sabato, 22 Febbraio 2025
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Chiarezza su dimissioni assessore a Sesto al Reghena

“Occorre fare luce sulla vicenda delle dimissioni dell’assessore di Sesto al Reghena, Diego Peressutti, dopo le proteste dei cittadini contro il taglio degli alberi di grosso fusto nel cortile della scuola Dante Alighieri, per l’avvio di un cantiere”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Mauro Capozzella.

“Un gesto di grande dignità da parte di Peressutti – continua il portavoce pentastellato -. A memoria non ricordo di un assessore che si dimette per un motivo del genere e per la protesta dei cittadini., del tutto condivisibile. Naturalmente ci dissociamo da ogni degenerazione nel dissenso”.

“L’atteggiamento dell’assessore stride con quello del sindaco Del Zotto, che invece si è dimostrato sordo davanti alle richieste dei cittadini – conclude Capozzella -. Mi impegno a fare chiarezza su questa storia con tutti i mezzi a disposizione, poiché ciò che manca è la ricerca di soluzioni alternative al taglio degli alberi o il raggiungimento di un compromesso insieme ai cittadini, che in tal modo si sentono continuamente esclusi da azioni che invece dimostrano avere un forte impatto”.

Mascherine agli operatori sanitari, non effettuati i test di conformità

“Non ci sono stati i test di conformità sulle mascherine in uso agli operatori sanitari e riportanti la dicitura ‘non medical use’, come previsto dalla mozione votata all’unanimità dall’aula nel novembre 2021”. Lo rimarca il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la risposta dell’assessore Riccardi a una sua interrogazione. “Una situazione che aveva suscitato preoccupazione e rimostranze da parte dei professionisti e dei loro sindacati”.

“La mozione, presentata dal MoVimento 5 Stelle, impegnava la Giunta regionale ‘a dare mandato agli Enti del Servizio Sanitario Regionale di svolgere a campione i test di conformità delle mascherine in giacenza nei propri magazzini e utilizzate dagli operatori sanitari’ – ricorda Ussai -. Ma, secondo quanto affermato dall’assessore, si è preferito non fare luce sulla vicenda, attenzionata anche dalle Procure oltre che dai mezzi di informazione a livello nazionale, preferendo interrompere la fornitura dei dispositivi in contemporanea con l’approvazione della mozione”.

“La speranza è che sia stata bloccata la distribuzione non soltanto delle mascherine ‘non a uso medico’ acquisite attraverso il magazzino di ARCS e forniti dalla struttura commissariale, ma anche di quelle acquisite direttamente dalle Aziende e certificate in regime di deroga – aggiunge l’esponente M5S – Era stata proprio ASUGI, infatti, ad affermare che le scorte del magazzino aziendale sarebbero state esaurite entro la fine del 2021”.

Ancora nessuna previsione di taglio delle tasse

“Lo abbiamo detto lo scorso anno, ma non possiamo che ripeterci: anche nel 2022 il taglio delle tasse lo vedremo l’anno prossimo, forse”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo l’illustrazione dell’assestamento di bilancio in Commissione.

“In un assestamento di bilancio che prevedere risorse ‘fresche’, come vengono definite dall’amministrazione, a disposizione della Giunta regionale per un totale di 526 milioni di euro, con altri 160 a disposizione per il prossimo futuro, grazie a 561 milioni di euro di maggiori entrate tributarie – aggiunte il consigliere -. Tutto come da noi previsto e detto in aula negli ultimi anni, ma di abbassare le tasse non se ne vuol parlare”.

“La riduzione della pressione fiscale a parole è un cavallo di battaglia del centrodestra, ma dal 2018 a oggi ancora non abbiamo visto nulla in questo senso nella nostra regione – sottolinea Sergo -. Prima c’era la pandemia, poi l’attesa per capire come intende muoversi il Governo sul fronte fiscale: ogni scusa è buona per lasciare intatte le sicure entrate provenienti dai tributi di imprese e famiglie e mantenere il non edificante primato di regione a statuto speciale con l’aliquota Irap più alta”.

“Si parla spesso di attrarre investimenti e lo si fa agevolando i nuovi insediamenti – conclude l’esponente M5S – ma per chi è qui da vari anni si fa sempre più difficile. Se non si interviene quando ci sono ingenti risorse a disposizione, quando mai si potrà concretizzare una riduzione delle tasse? Speriamo almeno che il Presidente Fedriga e l’assessore Bini rimangano coerenti e non ripropongano questo cavallo di battaglia un po’ invecchiato e acciaccato nella prossima campagna elettorale”.

