venerdì, 10 Gennaio 2025
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«È necessario un serio processo di riforma del servizio idrico integrato regionale. La giunta Serracchiani tuteli l’autonomia di Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo»

«È paradossale che un organismo di terzo livello qual è la Consulta d’Ambitoimponga cosa fare o non fare a enti pubblici di livello costituzionale quali sono i comuni. Quelli di Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo – tutti sotto i 1000 abitanti – hanno scelto, infatti, di gestire autonomamente il servizio idrico e di difendere questa scelta anche ricorrendo in sede giudiziaria. La Consulta d’Ambito non può imporrea questi comuni di consegnare a Carniacque spa la gestione del servizio idrico». La presa di posizione è della portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale,Elena Bianchi, che ha depositato una interrogazione per chiedere alla presidente Serracchiani, titolare della delega ai problemi della montagna, di incontrare e confrontarsi con gli amministratori e la popolazione di questi comuni montani.

«La Serracchiani deve rendersi conto personalmente delle decisioni che questi territori hanno preso in merito alla scelta del modello di servizio idrico da adottare – aggiunge Bianchi -. Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo vanno tutelati, facendo rispettare la deroga prevista dal decreto “Sblocca Italia”, grazie alla quale si possono mantenere le gestioni del servizio idrico in forma autonoma nei comuni montani con popolazione inferiore a 1.000 abitanti».

«È giunto il momento invece di avviare un serio processo di riforma del servizio idrico integrato regionale, realizzando un riassetto organico – conclude la consigliera M5S – che ponga rimedio alle criticità derivanti dalle peculiarità territoriali delle zone montane».

 

«Una manovra “tappa-buchi” insipida e priva di coraggio. La giunta Serracchiani non ha una strategia chiara per il futuro della regione»

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«È passata una Finanziaria insipida e priva di coraggio. Come un anno fa il grosso degli investimenti, infatti, è stato rimandato alla manovra di assestamento e si è pensato di coprire esclusivamente le spese correnti. Così come sono stati rinviati a gennaio gli interventi a favore delle attività produttive e quelli riguardanti la fiscalità di vantaggio. Con la scusa di non voler scontentare nessuno, la giunta Serracchiani e la maggioranza di centrosinistra hanno dimostrato ancora una volta di non avere una strategia chiara per il futuro del Friuli Venezia Giulia». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Eleonora Frattolin, commenta così la Finanziaria regionale 2015 diventata legge poco dopo la mezzanotte.

 

 

«Soprattutto, nonostante i proclami ormai lontani nel tempo, non c’è stato il coraggio di tagliare spese discutibili e opere inutili, come la Palmanova- Manzano che è stata riproposta con un nuovo “look” – attacca Frattolin -. Sappiamo già, infatti, che sui vitalizi degli ex consiglieri regionali le scelte dell’esecutivo saranno tutt’altro che coraggiose.  Così come assolutamente intollerabili dal nostro punto di vista i contributi “una tantum” per gli edifici di culto che non serviranno solo a restaurare strutture di pregio ma anche per ridipingere i garage di qualche prelato».

 

«A dimostrazione che siamo noi del MoVimento 5 Stelli quelli che non vogliono collaborare, il centrosinistra ha chirurgicamente bocciato tutti i nostri emendamenti, attingendo invece a piene mani dal nuovo “bonus consiglieri” per coltivare il solito giardinetto elettorale. È vero – aggiunge la portavoce M5S -, la giunta ha accolto tre nostri ordini del giorno sull’aeroporto di Ronchi, sull’agricoltura biologica e sulle slot machine ma si tratta purtroppo di una magra consolazione visto il numero di impegni presi dall’esecutivo regionale in questa legislatura e ancora non attuati!».

 

«Alle fine, di questa Finanziaria “tappa-buchi”, salviamo solo i 10 milioni di euro accantonati per il sostegno del reddito – anche se ormai è chiaro che la giunta Serracchiani non intende portare in Aula una legge su questo argomento entro i primi 6 mesi – e le maggiori entrate tutte utilizzate per gli anticipi dei fondi europei che – conclude la portavoce M5S – arriveranno appena il prossimo anno».

