mercoledì, 12 Febbraio 2025
Home Blog Pagina 19

MOZIONE: “Censura nei confronti dell’operato dell’Assessore Bini e dell’Assessore Scoccimarro ai sensi dell’articolo 145 ter del Regolamento Interno”.

PREMESSO che con nota del 26 aprile 2022 la Danieli s.p.a. comunicava alla Regione l’interesse a proseguire nella realizzazione di un nuovo insediamento industriale siderurgico nella zona industriale Aussa-Corno in Comune di San Giorgio di Nogaro, avuto riguardo al carattere strategico del sito, al netto dei presupposti ed essenziali interventi di infrastrutturazione e implementazione;

VISTA la generalità di Giunta n. 611 del 29 aprile 2022, con la quale il Presidente ha reso edotta la Giunta del potenziale investimento succitato e, d’intesa con l’Assessore alle Attività produttive e turismo, ha demandato alla Direzione centrale competente in materia di industria “gli opportuni approfondimenti volti ad individuare e coinvolgere gli ulteriori soggetti istituzionali interessati e a diverso titolo competenti, nell’ottica dell’avvio dell’iter istituzionale finalizzato all’eventuale stipula di un apposito accordo di programma, di cui all’articolo 19 della LR 7/2000, in grado di definire le effettive modalità di esecuzione e finanziamento del progetto di cui trattasi”;

LETTA la deliberazione n. 764 del 27 maggio 2022 con la quale la Giunta regionale ha riconosciuto il rilevante interesse regionale alla promozione di un accordo di programma ai sensi e per gli effetti del citato art.19 della LR n.7/2000, ai fini dell’attuazione dell’investimento industriale prospettato nei Terreni di Punta sud in comune di San Giorgio di Nogaro;

RICHIAMATO in particolare il comma 3 del citato art.19 della LR 7/2000 ai sensi del quale “Il Presidente della Regione o il Presidente della Provincia o il Sindaco, in relazione alla competenza primaria o prevalente sull’opera o sugli interventi o sui programmi di intervento, promuovono la stipulazione dell’accordo di programma, anche su richiesta dei soggetti interessati alla partecipazione al medesimo”;

DATO ATTO che in data 10 giugno 2022, a seguito di apposita convocazione da parte del direttore centrale attività produttive e turismo, si è svolta, presso la sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia di via Cecilia Sabbadini in Udine, la conferenza di cui al citato art.19, comma 4, della L.R. 7/2000, finalizzata a verificare l’opportunità e la volontà di stipulare un accordo di programma, recante l’iter per la realizzazione degli interventi di interesse pubblico regionale e di infrastrutturazione industriale, capacità logistica e implementazione dell’accessibilità al Porto di San Giorgio di Nogaro, propedeutici al sopra descritto investimento produttivo di carattere siderurgico nei terreni di Punta sud della zona industriale dell’Aussa-Corno, in Comune di S. Giorgio di Nogaro;

VISTO che nella delibera di Giunta 0Regionale n. 1005 dell’8 luglio 2022 approvata all’unanimità su proposta dell’Assessore regionale alle attività produttive e turismo, di concerto con l’Assessore regionale alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile si riporta che è stata appurata in sede di conferenza la concorde volontà delle Amministrazioni intervenute di procedere alla definizione dei contenuti e, primariamente, degli impegni da assumere pro quota nell’ambito dell’accordo di programma, unitamente all’assenso del Comune di Marano Lagunare, assunto al prot. n. PROTUR-GEN-2022-18726-A di data 10.06.2022;

APPRESO che il Consiglio Comunale di Marano Lagunare lo scorso 12 maggio nel principio del rispetto della leale collaborazione istituzionale e della trasparenza, stante il ruolo di soggetto deputato a sottoscrivere l’accordo di programma ha deliberato di chiedere all’Amministrazione Regionale, la rettifica di quanto riportato nella Deliberazione di Giunta Regionale 8 luglio 2022, n. 1005, limitatamente alla parte in grassetto “Appurata in sede di conferenza la concorde volontà delle Amministrazioni intervenute di procedere alla definizione dei contenuti e, primariamente, degli impegni da assumere pro quota nell’ambito dell’accordo di programma, unitamente all’assenso del Comune di Marano Lagunare, assunto al prot. n. PROTUR-GEN-2022-18726-A di data 10.06.2022”;

LETTO che a detta del Consiglio Comunale di Marano Lagunare tale rettifica si rende necessaria in quanto ciò non risulterebbe conforme a quanto comunicato dal Comune di Marano Lagunare al prot. 4052 del 10/06/2022, non sostanziandosi detta nota in alcun assenso del Comune di Marano Lagunare;

CONSIDERATO che con il medesimo ordine del giorno il Comune ha altresì deliberato di chiedere la rettifica di ogni ulteriore atto/provvedimento/istanza o documento, discendente o conseguente ad un tanto, che riportasse quanto sopra, stante la non corrispondenza e conformità a quanto espresso con la nota del Comune di Marano Lagunare;

RICORDATO che con la Delibera n. 1005 del 2022 è stato approvato lo schema di Accordo Quadro tra la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Università degli Studi di Trieste e l’Universita’ degli Studi di Udine per la realizzazione dello studio di tutela ambientale propedeutico al progetto integrato di infrastrutturazione industriale, capacità logistica e implementazione dell’accessibilità al porto di San Giorgio di Nogaro, successivamente sottoscritto dalle parti in data 1 agosto 2022;

VISTO che successivamente la collaborazione con i due Atenei è stata resa operativa, nel novembre, 2022 tramite appositi attuativi di tipo operativo con valore economico per contributi di ricerca (art. 15 L. 241/1990), tra cui due accordi di collaborazione per attività di ricerca, supporto scientifico e metodologico, per la cui copertura è stato impegnato l’importo di euro 300.000,00 e si è dato corso a prime liquidazioni per i preliminari studi morfologici, ambientali e tecnici effettuati dagli atenei;

APPRESO che la regione ha affidato incarichi e servizi riconducibili al nuovo insediamento previsto nell’area produttiva di San Giorgio di Nogaro almeno per euro 339.054,16 , tra cui:

– con il Decreto n° 1250/PROTUR del 05/07/2022, un incarico per lo svolgimento dell’ “Attività propedeutica alla progettazione e Studio di fattibilità dell’intervento di insediamento produttivo previsto, nella zona Aussa Corno punta Sud in comune di San Giorgio di Nogaro” per un valore di euro 131.315,16, IVA ed oneri di legge esclusi;
– con il Decreto n° 21747/GRFVG del 11/11/2022 un Servizio per l’esecuzione di sondaggi e carotaggi atti al prelievo di sedimenti per la successiva analisi di laboratorio per la progettazione del nuovo insediamento produttivo a San Giorgio di Nogaro, per un valore di euro 25.600,00 oltre ad IVA ed oneri previdenziali di legge;
– con il Decreto n° 22311/GRFVG del 15/11/2022, un incarico per l’esecuzione di analisi necessarie ad ottenere la classificazione chimica, fisica, microbiologica ed ecotossicologica dei sedimenti oggetto di dragaggio per la progettazione del nuovo insediamento produttivo a San Giorgio di Nogaro, per un valore di euro 19.739,00, (iva ed oneri previdenziali esclusi);
– con il Decreto n° 23519/GRFVG del 18/11/2022, un Incarico professionale per servizi ingegneristici a supporto dell’adeguamento degli strumenti urbanistici generali e attuativi ai fini dell’Accordo di Programma per il nuovo insediamento produttivo nell’area di Punta Sud in Comune di San Giorgio di Nogaro, per un valore di euro 51.200,00, (iva ed oneri previdenziali esclusi);
– con il Decreto n° 31212/GRFVG del 19/12/2022, un incarico per il servizio “Studio trasportistico per la valutazione degli effetti sulla rete stradale e ferroviaria dei flussi del traffico, riconducibili al nuovo insediamento previsto nell’area produttiva di San Giorgio di Nogaro”, per un valore di euro 79.200,00 (iva ed oneri previdenziali esclusi);
– con il Decreto n° 31901/GRFVG del 23/12/2022, un Incarico per uno “Studio e relativa indagine sotto il profilo economico, sociale e territoriale per le aree coinvolte dalle progettualità di sviluppo del tessuto economico-produttivo per il nuovo insediamento produttivo nell’area di Punta Sud in Comune di San Giorgio di Nogaro”, per il valore di euro 32.000,00 Iva ed oneri di legge esclusi.

