Durante la discussione del disegno di legge n. 53 sulla semplificazione del settore urbanistico-edile il Consiglio regionale ha approvato due proposte migliorative presentate dal MoVimento 5 Stelle.
«Siamo particolarmente soddisfatti che l’Aula abbia accolto un nostro emendamento – commenta la consigliera regionale M5S Ilaria Dal Zovo -. Grazie a questo provvedimento potranno rientrare fra gli interventi di ristrutturazione edilizia anche quelli per la demolizione di edifici a destinazione residenziale, che ricadono nelle aree dichiarate ad alta pericolosità idraulica e idrogeologica».
«In questo modo – aggiunge la portavoce M5S – permetteremo ai cittadini di demolire l’esistente su territorio pericoloso e ricostruire in un’altra zona dello stesso comune, che abbia la stessa destinazione d’uso. Con l’emendamento precedente abbiamo ottenuto, inoltre, che per questi interventi non siano dovuti gli oneri di urbanizzazione», ricorda ancora Dal Zovo che così conclude: «Riteniamo questi interventi importanti per la sicurezza del nostro territorio e dei cittadini del Friuli Venezia Giulia».
«Non abbiamo capito e siamo dispiaciuti che la giunta Serracchiani non abbia accolto due nostri ordini del giorno: uno per il riutilizzo e riqualificazione degli immobili ministeriali in disuso e l’altro per l’istituzione dello Sportello unico per l’edilizia in tutti i comuni della regione – ricorda ancora Cristian Sergo -. Nonostante questi inspiegabili rifiuti abbiamo deciso di votare a favore di questa norma per il rispetto che abbiamo nei confronti delle imprese e dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Ci auguriamo – conclude Sergo – di poter trattare la riforma di questo settore, nel suo insieme, il prima possibile con il coraggio di incentivare e sostenere chi opera in modo innovativo nel campo dell’edilizia».
«Davanti alla nostra dura opposizione in Commissione, la giunta Serracchiani ha dovuto fare dietro front e accettare la nostra proposta di stralciare dal disegno di legge contenente misure di semplificazione dell’ordinamento regionale una serie di argomenti che saranno discussi successivamente in assestamento di bilancio. Ha vinto la nostra linea tesa a tutelare il diritto del Consiglio di affrontare i provvedimenti di legge nei tempi e nelle modalità corrette. Ha perso chi continua a proporre provvedimenti “calderone” che vengono sistematicamente definiti “improrogabili”». È visibilmente soddisfatta la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin dopo la decisione dell’esecutivo regionale di alleggerire il ddl che oggi ha iniziato il suo iter in commissione.
«Questo disegno di legge in origine conteneva misure di semplificazione dell’ordinamento regionale in materia urbanistico-edilizia, lavori pubblici, edilizia residenziale pubblica, mobilità, telecomunicazioni e interventi contributivi – precisa la consigliera regionale M5S Elena Bianchi -. L’ennesimo provvedimento ominbus che l’esecutivo regionale, senza neppure chiedere l’urgenza,voleva far approvare comprimendo al massimo i tempi della discussione in Commissione stabiliti dal regolamento».
«Nello spirito di collaborazione che ci contraddistingue, questa mattina avevano proposto di stralciare le parti meno urgenti del provvedimento in modo da contenere il numero di articoli della legge – racconta Frattolin -. L’obiettivo era quello di arrivare all’approvazione del ddl entro la settimana. Per tutta risposta l’assessore Santoro si era opposto, sostenendo che tutte le parti del disegno di legge fossero urgenti e fondamentali. Posizione dell’assessore che, però, si è via via ammorbidita davanti alla nostra volontà di migliorare ogni singolo articolo del ddl. Fino alla decisione di stralciare gli articoli evidentemente non urgenti».
