mercoledì, 8 Gennaio 2025
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Stagione della caccia: «Siamo ancora senza il Piano faunistico regionale. È grave che la giunta Serracchiani non faccia nulla per introdurre gli standard minimi di vigilanza sulla fauna e sul bracconaggio»

«È quasi sicuro che le associazioni ambientaliste chiedano la sospensione della caccia nel Friuli Venezia Giulia attraverso un ricorso al Tar. Negli anni scorsi questo si è già verificato in PiemonteToscana e Liguria a causa della mancanza di un Piano faunistico regionale o della sua riformulazione alla naturale scadenza quinquennale. Piano che risulta essere fermo anche nella nostra regione nonostante sia previsto dalla legge». A intervenire è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo che ha presentato una interrogazione per sapere le intenzioni dell’esecutivo regionale sull’iter procedurale dell’adozione del Piano faunistico regionale.

«Vogliamo sapere dalla giunta Serracchiani se è vero che il piano era pronto già nel 2005 con l’esborso da parte della Regione di alcune centinaia di migliaia di euro – soldi dei cittadini – per gli onorari dei tecnici faunistici esterni che erano stati impegnati in questo lavoro – chiede Dal Zovo -. Vorremmo inoltre capire se l’esecutivo regionale intenda finalmente dotarsi di questo strumento per ripristinare gli standard minimi di vigilanza sulla fauna e sul bracconaggio, dando attuazione a quanto previsto dalla legge Regionale n. 6/2008. Provvedimento – precisa la portavoce M5S – che per entrare in vigore, molto probabilmente, necessiterebbe di una delibera di giunta visto che le consultazioni sono terminate».

«Tutti hanno potuto leggere sulla stampa che la posizione di chiedere il fermo della stagione venatoria è comune ad ambientalisti, cacciatori e a tre sindacati rappresentativi. Ciò sta a testimoniare quanto sia importante l’adozione del Piano. Sono soggetti – precisa Dal Zovo – che di solito non si trovano d’accordo, ma in questo caso hanno deciso di agire insieme riconoscendo che questa decisione rappresenterebbe una tutela sia per tutte le parti in campo sia per la fauna della regione».

«A questo punto vogliamo sapere chi, all’interno della giunta Serracchiani, stia frenando l’adozione del Piano. Come mai dal 1992 ad oggi la Regione non ha legiferato per adeguarsi alla normativa nazionale? Come mai la normativa regionale non è stata ancora modificata come richiesto da una sentenza della Corte costituzionale?» chiede la consigliera M5S. «Crediamo che queste siano domande lecite. Una volta per tutte vogliamo chiarezza. Ora aspettiamo di vedere se l’attuale l’assessore Panontin, che da poco ha assunto la delega sulla caccia, sarà in grado di ultimare l’iter e soprattutto – conclude Dal Zovo – di sanare gli obbrobri normativi presenti nel Friuli Venezia Giulia con quella che a parole dovrebbe essere una riforma organica sull’argomento».

 

Ronchi, M5S svela alcuni particolari del “giochino” punti elettronici “Mille miglia Alitalia”

«Recentemente abbiamo scoperto che dal 2001 al 2006 alcuni dipendenti della Società di gestione dello scalo aeroportuale di Ronchi, tutti addetti alle operazioni di accettazione e successivo rilascio delle carte d’imbarco ai viaggiatori, si sono appropriati di numerosi punti elettronici “Mille miglia Alitalia” riservati ai passeggeri dell’aeroporto. Queste persone, in tutto una dozzina, hanno tratto così un notevole profitto personale acquistando biglietti di viaggio a un prezzo, si fa per dire, agevolato. Un brutto caso di cronaca tenuto sotto silenzio dai vertici dello scalo giuliano». A rivelare i dettagli di questo episodio è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo che ha depositato una interrogazione per capire quanto la Regione fosse a conoscenza dei fatti accaduti in quegli anni a Ronchi.

«La cosa non è diventata di pubblico dominio perché all’epoca non ci fu alcuna segnalazione alla Procura della Repubblica – sottolinea Dal Zovo -. Dalle informazioni che abbiamo raccolto pare, infatti, che la dirigenza della società Aeroporto Friuli Venezia Giulia Spa decise, in via riservata, di attribuire la responsabilità solo a due persone che successivamente vennero licenziate. In questo modo venne escluso da principio il danno materiale arrecato ai numerosi passeggeri, mai informati dell’operazione, anche al fine di evitare che altri viaggiatori venissero a conoscenza dello strano “giochino”».

«Ora che sono passati parecchi anni, però, vogliamo sapere con quale facoltà la direzione aeroportuale chiuse la vicenda arbitrariamente licenziando solo due dei numerosi dipendenti coinvolti – attacca la consigliera M5S -. Quali provvedimenti disciplinari siano stati posti in essere nei confronti degli altri dipendenti coinvolti? Quali azioni risarcitorie siano state intraprese dalla società di gestione a favore dei passeggeri? Ci furono altre responsabilità? Quali dirigenti di allora sono ancora presenti a Ronchi e quali di questi, eventualmente, hanno anche beneficiato di questa situazione?» chiede Ilaria Dal Zovo.

«Visto che tutta la classe politica locale per tanto tempo ha nascosto la cosa è venuto il momento di fare luce sul particolare gioco dei punti elettronici “Mille miglia Alitalia” soprattutto per evitare – conclude la portavoce del MoVimento 5 Stelle – che si ripetano comportamenti come questi deleteri per il turismo e per l’immagine del Friuli Venezia Giulia».

