mercoledì, 12 Marzo 2025
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Province, Capozzi: Contentino che graverà sul bilancio regionale

“Il ripristino delle Province non può trovarci d’accordo, lo abbiamo sempre espresso e continueremo a farlo. Si risolvono in contenitori che, per noi, si traducono soltanto in ulteriori poltrone da dividere senza che sia stato specificato che funzioni esplicheranno e come verranno finanziate, con la conseguenza che questo ulteriore ‘contentino’ graverà sul bilancio della nostra Regione”. Così in una nota la consigliera regionale del M5S, Rosaria Capozzi, a seguito della prima approvazione, alla Camera dei deputati, della reintroduzione di enti di area vasta, di fatto le ex Province, nello Statuto del Friuli Venezia Giulia.

“Peraltro – aggiunge la pentastellata – rischiano di diventare delle cattedrali nel deserto: abbiamo i nostri Comuni in forte affanno per la carenza di personale qualificato, quindi ci chiediamo come possano strutturarle con questo gap che, al momento, non è stato colmato negli enti già esistenti. Siamo di fronte all’ennesimo provvedimento per accontentare la forza politica richiedente. I cittadini pagheranno per delle scelte fatte per mantenere in equilibrio questo Governo”.

Sanità, Capozzi: Si risolva carenza di medici a Caneva

“Ho appoggiato convintamente la petizione presentata dai cittadini che denunciano la carenza di medici di base nel comune di Caneva”. Ad annunciarlo il sostegno della petizione presentata oggi in Consiglio Regionale é la consigliera del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi.

“Nel giro di due anni si è passati da 5 ad un unico medico di base, per via del fatto che alcuni di loro sono andati in pensione”.

“I disagi per i cittadini sono tanti, soprattutto per coloro che non sono autosufficienti, i quali sono costretti a ricorrere alle prestazioni nei comuni limitrofi. Questo è inaccettabile perché parliamo di un diritto fondamentale ovvero il diritto alla salute”.

“Se la risposta non può essere immediata per via della carenza endemica di medici si può sicuramente intervenire per rendere più attrattiva la loro presenza in quei territori maggiormente isolati di modo da garantire un servizio omogeneo, perché la carenza riguarda molte parti della Regione”.

“La commissione sarà il luogo in cui analizzeremo il caso di Caneva e – conclude Capozzi – l’auspicio è che sia l’occasione per risolvere questi disagi per i cittadini” .

Acciaieria, Capozzi: Pronto emendamento per appellare sentenza del TAR

“In gioco c’è la credibilità di un’istituzione che fa firmare dei moduli ai propri cittadini con determinate indicazioni di tutela della privacy, ma soprattutto il diritto inalienabile di esprimere una propria opinione senza paura di ripercussioni o lo spavento di richieste di risarcimento danni”.

Lo sottolinea, in una nota, la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Rosaria Capozzi.

“Annotiamo – aggiunge la consigliera pentastellata – il silenzio delle forze di Maggioranza che ancora devono commentare la sentenza del Tar, compreso quello del presidente del Consiglio regionale dalla cui segreteria è partita la nota con cui si negava l’accesso atti alla Danieli per ottenere le firme allegate alla petizione No acciaieria”.

“Accogliendo l’invito del presidente Fedriga, che scarica la decisione di appellare o meno la sentenza del Tar al Consiglio regionale, abbiamo approfittato della discussione del disegno di legge sulle Misure finanziarie intersettoriali di questa settimana – conclude Capozzi – per depositare un emendamento con cui si autorizza l’Amministrazione ad appellare la decisione del Tribunale amministrativo”.

Acciaieria, Capozzi: Danieli tenga fede a dichiarazione fatte

“La sentenza del Tar che consente alla Danieli di accedere ai dati dei sottoscrittori della petizione contrari all’insediamento dell’acciaieria a San Giorgio di Nogaro, lascia esterrefatti. La petizione non è solo lo strumento con il quale i cittadini possono rivolgersi alle istituzioni, ma soprattutto un diritto politico dei cittadini, che consente loro di manifestare il proprio dissenso”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale del M5S, Rosaria Capozzi, che aggiunge: “E’ inaccettabile che i cittadini abbiano paura di firmare una petizione perché poi possono ricevere querele o cause civili. La libertà di pensiero e di critica in una democrazia non può essere compromessa, così come i dati personali dei firmatari”.