 

FVG Rimborso forfettario ai consiglieri assenti. M5S ha espresso un voto contrario agli emendamenti della casta

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«Alcuni organi di stampa hanno preso un granchio. Il MoVimento 5 Stelle, come è ovvio, ha espresso un voto contrario agli emendamenti che hanno annullato il taglio del rimborso spese forfetario ai consiglieri e assessori in caso di assenza per malattia o di missione per conto della Regione. Emendamenti approvati – con gioia – da tutti i partiti tranne M5S. Basta dare un’occhiata al verbale della seduta del Consiglio regionale del 24 luglio scorso». A mettere i puntini sulle “i” è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi.

«Un primo emendamento è stato presentato da Cargnelutti (Ncd-FdI/An), Riccardi(Pdl/Fi), Colautti (Ncd-FdI/An), Tondo (Ar), Paviotti (Cittadini) e Shaurli (Partito democratico), mentre il successivo subemendamento è stato firmato da Ciriani (Ncd-FdI/An) – ricorda la consigliera M5S -. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Grazie a questi avveduti politici di professione, tutti i consiglieri regionali non solo possono ottenere il rimborso forfettario – esentasse – quando stanno a casa per malattia, ma addirittura, quando sono assenti per “impegni istituzionali”, riescono a fare “bingo”, intascando sia il rimborso forfettario – sempre esentasse – che il rimborso delle spese di missione già approvato».

 

«La cosa triste – aggiunge il portavoce M5S Cristian Sergo – è che mentre il Consiglio approvava questa norma, allo stesso tempo noi presentavamo emendamenti per il reale dimezzamento dell’indennità dei consiglieri regionali con tanto di reazione scomposta della presidente Serracchiani (“non dovete ritenervi migliori degli altri”) e di alcuni “colleghi” che ci hanno accusato addirittura di “rubare lo stipendio”, arrivando ad affermare che un consigliere regionale malato, magari disteso a letto, può comunque svolgere i suoi compiti. Evidentemente – sottolinea il portavoce M5S – in Consiglio regionale il telelavoro funziona già ma non ce ne siamo accorti».

 

«Ad ogni modo, coerentemente con il nostro voto contrario di luglio, e come già fatto molte altre volte da quando siamo in Consiglio regionale – conclude Bianchi -, noi portavoce del MoVimento 5 Stelle rinunceremo a questo ennesimo privilegio castale».

 

Promesse non mantenute e gioco d’azzardo!

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«Basta con le leggi bandierina fatte solo per prendere in giro i cittadini. Bisogna rendere efficaci i provvedimenti approvati dal Consiglio regionale, soprattutto quando si parla di una piaga sociale come il gioco d’azzardo. Per questo, davanti all’immobilismo della giunta Serracchiani, abbiamo deciso di presentare nel corso di questa manovra finanziaria un emendamento per chiedere l’azzeramento dell’addizionale Irap regionale per tutti gli esercizi commerciali che nel Friuli Venezia Giulia possono vantare il marchio “Slot Free”, purtroppo, finora solo ipotizzato dalla legge voluta dal Partito democratico». Ad annunciare la nuova iniziativa del MoVimento 5 Stelle è il portavoce in Consiglio regionale Cristian Sergo.

«Dopo l’approvazione in Consiglio non è stato fatto nulla di concreto per rendere operativo questo provvedimento – ricorda Sergo -. La giunta aveva 180 giorni di tempo per depositare il marchio “Slot Free”, un passaggio obbligato per ottenere la detrazione dell’Irap che la maggioranza aveva espressamente previsto di inserire in questa Finanziaria, ma come sempre la carta si fa scrivere e le parole continuano a volare nel vento. Visto che non l’ha fatto, abbiamo deciso di prenderci questa responsabilità. Potrebbe trattarsi di una importante boccata d’ossigeno per i commercianti che hanno compreso quanto grave sia il fenomeno del gioco d’azzardo e un giusto riconoscimento per chi ha fatto una scelta importante per la nostra società. Scelta – conclude il consigliere regionale – che comporterà una minor spesa in quelli che sono gli interventi necessari per aiutare le persone vittime del gioco d’azzardo!».

