lunedì, 6 Gennaio 2025
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Ogm ed europa

dichiarazione di voto sulla moratoria per la semina di ogm in FVG

Ogm ed europa

dichiarazione di voto sulla moratoria per la semina di ogm in FVG

Ancora una volta il MoVimento 5 Stelle contesta la collezionista di incarichi Debora Serracchiani.

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Presidente della giunta regionale, delega in materia di relazioni internazionali, delega alle infrastrutture strategiche, delega al coordinamento delle politiche per la montagna, commissario straordinario per la Terza corsia della A4, commissario straordinario per gli interventi “nell’area di crisi complessa del porto di Trieste”, rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nellaCabina di Regia per l’attuazione dell’agenda digitale italiana, responsabileInfrastrutture della segreteria del Pd e da ieri vicesegretario del Partito democratico. Ecco i nove incarichi di Debora Serracchiani. Una collezione che il gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle in Friuli Venezia Giulia contesta fin da quanto la Serracchiani ha mosso i suoi primi passi come presidente della Regione.

«La vicepresidenza del Pd rappresenta l’ennesimo incarico che la Serracchiani accumula. Una presidente della Regione Fvg che già vediamo poco e che in futuro vedremo sempre meno». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai attacca la “nonchalance” con cui l’ex segretaria del Pd regionale ed ex europarlamentare (per completare la collezione) abbia accettato di ricoprire un nuovo incarico. «I suoi continui viaggi nella Capitale non hanno portato alcun giovamento o vantaggio alla Regione – ricorda il portavoce M5S -. Electrolux, Ideal Standard, Terza corsia e mancata rinegoziazione patto Tondo – Tremonti sono solo alcune delle emergenze non risolte dalla Serracchiani. Emergenze che dimostrano che il Friuli Venezia Giulia ha bisogno di un presidente a tempo pieno. Il popolo del Pd dovrebbe ricordare alla Serracchiani che è stata eletta dai cittadini della regione per fare il presidente del Friuli Venezia Giulia».

«Viene da chiedersi se esiste ancora un Partito democratico visto che agli stessi politici di professione vengono affidati doppi o tripli incarichi – rimarca il consigliere regionale M5S Cristian Sergo -. Considerato che per il MoVimento “uno vale uno”,constatiamo che nel Pd, invece, sono messi proprio male e sono costretti ad affidarsi sempre a quei tre quattro nomi».

«Bisogna essere presenti sul territorio invece di mandare in giro le “sentinelle” – aggiunge la consigliera M5S Ilaria Dal Zovo -. Basta ascoltare i cittadini, parlare con la gente per toccare con mano quanto stia dilagando il malcontento per le tante promesse fatte e ancora non mantenute».

«Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo ancora una volta: stiamo assistendo a un gigantesco conflitto di interessi. L’appartenenza della Serracchiani agli organi direttivi del Partito democratico finirà per nuocere alla nostra Regione – sostiene la capogruppo M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi -. Quando si tratterà di difendere l’autonomia del Friuli Venezia Giulia, nelle segrete stanze, quale dei suoi molteplici ruoli avrà il sopravvento? Difenderà le riforme nazionali o la nostra Regione già massacrata da questa crisi? E, infine, si ricorderà del motto della sua campagna elettorale: “torniamo ad essere speciali”?»

Comparto agricolo montano, nuova interrogazione del MoVimento 5 Stelle. Sergo: «Perché sono ancora senza contributi centinaia di agricoltori che dal 2007 hanno presentato regolare domanda per ottenere i sussidi per le spese notarili, fiscali e professionali?»

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«La Regione prima promulga una legge per lo sviluppo dell’agricoltura montana, la 8 del 1992, perincentivare “l’accorpamento, l’ingrossamento e l’arrotondamento di fondi agricoli e forestali”, poi si dimentica di erogare i contributi a centinaia di cittadini che dal 2007 al 2014 hanno presentato regolare domanda di contribuzione. Si tratta di sussidi per far fronte alle spese notarili, fiscali e professionali che gli agricoltori hanno affrontato per migliorare la propria attività in territorio montano. Quella che poteva essere una reale opportunità di sviluppo della propria attività su di un territorio impervio come quello della montagna, dove gli appezzamenti coltivabili per caratteristiche fisiche e geo-morfologiche, ma anche per i continui passaggi ereditari, risultano piccoli e frazionati rischia di diventare l’ennesima presa in giro». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo, con una interrogazione rivolta alla giunta Serracchiani, denuncia una situazione che sta danneggiando gli agricoltori del Friuli Venezia Giulia.