Nuovo inceneritore a Spilimbergo, la Giunta lascia fare ai privati?

“L’assessore Scoccimarro ci dica se il Piano regionale dei rifiuti prevede di lasciare bombe ambientali in mano ai privati e sulle spalle dei cittadini, che chiedono sempre più ad alta voce la trasparenza nell’iter autorizzativo di nuovi impianti”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che annuncia un’interrogazione in merito al progetto di nuovo inceneritore a Spilimbergo.

“La prospettiva è quella di lasciare il vecchio impianto da smantellare, scaricando sul territorio le criticità e senza alcun beneficio per i cittadini – aggiunge l’esponente pentastellato -. Il tutto in un’area che presenta già numerose fonti di emissioni inquinanti, al di là degli studi di parte presentati dalla stessa azienda che intende realizzare l’inceneritore entro il 2028”.

“All’assessore – conclude Capozzella -chiediamo se l’intenzione, visto anche il dibattito di questi giorni, sia quella di lasciare questi impianti in mano ai privati, permettendo che su un tema delicato come quello dei rifiuti facciano il bello e il cattivo tempo”.

Interrogazione su emergenza salute mentale nei minori

Alterazioni del ritmo sonno-veglia, discontrollo degli impulsi, disturbi del comportamento alimentare, ritiro sociale fino all’autolesionismo e al suicidio, tentato o compiuto. Sono i principali disturbi di salute mentale che colpiscono bambini e adolescenti e su cui il MoVimento 5 Stelle, attraverso un’interrogazione del consigliere regionale Andrea Ussai, intende fare chiarezza sull’entità del problema e come viene affrontato in Friuli Venezia Giulia.

“Già nel dicembre 2020 è stato accolto un nostro ordine del giorno che impegna la Giunta a realizzare e potenziare le misure di sostegno rivolte a bambini e adolescenti, per fare fronte agli effetti psicologici della pandemia. A giugno 2021 – ricorda Ussai – abbiamo presentato una mozione ‘Potenziamento delle attività di monitoraggio e del supporto psicologico post-Covid per le fasce più giovani’, approvata all’unanimità con alcune modifiche nell’aprile scorso”

“Le restrizioni per il contenimento del Covid hanno costretto all’isolamento forzato e alla mancanza di contatti sociali anche le fasce più giovani, colpite dalla sospensione delle attività scolastiche – sottolinea l’esponente M5S -, con effetti devastanti sulla loro vita quotidiana che rischiano di minare la loro autostima, le motivazioni e la fiducia per il loro futuro. E il contesto attuale di crisi non migliora certo la situazione”.

“Nell’interrogazione – spiega Ussai – chiediamo quale sia stato l’aumento dei ricoveri e i posti letto disponibili nei reparti di neuropsichiatria infantile tra il 2018 e oggi, i tempi della presa in carico territoriale, anche a seguito della pandemia, per capire come l’attuale strutturazione dei servizi sia in grado di rispondere all’emergenza, segnalata dai professionisti”.

Pozzi, sindaco di San Giorgio non rispetta la sua ordinanza

“Cinquecento persone sono testimoni del fatto che il primo a non rispettare le sue stesse direttive è proprio il sindaco”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, in merito all’ordinanza del primo cittadino di San Giorgio di Nogaro, Pietro Del Frate, in tema di emergenza idrica. “Abbiamo visto tutti il 1 luglio alle 21 la fontana di Piazza del Municipio funzionare allegramente, quando l’ordinanza ne imponeva la chiusura dal 30 giugno”.

“L’ordinanza non entra nel merito della strozzatura perché quella non è in discussione, essendo già stata imposta da Fedriga – continua Sergo -. Il sindaco prende atto e dice, di fatto, che i 200 litri che si possono prelevare si devono usare prevalentemente per uso alimentare o igienico sanitario. Quando si vuole scrivere tutto e il contrario di tutto si usano avverbi come ‘prevalentemente’. Inoltre, il piano regionale assume l’indice di consumo medio giornaliero pari a 290 litri a persona. Perché il sindaco non fa notare che ai suoi cittadini verrebbero riconosciuti novanta litri in meno che ad altri?”

“Invitare le industrie all’uso responsabile sarebbe come accusare la Regione di averle autorizzate a un uso non responsabile o che solitamente la usano per cose non autorizzate: ma nella procedura autorizzativa partecipa anche il Comune, perché non è mai stato sollevato questo problema prima? – si chiede l’esponente M5S -. Siamo tutti in attesa di capire come possa la Polizia locale verificare il prelievo di 200 litri al giorno a persona per fontana”.

