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Eleonora Frattolin M5S FVG sulla “Disciplina delle Unioni Civili” 22/11/2014

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Unioni civili, grazie al M5S un’importante presa di posizione del Consiglio regionale del FVG. Frattolin (M5S): «Ora il Parlamento approvi

Convegno su Reddito minimo Garantito

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Organizzato dal M5S FVG Relatori:
Walter Rizzetto
Loredana Panariti
Franco Belci
Franco Rotelli

Zona industriale Aussa Corno: «La centrale delle meraviglie parte col piede sbagliato»

Ziac, Sergo (M5S): «La centrale delle meraviglie parte col piede sbagliato»

 

 

Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, interviene nel dibattito sul futuro dell’Aussa Corno, sollevando alcuni dubbi legati alla realizzazione della nuova centrale a biomasse in un’area della Ziac. «L’Aussa Corno di recente ha tirato un sospiro di sollievo a seguito della presentazione di un progetto per una nuova centrale a biomasse che potrebbe esser installata nella Zona Industriale. Centrale a biomasse da 10Mw che, stando alle dichiarazioni dei proponenti, dovrebbe portare un sicuro risparmio del 10-15% alle imprese insediate nel Consorzio – spiega Sergo -. Il terreno scelto per l’insediamento della centrale è particolarmente strategico e ha la possibilità di utilizzare anche la ferrovia per l’approvvigionamento dell’impianto. Come appreso dalla stampa e annunciato dai proponenti “si bruceranno per il 30 % biomasse agricole (rotoballe); per il 25% i risultati delle lavorazione industriale; il resto, materiale proveniente dal sottobosco e di autoproduzione. Per l’autoproduzione, saranno utilizzate delle piante (vedi la paulonia) a crescita rapida che forniranno materia prima alla centrale”.Qualora questa merce non dovesse arrivare via “rotaia” – precisa il portavoce M5S –per produrre gli annunciati 72.000 MWh elettrici in un anno sarebbero necessari 1800 tir, quindi circa 6 mezzi pesanti al giorno».

 

«A parte il quesito spontaneo che viene da porsi, ovvero da dove provenga la merce, la nostra attenzione verso l’ambiente ci ha portato a fare ulteriori calcoli – rivela Sergo -. Alle percentuali sopra riportate va aggiunta una quantità variabile tra il 20% e il 30% di CDR-Q, ovvero il “combustibile derivato dai rifiuti” dove “Q” sta per “alta qualità”.Peccato però che dopo un intervento normativo e a seguito del nostro pressing effettuato in Consiglio regionale volto a diminuire l’incenerimento dei rifiuti, attualmente, nel Friuli Venezia Giulia non è previsto il rilascio di autorizzazioni per attività che ne prevedano la combustione».

 

«In passato spesso e volentieri il territorio sangiorgino si è opposto a questo tipo di soluzioni. Anche prendendo, infatti, per buone le intenzioni dei proponenti di riuscire a “eliminare” le emissioni in atmosfera, non possiamo che allarmarci per quello che verrà bruciato nella centrale, la sua provenienza e la sua “sostenibilità”. Perché se non si potrà incenerire il CDR-Q quale sarà il combustibile utilizzato? Prodotti agricoli da coltivazioni intensive?» si chiede il consigliere regionale pentastellato.

 

«È un vero peccato che il nuovo corso del Consorzio parta subito con mezze verità e notizie nascoste ai cittadini. La società che ha proposto il progetto di centrale a biomasse si è affrettata ad affermare che la centrale “non è un inceneritore, ma un impianto con le emissioni al di sotto dei limiti”. Una strana affermazione visto che di emissioni non ci dovrebbe essere più traccia. Ricordiamo che le leggi regionali vigenti non permettono l’installazione di centrali a biomasse entro i 2 km dalle colture ritenute pregiate. E se ci sono limiti di questo tipo un motivo ci sarà. Riteniamo – conclude Sergo – che troppe cose siano state celate nel corso degli ultimi decenni su questa zona e che sia ora di dare una svolta anche dal punto di vista della trasparenza e del rapporto con i cittadini, oltre che delle imprese insediate».

 

Prestazioni sanitarie «La giunta Serracchiani continua a non rispettare la legge sul contenimento dei tempi di attesa»

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«Sono quasi tre anni che l’assessore alla Sanità non relaziona sul contenimento dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie. Cosa aspetta la giunta Serracchiani a presentare in Commissione il documento più volte promesso? Sarebbe un passo fondamentale per poter discutere sui disservizi che quasi quotidianamente vengono segnalati». A chiederlo è il portavoce del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussaiche nelle ultime ore ha depositato una interpellanza, mettendo ancora una voltal’esecutivo regionale davanti alle sue inadempienze.

«La legge regionale 26 marzo 2009, n. 7, in materia di contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie nell’ambito del Servizio sanitario regionale, prevede la presentazione alla Commissione consiliare competente, entro il mese di febbraio di ciascun anno, di una relazione che documenti lo stato di attuazione di questa norma e i risultati ottenuti – spiega Ussai -. Bene, negli anni 2013 e 2014 questo documento non è stato presentato. E se andiamo avanti così non vedremo neanche quello del 2015!».