«La prossima settimana parte l’iter per l’approvazione della legge di assestamento – ricorda ancora Elena Bianchi -. Si tratta di una manovra di 300 milioni di euro che va affrontata con il massimo impegno e lucidità da parte di tutti. Riteniamo, infatti, importantissimo avere la massima disponibilità di tempo per fare un buon lavoro. Per una volta ha fatto bene la giunta a preferire la qualità alla fretta che – conclude la portavoce M5S – è sempre cattiva consigliera».
Comune di Montereale-Hydrogea, Frattolin (M5S): «Pazzesco spendere quasi 1 milione di euro per avere una sede decentrata e poco efficiente»
«Il MoVimento 5 Stelle ha già contestato pubblicamente la decisione di Hydrogea di aggiungere una sede operativa decentrata che finirà per peggiorare l’andamento economico della spa che, ricordiamo, gestisce le risorse idriche di oltre 20 comuni del Pordenonese attraverso i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. Oltre al fatto che la sede attuale soddisfa perfettamente le esigenze della società, l’immobile offerto dal Comune di Montereale Valcellina non risponde alle caratteristiche richieste dalla stessa Hydrogea nel bando pubblico. Parliamo ad esempio dell’ubicazione e della superficie a disposizione, ma anche dei termini di presentazione della domanda e del prezzo di locazione, assolutamente spropositato se raffrontato agli attuali prezzi di mercato». La capogruppo M5S in Consiglio regionale, Eleonora Frattolin, continua a essere molto critica con Hydrogea che ha stabilito di aggiungere una nuova sede a quella esistente.
«Approfondendo questa operazione, che consideriamo inopportuna, ci siamo imbattuti in un’altra scelta quanto meno azzardata: quella fatta dal Comune di Montereale quando ha acquistato questo immobile – incalza Frattolin -. Nel dicembre del 2011, il giorno stesso della scadenza del bando, il Comune chiede ad Hydrogea una proroga. Ad oggi non ci è dato di sapere né se vi fossero altre offerte né se tale proroga sia stata resa nota anche ad altri potenziali partecipanti al bando. In seguito alla proroga – e quindi ormai sicura di poter subaffittare parte dello stesso -, a fine marzo 2012 l’amministrazione comunale, senza alcuna perizia di valutazione preventiva, delibera di acquistare l’immobile ex Enel di Malnisio (di cui alleghiamo alcune foto) per un prezzo di 610 mila euro a cui vanno aggiunte, però, le spese sostenute per la sua sistemazione. Spese – aggiunge la consigliera regionale M5S – che ammontano ad oggi ad ulteriori 102 mila euro come abbiamo appreso grazie a una recente interpellanza presentata dall’opposizione in Consiglio comunale».
«Eppure i costi non sono finiti – precisa Frattolin -. Bisogna ancora aggiungere, per correttezza, anche le imposte di legge nonché il costo del mutuo acceso dal Comune per l’acquisto, che evidentemente faranno lievitare la spesa complessiva dell’operazione. Tutto questo per spostare i magazzini comunali e gli uffici tecnici in una sede che definire decentrata è un eufemismo, liberare degli uffici per gli assessori comunali e naturalmente poter offrire parte dell’immobile in affitto a Hydrogea. Ecco – conclude la capogruppo M5S – in questo caso sembra evidente come alcune partecipate o amministrazioni locali si impegnino per contenere la spesa pubblica. Ecco come si gestiscono le nostre risorse in modo oculato».
Il MoVimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia ha depositato oggi in Consiglio regionale una mozione per istituire una commissione d’inchiesta sulle responsabilità nella gestione della banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia spa. Mozione che andrà in discussione in Aula mercoledì 25 giugno.«La giunta Serracchiani ha stabilito di mettere a disposizione di Mediocredito ben 24 milioni di euro per l’aumento di capitale deliberato dal cda nella manovra di assestamento – spiega Elena Bianchi -. La stessa presidente Compagno ha sostenuto in commissione che si tratta di una operazione necessaria nel quadro del piano industriale 2014 – 2016 messo a punto anche in accordo con Bankitalia per scongiurare il commissariamento e rimettere in carreggiata l’istituto regionale».