«L’attenzione verso queste attività, anche a fronte dei continui dibattiti sul futuro dell’agricoltura organizzati in Regione, deve essere massima, sia per i vantaggi in termini di qualità e di turismo enogastronomico che queste produzioni possono offrire, sia per il governo del territorio forestale e montano che gli operatori del settore possono garantire».

«Se gli oltre 5 milioni di euro stanziati nel 2012 in favore delle Comunità montane, con cui si dovevano coprire anche questi contributi, non sono stati sufficienti, ci auguriamo che lo siano almeno gli ulteriori 5 milioni di euro messi a disposizione con l’ultima Finanziaria. A tre mesi da quello stanziamento, risultano però ancora inevase centinaia di domande presentate dal 2007 ad oggi solo per quanto riguarda la Comunità montana della Carnia – rivela il portavoce M5S -. Per questo abbiamo depositato una interrogazione per capire quali siano le motivazioni che stanno alla base di questi ritardi e di questa grave disattenzione nei confronti del comparto agricolo montano».

Moratoria sulla semina di ogm, soddisfazione del MoVimento 5 Stelle.

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«Riconosciamo il lavoro portato avanti finora dall’assessore regionale Bolzonello che sugli ogm ha trovato una soluzione provvisoria che ci tutela quanto meno dalle annunciate e sciagurate semine di quest’anno. Un risultato ottenuto anche grazie al nostro emendamento volto a intensificare i controlli e inasprire i provvedimenti per i trasgressori». La consigliera regionale del MoVimento 5 StelleEleonora Frattolin commenta con soddisfazione la moratoria sulla semina di ogm introdotta per legge nel Friuli Venezia Giulia.

«Ora attendiamo che in Europa, magari approfittando del prossimo semestre italiano, si vada a modificare la Direttiva 18/2001 introducendo anche i criteri socio-economici, oltre a quelli della salute e dell’ambiente, tra quelli utilizzabili per chiedere la clausola di salvaguardia – aggiunge Frattolin -. E su questo punto auspichiamo che si giochi la prossima campagna elettorale per le Europee di tutte le forze politiche alle quali è rimasta un po’ di credibilità. Il governo Renzi non può più lavarsene le mani e, accogliendo i numerosi appelli che provengono dallo stesso Parlamento, deveprendere provvedimenti incisivi e non solo di facciata, così come stanno già facendo altri paesi europei».

«Il nostro auspicio è che da oggi si lavori concretamente al nuovo “Piano di sviluppo rurale” – sottolinea la portavoce M5S -. Bisogna focalizzarsi su misure chefavoriscano l’agricoltura biologica, magari prevendo almeno il 20% di superficie agricola utilizzata in modo biologico entro il 2020, e avere un occhio di riguardo per le filiere agro-alimentari, disincentivando, ad esempio, le filiere che utilizzano mangimi ogm».

«Con il nostro emendamento abbiamo contribuito a migliorare la cosiddetta moratoria sugli ogm per la nostra Regione, in attesa delle decisioni europee – ribadisce il consigliere regionale M5S Cristian Sergo -. Per evitare la confusione che ha regnato sovrana tra le istituzioni nel 2013, con continui rimpalli di responsabilità tra presidenti di Regione e vari ministri, siamo intervenuti per far sì che chi viola il divieto di coltivazione, oltre alla multa prevista dalla giunta, sia costretto a rimuovere i prodotti ogm coltivati, sotto la supervisione del Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia».

«In questo modo – conclude Sergo -, in caso di semina, non dovremo più passare un’altra estate a chiederci perché, in virtù di un decreto interministeriale che vieta la coltivazione del mais Mon810 e di una moratoria regionale, alcuni nostri campi vengano lo stesso coltivati senza che nessuno intervenga».

Moratoria sulla semina di ogm, soddisfazione del MoVimento 5 Stelle. Frattolin: «Un risultato ottenuto anche grazie al nostro emendamento volto a intensificare i controlli e inasprire i provvedimenti». Sergo: «I trasgressori saranno costretti a rimuovere i prodotti ogm coltivati sui loro campi»

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«Riconosciamo il lavoro portato avanti finora dall’assessore regionale Bolzonello che sugli ogm ha trovato una soluzione provvisoria che ci tutela quanto meno dalle annunciate e sciagurate semine di quest’anno. Un risultato ottenuto anche grazie al nostro emendamentovolto a intensificare i controlli e inasprire i provvedimenti per i trasgressori». La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Eleonora Frattolin commenta con soddisfazione la moratoria sulla semina di ogm introdotta per legge nel Friuli Venezia Giulia.

