sabato, 11 Gennaio 2025
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REDDITO DI CITTADINANZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

“Il Friuli Venezia Giulia fa il primo fondamentale passo per la dignità di tutti i suoi cittadini. Con il contributo decisivo del MoVimento 5 Stelle e’ stata approvata la legge regionale unificata sul reddito di cittadinanza. La norma approvata, recepisce gran parte delle proposte contenute nel disegno di legge regionale depositato nell’aprile 2014 dal M5S Friuli Venezia Giulia. La misura approvata porterà benefici a 8.000/10.000 nuclei famigliari in difficoltà.

Queste le principali caratteristiche:
A) Verrà elargito un contributo massimo di 550 euro mensili per la durata massima di 24 mesi
B) Potranno usufruirne tutti coloro che hanno un reddito certificato Isee inferiore ai 6.000 euro annui residenti nella regione Friuli Venezia Giulia
C) L’elargizione e’ vincolata alla sottoscrizione di un Patto d’inclusione che può prevedere formazione, ricerca lavoro e attività socialmente utili
D) Sosterrà anche i pensionati in difficoltà
E) E’ stata approvata anche la proposta del M5S che vincola l’elargizione del reddito all’educazione scolastica. Se nella famiglia si registrano fenomeni di abbandono scolastico l’aiuto viene sospeso.
F) Per poter usufruire del reddito di cittadinanza regionale e’ stata accolta anche la proposta del M5S che fissa il limite di residenza minima di 2 anni in Friuli Venezia Giulia.

Fonte –> http://www.beppegrillo.it/2015/06/reddito_di_cittadinanza_in_friuli_venezia_giulia.html

Beppe Grillo telefona agli attivisti e portavoce del M5S per complimentarsi in merito al grande risultato ottenuto sul sostegno al reddito

«Avete tutta la mia ammirazione e quella di tutto il MoVimento 5 Stelle. Il risultato che avete ottenuto sarà un simbolo per tutte le altre regioni italiane». Beppe Grillo ha concluso così la telefonata fatta ai portavoce e agli attivisti del M5S subito dopo l’approvazione in Consiglio regionale della proposta di legge riguardante le “misure di inclusione attiva e sostegno al reddito”. Attivisti giunti numerosi per assistere ai lavori in Aula.
«Il cosiddetto “capitalismo flessibile” sta cambiando radicalmente il concetto di lavoro. Non è più il lavoro ad essere flessibile, ma la vita delle persone. Non ci sono più i disoccupati, ma i “sottoccupati” che aspettano – h24 – una qualsiasi proposta di lavoro. Negli Usa oggi un ragazzo di 30 anni ha già cambiato 15 posti di lavoro e 4 volte casa. Dobbiamo contenere questa visione del mondo – ha aggiunto Grillo -. Il sistema della crescita basata sul Pil è ormai esploso come dimostra purtroppo quanto sta accadendo in Grecia».
«Con questi risultati abbiamo dato inizio a qualcosa di straordinario. È un piccolo passo importante verso quel “reddito universale” che – ha detto – dovrebbe garantire a chiunque sul Pianeta una vita dignitosa».
Poco dopo è arrivata anche la telefonata di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei deputati. «Avete segnato un punto decisivo anche perché Renzi continua a dichiarare che queste misure sono incostituzionali – ha ricordato Di Maio -. Debora Serracchiani invece ha appoggiato questa proposta, dimostrando che nel Friuli Venezia Giulia il sostegno al reddito può diventare una realtà».

Vittoria a 5 stelle sul sostegno al reddito

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«Dopo due anni e mezzo di battaglie politiche e di pressing asfissiante sulla giunta Serracchiani, siamo riusciti a far approvare una proposta di legge di sostegno al reddito nel Friuli Venezia Giulia. Si tratta della prima misura concreta approvata da una regione italiana. Simile a quelle che ritroviamo in tutta Europa, tranne – purtroppo – in Grecia e nel nostro Paese. Siamo soddisfatti e orgogliosi per questo risultato che permetterà a molti nostri concittadini e a molti piccoli imprenditori di guardare al futuro con maggiore speranza».

Oggi si è concretizzata finalmente una delle battaglie storiche del MoVimento 5 Stelle che solo il mese scorso ha radunato in Umbria più di 50 mila persone in occasione della marcia Perugia-Assisi per il reddito minimo. Per questo il gruppo del M5S in Consiglio regionale ha deciso di votare a favore della proposta di legge riguardante le “misure di inclusione attiva e sostegno al reddito”.

«Oggi il Consiglio ha licenziato un provvedimento che prevede, infatti, una serie di interventi integrati volti a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale. Allo stesso tempo, favorendo la promozione delle condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro e alla formazione, potranno essere realizzate delle politiche finalizzate al sostegno economico e all’inserimento sociale di tutti i soggetti in pericolo di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro».

«Siamo di fronte, a tutti gli effetti, a un’azione di “workfare” – spiegano i portavoce del M5S – che si differenzia da una misura assistenziale perché chi farà domanda, dovrà anche rendersi disponibile a espletare attività utili per la comunità, pena la decadenza dal beneficio. Siamo convinti che l’erogazione di queste importanti risorse potrà garantire un beneficio anche alle nostre imprese, soprattutto quelle commerciali, che in questi anni hanno visto molte aziende del settore chiudere i battenti per la contrazione dei consumi e della domanda interna».

«Abbiamo approvato – è vero – una misura ancora sperimentale. Da oggi la sfida che ci attende è quella di proporre aggiustamenti che potranno essere inseriti nel regolamento, aumentando o restringendo la platea dei beneficiari, ritoccando le soglie Isee previste per l’accesso, gli obblighi dei beneficiari, l’importo massimo erogabile e i controlli previsti. Per noi del MoVimento 5 Stelle, cittadini impegnati nelle istituzioni, l’impegno – concludono – resta infatti sempre lo stesso: “nessuno deve rimanere indietro”».

TRASPARENZA A MUGGIA: BISOGNA RENDERE PUBBLICHE LE VIDEOREGISTRAZIONI SIA DEL CONSIGLIO CHE DELLE COMMISSIONI

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Trasparenza a Muggia, M5S: «Bisogna rendere pubbliche le videoregistrazioni sia del Consiglio che delle commissioni»

I partiti negli ultimi anni si sono spesso vantati sui quotidiani della trasparenza delle loro amministrazioni, introducendo leggi e regolamenti per normare la visibilità del loro operato. «Assistendo alle commissioni sul Piano regolatore di Muggia – dichiara Cristian Bacci degli Amici di Beppe Grillo Muggia – ci sarebbe piaciuto condividere le molte informazioni e l’ottimo lavoro degli uffici. Abbiamo fatto richiesta di poter videoregistrare gli incontri ma ci è stata negata».

La motivazione rimanda all’art. 24 del Regolamento del Consiglio comunale di Muggia che recita “Le registrazioni delle adunanze sono consentite ai fini della sola attività documentale istituzionale del Comune di Muggia” ed “è possibile la ripresa … nei soli casi in cui debba essere garantito il diritto di cronaca, dovuto a fatti ed episodi di rilevante attualità, da parte degli organi di informazione, iscritti al registro del tribunale competente per territorio, ai sensi della vigente normativa in materia, previa autorizzazione del Presidente del Consiglio comunale. …”.