«A prescindere dalla opportunità o meno di possedere un istituto di credito regionale, riteniamo doveroso e necessario fare luce sulle cause e responsabilità di una situazione tanto deteriorata – aggiunge la portavoce M5S -. Stiamo parlando di soldi – tanti – dei cittadini di questa regione. Il MoVimento 5 Stelle sente il dovere di verificare che queste risorse pubbliche non vengano sperperate. Per questo, con la mozione presentata oggi, abbiamo chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta che possa fare luce sulle cause e responsabilità che hanno portato ad un bilancio 2013 in perdita per 62.5 milioni di euro. Una voragine finanziaria – attacca Bianchi – che di fatto ha minato la solidità finanziaria del capitale sociale della banca».
«Siamo convinti che interventi come la ricapitalizzazione di Mediocredito non facciano altro che coprire con denaro pubblico gli sperperi provocati dalla pessima gestione della spa. Una discutibile consuetudine del principale braccio operativo regionale in materia di credito, finanziamento e assegnazione di contributi e sovvenzioni al sistema imprenditoriale e ai cittadini – conclude la consigliera regionale – che deve assolutamente terminare».
«Bisogna agire in fretta per ripulire una volta per tutte il fiume Tagliamento dai tronchi d’albero che si sono depositati sui piloni del ponte ferroviario di Latisana». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo interviene su uno dei casi più paradossali degli ultimi tempi.
«Stiamo seguendo molto da vicino la situazione – spiega Sergo -. Dopo aver letto delle azioni del sindaco Benigno abbiamo cercato di approfondire la questione per capire cosa – ancora – stesse effettivamente bloccando l’esecuzione dei lavori e così abbiamo contattato direttamente Rete Ferroviaria Italiana spa (Rfi). Alla fine siamo rimasti abbastanza perplessi – prosegue il portavoce M5S -. La società, già di per sé poco “contenta” di intervenire per risolvere un problema “a monte” (in tutti i sensi), sostiene, infatti, che una volta affidati i lavori ad una delle ditte che sono state regolarmente contattate, devono passare i 35 giorni canonici per le verifiche di legge e per dare il tempo alle ditte escluse di poter fare ricorso, qualora lo ritenessero opportuno».
«Il termine dei 35 giorni può essere sospeso “solo” previa decretazione d’urgenza dei lavori da parte di una delle autorità competente – precisa Sergo -. Ha ragione quindi il sindaco Benigno a lamentare una eccessiva burocrazia che in queste occasioni non permette di individuare i responsabili o le autorità competenti. Eppure i rischi sono sempre dietro l’angolo, basta dare un’occhiata alle “bombe d’acqua” cadute di recente nel Lazio. Senza dimenticare – aggiunge – che interessati alla questione sono anche il Genio civile, la Protezione civile, il Servizio Difesa del suolo della Regione oltre che i comuni direttamente interessati».
«Auspichiamo quindi che anche gli assessori regionali competenti in materia intervengano al più presto per sbloccare questa situazione. Bisogna evitare – conclude – che i lavori partano “solo” dopo la prima settimana di luglio, visto che si conosce già dal 27 maggio il nome della ditta che dovrà fare questo tanto atteso intervento sul Tagliamento».
Con questa lettera intendiamo replicare all’onorevole Brandolin, alle forze sindacali e al presidente dell’Aeroporto Sergio Dressi facendo alcune precisazioni in merito agli articoli pubblicati dai quotidiani regionali a seguito della nostra interrogazione sul caso “Mille miglia”.
Innanzitutto consideriamo la replica dell’onorevole Brandolin, già presidente dell’Aeroporto Fvg spa, una difesa non necessaria. A lui, così come a Dressi, non abbiamo, infatti, né richiesto né addebitato alcunché. Quello che abbiamo fatto rappresenta invece una evidente prerogativa di chi riveste il ruolo di consigliere regionale. La nostra interrogazione è rivolta, infatti, alla presidente della giunta Debora Serracchiani nell’intento di ottenere i dovuti chiarimenti dalla Regione Fvg, proprietaria al 100% delle azioni della società Aeroporto Fvg spa.
