Intervista su telequattro del Portavoce regionale M5S Andrea Ussai
Burlo, Ussai (M5S): «La giunta Serracchiani riconosca la centralità dell’istituto
Intervista su telequattro del Portavoce regionale M5S Andrea Ussai
Burlo, Ussai (M5S): «La giunta Serracchiani riconosca la centralità dell’istituto
«Il M5S chiede alla presidente Serracchiani e al governo Renzi di intervenire per bloccare la paventata vendita dello stabilimento Alcatel Lucent di Trieste». Sull’ennesima crisi occupazionale che riguarda il Friuli Venezia Giulia, interviene il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionaleAndrea Ussai.
«Dopo le ultime dichiarazioni dei vertici di Alcatel Lucent Italia è chiaro che l’accordo per fusione con Nokia prevedrà la cessione del sito produttivo di Trieste e questo nonostante l’impresa gli riconosca ancora oggi “…un ruolo strategico… con un altissimo livello di competenze specialistiche”. Evidentemente – aggiunge Ussai – la necessità di “fare cassa” viene prima delle drammatiche ricadute sui livelli occupazionali e sulla produzione industriale che potrebbe subire il nostro territorio».
«Siamo stufi di assistere alla vendita, delocalizzazione e chiusura di importanti stabilimenti industriali regionali, decise dalla multinazionale di turno, solamente per aumentare i propri profitti. Stiamo parlando infatti di uno stabilimento che produce utili e che si è specializzato negli anni in prodotti tecnologici di punta a livello mondiale. Trieste non può perdere 850 posti di lavoro! – insiste il consigliere regionale – Il doppio di quelli impiegati presso la Ferriera di Servola e soprattutto in un settore così strategico per lo sviluppo del Paese. Presso lo stabilimento infatti non si effettua solamente la produzione di altissima tecnologia ma anche l’industrializzazione dei nuovi prodotti e l’assistenza diretta ai clienti».
«Anche in virtù del fatto che Alcatel Lucent siede al tavolo dell’Agenda Digitale, e che quindi beneficerà di importanti investimenti previsti dal nostro Paese, nelle prossime ore – annuncia Ussai – depositeremo un’interrogazione per capire se, come è stato fatto per la Ferriera di Trieste e per la “filiera del bianco”, anche questa volta la Regione ed il governo nazionale interverranno “mettendoci la faccia”, per difendere il lavoro e le prospettive industriali di uno stabilimento che per il numero di occupati e per l’altissima tecnologia – conclude – non può che rappresentare il nostro futuro».
«Un piccolo passo ma significativo per combattere le quotidiane ingiustizie anche all’interno delle strutture della Regione Friuli Venezia Giulia». Il portavoce M5S Cristian Sergo commenta con soddisfazione l’approvazione all’unanimità della mozione sul diritto all’accessibilità.
«L’obiettivo finale – spiega Sergo – è quello di conseguire la massima accessibilità anche da parte delle persone con disabilità a tutti gli eventi pubblici e di incontro – organizzati, patrocinati o sponsorizzati dalla Regione -, impegnando i politici a organizzarli in luoghi già idonei. Rimuovere e superare tutte le barriere architettoniche e gli ostacoli fisici che siano fonte di disagio per la mobilità di chiunque abbia una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea sarebbe, oltre che un atto di giustizia sociale, anche una boccata d’ossigeno per le imprese regionali del settore edilizio».
«Nel 2015 non è più accettabile – ad esempio – che l’Auditorium della Regione non disponga di idonee vie di fuga e che gli uffici di via Poscolle a Udine non siano accessibili, al punto che per dialogare con persone costrette a spostarsi in carrozzina dobbiamo andare in qualche bar che – fortunatamente – è a norma» ricorda il consigliere del MoVimento 5 Stelle che aggiunge: «Ieri la giunta Serracchiani si è impegnata a promuovere una forte campagna di sensibilizzazione presso i soggetti organizzatori degli eventi affinché le manifestazioni si realizzino in sale e strutture che rispettino tutte le norme in grado di garantire il diritto della accessibilità. Un fatto sicuramente positivo. Ora però – sottolinea – deve essere la stessa Regione a dare il buon esempio, garantendo condizioni adeguate sia per gli eventi organizzati direttamente dall’amministrazione regionale che per quelli ospitati presso ambienti di proprietà della Regione o degli enti regionali».
«Allo stesso tempo – conclude Sergo – va consentita almeno la diretta streaming in tutti quei contesti, come per esempio molti consigli comunali, che ancora oggi sono “off-limit”».
«Anche sul Varma la Serracchiani si è rimangiata le promesse fatte ai cittadini. A novembre la presidente della Regione, durante un incontro pubblico, aveva annunciato l’intenzione di intraprendere le opportune azioni legali nei confronti della società gestrice dell’invaso, che non aveva provveduto ai lavori ordinari di sghiaiamento. Oggi in Aula la giunta Serracchiani ha bocciato invece il nostro ordine del giorno con il quale chiedevamo di attivare tutte le azioni di vigilanza e monitoraggio sugli obblighi a carico dei gestori di concessioni di questo tipo e di ricorrere alle vie legali nel caso di inadempimenti. Una bocciatura assurda che certamente non piacerà agli abitanti della Valcellina». La portavoce del MoVimento 5 Stelle, Eleonora Frattolin denuncia l’ennesimo voltafaccia dell’esecutivo regionale.
