potranno capitare anche in futuro.

Ebbene, qui di “Certo” rimane poco o nulla e di “Certo” rimangono solo le rassicurazioni degli assessori in merito ai futuri stanziamenti per finanziare alcuni capitoli di spesa che, in questa fase, non solo non vengono coperti ma addirittura portati a zero rispetto a quelle che erano le precedenti previsioni. Mi riferisco, ad esempio, ai finanziamenti per le imprese della Regione stabiliti con la Legge Rilancimpresa FVG.

Come già ricordato in Commissione rispetto ai 10 milioni di euro previsti in Legge per l’anno 2016, le imprese avranno a disposizione da gennaio 2016 poco meno di quattro milioni di euro. Gli altri, come rassicurato dal vice presidente Bolzonello saranno stanziati nel corso dell’assestamento di Bilancio.

Questo però non può che portarci ad una riflessione.

I recenti dati Istat attestano il tasso di disoccupazione nella nostra Regione all’8,4% (era l’8% nel 2014), un numero di persone non più occupate pari a 1900 in più nel corso dell’ultimo anno, un numero di imprese attive che si attesta a circa 92.366, ovvero oltre 1000 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Anche i dati di Unioncamere parlano chiaro: continuano a calare le imprese della manifattura -1,7% quelle del commercio -1,3% e le imprese di edilizia, settore tra i più penalizzati dalla crisi degli ultimi anni, ma, evidentemente, non ancora in ripresa anzi in calo dell’-1,9% ed infine quelle dei trasporti che fanno segnare il -3,1%.

Sono mesi che sentiamo parlare di congiunture astrali favorevoli al rilancio delle imprese e della occupazione in Italia, chi attribuisce i meriti al prezzo del petrolio, chi agli aiuti delle Banche (e su questo aspetto stendiamo un velo pietoso), chi al Job Act del Governo Renzi, sui cui risultati spesso e volentieri anche esponenti di questa giunta si lasciano trasportare con facili entusiasmi, poi sempre disattesi dalla lettura dei dati reali.

Difficile anche commentare i dati relativi al Pil regionale. Tuttora non sappiamo se credere ai dati sbandierati dalla giunta per il 2014 (che parlano di un aumento dell’0,8%) oppure a quelli dell’ISTAT che attestano il dato in calo dell’1,3%. Di sicuro ci sono le parole di questa mattina dell’assessore Peroni che afferma che i dati in nostro possesso “non sono ancora del tutto coerenti con l’inversione di tendenza” auspicata, ma che evidentemente ancora non c’è.

Non avrei saputo dirlo meglio, assessore. Non so voi, ma io son sicuro che se uscissimo da questo palazzo e chiedessimo ai cittadini di questa regione quale sia la loro sensazione rispetto all’aumento o al calo del prodotto interno lordo, la maggioranza delle persone risponderebbe in maniera convinta che la crisi non è finita. So che non si dovrebbe dire, che vent’anni di Berlusconismo ci hanno portato a guardare le cose con ottimismo, ma qui non c’è da essere pessimisti, ma solo realisti, leggere i dati e rimboccarsi le maniche.

In una situazione come questa, le ricette della maggioranza che vengono fuori da questa legge di stabilità francamente si fanno fatica a trovare. Da un lato abbiamo gli sforzi fatti, anche in maniera trasversale, per individuare nella Legge 3 del 2015 le possibili soluzioni per il rilancio delle imprese, dall’altro rimane l’incognita dei troppi canali contributivi individuati e dei pochi finanziati in questo momento e come detto non andrà certo meglio nel corso dei primi sei mesi del 2016. E’ vero ci sono i fondi europei che daranno qualcosa più che una boccata d’ossigeno alle imprese del territorio, ma basteranno? A giudicare dall’andamento (positivo in termini di utilizzo delle risorse) dei Fondi 2007 – 2013, pensare di poter sconfiggere la crisi solo utilizzando i fondi europei ci sembra un po’ troppo ottimistico.

Si è vero qualcuno ne avrà beneficiato, molte aziende si sono rafforzate, molte si impongono sul mercato, altri però falliscono, chiudono, abbassano le serrande, lasciano operai per strada e noi più di promettere loro il reinserimento nel mondo del lavoro cosa facciamo? Le nostre imprese hanno bisogno di infrastrutture?