«L’approvazione del Piano regolatore è di massima attualità per i cittadini – prosegue il grillino Emanuele Romano – considerato che le sedute sono pubbliche, il loro contenuto deve essere pubblico e reso disponibile al pubblico in qualsiasi forma, audio, video o scritta, e non appannaggio esclusivo dei presenti e degli organi di informazione. Questa non è trasparenza, ma opacità estrema».

Il Regolamento è in vigore dal 2004, la logica della scatola chiusa è trasversale ai partiti di destra e di sinistra. Modificare il regolamento e rendere pubbliche le videoregistrazioni, sia del Consiglio che delle commissioni, sarebbe un valore aggiunto enorme per la comunità. «Ogni cittadino che ha presentato delle opposizioni potrebbe ascoltare anche da casa propria il dibattito e le motivazioni dei dinieghi dell’amministrazione – aggiunge la pentastellata Erica Flego -. Peccato che, dagli atti pubblici, di tutto questo resterà una frase tipo “Opposizione numero uno, favorevoli, contrari, astenuti, respinta!”».

«In questi anni, in cui si parla tanto di spending review, si persevera a utilizzare tonnellate di carta, invece di rendere tutto pubblico e accessibile online – rincara il consigliere regionale Cristian Sergo -. Pare evidente che la “casta” non intenda cedere davanti le giuste recriminazioni anche dei loro stessi elettori. Anche a Muggia c’è bisogno di un’aria nuova e di un sindaco a 5 Stelle».

Denuncia del M5S sulle Grotte del Carso inquinate

«Venerdì abbiamo fatto un sopralluogo assieme al portavoce alla Camera Stefano Vignaroli (vicepresidente commissione bicamerale “illecito rifiuti”), per vedere con i nostri occhi la situazione delle grotte carsiche. Quello che abbiamo visto è una grotta piena di oli e idrocarburi, accessibile da chiunque. Questo argomento non sembra essere una priorità né per la presidente della Regione Serracchiani né tanto meno per il nuovo capogruppo del Partito democratico alla Camera Ettore Rosato che nel 2010 presentò una interrogazione sul tema. Siamo di fronte ad una emergenza ambientale di grosse proporzioni e i politici di professione che sono al potere a Roma e a Trieste tacciono, trascurando i rischi per i cittadini e per il territorio». Il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale punta il dito in particolare contro la presidente della Regione Debora Serracchiani.

«Non avendo ricevuto risposte alle interrogazioni depositate da più di un anno, con una mozione – spiega la prima firmataria Ilaria Dal Zovo – abbiamo chiesto all’esecutivo regionale di prendere dei provvedimenti urgenti per arginare l’inquinamento che sta devastando le grotte del Carso. Da 15 anni, grazie al Club Alpinistico Triestino, siamo a conoscenza, infatti, che sul Carso triestino sono almeno 359 gli ipogei naturali che versano in uno stato di degrado allarmante: 52 risultano inquinati, 54 presentano rifiuti, 236 sono persino ostruiti e 17 addirittura distrutti. Inoltre – aggiunge – nella Provincia di Gorizia sono presenti 18 grotte ampiamente compromesse: 3 sono inquinate, 4 sono piene zeppe di rifiuti, 9 sono ostruite e 2 addirittura distrutte. Ricordiamo che la Grotta denominata nel Catasto Regionale delle Grotte “Pozzo dei Colombi” è stato riempita con lo scarico di terra e rifiuti di ogni genere, tra i quali idrocarburi e olii esausti sversati lì dopo l’attentato di Settembre Nero ai serbatoi della Siot di Trieste».

«Di fonte a questo scempio bisogna avviare immediatamente un monitoraggio delle grotte inquinate, assumendo tutte le misure necessarie per favorirne la bonifica, tenendo presente che, trattandosi per lo più di terreno carsico, dovrebbero essere controllate con particolare attenzione quelle contenenti idrocarburi e altre sostanze pericolose per la salute dei cittadini. Va posta inoltre una particolare attenzione al sito di Trebiciano – sottolinea Dal Zovo -. Bisogna assolutamente impedire ripercussioni dannose sulle falde acquifere sotterranee sottostanti. Stiamo parlando, infatti, di un’area utilizzata per reperire l’acqua destinata al consumo di migliaia di famiglie delle province di Trieste e di Gorizia».

«Cosa aspetta la Serracchiani a chiedere cofinanziamenti all’Unione europea ai sensi della direttiva 92/43/CEE per la tutela delle ZSC costituite da habitat rocciosi e grotte? – attacca la consigliera regionale -. Non c’è più tempo da perdere. Di fronte a questo enorme problema ambientale è venuto il momento – conclude Dal Zovo – di valutare se ci siano i presupposti per avviare la procedura con il competente Ministero affinché l’area carsica inquinata venga riconosciuta come “Sito di Interesse Nazionale”».

Di seguito alcune immagini del sopralluogo del MoVimento 5 Stelle

Presentata la nuova proposta di legge del Movimento 5 stelle FVG che comprende un pacchetto organico di misure per proteggere ambiente e salute dei cittadini.

«Con la nostra proposta di legge vogliamo eliminare gli sprechi e la re-immissione dei materiali trattati nei cicli produttivi. Il nostro obiettivo è quello di massimizzare la “Riduzione dei rifiuti”, il “Riuso dei beni a fine vita” e il “Riciclaggio”. Vogliamo invece minimizzare – fino a tendere allo zero – lo “Smaltimento”, il “Recupero di energia” e il “Recupero di materia diverso dal riciclaggio”». La portavoce in Consiglio regionale Eleonora Frattolin introduce così la nuova proposta di legge del MoVimento 5 Stelle Fvg presentata questa mattina in Regione.

«In questo modo – aggiunge – vogliamo continuare a proteggere l’ambiente e la salute umana in particolare eliminando il ricorso alla combustione e all’incenerimento dei rifiuti che producono emissioni nocive. Una battaglia che si fonda sul rafforzamento della prevenzione primaria delle malattie attribuibili a queste pratiche. Senza trascurare di assicurare un’informazione continua e trasparente in materia di ambiente e rifiuti».

«Puntiamo, inoltre, a introdurre il principio di responsabilità di ogni soggetto della filiera del ciclo dei rifiuti – sottolinea Frattolin -. Bisogna recepire e applicare i programmi d’azione e gli indirizzi dell’Unione europea e le risoluzioni del Parlamento europeo, sia per quanto concerne la riduzione della produzione dei rifiuti e l’indicazione della scala delle priorità nella gestione dei rifiuti, che la necessità di introdurre gradualmente sia un divieto di smaltimento in discarica che l’abolizione dell’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili».