RICORDATO infine che al 27 dicembre 2022 nel Capitolo 13567 del Bilancio Finanziario Gestionale Regionale risultavano impegnate risorse per euro 548.048,14 per l’anno 2022 e ad oggi risultano impegnate risorse per euro 417.863,70 per l’anno 2023;

Tutto ciò premesso

ai sensi dell’articolo 145 ter del Regolamento interno del Consiglio regionale della Regione Friuli
Venezia Giulia, censura l’operato fin qui adottato da parte dell’Assessore Bini, di concerto con l’Assessore regionale alla difesa dell’ambiente Scoccimarro, per aver proposto una delibera, che è stata votata all’unanimità dalla Giunta, e conteneva una informazione che, a detta del Consiglio Comunale di Marano Lagunare, non risulterebbe corrispondente e conforme a quanto comunicato dall’amministrazione comunale.

Rosaria Capozzi (M5S)
Serena Pellegrino (AVS)
Furio Honsell (OPEN FVG)

TRASPORTI. CAPOZZI (M5S): REGIONE TUTELI SICUREZZA OPERATORI E UTENTI

“Le aggressioni agli operatori del trasporto pubblico sono un fenomeno preoccupante e dobbiamo evitare una inutile quanto pericolosa escalation”. Lo sostiene la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi, che auspica l’intervento della Giunta Fedriga.

“Il fenomeno è tornato agli onori delle cronache in questi giorni, ma – ricorda la pentastellata – il problema è stato più volte sollevato nella passata legislatura dal nostro Movimento. Non ci siamo limitati a chiedere più telecamere e strumenti per attivare al più presto i soccorsi senza mettere a repentaglio la sicurezza degli operatori, ma abbiamo chiesto anche la circolazione gratuita sugli autobus delle forze dell’ordine, tutte, così come avviene sui nostri treni”.

“Le aggressioni, per lo più verbali, spesso e volentieri sono causate da problemi di viabilità, che causano ritardi e dalla conseguente insofferenza dei clienti verso un servizio non ottimale, hanno visto l’apice quando saltavano le corse e queste non venivano segnalate, ma la causa era la cronica carenza di personale. Vi è un dovere morale di tutela nei confronti di chi eroga un servizio. Aggressioni simili – prosegue la Presidente Capozzi – si stanno moltiplicando anche nei nostri Ospedali. C’è quindi un problema culturale, per cui è necessario partire dalle scuole e spiegare ai giovani la cultura del rispetto di chi lavora, così come quella del rispetto del mezzo pubblico che non va danneggiato”.

“Per questo chiederò un incontro con il sindaco De Toni per quanto riguarda l’azienda di Udine ma auspichiamo che il nuovo Assessore Regionale Amirante comprenda le problematiche e ascolti noi e i sindacati. Già in assestamento -conclude Capozzi – ci attendiamo una norma è uno stanziamento per andare incontro alle esigenze di sicurezza del personale e dei clienti del nostro trasporto pubblico”.

CAPOZZI (M5S): “Bini si difende su tutto tranne che sull’Acciaieria”

“Difendere l’indifendibile è sempre complicato ma uno sforzo l’Assessore poteva farlo e invece, in una lunga intervista rilasciata ai media locali dopo la conferenza stampa delle opposizioni che chiedono a gran voce le sue dimissioni, Bini non ha detto una sola parola sulla vicenda lagunare”. A sottolineare la mancanza dell’Assessore Bini è la consigliera regionale Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle prima firmataria di una mozione di censura sottoscritta dai colleghi Pellegrino (AVS) e Honsell (Open FVG).

“Capiamo l’imbarazzo dell’Assessore, anche perché una sua difesa sulle delibere che hanno dato il via libera a spese quasi milionarie per l’insediamento dell’acciaieria in Aussa Corno equivarrebbe ad un attacco pesante del Sindaco Popesso di Marano”.

“Il Consiglio Comunale Maranese ha infatti votato all’unanimità un ordine del giorno con cui si chiede alla Regione la rettifica di quanto riportato in una delibera proposta da Bini, di concerto con l’Assessore all’Ambiente Scoccimarro, che non sarebbe corrispondente e conforme a quanto espresso dall’amministrazione lagunare. Sarà interessante vedere cosa dice su questo.

Capozzi (M5S): “A rischio la partecipazione di molte associazioni nei servizi dedicate ai detenuti, Riccardi non ascolta nemmeno il Garante”.

“Abbiamo depositato una interrogazione a risposta immediata per capire se ci potesse essere da parte della Giunta Regionale un ripensamento su un importante bando aperto dedicato alla gestione di servizi per i detenuti delle nostre case circondariali e in scadenza a breve, cui molte associazioni e società del territorio faranno fatica a partecipare”. La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi ha portato in aula una questione molto delicata sulla spinta di una lettera aperta inviata dal Garante dei detenuti del Comune di Udine dr. Corleone a Giunta e Consiglio.

“Purtroppo, la lettera scritta dal dr. Corleone non ha ancora ricevuto riscontro da parte dell’Assessore a cui abbiamo dato la possibilità di esprimersi sulla vicenda – ribadisce la Presidente del Gruppo Misto – ma in aula Riccardi si è limitato a difendere l’operato dei tecnici e l’impegno profuso, da noi peraltro mai messo in discussione”.

“Riccardi si è limitato a ricordare tutte le persone che sono state coinvolte per redigere il bando, ma non si è posto il problema che se non coinvolge chi è direttamente chiamato a tutelare i detenuti, forse qualcosa di sbagliato c’è. Non ci resta che sperare che il bando così come formulato possa garantire a queste persone i migliori servizi, ma rimaniamo convinti che altre modalità adottate anche ad esempio in Piemonte, sarebbero stati sicuramente più efficaci. Apprezziamo tuttavia una parziale apertura verso le istanze espresse, vista la volontà dell’assessore Riccardi di confrontarsi sul tema anche con il garante dei detenuti di Udine”.

Capozzi (M5S): “Bini inizia ad avere tante cose da chiarire, lo faccia in aula”.

“Non è la prima volta che l’assessore Bini viene contestato, per questioni controverse e da chiarire con riferimento ad atti pubblici. E questo è forse l’elemento più grave di tutta questa vicenda”. La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi interviene sulle polemiche che vedono al centro l’assessore regionale alle attività produttive.

“Abbiamo concordato la sottoscrizione della mozione di censura all’assessore Bini, sia per dare modo alla Giunta di spiegare come siano andati i fatti, sia per capire davvero se quanto contestato sia fondato o davvero si tratti di diffamazioni e persecuzioni”.