«Ad aprile, rispondendo a una nostra interrogazione, la giunta Serracchiani si era ancheimpegnata a preparare la relazione entro il mese di maggioNiente, anche questa promessa non è stata mantenuta. Intanto – ricorda il portavoce M5S – i cittadini continuano a segnalare la difficoltà di accedere, rapidamente, alle prestazioni sanitarie. Uno degli ultimi casi eclatanti riguarda un paziente che in possesso di impegnativa – seppur senza indicazione di priorità – per una visita endocrinologica si è visto fissare la visita presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine a maggio 2017, quando – conclude Ussai – il tempo massimo di attesa in assenza di esplicitazione del codice di priorità previsto nel Sistema sanitario regionale è di 180 giorni».

 

 

Unioni civili, grazie al M5S un’importante presa di posizione del Consiglio regionale del FVG.

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«Finalmente il Consiglio regionale ha preso una posizione netta su una tematica molto sentita nella nostra società. Grazie al nostro provvedimento chiediamo al Parlamento di approvare al più presto una normativa che, garantendo a tutte le coppie uguali diritti, riconosca e regoli le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso presso il nostro ordinamento giuridico. Si tratta di un vero successo per tutta la società civile». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin commenta con soddisfazione l’approvazione del voto alle Camere presentato dal gruppo pentastellato.

 

«Non possiamo più avere paura di chi non aderisce (o non finge di aderire) ad un modello familiare tradizionale che si presume sia – come ha affermato qualcuno – l’unico capace di “costituire una comunità di affetti e di solidarietà in grado di trasmettere valori […] e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale” – ribadisce la capogruppo M5S -. Sicuramente è più comodo e semplifica le cose fare finta che la nostra società non sia interessata da cambiamenti radicali, in atto da tempo: il referendum sul divorzio ha cambiato la concezione stessa di un modello familiare tradizionale ed immutabili».

 

«Il sorpasso del numero delle “convivenze di fatto” (anche nascoste) su quello dei matrimoni, dimostra che “contrarre coniugio” non è più il modo principale per costruire una comunità di affetti familiare (o perlomeno non è il solo). Bene, un legislatore, nazionale o regionale che sia, ha il compito di prendere atto, senza paura, dell’evoluzione del sentire comune – sottolinea Frattolin -. E lo deve fare senza ricorrere alle solite ricette paternaliste ed oscurantiste. Ma soprattutto – ed è per questo che chiediamo che riprenda nello specifico l’iter legislativo della proposta di legge Cirinnà (Pd) – deve essere il Parlamento, non il Governo, a legiferare su temi di tale portata,  riprendendosi il ruolo istituzionale assegnatogli dalla Costituzione.».

 

Molto importante anche l’impegno che si è assunta la presidente Serracchiani di attivarsi presso il Ministero affinché venga ritirata la circolare che ha portato all’annullamento delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso. «Ci auguriamo che, dato il suo prestigioso ruolo di vicesegretario nazionale del partito che sta governando il Paese, possa riuscire nell’intento. Tanto più che si tratta di difendere la nostra Regione dal trattamento “speciale” ricevuto dai sindaci locali, con l’annullamento d’ufficio operato dal commissario di Governo».

 

 

Ziac San Giorgio: Alla fine ha prevalso quanto da noi chiesto in Aula

 

«Siamo partiti da un preoccupante affiancamento alle funzioni dell’attuale commissario straordinario, fino ad arrivare a chiedere un maggior coinvolgimento degli azionisti nelle scelte del futuro del Consorzio. Alla fine ha prevalso quanto da noi chiesto in Aula: il commissario deve continuare il suo operato fino alla soluzione dei problemi della Ziac. Problemi che già da nove mesi abbiamo evidenziato e che hanno portato all’apertura di un fascicolo da parte della Corte dei Conti, su cui attendiamo sempre un pronunciamento». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, interviene nel dibattito sul futuro dell’Aussa Corno dopo l’approvazione della mozione con cui si chiede che il commissario straordinario del Consorzio coinvolga maggiormente, nelle sue decisioni, gli azionisti.

«Rispetto a marzo, dopo il secondo commissariamento, quello straordinario, la situazione finanziaria sembra essere migliore, ma il problema di fondo (ovvero la vendita dei terreni acquistati, ancora da bonificare) rimane sempre in piedi – sottolinea il portavoce M5S -. Chiudere adesso l’esperienza commissariale significherebbe “aver cambiato tutto per non aver cambiato niente” e questo a noi del MoVimento 5 Stelle non sta bene. A differenza di altri colleghi noi riteniamo che chi ha dato il via libera a quelle compravendite a metà del 2010 non potesse ignorare la situazione di crisi che l’Italia stava vivendo in quel periodo, ormai da un paio d’anni».

«Ecco perché abbiamo appreso con soddisfazione la richiesta di un’azione di responsabilità da parte del commissario straordinario, un po’ meno il fatto che sia stato richiesto un rinvio della decisione in merito, quasi a significare che ci sono soci che ancora oggi non hanno ben chiaro cosa sia successo 4 anni fa».

«Avevamo preannunciato un voto contrario al testo così come originalmente presentato, ma a fronte degli emendamenti che di fatto han richiesto un maggiore coinvolgimento degli azionisti nelle scelte del commissario abbiamo deciso di votare favorevolmente, essendo pacifico che sulle scelte strategiche e sul futuro del Consorzio l’ultima parola debba essere dei soci e – conclude Sergo – non certo del commissario i cui compiti sono altri e non sono ancora terminati».

 

Caccia: «Ennesima concessione alle lobby dei cacciatori»

«Oggi in Aula si è fatta l’ennesima concessione a favore delle lobby dei cacciatori. Questa politica non fa altro che ridurre al minimo i poteri di vigilanza e di controllo degli enti preposti sull’attività venatoria». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, commenta con amarezza l’approvazione della modifica alla legge regionale 6 del 2008.

