giovedì, 13 Febbraio 2025
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Invece di attaccare il Reddito di cittadinanza, Roberti attacchi sé stesso

“L’assessore Roberti prende spunto dal caso di un percettore del Reddito di cittadinanza arrestato per detenzione di stupefacenti per attaccare strumentalmente la misura. L’assessore come al solito dimentica varie cose ed è bene che ogni tanto gliele ricordiamo”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian.

“Il tutto è avvenuto nello stesso giorno in cui la città di Trieste di cui è stato assessore comunale finisce sulle cronache, nere, di tutti i giornali per essere, secondo le statistiche pubblicate sul Il Sole 24 ore, il Comune in cui vengono denunciati più stupri, tentati omicidi e lesioni dolose (pro capite), ma anche sul podio per sfruttamento della prostituzione e percosse e, come se non bastasse, nella top ten per furti di motocicli, rapine nei negozi, estorsioni, truffe e frodi informatiche, stupefacenti, spaccio e altri delitti non meglio classificati” sottolinea l’esponente M5S.

“Ma Roberti si indigna per uno spacciatore arrestato e percettore del Reddito di cittadinanza, invece di elogiare le forze dell’ordine e chi fa i dovuti controlli, senza girarsi dall’altra parte, grazie ad una legge che glielo impone e che fa sì che chi viene colto a delinquere non ne usufruisca più – continua Sergo -. E a coloro che, in particolare dai banchi della Lega, scoprono l’acqua calda dicendo che il Reddito non va dato ai criminali, chiediamo come siano in grado di stabilire prima se uno è un delinquente o meno, così evitiamo di dare loro anche i vari bonus regionali tra cui i 60 milioni di euro per lo sconto benzina, che potrebbero usare per andare in giro a delinquere, come accaduto ieri a Palmanova. Oltre il danno, la beffa”.

“La cosa politicamente ridicola è che, anche per scovare i furbetti del reddito – ricorda il consigliere -, abbiamo presentato un ordine del giorno accolto dallo stesso Roberti due anni fa, con cui impegnavamo la Giunta Fedriga a individuare idonei strumenti per agevolare i Comuni a istituire i PUC (Progetti utili alla collettività), premiando quelli che li avessero approvati entro il 1 marzo 2021”.

“Ci vuole poco a capire che nulla è stato fatto da Roberti e colleghi in questi anni per onorare l’impegno assunto e lo dicono i risultati. In Friuli Venezia Giulia – conclude Sergo -, solamente 18 Comuni hanno attivato i PUC su 215 e Pordenone, ente in cui è stato arrestato lo spacciatore ieri, è casualmente uno di questi 18. Ma, come ricordato da Beppe Grillo proprio ieri, è stato più comodo per il centrodestra boicottare la legge nazionale per potere sfruttare chi è in difficoltà come carne da cannone per fare la guerra ai poveri”.

Buoni pasto in sanità, ritorno a sistema farraginoso e vessatorio

“Niente più buoni pasto per i dipendenti di ASUGI, dal 1° ottobre si è tornati all’antico, con il farraginoso e vessatorio sistema dei rimborsi attraverso la presentazione degli scontrini”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Attraverso una comunicazione inviata dall’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina ai dipendenti che lavorano in una sede sprovvista di mensa, è stata resa nota la scadenza della sperimentazione dei buoni pasto elettronici – spiega l’esponente M5S -. Un sistema in uso ormai stabilmente, ad esempio, per i dipendenti della Regione”.

“Chi lavora in ASUGI e non ha una mensa a portata di mano, invece, si torna all’antiquato metodo che prevede la presentazione degli scontrini, che deve essere stampato rigorosamente nella ‘finestra’ della pausa pranzo, e con annessi moduli cartacei riepilogativi mensili, acquisibili dal Self Service del Dipendente (SSD) e da inviare all’Ufficio Stipendi firmati dal dipendente e dal responsabile. Un sistema disincentivante – rimarca Ussai – che porta spesso i lavoratori a rinunciare al rimborso, che peraltro è di 5,16 euro a pasto contro i 7 euro per ogni ‘buono’ dei dipendenti regionali”.

“Già nel 2013, in un ordine del giorno accolto dall’allora Giunta, avevamo chiesto, tra le altre istanze, di ‘promuovere l’omogeneità del trattamento riconosciuto ai dipendenti del settore Sanità in sede di assegnazione di buoni pasto o di rimborso dei servizi sostitutivi della mensa’ – ricorda il consigliere pentastellato -. Anche questo concorre a valorizzare il personale e a rendere attrattivo il sistema sanitario regionale per i lavoratori”.

