mercoledì, 22 Gennaio 2025
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Terapie intensive, preoccupante l’aumento dei posti occupati

“I numeri relativi all’occupazione dei posti di terapie intensiva in Friuli Venezia Giulia sono impietosi tanto da far pensare che i piani delle varie aziende siano completamente saltati, non sappiamo cosa questo stia comportando, ma leggendo i dati la situazione è preoccupante”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Secondo i dati forniti dall’assessore Riccardi una settimana fa, rispondendo a una nostra interrogazione, i posti letto di terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid in Friuli Venezia Giulia al 3 novembre erano 46 (di cui 39 occupati), al 14 novembre 50 (45 occupati) e al 23 novembre 59 (di cui 55 occupati) – ricorda Sergo -. Ieri i posti occupati erano 62 e il reparto di Udine è completamente saturo da un mese ormai”.

“I numeri suggeriscono che la situazione sarebbe stata fortemente sottovalutata: basti pensare che con un incremento giornaliero di sette pazienti nelle terapie intensive, come quello registrato ieri (da 55 a 62), nelle giornate del 14 e del 23 novembre ci saremmo trovati senza posti disponibili in tutto il Friuli Venezia Giulia. Per attivarli – prosegue il consigliere mMS – il vicegovernatore ha dichiarato che servono dalle 24 alle 48 ore”.

“A tutto questo – conclude Sergo – si aggiungano le affermazioni dei Dirigenti Medici del Pronto Soccorso e della Medicina d’Urgenza dell’ospedale friulano, contenute in una lettera inviata qualche giorno fa, secondo i quali la mancanza di posti letto per pazienti ad elevata intensità di cura ha trasformato l’Area Covid del pronto soccorso in una terapia semi-intensiva, arrivando fino a ventilare in maniera non invasiva 10-12 pazienti contemporaneamente, in condizioni di altissimo rischio infettivo per pazienti e operatori. Un’altra missiva, dopo quella inviata al presidente da 350 anestesisti e rianimatori, che siamo sicuri Fedriga voglia considerare come seria”.

Carburanti, serve soluzione strutturale: i confini non saranno chiusi per sempre

“Il consigliere della Lega, Diego Bernardis, parla di un non meglio precisato aumento dei consumi di carburante nell’Isontino. Non è chiaro però se questa crescita è generalizzata o vale soltanto per qualche gestore”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo.

“È vero che c’è stato un aumento di litri erogati, ma di che cosa parliamo?  Benzina o gasolio? – si domanda Dal Zovo -. Non si può inoltre nascondere che ciò sta accadendo solo perché i confini sono chiusi e quindi le persone sono obbligate a far benzina in Italia. Lo dimostra anche la domanda di nuove tessere arrivata alle camere di commercio. Basterà quindi che la situazione legata alla pandemia migliori e i confini si riaprono perché la ‘magia’ svanisca”.

“Potrebbe anche essere che ci sia qualche gestore che, avendo il prezzo più basso di altri, si trova ad avere maggior affluenza di persone che fanno rifornimento. Ma per uno che gioisce, temiamo che ce ne siano altri che piangono – aggiunge la portavoce M5S -. Per anni abbiamo chiesto, e continuiamo a farlo, che il meccanismo degli sconti preveda una maggiorazione nella fascia confinaria. Se le cose stanno effettivamente come dice Bernardis, avevamo ragione”.

“Tra l’emergenza Covid e la concorrenza che la Slovenia tornerà a fare, non vediamo un futuro roseo – conclude Dal Zovo -. Se vogliamo agire, bisogna farlo subito, ma con l’istituzione di un’area di armonizzazione fiscale, non con ulteriori tavoli o con fondi nazionali che si sommano a quelli regionali. Una soluzione che sarebbe più equa ed efficace per tutte le categorie, non solo per i benzinai”.

FVG in ritardo su trasporto pubblico scolastico

“Altre Regioni si stanno attrezzando per fare fronte alle necessità del trasporto pubblico utilizzato dagli studenti in previsione della riapertura. E noi?”. Lo denunciano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo. “Le ultime notizie arrivano dal Piemonte, dove si interviene sui turni di lezione, su corse aggiuntive e su fermate differenziate per consentire ai ragazzi di utilizzare gli autobus per raggiungere la scuola – sottolineano -. Da noi invece l’assessore Pizzimenti si siede solo in questi giorni ai tavoli con sindacati, scuole e ditte di trasporto per valutare cosa potrebbe servire per ripartire”.