«La Legge nazionale che disciplina la materia della caccia è la 157 del 1992 che, all’articolo 31, parla esplicitamente delle sanzioni amministrative. Per tutto quello che non è contenuto all’interno dell’art. 31 ci si riferisce, poi, alla legge quadro in materia di sanzioni 689 del 1981 e successive modificazioni – spiega Dal Zovo -. In Aula abbiamo ricordato che per le sanzioni amministrative il tempo per le contestazioni è di 5 anni, mentre dal momento in cui viene accertato il fatto, ci sono ulteriori 90 giorni per inviare la notifica. Sostanzialmente con questo provvedimento, dopo il deposito del libretto da parte dei cacciatori, gli organi competenti avranno solo un anno per controllare il cartellino. Altro che 5 anni previsti dalla legge! Per questo abbiamo votato con convinzione contro questo provvedimento. Questa modifica è un vero e proprio privilegio a discapito di altre categorie, aziende, cittadini che dovranno invece attenersi ai rigorosi 5 anni».

«Negli anni, in questa regione, che era presa a modello per molte materie, si è riusciti a demolire molte forme di controllo e sanzioni ai cacciatori. Di esempi ce ne sono molti – sottolinea la portavoce M5S -. Nel resto d’Italia, in forza dell’articolo 18 della Legge 157/92 “La caccia è consentita da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto” e le violazioni sono punite con la sanzione amministrativa da euro 103 a euro 619. Nel Friuli Venezia Giulia, grazie al comma 1 bis L.R. 34/96, la caccia alla posta per gli acquatici è consentita sino ad un’ora dopo il tramonto. E ancora: nel resto del Paese è vietato “cacciare su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, salvo che nella zona faunistica delle Alpi e per l’attuazione della caccia di selezione agli ungulati”. Nella nostra Regione, anche fuori dalla zona Alpi, quando il terreno è coperto da neve e gli animali selvatici sono particolarmente in difficoltà ed esposti, invece, è consentito cacciare caprioli e cervi con i segugi. Inoltre – aggiunge – è permessa anche la caccia “ai palmipedi ed ai trampolieri, nonché alla cesena” e, 48 ore dopo l’ultima nevicata, persino alla lepre. E potremmo continuare a lungo».

«Una cosa è certa – conclude Dal Zovo – bisogna segnalare questa modifica “pro lobby” ad ogni livello possibile, anche se siamo sicuri che, come già accaduto molte altre volte sulla legge 6/2008, questa modifica sarà impugnata»

 

Sondaggio Emendamenti Riforma EELL

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In seguito alle segnalazioni abbiamo creato un sondaggio online dove sarà possibile esprimere la propria preferenza sugli emendamenti che il M5S FVG intende presentare nell’ambito della Riforma degli Enti Locali.

è possibile scegliere tra tutti gli emendamenti e il voto non espresso verrà considerato come un voto contrario all’emendamento. qualora uno dei 10 emendamenti proposti dovesse ricevere più “voti inespressi” non verrà presentato.

Vi preghiamo inoltre di leggere con attenzione le note riportate in calce sui punti 1 e 2.

Per poter votare fai il login. se hai dimenticato la password segui il tutorial per modificarla.

Vai alla pagina del voto cliccando su questo   LINK e vota online.

 

 

Il voto rimarrà aperto fino a domenica 23 novembre

Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo M5S FVG su MOZIONE 70 – Variante di Dignano: Ecco com’è andata!

laria Dal Zovo e Cristian Sergo Portavoce regionali M5S FVG sulla MOZIONE 70 – “Variante Sud di Dignano e ponte

Elettrodotto Udine–Redipuglia la polemica non si placa.

 

E’ strano che pochi siano a conoscenza del fatto che Terna vuol portare i cavi elettrici a domicilio all’ABS. Sapevamo che le acciaierie udinesi avessero fortemente voluto l’opera, ricattando anche la politica di poter abbandonare la Regione nel caso in cui questa non fosse stata realizzata. Quello che ignoravamo è che oltre all’elettrodotto che da Redipuglia raggiungerà Udine Ovest, ce ne sarà uno interrato per ben 6 km che dalla Stazione Elettrica di Santa Maria La Longa in costruzione raggiungerà la Ziu.

 

Il nuovo tracciato verrà fatto passare anche sotto il manto stradale di viale del Lavoro, per il cui rifacimento sono già in programma lavori per 700 mila euro. Sarà interessante conoscere il costo complessivo di questi 6 km di elettrodotto interrato. Questa notizia però non ce l’hanno riferita i funzionari di Terna auditi in IV commissione lo scorso gennaio, ma l’ha riferita il Presidente del Consorzio Industriale per il Friuli Centrale Marinig in Consiglio Comunale a Udine.

 

A gennaio i funzionari di Terna, sollecitati a valutare la possibilità di interrare l’intera traccia dell’elettrodotto, così come richiesto dai sindaci del territorio, dal Presidente della Provincia di Gorizia e dai comitati di cittadini, si sono limitati a rispondere che sarebbe troppo oneroso, con costi complessivi fino a 10 volte quelli dovuti per il progetto aereo. Una cifra sproposita, anche alla luce del fatto che gli stessi funzionari in quell’occasione non sono stati in grado di indicare quanto costerà l’elettrodotto “sottomarino”, cosiddetto interconnector, tra Salgareda (Tv) e la Slovenia da 1000Mw. Ma nulla è stato detto ai commissari per quanto riguarda il “nuovo” tracciato interrato di ben 6 km.