«Si tratta di una decisione incomprensibile anche perché è fondamentale che la Regione eserciti un’attività di controllo sull’adempimento degli obblighi a carico dei concessionari delle derivazioni idroelettriche e degli invasi – aggiunge Frattolin -. Il perdurare delle criticità nella transitabilità lungo la S.R. 251, nonché i conseguenti lavori di rialzo della strada con enormi costi per le casse pubbliche, sono anche il risultato, infatti, dell’inerzia dei soggetti che negli anni passati avrebbero dovuto provvedere ai necessari e continui lavori di sghiaiamento. Situazioni di grave disagio per la popolazione della Valcellina che non devono più ripresentarsi in futuro».
«Ciliegina sulla torta – aggiunge la portavoce M5S – oggi la giunta ha bocciato anche la nostra proposta di adeguare i canoni applicati alle concessioni. Gli importi derivanti dai canoni attualmente applicati risultano inferiori alla media applicata a livello nazionale nelle altre regioni italiane e a quella generalmente applicata a livello internazionale. Per questo – spiega Frattolin – abbiamo chiesto alla giunta Serracchiani di rivederne l’importo affinché – dopo la loro rideterminazione in aumento – gli stessi siano equiparabili a quelli applicati a livello internazionale».
«È del tutto irragionevole, infatti, applicare dei valori di oneri così bassi in un settore dalle ricadute su fattori ambientali imprescindibili, nonché dagli elevati utili di impresa legati allo sfruttamento idroelettrico di questa risorsa così delicata. Ma evidentemente – conclude la consigliera del MoVimento Stelle – alla giunta Serracchiani non interessa aumentare le entrate regionali, e quindi i soldi, a disposizione dei cittadini. L’importante è non toccare gli interessi dei grandi gestori elettrici»
«Se c’è “qualcuno che specula sulla precarietà degli insegnanti” o alimenta una “disinformazionedannosa e grave” è proprio chi sostiene la bontà e l’innovazione della finta riforma scolastica proposta dal governo Renzi. Una riforma della scuola che non può essere decisa in un mese senza ascoltare tutti i soggetti interessati!». Il Movimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia contesta duramente le parole della segretaria regionale del partito democratico Antonella Grim che ha parlato di una “riforma della scuola che non prevede tagli, ma enormi investimenti: 4 miliardi all’anno, Friuli Venezia Giulia compreso. Oltre a un piano di stabilizzazione degli insegnanti che non ha precedenti”.
«Purtroppo la realtà è tragicamente un’altra, a iniziare dalle assunzioni che non saranno né 150 mila come previsto inizialmente dal governo né tanto meno poco più di 100 mila come annunciato dalla Grim. Il dato sarà molto inferiore perché bisogna considerare il “turn over” dei pensionamenti. Inoltre le graduatorie ad esaurimento non saranno svuotate completamente. Anzi molti docenti di queste graduatorie resteranno fuori: parliamo di oltre 70 mila persone delle seconde e terze fasce d’istituto».
«Dal nostro punto di vista questa riforma è anche incostituzionale poiché affida enormi poteri ai dirigenti sulla scelta dei docenti, che solitamente nel settore pubblico entrano per concorso a titoli o a esami, mentre ora saranno assunti a chiamata diretta, pescati dagli albi territoriali. Si assisterà quindi allostravolgimento dello status giuridico dei docenti che d’ora in poi vivranno una perenne precarietà esistenziale e professionale: saranno obbligati alla mobilità, alla riconferma ogni tre anni da parte del dirigente e a mettere “in vetrina” il proprio curriculum professionale, per rendersi il più possibile appetibili sul mercato».
«La parola d’ordine non sarà più “cultura” ma “competizione”. Anche tra gli studenti: si parla infatti di valorizzare i più meritevoli (tutti dovranno avere il curriculum on line) ma non si fa cenno al sostegno, al recupero e alla valorizzazione dei talenti degli studenti più svantaggiati. Una scuola che si professa inclusiva dovrebbe partire, invece, dai più deboli, dando loro la possibilità di inserirsi a pieno titolo nella società futura, cogliendo e sviluppando i talenti di tutti gli allievi, disincentivando la competizione tra studenti della scuola dell’obbligo ma, al contrario, favorendo l’aiuto reciproco e la solidarietà».
«Uno dei passaggi deteriori di questa riforma sta nell’art 12 dove si prevede che coloro i quali abbiano lavorato 36 mesi potenzialmente poi possano anche andare a casa. Questo non perché lo chieda l’Europa, che ha chiesto – sì – all’Italia di risolvere il problema del precariato, ma non certo di eliminare i precari assumendone degli altri, creando di fatto un nuovo modello di precarizzazione. Il PD di Renzi sta distruggendo l’istruzione pubblica e lo sta facendo subdolamente e in tutta fretta, sotto il ricatto delle assunzioni dei precari. Così come ha distrutto lo statuto dei lavoratori, sotto il ricatto della flessibilità e della maggiore occupabilità. È un’ideologia iper-liberista fallimentare: non è facendo carta straccia dei diritti dei lavoratori che si crea occupazione, non è privatizzando la scuola che si otterranno alunni più preparati, migliori risultati nei test internazionali, un tasso minore di dispersione scolastica».
