sabato, 11 Gennaio 2025
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FERRIERA: CHI GOVERNA LA REGIONE SEMBRA PREFERIRE L’INERZIA ALLA DIFESA DELLA SALUTE DEI CITTADINI

«Nonostante i soliti proclami e le tante promesse al vento la Ferriera continua a inquinare. Dall’inizio dell’anno sono ormai 106 gli sforamenti di pm10 registrati dalla stazione di misura di via S. Lorenzo in Selva, più del triplo di quelli tollerabili in base alla legge (35). È stato dimostrato, inoltre, un incremento progressivo dei valori di benzo(a)pirene. E la politica non fa neanche le piccole cose che potrebbero garantire una migliore valutazione della qualità dell’aria come l’acquisizione delle centraline di proprietà di Elettra e il posizionamento di nuove centraline effettivamente rappresentative della reale situazione ambientale». La denuncia è del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai che su questi argomenti ha presentato da poco sia una interrogazione che una interpellanza.

«Secondo l’assessore Sara Vito entro il 2014 la Giunta regionale avrebbe dovuto acquisire o prendere in gestione attraverso Arpa le centraline di rilevamento di proprietà di Elettra Spa. Perché questo passaggio non si è ancora verificato? Quali sono gli ostacoli incontrati dall’esecutivo regionale? – chiede Ussai che insiste -. La giunta Serracchiani deve anche spiegare perché Arpa non abbia provveduto – sempre entro la fine del 2014 – “all’efficientemento della rete nazionale di monitoraggio della qualità dell’aria” che prevedeva anche l’istallazione di “nuove centraline effettivamente rappresentative della situazione ambientale”, così come promesso dallo stesso assessore all’Ambiente in risposta a una nostra interrogazione a risposta immediata. A tutt’oggi non abbiamo notizia che sia stata effettuata l’installazione di queste centraline!».

«La situazione continua a essere paradossale. Non tutte le centraline che verificano la qualità dell’aria e che monitorano le ricadute dell’impianto industriale sono gestite dall’Arpa. Quelle di via Pitacco, di via Svevo e di Muggia sono, infatti, di proprietà e sotto la gestione di Elettra S.p.A., la società che opera all’interno del comprensorio industriale della Ferriera – ricorda il portavoce del MoVimento 5 Stelle -. Più volte nel corso degli anni, inoltre, si sono verificate difformità fra i dati forniti dalle centraline gestite da Elettra e quelli provenienti dalle stazioni di Arpa Fvg, collocate anche a breve distanza, come hanno messo in evidenza alcune indagini della Procura della Repubblica di Trieste».

«La situazione di allarme è stata ribadita anche dall’Azienda sanitaria ma chi governa il Friuli Venezia Giulia – conclude Ussai – sembra proprio preferire – costi quel che costi – l’ambiguità alla chiarezza, l’inerzia alla difesa della salute dei cittadini».

LA “BUONA” SCUOLA: L’AUTONOMIA E LE COMPETENZA DELLA NOSTRA REGIONE SACRIFICATE SULL’ALTARE DELLE RIFORME IMPOSTE DA RENZI

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«La Puglia, governata dal presidente Emiliano del Pd, ci sta dando una lezione di democrazia. Solo pochi giorni fa la giunta Serracchiani e il Consiglio regionale hanno voluto bocciare la nostra richiesta volta a sollevare, presso l’Avvocatura della Regione, il controllo di legittimità costituzionale sulla legge n. 107, da tutti conosciuta come “La buona scuola”. Bene, proprio oggi la Regione Puglia ha deciso di impugnare questo provvedimento che contiene diversi profili di incostituzionalità e che continua a dividere il Paese. Secondo l’Avvocatura, infatti, esisterebbe, rispetto ad alcune norme del decreto, “una lesione delle attribuzioni della Regione Puglia”». Secondo la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin il parere depositato dall’Avvocatura della Regione Puglia non fa che confermare le preoccupazioni avanzate dai pentastellati.

«Come abbiano già ricordato in Aula – sottolinea Frattolin – l’incostituzionalità si riferisce ai commi 180 e 181 che delegano al governo la potestà legislativa in nove distinti ambiti dell’istruzione: deleghe vaghe in materie rientranti nella competenza legislativa concorrente. Ulteriori profili di incostituzionalità riguardano poi la limitazione della libertà di insegnamento, la disparità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo fino ad oggi e quelli che saranno immessi con la nuova legge, l’accesso alle procedure concorsuali aperto solo agli abilitati e non al personale già assunto a tempo indeterminato nelle scuole statali».

«Una grave violazione del principio di uguaglianza formale e sostanziale dell’art.3 della Costituzione è inoltre la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, all’articolo 1, comma 73, che trasforma di fatto la scuola in un sistema arbitrario e clientelare. Abbiamo poi la questione dell’alternanza scuola-lavoro, all’articolo 1, comma 33, dove si fa esplicito riferimento all’obbligo, e non alla mera possibilità, di svolgere delle esperienze lavorative».

«Ancora – aggiunge la portavoce del M5S – “La buona scuola” lede l’autonomia degli organi collegiali a favore di un organo monocratico, il dirigente scolastico: mentre prima il POF veniva adottato in maniera collegiale dal Consiglio d’Istituto, previa elaborazione del Collegio docenti sulla base degli indirizzi dello stesso Consiglio, ora il dirigente scolastico detta gli indirizzi e ha facoltà di respingere le elaborazioni del Collegio o le approvazioni del Consiglio non conformi ai suoi indirizzi. Il tutto in un palese annullamento della distinzione delle competenze che lede l’autonomia scolastica, nonché i principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. E da ultimo all’art.1 comma 44 il legislatore statale sembra andato oltre la sfera del dettato dei principi generali, addentrandosi in norme di dettaglio, andando molto probabilmente a toccare il riparto di competenze in materia di formazione professionale, materia nella quale le regioni hanno competenza esclusiva».

«Sono tutti pareri sui quali l’Avvocatura del Friuli Venezia Giulia non ha potuto esprimersi. Qui purtroppo – conclude Frattolin – l’autonomia e le competenze della nostra regione sono state sacrificate sull’altare delle riforme del governo centrale».

MINA FATTA BRILLARE A GRADO: LA TUTELA DELL’AMBIENTE NON VIENE TENUTA IN CONSIDERAZIONE.