 

Non vorremmo che si siano “dimenticati” di illustrare questo progetto a noi consiglieri della IV commissione, per evitare di dar ragione a chi anche in quella occasione sosteneva che gli elettrodotti interrati si possono realizzare, eccome.

 

Di fatto la Ziu, oltre all’esistente elettrodotto di 220 Kv aereo, avrà una seconda linea interrata di 132Kv per soddisfare le energivore industrie del Consorzio, che consumano, da sole, la stessa energia necessaria ad una città come Udine. E’ un peccato che a questo non sia stata data, volutamente, la dovuta pubblicità.

 

 

Assurdo e pretestuoso modificare la legge a favore delle lobby venatorie.

«Senza discussione in commissione, è stata inserita nel programma dei lavori della prossima seduta del Consiglio regionale la proposta di legge n. 58. Una evidente provocazione, firmata dalla consigliera Mara Piccin, che il MoVimento 5 Stelle ritiene del tutto assurda e pretestuosa». La portavoce M5S in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo preannuncia un voto contrario alle proposte di “Modifica alla legge regionale 6 marzo 2008, n. 6”, contenente disposizioni per la programmazione faunistica e per l’esercizio dell’attività venatoria.

«Questa proposta di legge è nata dopo una serie di controlli effettuati sui libretti di caccia – spiega Dal Zovo -. È del tutto evidente, però, che i cacciatori sanno come si debbano segnare le uscite in modo corretto al fine di non incorrere in sanzioni visto che il tesserino regionale di caccia è in vigore dal lontano 1986 ed è l’unico sistema di controllo sulla regolarità dell’attività venatoria. Pertanto, se le violazioni sono state compiute, le sanzioni devono essere pagate. Gli altri cittadini non hanno certo un “santo” in Consiglio regionale che gli fa un norma di salvataggio “ad hoc” – sottolinea la portavoce M5S -. Chiunque commetta un’infrazione, di qualunque genere essa sia, deve pagare per l’errore fatto».

Nel Friuli Venezia Giulia, ormai da anni, si è avviata invece una “originale strategia” per eliminare il bracconaggio. Ricordiamo che i dati su questo grave fenomeno ponevano purtroppo la nostra regione ai vertici in Italia. Da una parte si rendono, infatti, legali comportamenti altrove puniti con sanzioni amministrative o penali. È il caso, a puro titolo di esempio, della caccia agli anatidi un’ora dopo il tramonto, della possibilità di usare ancora piombo nelle munizioni con la sola inutile prescrizione della nichelatura superficiale, della possibilità di viaggiare vicino a case e strade senza riporre l’arma nel fodero, della caccia svolta da natanti ed imbarcazioni, per la quale nel resto d’Italia si incorre nell’arresto fino a tre mesi».

«Dall’altra parte – rivela Dal Zovo – si è proceduto alla silenziosa e graduale soppressione delle residue possibilità di vigilanza su caccia e bracconaggio: lo scarno personale delle Province, gli ex guardiacaccia, assimilato dalla legge 9/2009 alla Polizia comunale, viene mandato a fare posti di controllo con l’autovelox e a portare gonfaloni, mentre il Corpo forestale è stato decimato dai pensionamenti e spalmato in mille altre attività burocratiche. Inoltre si è arenata la costituzione del Corpo unico di vigilanza ambientale, previsto dalla Legge 6/2008. La vigilanza è scomoda – attacca Dal Zovo -. Se chiudi le attività di controllo, l’impressione da parte dell’opinione pubblica è che il fenomeno del bracconaggio sia finito. E se per caso qualche bracconiere incappa ancora in uno dei rarissimi controlli, arriva in soccorso certa politica, pronta a modificare le norme. Tutto questo avviene a scapito della fauna selvatica, definita dalla legge – è bene rammentarlo – “patrimonio indisponibile dello Stato”.  Ma in Italia – e in particolare nel Friuli Venezia Giulia – i beni comuni sono trattati ormai come “res nullius”».

«La Sardegna e la Valle d’Aosta hanno già istituito da tempo strutture efficaci, che hanno dato ottimi risultati e possono essere d’esempio. Una regione come il Friuli Venezia Giulia, che negli anni passati ha dimostrato di essere all’avanguardia in molti settori, ora sulla caccia si trova invece indietro, molto indietro. Intanto i poteri forti continuano a muoversi in sordina, tra le stanze del Palazzo, nel tentativo di averla vinta».

«Speriamo che la giunta Serracchiani non sia a favore di questa norma, ma dalla parte della sicurezza dei cittadini – anche in virtù degli ultimi episodi accaduti nel Pordenonese – e della fauna selvatica, un patrimonio prezioso da tutelare. L’esecutivo regionale deve impegnarsi a far partire urgentemente il Corpo unico di vigilanza ambientale previsto dalla legge. Una realtà – conclude – promessa dalla politica e mai fatta partire. Per volere di chissà chi!».

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Beppe Grillo a Bruxelles #FuoriDallEuro

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Vi manderemo a casa con l’uscita dell’Italia dall’euro. Si può fare! Lo sapete bene, Il M5S raccoglierà le firme per

Molte criticità e metodi bulgari da parte della giunta Serracchiani

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«La riforma degli enti locali proposta dalla giunta Serracchiani e dalla maggioranza di centro sinistra è partita con il piede sbagliato. Oltre al metodo coercitivo e decisamente sbrigativo con cui si è voluto impostare l’iter di approvazione di questo importante provvedimento per la regione – che abbiamo già avuto modo di contestare duramente -, nel merito sono già emerse le prime criticità». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Elena Bianchi, commenta così la prima fase della discussione sulla riforma degli enti locali a conclusione di una decina di incontri con i cittadini e gli attivisti M5S in tutto il Friuli Venezia Giulia.