Riteniamo che il deputato Giorgio Brandolin sia in perfetta buona fede, ma come sottolineato più volte, i documenti in nostro possesso svelano altro rispetto a quello che è accaduto in merito al programma “Mille miglia”. Abbiamo quindi deciso di chiedere alla giunta delucidazioni. Se necessario, per senso di responsabilità verso i cittadini, invieremo i documenti in nostro possesso all’autorità giudiziaria.
Di mascalzonesco, onorevole Brandolin, non c’è proprio nulla. E ci sembra anche un termine poco appropriato e poco rispettoso rivolto a chi svolge semplicemente il proprio dovere. Nessun comunicato ma domande lecite, contenute in un’interrogazione, che si riferiscono a una segnalazione anonima che ci è pervenuta.
All’attuale presidente Dressi, pure lui intervenuto nella vicenda per confermare che in effetti “la truffa” (termine mai da noi utilizzato) è realmente avvenuta, ricordiamo che non abbiamo chiesto la testa di nessuno. La sua uscita a riguardo ci lascia oltremodo sgomenti e delusi. Anche a lui ribadiamo che stiamo esclusivamente svolgendo uno dei compiti a noi preposti. Per verificare una segnalazione, uno dei modi è l’interrogazione. E così abbiamo fatto.
D’altra parte, il presidente Dressi, dovrebbe ben sapere che ogni volta che ci siamo rivolti alla società di gestione da lui presieduta, per ottenere l’accesso agli atti, la risposta è sempre stata negativa. I vertici di Aeroporto Fvg spa ritengono che i consiglieri regionali, così come addirittura la giunta stessa, non possano essere autorizzati al controllo degli atti, quando invece è in vigore una legge regionale che dovrebbe garantire questo diritto.
Se la società di gestione rimane sempre trincerata dentro le proprie mura, come specificato dal senatore Sonego, è un po’ difficile avere un riscontro. Ancora oggisiamo in attesa, infatti, di ottenere le password richieste e il documento che ha sancito l’accordo per la famosa “livrea”.
Quello che ci ha lasciato increduli è stato, infine, l’incomprensibile intervento del sindacalista Lorelli. La nostra interrogazione non va contro i lavoratori, né tanto meno punta a screditarli. Semmai alla base c’è la richiesta di una maggiore tutela dei lavoratori. Se (e sottolineiamo se) qualcun altro ha sbagliato forse non c’è stata molta giustizia sociale in questo episodio. “Dipendenti infedeli, intervento che supera ogni limite, attacco contro la classe operaia, strumentalizzazione, discredito di un’intera classe sociale, infangare indiscriminatamente una categoria di lavoratori…” Queste sono le parole utilizzate da Lorelli quando nessuno di questi concetti è contenuto all’interno della nostra interrogazione.
Aggiungiamo che chiunque può vedere online che la nostra collega Ilaria Dal Zovo, prima di diventare consigliera regionale, svolgeva, all’interno dell’Aeroporto, l’addetta alle pulizie. Noi non abbiamo alcun bisogno di rinnegare il nostro passato o nasconderlo, caro Lorelli. Questa affermazione, fatta per sminuirci da chi dovrebbe invece tutelare e difendere qualsiasi tipo di lavoro, non fa che qualificare chi l’ha proferita.
È dovere morale e civile del nostro MoVimento, e di qualunque altro cittadino, fornire il massimo supporto all’autorità giudiziaria se ci saranno i presupposti per l’inoltro di un esposto. Non permetteremo che questa ennesima storia poco trasparente venga dimenticata. Attendiamo la risposta della giunta regionale e poi, decideremo come muoverci. Nel frattempo invitiamo fin d’ora chiunque abbia notizie in merito a contattarci all’indirizzo
«Dopo le condanne definitive dell’ex presidente della Regione Fvg Riccardo Illy e di Iacop, Marsilio, Cosolini e Sonego, ecco l’ennesima sentenza pesantissima a carico di un altro esponente di spicco del Partito democratico, il consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità Franco Rotelli.