«Ormai in tema di ambiente non dovremmo stupirci più di nulla in questa Regione, ma la giunta Serracchiani non smette mai di sorprenderci. È francamente sconcertante come la tutela dell’ambiente non venga tenuta in considerazione dai cosiddetti “assessori competenti”. Sulla vicenda del ritrovamento di una mina tedesca risalente alla Seconda Guerra Mondiale e fatta brillare di fronte alle coste di Grado, nei pressi di un Sito di Importanza Comunitaria come le Trezze di San Pietro e Bardelli e di una discarica a mare lo scorso 20 agosto, questo esecutivo non ha nulla da dire, nulla da chiedersi, nulla da rilevare». È amaro il commento del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo che oggi ha chiesto quali controlli siano stati effettuati dalla Regione per verificare eventuali danni ambientali causati durante questa operazione.

«Solamente in data 19 agosto 2015 con un comunicato l’Area Protetta di Miramare (istituita nel 1986 dal Ministero dell’Ambiente e affidata al Wwf) aveva raccomandato diportisti e bagnanti di mantenere viva l’attenzione e di segnalare eventuali avvistamenti di cetacei e tartarughe marine e – senza arrecare disturbo – di scattare fotografie utili alla segnalazione. Ebbene – ricorda Sergo – il giorno dopo l’avvistamento di un gruppo di una trentina di delfini nel Golfo di Trieste è stata fatta brillare una mina di 900 kg di cui ben 650 kg di tritolo (che è stata rilevata dai sismografi come una scossa di terremoto avvertita a Terra di 2,4 gradi). Un anno fa il brillamento di una mina molto più piccola era stata sentita distintamente anche presso l’Area Protetta di Miramare distante 28 km dal luogo delle operazioni. Possiamo solo immaginare cosa possa esser stato rilevato dalle appropriate strumentazioni in uso dai biologi dell’Arpa Fvg e dell’Area protetta triestina!».

«Di possibili effetti negativi dei rumori antropici in zone sottomarine ne parla sia la Commissione Europea sia il Ministero dell’Ambiente, non proprio istituzioni “grilline”. Infatti – sottolinea il portavoce del M5S – nelle osservazioni al Piano di Ricerca di Idrocarburi recentemente presentato dalla Croazia – oltre al Movimento 5 Stelle – è dovuto intervenire il Ministero dell’Ambiente, mentre la nostra Regione non lo ha fatto, benché sia quella maggiormente interessata alla vicenda considerata la vicinanza dei campi di ricerca alle nostre coste».

«I nostri assessori non hanno presentato alcuna osservazione, a differenza di altre istituzioni italiane evidentemente più attente a queste tematiche. Seppur il governo abbia voluto ricordare come vi sia evidenza scientifica sufficiente per osservare che il rumore antropico in zone sottomarine può avere effetti notevoli – anche letali – sulle comunità viventi, l’assessore Santoro – nemmeno l’assessore all’ambiente Vito – ci ha risposto che “non risultano segnalazioni di danni o problematiche”. Perfetto, d’ora in avanti, dato che non vengono accertati dalle autorità chiamate a tutelare l’ambiente, gli eventuali danni dovranno essere denunciati direttamente dalla stessa flora e dalla fauna. Chiederemo pertanto alla Regione – conclude Sergo con un pizzico di ironia – di dotare i delfini e i siti di importanza comunitaria degli opportuni strumenti per poter comunicare le problematiche alle autorità competenti, inviando una “Pec” dal fondo del mare alle Direzioni competenti!».

INTERVENTO SUL PROVVEDIMENTO SULL’URBANISTICA E SULL’USO DEL SUOLO APPROVATO OGGI

Grazie Presidente,

abbiamo cercato, con i nostri emendamenti, di farvi capire cosa potrebbe succedere con l’applicazione di questa norma.

Ci siamo messi nei panni di un cittadino della nostra regione che, in questi anni di crisi, ha dovuto lasciare la nostra Regione in cerca di fortuna, altrove.
Ce lo siamo immaginati nel 2050, quando magari ritornerà e invece di trovare la sua casa in mezzo al verde, si troverà case su case, catrame e cemento…perché laddove c’era l’erba, ora c’è una città.

Noi rimaniamo dell’idea che questa norma, porterà a nuovo consumo di suolo.

Mi dispiace, e tanto, che l’assessore abbia sorriso mentre leggevo la relazione. I dubbi venuti a noi, sono gli stessi sollevati da vari soggetti auditi. Mi spiace perché forse, se l’assessore ha ragione e quindi la legge bloccherà il consumo di suolo, forse dovrebbe chiedersi perché molti non l’hanno capita.

Forse perché il testo è scritto in modo molto difficile? Forse è scritto in termini che possono essere interpretati male? Non lo so.

So che nonostante la mia ignoranza in materia, io sono andata a vedermi gli strumenti urbanistici vigenti dei comuni, ad esempio, di Udine, Tavagnacco, Sacile, Monfalcone Codroipo, Gorizia e ho provato a capire come questa norma inciderà su di essi e cosa significherà la cancellazione della relazione di flessibilità. Invito i colleghi, a fare altrettanto.

Una buona parte di campionato, diceva ieri l’assessore, dove secondo noi il suolo ne uscirà decisamente perdente.

Una delle cose che ci avrebbe potuto convincere un po’ di più della bontà e della riuscita della norma, sarebbe stato quello di abbassare la data di raggiungimento dell’obbiettivo di consumo 0 di suolo. Non sicuramente fissando l’obbiettivo al 2050.

Il nostro voto al testo proposto, sarà quindi negativo.

Ilaria Dal Zovo
portavoce del MoVimento 5 Stelle
Consiglio regionale Friuli venezia Giulia

DENUNCIA TARGATA M5S SULLA DISINFORMAZIONE

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«Come fa l’avvocato Maddalena Spagnolo, assessore comunale di Latisana con delega alle pari opportunità, ad avvalorare una campagna di disinformazione votata all’odio di stampo sessista e omo/transfobico?!». A chiederselo sono la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin e gli attivisti del meetup Bassa Friulana in Movimento. Nel mirino dei pentastellati l’incontro intitolato “Giù le mani dai bambini”, organizzato venerdì a Latisana dalla Lega Nord Fvg e dall’Associazione “Giuristi per la vita”. L’evento, presentato come “una serata per parlare di famiglia, libertà educativa e ideologia gender”, vedrà la partecipazione del deputato Fedriga, del presidente nazionale Associazione “Giuristi per la vita” Gianfranco Amato e della stessa Spagnolo.