«Ora attendiamo che in Europa, magari approfittando del prossimo semestre italiano, si vada a modificare la Direttiva 18/2001 introducendo anche i criteri socio-economici, oltre a quelli della salute e dell’ambiente, tra quelli utilizzabili per chiedere la clausola di salvaguardia – aggiunge Frattolin -. E su questo punto auspichiamo che si giochi la prossima campagna elettorale per le Europee di tutte le forze politiche alle quali è rimasta un po’ di credibilità. Il governo Renzi non può più lavarsene le mani e, accogliendo i numerosi appelli che provengono dallo stesso Parlamento, deve prendere provvedimenti incisivi e non solo di facciata, così come stanno già facendo altri paesi europei».

«Il nostro auspicio è che da oggi si lavori concretamente al nuovo “Piano di sviluppo rurale” – sottolinea la portavoce M5S -. Bisogna focalizzarsi su misure che favoriscano l’agricoltura biologica, magari prevendo almeno il 20% di superficie agricola utilizzata in modo biologico entro il 2020, e avere un occhio di riguardo per le filiere agro-alimentari, disincentivando, ad esempio, le filiere che utilizzano mangimi ogm».

«Con il nostro emendamento abbiamo contribuito a migliorare la cosiddetta moratoria sugli ogm per la nostra Regione, in attesa delle decisioni europee – ribadisce il consigliere regionale M5S Cristian Sergo -. Per evitare la confusione che ha regnato sovrana tra le istituzioni nel 2013, con continui rimpalli di responsabilità tra presidenti di Regione e vari ministri, siamo intervenuti per far sì che chi viola il divieto di coltivazione, oltre alla multa prevista dalla giunta, sia costretto a rimuovere i prodotti ogm coltivati, sotto la supervisione del Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia».

«In questo modo – conclude Sergo -, in caso di semina, non dovremo più passare un’altra estate a chiederci perché, in virtù di un decreto interministeriale che vieta la coltivazione del mais Mon810 e di una moratoria regionale, alcuni nostri campi vengano lo stesso coltivati senza che nessuno intervenga».

In Regione spariti 60 mila euro: «Un fatto misterioso. Come la risposta dell’assessore Bolzonello

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«Prosegue il mistero dei 60 mila euro fantasma. Fra l’agosto 2013 e il febbraio 2014 in Regione hanno perso le tracce di ben 60 mila euro su complessivi 180 milioni di euro. Siccome è vero che chi non fa non sbaglia mai, abbiamo apprezzato l’ammissione di errore fatta dall’assessore Bolzonello e approvato l’integrazione per consentire la promulgazione della legge a sostegno delle attività produttive. Ciononostante abbiamo chiesto con forza dove siano andati a finire queste risorse pubbliche e, purtroppo, la risposta non è stata affatto chiara». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi sul coordinamento delle norme finanziarie alla legge sul sostegno alle attività produttive licenziata lo scorso 11 marzo.

 

«Non ci resta altro che prendere in mano tutte le delibere giuntali da agosto ad oggi e trovare l’intruso. Sono circa 1700. Chissà se la ragioneria della Regione è in grado di risolvere il mistero? – si chiede Bianchi – Proveremo a chiedere agli uffici della Regione. Comunque, in un modo o nell’altro, troveremo la risposta e la renderemo pubblica».

 

Grande Guerra, il MoVimento 5 Stelle blocca un emendamento della giunta Serracchiani e vota contro il disegno di legge.

Prosegue l’operazione “Fiato sul collo” da parte del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Oggi pomeriggio, durante la discussione del disegno di legge che contiene norme urgenti in materia di cultura, sport e solidarietà, la consigliera regionale M5SEleonora Frattolin ha bloccato, infatti, un emendamento della giunta Serracchiani, presentato in Aula, che puntava a escludere, per gli interventi sulla Grande Guerra, il divieto di concessione di finanziamentiquando sussistano rapporti giuridici tra società, persone giuridiche, amministratori, soci, ovvero tra coniugi, parenti e affini sino al secondo grado, rapporti che abbiano rilevanza ai fini della concessione degli incentivi.

La segnalazione dell’ennesimo provvedimento finalizzato ad avvantaggiare “qualcuno” e ad escludere “altri”, ha mandato in fibrillazione l’assessore Torrenti e la maggioranza di centro sinistra, che hanno immediatamente chiesto una sospensione dei lavori. Alla ripresa della discussione in Aula, Torrenti è stato così costretto a correggere il tiro.