Ennesima dimostrazione dei continui danni erariali commessi nel tempo da questa classe politica che ancora oggi governa il Friuli Venezia Giulia. Per questo Il Movimento 5 Stelle chiede a Franco Rotelli, così come a tutti i condannati – presenti e passati – che tuttora ricoprono cariche istituzionali, di rassegnare immediatamente le proprie dimissioni».
La richiesta ufficiale è della capogruppo M5S in Consiglio regionale Eleonora Frattolin che commenta anche lo “sconto” ottenuto dall’ex direttore dell’Azienda sanitaria di Trieste, che tra il 2005 e il 2007 aveva continuato a emettere rimborsi al Centro di medicina dello sport nonostante questa struttura privata non fosse più in regola – dal punto di vista formale – con l’accreditamento presso il Servizio sanitario pubblico.
«Questa classe politica incapace solo un anno fa è riuscita a far passare in Parlamento un provvedimento, all’interno del cosiddetto “Decreto Imu”, che consente ai condannati per responsabilità amministrative e contabili di “patteggiare” la pena con uno sconto che arriva addirittura al 75% – attacca Frattolin -. Per sanare il suo debito con lo Stato, invece di pagare quasi 500 mila euro, Rotelli potrà così versare solo 122 mila euro. Un privilegio – conclude la capogruppo M5S – che non fa che aumentare il divario fra la politica e i cittadini che non possono certo godere di questi favori».
Tutto il gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle in Regione si congratula con Marco Zullo per il brillante risultato nelle elezioni Europee. Con la sua elezione sale a 43 il numero dei Portavoce eletti in Friuli Venezia Giuli. Qui di seguito pubblichiamo il commento di Stefano Patuanelli – primo portavoce M5S eletto in FVG insieme a Paolo Menis -, riportato sul blog di Beppe Grillo.
Lo spirito del Movimento 5 Stelle. La pattuglia dei portavoce sale “Nel Paese in cui “Eh, ma l’agenda digitale… bu?“, in una Nazione dove “Digital Divide? mah… è un piatto tipico?“, capita anche che dopo 16 giorni da quando il sito del Ministero dell’Interno ha diramato i risultati “ufficiosi” delle elezioni europee, questi cambino nel diventare ufficiali. I Parlamentari Europei del MoVimento 5 Stelle restano 17. Un risultato storico. Un virus europeo che ci aiuterà a cambiare l’Italia da Strasburgo e Bruxelles. E’ successo però qualcuno ha sbagliato i conti. E così quando ieri, notando il ritardo con il quale la Corte d’Appello di Venezia stava provvedendo alla notifica degli atti di convalida degli eletti, rispetto agli Uffici Elettorali delle altre Corti d’Appello delle restanti circoscrizioni, ho provato a telefonare per capire cosa stava succedendo, un funzionario mi ha risposto che era stato necessario provvedere ad una verifica dei dati. Verifica che ha portato Marco Zullo, nato a Verona e residente in provincia di Pordenone, ad essere eletto al Parlamento Europeo. Ed a portato Giulia Gibertoni, di Modena, ad essere la prima dei non eletti per due preferenze. Per il MoVimento 5 Stelle, che è una idea, un sogno, dove uno vale uno e la forza sono i territori, gli attivisti, le persone che partecipano con idee e proposte, cambia poco. Marco starà dentro, Giulia sarà il nostro diciottesimo parlamentare, ne sono certo. Per il Paese dell’Olivetti, è l’ennesima sconfitta. Forse dovremmo tornare alla carta carbone. In alto i cuori!” Stefano Patuanelli, delegato di lista M5S circoscrizione II Italia nord orientale
«Con una interrogazione a risposta immediata abbiamo posto un problema molto serio alla giunta Serracchiani. Da sempre la trasparenza nella pubblica amministrazione è un cavallo di battaglia del MoVimento 5 Stelle e del nostro gruppo consiliare. Quando in questi giorni sono approdate in Aula delle norme che riguardavano i consorzi di bonifica ci siamo imbattuti nella totale mancanza di trasparenza che caratterizza quello del Cellina Meduna». Il consigliere regionale M5S Cristian Sergo svela ancora una mancanza di trasparenza riguardante un ente pubblico del Friuli Venezia Giulia.