«Desta molta preoccupazione – attacca Eleonora Frattolin – che questa serata abbia come obiettivo quello di screditare la formazione scolastica pubblica sulla parità di genere, che dovrebbe essere il cardine di una società democratica fondata sul rispetto degli altri. Una parità di genere che va intesa come capacità della nostra società di abbattere gli stereotipi che legano le figure maschili e femminili allo svolgimento di determinati ruoli o professioni, a prescindere dagli orientamenti sessuali o dalla identità di genere di ogni singolo cittadino».

«Ancora più allarmante – aggiungono gli attivisti del del meetup Bassa Friulana in Movimento – è proporre a genitori ignari, e poco esperti delle complesse tematiche giuridiche affrontate, le finte verità enunciate dall’avv. Gianfranco Amato, presidente dell’associazione “Giuristi per la vita”, che non risulta nuovo a certe campagne di disinformazione, portavoce e baluardo della fantomatica ed inesistente “Teoria del gender”, uno spauracchio senza base scientifica che viene spesso agitato da gruppi fondamentalisti di matrice politica di estrema destra. Le informazioni date dall’avv. Amato, infatti, sono fuorvianti, in quanto decontestualizzate e imprecise. Ogni utilizzo del termine “genere” viene infatti estrapolato dal contesto normativo all’interno del quale esso è inserito per essere ricondotto nel quadro dialettico della “teoria gender” – così come da lui ridefinita – che sarebbe volta a spingere le giovani generazioni verso determinati orientamenti sessuali».

«Invitiamo pertanto, sia l’assessore Spagnolo che l’avv. Amato, a rileggere, nella loro interezza, le linee guida tracciate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità su queste tematiche. Nella loro introduzione è facilmente comprensibile, anche a chi non è esperto di questi argomenti, come gli obiettivi presi di mira da Spagnolo e Amato siano invece riconducibili a una educazione orientata verso il rispetto nei confronti della diversità, sia sessuale che di genere».

«Siamo certi – affermano i pentastellati – che l’assessore Spagnolo conosca il principio giuridico delle pari opportunità “inteso come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico”. La discriminazione basata su religione o convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali è proibita in tutta l’Unione europea poiché può pregiudicare il conseguimento degli obiettivi del trattato CE, in particolare il raggiungimento di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la coesione economica e sociale, la solidarietà e la libera circolazione delle persone».

«Siamo inoltre preoccupati degli effetti derivanti da questa campagna di disinformazione. Non solo essa tende a creare dei conflitti tra diverse categorie sociali sulla base di problematiche inesistenti ma non potrà fare altro che rendere ulteriormente più difficile il ruolo degli insegnanti. In Consiglio regionale, proprio per evitare il dilagare delle strumentalizzazioni, abbiamo appena fatto approvare un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a incrementare le azioni di diffusione corretta delle informazioni riguardanti i contenuti della riforma scolastica sul rispetto delle differenze e la parità di genere, in particolar modo – conclude Eleonora Frattolin – nei confronti degli amministratori locali, i quali, visto il ruolo istituzionale ricoperto, avrebbero l’obbligo morale di informarsi adeguatamente prima di appoggiare crociate contro i mulini a vento».

NON BISOGNA GUARDARE AL RISPARMIO QUANDO SI TRATTA DELLA SALUTE DEI CITTADINI

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«Oggi con una interrogazione a risposta immediata abbiamo chiesto all’assessore alla Salute Telesca se sia ancora in vigore l’accordo di programma che prevede il mantenimento dell’ambulanza a Grado durante tutto il corso dell’anno, e non solo durante il periodo estivo come al contrario previsto dal nuovo piano per le emergenze della giunta Serracchiani. Siamo rimasti basiti dal fatto che l’assessore non è stata in grado di fornire una risposta a questo nostro quesito, nonostante avesse a disposizione tutti gli uffici della direzione regionale per dirimere qualunque dubbio».

«In attesa pertanto della stessa risposta in Commissione, in sede di parere sul nuovo piano per le emergenze, manifestiamo fin da subito la nostra netta contrarietà al taglio programmato, che oltre a ridurre il servizio nel periodo estivo, lascerebbe completamente sguarnita Grado in inverno. Non saranno sufficienti a nostro avviso gli interventi di automezzi già a servizio di altre aree, che rimarrebbero a loro volta scoperte; è infatti impensabile che le postazioni delle ambulanze di Monfalcone e Cervignano che già oggi coprono il fabbisogno di un’area estesa su un totale di 450 km quadri possa sopperire alle emergenze del territorio di Grado. Il tutto senza contare che anche Monfalcone viene penalizzata dal taglio dell’automedica e dal fatto che in una delle due ambulanze il personale infermieristico verrà sostituito da personale volontario».

«Con questo nuovo piano delle emergenze si rischia di tirare una coperta troppo corta, che se potrà fornire una risposta più adeguata in alcuni territori, non coprirà più i bisogni dei gradesi. Non si possono considerare solo i risparmi quando è in ballo la salute dei cittadini».

CONSEGNATA PETIZIONE POPOLARE CONTRO LA CAVA DI REMANZACCO

Il MoVimento 5 Stelle di Remanzacco ha presentato oggi al presidente del Consiglio regionale Franco Iacop le 620 firme raccolte per la petizione popolare contraria all’aperura di una nuova cava per l’estrazione di inerti della superficie di quasi 220 mila metri quadrati per la profondità di 14 metri in Comune di Remanzacco. Le firme sono state raccolte a seguito delle attività di informazione che il MoVimento 5 Stelle ha svolto in varie occasioni portando all’attenzione dell’opinione pubblica il tentativo dell’amministrazione comunale – passata e presente – di far passare il più possibile sottotraccia l’accordo con il Consorzio Cavatori Inerti.

«La cava sarebbe la quinta in ordine di tempo a gravare sul territorio comunale ha spiegato la portavoce del MoVimento 5 Stelle di Remanzacco Maria Cristina De Michielis – e verrebbe aperta in una zona che studi geologici anche finanziati dalla Regione definiscono a rischio inondazione per l’attività erosiva esercitata dal torrente Torre nonché in prossimità del sito archeologico dei “Prati di San Martino”».