“In questi giorni abbiamo letto che l’assessore avrebbe sottoscritto in un atto notarile di essere dottore, ma non risulta dai curriculum depositati in Regione. A quanto si legge – continua la Presidente del Gruppo Misto – ha dichiarato di aver comprato gli immobili da Banca Mediocredito FVG grazie alla mediazione di un’agenzia immobiliare di Trieste, ma questa sui giornali nega di esser stata coinvolta nella vicenda. Infine, pochi giorni fa l’intero consiglio comunale di Marano Lagunare ha deliberato che, contrariamente a quanto riportato nelle delibere votate dalla Giunta Fedriga su proposta dell’assessore Bini, il Comune non ha dato alcun assenso a procedere alla definizione dei contenuti e degli impegni da assumere nell’ambito
dell’accordo di programma per l’insediamento dell’acciaieria in Aussa Corno, che tanto fa discutere tutta la bassa friulana”.

“Per questi motivi riteniamo necessario un confronto in aula per chiarire tutte le questioni. Anche perché – conclude Capozzi – su tutti gli altri aspetti già sollevati in passato su Bini e la sua società, non è mai stata data alcuna risposta da questa Giunta”.

Capozzi (M5S): “Mozione per istituire una Sottocommissione sul Pnrr in Regione”.

“Il PNRR è un argomento centrale in questi giorni, l’Italia ha un’occasione imperdibile grazie al Governo Conte 2 che non può essere persa, e anche la nostra Regione deve fare la sua parte”. A dirlo è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi, prima firmataria della Mozione sottoscritta da tutti i colleghi dell’opposizione, presentata per costituire una sottocommissione in Consiglio Regionale sul PNRR.

“Crediamo sia corretto che i consiglieri regionali, dopo aver partecipato al tavolo della terza ripartenza, individuando gli obiettivi fondamentali da perseguire, siano messi al corrente su quanto stia avvenendo e sulle intenzioni della Giunta – continua Capozzi – visto che ogni giorno sui giornali, la stessa, propone cambiamenti e modifiche, rendendo incomprensibile la concreta fattibilità a tre anni dal termine”.

“I ritardi e i dubbi con cui si stanno affrontando le questioni inerenti gli appalti del PNRR, dimostrano come il nostro Paese fosse completamente impreparato – ribadisce la Presidente del Gruppo Misto – nella nostra Regione non è andata in maniera diversa, si è preferito richiedere soldi per progetti molto discussi, rispolverati dagli armadi e di cui nessuno aveva mai parlato, come l’ovovia di Trieste, piuttosto che utilizzare risorse per opere attese e richieste dal territorio da anni”.

“Siamo tutti intenzionati a una proficua collaborazione affinché le risorse assegnate al Friuli Venezia Giulia – conclude la consigliera del Movimento 5 Stelle – siano effettivamente spese per ridurre le emissioni e la dipendenza dalle fonti fossili, ma anche per sistemare aspetti sociali e sanitari importanti, senza per questo costruire cattedrali nel deserto che saranno di difficile gestione in mancanza del personale dedicato. Altrimenti si perpetuerà il solito progetto, con grandi strutture e infrastrutture pagate dal pubblico e gestite dai privati”.

Capozzi (M5S): “Chiediamo alla Giunta di migliorare la circolarità dei crediti incagliati dei Bonus Edilizi”.

“Sono passati tre mesi dall’approvazione unanime da parte del Consiglio Regionale, della norma che autorizzava la Giunta Fedriga a promuovere ogni iniziativa, necessaria, anche attraverso enti e società strumentali regionali, per migliorare le condizioni di circolarità dei crediti fiscali; intendiamo chiedere agli assessori Zilli e Bini, cosa sia stato fatto e cosa stiano facendo per risolvere i problemi di molti cittadini”. Ad annunciare il deposito di un’interpellanza in Consiglio Regionale è la Consigliera Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle.

“La legge regionale ha passato il vaglio del Consigli dei Ministri nella seduta straordinaria del 1° maggio scorso e il Governo ha deciso di non impugnarla. Sebbene – ricorda l’attuale Presidente dl Gruppo Misto – dal 11 aprile sia subentrato il Decreto Meloni contenente misure urgenti in materia di cessione dei crediti, con il quale è stato stabilito che le pubbliche amministrazioni individuate come tali dall’Istat non possono essere cessionari dei crediti di imposta, tuttavia in Regione molti enti e molte aziende a partecipazione pubblica non rientrano tra queste e quindi potrebbero fare la loro parte”.

“In ogni caso, la norma votata in Consiglio autorizza la Regione a promuovere ogni iniziativa – conclude Capozzi -, pertanto chiediamo quali azioni siano state intraprese, soprattutto dopo la decisione del governo di non impugnare la norma, o cosa si intenda fare per affrontare una situazione che diventa ogni giorno più drammatica per le famiglie e le imprese coinvolte”.

Capozzi (M5S): “Sui rapporti tra pubblico e privato in Sanità vogliamo vederci chiaro”

“Il M5S vuole vederci chiaro”. È il commento della Consigliera Regionale Rosaria Capozzi sulla costante privatizzazione della sanità in Regione e su quanto sta accadendo anche al pronto soccorso di Latisana.

“Già i punti di primo intervento son stati aperti appaltando ad aziende private, ormai la pratica coinvolge anche i pronto soccorso. Benvenga coprire servizi fondamentali per il pubblico – continua la Presidente del Gruppo Misto – ma farlo pagando società private per avere a disposizione personale che era già nel servizio sanitario regionale ci lascia per lo meno perplessi”

“Per questi motivi e per chiarire anche i finanziamenti ottenuti dalle società che lavorano nei nostri ospedali – conclude la Consigliera Capozzi – presenteremo un’interrogazione in Consiglio Regionale, anche se ormai la strategia di dichiarare la crisi in sanità pubblica, soprattutto sul fronte del personale, al solo scopo di aprire le porte ai privati, è sotto gli occhi di tutti”

Capozzi – Maiorino: “Atenei Fvg negano il patrocinio al Pride, noi indignati!”

Le Università di Udine e Trieste non concedono il patrocinio al Pride organizzato in Friuli Venezia Giulia. Una decisione – sottolineano in una nota la senatrice Alessandra Maiorino e la consigliera regionale del Fvg Rosaria Capozzi del M5s, portando l’attenzione sul caso – su cui “esprimiamo tutta la nostra indignazione e disappunto”.

“Dopo tanti anni – aggiungono – le università della regione non hanno concesso il loro patrocinio alla manifestazione che anche quest’anno intende tenere alta l’attenzione sulle discriminazioni ancora troppo presenti nelle nostre comunità. Peraltro, proprio mercoledì, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, al Senato si è votata una mozione unitaria con cui si impegna il governo a mobilitarsi per la depenalizzazione dell’omosessualità là dove essa è trattata come un reato (71 Paesi nel mondo), mentre il ministero dell’Istruzione in una circolare invitava le istituzioni, il personale scolastico e i giovani ad una riflessione sui valori costituzionali di uguaglianza, pari dignità e libertà individuali. Esattamente quello che vogliono fare manifestazioni come il Pride Fvg”.

Secondo le esponenti del M5s, “negare il patrocinio alla più grande manifestazione per i diritti delle persone Lgbti del Fvg significa rinnegarne il valore e ignorare anche le raccomandazioni del capo dello Stato, che pure ha trovato parole di condanna per l’odio omotransfobico ancora presente nel nostro Paese. Ci chiediamo se la ministra dell’Università sia a conoscenza della decisione dell’ateneo e cosa ne pensi”.