Su rotta balcanica solita vuota propaganda della Lega

“La campagna elettorale per le politiche si è conclusa, ma la Lega continua la consueta propaganda sul tema dei migranti”. Lo afferma il Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle, in risposta alle dichiarazioni del consigliere regionale leghista, Diego Bernardis.

“L’esponente della Lega auspica il ritorno di Matteo Salvini al Ministero dell’Interno, ma evidentemente dimentica che il suo leader al Viminale c’è già stato, senza che ciò riducesse gli ingressi in Italia attraverso la cosiddetta rotta balcanica” dichiarano i portavoce pentastellati.

“Nell’ottobre del 2018, quindi con Salvini ministro, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia votò all’unanimità una mozione della Lega che chiedeva di attivarsi proprio nei confronti del Ministero dell’Interno per attivare una rete di videosorveglianza alle frontiere, per creare una sala operativa interforze e pattuglie transnazionali con Slovenia e Croazia e per giungere a nuovi accordi con le stesse Repubbliche per il controllo della rotta balcanica” rammenta il Gruppo M5S.

“Chissà se chi parla dell’impegno di Salvini in questo senso, ricorda che quella mozione rimase lettera morta – conclude la nota del MoVimento 5 Stelle -. Mentre noi siamo andati a toccare con mano la situazione nei centri di accoglienza, al CARA e alla Cavarzerani, la destra-centro non fa altro che proporre le solite chiacchiere propagandistiche, dopo avere già dimostrato sul campo di non saper affrontare davvero la questione”.

Case di riposo, emergenza carenza di personale penalizza l’assistenza

Quali azioni intende mettere in campo l’amministrazione regionale per fare fronte alla carenza di personale nelle case di riposo e migliorare la sua formazione? A seguito di diverse segnalazioni su criticità nell’assistenza delle persone anziane, lo chiede attraverso un’interrogazione il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Parliamo di una carenza ormai cronica, che si è aggravata con e dopo il Covid, rappresentando una vera e propria emergenza: manca infatti la disponibilità di infermieri, OSS e fisioterapisti, considerato che molti scelgono le strutture pubbliche o preferiscono licenziarsi e andare a lavorare da liberi professionisti o all’estero – sottolinea l’esponente M5S -. Riceviamo continuamente segnalazioni da familiari degli ospiti delle case di riposo che lamentano criticità nell’assistenza dei loro cari, con un peggioramento della salute delle persone accudite e un aumento dei ricoveri ospedalieri. Tanto più dopo le limitazioni di tempo e frequenza delle visite dei familiari, che spesso sopperiscono alle carenze lamentate, ad esempio, nell’igiene degli ospiti”.

“La risposta non può essere quella di turni aggiuntivi dei professionisti pagati dal sistema sanitario pubblico, ma sono necessarie apposite convenzioni, in attesa delle decisioni nazionali sulla possibilità di eliminare il vincolo di esclusività per il personale dipendente” aggiunge Ussai, che rimarca anche come “la previsione che consente l’utilizzo in deroga di personale sanitario extracomunitario, con procedure semplificate di riconoscimento dei titoli, ponga inoltre un problema di verifica delle competenze degli operatori che andrebbero adeguatamente formati”.

“Situazioni che gravano sulle famiglie, costrette anche a fare fronte alle rette in aumento, a causa dei costi crescenti che le case di riposo devono sostenere – conclude il consigliere pentastellato -. Per questo chiediamo all’assessore Riccardi di dare conto in aula di queste criticità e di illustrare le eventuali misure che la Giunta intende applicare a tutela della salute degli anziani”.

Depurazione acque, Scoccimarro non vuole vedere alcun problema

“Abbiamo dato all’assessore Scoccimarro l’ennesima opportunità di dire pubblicamente se in Friuli Venezia Giulia esiste o meno un problema legato agli impianti di depurazione delle acque. Ma, anche in questo caso, l’occasione è stata sprecata”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la bocciatura della sua mozione che chiedeva uniformità nelle autorizzazioni degli impianti di depurazione acque a livello regionale.

“Abbiamo voluto porre una questione importante e stringente, posto che la nostra è, insieme alla Sicilia, l’unica regione italiana interessata a tutte e quattro le procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea nei confronti del nostro Paese in questo ambito – ricorda Sergo -. La nostra mozione poneva anche l’accento sulla disomogeneità nel rilascio delle autorizzazioni a seconda dei territori che secondo noi deriva dalle passate gestioni provinciali, ma anche questo è stato bocciato”.

“Ma per risolvere un problema, occorre essere consapevoli di averlo, e l’assessore ha chiaramente dimostrato di non voler nemmeno affrontare la questione – conclude l’esponente pentastellato -. Ma poi abbiamo, da una parte, le analisi di Arpa non conformi ai limiti di legge e, dall’altra, ci troviamo a chiederci perché ci sia l’escherichia coli nelle nostre acque o nei nostri molluschi o da dove venga”.