«Ci chiediamo infine se questa riforma fosse prevista nel programma del PD. Si tratta infatti di una riforma palesemente raffazzonata, creata da un mix di vecchie riforme scolastiche del centrodestra e del centrosinistra, dalle quali si è riusciti a prendere il peggio del peggio. Con la solita tecnica degli slogan si è usato il nome di un documento stilato e proposto dai docenti alcuni anni fa: “La buona scuola” era sicuramente buona in quel documento, adesso è pessima e, come la maggior parte delle riforme di questo governo nazionale (ma anche regionale) tutt’altro che condivisa».
Prima le parole minacciose in Aula e nelle commissioni, poi le letterine dai toni intimidatori. Nelle ultime settimane la giunta Serracchiani ha scelto questa strategia per cercare di condizionare – inutilmente – l’attività dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
Nel mirino della presidente della Regione in particolare la costante azione di denuncia da parte del M5S riguardante il sistema cooperativo. In una lettera spedita a un consigliere pentastellato Serracchiani chiede infatti di ricevere “formale lettera di scuse per le dichiarazioni quantomeno diffamatorie” pronunciate durante laconferenza stampa organizzata dal MoVimento 5 Stelle il 13 gennaio scorso. La presunta diffamazione cui fa riferimento la vice segretaria nazionale del Partito democratico riguarderebbe i 12.500 euro effettivamente da lei ricevuti da alcune cooperative durante la campagna elettorale per le Regionali 2013 (Assicoop Friuli, 5 mila euro; Celsa, 3 mila euro; Ici coop, 3 mila euro; Aster coop mille 500 euro).
Secondo la Serracchiani, il M5S avrebbe insinuato che “in merito al controllo che la giunta regionale avrebbe dovuto effettuare sulle cooperative Coop Ts e CoopCa… la Presidente Serracchiani avrebbe volontariamente omesso di esercitare in quanto destinataria, in sede di campagna elettorale, di un contributo da parte dei predetti Enti pari a complessivi euro 12.500”. Circostanza però mai avvenuta. Della serie: il fatto non sussiste! Come già precisato ad alcuni organi di stampa, nessuno dei portavoce eletti del M5S ha mai detto o scritto che l’attuale presidente della Regione abbia ricevuto finanziamenti dalla CoopCa o da Coop Ts.
È stato rimarcato invece che la Serracchiani abbia beneficiato di finanziamenti da alcune cooperative che ricadono sotto il controllo della Regione Friuli Venezia Giulia come si evince dal rendiconto delle spese elettorali sostenute dalla Serracchiani nel 2013. Tra queste non compaiono, infatti, né CoopCa né Coop Ts. Il gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle lascia pertanto questa evidente “vicinanza della presidente Serracchiani al sistema cooperativo” – sottolineata anche in sede di conferenza stampa – al giudizio politico dei cittadini, dei soci e dei lavoratori delle società cooperative ridotte a brandelli e – in ultima battuta – degli elettori di questa regione.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, i consiglieri regionali M5S avevano soprattutto rimarcato che la giunta Serracchiani – imitando quella Tondo – non avesse esercitato fino in fondo i suoi compiti di vigilanza, non essendo intervenuta in tempo per cercare di salvare la situazione di Coop Ts e CoopCa. Un mancato intervento ancora più grave se si considerano le continue segnalazioni effettuate – a più livelli – dai portavoce del MoVimento 5 Stelle che – è bene ricordarlo – primo fra tutti si era spinto a chiedere il commissariamento di CoopCa e che, unico in questa legislatura, aveva denunciato la grave situazione in cui versava Coop Ts molto prima dell’intervento della magistratura.
La legge infatti afferma chiaramente che la Regione può effettuare revisioni straordinarie “…sulla base di esigenze di approfondimento derivanti dalle revisioni ordinarie e ogni qualvolta se ne ravvisi l’opportunità”. Secondo il M5S, almeno per quanto riguarda Coop Ts, le perdite di gestione operativa di livello milionario che si susseguivano almeno dal 2004 dovevano spingere la giunta di centrosinistra a ravvisare l’opportunità di far scattare – quanto meno – la revisione straordinaria. Azione di controllo che solo da poche settimane è stata attivata anche per molte altre società cooperative regionali.
Ennesima dimostrazione che a parole la giunta Serracchiani bolla per demagogiche e inutili – se non addirittura ripugnanti – le proposte del MoVimento 5 Stelle, per poi abbracciarle molti mesi (o anni) dopo quando – purtroppo – è troppo tardi.
Pensare poi di soffocare con azioni dalle sfumature intimidatorie le legittime denunce dell’unica forza di vera opposizione, che rientrano nell’esercizio del normale dialogo e della critica politica tra opposti schieramenti, non fa che testimoniare ancora una volta tutta l’inadeguatezza di questi partiti (che a parole si dichiarano “semplicemente democratici”) che dovrebbero governare il Friuli Venezia Giulia e che, al contrario, pensano esclusivamente a mettere mano a riforme tanto finte quanto dannose e a raccontare frottole – questo sì, in modo perfetto – in questa regione come a Roma.