Hydrogea, Frattolin (M5S): «In tempi di crisi non si possono buttare i soldi dei cittadini per una nuova sede del tutto inadeguata»

«In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo è folle spostare la sede diHydrogea da Pordenone a Malnisio. Uno spostamento che di certo finirà con aumentare i costi della spa che gestisce le risorse idriche di oltre 20 comuni del Pordenonese attraverso i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. I cittadini non possono certo pagare con le bollette le scelte sbagliate di chi amministra la società». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle Eleonora Frattolin contesta la decisione di Hydrogea di traslocare in una nuova sede.

«La nostra perplessità – spiega Frattolin – non riguarda solo il fatto che la società abbia affittato un immobile che va ad aggiungersi alla sede attuale che non è certo piccola. Il problema è che questo immobile si trovi a Malnisio. Questa nuova sede è del tutto inadeguata alle esigenze che Hydrogea aveva auspicato nel bando di gara. Per questo – aggiunge –  ci chiediamo se la procedura di proroga dei termini, concessa esclusivamente al Comune di Montereale Valcellina, sia avvenuta in maniera corretta e trasparente».

«Secondo il bando l’immobile doveva essere individuato in una zona tra Aviano e Budoia – ricorda la portavoce M5S -. Malnisio si trova, invece, nel Comune di Montereale Valcellina. Inoltre, sempre nel bando, si indicava che la sede fosse fronte strada con almeno mille metri quadrati di superficie per gli operatori della società. La nuova sede di Hydrogea, al contrario, si trova in una strada decisamente secondaria e ha una superficie di gran lunga inferiore a quella richiesta».

«Il risultato di questa operazione è il peggioramento sia della logistica e che dei servizi offerti ai cittadini – attacca Frattolin -. Stiamo parlando di una sede che non è raggiungibile con mezzi pubblici. Inevitabile sarà, inoltre, l’aumento dei costi operativi collegati agli spostamenti dei mezzi dell’azienda. Un aumento destinato a diventare enorme nel lungo termine. In tempi di “spending review” le società partecipate dovrebbero, invece, spendere con oculatezza i soldi dei cittadini. I vertici di Hydrogea – conclude – devono spiegare pubblicamente, visto che non l’hanno ancora fatto, quali parametri oggettivi giustifichino una decisione come questa».

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Informazione, Frattolin (M5S): «I quotidiani regionali del Gruppo Espresso censurano il MoVimento 5 Stelle»

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“Penso che il gruppo abbia svolto, svolge e svolgerà un ruolo importante per una corretta informazione e per la formazione del pensiero culturale, sociale e politico del Paese”. Queste parole, pronunciate nell’ottobre del 2012 e subito riprese da La Stampa, sono di Carlo De Benedetti, il presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso, la società che edita i due principali quotidiani del Friuli Venezia Giulia, il Messaggero veneto e il Piccolo, che complessivamente vendono oltre 70 mila copie. «È evidente che nelle ultime ore i giornalisti di questi due quotidiani stanno facendo di tutto per dare ragione al loro datore di lavoro – sottolinea con un pizzico di ironia la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin -. Oggi però dobbiamo fare un caloroso applauso ai due direttori, Paolo Possamai e Omar Monestier, che hanno pubblicato su entrambi i giornali un utilissimo speciale per informare i cittadini sulle elezioni europee di domenica».

 

«In sette pagine di speciale hanno dato largo spazio al MoVimento 5 Stelle che viene citato addirittura due volte – afferma con soddisfazione Eleonora Frattolin -. La prima nel grafico dove sono indicate tutte le forze politiche che si sono candidate. Subito sotto si legge però una dicitura importante per gli elettori: “non sono associati a nessun gruppo”. La seconda citazione è rintracciabile invece nell’editoriale di Claudio Giua, il quale, dando la “giusta enfasi” al ruolo di M5S in questa campagna elettorale, ricorda come “ogni sera i nuovi ospiti onnipresenti dei talk show televisivi, i giovani parlamentari grillini che un anno fa sarebbero stati espulsi dal Movimento 5 Stelle in caso di una comparsata su RaiTre a mezzanotte, sono lì che ripetono pedissequamente il verbo antieuropeo del comico genovese e del guru milanese”. Chapeau!».

 

«Ovviamente nello speciale, oltre ai candidati alla presidenza della Commissione europea, è dato grande risalto a tutti i partiti che governano oggi e che hanno governato in Italia negli ultimi 20 anni: da Forza Italia all’Udc, dalla Lega Nord al Nuovo Centrodestra, da Fratelli d’Italia al Partito democratico. In sette pagine di articoli, foto e grafici compare però un solo simboloquello del Pd che troneggia alle spalle del premier Renzi. Un tocco di classe – conclude la portavoce M5S – che De Benedetti, tessera n.1 del partito, non potrà che apprezzare».

 

Strada Tolmezzo – Buttea di Lauco, consegnata al presidente Iacop la petizione dei cittadini.

È stata consegnata oggi nelle mani del presidente del Consiglio della Regione Fvg Franco Iacop la nuova petizione per la “Messa in sicurezza della carreggiata e delle protezioni della strada intercomunale Tolmezzo – Buttea di Lauco” che ha come garante per le firme la consigliera del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi.

«La nostra petizione, sottoscritta anche dal Comitato strada per Buttea e dalla lista del MoVimento 5 Stelle in corsa per le elezioni amministrative di Tolmezzo, vuole riaccendere la luce sullo stato drammatico in cui continua a versare la strada intercomunale che da Tolmezzo porta a Buttea di Lauco. Una strada realizzata negli anni 60 e oggi costellata di buche, crepe, avvallamenti, con una segnaletica orizzontale e verticale spesso poco leggibile e con protezioni del tutto inadeguate – spiega il primo firmatario Aulo Cimenti -. Basta percorrerla per rendersi immediatamente conto della sua pericolosità: muri crollati, lunghi tratti privi di asfalto, guard rail inesistenti e due chilometri di carreggiata, inferiore ai 4 metri di larghezza, che costeggiano un precipizio con un salto di oltre 100 metri».