Inceneritore a San Vito, Regione brancola nel buio o finge di farlo

“Sull’ipotesi di inceneritore nella zona industriale Ponte Rosso a San Vito al Tagliamento, l’assessore Scoccimarro brancola nel buio o finge di farlo”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Mauro Capozzella, dopo la risposta a una sua interrogazione in materia.

“Fa specie sapere che l’assessore apprende dalla stampa di progetti per realizzare un cosiddetto termovalizzatore nella zona – continua l’esponente M5S -. Un impianto fortemente voluto da Confindustria, che anche a livello nazionale ha sostenuto chi promuove il nucleare e gli inceneritori, spacciando questa per soluzione al problema energetico di famiglie e imprese, ben sapendo che così non è”.

“Secondo i fautori dell’impianto, i costi per il conferimento all’estero del CSS (combustibile solido secondario) che viene bruciato negli inceneritorI, ammonterebbero a 5-6 milioni di euro, anche se mai nel dibattito vengono indicati i costi di gestione dei residui da combustione – aggiunge Capozzella -. A oggi, l’amministrazione non sa nemmeno se chi sbandiera l’idea brucerà rifiuti urbani o speciali, nè la loro quantità: elementi essenziali per capire anche la provenienza dei rifiuti da bruciare”.

“Attraverso l’interrogazione, volevamo conoscere l’orientamento dell’amministrazione regionale sull’ipotesi in campo – conclude il capogruppo pentastellato -. L’ennesimo tavolo aperto, annunciato dall’assessore, ci fa soltanto intuire che c’è la disponibilità a valutare dove e quando realizzare l’inceneritore, al di là del fatto che oggi non c’è un progetto presentato, senza conoscere chi lo dovrà realizzare visto che numerosi soggetti si sono dimostrati disponibili a fare affari bruciando rifiuti. Ma la Regione, ancora una volta, pare intenzionata a subire decisioni altrui, recitando un ruolo da mera comparsa”.

Riunione regionale del Movimento 5 Stelle

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Appuntamento a domenica 2 ottobre, dalle 9.00 alle 12.30 a Cussignacco (Ud), nella Sala Bocciofila sita in Via Padova 20, per la riunione regionale degli iscritti al MoVimento 5 Stelle in Friuli Venezia Giulia.

A una settimana dal voto nazionale, è importante ritrovarci per condividere le nostre impressioni sulla campagna elettorale, oltre che per programmare il lavoro futuro in vista delle Elezioni regionali e amministrative del 2023: è il momento della ripartenza e l’apporto di ognuno di noi è fondamentale per poterla affrontare al meglio.

A presto!

Il coordinatore per il Friuli Venezia Giulia – Luca Sut

Proficuo incontro con CONAPO FVG

Il deputato M5S Luca Sut e la consigliera regionale Ilaria Dal Zovo hanno incontrato ieri a Gradisca d’Isonzo i segretari regionale e provinciale di Gorizia del CONAPO, Damjan Nacini e Claudio Ughi. L’incontro è stato un nuovo momento di confronto tra il Sindacato Autonomo dei Vigili del Fuoco e gli eletti pentastellati, da tempo impegnati sul fronte dell’accoglimento delle loro istanze che sono state affrontate a più riprese, sul piano nazionale, dal M5S. L’ultima Legislatura è stata infatti segnata da risultati importanti per i VVF, raggiunti grazie all’impegno fattivo del Sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia.

“L’attenzione verso le richieste del Corpo dei Vigili del Fuoco era già iniziata con il Governo Conte II. Abbiamo prima aumentato le risorse finanziarie per le retribuzioni, battendoci affinchè si arrivasse alla loro equiparazione rispetto agli stipendi delle Forze dell’Ordine. Questo lavoro di valorizzazione si è poi ulteriormente concretizzato con il rinnovo del contratto nazionale, che ha previsto un aumento medio degli stipendi pari a 117 euro lordi mensili – afferma Sut, Vicepresidente del Gruppo M5S alla Camera e Coordinatore regionale FVG, che aggiunge: “Sono orgoglioso degli avanzamenti realizzati per i nostri Vigili del fuoco, la cui opera ha un valore sociale che non serve sottolineare. Sappiamo però altrettanto bene – prosegue – quanto i loro problemi vadano anche oltre l’aspetto economico. A partire dalla grave carenza di personale, riscontrata anche in FVG e sulla quale occorre intervenire ancora”.