Alla fine il MoVimento 5 Stelle ha comunque votato contro il disegno di legge che contiene norme urgenti in materia di cultura, sport e solidarietà perché nella discussione in Aula non sono stati fugati i numerosi dubbi sollevati: in particolar modo sullacumulabilità dei contributi degli interventi sulla Grande Guerra, ma anche sulla trasformazione del cosiddetto “bonus assessore” riguardante contributi ad attività culturali eccezionali ed imprevedibili, che, se prima era disciplinato dettagliatamente in legge (compreso il limite massimo di contribuzione di 25 mila euro),d’ora in poi sarà normato da un regolamento approvato esclusivamente dalla giunta.

«Oltre a ciò vengono modificati diversi limiti di rendicontazione delle spese ammesse a contribuzione, a seguito di difficoltà riscontrate in prima applicazione del nuovo sistema contributivo, che però a nostro avviso sono transitorie e non giustificano una modifica permanente della normativa – spiega Frattolin -. Per alcuni parti si tratta della terza modifica della norma sulla Grande Guerra, norma che era già stata abbozzata nella precedente legislatura e che poteva benissimo essere approfondita almeno negli aspetti tecnico-burocratici già da tempo. È una norma – conclude la portavoce M5S – che sta diventando in sé una celebrazione della Grande Guerra, almeno per i tempi necessari al suo perfezionamento».

Disabilità, nuova denuncia del MoVimento 5 Stelle: anche l’Auditorium del Palazzo della Regione di via Sabbadini presenta una situazione paradossale.

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«Il modernissimo Auditorium del nuovo Palazzo della Regione di via Sabbadini a Udine, costato ai cittadini del Friuli Venezia Giulia oltre 35 milioni di euro e dotato di380 posti a sedere, può ospitare al massimo sei persone costrette a muoversi con una carrozzina, il settimo non può assistere all’evento, a prescindere da quante persone siano all’interno. Da notare, inoltre, che i sei posti riservati sono in alto, nelle ultime file, in quanto nei pressi del tavolo dei relatori non ci sono le uscite di sicurezza accessibili ai disabili. Ecco come la politica regionale negli anni ha dimostrato attenzione verso chi deve muoversi in carrozzina, nonostante dal 2008 al 2011 ci sia stato l’assessore Kosic nella giunta Tondo. L’ex assessore però poteva tenere le sue relazioni nell’Auditorium». Il consigliere regionale del MoVimento 5 StelleCristian Sergo denuncia una situazione paradossale per una struttura pubblica che dovrebbe rispettare tutte le norme che garantiscono il diritto all’accessibilità.

«Siamo in attesa di vedere il regolamento di accesso e le autorizzazioni all’utilizzo dell’Auditorium, che abbiamo prontamente richiesto e che non c’è ancora stato mostrato dagli uffici della Regione. Quello che è certo è che le persone con disabilità in nessun caso possono essere escluse dal godimento di servizi, prestazioni e opportunità ordinariamente goduti da ogni cittadino».

Solo pochi giorni fa il MoVimento 5 Stelle aveva denunciato la situazione degli uffici dei gruppi consiliari della sede della Regione di via Poscolle, sempre a Udine, dove barriere architettoniche (scale) e un ascensore non adeguato (troppo stretto) impediscono l’accessibilità alle persone in carrozzina. Ora è la volta dell’Auditorium di via Sabbadini. E siamo certi che le brutte sorprese non sono finite.

Variante di Dignano, M5S contro la realizzazione dell’opera.

 «Rimaniamo perplessi e contrariati da come i cittadini vengano sempre presi in giro dalla politica che gioca con le parole e con i soldi pubblici come se nulla fosse. Ogni volta che ci troviamo a discutere su una decisione presa da questa giunta regionale dobbiamo sempre far riferimento a quanto sostenuto dalla presidente Serracchiani in campagna elettorale. Oggi l’assessore Santoro sostiene che non c’è stato alcun cambiamento di rotta rispetto al programma elettorale. Eppure è ancora lì, scritto nero su bianco: “Vanno ripensati e rimodulati progetti riguardanti, ad esempio, la viabilità ad est del torrente Torre, il raccordo autostradale Gemona-Cimpello-Sequals, la bretella di scorrimento veloce Palmanova-Manzano, la variante di Dignano”». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo mette in evidenza come, anche nel caso della variante di Dignano, la giunta Serracchiani abbia cambiato idea nel giro di pochi mesi.