«Sono trascorsi già tre anni da quando il Consiglio regionale approvò la petizione, presentata da ben 11 mila cittadini del Friuli Venezia Giulia, finalizzata ad ottenere il ripristino dei trattamenti di angioplastica nei pazienti con sclerosi multipla all’intero del servizio sanitario regionale e la promozione dell’avvio di centri multidisciplinari per la diagnosi e la cura della “Ccsvi”. Sembra incredibile ma la Regione non ha ancora autorizzato a riprendere gli interventi di angioplastica disostruttiva delle vene giugulari nei malati di sclerosi multipla affetti da questa grave patologia». La denuncia è del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, che ha depositato una interrogazione per chiedere alla giunta Serracchiani quando verrà colmata questa lacuna che penalizza molte persone.
«A causa di questa situazione e in assenza di terapie erogate dal Servizio sanitario regionale, numerosi pazienti sono costretti, infatti, a recarsi in altre regioni o addirittura all’estero, spesso presso strutture private senza alcuna credenziale oppure ancora presso strutture pubbliche con tempi d’attesa molto lunghi e con inevitabili costi di viaggio e disagi molto pesanti. Tutto questo – sottolinea Ussai – per ottenere una prestazione sanitaria che successivamente verrà comunque rimborsata dal Friuli Venezia Giulia. Un controsenso che non è più accettabile».
«Senza dimenticare poi che la nostra regione, a fine 2014, è rimasta esclusa dalla sperimentazione clinica “Brave Dreams”, promossa dal’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e guidata dal prof. Zamboni. Nonostante la volontà – a parole – di partecipare a questo studio, i costi sostenuti per la formazione dei medici e l’acquisto delle strumentazioni diagnostiche nonché la promessa di coinvolgere una sessantina di pazienti del Friuli Venezia Giulia, i due centri neurologici di Trieste e Udine non sono stati in grado di far parte di questo importante progetto scientifico. Un fallimento che la giunta Serracchiani non ha ancora voluto spiegare pubblicamente».
«L’angioplastica dilatativa (Pta) è una tecnica chirurgica collaudata da decenni, comunemente applicata e considerata a basso rischio – ricorda il portavoce M5S -. Sebbene gli studi scientifici non abbiano ancora confermato in modo univoco la sua efficacia nella cura della sclerosi multipla, questo trattamento rappresenta però una speranza per il miglioramento della qualità della vita, in particolare per quei malati in cui non si sia dimostrata efficace la terapia farmacologica».
«L’esecutivo regionale dia finalmente una risposta chiara agli 11 mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione e al Consiglio regionale che l’ha approvata con il chiaro intento di ripristinare subito – e non dopo anni – queste cure per non costringere – conclude Ussai – chi già vive una situazione difficile a cercare lontano da casa una speranza in un futuro migliore».
«Sulla tragedia CoopCa e sul sistema cooperativo in generale Riccardi gioca a prendere in giro i cittadini del Friuli Venezia Giulia.L’ex assessore regionale nel quinquennio 2008-2013, si decida e dica una volta per tutte se, in questo sfacelo generale, i vertici della Regione – di oggi come quelli di ieri – abbiano o meno delle responsabilità politiche precise». Ai portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Elena Bianchi e Cristian Sergo, non sono andata giù le ultime dichiarazioni dell’attuale capogruppo di Forza Italia che – per sue stessa ammissione – ha affermato di aver difeso la presidente Serracchiani “quando il M5S ha cercato di speculare politicamente, cercando di trasformare l’aula consiliare in un’aula di tribunale”.
«Noi crediamo fermamente che prevenire sia meglio che curare – aggiunge Bianchi -. Un faro dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle che già a partire dai primi mesi del 2014 aveva sollevato, in particolare, il problema della vigilanza che andava esercitata fino in fondo proprio dalla Regione. Abbiamo fatto di tutto per spingere la giunta Serracchiani a intervenire prima che fosse troppo tardi. Richieste – purtroppo – cadute nel vuoto mentre abbiamo dovuto assistere alla inutile difesa di tutto e di tutti, nella quale Riccardi – come sempre in questi casi – si è dimostrato un campione insuperabile. Lo stesso Riccardi che oggi prende le distanze, sfodera i distinguo e cerca di scaricare la colpa esclusivamente sulla giunta di centrosinistra».
«È bene ricordare, come già fatto in Aula, all’ex assessore che il commissariamento di CoopCa era una prerogativa della Regione e non solo della Procura – attacca Sergo -. Così come bisognava vigilare con attenzione anche quando le prime avvisaglie del disastro economico erano già visibili e si poteva intervenire richiedendo una revisione straordinaria senza dover attende la sollecitazione di alcuno, cosa che invece ci è stata contestata in Consiglio. Attribuire al MoVimento 5 Stelle intenti speculativi è a dir poco risibile. Sollecitati da tanti cittadini del Friuli Venezia Giulia, siamo intervenuti per ricordare quali erano i compiti dellaclasse politica regionale profondamente coinvolta in questa brutta storia. Così come siamo intervenuti subito perché dai comportamenti della giunta Serracchiani ci sembrava che l’obiettivo principale fosse quello di salvare il sistema cooperativo e non – conclude il portavoce M5S – i soci, i finanziatori e i lavoratori della cooperativa».
Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo manifesta perplessità per l’eccessivo entusiasmo di questi giorni dell’Esecutivo regionale sui dragaggi, in particolare sui lavori al fiume Corno, a San Giorgio di Nogaro.
Finalmente, con due mesi di ritardo rispetto a quanto annunciato la scorsa estate – commenta Sergo -, pare che la Giunta Serracchiani sia riuscita a ottenere il via definitivo ai lavori. Sono tante, troppe, però ancora le domande alle quali gli assessori dovrebbero dare risposte esaustive in merito a questo progetto. Stiamo parlando delle domande, riportate nell’ultima interrogazione depositata in Consiglio regionale, che ci siamo posti anche durante gli incontri che nei mesi scorsi abbiamo organizzato per presentare il progetto “Laguna 2.0: un modo sostenibile di considerare la Laguna di Marano e Grado”.
Innanzitutto – spiega Sergo – ci siamo chiesti se sia il caso di fare un lavoro così importante prima della conclusione dello “Studio di assetto morfologico ambientale della Laguna”, commissionato solo il 4 febbraio 2015 alle Università di Udine e Trieste, dal costo complessivo di 154mila euro. In secondo luogo – aggiunge il portavoce di M5S – ci chiediamo se sia vero che, come appreso solo pochi giorni fa dalla stampa, verrà anche portata sabbia di fondale in una spiaggetta oggi praticamente erosa. Il dubbio è quanto mai legittimo, poiché nella relazione tecnico-illustrativa della terza perizia di variante si fa riferimento al possibile ripascimento della sola spiaggia dell’Isola di Sant’Andrea. L’Arpa, però – precisa Sergo -, su questo punto aveva già ritenuto che tale intervento non fosse compatibile per la diversità dei materiali dragati con quelli presenti sul litorale. A seguito di questa evidente incompatibilità, l’Agenzia regionale e i proponenti avevano deciso così di avviare le procedure di scarico a mare dei sedimenti dragati presso Porto Buso. Sedimenti che presentano anche metalli pesanti in quantità non proprio modeste – ricorda il consigliere regionale pentastellato -. Ora veniamo a sapere, invece, che si sarebbe nuovamente cambiata idea e che si vuole versare la sabbia dragata in una spiaggetta oggi praticamente erosa. Dove sono, inoltre – si domanda Sergo -, le autorizzazioni per l’area di scarico a mare individuata a poche miglia dalla costa del Comune di Lignano Sabbiadoro? Questo punto estremamente delicato è stato oggetto di una nostra richiesta di accesso agli atti all’Arpa, ma nei documenti che ci hanno fornito non siamo riusciti a risalire alle necessarie autorizzazioni.
L’ultimo aspetto, infine, da chiarire riguarda la “nuova barena”, come viene definita nella relazione tecnico-illustrativa, prevista nell’asta lagunare (tra la foce del Fiume Corno e il Mare Adriatico). Il MoVimento 5 Stelle si chiede se la delibera di Giunta n. 546/2013, che ha individuato le “Misure di conservazione dei Siti di importanza comunitaria”, preveda che si possano costruire nuove barene al loro interno o se siano possibili solo interventi di ripristino ed ampliamento delle barene esistenti. Considerando anche le dimensioni non indifferenti della nuova barena, lunga circa 370 metri, si desidera sapere se quest’opera sia, infatti, compatibile con le misure di conservazione approvate il 28 marzo 2013 dalla ex Giunta Tondo.
Molti quindi i dubbi su cui la Giunta regionale dovrebbe fare chiarezza, magari una volta tanto rispondendo alla nostra interrogazione prima che vengano consegnati i lavori. Nella speranza – conclude Sergo – che non si tratti di un amaro pesce d’Aprile per i cittadini del Friuli Venezia Giulia.
«La tecnica è questa. In Aula non ci danno mai ragione, non appoggiano mai una nostra proposta, ci danno degliincompetenti, dei “menagramo” o dei “chiacchiere e distintivo”, usando parole di Al Capone. Passa qualche settimana o qualche mese ed ecco che ripropongono quella stessa posizione o quella stessa proposta come se fosse loro. La lista sarebbe lunga ma oggi fanno notizia le parole della Serracchiani sui vertici di CoopCa: “Sicuramente, sul piano delle responsabilità quantomeno morali, possiamo dire che siamo di fronte a una gestione molto poco oculata che ha fatto scelte azzardate. Sono in molti a doversi perciò fare un esame di coscienza” – ha detto la presidente della Regione che nei fatti, come ha titolato il Messaggero Veneto, ha scaricato il cda di CoopCa».
Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, torna sulla grave situazione in cui versa l’azienda cooperativa e sulle ultime dichiarazioni della vice segretaria del Pd nazionale.