Capozzi (M5S): “Sull’Antimafia Giallo risolto, relazione depositata dopo un paio d’ore”

“Dopo un paio d’ore dal deposito della nostra interrogazione la relazione dell’Osservatorio Antimafia Regionale è stata trasmessa a tutti i consiglieri regionali”. A darne notizia è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi che con un atto chiedeva i motivi della ritardata divulgazione della relazione.

“Dire che si trattava di un attacco all’Osservatorio, è forviante e demagogico, probabilmente qualcuno non conosce o dimentica che l’Osservatorio è stato istituito grazie al Movimento5s, motivo per cui, nell’interrogazione, abbiamo ribadito l’importanza dello stesso, ricordando quelle che sono le parole del Ministero degli Interni sul suo ruolo. Quello che non abbiamo compreso – sostiene la Presidente del Gruppo Misto – è come mai una relazione, che è stata redatta e trasmessa alla struttura del Consiglio nei termini, non sia stata inviata ai consiglieri. Per ora l’unica risposta fuori luogo è arrivata dal collega Di Bert che ha cercato di minimizzare quanto accaduto ricordando che ci sono state le elezioni di mezzo e il Consiglio di fatto non ha lavorato dal 24 febbraio in poi”.

“Peccato che i consiglieri regionali della XII legislatura, come il collega, siano rimasti in carica fino al 26 aprile, giorno dell’ insediamento del nuovo consiglio percependo per due mesi l’intero stipendio. Pertanto, la relazione poteva e doveva esser inviata – conclude Capozzi – non a caso con un Consiglio non ancora a regime mancando le Commissioni permanenti la relazione è stata trasmessa un paio d’ore dal deposito della nostra interrogazione”.

Capozzi (M5S): Che fine ha fatto la relazione dell’Osservatorio Antimafia Regionale?

“Siamo perplessi, perché la relazione annuale dell’Osservatorio Antimafia Regionale sulle attività svolta nei dodici mesi precedenti non è stata ancora inoltrata ai consiglieri regionali, motivo per cui abbiamo depositato un’interrogazione per chiedere alla Giunta se è stata prodotta”. A dirlo è Rosaria Capozzi consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle che ha annunciato il deposito di un atto al sindacato ispettivo per sapere a che punto sono le attività dell’Osservatorio Regionale Antimafia.

“Come ricordato nella nostra interrogazione l’Osservatorio è riconosciuto anche a livello nazionale e dal Governo quale importante strumento di contrasto e prevenzione dei fenomeni mafiosi nella nostra Regione. Ogni anno entro il 21 marzo, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, ai sensi della Legge Regionale Antimafia – ricorda Capozzi – voluta dal Movimento 5 Stelle, l’Osservatorio deve inviare al Consiglio alla Giunta un documento con la sintesi delle attività svolta nel corso dell’anno”.

“Non essendo stata pubblicata per quest’anno ed essendo stata sempre puntualissima negli anni precedenti, abbiamo depositato un’interrogazione, nelle nostre intenzioni non vi è un sollecito implicito all’Osservatorio, che siamo sicuri abbia preparato per tempo i propri atti – ne è sicura l’esponente pentastellata -quanto per capire perché gli stessi non siano stati inviati o se vi sia un ritardo rispetto alla pubblicazione. Non vorremmo che le elezioni regionali che si sono tenute una decina di giorni dopo la data di scadenza prefissata, abbiano rallentato le operazioni. In ogni caso le urne sono chiuse da un pezzo e riteniamo sia doveroso rendere pubblica la relazione”.

“In un momento storico, in cui circolano ingenti risorse sul nostro territorio messe a disposizione anche dal PNRR – conclude la consigliera Capozzi – ed avendo letto, che una delle gare di appalto milionarie del Next Generation EU per le opere da realizzare nel Porto Vecchio di Trieste, rischia di subire pesanti ritardi perché una delle società aggiudicatrici non avrebbe superato i controlli antimafia, la Regione deve lavora con tutti i mezzi a disposizione per prevenire ogni possibile infiltrazione mafiosa sul nostro territorio. Lo stesso Ministro dell’interno riconosce nell’Osservatorio Regionale uno dei più importanti strumenti a nostra disposizione”.

Capozzi (M5S): “Soliti Privilegi. I vitalizi aumentano i salari no”.

“Per ragioni di equità sociale, in un momento storico, in cui i cittadini lottano contro il caro vita, contro l’aumento dei mutui, non si può legare l’aumento dell’assegno vitalizio all’indice ISTAT, senza porvi un tetto”. A dirlo è la Consigliera Regionale del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi, che ha depositato una proposta di legge regionale per porre un tetto agli aumenti dei vitalizi riconosciuti agli ex consiglieri regionali e loro aventi diritto.

“Se la rivalutazione Istat negli anni non ha inciso più di tanto su tali assegni, negli ultimi mesi ha raggiunto percentuali considerevoli – precisa l’esponente pentastellata – che mi hanno spinta a intervenire, annunciando nel mio discorso sulle linee programmatiche rappresentate dal presidente Fedriga, di voler depositare una proposta di legge finalizzata per quest’anno, alla riduzione dei vitalizi e a rivedere il metodo di rivalutazione, prevedendo una soglia massima per il prossimo triennio. Una misura simile è già stata approvata in Toscana e la loro legge regionale non è stata impugnata dal Governo Meloni”.

“È un dovere politico intervenire rispetto a un privilegio di pochi, i quali – ricorda Capozzi – nel giro di pochi mesi gli ex consiglieri regionali si sono visti aumentare la propria quota di assegno mensile dell’8,1% e se il Consiglio Regionale non intervenisse, si vedrebbero aumentare ulteriormente il proprio vitalizio, ottenendo così nel giro di 12 mesi incrementi superiori al 15% rispetto a quanto percepito fino al gennaio di quest’anno”.

“Anche Banca d’Italia ha dovuto ammettere nel suo ultimo Bollettino Economico – conclude la presidente del Gruppo Misto in Regione – che in questo periodo nonostante i margini di profitto delle imprese siano aumentati lievemente, le retribuzioni non manifestano nel complesso segnali di decisa accelerazione, da qui la nostra idea di intervenire secondo equità. Va ricordato anche che le pensioni calcolate con il sistema contributivo non superano l’ultima retribuzione percepita, qui invece alcuni assegni sono abbondantemente più ingenti delle indennità riconosciute ai consiglieri regionali. Motivo ulteriore per porre un freno al meccanismo di aumenti”.

Capozzi – Sergo M5S: “Adesso tutti i Comuni seguano Marano Lagunare.

“Accogliamo con soddisfazione la votazione unanime dell’ordine del giorno del Comune di Marano Lagunare che dimostra come non serva un referendum locale per dire no a progetti che devasterebbero per sempre un ambiente per di più oggetto di protezioni internazionali “.

A dirlo sono la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Rosaria Capozzi e il coordinatore territoriale del Movimento Cristian Sergo, dopo il consiglio comunale di Marano.

“L’auspicio è che tutti gli altri Comuni ratifichino anche loro il documento approvato contenente un importante passaggio che – continua la Presidente del Gruppo Misto – riprende i concetti da me espressi giovedì in aula sull’impossibilità di approfondire il Fiume Corno oltre i 7,5 metri, come prevedono le misure di conservazione del piano di gestione della Laguna”.

Adesso la partita non può considerarsi conclusa anche se, senza il voto del Comune di Marano, non si potrà firmare alcun accordo di programma.