Ce lo sentiamo dire spesso: eppure la dotazione infrastrutturale regionale è superiore ai livelli italiani: “ogni 10.000 abitanti si conta un’estensione autostradale pari a 1,7 km, contro 1,1 km a livello italiano e l’estensione di strade regionali, provinciali o di altre strade è pari a 30 km in FVG e a 28 km in Italia”.

Dati presenti nella relazione politico programmatica di questa giunta e non sul blog di Beppe Grillo.

Dal punto di vista ferroviario sempre sulla relazione si riporta che: “La rete in esercizio è pari a 6 km per 100 km2, nel resto della penisola al 2007 era a 5,4, e nella nostra Regione il 64% è a doppio binario elettrificato, quota che in Italia è pari al 45%”. Eppure, si fa un gran parlare in questi mesi di velocizzare la linea ferroviaria Venezia Trieste con 1 miliardo e ottocento milioni di euro. In questa sede ci sembra giusto ricordare che il commissario straordinario per la realizzazione di questa linea, che era stato individuato per quella tratta – Bortolo Mainardi, non proprio un grillino o un No Tav – disse che “con 800 milioni di euro avremmo potuto riqualificare l’esistente, collegare l’aeroporto di Venezia, superare la stazione di Mestre, quadruplicare il bivio San Polo-Monfalcone, raddoppiare la tratta Palmanova-Udine, ed eliminare i circa 30 passaggi a livello”. E ricordava ancora Mainardi come “già solo con l’eliminazione dei passaggi a livello si potrebbero raggiungere i 200 chilometri l’ora”. A cosa serva l’altro miliardo di euro francamente non riusciamo a capirlo. Il tutto per guadagnare al massimo 19 minuti di tempo. Già oggi infatti i Frecciabianca collegano i due capoluoghi di Regione in un’ora e 24 minuti e con le nuove opere lo faranno in un’ora e cinque minuti: una rivoluzione! Comprendevamo di più i docenti dell’Università di Udine che in un recente Forum organizzato nell’Ateneo ipotizzavano di investire un miliardo di euro per sistemare tutti i nostri nodi logistici (scali ferroviari, interporti, porti) per realizzare il Porto Regione.

Nello stesso modo, benché sia passato un anno e mezzo dall’annunciato cambio di strategia sulla Linea ferroviaria Venezia Trieste con (momentaneo) accantonamento del progetto da 7,5 miliardi di euro, non riusciamo a comprendere come in tutto questo tempo non si sia trovato il modo di ascoltare i territori che saranno interessati da questi investimenti. Anzi RFI dà già per scontato che non ci saranno ostacoli alla realizzazione dell’opera, atteso che la maggior parte del progetto sarà lo stesso presentato nel 2010. Ecco appunto, sinceramente non mi risulta che questo progetto fosse così ben voluto dai territori, ma ormai il deposito dei progetti è dato per imminente e lo scopriremo.

L’unica certezza è che verrà presentato ancora carta che si accumulerà alla precedente, che a detta del commissario straordinario ci è già costata 22 milioni di euro, di cui 6 pagati dall’Unione europea.
Con tutta questa partecipazione e condivisione temiamo già – ma ovviamente non ce lo auguriamo – che anche il prossimo progetto sarà fortemente osteggiato dai cittadini. Quei cittadini che in queste grandi opere non hanno mai voce in capitolo, e che anche quando ce l’hanno, dentro le urne, il loro parere non viene mai tenuto in considerazione dai politici che vincono le elezioni.

Per quanto riguarda la rete ferroviaria grazie ad un emendamento in questa Legge di Stabilità avremo un contributo straordinario di 1.620.000,00 per i lavori di realizzazione del nuovo scalo ferroviario a servizio del Consorzio per lo sviluppo industriale del Friuli Centrale. In commissione, volendo chiedere alcuni chiarimenti all’assessore Santoro su quest’opera ci siamo sentiti dire che lo scalo della Ziu sarà realizzato per la Ziu e non per l’Abs, che però è una società della Ziu. Evidentemente l’assessore deve aver cambiato idea o ha potuto approfondire un po’ di più la questione, perché un anno e mezzo fa in quest’aula parlando dell’opera oggi oggetto di contribuzione disse: “per quanto riguarda lo scalo previsto alla ZIU faccio una piccola, diciamo così, parentesi, sottolineando com’è a servizio dell’ABS. Non è uno scalo di Interporto, ma l’ABS è una delle aziende più importanti nell’ambito della nostra Regione”. Era il 24 giugno 2014 e si discuteva la mozione n. 55: “Sul sistema intermodale della Regione” (d’iniziativa dei consiglieri: Travanut, Shaurli. Eppure l’opera dovrebbe conoscerla bene visto che di uno scalo ferroviario nella Ziu si parlava anche nel 2011, anno in cui veniva inserito anche nel piano regolatore del Comune di Udine, di cui era lei stessa assessore alla pianificazione territoriale.