“Se la Regione dice ai sindaci di invitare la popolazione ad un uso più accorto dell’acqua, significa che nella nota del gestore del servizio idrico integrato (CAFC S.p.A.), richiamata nell’ordinanza sangiorgina, non è stata chiesta la strozzatura delle fontane – conclude Sergo -. Viene piuttosto da chiedersi perché Del Frate non abbia preteso dalla Regione l’attuazione della misura economica prevista dal Piano regionale tutela acque, invece di riportare soltanto ciò che viene citato da Fedriga. Per le valvole di strozzatura sono previsti 6 milioni di euro sin dal 2012 ma ai cittadini non è stato erogato un solo centesimo per tale scopo: lo faremo noi durante l’imminente assestamento di bilancio. Iniziamo a capire come quel piano sia stato letto da pochi e solo per la parte che interessava”.

Prorogare USCA fino al termine del 2022

“Prorogare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) fino alla fine del 2022, o quantomeno fino all’attivazione delle Unità di Continuità Assistenziali (UCA) previste dal Ministero, rivedendo l’accordo integrativo regionale”. Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Con un aumento importante dei casi di positività al Covid, anche se con un numero di ricoveri ospedalieri ancora contenuti, sarebbe importante prorogare le USCA per garantire una rapida presa in carico a domicilio. Altre Regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, si sono già mosse in questa direzione” sottolinea l’esponente pentastellato.

“Il rischio è quello di non avere medici che siano disponibili a questa attività – rimarca Ussai -, che veniva pagata 40 euro lordi all’ora per le USCA con fondi statali, importo che, come specificato dalla Direzione centrale Salute della Regione, si riduce a 23 euro orari per le UCA, creando un inevitabile malcontento tra i professionisti”.

“C’è il pericolo che sia l’ennesima occasione per la Regione di esternalizzare il servizio – conclude il portavoce M5S -, come già accaduto per esempio a Monfalcone, dove l’attività di continuità assistenziale è stata affidata a un privato, con un costo per ogni professionista di quasi 60 euro l’ora”.

Tariffe, energia, capacità: nuovo inceneritore inutile su tutti i fronti

“Un impianto inutile sul fronte delle tariffe, della produzione energetica e della capacità di trattamento dei rifiuti”. Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, torna sull’ipotesi di un nuovo inceneritore in Friuli Venezia Giulia.

“Per quanto concerne la tariffa, torniamo a ribadire come sia più alta dove c’è un inceneritore, visto che a Trieste è praticamente doppia rispetto a Udine – rimarca Sergo –. Se a Trieste venisse aumentata la raccolta differenziata, oltre a diminuire le tariffe per i cittadini, aumenterebbe la disponibilità dell’impianto esistente che, va ricordato, sta per essere ampliato. Così come non bisogna dimenticare che sempre a Trieste sono stati bruciati i rifiuti di Roma, mentre quelli prodotti qui finirebbero fuori regione”.

“In Friuli Venezia Giulia si producono annualmente 10mila gigawattora, a Trieste l’impianto di Hestambiente ne produce 100, vale a dire l’1% del totale – continua il consigliere M5S -. Chi sostiene la necessità di un inceneritore, tra l’altro più piccolo di quello giuliano, per questioni energetiche, in testa il presidente di Confindustria Alto Adriatico Agrusti, viene regolarmente smentito numeri alla mano. Pare chiaro che gli interessi siano altri”.

“Secondo il Piano regionale di Scoccimarro, il nuovo impianto deve essere baricentrico rispetto agli impianti di produzione: i principali sono a San Vito al Tagliamento e San Giorgio di Nogaro, salvo nuove autorizzazioni come abbiamo rischiato di vedere a Monfalcone. Ecco quindi che l’ipotesi di inceneritore rischia di interessare più l’ex Provincia di Udine che quella di Pordenone. Senza le giuste informazioni, si finisce di nuovo per dare retta a chi ha avuto posizioni di comando per quarant’anni in questo Paese – conclude Sergo -, costringendo le future generazioni a dover risolvere i problemi che evidentemente non sono stati capaci di risolvere, ma che sicuramente hanno contribuito a creare, solo per realizzare profitti di pochi a discapito del benessere di molti”.

TPL FVG ha risposto a Pizzimenti sulle corse tagliate questa primavera?