Il gruppo del MoVimento 5 Stelle di Remanzacco, supportato dai portavoce regionali, ha presentato inoltre anche una lunga serie di osservazioni presso gli uffici comunali e regionali che si occupano della Valutazione di Impatto Ambientale e della Valutazione Ambientale Strategica. «Per questo – aggiunge la portavoce del M5S – ribadiamo l’assoluta convinzione che tale operazione vada a vantaggio di pochi cavatori e a discapito dell’interesse della popolazione di Remanzacco che vedrebbe un’altra fetta del proprio territorio rovinata per sempre e sostituita tra chissà quanti anni da un fantomatico “parco” situato in una zona assolutamente marginale e che presenta già condizioni di evidente abbandono e degrado».

«Questo ulteriore progetto di cava si inserisce in un contesto regionale che ci vede come una delle poche regioni a non avere il piano regionale delle attività estrattive, sul quale sta lavorando la competente direzione, piano – spiega la portavoce del M5S in Consiglio regionale Eleonora Frattolin – che ha il compito di stabilire anche il fabbisogno regionale in termini di quantitativi di materiali. Soprattutto in un periodo di crisi del settore edile come quella che stiamo vivendo, non sappiamo – conclude Frattolin – se abbiamo davvero la necessità di scavare ancora o – piuttosto – se sia il caso di incentivare maggiormente le attività di sghiaiamento dei corsi d’acqua per il reperimento delle ghiaie».

LA GIUNTA SERRACCHIANI APPLICA NUOVAMENTE IL FAMOSO DETTO “DUE PESI DUE MISURE”

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«Ci spiace rilevare per l’ennesima volta la facilità con cui la giunta Serracchiani applica il famoso detto “due pesi due misure”. Un giorno occupa tutte le prime pagine dei giornali regionali con furore moralizzatore e codici etici, due giorni dopo – in pieno agosto – nomina un rinviato a giudizio in un processo che riguarda una maxi frode fiscale ad un ruolo che per legge (LR 14/2006 Art.6 commi 2 e 4) deve essere assegnato a esperti di riconosciuta competenza in materia programmatoria, organizzativa e gestionale, nonché di comprovata onorabilità e competenza scientifica e professionale e che, fra i vari compiti, hanno anche quello di dare un parere sui bilanci del Cro di Aviano. Questa la replica della portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi alle dichiarazioni dell’assessore Maria Sandra Telesca sulla nomina di Michelangelo Agrusti all’interno del Consiglio di indirizzo e di verifica del Cro di Aviano.

«Leggiamo su documenti pubblici (non dal curriculum vitae completo perché introvabile in rete) l’elenco degli incarichi e ruoli che questo professionista già occupa e ci domandiamo ancora una volta che razza di “superman” riescano ad essere alcuni personaggi. In questa regione ci sono 1.200.000 abitanti, in Italia 60 milioni, nel mondo 7 miliardi: non c’era nessun altro in grado di occupare degnamente quella posizione?» si chiede in chiusura Elena Bianchi.

CHIEDIAMO CHE LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA SUL TRASFERIMENTO DEI POSTI LETTO RSA AL SANATORIO TRIESTINO

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«Ancora guerre intestine per accaparrarsi la gestione dei posti letto di RSA e riabilitazione previsti dalla riforma sanitaria per il territorio triestino. Questi posti, ad oggi sono, assicurati dall’RSA San Giusto – struttura gestita direttamente dall’Azienda sanitaria – e da tre strutture private che continuano ad essere motivo di scontro tra proprietari, gestori e Sanità regionale».

«Lo scorso anno abbiamo assistito alla sconfortante lotta che aveva contrapposto il proprietario ed il gestore dell’RSA Mademar per accaparrarsi l’accreditamento regionale, scontro che aveva finito per penalizzare i lavoratori della cooperativa nel silenzio e nell’indifferenza delle Istituzioni regionali. Da alcune settimane sembra che la guerra sia scoppiata addirittura tra il proprietario di Casa Verde e la Direzione Centrale Salute, rea – sembrerebbe – di aver trasferito a fine luglio con un decreto di urgenza al Sanatorio Triestino i 38 posti letto di Rsa, senza avvisare il proprietario della struttura».

«In un esposto si denuncerebbero inoltre la mancanza dei requisiti necessari in capo al Sanatorio Triestino per svolgere la funzione di RSA e la stipulazione di subappalti, asseritamene vietati dal contratto. In attesa di verificare la veridicità di tali affermazioni non possiamo però non sottolineare come in aggiunta alle liste di attesa e alle difficoltà che devono affrontare quotidianamente gli ospedali triestini per dimettere i pazienti, risulterebbero pure bloccati i ricoveri presso questa RSA transitoriamente trasferita al Sanatorio, dove tra l’altro rimarrebbero utilizzati meno della metà dei posti disponibili».

«Ci piacerebbe inoltre sapere se fosse poi così urgente e a quale esigenze andava incontro il trasferimento – avallato dalla Regione – dell’Rsa Casa Verde dal sito di Servola al Sanatorio, presso il quale la carica di amministratore delegato è ricoperta dal dott. Salvatore Guarneri, da poco indicato dal Pd come commissario per Villa Russiz e poi sostituito a causa del duplice rinvio a giudizio sulla vicenda legata a “La Quiete”».

«Per fare luce su queste vicende abbiamo da poco presentato un’interrogazione per chiedere all’assessore Telesca di intervenire per risolvere queste problematiche e anche per sapere se abbia intenzione, all’interno della ristrutturazione dell’Ospedale Maggiore, di prevedere una nuova Rsa pubblica per pazienti meno gravi, come proposto anche da alcuni professionisti del settore, anche al fine di fronteggiare il pesante taglio di posti letto imposti da questa maggioranza con la riforma sanitaria. Non è giusto che anche questa volta ad essere penalizzati siano i cittadini in difficoltà che hanno bisogno di utilizzare quelle strutture!».

Andrea Ussai
portavoce del MoVimento 5 Stelle
Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia

CON L’ABUSO DEI COMMISSARI AD ACTA L’ESERCIZIO DEMOCRATICO DELLA POLITICA E’ DEFINITIVAMENTE FUORI MODA

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«Il pronto soccorso della maggioranza e del centro sinistra nel Friuli Venezia Giulia ha un nome e un cognome: Paolo Panontin. Esercitando i poteri sostitutivi attraverso i cosiddetti “commissari ad acta”, l’assessore regionale alle Autonomie locali, a Muggia, sta facendo le prove per garantire il funzionamento delle Uti (Unità territoriali intercomunali), aiutando al tempo stesso il sindaco Nesladek a uscire dall’impasse in cui si è ficcato e a riconquistare una parvenza di maggioranza. Con pratiche di questo tipo tutti sono avvisati: l’esercizio democratico della politica è definitivamente fuori moda». A lanciare l’allarme è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi.