 

«Una prima evidente problematica riguarda la dimensione dell’Unione dei comuni. La proposta di 40 mila abitanti è decisamente sbagliata – sottolinea Bianchi -. Questa dimensione risulta essere troppo piccola per una realtà di area vasta e troppo grande per trasformarsi in futuro in un unico comune. Le analisi e gli studi sull’argomento convergono sul fatto che, escluse le grandi città e i capoluoghi, la dimensione ottimale per la gestione amministrativa e per mantenere il senso di comunità si aggira attorno ai 10/15 mila abitanti».

 

«Un altro tema che va sicuramente rivisto è quello che riguarda la pianificazione – attacca la portavoce M5S -. Al momento alle Unioni di comuni vengono attribuite solo funzioni di programmazione (chi e quando). È fondamentale invece che l’Unione abbia poteri di pianificazione (cosa e dove). Solo in questo modo si può puntare a una reale integrazione e non accontentarsi di una semplice aggregazione che, alla fine, può essere solo di facciata».

 

«Un esempio concreto di questa lacuna è evidente se prendiamo il caso del cosiddetto Ufficio tecnico che riveste un ruolo fondamentale nell’attività amministrativa di un Comune. Nella riforma presentata non è previsto, infatti, da nessuna parte che una Unione di comuni debba avere un unico Ufficio tecnico – ricorda Bianchi -. Per assurdo potremmo avere un Ufficio tecnico per ogni comune e questo finirebbe di certo per aggravare burocrazia e costi».

 

«Purtroppo la Regione, ancora una volta, pretende il cambiamento dagli altri, in questo caso da parte dei comuni, senza prima fare i suoi “compiti a casa” – aggiunge la consigliera regionale -. Prima di chiedere ai comuni di aggregarsi (unioni) o di fondersi (nuovi comuni), bisognerebbe realizzare una volta per tutte i piani regionali che vengono sempre fatti slittare, come per esempio il Piano energetico, il Piano di gestione del territorio (Pgt) e il Piano paesaggistico. Stesso discorso vale per le funzioni che la Regione dovrebbe trasferire alle Unioni dei comuni e per l’individuazione dei “costi standard”. Passaggi fondamentali per poter permettere ai comuni di prendere qualsiasi decisione con cognizione di causa».

 

«Infine una riforma di così forte impatto sulla regione non può essere portata avanti senza il coinvolgimento dei cittadini e degli amministratori locali. La partecipazione è da sempre una condizione imprescindibile per il MoVimento 5 Stelle. Le modalità bulgare che la giunta Serracchiani ha imposto all’iter della riforma degli enti locali, ci hanno già portato a contestare con decisione in Consiglio regionale questa metodologia. Se l’esecutivo regionale e la maggioranza di centro sinistra non cambiano in fretta atteggiamento – conclude Bianchi -, l’opposizione del MoVimento 5 Stelle a questa riforma diventerà sempre più dura».

 

 

 

La giunta Serracchiani deve favorire le ‘zone 30’ e i percorsi ‘pedibus’ promessi da più di un anno ai cittadini

 

«Qualità dell’aria e mobilità nuova e sostenibile. Tutti temi cari al MoVimento 5 Stelle che per primo ha portato in Consiglio regionale, anche per onorare l’impegno assunto da molti nostri candidati, tra cui la capogruppo M5S Frattolin. Purtroppo ci siamo imbattuti con lecontinue promesse della giunta Serracchiani e con la scarsa attenzione verso questi temiSi continua, infatti, a investire sul cemento e traffico su gomma. Evidentemente il binomio sostenibile-credibile non piace come quello appalto-asfalto». I portavoce del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo puntano il dito contro le promesse non mantenute dall’esecutivo regionale su ‘zone 30’ e percorsi ‘pedibus’.

 

«Durante l’ultima seduta della IV Commissione le associazioni di cittadini che sono intervenute – dati alla mano – hanno chiesto al Consiglio regionale di spingere verso la creazione, nei centri abitati, delle ‘zone 30’ e verso lo sviluppo di nuove aree da “vivere” non più come un incubo dove bisogna stare attenti e si rischia di essere investiti – ricorda Sergo -. Il superamento dei limiti di velocità è da sempre una delle principali cause di mortalità e non intervenire per ridurre gli impatti nefasti di questo fenomeno finirà per aggravare le evidenti e pesanti ripercussioni sui nostri conti economici, sull’ambiente e sulla nostra salute».

 

«Da pochi giorni sono stati elaborati i dati Istat 2013 su queste tematiche – aggiunge Dal Zovo -. Numeri molto preoccupanti non solo per il numero di incidenti, gli infortunati e i morti sulle nostre strade, ma anche per la qualità dell’aria delle nostre città. Tra tutti, spiccano, infatti, i dati poco rassicuranti per quanto riguarda la media dei valori annuali di biossido di azoto a Trieste, terz’ultima in Italia, mentre non è migliore la situazione a Udine dove per quanto riguarda i rilievi sull’ozono la città è al penultimo posto tra tutti i capoluoghi italiani».