“È passato quasi un mese dalla richiesta urgente di informazioni da parte dell’assessore Pizzimenti rivolta a TPL FVG, ma non si è saputo più nulla sui riscontri della società che gestisce il trasporto pubblico locale in merito continui tagli di corse avvenuti a emergenza pandemica conclusa”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Dopo poche ore dai nostri comunicati, che hanno portato anche alla dura presa di posizione dell’assessore, le corse sono tornate praticamente regolari in tutta la Regione – ricorda Sergo -. Ciò che temiamo è che i problemi che potevano giustificare quei tagli non si siano risolti e che la carenza di personale, che era già considerevole prima della pandemia, non sia stata superata con nuove assunzioni. Fosse così, con l’aumento dei contagi di queste ore e degli isolamenti forzati rischiamo di trovarci punto e a capo”.

“Tra il 2020 e il 2022 il Governo ha stanziato decine di milioni di euro per le società che erogano i servizi di trasporto pubblico locale – sottolinea il consigliere M5S -. Solo in Friuli Venezia Giulia sono stati pagati quasi 20 milioni di euro, riferiti ai primi due anni di pandemia, e altri 15 milioni sono previsti nel 2022 per i mancati ricavi e per i servizi aggiuntivi richiesti durante l’emergenza”.

“Anche queste risorse hanno permesso a tre società su quattro di chiudere i bilanci al 31 dicembre 2020 in utile. Per Trieste Trasporti anche il 2021 ha visto un bilancio positivo, con particolare beneficio dei loro soci, che non sono solo enti pubblici. Iniziamo a chiederci – conclude Sergo – se l’intervento pubblico abbia ancora un senso a fronte di questi numeri, soprattutto se poi questi fondi non vengono spesi per il personale”.

Già partita la corsa per ospitare un nuovo inceneritore

“È sconcertante apprendere dalla stampa che, 24 ore dopo il parere della Commissione ai Piano regionale sui rifiuti urbani, ci sia già la disputa sulla localizzazione di un nuovo inceneritore”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Mauro Capozzella.

“Con buona pace dell’assessore Scoccimarro che ha ripetuto tre volte come non ci sia alcun progetto in piedi, lasciando però nel Piano la possibilità di realizzarlo– rimarca Sergo -. E, infatti, è bastata questa previsione per scatenare questo ‘toto-inceneritore’ e alimentare l’appetito di chi non vede l’ora che venga costruito”.

“Senza prima capire, conoscere e sapere quali siano le reali esigenze dei cittadini, leggiamo già le parole di chi, come il sindaco di Pordenone, si candida per ospitare il cosiddetto ‘termovalizzatore’ – sottolinea Capozzella -, tirando in ballo fantomatici risparmi in bolletta quando a Trieste, dove l’inceneritore c’è, la tariffa rifiuti è doppia rispetto a Udine, dove l’impianto non c’è”.

Sui pozzi artesiani Fedriga ci ha capito poco

“Dopo quanto dichiarato nell’ultima intervista sui pozzi artesiani e lo stato delle falde che li alimentano, con possibili rischi di rimanere senz’acqua per centinaia di migliaia di cittadini, il presidente Fedriga deve rendersi conto che, se è vero quello che dice, in Regione ci hanno capito poco da una decina d’anni a questa parte e non si è intervenuto dove necessario, se non è vero dovrebbe spiegare ai cittadini quale sialo scopo finale delle sue decisioni”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Meno di sei mesi fa è stato approvato il Piano di Gestione delle Acque dall’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali, secondo il quale tutte le falde artesiane avevano una quantità d’acqua buona e uno stato chimico buono, ad eccezione delle falde della Bassa pianura friulana orientale – spiega Sergo -. Solo che le zone critiche in questi giorni sono nella Destra Tagliamento. Forti di questi pareri, sono stati autorizzati anche nuovi insediamenti industriali permettendo la derivazione d’acqua sotterranea per i loro usi. Lo stesso è stato fatto anche nel recente passato con impianti a cui è stato concesso il prelievo di 172 litri al secondo d’acqua da falda artesiana. Un quantitativo pari a 86 mila pozzi adeguati all’ordinanza Fedriga”.

“Lo spreco dell’acqua andava, e tuttora va, contrastato e non solo quando ci si trova di fronte alle emergenze – continua il portavoce M5S -. La riduzione della portata dei pozzi effluenti da falda artesiana è stata accettata dalla popolazione della Bassa friulana che si è dotata dei riduttori di portata. Il Piano Regionale di Tutela Acque ha istituito un tavolo tecnico, che ha fallito la sua missione dopo quattordici sedute, avviando la sperimentazione su un solo impianto a causa delle divergenze di opinioni dei tecnici sugli impatti economici e sulle possibili conseguenze disastrose derivanti dalla chiusura dei pozzi. Da qui i timori dei cittadini che rendono di fatto inapplicabile la direttiva di Fedriga.”