“Va ricordato – prosegue la pentastellata – che la petizione non ha spostato il potere decisionale: chi ha deciso di non autorizzare l’insediamento di un’acciaieria a San Giorgio di Nogaro è stata la Giunta regionale. Siamo anche memori delle dichiarazioni fatte a mezzo stampa dalla dirigenza del gruppo di Buttrio, la quale, riferendosi all’ipotesi di una causa ai 24mila cittadini. la definì frutto di ricostruzioni giornalistiche fantasiose e destituite di ogni fondamento. Inoltre dichiarò che, essendo Danieli un’azienda quotata in borsa, tale richiesta era finalizzata anche a dare ai propri azionisti motivazioni e informazioni complete rispetto alla decisione di indirizzare l’investimento su un altro territorio”.

“Quindi, pur ritenendo discutibile e inaccettabile sotto ogni punto di vista l’azione intrapresa, ci aspettiamo che la Danieli tenga fede alle proprie dichiarazioni. Se così non fosse – conclude la Capozzi – il presidente Fedriga, nel suo ruolo di rappresentante dei cittadini, senta il dovere di onorare il mandato morale e politico ricevuto difendendo strenuamente gli interessi della nostra comunità, si spenda in difesa di 24mila cittadini della sua regione”.

Porto Vecchio, ennesimo schiaffo alla democrazia

Ennesimo schiaffo alla democrazia in Consiglio comunale a Trieste: su 190 emendamenti su Porto Vecchio, il Presidente del Consiglio comunale Panteca (Lista Dipiazza) ha dichiarato che 129 non sono ammissibili, ovvero non verranno nemmeno discussi in Aula.

Quello che si vuole portare avanti in Porto Vecchio potrebbe diventare una vera e propria speculazione edilizia, infatti nel progetto di partenariato pubblico-privato proposto da Costim si prevede di rendere residenziale fino al 70% dell’area interessata dal progetto. Si tratteranno inevitabilmente di strutture abitative di lusso e quindi acquistate da turisti che, assieme agli uffici della Regione che verranno lì accentrati, renderanno Porto Vecchio un quartiere vissuto solo dalle 9 alle 18 tranne in estate quando ci saranno anche i turisti, un po’ come Porto Piccolo a Sistiana e Porto San Rocco a Muggia.

Quello di Porto Vecchio non è un progetto che può essere imposto dall’alto dalla Giunta comunale, #PortoVecchio è di tutti noi e quindi deve rispondere ai bisogni e alle aspettative della comunità.

Tagliamento, Capozzi: Necessario ascoltare la comunità scientifica

“Abbiamo richiesto al presidente della IV Commissione, Alberto Budai di audire anche i rappresentanti della comunità scientifica che hanno inviato alla Regione il loro appello in difesa del Tagliamento. Gli studiosi, da noi contattati, hanno già assicurato la loro disponibilità a partecipare ed è per noi un piacere sapere che più di 400 accademici di tutto il mondo sposano le nostre tesi”.

Ad esprimere soddisfazione, in una nota, per l’ottimo successo dell’appello lanciato dal direttore del Cirf, Centro italiano per la riqualificazione fluviale, è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi.

“Nella richiesta di audizione avanzata, per la già prevista Commissione di novembre – spiega Capozzi – abbiamo richiesto la presenza in Consiglio di tutti i protagonisti interessati alla messa in sicurezza del re dei fiumi, non solo gli studiosi, ma anche i sindaci dei Comuni rivieraschi, l’Autorità di Bacino distrettuale, i rappresentanti di Ispra, le associazioni ambientaliste e le istituzioni venete coinvolte”.

“Non è possibile – conclude l’esponente pentastellata – continuare a ragionare senza fare una valutazione complessiva che prescinde da quella ambientale più che mai importante a seguito delle direttiva europea”.