 

«La politica regionale si impegni a far diventare il Friuli Venezia Giulia “Mafia Free”»

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«Se si vuole diventare attrattivi per gli investimenti è importante che la Regione Friuli Venezia Giulia possa vantarsi di essere “Mafia Free”». Lo ha detto oggi il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, durante il dibattito sulla manovra finanziaria 2015.

«Un primo passo – tanto simbolico quanto concreto – verso questa direzione sarebbe quello di invitare in audizione il procuratore capo Mastelloni per capire come i consiglieri regionali possano sostenere gli inquirenti nella lotta contro questo male assoluto che ormai ha già colpito la nostra regione ma che abbiamo il dovere di stroncare quanto prima – sostiene Sergo -. Non possiamo infatti trascurare l’allarme lanciato dal magistrato che, pochi giorni fa, a proposito delle infiltrazioni criminali nel territorio regionale, ha ricordato quanto “i clan siano nelle aziende e cerchino legami con la politica”, sottolineando il fatto che nel Friuli Venezia Giulia “le cosche hanno già fatto il salto di qualità”».

«Da cittadini non possiamo tollerare che il nome del Friuli Venezia Giulia venga associato a quello della “Mafia”. Non possiamo lasciare da soli i magistrati – aggiunge il portavoce M5S -. Anche la classe politica e dirigente di questa Regione deve iniziare a parlare di questo problema che non può più essere considerato un tabù. Anche perché in altre regioni sono attive delle vere e proprie commissioni antimafia. Già un mese fa abbiamo dimostrato pubblicamente la nostra solidarietà al magistrato Nino di Matteo, pm del delicato processo sulla trattativa Stato-Mafia, proponendo la costituzione di un Osservatorio sulle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio. Ora – conclude Sergo – chiediamo alla politica regionale di ascoltare le richieste di chi ogni giorno combatte le cosche e di impegnarsi a far diventare il Friuli Venezia Giulia “Mafia Free”».

 

 

Aussa Corno il M5S interroga la Regione per sapere se la compravendita “azzardata” di terreni inquinati sia l’unica causa del dissesto dell’Ente.

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Non cala l’attenzione sulla ZIAC da parte del movimento 5 stelle regionale, che si interroga su quali altre cause possano aver portato al dissesto del Consorzio, oltre  alla compravendita milionaria dei terreni inquinati.-

Focalizzando la nostra attenzione sulla concessione ad uso locativo delle aree portuali, stipulata il 30 luglio 2004 ci siamo soffermati sui soggetti firmatari di quella convenzione Tullio Bratta, Presidente del Consorzio, Ernesto Milan rappresentante della Impresa Portuale Porto Nogaro s.r.l. e Sandro Midolini della Midolini F.lli S.p.a. e sul loro potenziale conflitto di interesse.-

Il 18 ottobre 2004 il Presidente Bratta, all’epoca dirigente della Fantoni S.p.a., una delle ditte che maggiormente usufruiva ed usufruisce tuttora di Porto Nogaro, nonché amministratore delegato dell’Inter Rail spa, da poco costituitasi per volontà delle aziende Fantoni, ABS e Pittini, ebbe modo di presentare ufficialmente l’accordo sottoscritto puntualizzando come il Porto avesse avuto nel corso del 2004 un deciso miglioramento della sua attività di movimentazione, grazie alle nuove strutture di cui è stato dotato, tra cui i magazzini coperti. La concessione grazie alla professionalità degli operatori avrebbe garantito una migliore efficienza e funzionalità, caratteristiche essenziali per l’acquisizione di nuovi traffici.-