“Consapevoli che l’acqua non si debba sprecare, abbiamo chiesto dal 2014 che i consorzi industriali si dotassero di acquedotti duali e che non prelevassero più acqua potabile dalle falde artesiane per le attività produttive, abbiamo chiesto che l’agricoltura puntasse su coltivazioni che necessitano di minor apporto idrico, abbiamo chiesto una rete acquedottistica efficiente e che non sia il colabrodo d’Italia – conclude Sergo -. L’azione portata avanti da Fedriga porterà a soluzioni estreme: acquedottizzare la Bassa friulana e avere 55 mila nuovi utenti per il servizio idrico che, con le loro bollette, pagheranno altre opere inutili”.

Comunità energetiche, approvata dalla Giunta la proposta del M5S

“Finalmente arriva il via libera alla proposta di legge del MoVimento 5 Stelle per la costituzione delle comunità energetiche”. Lo afferma il consigliere regionale pentastellato, Cristian Sergo. “La Giunta regionale sposa la nostra battaglia e, di fatto, dice sì al testo che abbiamo presentato tre mesi fa”.

“Nell’assestamento di bilancio che verrà discusso nelle prossime settimane – spiega l’esponente M5S -, è infatti previsto che l’amministrazione regionale possa concedere ‘a favore di enti pubblici, contributi fino all’80% della spesa riconosciuta ammissibile e fino all’importo massimo di 500.000 euro e, comunque, nei limiti della normativa degli aiuti di stato, laddove applicabile, a sostegno della progettazione e della realizzazione di impianti fotovoltaici e delle relative opere di connessione, finalizzati anche alla costituzione delle comunità energetiche rinnovabili’”.

“Lo scorso marzo il Gruppo del MoVimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge in materia – ricorda Sergo -, che faceva seguito a un ordine del giorno, accolto dalla Giunta a febbraio del 2021, in cui si chiedeva di sostenere l’istituzione di comunità energetiche rinnovabili, per superare l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati, e di agevolare la produzione e lo scambio di energie generate da fonti rinnovabili”.

Plauso al NOAVA per azione su prodotti fitosanitari

“Un plauso all’azione del Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale (NOAVA) e della Stazione forestale di Coseano, che ha contestato sanzioni per 50 mila euro nel mese di giugno sull’utilizzo non corretti di prodotti fitosanitari in agricoltura”. Lo rivolgono i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo.

“Ancora una volta, il NOAVA dimostra la sua utilità e competenza, attraverso l’incessante lavoro che svolge ogni giorno sull’importante tema dei prodotti da utilizzare in agricoltura, così come su tutti i settori in cui opera” continuano Dal Zovo e Sergo.

“Tutto questo nonostante le difficoltà, rappresentate soprattutto dalla grave e perdurante carenza di personale – concludono i consiglieri M5S -. Da un anno e mezzo il NOAVA perde pezzi ma non fa mai mancare la sua preziosa attività di vigilanza in materia ambientale”.

Preoccupa mancata tutela Risorgive Venchiaruzzo

“Condividiamo le preoccupazioni dell’Associazione Naturalistica Cordenonese (ANC) rispetto al degrado e alla mancata tutela delle Risorgive del Venchiaruzzo”. Lo affermano i consiglieri regionali Mauro Capozzella (MoVimento 5 Stelle), Tiziano Centis (Cittadini) e Giampaolo Bidoli (Patto per l’Autonomia), che hanno incontrato il presidente dell’Associazione, Giuseppe Brun, e il naturalista Gabriele Stefani.

“La riduzione della Zona Speciale di Conservazione agli attuali 261 ettari e il progressivo abbassamento della guardia a livello di normative regionali e di strumenti di pianificazione comunale, come denuncia l’ANC, hanno portato a un maggiore sfruttamento del territorio, con taglio di piante e uso di pesticidi, con la conseguenza di minare la biodiversità e di distruggere aree boschive” sottolineano i consiglieri regionali.

“Secondo l’Associazione, oltre un quarto della superficie protetta è irrimediabilmente perduta, ed è urgente intervenire per evitare di intaccare quanto rimane delle Risorgive – continuano gli esponenti di M5S, Cittadini e Patto -. La ANC si è già confrontata con il Comune di Cordenons e intende attivarsi a tutti i livelli, fino al Parlamento Europeo, per tutelare l’area”.