«Per capire quanto accaduto bisogna soffermarsi su alcuni passaggi – spiega Bianchi -. Il prossimo anno a Muggia ci sono le elezioni e il tentativo di approvare il nuovo Piano regolatore (PRG) ha mandato in tilt il Consiglio comunale. Le dimissioni di Decolle (conflitto di interessi) e Riosa (motivi personali) e il dissenso di alcuni consiglieri della maggioranza, usciti al momento del voto insieme all’opposizione, hanno fatto cadere due volte di seguito il numero legale. In sostanza al momento non c’è più una maggioranza».

«Molto probabilmente, con l’ingresso dei due nuovi consiglieri che dovranno sostituire Decolle e Riosa, il sindaco Nesladek è convinto di avere nuovamente i numeri per governare e per portare avanti almeno due opere certamente utili alla sua campagna elettorale: la sede della Protezione civile e la messa in sicurezza del terrapieno Acquario. Quello che è certo – afferma la portavoce del M5S – è che quanto accaduto a Muggia rappresenta un vero e proprio campanello di allarme. La democratica e dialettica opposizione alla discutibile politica del sindaco Nesladek viene azzerata da un “commissario ad acta”, imponendo di fatto – conclude Bianchi – la volontà politica della Regione sulle assemblee comunali».

I PORTAVOCE REGIONALI INCONTRANO I CITTADINI

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Sostegno al reddito, immigrazione, rifiuti, Uti, sanità: domani a San Quirino l’incontro con i portavoce del MoVimento 5 Stelle eletti in Consiglio regionale

Sostegno al reddito, immigrazione, rifiuti, Uti, sanità. Sono questi alcuni dei temi che saranno trattati domani, venerdì 4 settembre, a San Quirino (il piccolo centro in provincia di Pordenone) dai cinque portavoce del MoVimento 5 Stelle eletti in Consiglio regionale: Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai.

L’incontro, aperto a tutti e organizzato dal gruppo M5S in Consiglio regionale in collaborazione con il gruppo San Quirino attivisti in MoVimento, si terrà in piazza Roma e avrà inizio alle ore 20.30.

GLI ULTIMI DATI ISTAT CONFERMANO CHE NONOSTANTE GLI ANNUNCI I DISOCCUPATI SONO IN AUMENTO

«La presidente Serracchiani deve spiegare verso quale direzione sta portando la nostra regione con le sue riforme e con i ritardi della programmazione europea. Perché secondo l’Istat ci sta conducendo verso il baratro!». Durissimo il commento del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo alla diffusione dei dati Istat sulla disoccupazione.

«Dopo l’errore del ministro Poletti, i dati smentiscono di nuovo la presidente e il vice presidente, ai quali già mesi avevamo contestato l’annunciata crescita occupazionale nel settore del commercio. Oggi l’Istat parla sì di una crescita, ma solo del numero dei disoccupati (dal 7,1% del 2014 al 8,5% del 2015) e delle persone in cerca di occupazione (+8.000 in un anno). Siamo arrivati a quota 46 mila!».

«Ora se sentiamo qualcuno della giunta Serracchiani o della maggioranza dire ancora che la Regione FVG sta andando nella “giusta direzione” iniziamo a credere – conclude il portavoce del M5S – che i progetti di questo esecutivo siano ben definiti e volti a produrre il disastro nel Friuli Venezia Giulia».

I dati sono disponibili a questo link:

http://www.istat.it/it/files/2015/09/Occupati-e-disoccupati_trimestrali_1_settembre.pdf?title=Occupati+e+disoccupati+%28trimestrali%29+-+01%2Fset%2F2015+-+Testo+integrale.pdf

AL CATTINARA DI TRIESTE LA CARENZA DEL PERSONALE E’ INACCETTABILE E PERICOLOSA PER LA SALUTE DEI PAZIENTI

«Quando si farà fronte alla carenza di personale che si continua a registrare presso il reparto di Medicina d’urgenza dell’ospedale di Cattinara?». Questa una delle domande rivolte alla giunta Serracchiani contenute in un’interrogazione presentata oggi dal portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai.

«Molto si è discusso sul taglio dei primari e dei posti letto e sulla riduzione delle funzioni attribuite al nosocomio triestino, ma viene posta ancora scarsa attenzione alla carenza di organico del personale del Servizio Sanitario Regionale sul cui lavoro si regge la qualità e la sicurezza delle cure fornite ai cittadini – sottolinea Ussai -. Con i primi di settembre il numero dei medici in pianta organica si ridurrà infatti a causa del pensionamento di uno dei medici del reparto di Medicina d’urgenza. Perdita grave perché, a causa dell’inadeguatezza della dotazione organica, già da tempo il personale era costretto all’allungamento della durata dei turni e quindi anche dell’orario di servizio fino a dodici ore consecutive e a ridurre le giornate di riposo».

«E’ inoltre previsto l’aumento di ulteriori 7 posti letto, di cui 3 di tipo intensivo-semiintensivo. Non possiamo fare finta di niente – attacca il portavoce del M5S -: l’aumento eccessivo dei carichi di lavoro e dei turni aumenta esponenzialmente il rischio di infortuni sul lavoro, errori professionali e “malpractice”. Rischi che secondo la ricerca clinica dipendono solamente per il 15% da fattori individuali e per l’85% da fattori organizzativi».

«Come se non bastasse il reparto di Medicina d’urgenza è stato trasferito dal sesto al tredicesimo piano dell’Ospedale di Cattinara a causa di lavori di ristrutturazione. Qui però non sono state predisposte le centraline per il monitoraggio dei pazienti in osservazione. E proprio per questa mancanza – conclude Ussai – bisognerebbe aumentare ulteriormente – e non certo ridurre – il personale addetto a vigilare costantemente sui pazienti monitorati».

ESPOSTO ALLA PROCURA PER SEGNALARE IL PROSEGUIMENTO DEI LAVORI SULL’ELETTRODOTTO DI REDIPUGLIA

Spett.le Procura di Udine,

io sottoscritto SERGO CRISTIAN nato a Udine il 16 gennaio 1977 residente in xxxxxxxxxxxxx, in qualità di consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle in Friuli Venezia Giulia, sono a rappresentarVi quanto segue.