La convenzione prevedeva già la possibilità di poter variare il canone in relazione all’andamento complessivo del traffico merci. Nonostante questo, dopo soli due mesi le ditte firmatarie iniziarono a sospendere il pagamento previsto di € 360.000,00 ritenuto troppo oneroso e pretesero di modificare la convenzione in essere. Di fatto dal maggio del 2006 il canone pagato fu di € 200.000,00 dopo solo due settimane dalla nomina di Milan nel Cda 

Le giustificazioni addotte alla riduzione del canone sono state attribuite al mancato dragaggio del Fiume Corno che secondo le imprese portuali sarebbe la causa del calo complessivo dei traffici di merci nella zona. In realtà, se il traffico complessivo negli anni è calato, è anche vero che il valore delle merci imbarcate è cresciuto dal 2003 al 2012 del 51%. Il mancato dragaggio -ironizza Sergo- influirebbe negativamente sullo scarico merci ma stranamente sembrerebbe aver avuto impatti positivi sul carico delle stesse. Da quel che si evince dai bilanci della impresa Portuale Nogaro s.r.l. In crescita è anche la correlazione tra i ricavi e i tonnellaggi movimentati tra il 2004 e il 2007, passando da 3,71 € a tonnellata a 5,75.-

Tutto questo è anche avvalorato dagli ingenti investimenti che nel corso degli anni le imprese hanno effettuato nello scalo, per la sola Midolini nel 2008 era previsto complessivamente un piano d’investimenti in mezzi da piazzale e gru, di circa cinque milioni di euro.-

Anche negli anni più recenti e addirittura nel 2009 c’è stata una deliberazione del CDA che confermava di mantenere l’importo “scontato”, in quell’occasione Ernesto Milan, rappresentante delle Imprese Portuali Nogaro s.r.l. era anche uno dei consiglieri d’amministrazione che ha votato come traspare dal Verbale del CDA di data 28 settembre 2009. Cosa che, giustamente, non è avvenuta l’anno successivo quando sul medesimo argomento decise di astenersi in quanto direttamente interessato. Non lo erano forse anche l’anno prima?

In questo quadro di intrecci e potenziali conflitti di interesse abbiamo deciso di chiedere alla Regione se e come negli anni abbia avuto modo di controllare e di vigilare su questi atti che di fatto hanno comportato un mancato introito per il Consorzio di € 689.254,14 oltre alla cifra che comunque avrebbe perso per il calo delle merci movimentate ovvero € 590.745,82 per complessivi € 1.280.000,00.-

Cifre che potrebbero sembrare poco consistenti rispetto al buco del Consorzio, ma che comunque potevano esser utilizzate per quelle opere di cui lamentavano la mancanza le imprese e che stanno a dimostrare la “gestione superficiale” della ZIAC.

Aeroporto di Ronchi, Dal Zovo (M5S): «Squadra che non vince, si cambia». Prodani (M5S): «Scalo fondamentale per lo sviluppo turistico»

«È stata l’ennesima delusione l’audizione di ieri in Regione sull’Aeroporto di Ronchi alla presenza del presidente Dressi e della dirigenza. Vista la gravità della situazione, ci saremmo aspettati di percepire una seria volontà di cambiamento e invece abbiamo assistito a una penosa, al limite dell’imbarazzante, incapacità di reazione». È netto il giudizio della portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, sull’audizione dei vertici di Aeroporto Fvg spa.

 

«Abbiamo visto dirigenti ben pagati, che hanno gestito “a tutto tondo” finora la struttura di Ronchi dei Legionari, arrivare con il cappello in mano a chiedere un aiuto in termini di idee per il rilancio dello scalo. Abbiamo assistito alla impossibile quanto assurda autodifesa supportata da penose scuse perché qualsiasi argomento non può certo giustificare il costante declino dello scalo – attacca Dal Zovo -. Questa classe dirigente avrebbe dovuto occuparsi seriamente dello sviluppo commerciale del nostro aeroporto che – ricordiamo – è di proprietà al 100% della Regione Fvg. Questi dirigenti avrebbero dovuto chiedere aiuto prima, mettendosi a disposizione per cooperare e cercare di costruire un progetto serio per far crescere e rendere appetibile questo scalo».