Università, Danielis e referenti giovani: Per il Governo, Università e ricerca non sono tra le priorità

“È stato confermato il taglio del fondo di finanziamento ordinario (Ffo) alle università del Friuli Venezia Giulia, come da noi denunciato due mesi fa: meno 1,5 milioni di euro all’Università degli Studi di Udine e meno 3 milioni all’Università degli Studi di Trieste, e le cifre rischiano di raddoppiare.
Oltre a mettere a rischio gli stipendi dei ricercatori e dei dottorandi, questo taglio si tradurrà inevitabilmente in una riduzione dell’offerta formativa e un aumento delle tasse degli studenti, disincentivando così ulteriormente la formazione universitaria delle ultime generazioni e minando il diritto costituzionale allo studio.
Evidentemente, per questa coalizione di finti patrioti, l’università e la ricerca non sono tra le priorità.”
Elena Danielis, coordinatrice Friuli Venezia Giulia Movimento 5 Stelle
Riccardo Freschi, referente giovani del Gruppo territoriale di Gorizia e provincia
Laura Rigon, referente giovani del Gruppo territoriale di Pordenone e provincia
Francesco Spanghero, referente giovani del Gruppo territoriale di Trieste
Giorgio Valentini, referente giovani del Gruppo territoriale di Udine

Autonomia differenziata, Capozzi: Divide il Paese e rende il FVG ordinario

“L’autonomia differenziata sancirebbe la fine del concetto di solidarietà tra Regioni, non tenendo conto della perequazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante e rischia così di acuire i divari nel garantire diritti importantissimi dal punto di vista civile e sociale. Ne deriverà una frammentazione che esporrà la legge e le intese conseguenti a rischio di incostituzionalità, essendo in palese contrasto del principio supremo di unità e indivisibilità della nostra Repubblica”.

Lo sostiene in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi a margine della odierna seduta della V Commissione.

“La complessità amministrativa – evidenzia Capozzi – aumenterà inevitabilmente su tutto il territorio nazionale rischiando di rendere difficile la vita a cittadini e imprese, costrette a misurarsi con regolamentazioni regionali diverse tra loro, finendo per confrontarsi con 21 legislazioni differenti”.

“Uno dei punti più controversi – ribadisce l’esponente pentastellata – è quello relativo al finanziamento dei livelli essenziali di prestazione che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale con i quali garantire i diritti civili e sociali di cittadine e cittadini. L’entità di questi finanziamenti andrebbe stabilita prima delle richieste di autonomia, in modo tale da avere chiaro di quante risorse ha bisogno ogni Regione richiedente. Secondo il disegno di legge approvato, tali finanziamenti verranno distribuiti in base alla spesa storica della Regione nell’ambito specifico in cui chiede l’autonomia”.

“E’ anche così – prosegue la consigliera di Opposizione – che si accentuerebbero le disuguaglianze tra i due poli del paese, ad esempio l’autonomia colpirà gravemente il sistema scolastico in cui si avrebbero non solo programmi diversi, ma anche sistemi di reclutamento territoriale e funzionamenti differenziati, con l’inevitabile migrazione di insegnanti, scenari già visti nel recente passato anche per la nostra sanità, dagli errori dovremmo imparare ma a quanto pare a qualcuno piace moltiplicarli”.

“Il Friuli Venezia Giulia non sarà immune dagli effetti travolgenti che la legge 86 presuppone. Ci preoccupa e non poco immaginare un futuro in cui tutte le rimanenti quindici ordinarie si trasformeranno in autonome, ciascuna delle quali con funzioni e risorse differenziate, rendendoci di fatto ordinarie alle altre. La nostra autonomia – conclude Capozzi – è radicata prima ancora che nella Carta Costituzionale della Repubblica italiana, nella sua storia, nelle sue diversità linguistiche e culturali, nella sua collocazione geografica che la pone al centro dell’Europa. Ne usciranno sconfitti i cittadini, ma soprattutto chi questa riforma l’ha voluta e tutto questo per meri giochi di equilibrio nel governo Meloni”.

Sanità, Capozzi: Parere favorevole all’assistenza domiciliare

“Gli interventi per la domiciliarità assistenziale sono importantissimi, perché costituiscono un sistema sociale di prossimità territoriale. È quello verso cui la nostra sanità deve tendere, progettato con la persona, la sua famiglia e la comunità accogliendo il bisogno nelle sue diverse espressioni”. Lo sostiene in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, che ha espresso parere favorevole alle due delibere discusse in III Commissione rispettivamente sulla domiciliarità comunitaria e sulla valorizzazione dei caregiver.

“Promuovere l’autonomia delle persone e delle famiglie a rischio di emarginazione e favorire l’inserimento e la loro partecipazione alla vita comunitaria – afferma ancora la Capozzi – contribuisce a contrastare ogni forma di isolamento sociale. Con questi interventi, quando è possibile, si evitano anche il ricorso a ricoveri ad elevato standard assistenziale in ospedali o strutture. Tutto questo è in linea con gli obiettivi del Pnrr, che si prefigge di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, almeno il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (in linea con le migliori prassi europee), rispetto all’attuale in media tra le diverse regioni italiane di poco inferiore al 5%”.