Considerato che con la sentenza n. 3652 del 23 luglio 2015 della VI sezione del Consiglio di Stato è stato annullato il provvedimento di autorizzazione alla costruzione dell’elettrodotto a 380 Kw, in doppia terna, tra la stazione elettrica di Udine ovest e la stazione elettrica di Redipuglia, rilasciato con decreto interministeriale del Ministro dello sviluppo economico e del Ministero dell’ambiente n. 239/EL-146/181/2013 in data 12 marzo 2013.

Atteso che il giorno 1 agosto 2015 ho inoltrato alla Direzione Territoriale del Lavoro di Udine alla c.a. del Direttore Gianna Da Ronch una segnalazione inerente alcune operazioni svolte dagli operai per conto della ditta Terna S.P.A. presso uno dei cantieri aperti nel costruendo elettrodotto Udine Ovest – Redipuglia. Segnatamente inviavo materiale fotografico attestante un operaio che agiva a molti metri d’altezza senza indossare l’elmetto protettivo. Dopo cinque giorni il Direttore De Ronch inviava la mia segnalazione agli uffici competenti sul territorio. In data 13 agosto 2015 ricevevo comunicazione dalla dr.ssa Zuliani Direttore S.O.C. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Udine, che da verifiche da loro effettuate in quei giorni “non risultano presenti lavori in corso nel sito oggetto della segnalazione” e che comunque in data “29.07.2015 Terna Rete Italiana ha comunicato la sospensione dei lavori e la messa in sicurezza delle opere realizzate”, senza specificare da chi sia stata eventualmente autorizzata la messa in sicurezza, ovvero se la stessa risponde a criteri di legittimità indipendente da valutazioni autonome e quindi di parte.

Considerato che in data 21 agosto 2015, ma alcuni cittadini mi dicono che anche in data odierna è così, ho visto personalmente degli operai lavorare ancora sui Piloni dell’elettrodotto, nelle località di Lavariano, Risano e Pozzuolo del Friuli. Mi son pertanto premurato di sentire la dr.ssa Zuliani per via telefonica nella mattinata di lunedì 24 agosto 2015 e la stessa mi confermava che comunque dalle fotografie si evidenziava un mancato rispetto delle regole, ma visto il tempo trascorso non sarebbe stato possibile per lei intervenire. Nel corso della chiamata ho chiesto se l’Ufficio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di cui è direttore fosse in possesso dell’eventuale autorizzazione secondo la quale Terna Rete Italiana sia stata autorizzata a mettere in sicurezza i cantieri, ma mi è stato risposto che nulla è stato mai inoltrato al suo Ufficio.

Atteso che per quanto di mia conoscenza nemmeno i sindaci dei Comuni interessati dall’attraversamento dell’opera né gli Uffici Regionali del Servizio Energia hanno ricevuto l’eventuale autorizzazione.

Visto che sui lavori in corso sono stati interessati anche alcuni parlamentari ed in data 5 agosto 2015 è stata presentata un’interrogazione scritta a firma Vignaroli in cui si chiede ai competenti ministeri “se i lavori attualmente in corso all’elettrodotto siano relativi alla prosecuzione dell’opera ovvero se si tratti esclusivamente di opere necessarie alla messa in sicurezza, così come dichiarato da Terna”.
L’interrogazione risulta tuttora inevasa.

Attese le parole della Presidente Serracchiani rilasciate ad Aquileia in data 2 agosto 2015 “Ho letto le carte della sentenza e mi viene il dubbio che chi ha preso quella decisione non sapesse che il 70 per cento dell’opera è già stata realizzata”, quasi a voler legittimare la continuazione dell’opera, ancorché secondo il Consiglio di Stato non autorizzata in maniera legittima.

Tutto ciò premesso, non mi resta che rivolgermi a codesta Spett.le Procura per conoscere:

– sulla base di quale autorizzazione Terna Rete Italiana stia continuando ad operare sui cantieri dell’elettrodotto Udine Ovest – Redipuglia;

– chi abbia rilasciato tale eventuale documento;

– a quale ente o istituzione sia stato presentato e se lo stesso è pubblico ed è possibile riceverne copia, un tanto per poter tranquillizzare l’opinione pubblica sull’affermazione dello Stato di diritto;

Cristian Sergo
portavoce MoVimento 5 Stelle
Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia

SILOS DI TRIESTE: I RICHIEDENTI ASILO MERITANO UN TRATTAMENTO PIU’ DIGNITOSO

«Questa mattina abbiamo fatto un sopralluogo presso il Silos di Trieste. La situazione che abbiamo trovato dimostra, ancora una volta, l’incapacità e la difficoltà di gestire questa situazione. Le 200 persone che attualmente si trovano all’interno della struttura, vivono in condizioni pietose. Dormono per terra o in capanne costruite per non bagnarsi. Piove dentro e il pavimento è ricoperto di fango. Non hanno un wc. Queste persone trascorrono le giornate in giro per la città. Alla sera alcuni volontari portano loro dei pasti».

«Abbiamo parlato con un ragazzo afgano che è qui da 21 giorni. Ha speso 10 mila dollari per il suo viaggio della speranza. Ci ha raccontato di aver viaggiato in un container dall’Afghanistan fino all’Italia».

«Chiediamo un intervento urgente della Protezione civile regionale. Bisogna dotare l’area di tende dove queste persone possano trovare una sistemazione più dignitosa».

«Trieste viene spesso citata come modello di accoglienza! Ma da quanto abbiamo appurato non ci sembra che sia sempre così. Il motivo è che chi governa questa città, come questa regione, non è in grado di fare rispettare la quota massima di migranti presenti sul nostro territorio. Quota che non può essere illimitata, a garanzia di una migliore convivenza con gli altri cittadini e per riuscire a fornire condizioni dignitose per i richiedenti asilo che hanno realmente i requisiti».

Gruppo consigliare regionale
Gruppo comunale Trieste
MoVimento 5 Stelle

VARIANTE DI DIGNANO: CHIEDIAMO URGENTEMENTE UNA NUOVA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

«La giunta Serracchiani deve sottoporre il progetto della Variante di Dignano a una nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale. Come ha dimostrato lo studio presentato dai professori Campeol, Scarpa e Zangheri, lo screening di Via sul progetto realizzato dalla Regione è molto carente in alcuni passaggi fondamentali per la Valutazione». A sostenerlo è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo, prima firmataria di una mozione depositata in Consiglio regionale.