“Nella nostra regione l’organico è ancora sottodimensionato di 200 unità – ricorda la consigliera regionale Dal Zovo. “Si lamenta inoltre una carenza di personale qualificato che interessa anche il Nucleo nautico e i sommozzatori di Trieste. Mancano mezzi come le autoscale, mentre permane il nodo del Distaccamento permanente di Cividale del Friuli che, come denunciato dalle forze sindacali, resta ad oggi privo di risposte adeguate. Continua inoltre ad esserci riferito il problema del servizio antincendio boschivo affidato al Corpo forestale.

In chiusura, Sut e Dal Zovo dichiarano: “Continuiamo a sostenere con convinzione la causa dei nostri Vigili del fuoco, a cui rinnoviamo il nostro appoggio a partire dal mantenimento del confronto diretto con il CONAPO del FVG”.

Impianto rifiuti Pocenia, Scoccimarro mostra di non conoscere iter

“L’assessore Scoccimarro ci accusa di non capire gli iter autorizzativi, ma lui dimostra di non conoscerli nemmeno, ed è ben più grave dopo quasi cinque anni in Giunta”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo l’esito della procedura di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale regionale per il progetto di impianto di recupero e smaltimento rifiuti a Pocenia.

“Basterebbe che l’assessore consultasse il sito della Regione per vedere che l’esito della procedura è negativo – sottolinea Sergo -. Scoccimarro ci accusa di non sapere nemmeno quale sia il ruolo della politica in queste circostanze, ma dovrebbe rivolgersi al suo collega di partito Barberio, che ha affermato di essersi confrontato con lui, e non con gli uffici che hanno la responsabilità di questi procedimenti, alludendo al fatto che l’assessore avesse un ruolo in tal senso. Ruolo che mai il M5S gli ha riconosciuto”.

“Sarà che noi non capiamo gli iter amministrativi, ma rimane il fatto che siamo sempre dalla parte giusta della barricata, mentre l’assessore non comprende nemmeno i comunicati stampa, in cui non ci intestiamo alcun risultato e dove non diamo per concluso nulla. Semplicemente – conclude l’esponente M5S – ribadiamo che questo passaggio è una prima vittoria per il territorio che, con i cittadini, il Comitato per la difesa del Friuli Rurale e gli enti interessati, ha espresso più volte la propria contrarietà al progetto”.

Parere negativo Regione a impianto rifiuti a Pocenia vittoria per il territorio

“Una prima vittoria per tutti gli amministratori e per tutti i cittadini che hanno potuto partecipare attivamente a questa procedura, anche grazie al nostro intervento che ha reso pubblico quanto stava accadendo a pochi metri dalle loro case”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo il parere negativo della Regione sulla pratica di VIA (Valutazione di impatto ambientale) per il progetto di impianto di recupero e smaltimento rifiuti a Pocenia.

“Siamo soddisfatti perché, evidentemente, quello che per qualcuno era una proposta semplice e utile, tanto semplice non lo è, se ha avuto il parere negativo da parte della Regione, considerate le problematiche evidenziate in particolare in relazione ai potenziali impatti odorigeni, alle emissioni in atmosfera ed alle interferenze con la viabilità interessata dai mezzi dell’impianto. Tutto ciò che abbiamo sostenuto in questi quattro mesi” commenta l’esponente pentastellato.

“Adesso attendiamo di capire se il proponente, considerata anche la contrarietà ribadita dall’amministrazione comunale, vorrà insistere con la realizzazione di questo impianto o se desisterà. Di sicuro – conclude Sergo – se vorrà proseguire, ci troverà contrari anche nella prossima fase autorizzativa”.

Riparte iter per impianto rifiuti a Monfalcone, ma Cisint non aveva risolto tutto?

“Come ci ha informato l’assessore Lorenzo Celic di Duino Aurisina, è ripartito l’iter autorizzativo per la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti, che verrebbe realizzato a Monfalcone, sulla fascia di rispetto del fiume Timavo, a meno di cento metri dalle Terme Romane e a meno di un chilometro dal Villaggio del Pescatore”. Lo rendono noto i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo. “Il progetto non è una novità, ed era già stato oggetto di una procedura analoga, poi ritirata dai proponenti lo scorso 20 maggio, con tanto di esultanza della sindaca Cisint, convinta di aver fatto cambiare idea ai proponenti con la sua posizione contraria”.

“L’unica differenza tra i progetti depositati sta nella quantità di rifiuti trattati, che in quello ritirato era di 185 mila tonnellate all’anno e che ora ammonta a 130 mila tonnellate – spiegano gli esponenti M5S –, con la specifica che la ditta intende ritirare esclusivamente rifiuti non pericolosi, non fermentabili, non putrescibili e non ritirerà rifiuti domestici. Rimane il fatto che, stando al piano di gestione dei rifiuti regionale, ciò comporterebbe l’importazione di altre tonnellate provenienti da fuori regione e altri rifiuti bruciati, oltre a non sapere ancora né la provenienza né la destinazione degli stessi, ovvero dove verranno bruciati una volta trattati sul Timavo”.