 

«Trieste è inoltre al terzo posto per numero di incidenti stradali in Italia. Una situazione allarmante e preoccupante – ribadisce la portavoce M5S -. Sarebbe molto positivo creare una maggiore sintonia tra automobili e cittadini creando ‘zone 30’ nei centri urbani. Si disincentiverebbe il passaggio di auto e mezzi pesanti, rendendo il traffico più sostenibile. Questa è una proposta credibile da supportare e portare avanti – sostiene Dal Zovo -. In questo modo i centri urbani potrebbero prendere vita e i cittadini potrebbero riappropriarsi della città senza essere costretti a rintanarsi nei centri commerciali. E si tratterebbe anche di un beneficio per i negozi che – purtroppo – vediamo di continuo abbassare definitivamente le serrande».

 

«Di fronte a questi dati non possiamo che attendere con ansia che le promesse fatte dalla giunta Serracchiani si trasformino in realtà – spiega Sergo -. L’assessore Santoro, intervenuta ormai un anno fa a Trieste alla tavola rotonda intitolata “Dalla mobilità sostenibile alla mobilità nuova” affermava infatti che “l’adozione di ‘zone 30’ nelle aree comprendenti le scuole e l’attivazione di percorsi ‘pedibus’ devono essere l’incentivo da cui partire per la riqualificazione dei centri abitati in un’ottica di mobilità sostenibile”».

 

«Da quanto hanno rivelato le associazioni di cittadini, le belle parole e le promesse non sono state seguite dai fatti concreti. La scusa, purtroppo, è sempre la stessa – conclude Dal Zovo -. Come ha ricordato perfino il presidente della IV Commissione Boem: “Non c’è il personale a disposizione e non ci sono fondi per tutto, già, ma per asfalti e appalti si trovano questi e quelli”».

 

 

Evidente l’influenza sulla Commissione per la cooperazione del vicepresidente Bosio

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«Il presidente di Confcooperative, Franco Bosio, non può nascondersi dietro a una – chiamiamola così – incomprensione giornalistica. Né il sottoscritto, né tanto meno l’ex consigliere regionale Alunni Barbarossa, abbiamo mai affermato che Bosio facesse parte della Commissione per la cooperazione prevista dalla legge sulla vigilanza». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai,commenta così le dichiarazioni rilasciate alcuni giorni fa da Bosio al quotidiano “Il Piccolo”.

 

«Quello che invece entrambi sosteniamo – aggiunge – è che il presidente di Confcooperative, e all’epoca vice presidente delle Coop Operaie, avesse unafortissima influenza su quell’organo così strategico, chiamato infatti a esprimere pareri su provvedimenti sanzionatoriricorsi, progetti di legge e regolamenti e, fino a poco tempo fa, anche sulle revisioni straordinarie. La dimostrazione? Semplice Confcooperative indica ben 4 rappresentanti effettivi su 10. Quasi la metà dell’intera Commissione per la cooperazione. Affermare poi che si trattasse di delegati tecnici in un contesto totalmente in mano ai partiti politici, beh – sottolinea Ussai -, questo fa abbastanza sorridere».

 

«Dopo quanto accaduto adesso è necessario uno sforzo comune per tutelare i lavoratori e i risparmiatori del Friuli Venezia Giulia e per modificare con maggiore coraggio la legge sulla vigilanza del sistema cooperativo nella nostra regione. Passaggio fondamentale – conclude Ussai – per evitare che situazioni di questo tipo possano ripetersi».

 

Il MoVimento 5 Stelle, come al solito, è tenuto a fare chiarezza.

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«Dopo aver letto l’articolo del Messaggero Veneto che oggi non esita a definire come “dj grillino” Fabio Maddaleni, coinvolto nelle indagini della Guardia di Finanza per indebita percezione di finanziamenti pubblici e false attestazioni di quietanza, il MoVimento 5 Stelle, come al solito, è tenuto a fare chiarezza.

 

Naturalmente sulle indagini si esprimerà chi di dovere ma è bene sottolineare che M5S è del tutto estraneo ai fatti. Nessun portavoce od organizer, infatti, poteva essere a conoscenza di quanto accaduto, anche perché i fatti contestati risalgono agli anni 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012, molto prima, quindi, che Maddaleni potesse anche solo pensare di iscriversi a un meetup.

 

Spiace invece notare ancora una volta che queste considerazioni non vengano riportate in modo corretto da alcuni giornalisti, ben più preoccupati a esaltare il suo presunto ruolo di “attivista di primo piano del MoVimento 5 Stelle Lignano” invece delle parole dello stessoMaddaleni: “non ho mai voluto ricoprire alcun incarico”.

 

Fabio Maddaleni, infatti, non ha mai ricoperto ruoli o incarichi nel MoVimento 5 Stlle, non si è mai nemmeno candidato con il MoVimento 5 Stelle, non ha percepito alcun beneficio dal MoVimento 5 Stelle, né, cosa più importante, l’ha mai richiesto.

 

Anzi, proprio M5S, lo scorso inverno, ha puntato il dito contro alcune scelte dell’amministrazione comunale di Lignano che – a nostro parere – ha elargito finanziamenti in maniera superficiale e poco trasparente. A tutt’oggi non siamo ancora venuti in possesso dei documenti e delle attestazioni di quietanza richieste al sindaco Fanottoquasi dodici mesi fa per un’erogazione di denaro di circa 20 mila euro per quella che doveva essere una prima iniziativa e che, stranamente, dopo le nostre rimostranze è stata anche l’unica. Proprio per evitare che casi come quelli del dj di Lignano potessero drenare risorse ai cittadini onesti, a persone che credono nell’associazionismo e nel volontariato e che andrebbero aiutate e non mortificate con questi episodi.