“Sono serviti 12 mesi agli amministratori, aiutati da importanti avvocati, per giungere alle stesse conclusioni cui era giunto il MoVimento 5 Stelle piu di un anno fa, quando – ricorda l’ex consigliere regionale Sergo – ci siamo trovati di fronte la scelta se votare a favore o contro l’emendamento presentato dall’assessore Bini. Avendo cognizione delle zone citate nella norma, il nostro voto è stato da subito contrario ad ogni ipotesi di asfaltare quella che deve essere un’area verde”.

“Adesso però non ci fermiamo e non ci limiteremo alle interrogazioni che abbiamo già presentato senza avere mai risposte – ribadisce Capozzi – ma andremo oltre chiedendo la revoca degli emendamenti con cui son stati stanziati i primi 20 di 90 milioni di euro per asfaltare la Punta Sud”.

“Infine, chiederemo a chi di dovere, anche in Parlamento e in Europa, come sia stato possibile spendere quasi un milione di euro – concludono gli esponenti del Movimento 5 stelle – per progettare opere che contrastano con la tutela dell’ambiente, per favorire insediamenti privati”.

Primo Intervento della Consigliera Regionale Rosaria Capozzi

Presidente, ci saremmo aspettati un discorso più ampio e dettagliato e non solo alcuni annunci abbastanza scontati, per realizzare cose che avrebbe potuto e dovuto fare nei suoi primi cinque anni, delineando, in questo modo, un Governo che appare in continuità con il precedente, cosa che emerge sia dalla descrizione del programma per i prossimi 5 anni, sia dalla scelta degli assessori nominati.

Non ci piace questa continuità, che denuncia una mancata presa d’atto, da parte sua, di quello che non ha funzionato.

Pensiamo soprattutto alla gestione fallimentare della Sanità.

La prima responsabilità su questo tema, da parte di chi governa, è di ascoltare gli operatori nel processo di cambiamento, che dovrebbe tendere verso il rinforzo della sanità territoriale, anziché concretizzarsi con i tagli di servizi e l’esternalizzazione di interi settori al privato convenzionato, o addirittura al privato puro, visto che proprio a causa dei lunghi tempi di attesa per accedere alle prestazioni, sempre più cittadini sono costretti a optare per questa scelta.

Non possono esistere cittadini di serie A e di serie B, e per superare questo dualismo la Sanità deve rimanere saldamente nella mani pubbliche, solo in questo modo si eviterà di mettere in serio pericolo la tenuta del sistema salute del FVG nel lungo periodo. Lo vogliamo dire chiaramente: non siamo contrari alla collaborazione con il privato convenzionato, ma bisogna partire dal pubblico, abbandonato in questi anni, motivo non ultimo per cui gli operatori se ne sono andati dal SSR verso il pubblico di altre regioni o verso il privato.

Quanto alle liste di attesa, i tempi che i nostri cittadini dovrebbero osservare sono peggiorati pesantemente, durante l’amministrazione Fedriga, già prima della pandemia. Lei continua a ricordare la fuga verso il privato accreditato di altre regioni, ma perché non dice che in FVG non sono mai stati attivati in maniera efficace ed omogenea i cosiddetti “percorsi di tutele”, che consentirebbero ai cittadini di non dover andare fuori regione ma di rivolgersi al privato del FVG, pagando solamente il ticket, nel caso in cui il SSR non riuscisse a rispettare le tempistiche di priorità stabilita dal medico per visite ed esami.

Altro nodo è l’organizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza regionale: i tecnici, già nel 2019, vi avevano detto che il modello della Centrale unica, inserita per di più in un’azienda non sanitaria, non andava bene e proponevano di riattivare d centrali, ma avete preferito mantenere un modello fallimentare

Noi, come sempre, lavoreremo per il bene dei cittadini con atteggiamento responsabile. Molte delle nostre proposte che avete ripreso lo testimoniano: dal fondo per i truffati delle cooperative, allo sport bonus, passando per il trasporto agevolato per studenti e anziani.

Anche sui temi ambientali ed energetici sono state fatte in questi anni scelte miopi e sbagliate, ad es. bocciando le proposte del M5S, proposte che puntavano a promuovere le comunità energetiche, a contrastare la povertà energetica, a realizzare città verdi e resilienti, a combattere lo spreco alimentare e farmacologico, a tutelare la biodiversità, a promuovere urgentemente un piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Lei ha citato la preoccupante crisi industriale, ma si è dimenticato di dire, riferendosi alla chiusura dell’area a caldo della Ferriera, che il merito della riconversione di quell’area con un’attività meno impattante e con lo sviluppo della portualità, come anche i 100 milioni ottenuti per la riconversione, non è solo di questa amministrazione ma anche dell’allora ministro Stefano Patuanelli.

Concordiamo con lei che questa legislatura sarà decisiva, in quanto rappresenta l’orizzonte attuativo del PNRR, ma non concordiamo sulle scelte che l’amministrazione regionale e alcuni comuni stanno portando avanti: pensiamo a opere impattanti come l’Ovovia di Trieste.

A proposito di PNRR permettetemi una divagazione che non nasconde la mia amarezza a seguito della votazione che c’è stata all’europarlamento che apre all’utilizzo di queste risorse per spese militari, con voto di tutti i gruppi politici eccetto il m5s.

Sono cinque anni che la Giunta Fedriga parla di regionalizzare la scuola, ma a tutt’oggi, sulla regionalizzazione della scuola non è mai stato depositato alcun documento che indichi il perché ed in che modo la Regione Friuli Venezia Giulia possa avocare a sé le funzioni dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Noi non siamo quelli del no a prescindere ma valutiamo di volta in volta cosa votare, ma anche su questo tema non accetteremo che si creino cittadini di serie a e b.

Presidente, nel suo discorso ha parlato di enti territoriali intermedi e non di un mero ritorno delle province: in qualsiasi modo si vogliano definire i futuri enti intermedi o di area vasta: l’importante non è come vorrete chiamarli, ma quali funzioni svolgeranno, perché, oltre a far sedere qualcuno, nessuno l’ha ancora capito.

Presidente, lei accenna al fatto che siamo la seconda regione in Italia per export pro-capite, cosa che può apparire lusinghiera, mail dato è dovuto alla provincia di Gorizia e dalle esportazioni di Fincantieri, società balzate alle cronache per la questione del caporalato nei cantieri, su cui lei non ha detto nulla.

Si vanta un Pil in crescita, ma chi ne sta beneficiando? Si è mai chiesto come mai le persone a rischio povertà in questa regione siano aumentate dal 10,1% del 2013 al 10,9% del 2021?

Grazie al reddito di cittadinanza, nonostante la pandemia, la povertà relativa della nostra regione è scesa dal 7,9 al 6,7%, mentre i nostri cittadini combattono con l’inflazione e il caro mutui, il governo nazionale taglia il reddito di cittadinanza e in questa regione i vitalizi agli ex consiglieri sono già aumentati dell’8% e se non interveniamo aumenteranno quasi del 10% anche il prossimo anno e sarebbe scandaloso.

Lei parla di salvaguardia ambientale, di decarbonizzazione, peccato che i fatti dimostrino l’esatto contrario. Vedasi: incentivazione di fonti fossili, cementificazione di aree verdi, escavi di canali oltre le misure di conservazione previste in aree protette come la Laguna, riduzione di riserve naturali, gare motociclistiche in ambienti protetti, insediamento di campi fotovoltaici a terra, che non hanno nulla a che vedere con gli impianti agrovoltaici. E questi sono solo alcuni esempi di quanto fatto da voi in questi 5 anni: uno su tutti i 90 milioni di euro che siete pronti a spendere per industrializzare un’area che era stata comprata dal pubblico per essere rinaturalizzata.