Per perseguire queste finalità, il progetto di legge del MoVimento 5 Stelle Fvg contiene una serie di misure finalizzate a:

– promuovere e incentivare anche economicamente una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo, basata sulla riduzione della produzione dei rifiuti, sulla raccolta differenziata domiciliare spinta, sulla tariffa puntuale che responsabilizzi l’utente, sul riuso dei beni a fine vita, sul riciclo dei materiali differenziati, sul recupero massimo di materia anche dai rifiuti residuali, sulla riduzione della loro pericolosità, la riprogettazione dei materiali in vista di una loro totale ricuperabilità, ribadendo l’importanza della ricerca e dello sviluppo tecnologico per la prevenzione dei rifiuti oltre che per l’efficienza delle risorse;

– spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo sia attraverso meccanismi economici automatici di premiazione dei soggetti che, applicando le migliori pratiche, ottengono i migliori risultati in termini di riduzione, riuso e riciclo, e viceversa penalizzando i soggetti che continuano ad applicare pratiche contrarie, sia finanziando i costi di avvio ai soggetti che decidono di riconvertire la gestione verso pratiche virtuose, sia sostenendo gli investimenti delle filiere legate al riuso e riciclo;

– contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive di materiali preziosi, che smaltiti non in sicurezza o inceneriti determinano il rilascio di sostanze inquinanti dannose per l’ambiente e per la salute;

– ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l’incenerimento, perseguendo la progressiva dismissione degli inceneritori esistenti, a partire da una moratoria sino al 2020 delle autorizzazioni alla costruzione di nuovi impianti;

– dettare le norme che regolano l’accesso dei cittadini all’informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti e salvaguardia della salute e dell’ambiente.

Oltre a Eleonora Frattolin, prima firmataria della proposta di legge, alla conferenza stampa di presentazione erano presenti il portavoce del M5S alla Camera dei deputati Stefano Vignaroli (vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati) e gli altri portavoce del M5S in Consiglio regionale, Elena Bianchi, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai.

MISURE CONTENUTE NELLA PROPOSTA DI LEGGE:

– Obiettivi da raggiungere in termini di percentuale di raccolta differenziata, riuso, riciclato e compostato, recupero effettivo di materia, riduzione di rifiuti in peso

– Descrizione raccolta differenziata puntuale dei rifiuti che gli enti locali devono organizzare, con la previsione dell’omologazione di materiali e attrezzature per la raccolta

– Tariffazione puntuale (quota fissa + variabile) e eventuali sconti per compostaggio domestico e frazioni differenziate

– Moratoria all’incenerimento dei rifiuti

– Patto di riconversione impiantistica: i gestori di impianti di incenerimento hanno diritto di ottenere in 3 anni l’autorizzazione per impianti di recupero della materia e elementi premianti nelle gare d’appalto

– Programma regionale di riconversione impiantistica industriale

– Divieto di smaltimento e incenerimento di rifiuti riusabili, riciclabili e non trattati

– Principio di autosufficienza territoriale regionale

– Divieto di diluizione o riciclo delle scorie/ceneri da combustione/incenerimento

– Rimodulazione tributo speciale allo smaltimento e al recupero energetico e tariffe di ingresso agli impianti

– Principio della separazione dei ruoli nella gestione delle diverse fasi del ciclo dei rifiuti

– Promozione distretti del riciclo

– Procedure autorizzative semplificate per impianti di riciclaggio e recupero

– Regolamentazione stringente per impianti di produzione biogas

– Definizione ambiti di raccolta ottimali

– Tassa sul vuoto a perdere

– Trattamento amianto in nuovi impianti certificati BAT

– Piano di monitoraggio sanitario e ambientale

– Piano regionale di riduzione della produzione di imballaggi

– Piano di razionalizzazione della filiera alimentare

– Centri per il riuso e il riciclo abbinati ai centri di raccolta e ruolo volontariato

– Contributi acquisto pannolini lavabili

– Sperimentazione «lunch box» mense scolastiche

– Obblighi di informazione e partecipazione

– Istituzione apposito fondo di riconversione

OBIETTIVI PROPOSTA DI LEGGE:

– Ridurre l’impronta ecologica sul pianeta

– Eliminazione degli sprechi

– Totale re-immissione dei materiali trattati nei cicli produttivi

– Massimizzazione di Riduzione, Riuso e Riciclaggio

– Minimizzazione fino a tendere a zero di smaltimento, recupero di energia e di materia diverso dal riciclo

– Proteggere l’ambiente e la salute umana

– Eliminazione ricorso a combustione e incenerimento, e le connesse emissioni

– Rafforzamento della prevenzione primaria delle malattie correlate ad inadeguata gestione dei rifiuti

– Ripensamento radicale dei modelli di produzione e utilizzo delle risorse e dei materiali

– Informazione puntuale e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti

– Introduzione del principio di responsabilità di ogni soggetto della filiera del ciclo dei rifiuti

– Recepimento programmi d’azione e indirizzi della Comunità Europea, nonché risoluzioni del Parlamento Europeo concernenti:

– Riduzione produzione rifiuti

– Scala di priorità nella gestione dei rifiuti

– Graduale divieto di smaltimento in discarica

– Abolizione incenerimento rifiuti riciclabili e compostabili

In allegato un’immagine della conferenza stampa di questa mattina in Regione. Da sinistra Dal Zovo, Vignaroli, Frattolin, Sergo, Bianchi e Ussai.

Chiediamo che la giunta Serracchiani faccia luce su eventuali responsabilità o inadempienze legate alla realizzazione dell’elettrodotto di Redipuglia.

«La giunta Serracchiani sta seguendo l’iter realizzativo dell’elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest? Sono corretti i comportamenti tenuti da Terna spa nei confronti dei cittadini toccati dalla realizzazione della struttura? Come valuta l’esecutivo regionale le denunce fatte da queste persone? È vero che i proprietari vengono obbligati ad accettare l’invasione delle proprietà a fronte di remunerazioni ridicole o arbitrarie?». Sono queste le domande che il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo formalizzerà nei prossimi giorni attraverso una serie di interrogazioni che saranno depositate in Regione.

L’obiettivo è fare chiarezza sulla realizzazione dell’elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest. «Già nell’ottobre 2013 – ricorda Sergo – chiedemmo all’esecutivo di mantenere fede alle promesse elettorali e di procedere a una ridefinizione dell’opera, puntando sull’interramento così come da anni viene richiesto sia dalle amministrazioni comunali che dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale che da ormai 8 anni porta avanti questa battaglia. Lo scorso autunno avevamo chiesto lumi su un elettrodotto di 6 km interrato che dalla zona industriale udinese raggiungerà la nuova centrale di Santo Stefano. Su tutti questi argomenti l’assessore all’Ambiente Sara Vito – finora – non si è mai pronunciato con chiarezza».

«Lo scorso 21 aprile il Consiglio di Stato aveva fissato l’udienza decisoria in merito all’autorizzazione del tracciato aereo. Eppure, a distanza di due mesi, la sentenza non è stata ancora pubblicata – attacca Sergo -. Questo ha permesso a Terna spa di accelerare nella realizzazione, peraltro senza una logica funzionale, intervenendo in diversi comuni anche contemporaneamente, con l’evidente intenzione di arrivare quanto prima al completamento dell’elettrodotto».