«I problemi si accentuano, inoltre durante i mesi autunnali e invernali – aggiunge Cimenti – quando il maltempo contribuisce a peggiorare il manto dell’asfalto, aumentando sempre più i disagi per i pedoni, i ciclisti, i motociclisti e gli automobilisti. Non possiamo dimenticare, infatti, che nel 1976 due giovani sono morti precipitando con la loro auto nel precipizio proprio nel tratto senza guard rail. Così come dobbiamo far sapere a tutti che le ambulanze del 118, se devono trasportare un ferito che presenta dei traumi, sono costrette, per le troppe buche, a fare un altro percorso allungando il tragitto di circa 12 chilometri».

«Tolmezzo è il centro di riferimento per ogni cittadino residente in Carnia. A Tolmezzo hanno sede gli uffici amministrativi, c’è una delle zone artigianali e industriali più grandi del territorio montano del Friuli Venezia Giulia e troviamo, appunto, l’ospedale – ricorda Elena Bianchi -. I cittadini non possono più accettare i rimedi-tampone, pressoché inutili, che di volta in volta sono stati effettuati dalle amministrazioni comunali che nel tempo si sono succedute. Nel 2003, per esempio, l’arrivo del Giro d’Italia permise di rifare solo il look alla strada, a dimostrazione che la politica, quando vuole, riesce anche a trovare le risorse economiche».

«Altro dato inaccettabile è la perdurante assenza di investimenti certi per lavori su questa strada da parte delle amministrazioni coinvolte. È più che mai urgente invece una radicale manutenzione straordinaria del manto, delle relative protezioni e della segnaletica. Interventi necessari – conclude Bianchi – per la sicurezza dei tanti cittadini, spesso anziani, che ogni giorno devono percorrere la Tolmezzo – Buttea di Lauco».

 

Mini centraline sul torrente Cormor, Sergo (M5S): «La burocrazia non può più ostacolare progetti imprenditoriali ecosostenibili»

«Bisogna fare chiarezza sulla vicenda riguardante l’iter procedurale per l’autorizzazione di una serie di piccole centraline idroelettriche sul torrente Cormor. Un caso emblematico di come nel Friuli Venezia Giulia vengano troppo spesso ostacolati progetti di “green economy”». La denuncia è del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo che nelle ultime ore ha depositato una interrogazione in Regione.

 

«Ci sono voluti quattro anni per arrivare alla fase finale di questo iter procedurale e burocratico – aggiunge Sergo -. Di volta in volta l’azienda proponente ha modificato i progetti necessari, recependo le indicazioni degli uffici preposti fino all’ultima riunione della Conferenza dei servizi. Poche settimane fa, a sorpresa, la struttura Stabile difesa del suolo ha formulato un voto contrario al progetto, il tutto senza spiegare quali fossero gli accorgimenti necessari per ottenere il via libera».

 

«Contrarietà che appare ancor più sospetta se si tiene conto che nel corso degli anni ci sono stati sia sopralluoghi dei funzionari per verificare lo stato delle zone interessate, sia pareri decisamente favorevoli al progetto – sostiene il portavoce M5S -. La Commissione tecnico consultiva del Servizio Valutazione Impatto Ambientale (Via), con un decreto, aveva ritenuto che l’intervento non necessitasse dell’assoggettabilità alla procedura di Via, qualora fossero state recepite alcune prescrizioni. Questo perché – si legge nel decreto – gli “impatti venivano considerati limitati, se non addirittura migliorativi per l’ecosistema torrentizio locale, mentre in fase di cantiere gli impatti possono essere ritenuti sostenibili”».

 

«Dopo aver superato tutte le prescrizioni e affrontato le spese per le dovute consulenze, gli stessi uffici della Regione avevano dato l’ok per la presentazione del progetto definitivo – ricorda Sergo -. Solo dopo quattro anni di “scartoffie” l’amministrazione regionale si è “accorta” che una piena di grossa portata (pari a 290m3/s) produrrebbe “l’allagamento generale di tutti i comuni e di tutte le infrastrutture presenti nella Media e della Bassa Friulana”. Così, infatti recita il Piano per la difesa idraulica del torrente Cormor, approvato nel luglio 2009. Gli stessi uffici regionali – precisa il portavoce M5S – sostengono che il progetto delle mini centrali idroelettriche apporterebbe delle modifiche sul regime idraulico di un bacino idrografico la cui messa in sicurezza allo stato attuale risulta ancora incompleta. Infatti, i lavori del Piano sono tutti previsti sul lato sinistro, non su quello destro dove verrebbero realizzate le mini-centrali. Piuttosto ci chiediamo perché le opere previste risultino ancora “incomplete”».

 

«Alla luce di questo pasticcioriteniamo sia giunta l’ora di fare chiarezza – attacca Sergo -. O è vero quanto sostiene l’Ufficio Difesa del Suolo o è vero quanto afferma la Commissione Via che ritiene che un intervento possa migliorare la situazione del regime idraulico in essere. Purtroppo, anche nel Friuli Venezia Giulia, tutti questi intoppi burocratici finiscono per limitare lo sviluppo del nostro territorio. Spiace constatare che non si è prestata la stessa “attenzione” quando, in passato, si è data la possibilità di costruire centrali idroelettriche ben più impattanti su tutto l’arco alpino o altri impianti che – conclude il consigliere regionale – sfruttano le fonti rinnovabili sì, ma assimilabili».

 

 

Inquinamento spiaggia di Grado, Dal Zovo e Prodani (M5S): «Grave danno di immagine per tutta la regione»

«Dopo Lignano anche Grado. È scandaloso come nelle località che fino a pochi anni fa erano il fiore all’occhiello della nostra regione, proprio in prossimità della stagione turistica avvengano fatti ignominiosi come quelli riguardanti la spiaggia di Grado. Non parlare dei problemi, appellandosi ad atteggiamenti omertosi, per mettere la “sabbia sotto il tappeto”, è una delle cause dello sfascio del turismo nel Friuli Venezia Giulia». La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo commenta così la notizia del sequestro di una parte della spiaggia dell’Isola d’oro che risulterebbe inquinata da metalli pesanti.