“L’auspicio espresso anche in Commissione – conclude la pentastellata – é che questa fase sperimentale circoscritta alle persone anziane non autosufficienti, con una diagnosi di demenza associata a disturbi comportamentali, sia estesa alle persone anziane non autosufficienti affette da altre malattie”.

Chiusura uffici postali, Richetti: Conseguenze drammatiche per rioni e cittadini

“La chiusura degli uffici postali di via dei Carmelitani a Gretta e via Combi non rappresenta solo la perdita di un servizio pubblico essenziale, ma un duro colpo per la vita dei rioni e la qualità della vita dei residenti. Queste decisioni costringeranno molte persone, soprattutto anziani e cittadini con mobilità ridotta, a recarsi in centro per accedere ai servizi postali, generando disagi significativi e sovraccaricando gli uffici centrali, già in difficoltà.

 

Trieste è tra le città del Nord-Est con il maggior numero di abitanti per ufficio postale e i peggiori tempi d’attesa. Chiudere ulteriori uffici decentrati, come quelli di Gretta e San Vito, non farà che aggravare la situazione, costringendo i cittadini a spostarsi lontano per servizi essenziali. La chiusura del turno pomeridiano a Muggia aggiunge ulteriore pressione sugli uffici rimasti.

 

L’impatto non si limita ai soli utenti degli uffici postali. Anche il piccolo commercio locale ne risentirà, a causa della riduzione dell’afflusso di persone nel quartiere. La chiusura di questi servizi contribuisce al degrado e alla desertificazione delle aree periferiche, minando la sicurezza e la vitalità dei rioni.

 

Poste Italiane fa riferimento alla crescente digitalizzazione dei servizi, ma molte funzioni degli uffici postali non possono essere sostituite dalle piattaforme online, e questo penalizza in particolare la popolazione anziana, numerosa a Trieste, che spesso non ha accesso agli strumenti informatici. Se la direzione di Poste è verso i soli servizi finanziari, allora questo cambio di rotta deve essere comunicato chiaramente.

 

Mi impegno a sollecitare il Comune affinché avvii un dialogo costruttivo con Poste Italiane per mantenere attivi questi presidi fondamentali per la nostra comunità. Non possiamo permettere che la chiusura di questi uffici colpisca le fasce più fragili della popolazione e indebolisca ulteriormente la vita economica e sociale dei nostri rioni”.

[Video] Difendiamo la pineta di Cattinara!

Saremo sempre in prima linea contro l’abbattimento di alberi senza alcun motivo valido nella nostra città e nella nostra regione!

L’Asugi (Azienda Sanitaria Giuliano Isontina) ha detto che il cantiere del nuovo #BurloGarofolo, l’ospedale infantile ora sito in via dell’Istria, verrà “consegnato” alla ditta appaltatrice tra settembre ed ottobre. Questo può voler dire che la pineta di #Cattinara venga abbattuta tra poche settimane!

Abbiamo presentato numerose interrogazioni in Consiglio regionale e anche una petizione (entrambi senza risposta) per chiedere di ridiscutere il trasferimento del Burlo Garofolo e salvare uno degli ultimi spazi veramente “verdi” della nostra città.

Ascoltate le parole di @elena_danielis , Coordinatrice regionale @m5s_fvg e Consigliera della VI Circoscrizione di Trieste, in merito all’attività formativa di questa mattina svolta da Gregorio Luise.

#trieste5stelle #ElenaDanielis #trieste

Tagliamento, Capozzi: Sindaco di Latisana rispetti libertà opinione

“Lascia basiti l’intervento del sindaco di Latisana Lanfranco Sette sulla questione del Tagliamento. Imputa la responsabilità dei rischi per le popolazioni rivierasche a chi espone tesi diverse, anche con cognizione di causa come nel caso dei professori Tozzi e Petti, quando la responsabilità è da rintracciare in trent’anni e più di inerzia, dove a prendere il sopravvento è stato il campanilismo politico dei territori con l’appoggio a questa o a quell’altra opera, che vengono di volta in volta modificate”.

A sostenerlo, in una nota, è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi.