Non servono studi ulteriori, le misure di conservazione dicono che la profondità dell’asta lagunare tra la Foce del Fiume Corno e il mar Adriatico (Porto Buso) non può esser superiore a 7,5 metri.

A proposito di siccità e dissalazione delle acque marine. Presidente, lei lo sa che i 150 mila euro da lei citati e approvati con l’ultimo Assestamento di Bilancio, non solo non sono mai stati utilizzati per avviare uno studio di fattibilità, ma sono stati tolti pochi mesi dopo? Inoltre, le sue volontà contrastano con la Commissione Tecnica di Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, che raccomanda di “disincentivare metodi di produzione di acqua dolce, anche per uso irriguo, che prevedano un dispendio energetico, ad esempio attraverso la dissalazione dell’acqua di mare”.

Se vogliamo pensare realisticamente ad un risparmio dell’acqua dovremmo impedire l’uso di acqua potabile per i processi produttivi, o l’innevamento artificiale delle piste da sci.

Sulle infrastrutture avremo modo di confrontarci, anche perché sarebbe il caso che da parte Vostra ci fosse chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini,  spiegando che in Friuli non c’è mai stato un progetto per avere l’alta velocità dei treni a 350 km/h, anche il progetto da 7,5 miliardi è stato bocciato due volte dalla Commissione Tecnica VIA del Ministero,  nel 2005 e nel 2016.

Ma basterebbe ricordare anche, che nemmeno uno dei progetti presentati al Consiglio Regionale nel 2020 da RFI è mai stato approvato. L’ultima bocciatura al progetto del nuovo ponte sull’Isonzo l’ha data la sua giunta regionale, progetto del quale Voi, e non altri, avete evidenziato le carenze, le dimenticanze e i rischi dal punto di vista ambientale. Ma intanto i cittadini pagano progetti che non vengono mai realizzati.

Sull’emergenza energetica non è stato detto molto, forse perché ci sono ancora più di 86 enti pubblici che ancora attendono i milioni di euro promessi, per poter realizzare impianti fotovoltaici. Immagino che sia stata una mera dimenticanza dovuta alla necessità di fare sintesi, per parlare più di cinecittà che dei veri problemi della regione.

Ha poi parlato di denatalità, ricordando di aver abbattuto le rette degli asili nido e prevedendo il miglioramento delle liste d’attesa, ma chi ha figli da dover inserire in un nido si rende ben presto conto che l’attuale sistema, da lei decantato, non consente di coprire le richieste: oggi, inserire un bimbo in un nido è un’impresa ardua, che va pianificata anni prima; si parla di politiche per consentire alle donne di conciliare famiglia e lavoro, ma le regole che disciplinano l’abbattimento delle rette hanno portato anche chi sta a casa a usufruire di un servizio vitale per chi lavora, visto che tiene conto dei soli criteri della residenza e dell’occupazione da 12 mesi; una donna, se ottiene un lavoro oggi, si troverà di fronte alla scelta di lavorare o dovervi rinunciare per l’impossibilità di organizzarsi.

Nella passata legislatura, abbiamo presentato più volte proposte per incentivare le assunzioni degli over 50, proposte che sono state sempre bocciate: fa piacere constatare il suo ripensamento.

Giusto ricordare quello che è stato fatto per l’abbattimento Irap (solo per alcuni imprenditori), ma per gli altri vogliamo prenderci un qualche impegno? Vogliamo provare ad abbattere l’Irap almeno per le aziende virtuose, attente allo sviluppo sostenibile, quello vero e non solo di facciata.

Lei vuole, inoltre, abbassare le tasse ai possessori di seconda casa: tagliare le tasse va sempre bene, ma aiutare chi è già proprietario di due case, magari affittate a terzi senza nemmeno contratti agevolati, non è un bell’esempio di regione che vuole stare vicina agli ultimi, ma è un esempio di regione che vuole perseguire le battaglie ideologiche del governo nazionale, che sta facendo, apertamente, la guerra ai poveri.

 

Il programma di coalizione, con Moretuzzo Presidente

Nel mezzo delle grandi crisi: ambientale, economica e sociale, non dobbiamo temere il cambiamento, ma l’immobilismo. Siamo una regione ricca di valori, di diversità, di comunità e territori che affondano le proprie radici in storie importanti. È tempo di sciogliere le contraddizioni del Novecento superandone i confini ormai sterili: la modernità si trova al di là di una competizione globale senza regole, che troppe volte non tiene conto dell’interconnessione tra salute, ambiente e lavoro, che non mette a bilancio le ingiustizie e le diseguaglianze in grado di compromettere la tenuta economica e sociale del sistema. Vogliamo una regione accogliente: per chi arriva per lavoro o per necessità e per chi ci vive e non vuole esser costretto a partire. Lo spopolamento non è un fenomeno naturale, ma conseguenza di scelte sbagliate. Il turismo è una risorsa eccezionale, ma non se predatorio e incompatibile con l’ambiente. La sicurezza è un valore quando nutre la cura delle persone e del territorio. Possiamo ancora immaginare il nostro futuro se sapremo cercarlo laddove è sempre stato: nella nostra stessa terra.

LA SALUTE PRIMA DI TUTTO

Code interminabili per visite urgenti, personale medico e ospedaliero allo stremo, macchinari obsoleti, pronto soccorsi affollati, eccesso di mortalità tra i peggiori d’Italia a seguito del Covid-19, crescita dell’offerta privata a scapito della efficienza delle strutture pubbliche; la sanità regionale va completamente risanata.

Investire davvero nella sanità territoriale, riconoscere i giusti incentivi al personale, affrontare la carenza di medici di base, potenziare la prevenzione, sviluppare la telemedicina, nominare ai vertici delle aziende sanitarie i professionisti migliori.

L’AMBIENTE SIAMO NOI

Non abbiamo altra terra che quella in cui viviamo. Eppure consumiamo suolo, disperdiamo acqua nonostante la siccità imminente, tolleriamo nuove opere inutili ed impattanti, non ci preoccupiamo dell’aria inquinata, dei fiumi in secca e degli incendi estivi. Non possiamo più perdere tempo.

Istituire un tavolo permanente per l’emergenza ambientale, rendere subito operativo un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, finanziare investimenti per diminuire le perdite di acqua potabile, incentivare il riutilizzo di acque depurate per industrie e abitazioni.

FARE ECONOMIE, CREARE LAVORO

Basta con inutili contributi a pioggia: milioni di euro per nuovi impianti sciistici a bassa quota, rimborsi insufficienti alle imprese per i costi energetici, incentivi sulle fonti rinnovabili erogati in modo inefficiente e a favore di pochi, mancanza di una seria programmazione della spesa pubblica. Servono scelte coraggiose.

Destinare almeno il 3% del PIL regionale alla ricerca, favorire l’economia circolare e la crescita delle professionalità necessarie alla transizione ecologica; responsabilità sociale d’impresa e stop al lavoro precario, portare l’occupazione femminile al 70% e ridurre la disoccupazione dei giovani che non studiano né lavorano sotto il 10%.

SPECIALI PER STATUTO

L’autonomia statutaria è una risorsa straordinaria per salvaguardare non solo i nostri patrimoni culturali, storici e linguistici, ma un metodo di governo all’avanguardia che ci permette di fare prima e meglio dello Stato centrale, valorizzando le specialità del nostro territorio e accorciando la distanza tra rappresentanti e cittadini:

Rilanciare la vocazione internazionale, lo sviluppo della portualità, la resilienza delle terre alte, una manifattura capace di competere sul mercato globale, una formazione scolastica inclusiva e integrata, un pluralismo culturale e linguistico che ci rende unici.