«Oggi, pertanto, ci corre l’obbligo di ricordare a tutti – aggiunge Sergo – che nella nostra mozione sulle cooperative discussa in febbraio ricordavamo alla giunta quali fossero le sue prerogative previste dalla legge regionale, tra cui il commissariamento. La presidente, probabilmente, non ne era a conoscenza, tant’è chequando ad ottobre è intervenuta la Procura di Trieste nel caso delle Cooperative Operaie aveva esultato lamentando i pochi poteri a sua a disposizione. Cosa hanno fatto, invece, davanti alla nostra proposta? Dopo aver annunciato che chi ha portato la Coopca in questa situazione non poteva portarci fuori da qui, hanno lasciato quasi tutti al loro posto, sostenendo che i membri del consiglio d’amministrazione fossero le persone più qualificate a gestire questa fase di transizione, in virtù della conoscenza – molto profonda – delle problematiche della CoopCa, per lamentarsene solo ora».
«In Aula il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, era stato ancora più esplicito, lamentando come la “non decisione” della presidente Serracchiani e dell’assessore Bolzonello di commissariare la CoopCa (ex articolo 2545 del Codice Civile), abbia finito per tutelare esclusivamente il sistema cooperativo, invece di salvaguardare i lavoratori e i soci che hanno prestato i soldi a questa cooperativa».
«Forse la Serracchiani farebbe meglio a darci ragione subito e non a scoppio ritardato su tutti i fronti attaccandoci e definendo ripugnanti le nostre azioni politiche che, al contrario – conclude Sergo -, si basano sempre su fatti documentati e circostanziati».
Domani si riunisce il Consiglio comunale di Remanzacco. Tra i vari punti all’ordine del giorno c’è la discussione riguardante l’adozione della Variante n. 31 al piano regolatore generale comunale con l’introduzione della zona cave, tema che ha movimentato la campagna elettorale delle ultime amministrative e che è stato portato avanti in questi mesi dal MoVimento 5 Stelle per Remanzacco anche attraverso una raccolta firme, attualmente in atto, e l’organizzazione di incontri pubblici aperti a tutti i soggetti interessati per coinvolgere e informare la popolazione anche dei comuni limitrofi.
In queste settimane il MoVimento 5 Stelle di Remanzacco ha inoltre raccolto diverso materiale al fine di capire meglio quale possa essere l’impatto ambientale ed economico derivante dall’avvio di una nuova cava e di comprendere il vero motivo di questa operazione e gli interessi che ne conseguono. Tra i vari documenti pubblici raccolti ed esaminati è emerso che un consigliere comunale dell’attuale lista di maggioranza è venuto in possesso nel corso del 2007 di diversi appezzamenti di terreno nella zona della cava che ha poi venduto nel 2013 al Consorzio Cavatori Fvg per un totale di circa 30.000 mq.
Il MoVimento 5 Stelle di Remanzacco, pur non rilevando irregolarità in tale operazione, si interroga sulla opportunità che questo consigliere partecipi alla votazione per l’approvazione della variante al PRG comunale che varierà la classificazione di quei terreni che diventeranno una cava d’inerti, considerato che ne ha tratto un beneficio per quanto legittimo. A ciò si aggiunge che lo stesso consigliere, che deciderà sulla distruzione di una porzione di terreno agricolo del suo comune, ha anche la delega alle politiche agricole.
«Siamo curiosi di scoprire – aggiunge il portavoce M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo – cosa si inventerà la giunta Briz domani in Consiglio comunale, davanti a questo dubbio di grave conflitto di interessi, che la nostra portavoce Cristina De Michielis solleverà in aula».
«Già in settembre, durante la presentazione di una interrogazione riguardante l’offerta della analgesia epidurale in Regione, avevamo evidenziato la situazione di criticità nella gestione del personale del Burlo Garofalo di Trieste, polo di riferimento e di attrazione a livello regionale e nazionale nell’ambito delle specialità pediatriche e delle gravidanze a rischio, denunciando una carenza nell’organico di 5 anestesisti e 7 ginecologi. In quell’occasione chiedemmo pertanto che venissero resi noti i dati sulla qualità e sulla sicurezza delle cure erogate a Trieste come negli altri 11 punti nascita della regione». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, interviene così sul Burlo, riproponendo una serie di considerazioni già fatte mesi fa, ribadite oggi alla luce dell’attuale dibattito sull’ospedale infantile.
«A dicembre avevamo anche rimarcato come nel recepimento degli standard assistenziali, imposti dalla riforma, emergessero forti preoccupazioni circa il futuro degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico rispetto alle funzioni assistenziali ad essi attribuite. Nelle schede sull’assistenza ospedaliera mancano, infatti, ancora una serie di funzioni di cui si era chiesto l’integrazione già durante l’audizione di agosto – sottolinea Ussai, ribadendo che le uniche azioni intraprese dalla giunta Serracchiani in questo ambito riguardano, infatti, il trasferimento delle funzioni dei due Irccs rispettivamente all’Ospedale di Cattinara e all’Ospedale Santa Maria degli Angeli. «Accentramenti – aggiunge il portavoce M5S – che se in un’ottica di economie di scala potrebbero essere anche condivisibili, spinti all’eccesso potrebbero nuocere all’attività scientifica e di ricerca, che caratterizzano questi enti, e potrebbero portare alla lunga alla perdita della specificità di Irccs».