«Come rappresentanti dei cittadini vogliamo che venga fatta luce sulle denunce, avanzate da alcuni agricoltori, riguardanti la delimitazione delle aree asservite, l’impossibilità di consultare i verbali, la mancata approvazione dei tratti in variante e i danni ambientali che questo modus operandi potrebbe aver provocato a parti del nostro territorio. Già in altre regioni Terna spa e chi vuole costruire queste opere così impattanti per l’ambiente e il paesaggio hanno dovuto desistere di fronte alle istanze dei cittadini – sottolinea il portavoce del M5S -. È accaduto in Veneto per l’Elettrodotto Dolo-Camin nei comuni del Brenta, ma anche più vicino a noi con il caso dell’Elettrodotto Somplago – Wurmlach che nel versante austriaco non è stato autorizzato così come progettato».

«Allo stesso tempo – aggiunge – in Piemonte e sui Pirenei sono stati realizzati impianti interrati o in galleria anche grazie a cospicui finanziamenti da parte dell’Unione europea. Recentemente in Sicilia, durante la realizzazione dell’elettrodotto Sorgente- Rizziconi, la Polizia giudiziaria del Corpo forestale della Stato presso il Tribunale di Messina ha posto invece sotto sequestro giudiziario un’area nel comune di Saponara (Messina), accogliendo la denuncia presentata nel 2013 dall’Associazione Mediterranea per la Natura (Man). Anche in Sicilia così come da noi nel Friuli Venezia Giulia – conclude Sergo – si attendono le decisioni prese dal Consiglio di Stato».

A seguito delle segnalazioni di pioggia all’interno dell’ospedale di Latisana chiediamo con forza che venga imposto l’uso dei nuovi padiglioni.

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«A causa del maltempo ieri ha piovuto persino dentro il vecchio reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Latisana. E non è la prima volta che accade!». La denuncia – con tanto di immagini (in allegato) – è del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionaleAndrea Ussai.

«Con la nostra mozione, da poco discussa in Consiglio regionale, avevamo chiesto che venissemantenuto a Latisana il punto nascita e le degenze di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia, sottolineando come in questa struttura fosse già approntato da tempo un nuovo reparto materno infantile modernissimo, con tutti i requisiti di sicurezza previsti dalle normative per un numero di parti fino a 1000. Questo reparto, invece, ad oggi è ancora chiuso, dopo essere stato consegnato e collaudato sette mesi fa dalla ditta appaltatrice dei lavori. Cosa manca per utilizzare i nuovi reparti? – attacca Ussai -. Ora ci troviamo in una situazione paradossale: da un lato abbiamo un reparto nuovo inutilizzato che viene anche refrigerato nei mesi estivi e dall’altro abbiamo cittadini e operatori costretti a utilizzare una struttura che continua a “fare acqua”, come la politica sanitaria della giunta Serracchiani».

«Così si vuole “garantire nel periodo transitorio condizione adeguate allo svolgimento del servizio”?» si chiede il portavoce del M5S, recitando l’emendamento della maggioranza che ha fatto decadere la mozione pentastellata con la scusa di prendere altro tempo per scegliere se mantenere o meno il punto nascita e i reparti di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia a Latisana.

«A questo punto chiediamo con forza all’assessore Telesca di imporre l’utilizzo dei nuovi padiglioni dell’Ospedale di Latisana, dove sono stati investiti risorse ingenti. Per queste ragioni, insieme a tutti i cittadini e ai partiti politici che hanno a cuore l’ospedale, parteciperemo alla manifestazione promossa dal comitato Nascere a Latisana che si svolgerà sabato mattina, alle 9 (ritrovo alle 8.45 al parcheggio del mobilificio Bergamin) a sostegno del Punto nascita e della pediatria di Latisana».

 

Il Mercatone Uno di Reana del Rojale ha chiuso e chiediamo alla Regione di attivarsi per agevolare la cessione dell’azienda

 

«Chiude oggi il Mercatone Uno di Reana del Rojale. Molti gli interrogativi cui la politica sia nazionale che regionale non hanno dato risposta in questi mesi. Le lettere di sospensione sono giunte negli ultimi giorni, ma ormai la notizia era già trapelata e purtroppo nessuno dell’amministrazione regionale ha voluto comunicare, nemmeno tramite la stampa, quanto stava accadendo ai dipendenti del colosso della grande distribuzione».

«Quello di oggi non vuole essere un “addio” ma semmai un “arrivederci a presto”. I lavoratori non meritano di essere le vittime di questa situazione e i politici dovrebbero fare tutto il possibile affinché sia i dipendenti che l’immobile di Reana del Rojale non rimangano abbandonati a se stessi».

«Infatti, sono molte le attività che ormai hanno chiuso i battenti nel parco commerciale alle porte di Udine, a dimostrazione del fatto che nella nostra Regione si è continuato a costruire in maniera indiscriminatasenza alcuna programmazione e senza tener conto delle esigenze del mercato ma neppure delle conseguenze, a volte drammatiche, di queste scelte. La liberalizzazione del commercio e degli orari ha solo aggravato una situazione già di per sé devastante».

«Il futuro del negozio non è per nulla segnato, ma è necessaria la massima attenzione da parte delle istituzioni affinché si possano trovare soluzioni e nuovi imprenditori in grado di poter continuare le attività e di dare un futuro a tutto il parco commerciale».

«A seguire questa vicenda secondo noi dovrebbe essere il vice presidente Bolzonello e non solo l’assessore Panariti, oltre che parlare di cassa integrazione e ammortizzatori sociali, che comunque devono essere garantiti a 40 famiglie quanto prima, la Regione dovrebbe attivarsi per agevolare la cessione dell’azienda, il cui bando scade a fine mese. Già è grave che non si sia riusciti a “salvare” Reana dalla sospensione che parte da domani, così come invece avvenuto in altre regioni d’Italia per ben sette punti vendita, adesso sarebbe ancora più grave se nessuno si attivasse affinchè questo negozio possa riaprire quanto prima».

 

 

Questo il comunicato diramato oggi all’ingresso del Mercatone Uno da alcuni lavoratori del punto vendita

«Oggi, domenica 14 giugno 2015, alle 19.30 le serrande del punto vendita del Mercatone Uno di Reana del Rojale saranno abbassate per riaprire – forse – a settembre. La decisione purtroppo è stata presa dai tre commissari che stanno seguendo dal 7 aprile la situazione finanziaria disastrosa dell’azienda. Oltre a quello Reana, chiuderanno altri 27 punti vendita in tutta Italia mettendo in cassa integrazione straordinaria circa 1200 dipendenti».

«La decisione, presa dei commissari, è stata una conseguenza logica seguita dallo “svuota tutto” iniziato il 21 marzo scorso, una svendita decisa dal vecchio manegement che ha portato a svuotare il punto vendita con la conseguente decisione di sospendere l’attività del negozio, mettendo in cassa integrazione i 40 dipendenti che lavorano a Reana».