“Il nostro obiettivo – concludono Capozzella, Centis e Bidoli – è riportare il tema al centro del dibattito anche a livello regionale, dopo anni in cui il problema è stato sostanzialmente ignorato. Occorre agire tempestivamente, prima che il patrimonio naturalistico delle Risorgive del Venchiaruzzo venga perso per sempre”.

Scoccimarro apre la porta a un nuovo inceneritore

“L’assessore Scoccimarro afferma che non c’è alcun progetto per realizzare un nuovo inceneritore e che secondo lui non serve, ma non accoglie la nostra richiesta, quindi dall’approvazione definitiva del piano se non ci sarà ancora il progetto ma ci sarà la previsione dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani di farlo”. Lo dichiarano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo , dopo il dibattito in IV Commissione, e la bocciatura dell’aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani.

“La previsione del nuovo impianto di combustione all’interno del documento – rimarcano gli esponenti M5S  -, nonostante le contradditorie rassicurazioni dell’assessore, apre una porta alla realizzazione di un nuovo inceneritore in Friuli Venezia Giulia, già invocato a gran voce da Confindustria, ma che è stato dimostrato come sia totalmente inutile e a dirlo non siamo stati solo noi. Abbiamo provato a spiegare a Scoccimarro che si sta smentendo da solo, già nella seduta di Commissione della scorsa settimana, ma evidentemente non è bastato a farglielo capire”.

“Gli errori di pianificazione si pagano, come dimostra quanto è accaduto nella nostra regione prima di arrivare alla costituzione dell’AUSIR, con la realizzazione selvaggia di impianti pubblici e privati, spesso in project financing, con le conseguenze facilmente immaginabili anche dal punto di vista economico – concludono i portavoce  -. Ideologico non è chi sostiene l’inutilità di un impianto, ideologico è chi lo permette ben sapendo che sia inutile per la collettività, non certo per chi lo gestirà”.

Convenzione con Vigili del Fuoco per antincendio boschivo ancora non attiva

“Che fine ha fatto la convenzione con i Vigili del Fuoco per l’antincendio boschivo?”. A tornare sulla questione sono i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, che più volte negli anni scorsi hanno sollecitato il rinnovo della convenzione. “Ieri a Sablici, nell’Isontino, si è verificato l’ennesimo incendio in questo periodo di siccità. Poco dopo le 17, i Vigili del Fuoco sono stati allertati e si sono recati sul luogo dell’incendio. “Nel frattempo – spiegano i consiglieri -, è stata allertata la Protezione Civile per l’invio di volontari nel luogo. Candidamente, la sede centrale di Palmanova, avrebbe asserito di non avere nessuno a disposizione e che si sarebbe attivata per reperire quanto prima volontari disponibili. In quel momento avrebbe potuto inviare solamente l’elicottero”.

“I volontari della Protezione Civile, da quanto abbiamo appreso, sono arrivati dopo le 18, dalla sede di Monfalcone – continuano Dal Zovo e Sergo -. Premesso che l’antincendio boschivo è di competenza diretta della Regione e che i Vigili del Fuoco dovrebbero intervenire soltanto per la sicurezza di abitazioni e linee elettriche, ci chiediamo perché ci sia stato un così grave ritardo nell’invio dei volontari di Protezione Civile e perché la convenzione, firmata poche settimane fa, con tre anni di ritardo, con i Vigili del Fuoco per l’antincendio boschivo non sia ancora attiva mentre i boschi della nostra regione continuano a bruciare”.

“Nell’incendio in questione, i Vigili del Fuoco hanno ovviamente iniziato le operazioni di spegnimento senza aspettare l’arrivo della Protezione Civile – aggiungono i portavoce pentastellati -. Ciò a dimostrazione del fatto che il Corpo Nazionale dei Vigili Del Fuoco sia indispensabile in tutte le attività in cui ci sia pericolo per la popolazione, la vegetazione e la fauna. Senza di loro, ieri, ci saremmo probabilmente trovati a dover affrontare una situazione più grave, e non possiamo trascurare la situazione climatica che rischia di comportare un’estate a rischio per quanto riguarda gli incendi”.