«Molti dati – sottolinea Dal Zovo – non sono stati nemmeno tenuti in considerazione e alcune normative sono cambiate. Va ricordato che la Valutazione di impatto ambientale è uno strumento per individuare, descrivere e valutare gli effetti diretti ed indiretti di un progetto sulla salute umana e su alcune componenti ambientali come la fauna, la flora, il suolo, le acque, l’aria, il clima, il paesaggio e il patrimonio culturale e sull’interazione fra questi fattori e componenti. L’obiettivo di questo strumento è quello di proteggere la salute umana, contribuire a migliorare la qualità della vita attraverso la tutela dell’ambiente, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita».

«Queste non sono nostre opinioni. Queste sono le parole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) – aggiunge la portavoce del M5S -. Purtroppo sono troppi i punti bui rilevati dallo studio, troppe le leggerezze che sono state fatte nello screening di Via, troppe le norme e regole cambiate, da quando questo progetto è nato. La riapertura di questo procedimento, tra l’altro, non bloccherebbe l’iter di attuazione della Variante, ma sarebbe un modo utile – conclude Ilaria dal Zovo – per verificare la compatibilità ambientale dell’opera, la sua ingerenza sul territorio e sull’ambiente e le possibili modifiche da attuare».

CLICK QUI per la mozione presentata dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

TERNA CONTINUA IMPERTERRITA A DARCI RAGIONE

Nel corso degli anni abbiamo capito che a Terna piace giocare con le parole e con i numeri.

Oggi veniamo tirati in ballo dalla società che tutta contenta sforna i dati relativi all’innalzamento dei consumi energetici in Italia e in Friuli Venezia Giulia, visto che in luglio si è battuto il record.

Ci mancherebbe anche che così non fosse stato, atteso che in luglio le fabbriche sono di norma ancora aperte e le temperature han segnato picchi anche oltre i 5 gradi rispetto alle medie stagionali.

È un peccato che Terna spa non abbia ricordato due fattori importanti. Il primo è che i dati da noi riportati sono gli stessi citati dalla Regione. Terna vuol forse dirci che la Regione elabora documenti falsi? Non lo crediamo.

Il secondo e ben più importante fattore, volutamente non rilevato da Terna, è che le nostre osservazioni sui consumi energetici e sul fabbisogno regionale non hanno mai avuto lo scopo di dimostrare che l’elettrodotto non fosse necessario: se lo pensassimo saremmo qui a sostenere l’ipotesi zero, ovvero la non realizzazione dell’opera, mentre da sempre abbiamo sostenuto che l’opera dovesse essere portata a termine,  ma interrata.

Girare la frittata serve a poco di fronte a cittadini informati e noi abbiamo appunto dimostrato, dati alla mano, come non ci sia alcun pericolo di black out, contrariamente a quanto Terna sosteneva solo due settimane fa.

Come mai, infatti, nonostante il record di consumi, non è saltato nemmeno un lampione della nostra Regione?

Semplice, la risposta la fornisce lo stesso ad di Terna spa Matteo Del Fante: “In questo Luglio di caldo estremo in Italia si è toccato il picco storico dei consumi elettrici ma la rete non ha avuto alcun problema a gestirlo.

Oggi il grande parco solare ed eolico del paese garantisce da solo il 40% dei consumi, la potenza delle rinnovabili viene interamente sfruttata in tutta Italia perché la rete è stata rinnovata, con investimenti pari a 9 miliardi in circa 10 anni e i colli di bottiglia del passato non esistono più. L’ultimo tassello ancora da completare, il collegamento ad alta performance con la Sicilia, è stato già realizzato ed è in attesa delle ultime autorizzazioni.”

Aumentano le fonti rinnovabili e non viene detta nemmeno una parola sull’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest.

Grazie di darci ragione, ancora una volta.

 

RITENIAMO CHE LE PAROLE DELLA PRESIDENTE SIANO VERGOGNOSE

Non bastava leggere i tentativi di Terna spa di voler nascondere le proprie responsabilità su quanto in essere nella nostra Regione, senza rilasciare un commento nel merito della Sentenza del Consiglio di Stato, nè una motivazione valida che possa giustificarne il ricorso in Cassazione e il conseguente aggravio di spese, tanto pagano i cittadini con le bollette.

Nemmeno una considerazione è stata rilasciata sul fatto che se avessero atteso l’esito della sentenza invece di accelerare i lavori proprio negli ultimi mesi, ora non saremmo in queste situazioni.

Ma su questo ieri, purtroppo, si è espressa anche la Presidente Serracchiani la quale continua a manifestare l’avversione del PD verso le sentenze della magistratura in quella che sta diventando una insopportabile commistione tra i tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) sulla cui divisione si basa la nostra Repubblica e lo stato di diritto. Fa paura leggere certe considerazioni dai vertici di un Partito che si autoproclama “democratico” e non è la prima volta che accade, già il Ministro Padoan si era scagliato contro la Consulta sulla sentenza relativa al rimborso delle pensioni: forse anche la Serracchiani avrebbe voluto esser consultata dal Consiglio di Stato prima che questo emettesse la sentenza?

Il fatto che si dica che ormai l’opera è stata realizzata al 70% significa che quando i cittadini denunciavano le possibili irregolarità nel suo iter procedurale la Regione preferiva non intervenire e dire che era tutto regolare e questo ha permesso di mettere tutti di fronte al fatto (quasi) compiuto e poter dire: ormai è così. Ma la sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito che proprio tutto regolare non era e ora ci si scaglia contro i giudici: vergogna!

È come se noi avessimo condannato i giudici del TAR del Lazio che avevano dato torto ai cittadini e ai comuni in primo grado costringendoli a ricorrere di fronte al consiglio. Le sentenze si rispettano sempre e comunque.  Ora però è stata messa la parola fine sulla querelle e la Presidente se ne faccia una ragione e veda di risolvere il problema.

Forse dovrebbe anche informarsi con i vertici dell’Abs e farsi spiegare che gli investimenti milionari degli ultimi anni hanno già apportato una riduzione dei consumi energetici del 14% e che altri investimenti devono esser effettuati, forse capirà una volta per tutte che questi ricatti occupazionali hanno ben altri fini.