«A tutt’oggi i lavoratori non sanno su che basi sia stato scelto il punto vendita di Reana per effettuare lo “svuota tutto”, pur essendo presenti in regione altri due negozi, a Sacile e Monfalcone, che non navigano certo in ottime acque. La risposta evasiva che è stata data ai lavoratori prima del commissariamento è che il punto vendita di Reana fosse tra gli ultimi 34 della lista dei 79 in tutta Italia, lista che i dipendenti non hanno mai potuto visionare, anzi fino alla fine dell’anno scorso dai vari resoconti non risulta fosse questa la situazione reale».

«Da oggi, a causa di decisioni sbagliate basate sul nulla, 40 lavoratori e lavoratrici vengono messi in cassa integrazione straordinaria (Cgis) che, per la mancanza di fondi dell’Inps sarà erogata circa fra 6/7 mesi. Nel frattempo 40 famiglie dovranno cercare di sopravvivere e mantenere la famiglia con i quattro spiccioli di stipendio che l’azienda deve ancora  loro versare. Non bisogna dimenticare che dal 7 aprile i dipendenti stanno lavorando a orario ridotto (circa 20 ore) mentre le rimanenti sono ore di Cgis. Prima ancora i lavoratori erano stati messi in solidarietà, una misura ancora non pagata dall’Inps».

«Ora per i lavoratori del Meracatone Uno si prospettano mille ipotesi. Il 30 giugno scade il bando di vendita dell’azienda, la speranza è che il Mercatone Uno venga rilevato da qualche imprenditore italiano o straniero, così da poter riavviare nuovamente l’attività. Se così non fosse si prospetterebbe uno scenario drammatico».

«In tutti questi mesi, la nota maggiormente negativa è che la giunta Serracchiani non si è mai espressa in favore dei lavoratori di Reana, non si è fatta sentire e non ha preso nessuna posizione. Queste persone ora vogliono sapere che cosa abbia intenzione di fare la Regione per arginare questo disastro economico, come pensa di aiutare 40 futuri disoccupati se la situazione dovesse precipitare!».

«Queste sono alcune delle risposte che i dipendenti del Mercatone Uno vorrebbero avere. Che hanno il diritto di avere!».

Comunicato firmato da alcuni lavoratori del Mercatone Uno di Reana del Rojale

Buco di 38 mila euro nel bilancio di Gradisca

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«In che cosa è diversa dagli altri imprenditori Coop Nord Est per essere esentata dal pagamento di tasse e tributi relativamente all’ex Centro Commerciale Isonzo?». A chiederlo è il portavoce del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio comunale di Gradisca d’Isonzo Michele Freschi che nei giorni scorsi, unitamente al resto dei consiglieri di minoranza, ha depositato una interrogazione, rivolta alla giunta Tomasinsig, per fare luce sulla cospicua riduzione della previsione d’entrata – circa 38 mila euro – dovuta al mancato pagamento della quota Tari per il Centro Commerciale».

«L’assessore Boscarol, in fase di variazione di assestamento bilancio previsionale 2014, aveva affermato che questo buco nasceva da una contestazione di Coop Nord Est, ritenuta corretta dal responsabile dell’ufficio tributi intercomunale – spiega Freschi -. Alle nostre richieste di chiarimento però l’amministrazione ha risposto in maniera vaga, richiamando il regolamento locale».

«Eppure la normativa parla chiaro: possono essere esclusi dalla tassazione solo gli immobili non utilizzabili in quanto inagibili, inabitabili, diroccati – attacca il portavoce M5S -. Nel caso invece dell’ex Centro Commerciale Isonzo i titolari hanno fatto una scelta soggettiva di non utilizzo. Quelle strutture, inoltre, sono state realizzate con cubatura conteggiata su una potenzialità che riguarda l’intero comune di Gradisca d’Isonzo, sottraendola di fatto ad altri possibili investitori. Senza dimenticare – aggiunge Freschi – che il centro è ancora dotato degli arredamenti interni ed esterni e di forniture elettriche che mantengono in funzione gli impianti d’allarme e l’illuminazione notturna. Perché la medesima interpretazione non viene applicata alle abitazioni private?».

«Il MoVimento 5 Stelle vuole leggi chiare e applicabili uniformemente a tutti, siano esse agevolazioni o meno – aggiunge la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo -. Pari possibilità di trattamento, insomma. Un privato cittadino non può appellarsi a nessuno sconto, forse sarebbe dovuto visto anche il periodo di crisi che soffre il mercato immobiliare. Coop Nord Est gode di un privilegio per una scelta di delocalizzazione: assurdo! Chiediamo la modifica del regolamento – incalza Dal Zovo – affinché in futuro siano tutelati gli imprenditori che in un periodo di crisi mantengono viva Gradisca, piuttosto che i grossi gruppi che ne consumano il territorio e poi lo abbandonano».

Una richiesta di riscrittura del regolamento in questo senso era già stata portata con una proposta in forma di lettera presentata all’amministrazione comunale da tutti i componenti della minoranza, senza esito. «Questa volta – conclude Freschi – la giunta Tomasinsig dovrà far propria la proposta e chiedere a Coop Nord Est il pagamento dell’Intera Imposta Unica Comunale»

E’ necessario che i vertici di LegaCoop formalizzino ufficialmente la liberalità di 13 milioni e mezzo di euro in favore dei soci.

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Coopca, Sergo (M5S): «I vertici di LegaCoop devono formalizzare “ufficialmente” la liberalità da 13,5 milioni di euro in favore dei soci»

«Grave l’assenza della Regione alla riunione dei soci prestatori di Coopca. Tremila cittadini e famiglie per lo più carniche, ma alcune provenienti anche dal Veneto, avrebbero voluto capire qualcosa di più della relazione del commissario giudizialeFabiola Beltramini. Con una lettera indirizzata al presidente del Comitato dei sociAngelillo, la presidente Serracchiani ha fatto sapere che per impegni personali presi precedentemente non avrebbe potuto partecipare all’assemblea di Buja. Serracchiani però non si è preoccupata nemmeno di farsi sostituire da qualche assessore o da qualche funzionario della Direzione Cooperazione».

«Altra assenza di peso è stata quella di rappresentanti di LegaCoop. Sarebbe stata una bella occasione per il mondo cooperativo di fare luce e chiarezza sulle voci di stampa inerenti la famosa liberalità da 13,5 milioni di euro. Poteva essere l’occasione per metterci la faccia e dimostrare le reali intenzioni delle cosiddette “coop rosse” circa il loro intervento per salvaguardare i risparmi dei prestatori».

«I soci hanno potuto così prendere atto di un piano concordatario insoddisfacente, grazie alla relazione del dr. Cernuta che era stato invitato a una conferenza sulla situazione Coopca a Tolmezzo proprio dal MoVimento 5 Stelle ancora a dicembre. Il piano si basa ancora sulla vendita totale degli immobili e sull’avviamento di tutti i negozi, anche quelli che finora non hanno ricevuto alcuna offerta, questo di fatto è l’unico impegno preso dal Cda per recuperare i fondi disponibili a pagare i creditori. Stando alle ottimistiche previsioni del piano, qualora si realizzasse il massimo, ai soci chirografari spetterebbe una cifra di circa 14 milioni di euro. Di questi il 67% sarebbe destinato ai soci prestatori. Poco meno di dieci milioni di euro. Ogni milione che non viene realizzato seguendo il piano andrebbe a intaccare questa cifra».