“Quando a maggio avevamo sollevato la questione, la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, aveva cercato di prendersi i meriti dello stop all’iter autorizzativo – ricorda il consigliere pentastellato -. Ma, come avevamo dichiarato in quell’occasione, Cisint non aveva e non ha risolto proprio nulla: la ripartenza della procedura per la realizzazione dell’impianto lo dimostra. Qualcosa deve essere andato storto”.

Ferriera, grazie a chi si è battuto contro area a caldo, non a Scoccimarro

“Come al solito, l’assessore Scoccimarro si vuole intestare il merito della chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola. Ma non può essere certo qualche fuoco d’artificio a far dimenticare come sono andate le cose”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Se siamo arrivati a questo punto, vanno ringraziati i cittadini, che si sono battuti per ottenere il risultato, e Stefano Patuanelli, che da ministro dello Sviluppo Economico ha firmato l’accordo di programma per la riconversione” sottolinea l’esponente pentastellato.

“L’atteggiamento di Scoccimarro e del centrodestra è stato soltanto a parole contrario allo stabilimento di Servola, quando nei fatti si è proseguito in continuità con le amministrazioni precedenti, con la concessione di ulteriori proroghe. – ricorda Ussai -. La loro unica ‘azione’, se così possiamo chiamarla, è stata quella di aspettare che la proprietà programmasse il superamento dell’area a caldo per motivazioni economiche”.

“Nel frattempo, l’assessore ha sempre sostenuto che la Ferriera rispettava tutte le prescrizioni, mentre si continuavano a superare i limiti per il rumore e mancava la copertura dei parchi minerali e fossili, che non era possibile aggiornare i valori limite delle polveri e che non erano presenti i limiti massimi per le emissioni acustiche, fino a dichiarare pubblicamente che l’Autorizzazione integrata ambientale era di competenza ministeriale e non regionale, per scaricare le responsabilità – conclude il consigliere M5S -. Falsità che non hanno fermato chi, come il ministro Patuanelli e la cittadinanza, ha lavorato davvero per tutelare l’ambiente e i posti di lavoro, portando a casa un risultato di cui ora Scoccimarro si prende meriti che non ha”.

Su comunità energetiche Lega si intesta meriti di altri

“Ognuno è libero di agire come meglio crede, ma leggere che stamattina, nel comitato ristretto che dovrebbe affrontare il disegno di legge FVGreen, è stato presentato un emendamento di ‘ispirazione leghista’ sulle comunità energetiche è francamente assurdo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, primo firmatario di una proposta di legge proprio per la promozione delle comunità energetiche.

“Abbiamo chiesto di integrare lo scarno quanto inutile disegno di legge della Giunta con le nostre proposte su ambiente ed energia, ma l’assessore Scoccimarro in aula ha detto che la tematica dell’energia non sarebbe entrata a far parte di questo disegno di legge – aggiunge Sergo -. Dopo aver bocciato in aula la nostra proposta sul reddito energetico lo scorso febbraio, non c’è mai stato alcun interesse di calendarizzare la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle sulle comunità energetiche depositata a marzo, dopo i disattesi impegni a promuovere l’unica soluzione al caro bollette riconosciuto da tutti, oggi anche dalla Lega, a quanto pare”.

“Capisco che a dieci giorni dalle elezioni lo sport nazionale della vecchia politica sia intestarsi meriti di altri, non avendo la possibilità di sbandierarne di propri, ma almeno dentro le aule istituzionali un certo contegno e una certa correttezza andrebbe mantenuta – continua il consigliere pentastellato -. Così come andrebbe spiegato ai cittadini perché la norma sulla rottamazione dei motocicli, presentata dal M5S e approvata nel 2018, dopo 4 anni non ha ancora un regolamento attuativo”.

“Se la Lega ha proposte interessanti sul tema delle comunità energetiche regionali e non solo su inceneritori e nucleare, allora discuta la nostra proposta, la modifichi pure a piacimento, forte dei numeri che ancora per pochi mesi avrà in Consiglio regionale, e approvi, una volta tanto, qualcosa di utile per famiglie e aziende – conclude Sergo -. Altrimenti si eviti di perdere tempo e la faccia”.

FVGreen, disinteresse del centrodestra su temi ambientali

“Un disegno di legge inutile, che non guida il Friuli Venezia Giulia verso la transizione ecologica. Altrettanto inutile il comitato ristretto, riunitosi oggi sostanzialmente per certificare che tutto sarà deciso dall’assessore Scoccimarro”. Così la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo la riunione del comitato ristretto, istituito in seno alla IV Commissione, per discutere del ddl FVGreen.