 

«Per la sua posizione strategica e per le sue caratteristiche tecniche (la pista può far atterrare qualsiasi tipo di velivolo), lo scalo potrebbe rappresentare linfa vitale per il Friuli Venezia Giulia. Noi del MoVimento 5 Stelle siamo stati gli unici, nel corso degli ultimi 12 mesi, a chiedere dati e maggior chiarezza su alcuni aspetti della gestione dell’aeroporto perché avevamo il sospetto che il declino commerciale dello scalo stesse entrando in un vortice pericoloso – ricorda la portavoce M5S -. Arrivati a questo puntoriteniamo pertanto che i vertici di Aeroporto Fvg spa debbano essere sostituiti al più presto per dare il via a una nuova fase di rilancio».

 

«Tutte le risorse pubbliche investite in questo scalo – non possiamo certo dimenticare il milione di euro per la livrea con i colibrì dell’aeromobile Alitalia – sono soldi dei cittadini del Friuli Venezia Giulia che – afferma Dal Zovo – non possono rappresentare un costo, bensì un investimento che, in cooperazione con gli altri enti della nostra regione, devono essere un volano per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia».

 

 

«Qualsiasi strategia turistica non può prescindere dal ruolo fondamentale rivestito dall’aeroporto regionale – ricorda ancora il deputato M5S Aris Prodani -. I risultati in termini di sviluppo turistico si possono ottenere solo ed esclusivamente impostando una forte sinergia tra gli enti che si occupano di promozione e quelli che sono funzionali alle strategie turistiche. Altrimenti – aggiunge il segretario della Commissione Attività produttive della Camera – continueremo a puntare su un cavallo azzoppato».

 

«Pensare poi che la sola realizzazione del Polo intermodale possa portare a uno sviluppo dell’aeroporto stesso è alquanto bizzarro – sostiene Ilaria Dal Zovo -. I turisti utilizzeranno il treno se l’aeroporto sarà in grado di garantire collegamenti aerei. Nel caso contrario – ipotesi oggi sempre più concreta – avremmo consumato ulteriore suolo e il progetto del Polo intermodale rimarrà l’ennesima cattedrale nel deserto. D’altronde – conclude la portavoce M5S – ci sono aeroporti che funzionano perfettamente senza avere alcun progetto di intermodalità».

Le proposte del gruppo di lavoro sui vitalizi sono minimali

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«Non abbiamo intenzione di continuare a partecipare al gruppo di lavoro sui vitalizi‏ se questo privilegio del nostro recente – e triste – passato non verrà messo in discussione in maniera seria. I vitalizi vanno ricalcolati in base ai soldi effettivamente accantonati dai consiglierei regionali delle passate legislature. Tutto il resto sono chiacchiere al vento». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Elena Bianchi, critica duramente la piega che ha preso il gruppo di lavoro chiamato a rivedere la materia degli assegni vitalizi.

«Innanzitutto la riduzione dei vitalizi già in godimento così proposta dal gruppo di lavoro non può che essere temporanea – spiega Bianchi -. E poi il sacrosanto innalzamento da 60 a 65 anni dell’età richiesta per accedere al vitalizio per chi ha fatto parte fino alla precedente legislatura – e non lo ha ancora in godimento – è fittizia, una vera presa in giro. Tutti quelli con più di un mandato potranno, infatti, ottenere il vitalizio già a 60 anni. E si tratta delle maggioranza dei politici di professione presenti in Consiglio regionale!».