«Fa riflettere, a tal proposito, notare come i costi prededucibili (rappresentati principalmente dalle spese di procedura, dai fondi rischi spese prededucibili, dalle spese professionali per l’accesso alla procedura di concordato preventivo e dagli oneri prededucibili derivanti dalla prosecuzione dell’attività dal 17 novembre 2014 fino al 31 dicembre 2015), siano aumentati di oltre 500 mila euro e gli importi riconosciuti ai debitori privilegiati siano lievitati da 1 milione e trecentomila euro».

«Tutti questi soldi in più per oneri prededucibili e creditori privilegiati, ma anche le costanti perdite che il bilancio della Coopca fa segnare mensilmente, unite all’incertezza della vendita dell’avviamento dei negozi rimasti senza offerte e dei relativi immobili ancora di proprietà della Cooperativa, andranno a corrodere ancora di più la cifra destinata ai debitori chirografi e quindi anche ai soci».

«Ecco perché l’unica speranza di recuperare “qualcosa” per i soci è ad oggi rappresentata dalla liberalità promessa (a mezzo stampa e mai ufficialmente) da LegaCoop. Come MoVimento 5 Stelle per salvaguardare la credibilità del prestito sociale di tutte le cooperative, non solo quelle regionali, riteniamo sia assolutamente necessario che i vertici di LegaCoop formalizzino “ufficialmente” questo impegno preso con i soci. Se l’effetto domino che si è creato a Tolmezzo dopo le notizie provenienti da Trieste si verificasse in tutta Italia per le “cooperative rosse” il contraccolpo sarebbe difficile da sostenere».

Domani a Lestizza un incontro organizzato dal MoVimento 5 Stelle sull’uso della canapa industriale.

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“Verso una agricoltura sostenibile. Coltivare Canapa in Fvg”. È questo il titolo dell’incontro in programma domani, venerdì 12 giugno, alle ore 20.30 a Villa Bellavitis che si trova a Lestizza (Udine) in via Nicolò Fabris 4. Durante la serata, organizzata dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, si parlerà di agricoltura, filiera e organizzazioni di produttori e di tanto altro ancora. 

Interverranno Davide Busatto, referente di Assocanapa Veneto, il portavoce M5S al Parlamento europeo Marco Zullo (componente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) e la portavoce M5S in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo che presenterà la proposta di legge “Incentivi per la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione della canapa ad uso industriale”.

A questo link il video di presentazione della proposta di legge https://www.youtube.com/watch?v=s9cL7BwsZiM&feature=youtu.be

Il M5S annuncia un esposto in Procura sulla questione dei polli alla diossina nel Maniaghese.

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La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin annuncia un esposto in Procura sulla superficialità nel gestire il caso dei polli alla diossina da parte dell’Azienda Sanitaria e denuncia la noncuranza del sindaco di Maniago Andrea Carli. «Martedì sera – rivela Frattolin – ci è stato impedito di intervenire durante i lavori della Commissione ambiente del Comune di Maniago con la scusa che quella non fosse la sede opportuna. Eravamo lì per presentare i risultati delle analisi del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria 5 di cui siamo venuti in possesso. La cosa sconcertante è che i campioni erano inadatti perché insufficienti ad eseguire delle analisi e in otto mesi non sono stati fatti ulteriori campionamenti, ma soprattutto se non fosse stato per le nostre richieste di chiarimento, tali risultati sarebbero ancora chiusi in qualche cassetto. Siamo profondamente indignati per quanto è accaduto. Ed è incredibile che Carli liquidi la questione affermando che non sia di sua competenza».

«Inoltre, ad oggi, il sindaco non ha ancora sciolto le riserve su un possibile ricorso al Consiglio di Stato – incalza la portavoce M5S -, eppure fa sapere che il Comune non procederà ulteriormente con il ricorso se Cementizillo spa accetterà le ulteriori proposte avanzate dal tavolo tecnico: impianto di misurazione delle emissioni a camino, realizzazione bianco ambientale, creazione modello pre-combustione rifiuti e pubblicazione completa di tutti i dati da parte di Arpa Fvg. Tutto questo – aggiunge – nonostante le vicende emerse negli ultimi giorni abbiano dimostrato che i cittadini non possono dormire sonni tranquilli in tema di controlli ambientali. E nel caso dei polli si parla di controlli eseguiti dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria 5, ossia dall’istituzione pubblica più competente in materia».

«Secondo il sindaco Carli e il presidente della commissione non siamo tuttavia in presenza di controlli inadeguati. E anche se così fosse non è l’amministrazione comunale di Maniago che deve intervenire dato che ci sono i “controllori dei controllori”. In risposta a simili affermazioni è bene ricordare ancora una volta al primo cittadino che è proprio il sindaco il primo garante della tutela della salute dei suoi concittadini. E se – come affermato dallo stesso Carli – “è diritto di ogni cittadino chiedere spiegazioni all’Azienda Sanitaria 5 in merito alla mancanza delle analisi sui polli campionati”, un sindaco ha invece il dovere di chiedere lumi al Dipartimento di prevenzione che in questo caso risulta inadempiente».

«Se l’Azienda Sanitaria 5 avesse fatto correttamente il suo lavoro – conclude Frattolin -, già sei mesi fa, infatti, avremmo probabilmente potuto avere dei risultati in grado di indicare chiaramente all’amministrazione quale strada intraprendere per tutelare al meglio i cittadini di Maniago».

In riferimento al caso Marislio e Agnola a breve il M5S farà una proposta di legge per evitare che la casta continui a tutelare esclusivamente se stessa.

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«Un ex assessore all’agricoltura, foreste e montagna, che gestiva i contributi e le norme che regolano l’Albergo diffuso e che, come membro della giunta Illy, ha contribuito a formare e ad approvare la legge sull’incompatibilità, poteva non sapere di essere incompatibile? Un consigliere regionale al secondo mandato consecutivo e titolare di una società di servizi contabili che ha dichiarato di dimettersi perché sapeva di essere incompatibile, poteva continuare invece a svolgere il ruolo di presidente di una società che negli anni ha ricevuto centinaia di migliaia di euro di contributi dalla Regione Fvg?». Sono queste le domande che il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai ha posto oggi durante la Giunta delle nomine che ha trattato i casi Marsilio e Agnola.

«Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto la decadenza dalla carica di consigliere regionale dei due politici del Partito democratico, Enzo Marsilio e Enio Agnola. È vero – aggiunge Ussai – che all’ultimo momento hanno rimosso il loro conflitto di interessi, ma lo hanno fatto in grave ritardo non garantendo l’imparzialità e il libero mandato rappresentativo, principi costituzionali fondamentali per chi riveste il ruolo di consigliere regionale».

«Oggi la Giunta delle elezioni, presieduta da Franco Iacop (altro esponente del Pd) in modo pilatesco si è limitata a delegare alla magistratura il compito di valutare le posizioni dal punto di vista penale dei due consiglieri regionali del Pd, chiudendo gli occhi sul conflitto di interesse che in questi anni ha riguardato Marsilio e Agnola. In questo modo l’Aula del Consiglio regionale non potrà approfondire la questione e i due politici potranno continuare “tranquillamente” a svolgere il loro mandato».