“Trovo deprecabile – continua la consigliera – l’inciso di una presunta responsabilità civile, penale e morale di chi non vuole opere impattanti e non solo offre opere alternative ma chiede che vengano realizzate quelle già previste e finanziate, in quanto ancora ferme. Ricordo all’avvocato Sette che la libertà di espressione è costituzionalmente garantita e il dibattito rispettoso, anche con posizioni contrapposte, è la maggior espressione di un sistema democratico e partecipativo, dove il confronto è lo strumento per tendere al risultato migliore per tutti e non solo per alcuni”. “Grazie ai comitati si sono evitate negli anni costruzioni di opere impattanti, bocciate dagli stessi esperti della Regione, frutto solo di un percorso calato dall’alto, portato avanti dall’ente in maniera confusa e contraddittoria, finendo – conclude Capozzi – per fare allarmismo sul ponte di Dignano, su cui attendiamo ancora i dovuti chiarimenti”.

Nodo di Udine, Capozzi: Nuova intesa ma restano le perplessità

“È abbastanza sconcertante l’enfasi con cui la Regione rende nota la firma del protocollo d’intesa con Rfi e Regione senza aver seguito i nostri suggerimenti. Il Comune di Udine, infatti, dopo 25 anni torna a firmare un protocollo d’intesa con Regione e Rfi per eliminare i passaggi a livello, peccato che quello del 1999 risulti, ai firmatari, ancora in gran parte non attuato”. A esprimere le proprie perplessità sulla firma odierna, in una nota, è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi.

“Le criticità sostanziali di questo protocollo – prosegue l’esponente di Opposizione – riguardano innanzitutto il cronoprogramma dei lavori che ancora non c’è, anche se per l’assessore è uno dei punti di forza della stipula di questa mattina. Rfi che dichiara di aver già completato la progettazione definitiva di tutti gli interventi si è presa 90 giorni per trasmettere il cronoprogramma degli interventi e del finanziamento necessario. Questo sarebbe meglio trasmetterlo al ministro Salvini visto che il costo dell’opera è lievitato di 160 milioni in 2 anni e al momento ce ne sono a disposizione 128 su 340 previsti”.

“Secondo l’assessore il protocollo odierno permetterà la progressiva dismissione dei passaggi a livello. Lungi da noi da mettere in dubbio quanto auspicato, ma ciò che è stato firmato dalle parti dice che a regime la linea ferroviaria rimarrà ai soli fini della gestione emergenziale del traffico ferroviario, pertanto sarà comunque attiva e in funzione e con il sedime ferroviario, nonché i passaggi a livello, anche se gli stessi entrerebbero in funzione solo in caso di emergenza. Con buona pace di chi prevede un’altra destinazione d’uso di quelle aree”, sottolinea ancora la consigliera dei Cinque Stelle.

“Infine, grazie a tale stipula secondo Amirante avremo uno sgravio di traffico per le nostre strade, cosa positiva, quindi evidentemente non ci serviranno altre infrastrutture che questa Giunta si ostina a voler costruire, ma avremo anche treni passeggeri più veloci, che però – conclude Capozzi – dovendosi fermare nella stazione di Udine non potranno esserlo nei fatti”.

Tagliamento, Capozzi: Il Comune di Latisana porti tutte le carte in Procura

“Abbiamo assistito al Consiglio Comunale di Latisana. Rimaniamo aperti al dialogo con tutti, anche per chiarire questa incresciosa situazione voluta da una politica che per troppo tempo ha preso decisioni sbagliate, poi, fortunatamente, cambiate in corso d’opera”.

Lo sostiene in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi.

“L’assessore Vignotto – evidenzia Capozzi – afferma che è ora di dire basta a chi dimostra oggi contrarietà a qualcosa che è stato approvato in precedenza, con la consegna in Procura dei nomi delle persone che si oppongono alla realizzazione delle opere. Quello che non ci è chiaro è se l’assessore si renda conto che a cambiare idea negli ultimi mesi sia stata la Giunta regionale, almeno tre volte”.

“Se siamo passati da una traversa a Pinzano (presente nel Piano gestione di rischio alluvioni fino al 2023) – incalza la consigliera di Opposizione -, ad una traversa adiacente al Ponte di Dignano, (inserita a dicembre nel Pgra in sostituzione di quella di Pinzano che doveva costare 40 milioni), poi ad una traversa adiacente al ponte di Dignano che doveva costare 200 milioni (approvata l’11 aprile 2024 dalla Giunta Fedriga) per non parlare, infine, di Ponte Traversa a Dignano (opera non prevista da nessuna parte), pare evidente che l’oggetto delle critiche dell’amministrazione di Latisana sia la Giunta regionale”.