«Abbiamo cercato di capire cosa fosse stato ripensato rispetto a quest’opera negli ultimi dieci mesi o come fosse stata rimodulata per giustificarne la realizzazione. La risposta non poteva essere diversa: ovvero nulla – attacca Sergo -. Non è stata fatta nemmeno un’analisi sul traffico che interessa il centro storico del paese(l’ultima di Fvg Strade risale al 2010)».

«Ci si è limitati a constatare che tutto è corretto, non ci sono pareri contrari all’opera che la potessero fermare. Tranne uno – spiega il portavoce M5S -, quello dei cittadini che non sono così tanto disposti a spendere 19 milioni di euro per un km di strada. Le cose sono due, o chi ha scritto il programma regionale e l’ha presentato agli elettori non aveva idea dei progetti e del loro stato di avanzamento, oppure lo sapeva benissimo e ha semplicemente cercato di promettere qualcosa che non aveva alcuna intenzione di mantenere».

«Siamo di fronte all’ennesima decisione presa a tavolino dal Partito Unico, su cui nemmeno i programmi elettorali possono dire nulla. Con quest’opera tappiamo una falla, ma non risolviamo il problema, anzi lo peggioriamo perché continuiamo a stendere cemento per far passare le merci per i nostri paesi, che poi vorranno la loro variante e l’industria del cemento ringrazierà. Con buona pace dello slogan “stop al consumo di territorio”».

«La nostra preoccupazione sta crescendo di giorno in giorno per quanto potrà accadere – aggiunge la consigliera regionale Ilaria Dal Zovo -. Dopo la variante, infatti, i flussi di traffico potrebbero aumentare vuoi per il ripartire dell’economia, vuoi perché gli automobilisti saranno incentivati a deviare il loro percorso e in questo caso il problema non potrà che aggravarsi. Come sempre ci si preoccupa di risolvere i problemi con progetti mirati – conclude Dal Zovo – invece di studiare una soluzione globale al problema della mobilità e del sistema delle infrastrutture nella nostra regione nel rispetto dell’ambiente e delle istanze dei cittadini».

 

“Indennità di funzione” degli amministratori pubblici già in pensione.

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 «Ci complimentiamo con il sindaco di Tolmezzo Dario Zearo che non ha perso tempoe ha provveduto rapidamente ad adeguarsi alla delibera regionale che stabiliva l’aumento di quella che tecnicamente si chiama “indennità di funzione”. Aumento che a nostro parere (ma anche, nel merito, per l’assessore Panontin, secondo la risposta alla nostra interrogazione presentata in consiglio il mese scorso) è giustificato per amministratori lavoratori autonomi e dipendenti in aspettativa non retribuita, ma assolutamente ingiustificato e inopportuno per gli amministratori pubblici in pensione. Calcolatrice alla mano, dal 25 al 50 per cento in più ogni mese. Nel caso di Zearo è del 35 per cento». La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Eleonora Frattolin replica duramente alle affermazioni dei primo cittadino di Tolmezzo.

«E chissà quanti hanno già fatto come lui, approfittando di un meccanismo che, pur essendo previsto dalla normativa, non è assolutamente obbligatorio ma del tutto facoltativo – rimarca Frattolin -. Purtroppo, come avevamo già ricordato, in questo momento è impossibile sapere chi abbia già richiesto al proprio comune o provincia di adeguarsi alla delibera regionale di dubbia e discutibile interpretazione. È evidente che il sindaco di Tolmezzo rientra nel gruppo degli amministratori pubblici che hanno applicato immediatamente a loro favore questa delibera. Per lui niente arretrati, i soldi gli sono già arrivati».

«È bene sottolineare però ancora una volta che non si tratta assolutamente di un aumento automatico – spiega la portavoce M5S -. Moltissimi amministratori sono venuti a conoscenza di questa possibilità solo nelle ultime ore, e non hanno ancora percepito alcun aumento, visto che è prima necessaria una delibera della giunta comunale o provinciale per autorizzare il provvedimento. Fatto questo passaggio gli amministratori pubblici possono (ma non sono costretti da nessuno) anche chiedere gli arretrati, dato che l’aumento spetta dalla data di elezione o nomina».

«Invitiamo pertanto tutti gli amministratori pubblici pensionati, e sottolineiamo tutti, a rinunciare all’aumento dell’“indennità di funzione”. Non sono né lavoratori autonomi né dipendenti in aspettativa non retribuita che hanno un danno economico nello svolgere il loro incarico. La loro pensione – ricorda Frattolin – non è certo toccata nell’adempimento della loro funzione pubblica».