SCARICA, STAMPA E DIFFONDI IL VOLANTINO

Ecco i decreti con cui Fedriga spende i nostri soldi per l’Acciaieria di San Giorgio

“Sono datati tra il 9 novembre e il 19 dicembre 2022 cinque documenti scaricabili da https://bit.ly/AcciaieriaSanGiorgio che, nonostante formali richieste di accesso agli atti, la Direzione Attività Produttive non ha mai fornito”. Li rendono noti il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, e la candidata alle elezioni regionali nella lista M5S di Udine, Loredana Pozzatello. “Ancora più grave è che, nella risposta dell’assessore Bini a una nostra interrogazione a febbraio, con cui chiedevamo come fossero stati spesi circa 800 mila euro per l’acciaieria fino a febbraio 2023, di questi decreti non c’era traccia”.

“La mancata trasparenza sta esasperando i cittadini della Bassa friulana e le rassicurazioni del presidente Fedriga, secondo il quale non c’è un progetto sul tavolo della Regione, continuano a essere in contraddizione con le azioni della Giunta, che dimostrano come un’idea di cosa si insedierà in Aussa Corno evidentemente c’è – aggiungono Sergo e Pozzatello -. Non sono accettabili le giustificazioni di chi sostiene che studi e opere saranno utili a tutte le aziende, basta leggere i titoli dei decreti per capirlo. Quello che doveva diventare un polmone verde si trasformerebbe da qui a pochi anni nell’ennesima industria della ZIAC”.

“I decreti in nostro possesso partono dal 5 luglio 2022, con l’affidamento alla stessa ditta che ha preso consulenze milionarie per la costruzione del Mose di Venezia della ‘Attività propedeutica alla progettazione e Studio di fattibilità dell’intervento di insediamento produttivo previsto, nella zona Aussa Corno punta Sud in comune di San Giorgio di Nogaro’, per complessivi 166 mila euro, un mese prima che entrasse in vigore la norma che ha stanziato 20 milioni per questi interventi – spiegano gli esponenti M5S -. E per la prima volta si conoscono anche le cifre stanziate: dai 9 milioni di euro per i dragaggi ai 39 milioni per i piazzali, dai 9 milioni per la costruzione della nuova banchina ai 3 milioni per il nuovo raccordo con la strada provinciale 80. Ecco che, con imposte e spese accessorie, si scoprono come verranno spesi i 90 milioni di euro di cui si è parlato in questi mesi. Per questo decreto nel gennaio 2023 la Regione indica l’utilizzo di fondi del PNRR per la sua copertura”.

“Il 9 novembre 2022 è stato perfezionato ‘l’incarico all’esecuzione di analisi necessarie ad ottenere la classificazione chimica, fisica, microbiologica ed ecotossicologica dei sedimenti oggetto di dragaggio per la progettazione del nuovo insediamento produttivo a San Giorgio di Nogaro’ per 24 mila euro – continuano Sergo e Pozzatello -. Due giorni dopo ecco il decreto per affidare ad un’altra ditta ‘l’esecuzione di sondaggi e carotaggi atti al prelievo di sedimenti per la successiva analisi di laboratorio per la progettazione del nuovo insediamento produttivo a San Giorgio di Nogaro’ per 32 mila euro. Una settimana dopo è stato firmato ‘l’incarico professionale per servizi ingegneristici a supporto dell’adeguamento degli strumenti urbanistici generali e attuativi ai fini dell’Accordo di Programma per il nuovo insediamento produttivo nell’area di Punta Sud in Comune di San Giorgio di Nogaro’ per 65 mila euro. A questi si aggiunge ‘l’incarico di verifica preventiva dell’interesse archeologico e sorveglianza archeologica in corso d’opera nell’area interessata al nuovo insediamento produttivo di San Giorgio di Nogaro’ per un valore di 45 mila euro. Infine, il 19 dicembre, è stato affidato uno ‘Studio trasportistico per valutare gli effetti sulla rete stradale e ferroviaria dei flussi del traffico riconducibili allo sviluppo dell’area produttiva di San Giorgio di Nogaro’ per 96 mila euro”.

“Questi i primi decreti per circa 430 mila euro, a cui dovrebbero aggiungersene altri per complessivi 850 mila, ma di cui non si ha traccia, se non dei 300 mila euro garantiti alle Università di Udine e Trieste per lo studio di tutela ambientale propedeutico al progetto di infrastrutturazione industriale, capacità logistica e implementazione dell’accessibilità al porto di San Giorgio di Nogaro. Attendiamo che internet ci dia al più presto le risposte, visto che l’assessorato non si è degnato di farlo nemmeno in Consiglio regionale, per capire come si stiano spendendo anche queste ulteriori risorse. Al momento sappiamo solo per chi si stanno spendendo, ovvero per il nuovo insediamento a San Giorgio di Nogaro, non certo per tutte le imprese del territorio come Fedriga e Bini vogliono lasciare intendere. La cosa paradossale – concludono i pentastellati – è leggere sui media locali, a pagamento, che probabilmente tutto questo potrebbe essere inutile perché i proponenti hanno opzionato anche altri due siti dove far nascere la nuova acciaieria, uno in Italia e uno all’estero. Rimane da chiedersi chi pagherà tutti questi studi se San Giorgio di Nogaro, come auspicano i cittadini della Bassa, non sarà il sito prescelto”.

Soppressione passaggi a livello, RFI avanti nonostante opposizione sindaci

“Rimaniamo basiti dalla notizia che RFI abbia non solo già redatto il progetto definitivo, ma anche avviato il procedimento che porterà all’esproprio e/o asservimento delle aree occorrenti per realizzare le opere necessarie a eliminare quattro passaggi a livello in provincia di Udine sulla tra Venezia e Trieste. Un passaggio però che passa sulla testa dei sindaci”. Lo affermano il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, e la candidata alle prossime elezioni regionali nella lista M5S di Udine, Loredana Pozzatello. “I Comuni interessati sono quelli di Cervignano, Torviscosa e San Giorgio di Nogaro”.

“Sopprimere i passaggi a livello è fondamentale per superare criticità legate alla sicurezza di chi li deve attraversare ma anche per la velocizzazione della ferrovia che collega i due capoluoghi di Regione. Quello che non ci spieghiamo – continuano Sergo e Pozzatello – è come sia stato possibile passare dalle proteste dei sindaci di Torviscosa e San Giorgio di Nogaro, manifestate probabilmente solo a mezzo stampa, alla stesura del progetto definitivo con tanto di individuazione di proprietari e mappali senza che siano state date notizie circa un ventilato incontro tra RFI e amministrazioni locali che doveva tenersi lo scorso dicembre”.

“Lo scorso autunno i sindaci di San Giorgio e Torviscosa avevano contestato il progetto e rassicurato che ci sarebbe stato un confronto con RFI per presentare possibili soluzioni alternative a quelle impattanti progettate a Roma – ricordano gli esponenti pentastellati -. Ricordiamo che tre passaggi a livello verrebbero superati grazie a dei sottovia ciclopedonali, mentre per il quarto, quello più discusso, è rimasta la previsione di un nuovo cavalcaferrovia che, snodandosi a sud della linea ferroviaria da via Arrodola, scavalca la linea ferroviaria, ma anche alcune abitazioni, per riconnettersi a nord della stessa alla S.S.14 mediante apposita rotatoria. La Regione al momento ha dichiarato che le opere progettate non hanno impatti ambientali significativi, per cui non si procederà alla loro valutazione con le procedure di partecipazione pubblica. Nulla dice l’attuale assessore ai Trasporti, nonché presidente della Regione, Massimiliano Fedriga”.