“L’unica cosa che non abbiamo sentito nelle ore di Consiglio comunale dedicato al tema – evidenzia ancora l’esponente pentastellata – è come mai, dopo 8 anni, delle tre opere che si dovevano realizzare nel Comune di Latisana, per un costo di 38 milioni di euro e autorizzate per sostituire le casse di espansione del medio corso, solo una è stata realizzata: la diaframmatura argini a Gorgo di Latisana per 11 milioni. La seconda, il rialzo del ponte stradale che lo scorso novembre è stato chiuso durante la piena, opera da 18 milioni, fino a poche settimane fa risultava ancora in fase di progettazione e la terza, ovvero il rialzo e la diaframmatura del tratto terminale delle arginature tra Latisana e Lignano, per 9 milioni di euro, non si sa a che punto sia”.

“Ci saremmo aspettati dall’amministrazione del sindaco Sette una presa di posizione forte su queste opere incompiute – conclude Capozzi -, l’ultima perché son state cambiate le portate da far transitare nell’ultimo tratto. Quindi sarà curioso leggere le carte bollate per capire chi sia il responsabile di questi ritardi, ma noi ribadiamo la nostra posizione e rimaniamo contrari alle grandi opere impattanti sul corso del fiume, come oggi ribadito dalle principali associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale o nei giorni scorsi da illustri geologi e ricercatori come Mario Tozzi dell’Università della Sapienza di Roma o come il professor Petti dell’Università di Udine il quale ha affermato che quelle previste dalla Giunta siano dighe a tutti gli effetti, con tutta una serie di problematiche ambientali connesse”.

Ambiente, Capozzi: Continua abbattimento alberi a Cattinara

“L’abbattimento di alcuni pini maturi e la potatura di rami di una roverella nella pineta di Cattinara, all’interno del Comprensorio ospedaliero, avvenuti venerdì 2 agosto 2024, imponevano chiarimenti ed è il motivo per cui abbiamo presentato subito un’interrogazione in Consiglio regionale”.

Lo dice, in una nota, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi.

“A nostro avviso – prosegue Capozzi – non c’è stata un’adeguata informazione da parte di Asugi o della Regione, per cui appare importante sapere il numero di alberi abbattuti e potati e il motivo dell’intervento, nonché quali siano le piantumazioni volte a compensare gli abbattimenti e se ne siano previsti ulteriori. Bisogna sapere altresì, se è stata verificata la presenza di nidi di uccelli negli alberi abbattuti, visto che l’operazione è stata svolta in un periodo critico quale quello di nidificazione, che si estende da marzo a settembre, in cui solitamente certe operazioni non si dovrebbero eseguire”.

“Per noi la pineta di Cattinara è importante non solo per il valore ecologico e paesaggistico, ma anche per il benessere dei pazienti dell’ospedale, degli operatori sanitari e della cittadinanza e pertanto – conclude la pentastellata – non è il primo atto depositato in Consiglio per salvaguardarla”.

Pride FVG, Capozzi: Errore negare patrocinio a manifestazione

“La mancata concessione del patrocinio al Pride da parte del Comune di Lignano Sabbiadoro è segno che c’è ancora tanto lavoro da fare nella lotta alla discriminazione e marginalizzazione”.

Questa l’opinione della consigliera regionale Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle, intervenuta sul tema con una nota sottoscritta anche dalla senatrice pentastellata Alessandra Maiorino e dal senatore M5S Stefano Patuanelli. “C’è ancora chi cerca di sostenere che l’omosessualità sia immorale, contro natura, socialmente pericolosa – si legge nel comunicato -, neanche fossimo nell’Ottocento. Addirittura alcuni politici locali della Regione hanno definito il Pride contrario ai valori democratici. Sono ridicoli e istigano all’odio e alla discriminazione”.

“È la nostra stessa Costituzione – sottolineano gli esponenti del Movimento – a sancire in maniera granitica il diritto di ciascuna persona di svilupparsi liberamente e senza ostacoli, che la Repubblica è tenuta a rimuovere. Le istituzioni e i loro rappresentanti devono essere portatori di valori positivi, le cui azioni devono riflettere l’importanza del loro riconoscimento e dell’uguaglianza”.