«A chi ha già richiesto l’aumento chiediamo se ritenga si tratti di un atto dovuto e quale sia laratioQual è la loro perdita economica per giustificare un simile aumento? Perché i comuni e le province devono sobbarcarsi questo costo ulteriore? Perché sono sempre i cittadini a pagare? – chiede Frattolin -. O forse non si sono fatti domande. Della serie: posso avere l’aumento, il perché non mi interessa. Alla faccia della crisi».

Centrale di Monfalcone, Dal Zovo (M5S): «Errore incredibile o volontà politica di basso profilo le gravi “dimenticanze” nella richiesta di rinnovo dell’Aia?»

«Inutile nasconderlo. La richiesta di revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della centrale termoelettrica di Monfalcone inviata al Ministero dell’Ambiente dal sindaco di Monfalcone Silvia Altran ci aveva stupiti. Lo stupore non ci ha fatto abbassare però la guardia e per supportare questa decisione avevamo chiesto alla Regione di affiancare l’amministrazione comunale. Oggi è arrivata la risposta del Ministero che mette in evidenza le gravi dimenticanze di questa iniziativa. Incredibilmente non sono stati allegati, infatti, nuovi studi e indagini in grado di corroborare la richiesta di revisione dell’Aia. Così come manca, inoltre, la risposta di integrazione al piano di monitoraggio e controllo». La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo interviene duramente sul caso della centrale A2A di Monfalcone.

«Si è trattato di un semplice errore da parte dell’amministrazione comunale oppure le dimenticanze sono state volute per placare le polemiche sull’inquinamento provocato dallo stabilimento e, in sostanza, prendere tempo? – si chiede Dal Zovo -. In entrambi i casi crediamo sia opportuno individuare i responsabili e prendere immediati provvedimenti».

«“Mancano gli studi”, sostiene il Ministero. Eppure questi dati sono tutti a disposizione del Comune che ora deve trasmetterli al più presto a Roma. In caso contrario li faremo arrivare per altre vie al Ministero. Rimane la bruttissima figura fatta dall’amministrazione di Monfalcone – aggiunge la portavoce M5S -. Le parole del sindaco Altran (“Abbiamo fatto tutto quello che ci riguarda per tutelare la salute dei cittadini”) fanno male. No, sindaco. Lei e i suoi uffici avete “dimenticato” di inoltrare documenti indispensabili a supportare la richiesta al Ministero – attacca Dal Zovo -. Ora dovete spiegare pubblicamente quanto accaduto in modo trasparente. Visto quello che si è verificato, chiediamo inoltre alla Regione di affiancare il Comune di Monfalcone. Gli uffici regionali, forse, sono in grado di gestire meglio una pratica di questo tipo».

«Perché si continua a giocare sulla pelle delle persone? Anche noi avevamo sollecitato il Ministero dando per scontato che la richiesta fosse suffragata dalla necessaria documentazione – rivela il deputato M5S Aris Prodani -. E restiamo allibiti dal fatto che questo non sia stato fatto. Oltre ad individuare le responsabilità di tale gravissima “sufficienza” crediamo necessario che il sindaco Altran si rechi già questa settimana nella Capitale. Siamo disponibili ad accompagnarla. Non si sa mai che si perda per Roma».

«Basta con i giochetti di stampo elettoralistico. Il sindaco Altran deve dire una volta per tutte da che parte sta – sostiene la consigliera regionale -. Quando la centrale a carbone chiuderà, i monfalconesi sapranno benissimo che il merito non sarà di questa amministrazione che non è stata in grado di gestire la situazione né da un punto di vista ambientale, né occupazionale né, tanto meno, sociale. Invece di cercare le soluzioni con chi voleva veramente risolvere qualcosa, ha continuato, infatti, con insistenza a dialogare solo con chi ha provocato il disastro ambientale che è sotto gli occhi di tutti. Vista infine la notizia sulle svalutazioni di A2A – conclude Dal Zovo – probabilmente quello che non potrà l’Aia lo farà la pessima gestione dell’impianto».

 

Centro di riferimento unico per l’amianto (CRUA)

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«Il “Centro di riferimento unico per l’amianto” (Crua), costituito a Monfalcone già nel maggio del 2013, dovrebbe diventare pienamente operativo a breve, dopo la nomina del direttore della nuova struttura complessa. Al momento permangono però ancora molte criticità». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai interviene sul caso amianto che continua a far discutere.

 

«L’auspicio generale è che il Crua possa diventare il più rapidamente possibile un centro medico di eccellenza in grado di coordinare i percorsi assistenziali e quelli di ricerca per le malattie asbesto correlate, evitando così la dispersione di fondi ed energie e, soprattutto, tutelando la salute dei cittadini – sottolinea Ussai – ma sono numerosi i problemi aperti».