Poi però quelli che devono approfondire le materie siamo sempre noi.

Infine, come già ricordato dai miei colleghi in questa Legge di Stabilità abbiamo una grande assente: l’energia. Quasi a dimostrazione che per la giunta regionale le grandi questioni stanno fuori da questo disegno di legge. Tutti i piani più importanti (Piano Paesaggistico, Piano Tutela Acque e appunto il Piano Energetico) devono ancora essere approvati, nonostante i conclamati ritardi e i record non sempre positivi che questa amministrazione riesce a collezionare.

Ritardi che, in questo caso, come invece è abitudine fare per le grandi opere, non si possono certo imputare alle proteste dei cittadini. Eppure sappiamo benissimo che i ritardi delle Grandi Opere, anche quelle già finanziate, troppo spesso sono dovuti proprio alla mancanza di condivisione e partecipazione delle scelte della pubblica amministrazione.

Stessa cosa che è successa per la realizzazione dell’Elettrodotto Udine Redipuglia Ovest, dove per poter veder riconosciute le proprie ragioni alcuni cittadini di questa Regione si sono visti dare ragione dal Consiglio di Stato. Se solo lo avesse fatto a suo tempo anche l’amministrazione regionale a quest’ora probabilmente avremmo il nostro elettrodotto interrato, così come si sta costruendo altrove. Invece abbiamo un’opera costruita a metà, con caparbia e arroganza che non sta servendo a nessuno, che non si sa che destino avrà.

L’unica cosa certa sono i soldi spesi per costruirla e quelli che serviranno per rifarla.

Tanto a pagare son sempre gli stessi: i cittadini!

LEGGE DI STABILITA’ 2016 – RELAZIONE DI ELENA BIANCHI

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L’esercizio finanziario 2016 della nostra Regione si adegua alle disposizioni del decreto legislativo 118/2011, e successive attuazioni, sull’armonizzazione del bilancio. Tanto ne abbiamo parlato negli anni passati fino ad arrivare oggi alla sua prima applicazione. Molto è cambiato, ci troviamo di fronte ad una manovra finanziaria che si compone di più documenti finanziari, e con schemi differenti. Rispetto agli altri anni abbiamo notato che le disponibilità finanziarie per il 2016 sono lievemente superiori al 2015 con un totale di stanziamenti pari a 3,7 miliardi che al netto delle spese di funzionamento risultano essere 3,4 miliardi. Anche per questo l’assessore Peroni ha dichiarato che questa si potrebbe finalmente chiamare la manovra finanziaria delle certezze. Ne prendiamo atto ma constatiamo anche che l’entusiasmo per la ‘fine della crisi’ termina con il 2016 e per gli anni successivi non ci si azzarda a prendere in considerazione la tanto sbandierata crescita confermando addirittura cifre inferiori come entrate tributarie. E’ quindi finita la crisi? In effetti fino ad ora abbiamo solo la certezza di aver perso 1200 imprese. Secondo l’ultima indagine congiunturale di Unioncamere Fvg, in regione, a fine settembre, è stato registrato un calo di imprese attive, rispetto allo stesso periodo del 2014, pari a -1,17%. Continuano a calare le imprese della manifattura (-1,7% rispetto al 30 settembre 2014), quelle del commercio (-1,3%), le imprese dell’edilizia (-1,9%), quelle dei trasporti (-3,1%). E non sono certo rassicuranti i dati sulla disoccupazione nella nostra Regione atteso che il dato relativo al secondo trimestre (ultimo disponibile) attesta il tasso di disoccupazione all’ 8,46% contro il 7,09% dell’anno precedente. I miracoli del Jobs Act in Friuli Venezia Giulia li vedono solo gli imprenditori, dato che è della nostra Regione il record negativo di primi licenziamenti di lavoratori assunti con il contratto a tutele crescenti.