 

È compito dell’amministrazione (comunale ma anche regionale) far sì che episodi del genere non accadano. Quando invochiamo maggiore trasparenza, soprattutto in casi di elargizione di soldi pubblici, lo facciamo proprio per questo. E le azioni del MoVimento 5 Stelle lo dimostrano: dalla lotta per “l’amministrazione cristallina” che ci ha visto denunciare alcuni casi eclatanti di mancata trasparenza negli atti pubblici di enti e partecipate, alla regolamentazione delle campagne elettorali dei partiti e dei loro candidati, fino all’obbligo di dichiarare da chi sono stati sovvenzionati. Iniziative che hanno poi fatto scattare alcune indagini da parte delle magistratura.

 

Siamo inoltre contenti perché da domattina siamo sicuri che conosceremo l’appartenenza politica di tutte le persone che ogni giorno sono protagoniste delle pagine di cronaca del Friuli Venezia Giulia. Magari queste persone hanno mangiato una salsiccia all’ultima Festa dell’Unità e per questo possono essere definite, a pieno titolo, “piddine”. Un passo avanti, insomma, per la correttezza dell’informazione e per un giornalismo sempre meno interessato a fare sensazionalismo sul nulla che non a indagare o riportare i veri problemi di questi territori.

 

Edilizia, il gruppo regionale M5S si dissocia dalle affermazioni del consigliere comunale Zuzzi

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Il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale si dissocia dalle affermazioni che il consigliere comunale di Sacile Gianfranco Zuzzi ha rilasciato nei giorni scorsi in materia di edilizia.

 

Il programma M5S del Friuli Venezia Giulia parla chiaro: stop al consumo di territorio; riutilizzo e riqualificazione energetica dell’edificato esistente; incentivi al co-housing e al social housing, riutilizzando il patrimonio edilizio dismesso; auto-recupero di immobili inutilizzati; recupero e bonifica delle aree dismesse; abrogazione della L.R. n. 19/2009 (Piano Casa).

 

In poche parole il MoVimento 5 Stelle è per la riqualificazione dell’esistente, mentre non può sostenere una politica che continua a mettere in primo piano nuove cementificazioni.  Nella corso dell’ultima omnibus in materia edilizia in Consiglio regionale abbiamo presentato una lunga serie di emendamenti per contrastare la cementificazione selvaggia, tutti bocciati dalle altre forze politiche presenti in Aula.

 

Siamo ben consapevoli che il comparto vive una grossa crisi, ma non è certo con le nuove edificazioni che si risolve il problema. Basterebbe mettere mano alle strade, agli ospedali, agli asili e alle scuole che cadono a pezzi.

 

Welfare, il MoVimento 5 Stelle boccia le misure caritatevoli della Serracchiani.

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«Completamente assorbita dal suo ruolo – quello principale – di vice presidente del Partito democratico, Debora Serracchiani ogni tanto rientra nel Friuli Venezia Giulia solo per gettare fumo negli occhi ai cittadini di questa regione. Dopo aver sconfessato se stessa e le promesse fatte in campagna elettorale, pur di non intavolare un ragionamento serio sul reddito minimo garantito, negli ultimi giorni ha lanciato infatti l’ennesima azione propagandistica: “l’erogazione di un’indennità per le famiglie in difficoltà economica”. Ormai è chiaro: certe frequentazioni romane non fanno bene alla “presidente” – a tempo perso – della Regione». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Eleonora Frattolin, attacca duramente le ultime dichiarazioni rilasciate dal braccio destro del premier Renzi.

 

«Siamo certi che quello che la Serracchiani ha definito “un sostegno al reddito che si accompagni al reinserimento nella comunità” sarà, alla prova dei fatti, una misura inconsistente, pensata solo per poter dire che, “anche sul sociale, qualcosa è stato fatto”. Un’iniziativa di stampo caritatevole – aggiunge la portavoce M5S – che non potrà certo aiutare le persone a cercare un lavoro, a rialzarsi, a riprendere in mano la loro vita. Si tratta solo dell’ennesima “genialata mediatica” per confondere i cittadini di questa regione».

 

«È da un anno e mezzo che, su questi temi, attendiamo in Consiglio una proposta seria da parte della giunta regionale e della maggioranza di centro sinistra.Finora non abbiamo visto nulla, neanche due righe – ricorda Frattolin -. Stiamo assistendo invece a un tentativo costante di ostacolare qualsiasi proposta di reddito minimo garantito. Noi intanto andiamo avanti nella nostra battaglia, sostenuta dalle migliaia di cittadini che nella primavera del 2013 hanno votato il nostro programma e quello del centro sinistra e che oggi continuano a fermarsi ai nostri banchetti per firmare la petizione volta a introdurre questa misura nel Friuli Venezia Giulia».

 

«Per questo il 22 novembre abbiamo organizzato un dibattito che coinvolga forze politiche, sindacati e cittadini in un confronto aperto e libero, dove sicuramente la maggioranza di centro sinistra e la giunta Serracchiani – conclude la capogruppo del MoVimento 5 Stelle – potranno presentare il testo della loro proposta sulle “indennità per le famiglie in difficoltà economica”».

 

Bonifiche fantasma, M5S chiede chiarezza: «Vanno perfezionate al più presto le procedure amministrative»

 

«Lo scandalo della finta emergenza ambientale nella laguna di Grado e Marano, utilizzata dal 2002 al 2012 per ottenere finanziamenti pubblici dimostra una volta di più quanto vadano al più presto perfezionate le procedure amministrative in materia di bonifica. Bisogna eliminare qualsiasi “zona grigia” per ridurre ulteriormente la possibilità che possano essere commessi atti illeciti e truffe ai danni dello Stato come quelli ipotizzati dalle Procure di Roma e Udine». La richiesta è contenuta in una interrogazione depositata dal portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera Aris Prodani.