«Il Burlo di Trieste è una eccellenza della nostra regione che la giunta Serracchiani non sta tutelando e valorizzando in maniera adeguata – attacca Ussai -. Ottenere il titolo di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico rappresenta, infatti, un vanto per qualsiasi ospedale e non possiamo certo permetterci di rischiare di perdere questo vero attestato di eccellenza».
«I manager che fino ad oggi hanno guidato il Burlo e che si trovano sotto accusa risponderanno del loro operato – precisa il consigliere pentastellato -. Non possiamo però non constatare come purtroppo anche la giunta Serracchiani, invece di valorizzare questo patrimonio presente in regione, con i pesanti tagli imposti ai bilanci di questa struttura e con le sue maldestre azioni, dimostra a malapena di tollerarlo. Non si possono mettere in discussione le prerogative che hanno reso il Burlo punto di attrazione a livello regionale e nazionale. Ci aspettiamo quindi che l’amministrazione regionale cambi rotta e che investa su questo istituto che va considerato – conclude Ussai – un centro di riferimento nella futura pianificazione regionale».
«Il Gruppo Sangalli, a partire dal 2006, ha ottenuto dalla Regione, attraverso il Frie, tre mutui ipotecari per un totale di 72 milioni di euro. “Cifretta” che è servita all’impresa, che produce e commercializza vetro, per realizzareun nuovo impianto a San Giorgio di Nogaro. Pochi giorni fa l’assessore Bolzonello ha svelato a Roma che Sangalli – società tra l’altro partecipata da Friulia – è esposta per diversi milioni di euro nei confronti del fondo di rotazione e che lo stesso Gruppo sarebbe esposto anche con Mediocredito per altri 4 milioni di euro. Stiamo parlando, insomma, di un’operazione finanziaria disastrosa anche perché l’azienda nel suo complesso sta vivendo una grave crisi economica, con pesanti conseguenze anche per gli altri stabilimenti del Gruppo in Italia. È venuto il momento che la giunta Serracchiani spieghi apertamente i contorni di quest’ennesimo fallimento della politica regionale».
A chiederlo è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, che ha depositato nei giorni scorsi una interrogazione per sapere quale importo debba essere ancora rimborsato dalle società del Gruppo Sangalli e per conoscere a quanto ammontino i crediti vantati dal Frie e da Mediocredito.
«Alcuni articoli di stampa – spiega Sergo –, comparsi in Puglia, sede dello stabilimento di Manfredonia dove rischiano il posto 400 operai, riportano infatti che ad oggi sarebbero stati restituiti solo 700 mila euro».
«E poi c’è molto da chiarire in merito al ruolo di Gianni Tulisso, uno dei “protagonisti” della Mappa del potere del Friuli Venezia Giulia che il MoVimento 5 Stelle ha presentato venerdì scorso. Tulisso – aggiunge il portavoce M5S – che il 7 luglio del 2014 è stato eletto sindaco del collegio sindacale della Sangalli Vetro Porto Nogaro spa. Peccato che, all’epoca, sul capo dell’ex amministratore di Friulia e Presidente di Finanziaria Mc, la società che controlla Banca Mediocredito, pendesse una richiesta di rinvio a giudizio nel processo riguardante il fallimento della Fadalti spa. Una richiesta che successivamente è stata formalizzata con un rinvio a giudizio datata 30 luglio 2014. È tanto normale che in quel processo sarebbe pronta a costituirsi parte offesa proprio la Banca Mediocredito?» si chiede il consigliere regionale Cristian Sergo.
«Di tutto questo avremmo voluto parlarne con i dirigenti di Friulia in I Commissione ma sappiamo già quali sarebbero state le reazioni degli altri consiglieri, che infatti hanno ribadito di non essere interessati al passato ma di voler guardare al futuro della partecipata. Ora la Regione deve attivarsi subito per intraprendere tutte le azioni del caso, per tutelare la posizione debitoria nei confronti della Sangalli Vetro Porto di Nogaro spa e le centinaia di famiglie coinvolte in questa vertenza, evitando possibilmente ulteriori sprechi di denaro pubblico. Anche perché – continua il portavoce M5S – Friulia, pur detenendo una partecipazione azionaria di maggioranza o di controllo, non ha provveduto a cambiare il Cda, rinnovando – in modo incomprensibile – la fiducia agli amministratori dell’azienda».
«È vero che bisogna guardare al futuro della società – conclude Sergo – ma è bene imparare dagli errori commessi in passato se si vuole davvero voltare pagina».
È presente sul blog di Beppe Grillo nella sezione “Sistema Operativo” – dove gli iscritti posso partecipare concretamente alla scrittura dei provvedimenti legislativi del MoVimento 5 Stelle – la proposta di legge che punta a realizzare una filiera della canapa industriale nel Friuli Venezia Giulia. Presentata dai portavoce M5S in Consiglio regionale – prima firmataria Ilaria Dal Zovo – questo provvedimento rimarrà sulla piattaforma web per 60 giorni per consentire a tutti di apportare miglioramenti al testo legislativo.