 

«I problemi vanno affrontati per tempo e con tempestività – aggiunge Dal Zovo -. A questo punto viene da chiedersi come vengano rilasciate le “bandiere blu”. È venuto il momento di mandare a casa gli amministratori di questi comuni e delle agenzie che gestiscono il turismo locale – attacca la portavoce M5S -. Questi sindaci devono dimettersi, così come vanno sostituiti i vertici della Grado impianti turistici (Git), società che vede come socio di maggioranza proprio la Regione Fvg. Continuare ad attribuire le colpe a fattori esterni è totalmente inutile fintanto che nel Friuli Venezia Giulia non saremo capaci dimettere in campo una politica seria sul turismo, lontani da logiche spartitorie e partitocratiche».

 

«Stiamo ancora aspettando il piano che doveva essere confezionato dalla FourTourism guidata da Josep Ejarque – ricorda Dal Zovo -. Secondo Bolzonello doveva trattarsi dello strumento guida per TurismoFvg e per gli operatori turistici del Friuli Venezia Giulia. Siamo a maggio e neanche una riga mentre i problemi continuano ad aumentare».

 

«Il danno di immagine per Grado e per tutto il Friuli Venezia Giulia è evidente – aggiunge il deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani -. Bisogna dare risposte immediate agli operatori turistici e ai turisti a qualche settimana dall’inizio della stagione estiva ed individuare nel più breve tempo possibile i responsabili di questa situazione.  Ci auguriamo che i sospetti di inquinamento della spiaggia segnalati dalla Procura siano fugati e si possa escludere qualsiasi genere di ripercussione sulla salute dei cittadini».

 

 

Giornalismo e politica, il MoVimento 5 Stelle fa scoppiare il “caso Filippin”.

«Coordinatore regionale dei Club di Forza Italia, esponente di spicco del poderoso Esercito di Silvioassessore del Comune di Vajont e avvocato molto attivo nel Pordenonese. A Fabiano Filippin tutto questo però non basta. Da anni è anche prolifico giornalista del Messaggero veneto nel silenzio più assoluto sia dello stesso giornale di proprietà di Carlo De Benedetti (tessera del Pd n.1) sia delle istituzioni competenti. Un clamoroso conflitto di interessi di periferia dell’Impero che garantisce al “fan” di Silvio Berlusconi (il massimo esperto mondiale del settore) una, diciamo così, corsia preferenziale sullo stesso quotidiano regionale». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin rivela, numeri alla mano, gli effetti di questo singolare “matrimonio”.

 

«Qualche dato? Eccoli – snocciola Frattolin -: dall’8 gennaio a ieri sul Messaggero veneto Fabiano Filippin, molto preso da questa campagna elettorale, è stato protagonista, attivo e passivo, di più di 60 articoli. In 12 casi si è parlato di lui come assessore e in altre 6 situazioni si è parlato del suo ruolo importante all’interno di Forza Italia. Oggi stesso, a Sacile, è infatti tra gli organizzatori della telefonata di Berlusconi “in viva voce” che si tiene in un noto ristorante, evento prontamente e ampiamente pubblicizzato ieri sulle pagine del giornale».

 

«Il quotidiano diretto da Omar Monestier non ha trascurato però neppure l’attività legale di Fabiano Filippin. In questa veste i colleghi del Messaggero veneto hanno parlato di lui in ben 9 occasioni, dimostrazione di una attenzione particolare che non molti altri avvocati del Pordenonese possono vantare».

«In totale spregio della deontologia professionale (almeno quella giornalistica), inoltre Filippin, iscritto all’Ordine dei giornalisti Fgv nell’elenco dei “pubblicisti”, scrive sul Messaggero veneto di tutto e di più. Solo negli ultimi quattro mesi – spiega la vice presidente della Commissione che in Regione affronta anche le politiche della comunicazione – ha firmato almeno 36 articoli, occupandosi di banda largaturismosportenergia,imprenditorianuove tecnologiedanni provocati dal maltempodel fiume Varma(quello che sta per essere “messo in sicurezza” dalla Regione), culturalavori pubblici,Protezione civilepiste forestalianimali domestici e selvaticisicurezza dei cittadiniincidenti stradali e sanità. Il generale dell’Esercito di Silvio – chissà come mai – ha scritto a più riprese anche di Papa Francesco».

 

«Tutti argomenti che non hanno a che fare direttamente con la politica e l’attività amministrativa del Comune di Vajont, sia chiaro, ma che mettono in evidenza il livello di commistione politico-giudiziaria-giornalistica presente anche nel piccolo e lontano Friuli Venezia Giulia – attacca la portavoce M5S -. Per fare un esempio macroscopico è come se un ministro del governo Renzi facesse il cronista a tempo perso per il Corriere della Sera».

 

«Non possiamo infine dimenticare – conclude il candidato sindaco di Sacile Gianfranco Zuzzi – che quella collaborazione giornalistica potrebbe essere tranquillamente occupata da qualche giovane che non è interessato alla politica attiva e che non ha un lavoro e che, magari, sogna di fare questo mestiere in modo onesto e trasparente».