 

«La magistratura ha ricostruito con dovizia di particolari – grazie a intercettazioni e testimonianze – un sistema di finte rappresentazioni ambientali, di appalti milionari per lavori di carotaggio, analisi e bonifiche mai realizzati o semplicemente non necessari e di tangenti camuffate da transazioni ambientali – ricorda il segretario della Commissione attività produttive della Camera -. È inaccettabile però che per dieci anni si sia sostenuta l’esistenza dell’inquinamento da metilmercurio – un neurotossico di origine industriale – per tutta la laguna sottoposta a commissariamento».

 

«È giusto che su questo tema si faccia chiarezza una volta per tutte – aggiunge il portavoce M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo -. Lo scorso 21 luglio abbiamo depositato un’interrogazione per capire dalla Regione a che punto siamo con i dragaggi e con i cronoprogrammi annunciati per l’ennesima volta dalla giunta Serracchiani e quali fossero state le indicazioni operative dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa). Noi stiamo seguendo molto da vicino con i meetup della bassa friulana queste tematiche, che riguardano la laguna ma anche la Zona Industriale Aussa Corno. Siamo convinti – conclude Sergo – che proprio dalle risultanze di queste indagini e dalle risposta del ministro e dell’assessore regionale alle nostre interrogazioni si possa finalmente iniziare a pensare a questi territori in maniera del tutto nuova».

 

 

Variante di Dignano, il partito unico vota compatto a favore dell’opera.

 

«Nonostante l’accorato appello degli ambientalisti e di chi ha a cuore la tutela del nostro paesaggio e del nostro territorio, Pd e Pdl hanno dato un senso al patto del Nazareno anche nel Friuli Venezia Giulia, votando compatti contro la nostra mozione sulla Variante di Dignano. Una mozione che aveva lo scopo di ribadire la contrarietà del MoVimento 5 Stelle a un’opera che – come da un anno e mezzo stiamo sostenendo – prima ancora di iniziare sta già vedendo lievitare i costi per la sua realizzazione e puntare l’attenzione su alcune criticità che avevamo riscontrato nel progetto». La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo critica aspramente il voto compatto di centrosinistra e centrodestra a favore della Variante di Dignano.

 

«Si tratta di un progetto vecchio di decenni, che secondo la stessa presidente Serracchiani andava ripensato e rimodulato – aggiunge il portavoce M5S Cristian Sergo -. Invece, ancora una volta, ci troviamo di fronte alla consueta forma mentis che non sa trovare soluzioni alternative adeguate a progetti così importanti ma solo costruire strade e cementificare il nostro territorio».

 

«A nulla son servite le obiezioni presentate in Aula sul rischio dell’opera che verrà costruita in una zona considerata a “pericolosità idraulica molto elevata”, senza tenere in considerazione gli scompensi alla flora e alla fauna della zona, ma anche alleconseguenze che la cementificazione avrà sulla qualità delle acque locali – ricorda Ilaria Dal Zovo -. Tutto questo non viene sostenuto da noi “grillini” ma è scritto nero su bianco nella Valutazione di incidenza ambientale. Per questo avevamo chiesto una nuova analisi sui dati di traffico, visto che le rilevazioni effettuate da FVG Strade e dalle associazioni ambientaliste presentavano differenze sostanziali».

 

«Avevamo anche chiesto che venisse fatta una verifica strutturale sul ponte sul Tagliamento – sottolinea la portavoce M5S -. La verifica visiva, infatti, aveva portato alla luce alcune criticità. Nemmeno su questo i partiti hanno voluto prendere impegni precisi, liquidando invece la questione con una risposta sconcertante: “In caso di problemi – è stato detto – FVG Strade chiuderà il ponte”. Certo, normale, ma allora che ce ne faremo di due varianti se poi il ponte che le collega verrà magari chiuso? – si chiede Dal Zovo -. Forse la risposta è già in testa di qualcuno… semplice faremo il ponte nuovo».

 

«In questo modo non si rassicurano certo i 5 mila cittadini che hanno sostenuto petizione – sostiene Sergo -. Eppure, in campagna elettorale, la maggioranza parlava di approccio “europeo” nella costruzione delle grandi opere pubbliche. Di fronte, invece, al solito appalto l’approccio rimane sempre quello italiano: chi comanda e non governa, decide cosa e come fare. E a nulla son valse le firme raccolte dai cittadini allegate a una petizione popolare giunta per la prima volta nell’Aula del Consiglio regionale, tra l’imbarazzo dei consiglieri di maggioranza e opposizione, che non avevano idea di come votare o considerare queste petizioni».

 

«Realizzare quest’opera significa avere in mente un’idea di sviluppo vecchio di una trentina d’anni, ma forse anche più – attacca il consigliere regionale M5S -. Con il voto di ieri, ma anche con altre decisioni già prese nel corso di questa legislatura, abbiamo capito che non c’è alcuna intenzione da parte della politica regionale di voler concepire un modo nuovo e sostenibile di movimentare le merci nel rispetto dell’ambiente. È emblematico – conclude – come non sia stata discussa nemmeno la nostra mozione contro il decreto Sblocca Italia del governo Renzi e i pericoli per l’ambiente in esso contenuti che potranno interessare anche il Friuli Venezia Giulia».