«Nonostante si tratti di ente pubblico e come tale tenuto a quanto previsto dal decreto legislativo 33/2013, sulle pagine web istituzionali del Consorzio non si trovano, infatti, gli atti che per legge devono essere pubblicati – precisa Sergo -. Sul Consorzio di bonifica Cellina Meduna ci siamo occupati già nel recente passato quando l’ormai ex direttore generale Scolari – il terzo in un anno -, nell’ottobre 2012, fu chiamato a ricoprire quell’incarico pur essendo già direttore generale presso il Polo tecnologico di Pordenone».
«Noi abbiamo sempre denunciato i doppi incarichi e lo stesso Scolari ci ha recentemente dato ragione quando, rassegnando le proprie dimissioni affermava: “Due lavori fatti bene si fa fatica a seguirli e ho già un incarico importante al Polo tecnologico”. La cosa più singolare che ha richiamato la nostra attenzione – sottolinea il portavoce M5S – sta nel fatto che, al momento di accettare l’incarico di direttore generale, alla domanda sui compensi ricevuti dal Consorzio lo stesso Scolari dichiarasse: “Mi hanno chiesto di non dirlo. Posso solo riferirvi che non ho negoziato la cifra”».
«Proprio perché ci sono delle norme che impediscono situazioni di questo tipo abbiamo chiesto alla giunta regionale come mai questi atti non fossero reperibili e pubblicati on-line, questo sia per i motivi di trasparenza che ci stanno a cuore ma soprattutto perché, in presenza di una violazione della normativa nazionale, la Regione stessa sarebbe impossibilitata a erogare somme a qualsiasi titolo all’ente pubblico inadempiente – attacca Sergo -. Oggi però dall’assessore Bolzonello abbiamo appreso con soddisfazione che quanto da noi sostenuto fosse assolutamente vero e che, con gli interventi normativi recentemente approvati, si voglia impedire queste situazioni».
«Noi continueremo la nostra funzione di controllo e vigilanza sugli enti pubblici regionali, sperando di non doverci trovare di nuovo ad affrontare temi di questo tipo,auspicando che le normative sulla trasparenza della pubblica amministrazione trovino la completa applicazione. Ringraziamo comunque i cittadini – conclude il consigliere regionale M5S – che vogliono continuare a segnalarci situazioni non conformi a quanto previsto dalla legge».
«Lo sciopero effettuato oggi dai dipendenti della Rai è il giusto segnale da mandare al governo Renzi che, attraverso un taglio di 150 milioni di euro, finirà per renderel’emittente pubblica sempre più subordinata alla politica e ai partiti». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin commenta così lo sciopero contro i tagli previsti dal decreto Irpef voluto dall’esecutivo nazionale.
«Il rischio è quello di indebolire ulteriormente la qualità dell’informazione, che dovrebbe trovare nella Rai il suo baluardo più alto – aggiunge Frattolin -. Soprattutto nelle regioni periferiche come il Friuli Venezia Giulia non può essere svilito il lavoro di centinaia di tecnici, amministrativi, programmisti e giornalisti che garantiscono ogni giorno un diritto sancito dalla Costituzione italiana: consentire ai cittadini di essere informati».
«È incredibile, inoltre, che il governo voglia applicare un taglio del 10% (150 milioni di euro) della quota contrattualmente dovuta per l’adempimento del Servizio Pubblico RadioTelevisivo quando lo stesso Stato italiano deve all’emittente pubblica oltre due miliardi di euro – commenta la portavoce M5S -. Così come è assurdo svendere RaiWay, grazie alla quale viene raggiunto ogni centro – anche il più piccolo e periferico – del nostro Paese, l’unica in grado di trasportare la nuova rete “4g”».