“Il comitato ristretto dovrebbe servire per trovare un punto di incontro tra diverse proposte, oggi invece abbiamo appreso che sarà fatta la volontà dell’assessore. Il centrodestra, tra le altre cose, ha presentato un emendamento per l’istituzione delle comunità energetiche, come se non esistesse una proposta di legge del M5S su questo tema – aggiunge Dal Zovo -. Se questa è la collaborazione che tanto ci viene chiesta, rimaniamo quantomeno basiti…”.

“Servirebbe un lavoro approfondito e multidisciplinare, coinvolgendo tutti gli assessorati, per fare in modo che questo disegno di legge abbia davvero la dignità di chiamarsi FVGreen – continua l’esponente pentastellata -. La nostra volontà è quella di trovare strumenti per affrontare i problemi nella loro complessità. Questo significa occuparsi di mobilità sostenibile, aree verdi, qualità della vita, per fare degli esempi, individuando delle scadenze precise e verificandone puntualmente l’attuazione. Il testo presentato da Scoccimarro, invece, non fa altro che riprendere strategie già esistenti a livello nazionale, prevedendo qualche contributo qua e là”.

“Rimaniamo disponibili a lavorare per fare in modo di avere una legge che davvero parli di transizione ecologica, ma per farlo serve il contributo di tutti, a partire dalla maggioranza. Ma quanto successo oggi, con Fratelli d’Italia e Forza Italia che nemmeno si sono presentati alla riunione del comitato ristretto – conclude Dal Zovo -, lascia a dir poco interdetti sul disinteresse del centrodestra sui temi ambientali, al di là delle vaghe dichiarazioni di intenti per cavalcare l’onda. E l’ennesimo slittamento dei lavori per l’esame del testo lo dimostra”.

Rosolen usa Reddito di cittadinanza per coprire mancanze dei Centri per l’impiego

“Ancora una volta l’assessore Rosolen parla di modifiche al Reddito di cittadinanza come una sorta di paravento per nascondere le carenze degli interventi della Giunta a favore dei Centri per l’impiego”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Mauro Capozzella.

“Nei mesi scorsi abbiamo già dimostrato con i numeri come il Reddito di cittadinanza non sia quel disincentivo al lavoro che alcuni vogliono far credere – continua l’esponente M5S -. Tutto è migliorabile e, se ci sono aspetti su cui intervenire, è giusto farlo, ma l’impianto della misura non deve essere modificato. Le cifre dicono anche che il Reddito ha consentito di trovare lavoro in maniera superiore a quanto mediamente fanno i Centri per l’impiego”.

“Fin dall’inizio della legislatura chiediamo di intervenire per adeguare le sedi dei CPI, per garantire piattaforme informatiche all’altezza, per incrementare il personale e la loro formazione. Nelle scorse settimane anche l’ex presidente della Regione Renzo Tondo, nella cui Giunta la delega al lavoro era proprio affidata ad Alessia Rosolen fino ai litigi interni che hanno portato alla sua rimozione, ha pesantemente attaccato l’efficacia dei Centri per l’impiego – conclude il capogruppo -. Su questi aspetti dovrebbe interrogarsi l’assessore, visto che parliamo di sue competenze dirette”.

Aumenti tariffe tpl, pagano sempre utenti e personale

“Una ricetta lungimirante per sopperire ai prezzi crescenti dei carburanti sarebbe disincentivare l’uso della macchina, abbassando o azzerando per alcune categorie i prezzi del trasporto pubblico. Questa Giunta invece continua a dare contributi per chi ha un SUV o una macchina di lusso e ora aumenta le tariffe dei biglietti del tpl”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo le dichiarazioni dell’assessore Graziano Pizzimenti sui rincari dei biglietti per trasporto pubblico locale e treni.

“La Giunta regionale viene incontro alle aziende del tpl, ritoccando verso l’alto biglietti e abbonamenti. A pagare, in sostanza, sono sempre gli utenti e il personale – aggiunge Sergo -. Altrove invece si guarda avanti, prevedendo il bus gratis per evitare ai cittadini di utilizzare la propria vettura, risparmiando soldi e spreco di fonti fossili”.

“Almeno queste tariffe crescenti servissero a fornire un servizio adeguato. Invece, come abbiamo avuto di dire e ribadire più volte, continuano i problemi con il personale e gli autisti – conclude il consigliere M5S -. C’è solo una cosa che non viene mai a mancare, nonostante gli aumenti, le corse tagliate, il personale non assunto, i contributi statali e regionali riconosciuti alle aziende del tpl: l’utile di bilancio a fine anno”.