L’adeguamento al dispositivo sull’armonizzazione è da ritenersi senz’altro positivo, saremo finalmente in grado di avere numeri omogenei e comparabili, che permetteranno di completare celermente la determinazione dei cosiddetti costi standard, sia in riferimento alla nuova legge sulla finanza degli Enti locali, sia nella comparazione con altri enti regionali e con lo Stato.
Un’altra importante novità viene introdotta dalle misure adottate per applicare il cosiddetto “pareggio di bilancio”. Se da un lato tale obiettivo ci permette di abbandonare la morsa del Patto di stabilità, sentita soprattutto dagli Enti locali, dall’altro ci impone di rivedere profondamente le modalità di stanziamento delle risorse che dovranno necessariamente essere impiegate tutte nel corso dell’anno. E’ presumibile che per l’assestamento di luglio ci saranno risorse inferiori a quelle a cui eravamo abituati e che dovremo disporre di strumenti pronti per impiegare le disponibilità che si accerteranno verso il mese di ottobre del prossimo anno. Auspichiamo che si metta a punto una modalità di gestione che tenga conto del ruolo del Consiglio e che non lo releghi a mero passacarte della Giunta, così come sempre più spesso accade. Il tempo di reazione dovrà essere sempre più breve, pertanto potrebbe essere opportuno anticipare la discussione per determinare gli impieghi anche senza avere la certezza delle risorse, magari predisponendo interventi in ordine di priorità.

Se le modalità di predisposizione dei documenti per la manovra finanziaria 2.0 portano ad un maggiore ordine e chiarezza nella materia, l’impianto della divisione degli articoli va sicuramente rivisto innanzitutto allineando la numerazione degli articoli della legge collegata alla manovra di bilancio e la legge di stabilità 2016, e poi ripristinando la suddivisione come nelle passate leggi finanziarie o almeno diradando l’accorpamento delle materie. Non è possibile trattare materie che meriterebbero un articolo a se stante tutte in un unico articolo per l’amore della compattezza. Ad esempio l’articolo 3 della legge di stabilità dove sono state messe insieme materie quali ambiente, territorio, edilizia, mobilità e trasporto, che precedentemente erano suddivise in almeno due articoli. Sintomo che la divisione così fatta dell’articolato è un po’ troppo concentrata, è il tempo record in cui tutta la manovra è stata analizzata in prima Commissione integrata: l’esame compreso di discussione generale si è concluso in soli due giorni. Il Consiglio sempre più ridotto a mero passa carte delle scelte della Giunta, tenendo anche in considerazione l’alta probabilità di vederci presentare dei maxi-emendamenti in aula che avranno sicuramente poco spazio per l’approfondimento, la discussione e la condivisione.

Entrando nel merito dei due testi di legge cerchiamo di analizzare le certezze di questa manovra finanziaria. Ci è d’obbligo notare che nelle tabelle dell’articolo 2 della ddl 125 (Legge di stabilità 2016) per il Rilanciaimpresa lasciamo solo 3.9 milioni di euro. Anche se l’assessore ha promesso che aggiungeranno altri 6 milioni in assestamento, dove sono le certezze in questo caso? Non si rischia forse di disorientare gli imprenditori finanziando a singhiozzo i vari canali contributivi istituiti dalla 3/2015? In questo modo diverse imprese dovranno aspettare il prossimo assestamento con il rischio di non veder finanziati i canali contributivi utili alla loro attività per mancanza di risorse. Ricordiamo che nel 2015 con la legge rilancia imprese n. 3/2015 erano stati destinati 27 milioni di euro alle diverse linee di finanziamento di cui spesi ad oggi 18 milioni. Ci saremmo aspettati di vedere la differenza stanziata per il 2016.

Sempre all’articolo 2 nelle tabelle troviamo la somma di € 70.000 al capitolo 2116 “contributi ai distretti venatori per le spese concernenti la predisposizione dei pvd (piani venatori distrettuali)”. Tali piani venatori dovevano essere predisposti entro il 13 ottobre, stante al Piano faunistico regionale, ma ad oggi ancora non si è visto nulla e oramai siamo fuori tempo massimo. Ci auguriamo che questo sia un segnale concreto della volontà di mettere mano finalmente, ad una riforma organica della materia che sani i profili incostituzionali della nostra legge e che segni un passo certo per chi deve gestire l’attività venatoria, sia egli un cacciatore o colui che dovrà procedere ai controlli. Basta tergiversare ancora o procedere per annunci.