 

 

Cimpello-Sequals, Dal Zovo (M5S): «Assurdo spreco di denaro pubblico ed ennesimo esempio della totale incoerenza della giunta Serracchiani

 

«L’autostrada Cimpello-Sequals, che doveva essere realizzata in “project financing” con un costo 976 milioni di euro, non si farà. Almeno questo era quello che pensavamo dopo i proclami della giunta in campagna elettorale: ci ricordiamo ancora le parole della presidente Serracchiani: “Opera inutile, insostenibile economicamente e dannosa dal punto di vista paesaggistico”. Ma con nostro stupore abbiamo scoperto, in commissione, che la giunta Serracchiani è intenzionata a trasformare l’opera in viabilità ordinaria, riesumando un progetto del 1989 con una spesa stimata di almeno 350 milioni di euro di risorse pubbliche. Una totale assurdità. Tutto questo, per l’ennesima volta, non ascoltando le volontà dei cittadini e delle località coinvolte».

 

È secco il giudizio della consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovosull’ennesimo caso di consumo di territorio e di spreco di denaro pubblico da parte dell’esecutivo di centrosinistra.

 

«I comitati locali sono, da sempre, contrari all’opera. Allora ci domandiamo perché a Dignano l’opera verrà comunque effettuata. Ricordiamo che anche a Dignano i comitati sono contrari alla Variante, ma in questo caso il sì all’opera della Regione è stato secco e deciso, nonostante il tweet della Serracchiani dell’11 aprile scorso (“Il progetto è sbagliato e deve essere rivisto insieme alla comunità”). Non è stato tenuto minimamente conto del fatto che su quell’opera pende una petizione e un ricorso al Consiglio di Stato. È così che siete abituati a fare, imponete le Vostre decisioni al territorio?».

 

«La Cimpello-Sequals, prevista anche dal Piano regionale della viabilità, pare non essere più prioritaria per la Regione. Piano che l’assessore Santoro è pronto a rivedere nel caso fosse necessario. Nel caso fosse necessario? – chiede Ilaria Dal Zovo -. L’assessore dimentica, per l’ennesima volta da un anno a questa parte, che un altro dei punti del programma elettorale della presidente Serracchiani era la revisione del Piano regionale integrato dei trasporti, mobilità e logistica: interventi essenziali su scala urbana e territoriale, mantenendo l’efficacia delle opere e senza consumare il nostro territorio, ampliare la quota di traffico trasportata su ferro…».

 

«Assessore, vorremmo proprio sapere dove sono finite tutte queste belle parole. Noi come sempre e coerentemente con quanto detto in campagna elettorale, siamo convinti che i camion debbano viaggiare su rotaia, salvaguardando così anche il nostro ambiente e la sicurezza dei nostri cittadini. Il rispetto degli elettori che ci hanno votato e quello verso chi, come noi, si oppone realmente al consumo selvaggio di suolo sono sinonimo di coerenza. Se la giunta rispettasse il proprio programma, la revisione dei piani, compreso quello della viabilità, sarebbe d’obbligo e verrebbe fatto di conseguenza».

 

«La giunta Serracchiani ha dimostrato, finora, di essere incoerente – attacca la consigliera M5S -. Continuano a parlare di “zero consumo di suolo” e invece, in un anno che siamo in Consiglio regionale, abbiamo capito che verranno realizzate la Palmanova-Manzano, la Cimpello Sequals, la variante di Dignano dove, ricordiamo, pende anche un ricorso davanti al Consiglio di Stato. Lo stesso per la Terza corsia e la Tav. Siamo esterrefatti dall’incoerenza della giunta Serracchiani: promette e non mantiene. Ascolta e poi fa di testa sua. Fa della partecipazione e della condivisione un cavallo di battaglia e poi – conclude Dal Zovo – fa quello che vuole la lobby di turno, salvaguardando, come sempre i propri interessi e non il territorio e i cittadini di questa regione. Continuando a cementificare non lasceremo di certo una regione sicura alle future generazioni».

 

Il MoVimento 5 Stelle contesta lo spreco di risorse pubbliche per dare vita alla “Palma-Nova-Manzano”.

«Dopo l’audizione di ieri in Commissione Viabilità e trasporti non sappiamo se essere più sconcertati o avviliti. Solo poche settimane fa avevamo appreso con soddisfazione la decisione della revoca del bando di gara per la Palmanova-Manzano, avvenuta con una delibera del 21 marzo scorso. È bene ricordare che per quest’opera erano già stati stanziati 89 milioni di euro, 65 statali e 24 regionali. La scorsa settimana, purtroppo abbiamo ricevuto la notizia che la Regione intende sì abbandonare definitivamente quel progetto per mettere mano, invece, a tre interventi puntuali. Alcuni di questi necessari e da sempre richiesti dagli enti locali e dai comitati. Peccato però che si è sempre sostenuto che per completarli fossero più che sufficienti al massimo 30 milioni di euro». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo contesta così la decisione della giunta Serracchiani di sprecare altre risorse pubbliche.

 

«Gli interventi previsti saranno tre – precisa Sergo – e riguarderanno il primo tratto (Casello A4-Ospedale di “Palma” per 10 milioni di euro), il ponte di Chiopris (“Nova” 24 milioni di euro) e la “bretellina” di San Giovanni al Natisone (per collegarsi a “Manzano” per ulteriori 32 milioni di euro). In sostanza, abbandoniamo il progetto della Palmanova-Manzano e diamo il via libera alla “Palma-Nova-Manzano”».

 

«Tutto questo perché una volta stanziati i 65 milioni di euro è sempre difficile restituirli al governo – aggiunge il portavoce M5S -. A nulla vale il fatto che quello stanziamento è datato 2007. Che il progetto di potenziamento era previsto già nel Piano Regionale Viabilità del 1989. Che per le stesse opere un anno e mezzo fa il sindaco di Palmanova Martines sosteneva che fosse sufficiente uno stanziamento di 25/30 milioniChe di fatto se ne spenderanno più del doppio. Che negli ultimi anni, da studi effettuati di recente da Autovie Venete spa, ci sia statouna riduzione marcata in entrambi i sensi di marcia dei valori medi del traffico pesante rilevati tra il 2005 e il 2013 nella misura del 30%. Che – prosegue -, a detta della stessa amministrazione regionale, la crisi in atto dal 2008 determina la necessità di fare scelte diverse rispetto alle decisioni prese in periodi antecedenti. Che il comparto produttivo del manzanese, purtroppo, in questi anni ha visto una forte riduzione del numero di addetti occupati e imprese attive sul territorio. Che infine la giunta Serracchiani si era impegnata a destinare i fondi “risparmiati” dalla rinuncia alla realizzazione di quest’opera alle imprese del Triangolo della Sedia».