Acciaieria Danieli Metinvest, su cosa rassicura Bini?

“L’assessore Bini rassicura tutti quanti convinto che l’acciaieria Danieli Metinvest non inquinerà. Convinto lui, non convinti tutti, tanto meno noi”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “È da più di un mese, da quando cioè il Consiglio regionale, al buio, ha deciso di sostenere con 20 milioni di euro, che come letto sui giornali diventeranno 80, l’urbanizzazione dell’ultima area verde rimasta nell’Aussa Corno, che attendiamo di visionare i progetti, le istanze avanzate dalla ditta, le richieste di lavori proposte, ma abbiamo come il sentore che prima del 25 settembre nulla di tutto ciò verrà reso pubblico”.

“Finora ci è sempre stato detto che non ci sono, e non abbiamo modo di dubitare che non ci siano, carte – continua Sergo -. Ma allora come fa l’assessore Bini a dire che l’acciaieria non inquinerà se non sa cosa verrà realizzato a San Giorgio? Come fa ad attendere un parere delle Università regionali se non sa di quanti metri vogliono dragare i canali? Come fa ad avere in 30 giorni un parere se per l’ultimo studio commissionato alle facoltà ci son voluti quattro anni per approvarlo? Come fa a dire che non ci sarà impatto se sa già che verranno movimentati un milione e 300 mila cubi di sedimenti quando per dragare tutto il Corno a 7,5 metri di profondità ne han scavati meno di 250 mila? Ma, soprattutto, come ha fatto il Consiglio regionale con ampia maggioranza (contrari solo i consiglieri del MoVimento 5 Stelle e il Gruppo Misto), a votare lo stanziamento di 20 milioni di euro sul nulla?”.

“Eppure questa è un’area dove anche chi ha pensato di insediare nella ZIAC le imprese ha messo dei paletti ben precisi su cosa si possa o non possa insediare – sottolinea l’esponente M5S -. Basti pensare al progetto di rinaturalizzazione della Punta Sud che oggi dovrebbe ospitare la Danieli, promotrice dell’investimento, come confermato dal sindaco di Lignano Sabbiadoro in Consiglio comunale, e che non è mai stato realizzato nonostante negli anni ci siano state valutazioni di impatto ambientale, con relative prescrizioni e precisi stanziamenti di fondi per la sua attuazione”.

“Attendiamo di capire come si potrà insediare un laminatoio laddove provincia e regione, con il Presidente della Provincia Fontanini oggi Sindaco di Udine e l’on. Ciriani all’epoca vicepresidente della regione e oggi senatore di Fratelli d’Italia in cerca di bis a Roma, hanno previsto negli anni un campo da calcio, parco verde attrezzato e un’area destinata alle sole marine – conclude Sergo -. Valuteremo come sempre i progetti, convinti come diciamo sempre che ci siano zone adibite a certe attività, altre no”.

Audizione Ordini infermieri tra proposte, aspetti critici e risposte mancanti

“Un’audizione utile per le numerose proposte avanzate, anche se non mancano aspetti preoccupanti e risposte ancora mancanti”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la riunione della III Commissione che ha ascoltato i presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche del Friuli Venezia Giulia. “Momento di confronto importante, anche se parziale rispetto al tema cruciale della carenza degli organici e dell’andamento della spesa per il personale sanitario, su cui abbiamo chiesto già ad ottobre 2021 un’audizione con l’assessore Riccardi e le principali organizzazioni sindacali che, in barba al regolamento, attende ancora di essere calendarizzata”.

“Secondo quanto affermato dai rappresentanti degli Ordini, rispondendo a una nostra specifica richiesta, si stima che oggi in regione manchino almeno 500 infermieri, ma che per applicare il PNRR dovrebbero esserne assunti 1000 nelle Aziende sanitarie – sottolinea l’esponente M5S -. Attendiamo di conoscere con maggiore precisione i dati, chiesti dagli stessi Ordini alle Aziende e alle strutture private, sugli infermieri in servizio e sul turnover”.

“Sono preoccupanti le affermazioni sulla fuga di professionisti verso la sanità privata , che mai aveva raggiunto questi livelli, o addirittura sull’abbandono della professione dopo oltre due anni di pandemia. In questo senso – aggiunge Ussai -, concordiamo con la necessità di rendere più attrattivo il Servizio sanitario regionale attraverso un riconoscimento, anche economico, delle competenze e delle specializzazioni. Occorre inoltre implementare una figura di raccordo con le case di riposo per migliorare la qualità del servizio e i controlli di quanto realmente erogato”.