«Dal 1992 i cittadini vanno in pensione con il sistema contributivo – ricorda la portavoce M5S -. È inutile appellarsi alla costituzionalità di una norma di revisione quando le pensioni dei cittadini sono state fatte a pezzi in tutte le ultime riforme pensionistiche. Ormai è evidente che per i cittadini non esistono i cosiddetti diritti acquisiti, mentre per la casta l’autodefinizione dei diritti acquisiti viene regolarmente tutelata di legislatura in legislatura».

«Purtroppo le proposte avanzate finora dal gruppo di lavoro in merito alla riduzione degli importi sono minimali, di pura facciata e soprattutto prive di alcun riferimento realistico – rimarca Elena Bianchi -. Preso atto che non si tratta di istituto previdenziale, e che a vario titolo e in diversa misura i consiglieri regionali fino alla precedente legislatura hanno contribuito con parte delle loro indennità agli accantonamenti per l’erogazione dei vitalizi, il MoVimento 5 Stelle a questo punto chiede con forza – aggiunge – che queste cifre vengano determinate in modo dettagliato e che su di esse vengano applicati i tassi di calcolo di mercato sulle rendite vitalizie e in base a questi venga rideterminata la cifra mensile spettante a ogni ex consigliere».

«Solo in questo modo – conclude Bianchi – nessuna ingiustizia verrà perpetuata e la misura andrà a compimento quando la cifra spettante a ciascuno verrà esaurita».

 

 

Nessun disegno di legge sul sostegno al reddito calendarizzato dalla giunta nei primi sei mesi del 2015

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A seguito della riunione dei capigruppo di stamattina non possiamo che evidenziare comemanchi totalmente dalla programmazione delle proposte legislative della giunta regionale per i primi sei mesi del 2015 l’intenzione di voler affrontare un disegno di legge sul sostegno al reddito. Ricordiamo che l’impegno che si era presa la Serracchiani accettando l’odg firmato trasversalmente da tutte le forze politiche in assestamento di bilancio prevedeva l’attivazione di una forma sperimentale di sostegno al reddito entro la fine del 2015». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Eleonora Frattolin, commenta con preoccupazione la decisione dell’esecutivo regionale di rimandare ancora qualsiasi iniziativa a favore di tanti cittadini del Friuli Venezia Giulia che stanno vivendo un momento di grande difficoltà.

«Se – come sbandierato mediaticamente – ci fosse davvero l’intenzione di tenere fede a questo impegno, visti i tempi necessari alla predisposizione di eventuali regolamenti attuativi, sarebbe assolutamente opportuno portare una proposta normativa in Aula nel primo semestre dell’anno – ricorda la portavoce M5S -. Altrimenti i 10 milioni di euro che si è deciso di accantonare in Finanziaria finiranno per rappresentare un inutile congelamento di risorse e l’ennesima certificazione che quello che conta sono solo i titoli dei giornali. A questo punto – aggiunge Frattolin – non ci resta che sollecitare la calendarizzazione della nostra proposta di legge sul reddito minimo garantito, depositata da tempo e pronta a continuare il suo iter di discussione, che noi coerentemente abbiamo sempre indicato come priorità assoluta di lavoro».

«La giunta si era impegnata a far partire la sperimentazione sul reddito minimo garantito nel 2015. Ritardando l’attuazione della legge e dei regolamenti necessari, rischiamo però di iniziare la sperimentazione appena a fine annoTroppo tardi per permetterci di capire quante risorse serviranno per quella che dovrebbe essere la fase successiva alla sperimentazione– sottolinea la consigliera M5S -. È molto importante stabilire invece l’importo necessario già nella Finanziaria 2016. Se così non fosse fra 12 mesi ci troveremo ancora a dover sperimentare questa misura, quando invece è ogni giorno più urgente allargare questo strumento alla maggior parte delle persone che ne hanno bisogno. Una cosa è certa – conclude Frattolin: non permetteremo a questa giunta di usare il reddito minimo garantito come la “solita medaglietta” da appendersi alla giacchetta».