“I proprietari dei trentasei terreni presenti nel lungo elenco redatto da RFI tra i Comuni di San Giorgio di Nogaro, Torviscosa e Cervignano, ma anche ogni altro cittadino o ente interessato possono presentare le proprie osservazioni via raccomandata o via pec entro il 17 aprile prossimo – concludono -. Queste devono esser tenute in considerazione prima dell’approvazione del progetto definitivo e della conseguente dichiarazione di pubblica utilità, per cui invitiamo tutti a partecipare”.

Immigrazione, fototrappole sono soltanto specchietti per le allodole

“Più che di fototrappole, si tratta di specchi per le allodole. A conferma che la sola risposta che sa dare il centrodestra è la propaganda”. Così il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale commenta l’installazione delle fotocamere sui boschi del Carso, iniziativa spot da campagna elettorale dell’assessore Roberti per contrastare gli ingressi dalla rotta balcanica. “La destra ha vinto in questi anni promettendo il blocco navale, muri e la linea dura contro i ‘clandestini’: le solite balle a cui hanno fatto seguito, da quando è al governo, un aumento degli ingressi irregolari e nessuna soluzione concreta per migliorare la gestione dell’immigrazione”.

“È dall’inizio della legislatura regionale nel 2018 – ricorda il M5S – che sentiamo parlare di ‘misure urgenti in tema di sicurezza sul confine nazionale’ quando, con l’approvazione a larga maggioranza di una mozione, si impegnava la Giunta (Fedriga e Roberti in primis) ad attivarsi presso il Ministero dell’Interno, dove all’epoca c’era Salvini, per creare una rete di video sorveglianza che copra la totalità dei valichi delle ex province di Trieste, Gorizia e Udine fornendo alla Polizia di Frontiera un congruo numero di telecamere mobili”.

“Nulla è stato fatto in questi anni, ma a pochi giorni dal voto per le elezioni regionali si riempiono le pagine dei giornali con la solita vuota propaganda. – conclude il Gruppo pentastellato -. I veri problemi sono la crisi umanitaria che ci attraversa, con esseri umani lasciati dormire per strada all’addiaccio, la necessità di velocizzare i trasferimenti dei richiedenti asilo per sgravare i territori, gli organici e gli spazi carenti per la Polizia di Frontiera: questioni che a cui non si dà risposta, preferendo gli annunci e gli interventi spot per pura convenienza elettorale”.

Stop ad autorizzazioni per nuovi allevamenti intensivi

Il Movimento 5 Stelle mette sotto la lente di ingrandimento uno studio di impatto ambientale di un allevamento suinicolo a Montereale Valcellina (PN), che accende una luce sul triste mondo degli animali rinchiusi, costretti a vivere in un metro quadrato. “Lev Tolstoj diceva: ‘Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani’, ma forse basterebbe vedere un allevamento intensivo” commentano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo e Mauro Capozzella, insieme al candidato per le prossime elezioni regionale nella lista pentastellata di Trieste, Cristian Bacci.

Il documento in questione è uno studio per l’ampiamento di una delle tante aziende agricole della pedemontana pordenonese, terre dove i campi di foraggio per il bestiame e gli allevamenti si susseguono a perdita d’occhio. I dati parlano da soli: 4180 i maiali che in un anno saranno allevati per essere uccisi ogni anno nell’azienda agricola. Saranno consumati dai suini ben 2.657 tonnellate di alimenti, utilizzati 7.971 metri cubi di acqua e prodotti 11.242 metri cubi di deiezioni. L’ammoniaca dispersa in aria prodotta dai reflui ammonta a 13.818 kg/anno, 14.436 i kg di metano, 1.893 kg di protossido di azoto: tutti gas fortemente clima alteranti. “In tempi di crisi idrica, emergenza climatica e di una peste suina che ci viene costantemente paventata, di una diversa attenzione alla biodiversità e di tutela degli animali introdotta nella Costituzione – aggiungono i pentastellati -, in Friuli Venezia Giulia si va in controtendenza e assistiamo all’ennesima domanda di un capannone per allevamento intensivo in una regione già colma di allevamenti di ogni genere. Si continua ad impattare sull’ambiente, senza un minimo di attenzione a ciò che ci sta capitando attorno”.

“Gli animali sono costretti a vivere tutta la loro misera vita su un grigliato, senza mai toccare un filo d’erba. Il 3% degli animali è già calcolato che morirà per debilitazione o caldo nell’allevamento, prima di esser spedito al macello. L’unico giorno che gli animali vedranno la luce del sole sarà per essere caricati sul camion che li porterà all’incontro con il coltello che porrà fine alle loro sofferenze – sottolineano gli esponenti M5S -. Sono oltre 40 milioni gli animali costretti a subire questa crudeltà in Italia, mentre l’opinione pubblica si schiera sempre di più verso gli animali. L’Iniziativa europea End the Cage Age (fine delle gabbie) si è conclusa con un risultato storico, la petizione ha raccolto oltre 1 milione e mezzo di firme certificate dalla commissione europea, rendendo di fatto questa una delle più grandi mobilitazioni popolari a favore degli animali negli allevamenti”.

“A livello regionale possiamo migliorare le linee guida regionali della ristorazione nelle mense – spiega il candidato Bacci -. Dobbiamo avere un’attenzione particolare alle mense scolastiche, dove la scelta di cosa mettere nel piatto ha un potente fattore educativo per le nuove generazioni: mangiare il più possibile vegetale, per essere più sensibili verso gli animali e più rispettosi dell’ambiente”.

Fico – Marchiol: “Salvini pensa al Ponte sullo stretto mentre stazione di Udine è inaccessibile”

“Da anni lamentiamo la situazione in cui versa la Stazione di Udine che non permette alle persone con disabilità di prendere un treno in totale autonomia”. Lo hanno dichiarato l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, e il candidato sindaco di Udine, Ivano Marchiol, durante la giornata udinese dell’esponente del MoVimento 5 Stelle. “Come al solito, anche in questi giorni e in particolare dal ministro Salvini abbiamo ascoltato propaganda e promesse, soldi che verranno spesi per progetti di opere che non verranno mai realizzate, ma ai bisogni dei cittadini non ci pensa mai nessuno”.

“A Udine da 4 anni abbiamo due ascensori che dovrebbero permettere l’accesso a tutti i passeggeri ai binari, ma devono essere ancora collaudati” hanno rimarcato Fico e Marchiol, accompagnati dal consigliere regionale M5S Cristian Sergo e dai candidati pentastellati della circoscrizione di Udine alle prossime elezioni regionali. “La cosa che RFI non dice è che anche se entrassero in funzione rimarrebbero comunque inaccessibili altri 4 binari. Stessa sorte sembrano avere anche i bagni pubblici, chiusi da un anno e mezzo e che dovevano essere pronti a luglio 2022. I passeggeri attendono e subiscono l’ennesimo disagio e disservizio”.

“In una stazione di Udine dove ormai arrivano due Frecce di Trenitalia e due Italo Treno – hanno concluso -, invece di pensare a opere miliardari come Ponti o Gallerie sul Carso ci si dovrebbe porre il problema di rendere un servizio ai cittadini di Udine degno di una città che si vuole definire civile”.