E’ notizia recente l’inclusione della nostra Regione da parte della prestigiosa guida “Lonely Planet – Best in travel” fra le dieci aree del mondo che i turisti «non devono perdere nel 2016». Alle dichiarazioni della Presidente della Regione “intendiamo sfruttare l’accostamento anche nel periodo del Giubileo”, non sembrano seguire iniziative straordinarie per intercettare l’afflusso turistico che potrebbe svilupparsi l’anno prossimo; la legge di stabilità poteva configurarsi in tal senso come la sede ideale per lo stanziamento delle risorse necessarie a realizzare una strategia promozionale apposita: con il testo presentato non sembra si voglia realizzare quel salto di qualità che può scongiurare la marginalità e l’irrilevanza di una regione di confine. Ci sembra di tornare indietro di un anno quando con Expo 2015 ci veniva prospettato l’arrivo di milioni di visitatori (tale da stanziare 3 milioni di euro per parteciparvi) ma di fatto la stagione estiva si è chiusa con un positivo +3,9% di arrivi (50 mila persone) molto lontano però dagli incrementi di altre regioni a noi vicine. Ci auguriamo infine che il cospicuo stanziamento di risorse per il contratto con Trenitalia, tenga conto delle necessità di quei turisti e non che prendono il treno credendo che una mobilità sostenibile ed un turismo sostenibile siano possibili.

Il comma 3 dell’articolo 3 del ddl 125 merita una riflessione: Per quale motivo nei disegni di legge presentati si prevedono finanziamenti per opere o servizi che non competerebbero all’ente regionale? In occasione dell’approvazione della legge sui beni culturali la Giunta era stata chiara: non sarebbe stato possibile contribuire con interventi a favore degli Archivi di Stato perché di competenza ministeriale. Ci si chiede come mai ora la Regione debba impiegare consistenti risorse per la realizzazione di caserme della Guardia di Finanza o per i servizi cimiteriali ricadenti in ambito demaniale. Contraddizioni del genere illustrano plasticamente come la discrezionalità decisionale della Giunta regni sovrana, in barba alla trasparenza e alla coerenza nelle scelte. Ribadendo il fatto che fra tutti gli accorpamenti di materie, quelli fatti a questo articolo sono quasi oltraggiosi, rileviamo che nonostante la cifra complessiva stanziata per l’ambiente, 54 milioni, possa sembrare notevole, le poste a favore di interventi reali si riducono drasticamente a 6 milioni in quanto 21,5 milioni servono al funzionamento dell’ARPA e 28,5 sono relativi allo sconto carburanti. Gran parte degli stanziamenti per le infrastrutture, mobilità e edilizia, se ne vanno per il servizio di trasporto pubblico locale su gomma e rotaia (130 milioni e 38,5 milioni). Bene il fondo di 2 milioni per la sicurezza stradale, peccato che verranno utilizzati per fare delle rotonde invece che per completare le piste ciclabili o attivare ZONE 30 o PEDIBUS stante i dati sugli incidenti stradali recentemente pubblicati e la drammatica necessità di ridurre le emissioni di CO2. Troppi invece ci risultano i 22,1 milioni stanziati per le infrastrutture che consteranno per la maggior parte in impermeabilizzazione di suolo e opere in aree golenali.

In tema di cultura all’articolo 4 della legge di stabilità 2016 ritroviamo l’ennesimo finanziamento al Museo della resistenza di Palmanova. Si tratta di €. 100.000 che vanno ad aggiungersi ai 120.000 della finanziaria 2015 e ai 50.000 dello scorso assestamento, tutte somme impegnate. A questo punto ci domandiamo quanto costerà con esattezza il Museo della resistenza di Palmanova? Preme rilevare che non essendo ancora predisposti i regolamenti anche per il prossimo anno quasi tutti gli stanziamenti in tema di attività culturali saranno attuati mediante tabelle e non a seguito di una progettazione triennale valutata.

Anche riguardo ai fondi per i corregionali all’estero continuiamo ad avere più di qualche dubbio: sono una delle poste che vengono aumentate e ciò viene fatto con la scusa di dare uno stimolo alla realizzazione di progetti di rete delle relative associazioni, come a dire che, al momento, il ritorno degli investimenti passati è piuttosto carente. Ci chiediamo se, invece di aumentare ulteriormente questi fondi, non sia il caso di rivederne i criteri di assegnazione, tenuto conto anche del fatto che hanno una certa consistenza, soprattutto se paragonate con quelle di interventi forse più rilevanti ed urgenti.