DOPO L’ANNUNCIO DI CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA DI PORTOGRUARO RITENIAMO CHE IL RUOLO DI LATISANA SIA SEMPRE PIÙ STRATEGICO

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Sanità, Ussai (M5S): «Il Veneto ha annunciato la chiusura del Punto nascita di Portogruaro. Sempre più strategico il ruolo di Latisana»

«Due giorni fa l’Azienda Sanitaria n° 10 della regione Veneto ha annunciato la chiusura – temporanea – del Punto nascita di Portogruaro. Una chiusura che dovrebbe durare circa 2 mesi, fino al 30 settembre. Fino a quella data, presso l’ospedale di Portogruaro, potranno essere trattate solamente le emergenze. Per tutte le altre esigenze le donne “in dolce attesa” dovranno recarsi al presidio di San Donà di Piave. È una decisione – un vero e proprio segnale d’allarme – che rende ancora più importante il ruolo del Punto nascita di Latisana». A dare la notizia è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai che assieme agli attivisti di Latisana si batte per il mantenimento del presidio latisanese.

«Non c’è niente da fare. Il sindaco di Palmanova non ne azzecca una – attacca Ussai -. Solo qualche giorno fa, dilettandosi nel fare previsioni, aveva dichiarato, infatti, a mezzo stampa che “Portogruaro mai verrà chiuso”. A questo punto ci auguriamo che i fatti continuino a smentire il primo cittadino anche dopo il 30 settembre! Anche perché si susseguono le voci riguardanti una chiusura definitiva della struttura portogruarese».

«E la Regione Fvg che farà? Si attiverà per attrarre altre pazienti dal Veneto, facendo conoscere le sale parto nuove del Punto nascita di Latisana? E ancora: la giunta Serracchiani si attiverà finalmente per inaugurare il reparto materno-infantile che, ricordiamo, è già pronto da più di un anno? Oppure la Regione continuerà a tergiversare cercando di non incrementare eccessivamente il numero delle nascite come forse vorrebbe qualcuno?». Queste le domande che il portavoce del M5S rivolge alla giunta Serracchiani.

«Come M5S crediamo che anche gli aspetti economici rafforzino le posizioni di chi vuole mantenere il Punto nascita di Latisana che già oggi è di forte attrazioneUn terzo delle partorienti, infatti, proviene già da fuori Regione, fatto questo che permette al sistema sanitario regionale di incassare risorse importanti – sottolinea il consigliere pentastellato -. Il risparmio di un’eventuale chiusura, stimato ufficialmente in 1.5/2 milioni di euro, è infatti tutto da dimostrare dato che i costi per i servizi alternativi non sono stati quantificati».

«Analizzando i dati del 2014, con la chiusura del Punto nascita di Latisana il mancato introito, generato dall’attrazione extraregionale per prestazioni ginecologiche e pediatriche, sarebbe di circa 1 milione di euro. Viceversa, con la soppressione della struttura di Palmanova avremmo una perdita di appena circa 50 mila euro. A questo va aggiunto il costo della fuga verso il Veneto che è tutto da quantificare. Un fenomeno che sarà diffuso visto che dal Latisanese è più comodo rivolgersi alle strutture del Veneto con grande soddisfazione del presidente Zaia che, senza sforzo alcuno, otterrebbe un discreto tornaconto economico per le casse della sua Regione. Una fuga che potrebbe anche favorire – come molti sospettano – alcune strutture private che si trovano a ridosso del confine con il Friuli Venezia Giulia e che pare si stiano già organizzando per ampliare l’offerta»

«Insomma, la scelta di chiudere l’area materno infantile di Latisana non risponde né a criteri di sicurezza né tanto meno a quelli economici. Resta in piedi l’ipotesi della “convenienza politica”. Ma noi sappiamo – conclude Ussai – che chi governa il Friuli Venezia Giulia non bada mai a questi aspetti!».

I DATI PRESENTATI DALLA REGIONE SMENTISCONO L’ALLARME BLACK OUT

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«L’allarme “black out” è ridicolo. Sono gli stessi dati presentati dalla Regione solo pochi mesi fa a smentire questa ipotesi. Siamo in presenza invece di un calo evidente dei consumi energetici, causato dalla crisi industriale, da una parte, e dall’efficientamento energetico dall’altra. Basti pensare che negli ultimi anni in Regione c’è stato “un calo del 4,3% (da 10.030,4 GWh a 9.603,1 GWh)” e che i consumi industriali hanno subito un crollo del 14,1% dal 2007 a oggi. E la cosa non cambierà nel futuro. Analizzando infatti il trend di lungo periodo si scopre che ci sarà una progressiva riduzione della quota di consumi industriali». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo, durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Udine, dedicata alla situazione e alle prospettive dell’Elettrodotto Redipuglia – Udine ovest alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, ha messo in evidenza, numeri alla mano, quale sia il reale fabbisogno energetico del Friuli Venezia Giulia. 

«Il MoVimento 5 Stelle ha sempre sostenuto l’interramento di quest’opera – ricorda Sergo -. L’elettrodotto potrebbe affiancare tranquillamente l’autostrada che da Redipuglia arriva fino a Udine, allungando il tragitto di soli 3 km. È la stessa Terna che sta lavorando a un progetto analogo in Piemonte. E allora perché in Piemonte si può fare e qui da noi no? Come ha dimostrato in modo netto la sentenza del Consiglio di Stato non si possono impiantare piloni negli alvei dei fiumi o far passare fili sopra la testa degli automobilisti o a pochi metri dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari».

«Combatteremo con tutte le nostre forze contro chi oggi va sostenendo sostiene che ormai l’opera vada completata, costi quel che costi,mitigando l’impatto che l’elettrodotto sta già avendo sull’ambiente e sul territorio. A queste persone ricordiamo che il Consiglio di Stato ha ribadito, chiaramente, che il “paesaggio non è in vendita”. O forse pensano di avvolgere i fili e i pali dell’elettrodotto alti 65 metri con l’edera e altre piante arrampicanti?».

«Questa è una vittoria dello Stato di diritto e della legalità. E visto che la presidente della Regione ha iniziato a cospargersi il capo di cenere per le malefatte dei suoi “colleghi”, c’è da chiedersi – conclude Sergo – come mai oggi la Serracchiani non chieda scusa a chi per anni si è battuto per tutelare l’ambiente e il paesaggio nel Friuli Venezia Giulia?!».

 

Qui sono consultabili i dati presentati dalla Regione –> http://bit.ly/1f584uv

Qui invece si può guardare il video dedicato al progetto dell’elettrodotto interrato che Terna realizzerà in Piemonte –> http://bit.ly/1hvgPjp