“Come Movimento 5 Stelle – conclude la nota – non possiamo non stigmatizzare quanto sta accadendo e continueremo la nostra azione a difesa dei diritti delle cittadine e dei cittadini della nostra regione e di contrasto alla discriminazione e agli abusi nei confronti delle persone LGBTI+”.

Ambiente, Capozzi e Sergo: Benigno non vuole ammettere i problemi, ma il Depuratore di Lignano deve essere completato dal 2005

“E’ logico che il Presidente di una società finita, di nuovo, sotto l’occhio del ciclone per colpa di quello che dovrebbe essere il suo gioiello o comunque il suo miglior biglietto da visita capace di coniugare salute pubblica e sostenibilità ambientale, si senta attaccato e cerchi di giustificare quanto fatto, o non fatto, in questi anni, ma certe cose non si possono leggere”. A dirlo per il MoVimento 5 Stelle sono la consigliera regionale Rosaria Capozzi e il coordinatore provinciale di Udine Cristian Sergo.

“Sono 7 anni che in qualità di consigliere regionale prima e coordinatore del movimento poi ho avuto modo di evidenziare i problemi del Depuratore di Lignano – ricorda Sergo –  così come fatto durante la conferenza stampa dal Presidente di Legambiente FVG Sandro Cargnelutti. Ieri è stata rilevata la presenza importante di enterococchi nella Laguna nella stessa zona in cui è stata riscontrata anche la salmonella in eccesso nei molluschi dall’ASUFC fino a pochi giorni fa, segno, come riportato dai media della sofferenza dell’impianto. Il Cafc continua a non ammettere i problemi, ma senza consapevolezza, non si troverà mai una reale soluzione”.

“Nel Luglio 2023 ci sono stati quattro campionamenti negativi su sei controlli effettuati, con tanto di verbali di Arpa FVG per illecito amministrativo e inquinamento corpo idrico per aver superato anche di 160 volte i limiti imposti, a questi verbali si sommano agli undici presi nei 5 anni precedenti. A mettere in discussione quello che per il Presidente Benigno è un processo depurativo corretto è l’Agenzia Regionale, non altri. Per limitare i verbali la soluzione della Regione – sostiene la consigliera Capozzi – è stata quella di togliere il limite imposto per il batterio escherichia coli sui singoli controlli, concedendo al Cafc di mantenere una media annuale. Ovvero, se a giugno luglio o agosto i campioni supereranno i limiti consigliati dal Codice dell’Ambiente, la novità prevede che i loro valori sommati a quelli dei campioni prelevati in primavera o autunno siano “mediamente” inferiori a tale limite. D’inverno Arpa non analizza mai l’impianto. Si parla di riutilizzare le acque ma i valori di escherichia coli emessi dal depuratore non sono sempre conformi al regolamento europeo per il riuso, per cui prima si dovrebbe intervenire sul processo di depurazione nel suo complesso, ma in assestamento è stato bocciato un mio emendamento che chiedeva questo”.

“L’impianto è e rimarrà lo stesso sicuramente per questa e per la prossima estate. Il sedimentatore aggiuntivo, che a dire della società completa i lavori del 2015, è obbligatorio almeno dal 2019 e verrà collaudato (si spera) forse fra due estati. Sarebbe già qualcosa, perché l’ultimo realizzato nel 2015, per la metà della sua capacità progettata, deve esser ancora collaudato. In ogni caso la sedimentazione è una delle ultime attività, i problemi rimangono a monte. Sull’impatto della depurazione delle acque – concludono Capozzi e Sergo – invitiamo il Cafc a chiarirsi con la dr.ssa Paola Del Negro dell’OGS, secondo la quale i nostri mari avrebbero pochi nutrienti perché depuriamo troppo le nostre acque. Secondo Benigno invece l’impatto del depuratore sul mare è trascurabile. A chi dobbiamo credere?”.

Tagliamento, Capozzi (M5S) e Moretuzzo (Patto): No alle mega opere

“Il fiume Tagliamento rappresenta un unicum in Europa e ciò che lo rende davvero eccezionale è l’integrità ecosistemica che ancora conserva e che ne fa uno degli ultimi grandi fiumi naturali d’Europa. Per questo va assolutamente salvaguardato”. A difendere in una nota le posizioni finora sostenute dalle rispettive forze politiche sono Rosaria Capozzi, consigliera del M5S e capogruppo del Misto, e il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo.