«Il governo dovrebbe investire di più su una Rai sempre più emancipata dai partiti, dalle lobby economico-finanziarie e dai grandi investitori pubblicitari. Una Rai sempre più al servizio dei cittadini, capace – conclude Frattolin – di ridurre gli appalti esterni e, finalmente, valorizzare le risorse interne».
«Questa mattina abbiamo illustrato in III commissione per la prima volta una proposta di Legge del MoVimento 5 Stelle. Finalmente, dopo un anno è stato il nostro turno ed è stato un piacere iniziare, tra le diverse proposte presentate, proprio con uno dei nostri cavalli di battaglia: l’istituzione del Reddito Minimo Garantito». Esordisce così il primo firmatario della proposta di legge pentastellata, il Consigliere Cristian Sergo.
«Abbiamo ricevuto il parere positivo degli uffici legislativi che hanno definito corretta dal punto di vista di tecnica redazionale la nostra proposta di legge, dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che normali cittadini sono in grado di scrivere una Legge». -Continua con un certo orgoglio il Portavoce M5S- «E’ bene ricordare che la stessa ha visto un passaggio fondamentale nella sua stesura, ovvero la consultazione online dei cittadini su alcuni punti chiavi. Uno di questi ha stabilito se si dovesse parlare di reddito di cittadinanza (un aiuto universale a tutte le persone al di sotto della soglia di povertà) oppure un reddito minimo garantito (un aiuto mirato solo alle persone che vogliono cercare attivamente un posto di lavoro e danno la propria disponibilità a lavorare per la comunità. In questo modo offriamo un contributo a chi si impegna a dare un proprio contributo alla società».
La proposta ha trovato condivisione da parte di molti consiglieri. Cristian Sergo aggiunge «molte forze politiche hanno cavalcato l’istituzione del reddito di cittadinanza in campagna elettorale, visto che questi temi sono finiti nel dimenticatoio nell’ultimo anno (dopo la bocciatura di un nostro ordine del giorno il primo agosto 2013 dove chiedevamo un impegno della Giunta in tal senso) abbiamo deciso di fare noi il primo passo».
Diverso l’approccio alla proposta pentastellata che come indicato dal primo firmatario: «Per evitare strumentalizzazioni, non abbiamo voluto indicare le coperture necessarie per questa misura (alcune stime parlano di 50 milioni di euro l’anno) ma pur avendo dato alcune indicazioni, abbiamo preferito dare la giusta dignità al Consiglio Regionale e alle Commissioni competenti che dovranno stabilire di concerto dove poter intervenire per trovare le somme necessarie. Cosa che in passato, ad esempio, non è avvenuta per interventi importanti come il “salvataggio” di Mediocredito, che ci costerà più del doppio di quanto previsto per il Reddito Minimo Garantito. Non ci è parso di vedere politici che si lamentavano della mancanza di fondi per far fronte a quella che per alcuni era una necessità».
Ribadisce ancora che: «Secondo noi la necessità in questo momento è aiutare le famiglie e le persone, gli aiuti alle imprese continueranno ad esserci, faremmo semmai bene a chiederci se le misure finora adottate siano effettivamente efficaci visti i dati sulla disoccupazione in costante aumento».
«Infine» -conclude il portavoce- «non va dimenticato che ce lo chiede l’Europa. Dal 2000 la Carta dei Diritti Fondamentali dell’U.E. riconosce all’art. 34 il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in caso di perdita del posto di lavoro. La stessa Strategia 2020 della Commissione Europea ha individuato la Crescita Inclusiva come una “iniziativa faro”, all’interno di questa è stata istituita la “Piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale”. Invitiamo pertanto la Giunta Regionale a valutare la possibilità, non così remota, di attingere ai famosi fondi europei messi a disposizione, che troppo spesso non sono stati adeguatamente utilizzati»