«A differenza della “indica”, canapa considerata sostanza stupefacente e riconosciuta a livello internazionale per i suoi effetti terapeutici, la “sativa”, con un contenuto molto basso di Thc, viene utilizzata in diversi settori e la sua coltivazione non è proibita – spiega Dal Zovo -. Oggi ogni parte della pianta di canapa Sativa può essere usata in vari settori: nell’agroalimentare, nell’edilizio e industriale (mattoni, pannelli isolanti termo/acustici, intonaci, malte) e nel manifatturiero (tessile, carta). Un mondo di applicazioni che sta rendendo la coltivazione della canapa allettante per un nuovo mercato che si sta allargando sempre più anche grazie ad un’economia “green”, che prevede l’uso di materie biologiche ed ecosostenibili per alimentare le nuove tecnologie industriali».
«In passato la coltivazione di canapa era estesa proprio per la sua versatilità. Essa fornisce, infatti, da millenniun’ottima fibra tessile. Ricordiamo che importanti paesi produttori sono Cina, Corea del Nord, Ungheria, ex Jugoslavia, Romania, Polonia, Francia e Italia – sottolinea la consigliera regionale pentastellata -. Per centinaia di anni, fino alla seconda metà del Novecento è stata, inoltre, utilizzata anche per la produzione di carta».
«La canapa “sativa” può essere utilizzata anche per bonificare terreni inquinati: queste piante fungono infatti da pompe di calore, assorbono dal terreno metalli pesanti e li stoccano nella foglia e nel fusto. Potrebbe essere questo un modo per riutilizzare i terreni inquinati. Anche in questo caso la pianta non andrebbe buttata ma riutilizzata nell’edilizia o nella produzione di olio industriale. Si potrebbero quindi – prosegue Dal Zovo – bonificare i terreni inquinati e allo stesso tempo produrre fonti di materie prime alternative».
«In altre regioni italiane tutto questo è già realizzabile. Rendiamo anche il Fvg una regione sostenibile e apriamo a questo tipo di filiera che può rappresentare un’alternativa valida alle colture tradizionali e un rilancio per una parte dell’agricoltura. Per questo il nostro motto è piantiamola. Ora – conclude la portavoce M5S – chiediamo ai cittadini di contribuire direttamente alla stesura della nostra proposta di legge».
Qui il video esplicativo –> PROPOSTA DI LEGGE FILIERA CANAPA INDUSTRIALE IN FVG
Qui per modificare la Proposta di Legge –> SISTEMA OPERATIVO
«I politici regionali e nazionali di Pd, Pdl e Lega Nord (Scelta civica si è già sciolta) farebbero bene a incontrare i lavoratori di Reana del Rojale che questa mattina hanno scioperato manifestando davanti al loro punto vendita contro la scelta della ditta di avviare un’ulteriore svendita». Il portavoce pentastellato in Consiglio regionale, Cristian Sergo, continua la battaglia del MoVimento 5 Stelle Fvg contro le liberalizzazioni selvagge del commercio che hanno permesso il proliferare dei centri commerciali nel Friuli Venezia Giulia, dando vita a una concorrenza non più sostenibile dalle altre attività imprenditoriali.
«Come sanno bene i nostri elettori, sono due anni che ci battiamo contro gli allargamenti dei centri commerciali e contro le liberalizzazioni del governo Monti. Due anni fa, poche settimane dopo il nostro insediamento, avevamo chiesto alla giunta Serracchiani di non approvare il raddoppio dell’Outlet Village di Palmanova. All’epoca la politica rispose che non si poteva fare nulla – sottolinea Sergo -. Oggi invece si fanno annunci tardivi in senso contrario».
«Un anno e mezzo fa avevamo chiesto che venissero cancellate le norme che han permesso ai centri commerciali di rimanere aperti 7 giorni su 7 e, volendo, anche ventiquattro ore al giorno. Il caso del Mercatone Uno – incalza il portavoce M5S – è la dimostrazione del fallimento del “sempre aperto”. Infatti, come gli altri venditori di mobili il negozio di Reana, ancor prima del Decreto Salva Italia di Monti, poteva rimanere aperto anche la domenica».
«Solo un mese fa con una interrogazione scritta – conclude Sergo – abbiamo chiesto alla giunta Serracchiani di occuparsi di questa vicenda stando al fianco dei lavoratori che stanno vivendo una situazione drammatica. Dopo due giorni c’è stata la pronta risposta dell’assessore Panariti. Ora però dopo la decisione di mettere in “Svendita” solo alcuni negozi, tra cui quello di Reana, a questi lavoratori non servono annunci e pacchi sulla spalla, servono le scuse per le politiche sbagliate dei propri partiti (ovviamente non solo in Regione) e risposte certe per un futuro tutt’altro che roseo. In questo contesto, la cosa che fa più male è il silenzio dell’assessore al Commercio».
Cantone e Renzi dov’erano quando Incalza gestiva il ministero delle infrastrutture?
Ecco il video della presentazione della MAPPA DEL POTERE con Luigi Di Maio a Udine 20/03/2015 : DI MAIO PRESENTA LA MAPPA DEL POTERE FVG