All’articolo 5 per quanto concerne l’istruzione non possiamo condividere le politiche portate avanti sia dal governo nazionale che da quello regionale: non parliamo solo di singoli interventi o finanziamenti ma dell’idea generale, che si sta concretamente e gradualmente attuando, di una scuola sempre più simile ad un’azienda, con tutti i meccanismi valutativi e contributivi che ciò comporta. Non si può pretendere di paragonare scuole pubbliche e scuole paritarie unicamente in termini di costi, come non si dovrebbe farlo riguardo qualunque servizio di interesse generale pubblico. Per questo motivo non possiamo giustificare le anticipazioni dei fondi statali che la nostra Regione, unica in Italia, versa alle sole scuole paritarie per garantirne l’operatività già ad inizio anno scolastico, soprattutto consci della situazione drammatica che si trovano ad affrontare le scuole pubbliche. Non accettiamo che ci venga detto che senza questi fondi le scuole paritarie non sopravvivrebbero se non ci viene prima chiarito come facciano nelle restanti regioni italiane senza tali fondi.

All’articolo 6 della legge di stabilità vediamo i certi 50 milioni di euro di cui 30 milioni di spese correnti e 20 milioni di investimento per i quali si farà ricorso al mercato finanziario. Tale somma in parte è stata stanziata per la riforma sanitaria che non è ancora partita. Abbiamo fatto la riforma sanitaria ma ad oggi non è ancora stato fatto un calcolo dei costi di questa riforma sanitaria. Solo un piccolo spunto di riflessione riprendendo le testuali parole dalla Relazione politica programmatica in cui si dice “Le linee principali su cui si muoverà l’azione della Regione prevedono una riorganizzazione dell’offerta di assistenza sanitaria nella organizzazione dei Centri di Assistenza Primaria (CAP), sedi privilegiate in cui verranno collocate molteplici figure professionali (medici di medicina generale, specialisti, assistenti sociali, infermieri, personale amministrativo) con un accesso allargato (8-12 ore al giorno) con lo scopo di facilitare, in ogni momento della giornata, l’accessibilità ai servizi e trovare una risposta più integrata e meno frammentata alla domanda di salute del cittadino. In tali sedi, si trovano le prime risposte sia di medicina d’urgenza che di medicina d’iniziativa”. Ci chiediamo se questo maggior finanziamento per la spesa sanitaria corrisponderà realmente a maggiori servizi per i cittadini o se sarà solamente un aggravio di spese verso i medici di medicina generale per invogliarli ad aggregarsi. E’ palese il rischio che queste aggregazioni diventino degli ennesimi centri commerciali, questa volta di tipo sanitario, che sguarniscono il territorio, non garantiscono il rapporto fiduciario medico-paziente e, invece che operare un’azione di filtro per l’ospedale possano causare un aumento spropositato delle prestazioni.

Nelle tabelle dell’articolo 6 abbiamo notato che si sono ridotte ma non sono del tutto scomparse le poste puntali a cui un consigliere di maggioranza ha dichiarato che voterà favorevolmente per l’ultima volta. E’ il terzo anno che sentiamo queste dichiarazioni sia all’assestamento che alla finanziaria: sarà davvero l’ultima volta?

Sempre in materia di sanità all’articolo 5 della legge collegata alla manovra di bilancio è stato posto rimedio, con un emendamento presentato dalla maggioranza, da noi sottoscritto e approvato in Commissione, ad una dimenticanza da noi segnalata diversi mesi fa durante la modifica della legge sui trasporti sanitari secondari. Avevamo infatti evidenziato più volte in aula senza essere ascoltati che nel testo di legge non erano incluse, oltre alle associazioni del registro di volontariato, le associazioni di promozione sociale, chiedendo il loro inserimento. Alla fine possiamo dire meglio tardi che mai!
L’articolo 7 della legge di stabilità ci porta a fare le ennesime considerazioni sul tema delle UTI oggetto della riforma degli Enti locali. La prima considerazione riguarda le modalità impositive utilizzate per la scelta di come formare una Uti, che evidentemente non sono state digerite e a cui bisognerà porre rimedio se si vuole portare a compimento una qualsivoglia riforma; la seconda riguarda le modalità operative delle UTI il cui governo, posto ad un livello superiore rispetto alla libera scelta dei cittadini, produce una conseguente riduzione dell’esercizio della democrazia; la terza è che, dato come assodato che la Giunta abbia deciso di portare avanti la riforma con queste modalità di aggregazione, nonostante vengano riservate consistenti risorse per l’incentivazione alle fusioni, di fatto rende questo tipo di aggregazioni ancora meno attraenti. Lasciando comunque obbligatoria l’adesione ad una UTI, la fusione di comuni piccoli o grandi che siano, non ha più alcun senso perché comunque le funzioni del singolo comune risultante andranno alla UTI ottenendo così solamente un’ulteriore complicazione procedurale. E’ difficile spiegare ai cittadini quale sia la convenienza di queste fusioni e pare riduttivo motivarle esclusivamente con una disponibilità di risorse aggiuntive per un limitato numero di anni. Rimanendo in tema di stanziamenti, con questa legge di stabilità si inaugura il dispositivo della legge 18/2015 che prevede lo stanziamento totale delle risorse da trasferire alle autonomie locali per un totale di 437 milioni ripartiti fra i diversi fondi transitori ordinari a loro riservati. Questa modalità rientra nella politica della certezza e dovrebbe consentire finalmente agli Enti locali di poter approvare il bilancio di previsione nei primi mesi dell’anno.