“Non abbiamo capito la posizione del coordinatore regionale degli Ordini sulla revisione degli standard relativi alle strutture per anziani e sul dibattito legato al Piano dell’emergenza urgenza, senza entrare nel merito delle questioni. Nel frattempo, gli infermieri della SORES sono in stato di agitazione e molti chiedono il trasferimento o si licenziano. Auspichiamo – conclude il consigliere pentastellato – che questa risposta evasiva non sia stato un intervento ‘politico’ di chi, da candidato della Lega alle ultime amministrative a Pordenone, non vuole disturbare il manovratore”.

Legionella a Terme Monfalcone, chiusura dopo due mesi dal rilevamento

“Rimangono le perplessità sulle tempistiche di intervento per quanto concerne la presenza di legionella nelle Terme Romane di Monfalcone a fine 2021”. Lo afferma la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo la risposta dell’assessore Riccardi alla sua interrogazione sul tema.

“L’assessore ha confermato, come già noto dopo un nostro accesso agli atti, che la prima rilevazione di legionella riguarda il prelievo effettuato il 28 ottobre scorso, ma soltanto il 23 dicembre, dopo ulteriori analisi che hanno riscontrato la contaminazione, è stata disposta la sospensione dell’attività sanitaria” spiega Dal Zovo.

“Non è stato invece chiarito perché siano passati quasi due mesi tra il primo rilevamento di legionella e la chiusura della struttura – rimarca l’esponente pentastellata -. In questo lasso di tempo, l’attività sanitaria delle Terme Romane è proseguita, tanto che, come dichiarato dallo stesso assessore, ci sono stati casi di contagio, in un caso purtroppo letale”.

Ennesima riuscitissima manifestazione pubblica in difesa delle fontane

“Non è la prima volta che partecipiamo alle iniziative dei Comitati in difesa delle fontane artesiane della bassa pianura friulana e pordenonese, ma per come agisce la Regione siamo abbastanza sicuri che non sia stata nemmeno l’ultima”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo l’assemblea pubblica tenutasi ieri sera a San Vito al Tagliamento.

“I decreti che Fedriga non ha nemmeno il coraggio di annunciare con una nota stampa, non hanno mai accennato agli sprechi di acqua potabile per usi industriali, ittiogenici, irrigui, turistici e acquedottistici che continuano a essere concessi, nonostante la decretazione d’urgenza – rimarca l’esponente M5S -. Un paradosso tutto friulano: basti pensare che alla Kronospan, che richiede 127.000 mc di acqua l’anno a fronte di un parere dell’Autorità di Bacino di non poterne prelevare più di 1.150 mc, la Regione da poche settimane permette un prelievo di 133.500 mc per i prossimi trent’anni. Il gestore del servizio idrico Livenza Tagliamento Acque ha sempre dichiarato di non aver problemi di depauperamento delle falde nonostante i suoi prelievi forzosi da 1.300 l/s, per rifornire anche piscine, docce e giardini di Bibione, senza alcuna restrizione, ma con perdite dichiarate del 30-40%. Grazie alla Regione, da questa estate potrà approfondire uno dei suoi pozzi di Casarsa passando dagli attuali 80 fino a 190 metri. Così come le aziende ittiogeniche della zona continuano a prelevare fino a 3.000 litri al secondo. Il tutto con canoni irrisori. Ma per la politica la siccità è colpa dei pozzi domestici, di cui ancora non sa il numero”.

“L’ultimo paradosso in ordine di tempo riguarda l’acquedotto duale della Zona di Ponte Rosso, consorzio che dal 2013 ha nei propri piani economico – finanziari la costruzione di quest’opera. All’epoca si preventivava una spesa di 4,8 milioni, poi salita via via negli anni a 7,5 milioni. Oggi, nell’ultimo piano industriale si prevede una spesa di 19 milioni di euro con la speranza di ottenerne 15 con il PNRR, quindi a carico di tutti i cittadini e non solo degli industriali che verranno serviti. Ma la cosa assurda è che, a differenza dei veri acquedotti duali che rimettono in circolo le acque trattate negli impianti industriali della zona, la ZIPR prevede un doppio sistema di rete prelevando l’acqua dalle falde di San Vito: fino a 100 metri di profondità per le acque industriali, fino a 200 metri per quelle più pregiate – aggiunge Sergo -. Un’opera del genere non serve a risparmiare l’acqua che già ora viene prelevata dalla falda, ma solo a fare far profitti ingenti a chi dovrà realizzarla e gestirla”.

“Sull’acqua – conclude il consigliere pentastellato – si continua senza una chiara strada da intraprendere. Decreti contraddittori non servono a tutelare un bene prezioso che deve rimanere pubblico, non soggetto alle speculazioni e garantito per tutti i cittadini, senza sprechi”.