“Ribadiamo la nostra ferma convinzione – scrivono i due consiglieri regionali – che si debba salvaguardare la naturalità del fiume, scongiurando grandi opere impattanti che rischiano di non essere né risolutive, né rispettose dell’ambiente, continuando quel lavoro iniziato nella passata legislatura per portare a riconoscere il Tagliamento come Patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, cosi come richiesto nei recenti ordini del giorno approvati dalle amministrazioni comunali di San Vito al Tagliamento e di Codroipo”.

“La querelle indecorosa cui abbiamo assistito da parte della Giunta Regionale, con un susseguirsi di posizioni contraddittorie, che la nostra mozione sottoscritta da rappresentanti di tutti i gruppi di Opposizione e successivamente bocciata da parte della Maggioranza mirava a sanare, deve finire. Crediamo sia bene fare chiarezza – insistono Capozzi e Moretuzzo – senza ulteriore confusione. Gli assessori di riferimento dicano chiaramente a che tipo di opere stanno pensando, e con quali caratteristiche”.

“La sicurezza delle popolazioni rivierasche è sicuramente un obiettivo importante e crediamo possa essere perseguita con interventi compatibili con la tutela della naturalità del fiume, come ipotizzano illustri studiosi di tutto il mondo. Ribadiamo – si legge ancora nel comunicato – la nostra ferma contrarietà a mega opere di elevato impatto ambientale, che peraltro sono già state bocciate in passato dallo stesso Laboratorio Tagliamento promosso dalla Regione”.

“Dopo 58 anni di discussioni sul Tagliamento, le nuove considerazioni devono tener conto anche degli obiettivi stabiliti dal Consiglio dell’Unione europea, che ha varato la Nature Restoration Law, entrata in vigore pochi giorni fa e che impone agli Stati membri di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi danneggiati del territorio comunitario, tra cui i fiumi, entro il 2030, e di rigenerarli tutti entro il 2050. Per cui pensare ad opere ad alto impatto ambientale e paesaggistico – concludono Capozzi e Moretuzzo – appare contraddittorio e in antitesi ai dettami europei”.

Piano energetico, Capozzi: Documento scritto in fretta e furia

“Tutti sappiamo che la decarbonizzazione ci impone di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Europa e recepiti dal Governo nazionale. Il Friuli Venezia Giulia deve raggiunge, quasi, 2 Gw di potenza installata di fonti di energia rinnovabile entro il 2030, ma dal piano è dimostrato che non sono necessarie, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ulteriori autorizzazioni di parchi fotovoltaici a terra”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi (M5S) a margine della IV Commissione che ha dato parere positivo al Piano energetico.

“Con i dati messi a disposizione, recentissimi ed aggiornati a marzo 2024 – evidenzia Capozzi -, possiamo dire che solo con il fotovoltaico derivante da impianti già installati, quelli autorizzati e quelli in fase di autorizzazione, abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati, non solo al 2024, ma anche al 2023 per la nostra Regione. Abbiamo evidenziato come il Per tenga conto di soli due impianti di potenza superiore ai 10 Mw (pari a 24 Mw), trascurando la lunga lista, che abbiamo reso nota, di impianti che nella sola provincia di Udine sono una trentina tra parchi foto e agro voltaici di potenza superiore ai 4 Mw”.

“A questi dovrebbero aggiungersi una buona parte degli impianti installati e beneficiari del bonus fotovoltaico regionale (23 mila domande soddisfatte in tutto) e del superbonus – prosegue la consigliera pentastellata-: 13 mila edifici che hanno installato un impianto (tra questi 2617 condomini che da soli avranno attivato impianti per qualche centinaio di Mw). Tutto questo, a dimostrazione che non sono necessari ulteriori parchi a terra per la nostra indipendenza energetica”.

“Da un Piano energetico regionale – incalza l’esponente di Centrosinistra – ci aspettavamo una visione più lungimirante, di scelte politiche consapevoli e non di mera esecuzione amministrativa. Quello che abbiamo trovato è un Piano che doveva esser aggiornato tre anni fa, scritto di fretta, talmente di fretta da evidenziare come nella nostra Regione ci siano ben cinque province”.

“Non abbiamo capito se si tratti di un refuso o di un messaggio di Fedriga per la prossima riforma degli Enti Locali: in ogni caso – conclude Capozzi -, ci fa capire solo che il Piano è stato scritto velocemente e non è nemmeno stato letto da chi l’ha approvato in Giunta”.