Burlo di Trieste e Cro di Aviano, due eccellenze che la giunta Serracchiani non tutela e non valorizza in maniera adeguata

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Con le audizioni sulle schede dei presidi ospedalieri, che si sono svolte in questi giorni inConsiglio regionale, sono emerse forti preoccupazioni circa il futuro degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico rispetto alle funzioni assistenziali ad essi attribuite. «Come riportato alla Commissione dal direttore scientifico del Burlo – spiega Ussai – nelle schede sull’assistenza ospedaliera mancano ancora una serie di funzioni di cui si era chiesto l’integrazione già durante l’audizione di agosto. Si tratta di funzioni di alta specialità o comunque di nicchia svolte da strutture, come il centro regionale per la fibrosi cistica e le malattie rare, il servizio di endocrinologia ed auxologia e quello di reumatologia e immunologia clinica, già presenti al Burlo e che dovrebbero – sottolinea il consigliere regionale M5S – essere riconosciute, mantenute e possibilmente sviluppate».

 

«Anche il Cro di Aviano ha manifestato la necessità di correggere le schede, richiedendo non semplicemente l’esplicitazione puntualmente delle singole funzioni, ma piuttosto, all’interno suo del mandato di “ricerca translazionale”, la possibilità di definire in una fase successiva, con l’atto aziendale, le funzioni che afferiscono a tale attività – aggiunge Ussai -. Siamo almeno alla terza versione delle schede riguardanti gli standard assistenziali e si rendono ancora necessarie delle modifiche importanti delle funzioni: semplice disattenzione o mancanza di volontà da parte della Giunta?» si chiede il portavoce del MoVimento 5 Stelle. «Quello che è certo è che il Burlo di Trieste ed il Cro di Aviano sono due eccellenze della nostra regione che la giunta Serracchiani non sta tutelando e valorizzando in maniera adeguata!».

 

«Le uniche azioni intraprese da questo esecutivo, infatti, riguardano il trasferimento delle funzioni dei due Irccs rispettivamente all’Ospedale di Cattinara e all’Ospedale Santa Maria degli Angeli, accentramenti che se in un’ottica di economie di scala potrebbero essere anche condivisibili,spinti all’eccesso potrebbero nuocere all’attività scientifica e di ricerca, che caratterizzano tali enti, e potrebbero potare alla lunga alla perdita della specificità di Irccs. Ottenere il titolo di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico rappresenta un vanto per qualsiasi ospedale – sottolinea Ussai – e non possiamo certo permetterci di rischiare di perdere questo vero attestato di eccellenza».

 

«Purtroppo però fino ad oggi la giunta Serracchiani invece di valorizzare questo patrimonio presente in regione, con le sue azioni maldestre dimostra a malapena di tollerarlo. La riforma sanitaria approvata dal centro sinistra non può mettere in discussione le prerogative che hanno reso il Burlo ed il Cro punti di attrazione e non solo a livello regionale. Ci aspettiamo quindi che vengano recepite le richieste di modifica delle schede ospedaliere e che questi istituti – conclude il consigliere M5S – vengano considerati come centri di riferimento nella futura pianificazione regionale».

 

 

I cittadini devono conoscere i dati relativi agli impianti radioelettrici e ai campi elettromagnetici della base

«La giunta Serracchiani deve rendere pubblici i dati relativi agli impianti radioelettrici e ai campi elettromagnetici della base di Aviano. I cittadini residenti nel Comune di Aviano devono essere in grado, infatti, di valutare le condizioni di esposizione a questi campi». La richiesta della portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Eleonora Frattolin, è contenuta inuna interrogazione depositata nei giorni scorsi in Regione.

 

«Sul sito dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia (Arpa Fvg) è pubblicato il catasto degli impianti radioelettrici e il monitoraggio dei campi elettromagnetici della nostra regione – spiega Frattolin -. Bene, le misurazioni effettuate nell’anno 2014 evidenziano valori entro i 3 V/m, per tutte le antenne dislocate sul territorio regionale a eccezione di due gruppi di antenne – precisa la portavoce M5S -. Uno si trova nelComune di Chiusaforte che raggiunge i 4,8 V/m e un altro proprio nel Comune di Aviano che raggiunge i 10 V/m».