 

«La Giunta prenda esempio dalla nostra parsimonia, di come restituiamo soldi non utilizzati evitando inutili sprechi e  realizzando solo le opere effettivamente necessarie, restituisca allo Stato i restanti milioni di euro messi a disposizione dal Governo, che – conclude – potrebbero servire per altre cose ben più importanti in questo momento storico. Non ci resta che vigilare sui restanti 24 milioni di euro affinché vengano effettivamente spesi per le imprese locali».

Nuovo assegno a 5 stelle, il MoVimento 5 Stelle Fvg domani a Cividale restituisce ai cittadini altri 112.597,04 euro

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E siamo a quota 286.335,63. Sono questi gli euro che i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, complessivamente, hanno restituito da quando sono stati eletti in Consiglio regionale. Si tratta di una parte molto consistente delle indennità ricevute mese per mese (circa il 65%), che va a rimpolpare il “Fondo per lo sviluppo” della Regione Fvg”.

 

Nelle ultime ore Eleonora Frattolin, Elena Bianchi, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai hanno bonificato, infatti, altri 112.597,04 euro. Sono risorse risparmiate dagli stipendi dei consiglieri regionali nei mesi di dicembre 2013 e gennaio, febbraio, marzo e aprile 2014 che servono per sostenere le piccole e medie imprese del Friuli Venezia Giulia.

 

Il terzo assegno (simbolico) – dopo quelli di settembre e dicembre 2013 – saràconsegnato ai cittadini domani, domenica 11 maggio a Cividale del Friuli dove alle ore 17.30 in piazza Foro Giulio Cesare farà tappa l’ORABASTATOURFVG, la serie di incontri con i cittadini organizzati per presentare il programma del MoVimento 5 Stelle in vista delle elezioni europee di domenica 25 maggio. Sul palco, oltre i portavoce regionali, ci saranno anche il portavoce nazionale Walter Rizzetto, il candidato sindaco a CassaccoGilberto Gamberini, il responsabile del tour Stefano Patuanelli e il candidato regionale alle elezioni europee Marco Zullo.

 

Cresce intanto l’attesa per l’arrivo del vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio, invitato in regione proprio dai consiglieri regionali M5S. Lunedì 12 maggio Di Maio sarà alle 17 a Pordenone in piazza Cavour con il candidato regionale alle elezioni europee Marco Zullo, mentre alle 20.30 parteciperà all’incontro dal titolo “Parliamo di riforme” al Meeting Point San Marco di Palmanova, sempre assieme a Zullo e ai portavoce regionali del M5S.

 

Maggiorazione per gli amministratori locali in pensione

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«Invece di rivedere subito la disciplina relativa alla maggiorazione per gli amministratori locali in pensione, la giunta Serracchiani preferisce che si buttino al vento ogni mese decine di migliaia di euro aspettando una riforma degli enti locali che (forse) inizierà il suo iter appena in autunno. Ecco come il centrosinistra in questa regione spreca i soldi dei cittadini e continua a difendere i politici di professioneEcco come nei fatti si tagliano i costi della politica!». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin attacca duramente la decisione dell’esecutivo regionale di prendere tempo.

«Il tempo è denaro. E questo è denaro pubblico – replica Frattolin -. Solo negli ultimi 3 mesi – da quando cioè abbiamo sollevato la questione – abbiamo sprecato quasi 90 mila euro, finiti nelle tasche di tanti amministratori del Friuli Venezia Giulia ai quali, pur ricevendo già una pensione, è stata aumentata l’indennità di amministratore pubblico (tecnicamente “indennità mensile di funzione”), con un aggravio di costi per i bilanci degli enti pubblici anche del 50% per singola voce di spesa».

«Attenzione, non tutti gli amministratori locali hanno scelto di aumentarsi la “paghetta” – sottolinea la portavoce M5S -. Dall’indagine a tappeto che stiamo portando avanti, abbiamo infatti scoperto che in tanti hanno rinunciato a questo privilegio da vecchia politica. Finora abbiamo potuto verificare la situazione in 171 comuni sui 217 presenti complessivamente nel Friuli Venezia Giulia – rivela Frattolin -. Di questi 171, appena 35 hanno risposto che non riconoscono la maggiorazioneIn ben 84 casi invece viene riconosciuto questo privilegio con un costo complessivo per le casse pubbliche di 29.425,70 euro ogni mese (mentre 52 hanno dichiarato di non avere amministratori pensionati). Mancano all’appello ancora 46 comuni, alcuni dei quali fingono di non sapere che la trasparenza dei dati pubblici è un obbligo di legge».

«E mentre i costi lievitano molti enti locali sono in attesa di un’indicazione chiara in merito all’applicazione della delibera regionale. In un caso, in piena confusione mentale, sono arrivati a individuare la ratio di questo provvedimento nel fatto che “il pensionato percepisce un reddito evidentemente inferiore a quello che gli derivava da quanto era in attività quale lavoratore dipendente, autonomo o libero professionista”. In altri casi è stata anche interpellata la Corte dei Conti – ricorda la ancora capogruppo M5S -, poiché la maggiorazione agli amministratori pensionati andrebbe nettamente in contrasto con le indicazioni nazionali di riduzione dei costi e contenimento della spesa pubblica, nonché con la ratio generale dell’aumento previsto dalla delibera. Ma alla giunta Serracchiani – conclude Frattolin – tutto questo pare non interessare».