«Quello che è certo è che il principio secondo cui “l’ignoranza della legge non scusa nessuno” (“Ignorantia legis non excusat”) vale per tutti i cittadini tranne che per alcuni consiglieri regionali. A questo proposito, come già accaduto per alcune cause di ineleggibilità che ha impegnato il Consiglio a inizio legislatura, a breve – conclude Ussai – faremo una proposta di legge per evitare che, in casi di ambiguità normativa, la casta continui a tutelare esclusivamente se stessa».

Fra qualche anno Trieste diventerà la città col tasso di mortalità più alto per malattie attribuibili all’inquinamento

«Sono pesantissimi per Trieste i dati dell’ultimo studio commissionato dal Ministero della Salute sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Nel 2020 il capoluogo del Friuli Venezia Giulia avrà uno dei tassi di mortalità più elevati in Italia per inquinamento da PM 2,5 e da Biossido di Azoto. Questo studio non fa che confermare ancora una volta che vanno messe in campo subito delle scelte drastiche». A rendere pubblici questi dati è il MoVimento 5 Stelle nel primo giorno della Conferenza dei servizi convocata per il riesame e il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) richiesta dalla Siderurgica Triestina per l’impianto della Ferriera di Servola.

«Lo studio in questione, intitolato “Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute” (VIIAS) e finanziato dalCentro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute (www.viias.it), è stato presentato pochi giorni fa e si è concentrato sull’incidenza dell’inquinamento da PM 2,5 e da Biossido di Azoto NO2 in ogni provincia italiana – spiega Andrea Ussai, portavoce del M5S in Consiglio regionale -. Il tasso di mortalità vedeva Trieste al quarto posto nel 2005 e al sesto posto nel 2010 per quanto riguarda le PM 2,5 e al terzo posto nel 2005 e al 17esimo nel 2010 per quanto concerne il Biossido di Azoto».

«I dati più allarmanti sono però quelli che stimano le morti per inquinamento nel 2020 – attacca Ussai -. Nel caso fossimo in presenza di una riduzione del 20 % delle concentrazioni dei fattori inquinanti la città si troverebbe al secondo posto per decessi dovuti a PM 2,5 e al terzo posto per Biossido di Azoto. Neanche una completa adesione ai limiti di legge delle normative nazionali ed europee finirebbe per migliorare la situazione: Trieste finirebbe addirittura per accaparrarsi – in entrambi i casi – il gradino più alto del podio. Lo studio VIIAS dimostra infatti cheanche una eventuale riduzione significativa delle emissioni non si tradurrebbe in un abbassamento proporzionale delle esposizioni, soprattutto in quelle aree – come quella di Trieste – caratterizzate da condizioni fisiche difficili».

«Questi dati dovrebbero far riflettere chi è chiamato a prendere decisioni importanti per il territorio triestino. Ormai è chiaro che gli attuali limiti di legge non sono sufficienti. Limiti che, come sappiamo, non vengono minimamente rispettati. Basti ricordare che, per quanto riguarda il PM10, nel 2015 ci sono già stati 58 sforamenti, registrati dalla centralina di San Lorenzo in Selva, quando il numero massimo consentito per legge è di 35. È una situazione che non può più essere trascurata visto che la politica vuole continuare a sostenere le attività industriali fortemente impattanti».

I principali colpevoli di questa situazione secondo il MoVimento 5 Stelle sono il traffico, l’Inceneritore e, naturalmente, la Ferriera di Servola. «Ribadiamo il messaggio che già in altre sedi abbiamo mandato alle istituzioni: l’area a caldo della Ferriera di Servola va chiusa! – sostiene Stefano Patuanelli, portavoce del M5S nel Consiglio comunale di Trieste -. In accordo con Arvedi bisogna programmare la sua progressiva chiusura. Ci sono gli strumenti per farlo, come l’Aia che deve essere assolutamente deputata a questo. I lavoratori della Ferriera vanno ricollocati nel Laminatoio a freddo. Possiamo attendere quel momento per chiudere l’area a caldo. Un decisione però non più rimandabile – conclude il portavoce M5S – anche alla luce dei dati del Ministero della Salute».

Apertura del PD a proposito della proposta di legge sul reddito di sostegno.

«Giudichiamo positivamente l’apertura del Partito democratico a discutere sul reddito di sostegno ai cittadini del Friuli Venezia Giulia. Se l’indirizzo della proposta di legge è quello di aiutare le persone che momentaneamente stanno vivendo un periodo di difficoltà e se passa l’idea del patto forte tra istituzioni e cittadinosuperando la logica del mero assistenzialismo, il MoVimento 5 Stelle c’è, come c’è sempre stato». Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, commenta così i lavori della III Commissione dedicati alle misure di sostegno al reddito.

«In attesa delle audizioni di giovedì, passaggio per noi fondamentale nella stesura di un testo di legge che voglia essere condiviso da tutte le forze sociali, ci auguriamo di poter discutere nel comitato ristretto – come previsto dal regolamento del Consiglio regionale quando si è in presenza di più proposte di legge su uno stesso argomento – con il giusto spirito di collaborazione. L’obiettivo – conclude Sergo – è quello di raggiungere il più ampio consenso possibile attorno a questa proposta di legge per conferirle l’importanza che merita».

Incontro a Gemona del Friuli sugli strumenti di democrazia diretta

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La parola ai cittadini” è il titolo dell’incontro dedicato agli strumenti di democrazia diretta più utilizzati in tutto il mondo. L’evento, organizzato dal gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, è in programma domani, martedì 9 giugno 2015, alle ore 20 presso la scuola “Santa Maria degli Angeli” che si trova a – Gemona del Friuli (Ud) in via Dante Alighieri, 4.

Nel corso della serata, moderata dalla portavoce M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi, si parlerà in particolare degli strumenti di democrazia diretta che il MoVimento 5 Stelle vuole adottare a livello comunale per recepire al meglio le istanze dei cittadini. Ospite principale dell’incontro Paolo Michelotto, autore di “Vera Democrazia” e di “Democrazia dei cittadini” oltre che promotore della proposta di legge di iniziativa popolare “Quorum Zero” che ha l’obiettivo di modificare alcuni articoli della Costituzione italiana per migliorare l’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta già esistenti e introdurne di nuovi in Italia, ma utilizzati da più di un secolo in altri paesi del mondo come – per esempio – la Svizzera e la California.

Interverranno anche Marco Cargnello, portavoce M5S nel Consiglio comunale di Gemona del Friuli, Battista Nardini, portavoce M5S nel Consiglio comunale di Osoppo, Matteo Muser, portavoce M5S nel Consiglio comunale di Tolmezzo e Aulo Cimenti, organizer M5S per la circoscrizione Alto Friuli.

 

Nel Maniaghese analisi sui polli rilevano quantità di diossina sopra i livelli stabiliti dalla Commissione europea.