“Oltretutto, un’altra squadra dei Vigili del Fuoco era impegnata in un altro intervento e la squadra di Trieste, nelle stesse ore, era a sua volta impiegata su un altro fronte. La squadra che si è recata ieri sul luogo dell’incendio di Sablici, era composta da tre persone e per circa un’ora ha dovuto affrontare un incendio da sola, quando non sarebbe stata loro diretta competenza intervenire – concludono Dal Zovo e Sergo – Chiederemo la registrazione della telefonata e annunciamo già da ora un’interrogazione per capire i motivi del ritardo dell’invio dei volontari della Protezione Civile”.

Mobbing, quadro preoccupante in FVG

“La relazione sull’attuazione della legge regionale sul mobbing disegna un quadro preoccupante per il Friuli Venezia Giulia”. Lo afferma la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo il dibattito in sede di Comitato per la legislazione, la valutazione e il controllo.

“Nel 2021 sono state 1014 le persone che si sono rivolte agli appositi Punti di ascolto, e di queste la maggioranza è rappresentata da donne; inoltre emerge che l’età più colpita sia quella degli over 51 – rimarca l’esponente M5S -. Ad effettuare le azioni moleste sono per la maggior parte il titolare o il superiore in grado”.

“Le ragioni principali che portano al mobbing riguardano fattori di carattere socioanagrafico, ma anche assenze prolungate da parte del lavoratore – sottolinea Dal Zovo -. In quest’ultima fattispecie rientrano i periodi di assenza per maternità, visto che malattia ed infortunio sono diversamente categorizzati. La tipologia di vessazione più lamentata è l’attribuzione di lavori dequalificanti o umiliazioni, più o meno costante negli ultimi 3 anni, con una percentuale del 40%”.

“Abbiamo chiesto, nella seduta del comitato, che si trovi il modo di intervenire per aiutare chi è colpito da tali azioni di mobbing, ma anche di agire a monte e di prevedere percorsi anche per chi ne è responsabile. Anche su questo fronte, c’è ancora molto da fare per risolvere dei problemi che toccano da vicino i lavoratori – conclude la consigliera pentastellata -. Stare bene sul proprio luogo di lavoro, senza subire violenze, umiliazioni o discriminazioni, è fondamentale per garantire, anche nel privato, un equilibrio interiore e con la propria famiglia”.

Contributo affitti, centrodestra mantiene discriminazione

“Il centrodestra prosegue sulla strada della discriminazione per l’accesso al contributo regionale per l’affitto, continuando a calpestare diritti e sentenze di Tribunale”. Lo afferma la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo il voto in Commissione sulle modifiche all’apposito regolamento, che prevede la presentazione, da parte dei cittadini extracomunitari, di una dichiarazione sostitutiva di certificazione dell’assenza di proprietà immobiliari nel Paese di origine o di provenienza, provando di avere ‘agito con correttezza e diligenza’ per produrre la documentazione richiesta.

“Dopo il teatrino della maggioranza, che il 16 maggio scorso ha bocciato la cancellazione della norma regolamentare, approvata dalla Giunta dopo l’ordinanza del Tribunale di Udine, oggi di fatto l’esecutivo riconosce che la normativa attuale non è conforme ai canoni di legittimità costituzionale – rimarca Dal Zovo -. Ma, invece di eliminare una previsione palesemente discriminatoria, si limita a proporre una modifica del solo regolamento, e non della legge, esplicitando che si tratta di un ‘mero adempimento delle disposizioni dell’Autorità giudiziaria, ma non sono da intendersi acquiescenza alle suddette disposizioni’”.

“La nuova proposta di regolamento non adempie all’ordine dell’autorità giudiziaria, che intendeva ripristinare la piena parità di trattamento, prevista a livello europeo – aggiunge l’esponente M5S -, e mantiene una disparità di trattamento tra cittadini italiani e stranieri, lasciando alle autorità locali un amplissimo margine di discrezionalità nel valutare gli sforzi compiuti dal cittadino straniero per procurarsi la documentazione”.

“Ricordiamo che la Corte di Giustizia europea ha affermato più volte che neanche le eventuali difficoltà di controllo sulla situazione dei beneficiari, per quanto riguarda le condizioni di concessione di un beneficio, possono giustificare una tale disparità di trattamento – conclude Dal Zovo -. Lo scopo della normativa è quello di risolvere situazioni fondate sul bisogno e sul disagio abitativo, per la realizzazione di livelli più elevati di inclusione e coesione sociale. Ma l’assessore e i consiglieri di centrodestra hanno abbondantemente dimostrato di non avere alcun rispetto per leggi e sentenze che vanno contro la loro ideologia, dimenticandosi che rappresentano tutta la comunità e non solo chi li ha votati”.