 

«Quest’ultimo gruppo di antenne per il terzo anno consecutivo rappresenta – purtroppo – la sorgente di emissioni elettromagnetiche di maggiore intensità a livello regionale e ben oltre il valore di 6 V/m, la soglia di attenzione che non andrebbe mai superata – ricorda Frattolin -. Inoltre sul sito dell’Arpa non sono disponibili i dati relativi alle emissioni elettromagnetiche della base Usaf di Aviano, visto che si tratta di un’area privata. È un fatto particolarmente grave anche perché – conclude la capogruppo del MoVimento 5 Stelle – ormai è universalmente riconosciuta la “non innocuità” degli effetti dei campi elettromagnetici e la correlazione fra l’esposizione a tali campi e molteplici disturbi alla salute».

 

 

Palma-Nova-Manzano : Altro che riduzione del consumo del suolo.

 

«Altro che revoca: la giunta Serracchiani conferma lo stanziamento di 89 milioni di euro per portare avanti il progetto della Palma-Nova-Manzano. Già questa primavera abbiamo sottolineato come di fatto non c’è stato nessun dietro front da parte dell’esecutivo regionale sull’opera. Probabilmente si è cambiata qualche pagina del progetto, si procederà per stralci e “step” successivi, ma ciò che conta è che si vogliono spendere tutti gli 89 milioni già stanziati dalla giunta Tondo e non solo i 65 di fonte ministeriale ottenuti già nel lontano 2007». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, contesta duramente l’ennesimo dietrofront della giunta Serracchiani.

 

«Potevamo accettare che si utilizzassero questi fondi statali per sistemare il ponte di Chiopris Viscone (su cui molti ancora hanno dubbi sull’effettiva criticità, e va tenuto in conto che per il ponte di Dignano, su cui altri han espresso perplessità riguardo la sua effettiva tenuta, non è previsto alcun intervento) e magari di sistemare i problemi di traffico nei piccoli centri urbani della zona (causati anche dalla vicinanza dell’Outlet Village), soddisfacendo così le vere richieste del territorio. Ma che si vogliano spendere comunque quasi 90 milioni di euro sostenendo che queste opere porteranno una estrema riduzione del consumo del suolo è sinceramente una provocazione che non possiamo tollerare».

 

«Dopo aver passato una campagna elettorale promettendo che le risorse risparmiate sarebbero state destinate alle imprese del distretto manzanese, che sono sì in difficoltà ma che si stanno rimboccando le maniche per rilanciare se stesse e il territorio, la maggioranza compie l’ennesimo dietrofront in tema di infrastrutture e si continua perseguire la solita logica dell’asfalto/appalto già praticata a Dignano. La notizia ha colto di sorpresa anche l’assessore Bolzonello che, come noi, era convinto che l’assessore Santoro utilizzasse quei fondi per altre opere o infrastrutture, ma come lei stessa ha ribadito in commissione non esistono altre opere al momento al di fuori delle tre già previste nella “Palma” (ovvero il raccordo tra il casello dell’A4 e la sede della Protezione Civile) “Nova” (il nuovo ponte di Chiopris Viscone) “Manzano” (la variante a San Giovanni con relativo nuovo ponte sul Natisone)».

 

«Durante il prossimo Consiglio regionale chiederemo ufficialmente che venga revocata la delega amministrativa ad Autovie Venete per la quota di fondi regionali impegnati 8 anni fa per un’opera che non si deve fare (come sostenuto nelle delibere della giunta Serracchiani) e chevengano utilizzati per il piano di sviluppo industriale in discussione a gennaio, avremo così a disposizione ulteriori 24 milioni di euro che raddoppierebbero la dotazione finanziaria per le imprese del Friuli Venezia Giulia».

 

 

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