Interrogazione sui Costi della Politica

Maggiorazione per gli amministratori locali in pensione, Frattolin (M5S): «La giunta Serracchiani permette che si buttino al vento ogni mese

GENERALI VERSO MILANO

«Siamo sconcertati dal disinteresse dimostrato oggi dalla giunta Serracchiani davanti all’ipotesi di trasferimento dell’attività delle Assicurazioni Generali da Trieste ad altre sedi fuori regione. Il rischio sempre più concreto è quello di depauperare in modo grave l’organico impiegato nel capoluogo regionale, danneggiando un tessuto economico già provato dalla crisi». Il consigliere regionale Andrea Ussai commenta così la risposta data questa mattina dall’assessore Bolzonello a una interrogazione del MoVimento 5 Stelle.

«Non c’è nessuna attenzione ai processi di riorganizzazione in atto da parte della più grande compagnia di assicurazione italiana e quarta al mondo per fatturato – attacca Ussai -. Di fatto la giunta regionale sta colpevolmente sottovalutando l’allarme lanciato nelle scorse settimane dalle rappresentanze sindacali. Forse Debora Serracchiani non ha ben chiaro quali siano i risvolti economici e occupazionali che la presenza in regione delle Generali rappresenta per il Friuli Venezia Giulia e, in particolare, per Trieste».

«Nonostante anche il presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola abbia rassicurato circa la volontà del Gruppo di rimanere a Trieste, è purtroppo un dato di fatto lo spostamento a Milano di alcune funzioni strategiche con la conseguente assunzione di nuovi dirigenti – spiega il portavoce M5S -. La tendenza di distribuzione di risorse fra le sedi di Trieste e Milano appare, infatti, sbilanciata sempre più a favore della sede milanese. A ottobre 2013 la sede di Trieste segnava una presenza di dipendenti pari all’82% sul totale del “Group Head Office”, mentre a fine dicembre 2013 era del 79,5%. Infine con le proiezioni a fine 2014 si dovrebbe attestare addirittura al 75%».

«Non si può inoltre tralasciare che è imminente la scadenza dell’accordo sulle tutele occupazionali. Così come non si può scordare quanto accaduto in passato con la Ras – sottolinea Ussai -. Sarebbe grave se l’esecutivo regionale si limitasse solamente alle dichiarazioni ufficiali, senza verificare nel merito i dati reali. Oggi più che mai – conclude – non possiamo permetterci di perdere le Generali, un’azienda che fa parte della nostra storia e dell’identità di Trieste e della nostra regione».

Stop al consumo di suolo, accolte le proposte del MoVimento 5 Stelle.

La provocazione del MoVimento 5 Stelle Fvg ha colto nel segno. Il gruppo consiliare oggi ha presentato degli emendamenti al ddl 48 sulle disposizioni in materia di attività produttive per ridurre efficacemente il consumo di suolo nel Friuli Venezia Giulia. Modificando alcuni articoli di diverse leggi regionali già in vigore, i consiglieri M5S hanno voluto porre l’attenzione sulla concessione di mutui e sui contributi regionali volti alla costruzione di nuovi capannoni.

«È una questione di coerenza politica – spiega il consigliere M5S Cristian Sergo -. Con le nostre modifiche volevamo estendere il vincolo di destinazione esclusivamente alla ristrutturazione o all’ampliamento verticale di immobili esistenti, in linea con le indicazioni del nostro programma sullo stop al consumo di suolo. In sostanza – aggiunge – abbiamo chiesto di impedire che la costruzione di nuovi capannoni avvenisse utilizzando risorse pubbliche».

«Abbiamo dovuto utilizzare l’arma della provocazione per costringere la giunta Serracchiani e la maggioranza di centrosinistra ad accogliere le nostre proposte che però sono state recepite attraverso un ordine del giorno firmato da tutte le forze politiche – spiega il portavoce M5S -. Questo odg impegna, infatti, la giunta ad esaurire le graduatorie già in essere e solo in seguito a modificare i regolamenti prevedendo premialità aggiuntive per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente rispetto alle nuove edificazione e armonizzando anche tutti i regolamenti in vista del nuovo piano paesaggistico regionale. Insomma – conclude Sergo – una buona notizia per il nostro territorio e per l’ambiente del Friuli Venezia Giulia».

 

Electrolux, il MoVimento 5 Stelle attacca l’immobilismo del governo Renzi e della giunta Serracchiani: doppia interrogazione alla Camera e in Regione

 

Pressing del MoVimento 5 Stelle su governo Renzi e giunta Serracchiani in merito alla situazione in cui versa l’Electrolux. Due distinte interrogazioni sono state depositate oggi alla Camera dai deputati Walter Rizzetto e Aris Prodani e in Regione dal consigliere regionale Cristian Sergo per cercare di fare luce in particolare sulla sorte dei lavoratori dello stabilimento di Porcia.

«Dall’annuncio dell’apertura della procedura di investigazione sulle fabbriche italiane dell’Electrolux, finalizzata a valutare i parametri legati alla produttività e alla competitività degli stabilimenti, sono trascorsi sei mesi, costati ai lavoratori quasi 150 ore di sciopero e la conseguente perdita di salario – spiega Rizzetto, vice presidente della Commissione Lavoro della Camera -. Di tutto questo Renzi e il suo governo se ne fregano. Invito il primo ministro in Friuli Venezia Giulia per toccare con mano il disagio vissuto dalle nostre aziende. Purtroppo durante tutto questo periodo non è stata formulata alcuna proposta formale per la salvaguardia dei livelli occupazionali, con specifiche richieste ad Electrolux, né dal Governo, né dalle Regioni, in primis il Friuli Venezia Giulia».