Tutti ricordano la vicenda delle analisi del novembre 2011 su un pollo ruspante in località Campagna di Maniago, in provincia di Pordenone, analisi che hanno rilevato quantità di diossina tali da superare abbondantemente i livelli che, secondo la Commissione europea, obbligano a risalire alla fonte e ad eliminarla. A seguito di quelle analisi e dell’esposto dei comitati locali, arrivato fino alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, il 7 ottobre 2014 il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria 5 ha mandato due tecnici a prelevare campioni da due polli ruspanti in due zone diverse del Maniaghese (i polli sono stati tagliati a metà ed è stata prelevata una metà da 500 gr per ciascun pollo).

«Per 7 mesi nessuno ha saputo più niente – rivela la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin -. In seguito alla nostra recente richiesta di avere i risultati delle analisi, il 5 giugno scorso siamo venuti a sapere che già dall’8 ottobre era noto all’Azienda Sanitaria 5 che entrambi i campioni erano inadatti – sottolineiamo inadatti – perché insufficienti ad eseguire delle analisi. In quell’occasione – aggiunge Frattolin – ci è stato anche comunicato contestualmente che per tale motivo sarebbero stati eseguiti ulteriori campionamenti».

«Come cittadini ci sentiamo profondamente indignati e presi in giro – attacca la consigliera regionale M5S -. Davvero i tecnici del dipartimento non sono in grado di stabilire immediatamente l’adeguatezza del campione che prelevano? Le analisi ambientali sono davvero in mano a incompetenti simili? Stiamo parlando di accertamenti di legge per tutelare la salute delle persone!».

«Se veramente 500 gr di campione non sono sufficienti, perché non si è provveduto immediatamente a eseguire ulteriori prelievi o, magari, a farsi consegnare dai proprietari dei polli la parte restante dei campioni, conservata appositamente in congelatore? – si domanda ancora Frattolin che prosegue -. In questi 7 mesi si è proceduto a ulteriori prelievi di polli? Per quale motivo in questi mesi nessuno – nemmeno i proprietari – è stato informato del disguido?».

«Ci chiediamo inoltre con quale coraggio l’assessore all’Ambiente Sara Vito istituisca un tavolo di controllo e tutela ambientale del territorio per rassicurare cittadini e amministratori locali, quando poi le analisi vengono (o meglio non vengono) eseguite in questo modo! – insiste la portavoce del MoVimento 5 Stelle -. È scandaloso che si tergiversi così sulla pelle delle persone che vivono in quel territorio e sarà nostra premura accertarci che i responsabili ne rispondano nelle dovute sedi istituzionali e giuridiche».

 

– Foto tratta dal Messaggero Veneto –

Crisi Mercatone Uno, Sergo (M5S): «Il punto vendita di Reana del Rojale rischia la chiusura e Regione e Governo restano in silenzio. Ci sono le elezioni!»

«Il 15 giugno verrà sospesa l’attività in 35 dei 79 negozi del gruppo Mercatone Uno, che si trova in amministrazione straordinaria dal 7 aprile scorso. Per tutti i lavoratori sarà adottata lacassa integrazione straordinaria. Anche in questa crisi occupazionale rischiamo di esser giunti ai titoli di coda, nel silenzio più assoluto della giunta Serracchiani e del Governo nazionale».Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, dopo l’interrogazione di febbraio, continua a mantenere alta l’attenzione su questa vertenza che quasi sicuramente non avrà un lieto fine.

«È ora di smetterla con le promesse e con i tavoli che non servono a niente. L’esecutivo regionale deve fare qualcosa di concreto per evitare che decine di lavoratori finiscano in strada – attacca Sergo -. Prima degli scioperi che hanno portato al commissariamento a Reana e in altri 34 punti era stata annunciata una svendita. I criteri utilizzati per scegliere proprio questi punti vendita e non altri sono ancora misteriosi e il commissariamento non ha certo fatto chiarezza. Oggi si annuncia la chiusura “temporanea” sempre di 35 negozi (gli stessi?) e non vi è nemmeno la certezza che 15 punti vendita possano riaprire a settembre, così come ha ipotizzato l’azienda imolese dopo l’incontro che si è tenuto alcuni giorni fa al ministero dello Sviluppo Economico, tra i commissari straordinari e le organizzazioni sindacali».

«Ad alimentare ulteriormente questo clima di incertezza le decisioni schizofreniche prese dai commissari negli ultimi giorni – sottolinea il portavoce M5S -. Il 28 maggio ai dipendenti di ben 16 punti vendita sono arrivate infatti delle raccomandate, datate il giorno prima, firmate dai commissari con l’avviso di sospensione dal lavoro a partire dal 1 giugno con messa in cassa integrazione a zero ore. Nel pomeriggio però sempre del 28 maggio agli stessi lavoratori è giunta una nuova comunicazione, firmata ancora dai tre commissari, con la quale si revocava la sospensione dal lavoro e si annunciava la continuazione del lavoro a orario ridotto e la compensazione delle ore rimanenti con la cassa integrazione decisa la settimana precedente».

«Infine, un giorno dopo, il 29 maggio, è arrivata la notizia che 35 negozi saranno chiusi, temporaneamente, dal 15 giugno per poi riaprire nell’ultimo quadrimestre dell’anno solo in 15 di questi. Reana del Rojale sarà uno di questi? Un teatrino dell’incertezza – conclude Sergo – che i lavoratori del gruppo Mercatone Uno di certo non si meritavano».

Discriminazioni sanitarie, Frattolin (M5S): «Va garantito a tutte le donne del Friuli Venezia Giulia l’accesso alle visite ginecologiche per la prevenzione tramite consultorio»

«È incredibile che nel 2015 in alcune Aziende per l’assistenza sanitaria della Regione Friuli Venezia Giulia le donne di età superiore ai 50 anni vengano escluse dalle visite ginecologiche tramite consultorio familiare – attacca Frattolin -. L’accesso a queste strutture è previsto, infatti, solo per le donne che si rivolgono per problemi relativi al concepimento e alla fertilità, lasciando escluse le visite di controllo e prevenzione per tutte le altre donne. Si tratta di una decisione lesiva del principio – sacrosanto – di parità di trattamento sanitario. Bisogna garantire uguali diritti a tutte le donne della Regione. O si applica questa decisione in tutte le aziende oppure si tratta di una discriminazione palese. L’accesso al consultorio per determinate prestazioni non può essere regolato dalla residenza in un comune piuttosto che in un altro».

«Ancora più grave che a monte di tutto questo ci sia una motivazione di carattere economico – aggiunge la portavoce M5S –. Pare infatti che, per problemi di budget,queste Aziende per l’assistenza sanitaria vogliano concentrare la prevenzione sulle donne più giovani e in età fertile. Si dimentica che il consultorio è una realtà molto importante proprio perché garantisce un servizio di prossimità in grado di tutelare la salute delle donne, di tutte le donne!».

«Si tratta di decisioni scellerate che pesano sulle famiglie anche da un punto di vista economico. Le visite ginecologiche preventive non sono infatti a carico dei reparti di ginecologia e per questo motivo le donne devono rivolgersi unicamente a medici privati. Non possiamo accettare – conclude Frattolin – che il servizio sanitario regionale scarichi sulle donne persino i costi della prevenzione».