 

«Se è vero che la giunta regionale, a seguito di una nostra interrogazione, hasgombrato il campo dall’ipotesi di realizzazione di una vera e propria sede per il Centro amianto promossa da alcuni soggetti privati (questo progetto dalle forti connotazioni immobiliari, oltre a non essere mai arrivato in Regione, è stato ritenuto non necessario dall’assessore Telesca), rimangono tutte da verificare le modalità per soddisfare le funzioni essenziali del Crua: la multidisciplinarietà a rete e l’elevata competenza dei suoi operatori».

 

«Siamo molto preoccupati, infatti, per la scarsità di risorse economiche più volte sottolineata da tutti gli amministratori locali, per il ritardo accumulato per la ricostituzione della “Commissione regionale amianto” (i cui componenti non sono ancora stati rinnovati dopo quasi due anni) e soprattutto per gli obiettivi e i contenuti ancora pochi e vaghi del Crua. Per esempio – fa notare Ussai – al momento nel Piano Attuativo Locale 2014 dell’ASS2 non si fa cenno agli obiettivi di rilevanza regionale che la delibera di giunta 1195 del 28.06.2012 aveva affidato all’azienda Isontina».

 

«Sono cadute nel vuoto inoltre le ripetute richieste dell’Associazione Esposti Amianto regionale di ottenere presso l’Ospedale di Cattinara uno spazio uso ufficio ove insediare un “Punto informativo amianto” per consentire ai volontari che da anni si occupano del tema di sensibilizzare e supportare gli ammalati e i loro famigliari. Nonostante il triste record di malati nel territorio isontino e giuliano e la consapevolezza che le conseguenze all’esposizione dell’amianto non sono destinate a cessare nel breve periodo – ricorda il portavoce M5S -, manca ancora una risposta adeguata e coordinata che, al di là di logiche campanilistiche, metta in rete tutte le risorse esistenti».

 

«Chiediamo pertanto alla giunta regionale di intervenire urgentemente, coinvolgendo le associazioni, gli enti locali e le diverse aziende sanitarie, per garantire al Friuli Venezia Giulia, così duramente colpito da questa tragedia, un servizio che finalmente dia piena attuazione alla normativa e agli indirizzi regionali sull’amianto».

 

 

Ferriera, nuova denuncia del MoVimento 5 Stelle.

“Lo stabilimento sarà in grado di produrre nel rispetto dei limiti di legge per quanto riguarda le emissioni” ed “entro la fine del 2014 acquisiremo le stazioni di misura non di proprietà dell’Arpa”. Queste in sintesi le ennesime promesse che ieri la giunta Serracchiani, per bocca dell’assessore Sara Vito, ha fatto sulla Ferriera di Servola. Dichiarazioni giunte in risposta a una interrogazione presentata dal consigliere del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che, riprendendo il servizio televisivo delle “Iene”, ha denunciato ancora una volta le molte criticità legate allo stabilimento siderurgico.

«L’assessore ha ammesso candidamente le carenze del monitoraggio effettuato dall’Arpama anche ha precisato di essersi impegnata per migliorarle – aggiunge Ussai -. Peccato che siano passati quasi dieci mesi da una nostra precedente interrogazione che sottolineava l’opportunità che tutte le stazioni di rilevamento della qualità dell’aria fossero gestite direttamente dall’Arpa, a garanzia della qualità e della trasparenza dei dati. Passaggio che ad oggi non è ancora avvenuto – attacca il portavoce M5S -. L’assessore non ha speso inoltre una sola parola sulla grave carenza nell’inquadramento urbanistico e territoriale dell’impianto presente nella richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale, dove non vengono segnalate le numerose realtà sensibili che si trovano a non più di 1.000 metri dallo stabilimento. Parliamo di asili nidoscuole maternecase di riposorsaricreatoribaby parking che sembrano non esistere e che invece dovrebbero condizionare il rilascio dell’Aia».

«Preso atto della volontà politica della maggioranza di centro sinistra di far proseguire l’operatività di questo stabilimento, che fino ad oggi ha dimostrato di non essere in grado di rispettare i limiti di legge, chiediamo almeno di limitare l’attività ancora in funzione per contenere urgentemente le emissioni delle sorgenti attive di inquinamento – ribadisce Ussai -. Non bastano le promesse, caro assessore. È notizia di questi giorni il sequestrato dell’impianto di Vado Ligure per il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dall’Aia. A Taranto la procura ha chiesto invece una cinquantina di rinvii a giudizio. Qui a Trieste – conclude il consigliere regionale M5S – stiamo ancora aspettando che qualcuno faccia rispettare i limiti di legge e tuteli la salute di tutti i cittadini, lavoratori e non».