 

«Non solo – aggiunge Sergo – Gli impiegati della sede di Porcia il 7 marzo scorso hanno anche consegnato alla Serracchiani un documento nel quale si chiedeva alla stessa di intervenire in tempi brevi per bloccare le operazioni di smantellamento delle attività dei servizi e per salvaguardare l’occupazione dei lavoratori. Eppure a questa richiesta non ha fatto seguito nessun atto concreto da parte della presidente della Regione che non ha fatto cenno alla situazione durante l’ultimo tavolo a Roma».

«Il governo Renzi deve spiegare, sempre che esista, quale sia il contenuto diun’eventuale proposta formale di politica industriale ed occupazionale per lo stabilimento di Porcia – attacca Rizzetto -. Parlando di costo del lavoro e di investimenti servono garanzie per gli eventuali interventi aggiuntivi di sostegno. Così come bisogna arrivare presto a un accordo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e dei volumi produttivi della sede Electrolux di Porcia».

«Quali garanzie intende ottenere dalla Electrolux la giunta Serracchiani a fronte di eventuali interventi economici aggiuntivi da parte della Regione?» chiede inoltre Sergo. «Prima del prossimo incontro plenario presso il Ministero dello Sviluppo economico – ribadisce il portavoce M5S – la Regione deve essere in grado di formulare una concreta e coerente proposta di politica industriale ed occupazionale per lo stabilimento di Porcia da presentare formalmente al Governo. Anche in questa occasione – conclude Sergo –  chiediamo che venga reso partecipe il Consiglio regionale sui suoi contenuti, così come in passato abbiamo dovuto richiederlo, invano, per la Ferriera di Servola».

Montagna, interpellanza M5S sulla gestione delle risorse idriche, Bianchi: «Quale modello di servizio idrico intende adottare la Regione per i comuni montani?»

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Il MoVimento 5 Stelle vuole fare luce sulla cessione da parte di Amga Udine del ramo acqua al Consorzio Acquedotto del Friuli Centrale spa (Cafc). «L’azienda multiservizi per la distribuzione di gas, acqua ed illuminazione pubblica detiene una partecipazione azionaria del 34,85% in Carniacque spa, all’interno della quale svolge anche le funzioni di partner tecnico – spiega la capogruppo M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi -. Ad oggi non è noto, però, se questa cessione comprenda anche la partecipazione azionaria e le funzioni di partner tecnico in Carniacque spa».

 

È scattata quindi l’interpellanza depositata nei giorni scorsi in Regione dal MoVimento 5 Stelle. «Visto che siamo di fronte a un aumento dell’indebitamento verso le banche e dei crediti in sofferenza verso gli utenti, vogliamo sapere dalla giunta Serracchiani quale sia la reale situazione economica, finanziaria e patrimoniale della la società che gestisce il ciclo integrato delle acque per diversi comuni della Carnia e della Pedemontana e in che cosa consista il “nodo Carniacque” di cui hanno parlato alcuni giornali – aggiunge Bianchi -. Così come l’esecutivo deve fare chiarezza su quali diritti su Carniacque siano finiti in capo ad Heradal momento che quest’ultima ha dichiarato di rinunciare alla spa presieduta da Roberto Pittoni».

 

Il MoVimento 5 Stelle vuole capire soprattutto quale modello di servizio idrico intenda adottare la Regione per i comuni montani proprio a seguito di queste riorganizzazioni. «Possiamo seguire l’esempio della Liguria riconoscendo ai comuni montani la piena e incondizionata facoltà di gestire singolarmente o in forma associata questo servizio indipendentemente dal numero degli abitanti – sostiene la capogruppo M5S -. D’altronde la legge regionale n.13 del 2005 consente già di gestire autonomamente il servizio idrico».

 

«Oppure – aggiunge Bianchi – possiamo adottare un modello ispirato a quello delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, dove ai comuni singoli o consorziati sono affidati il governo e la gestione dell’intera rete degli acquedotti e fognaria interna agli abitati, mentre all’Agenzia provinciale per la depurazione sono riservati il governo e la gestione dei depuratori nonché delle condotte fognarie di adduzione agli stessi. Quello che è certo – conclude – è che non possiamo far passare troppa acqua sotto i ponti prima di dare risposte chiare agli amministratori della montagna colpevolmente trascurati dalla Regione».

 

 

Il Tar del Lazio boccia il ricorso contro stop semine ogm, soddisfazione a 5 stelle.

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«Siamo molto soddisfatti per la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato il ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech Mon810 modificato geneticamente. Ora il governo Renzi, con la velocità che ostenta in ogni occasione, dia subito indicazioni chiare alle prefetture e agli enti locali su come agire con i trasgressori, ricordandosi che il decreto scadrà comunque nel gennaio 2015». La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Eleonora Frattolin commenta così, a caldo, la sentenza del Tar del Lazio».

 

«Siamo in presenza di una decisione molto importante perché finalmente si riconoscono leconseguenze negative per l’ambiente dovute alla diffusione deliberata di ogm – spiega Frattolin -. È una grande vittoria del MoVimento 5 Stelle che su questo tema ha agito con forza a tutti i livelli. Ed è una bruciante sconfitta per chi, come Fidenato, ha utilizzato anche l’arma delle intimidazioni per contrastare la nostra battaglia di civiltà. Siamo contenti – sottolinea la portavoce M5S – che almeno la giustizia italiana non si sia piegata alle multinazionali sementiere».

 

«La sentenza del Tar del Lazio non fa che confermare la legittimità delle nostre proposte in Consiglio – aggiunge il consigliere regionale Cristian Sergo -. Ora lo possiamo dire senza paura di essere smentiti: la nostra costante pressione per mantenereil Friuli Venezia Giulia una regione “ogm free” è stata efficace».