Un’ultima considerazione riguarda il tema delle politiche energetiche, grandi assenti di questa manovra finanziaria se non addirittura dal programma di governo di questa maggioranza. Dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si è svolta a Parigi la “Conference of the parties” (Cop21), forse, una delle ultime occasioni per trovare un accordo globale sul clima duraturo ed efficace, a cui hanno preso parte i principali leader del Pianeta. Secondo l’ultimo bollettino della World meteorological organization (Wmo), le emissioni di gas serra sono aumentate del 36% negli ultimi 25 anni, e del 43% rispetto ai livelli pre-industriali. La scorsa primavera, inoltre, sempre secondo la Wmo, per la prima volta i livelli medi globali di anidride carbonica, uno dei principali responsabili del surriscaldamento del Pianeta, hanno superato per un mese intero la barriera simbolica di 400 parti per milione (ppm), ben al di sopra del valore di 350 consigliato dagli scienziati. Se continuiamo a mantenere un tale consumo nel 2050 rischiamo di trovarci in un mondo sotto pressione, con il 60% degli ecosistemi a rischio, temperature in aumento tra i 3 e i 6 gradi centigradi (mentre solo un aumento contenuto entro i 2 gradi è considerato sicuro), mari più alti di un paio di metri, 200 milioni di ‘rifugiati climatici’ e un’altissima probabilità di una riduzione drastica della popolazione mondiale. Non c’è più tempo per pensare a cosa fare o aspettare che altri (lo Stato, l’Europa?) lo facciano per noi, è necessario agire adesso ed attuare tutte le misure possibili per abbattere le emissioni di Co2. Ci domandiamo cosa sia stato fatto in questa direzione in questa finanziaria; leggiamo i numeri, le norme, ma non abbiamo trovato nulla. Stiamo ancora aspettando che venga istituito un “fondo energia” per il finanziamento agevolato dell’efficientamento energetico, come da noi proposto con l’ordine del giorno approvato durante l’assestamento di bilancio del 2014.

Ci troviamo a metà del mandato di questa Giunta e cosa possiamo dire di certo: avete fatto una riforma della sanità che stenta a partire e manifesta già comunque innumerevoli criticità, vi siete votati una riforma degli enti locali che è ferma perché gli stessi enti locali non la vogliono e si prospettano più di 80 commissariamenti, avete ridotto il debito proseguendo un azione già iniziata nella precedente Giunta Tondo, avete approvato una legge sul riuso grazie al consigliere dell’opposizione Revelant, avete approvato la legge sul sostegno al reddito grazie al pressing instancabile del M5S, è notizia di questi giorni l’intenzione della Presidente di rivedere alcuni aspetti del tanto magnificato patto Padoan Serracchiani, si è persa traccia della fiscalità di vantaggio, nessuna riduzione delle imposte, e aspettiamo il volano opere…

L’operato di questa Giunta, il consenso alle sue riforme e le certezze di questa manovra finanziaria ci supportano anche nelle nostre convinzioni: per governare meglio questa regione, con una attenzione particolare rivolta al rilancio occupazionale, allo sviluppo sostenibile del turismo, al garantire i servizi sanitari pubblici ai cittadini, alla realizzazione di opere utili abbandonando definitivamente quelle imposte, inutili e costose, c’è bisogno di una Giunta a 5 Stelle.