Qualità dell’aria, basta cercare scuse: i dati parlano chiaro

“La narrazione attraverso cui la ‘colpa’ degli sforamenti di inquinanti nelle zone del Friuli Occidentale sarebbe attribuibile al vicino Veneto non è supportata dai numeri delle due agenzie regionali per l’ambiente. Assumendo che i risultati dei campionamenti siano validi, basterebbe confrontare alcuni dati per capire che dare sempre la causa al Veneto per i problemi di inquinamento della nostra regione non è sostenibile”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle.

“Basta confrontare l’ultima settimana (dal 20 al 26 giugno) di rilevamenti per le pm10 per vedere come la media delle polveri a Conegliano in provincia di Treviso sia stata di 21 µg/m3, mentre nella confinante Sacile il dato era pari a 25 µg/m3 – rimarcano i consiglieri pentastellati -. Il dato peggiora ancora se ci si sposta nelle centraline di Morsano al Tagliamento dove il risultato è stato pari a 30 µg/m3 con punte di 38,5 giovedì scorso”.

“Le stesse dinamiche erano evidenti nella relazione sulla campagna di monitoraggio del pm10 e pm2.5 condotta a San Vito al Tagliamento tra agosto 2021 e marzo 2022, pubblicata il 7 giugno scorso. Già con quei dati – aggiungono i portavoce M5S – era facilmente comprensibile che le situazioni delle regioni non siano confrontabili. Dalla lettura di quei dati è emerso che la centralina di San Vito al Tagliamento avesse dei valori di pm10 molto più alti rispetto a quella di Morsano e a quella di Pordenone, notoriamente più vicina al Veneto delle due precedenti. La stessa Arpa FVG concluse quella relazione dicendo che c’è una maggiore polverosità a San Vito al Tagliamento, ascrivibile in particolare alla componente più grossolana del particolato, dovuta a fenomeni locali”.

“Da ultimo – concludono gli esponenti del MoVimento – si continua a dare la colpa dell’inquinamento per lo più al riscaldamento domestico e alla combustione di legna e pellet per riscaldare le case dei cittadini. Sarebbe anche interessante avere il parere di chi sostiene questo, a fronte del dimezzamento degli sforamenti nel 2022 rispetto all’anno precedente. Per quanto ci riguarda, riteniamo necessario trovare soluzioni per il trasporto su gomma (vedi Pontebbana) e per la concentrazione di industrie impattanti che insistono in un territorio saturo”.

Difficoltà a reperire lavoratori nei ristoranti non è colpa del Reddito di cittadinanza

“I numeri sono inequivocabili, ciononostante c’è ancora chi attribuisce al Reddito di cittadinanza la responsabilità dei problemi a trovare forza lavoro”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, replicando alle dichiarazioni sulla stampa del presidente della FIPE di Pordenone, Pierangelo Dal Mas.

“I nuclei familiari che beneficiano del Reddito di cittadinanza in Friuli Venezia Giulia sono 7 mila, per un totale di circa 15 mila persone tra cui minori, disabili e persone che non possono lavorare – sottolinea Sergo -. Ogni nucleo percepisce mediamente meno di 500 euro al mese, la media regionale è di 2 persone per nucleo. Con queste risorse spesso si paga anche un affitto altrimenti i fondi erogati sarebbero ancora meno”.

“I giovani, sempre più chiamati in causa, se vivono in famiglia fanno parte di questi nuclei e prendono queste cifre. In Friuli Venezia Giulia – prosegue il consigliere – abbiamo 30 mila disoccupati e gli inattivi sono 210 mila: fossi nella FIPE, inizierei a convincermi che il problema non va cercato tra i percettori del Reddito. Sarebbe preoccupante sapere che ci sono coppie che preferiscono vivere con 500 euro al mese, invece dei lauti stipendi elargiti dai nostri ristoratori; che poi questi siano erogati fuori busta sembra non preoccupare la categoria”.

“Stando alle medie INPS le risorse necessarie per finanziare il reddito di cittadinanza in regione ammontano a poco più di 40 milioni all’anno. Se chi punta ad abolire la misura, annuncia di voler distribuire quei fondi alle oltre 100 mila imprese attive in Friuli Venezia Giulia – conclude l’esponente M5S – ogni azienda si troverebbe con 400 euro circa all’anno, la FIPE dovrebbe chiedersi se con queste risorse risolverebbe i suoi problemi o se ce ne sarebbero molti altri legati alla tenuta sociale e alla sicurezza dei propri affiliati”.