 

Rilievi della Corte dei Conti su rendiconto

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Oggi sono arrivati i rilievi della Corte dei Conti sul rendiconto 2013. E’ la prima volta che depositiamo un documento così importante e i rilievi sono solo formali, soprattutto dovuti ad alcune interpretazioni del regolamento e della norma.

A breve comunicheremo alla Corte dei Conti quali quotidiani sono stati acquistati (“Messaggero Veneto” e Fatto Quotidiano), il titolo dei 3 convegni ed incontri pubblici organizzati dal gruppo consiliare con i relativi volantini, le motivazioni dell’acquisto della telecamera (canale youtube) e dei 5 roll-up (allestimento dei convegni).

in allegato la comunicazione della Corte dei Conti

 

 

 

Costi della politica, il MoVimento 5 Stelle chiede di bloccare gli aumenti delle “indennità di funzione” degli amministratori pubblici già in pensione.

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È lunga la lista degli amministratori del Friuli Venezia Giulia che, pur ricevendo già una pensione, potrebbero chiedere (in alcuni casi lo hanno già fatto) che venga loro aumentata l’indennità di amministratore pubblico (tecnicamente “indennità mensile di funzione”), con un aggravio di costi per i bilanci degli enti pubblici anche del 50% per singola voce di spesa.

«La cifra complessiva non è certa ma si tratta di almeno 500 mila euro l’anno a carico dei bilanci degli enti pubblici locali – spiega la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Eleonora Frattolin -. Il dato complessivo, purtroppo, potrebbe essere molto più alto. Le cifre in nostro possesso, infatti, sono parziali, riferendosi solo a chi era già in quiescenza al momento dell’elezione, e quindi non tengono conto di tutti gli amministratori andati in pensione successivamente. Come accaduto, ad esempio, nel Comune di Pordenone per il sindacoPedrotti e per l’assessore Zille, che nel conteggio si devono aggiungere all’assessore Rubino, eletta già pensionata».

Altro dato ancor più preoccupante riguarda gli arretrati di questi aumenti. Ecco qualche esempio. Più di 63 mila euro al vice presidente della Provincia di Pordenone Eligio Grizzo. Quasi 58 mila euro al sindaco di Fontanafredda Giovanni Baviera e a quello di Tolmezzo Dario Zearo. Poco più di 38 mila euro al primo cittadino di Gradisca Franco Tommasini. Nell’elenco non mancano il sindaco di un comune piccolo come Lestizza, Geremia Gomboso, che potrebbe portarsi a casa oltre 33 mila euro, e due assessori della Provincia di Trieste, Vittorio Zollia eAdele Pino, che potrebbero mettersi in tasca più di 32 mila euro a testa.Umberto Laureni, assessore del Comune di Trieste avrebbe invece diritto a oltre 31 mila euro. L’elenco completo è consultabile nell’allegato.

Il totale complessivo degli arretrati spettanti ai diversi amministratori della regione, ad ogni modo, ammonta a più di 1,6 milioni di euro.

«Questa eventualità può e deve essere sventata dalla giunta Serracchiani – attacca la portavoce M5S -. Basta una delibera per modificare la normativa attuale e lasciare queste risorse nelle casse già abbastanza provate degli enti locali. Bisogna essere coerenti quando si parla di tagli ai costi alla politica. Questi aumenti inopportuni e ingiustificati rappresentano, infatti, un vero e proprio schiaffo ai cittadini che stanno vivendo sulla loro pelle le conseguenze della crisi economica».

«Il nostro auspicio è che la giunta provveda immediatamente a modificare la delibera attualmente in vigore, chiarendo che l’aumento di indennità non spetta agli amministratori in pensione, che, a differenza di lavoratori autonomi e di lavoratori dipendenti in aspettativa non retribuita, non subiscono un danno economico dallo svolgimento del proprio incarico. Nel frattempo confidiamo nella responsabilità degli amministratori locali. Questi politici – conclude Frattolin – devono rendersi conto fino in fondo di quanto siano inopportuni questi aumenti e, soprattutto, degli effetti che potrebbero aggravare ulteriormente i già precari bilanci comunali e provinciali. La responsabilità di un buon amministratore pubblico in questo caso si manifesta – conclude Frattolin – nella scelta, prevista dalla legge, di rinunciare sia agli aumenti che agli arretrati».