“Da troppo tempo ci sentiamo dire che la soluzione dei bus turistici non è praticabile in quanto non possono percorrere i centri urbani – aggiungono i consiglieri M5S -. Ma non dimentichiamoci che alcune scuole non sono in città e possono quindi essere raggiunte da questi tipi di vettura. Se i bus turistici non sono adatti al trasporto di persone con disabilità, si potrebbero utilizzare servizi ad hoc per gli studenti che necessitano del servizio. Abbiamo avuto sette mesi per tenere conto di queste esigenze”.

“Non possiamo continuare a ragionare secondo gli schemi abituali, occorrono soluzioni innovative ma comunque semplici per venire incontro alle esigenze delle scuole e dei ragazzi – concludono Sergo e Dal Zovo -. Come proposto in un recente dibattito a cui ha partecipato anche lo stesso Pizzimenti, una possibile strada è quella di utilizzare i privati che non stanno lavorando in questo periodo di difficoltà del turismo e potrebbero essere un valido supporto per fare fronte a questa situazione. Altra questione sollevata è quella delle fermate dove il distanziamento è più difficile da rispettare da parte dei ragazzi: il Piemonte ha già pensato ad una soluzione. Infine, la nostra proposta riguarda la possibilità di differenziare l’inizio delle scuole a seconda degli istituti, in modo da diluire anche gli accessi a seconda delle zone nelle città, permettendo passaggi successivi. Speriamo che da noi le soluzioni che stanno trovando altre regioni non arrivino per l’anno scolastico 2021 – 2022”.

Regione si attivi per evitare chiusura MiniMu

“Scongiurare la chiusura del MiniMu, il Museo dei Bambini all’interno del parco di San Giovanni, a cui la Regione, tramite l’Erpac, ha chiesto di liberare gli spazi per ospitare attività dell’Università di Trieste”. Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che ha sollevato la questione durante il dibattito sul bilancio in I Commissione.

“Il MiniMu è un’iniziativa culturale a cui non si può rinunciare, in quanto rappresenta uno spazio creativo dedicato ai più piccoli. Si tratta di una realtà nata dodici anni fa, che continua a proporre iniziative di qualità anche in questi ultimi difficili particolarmente difficili” continua Ussai, che ha aderito alla petizione online promossa in queste ore.

“Ci auguriamo – conclude il consigliere M5S – che la Regione si attivi immediatamente per trovare una soluzione che scongiuri la chiusura del MiniMu e permetta ai cittadini di Trieste, con particolare riguardo alla fascia dell’età evolutiva, di continuare a fruire delle iniziative proposte dal Museo”.

Grave situazione denunciata da operatori pronto soccorso Udine

“Quando sono le forze di opposizione a denunciare la situazione drammatica nei pronto soccorso, il presidente della Regione accusa di voler denigrare e ‘gufare’, ora che sono gli operatori che quotidianamente operano in prima linea nella lotta al Covid, ci auguriamo che Fedriga si renda conto della situazione e cerchi di risolverla, senza girare lo sguardo”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Andrea Ussai. “Il presidente della Regione non si occupi solo del colore ma anche di una seconda ondata gestita male Gli ospedali pieni, le case di riposo sono in buona parte colpite dal virus. Non crediamo che arriverà un ‘mea culpa’, ma speriamo almeno in provvedimenti per fronteggiare le a pesanti criticità evidenziate”.

“Il presidente e il vice Riccardi, anche rispondendo a una nostra interrogazione la scorsa settimana, cercano di rassicurare sulla disponibilità di posti letto, ma sia le terapie intensive che gli altri reparti sono in evidente difficoltà. Le immagini che circolavano ieri sera sui siti di informazione e sui social erano, purtroppo, significative; e la lettera dei trenta Dirigenti Medici della SOC Pronto Soccorso-Medicina d’Urgenza di Udine, indirizzata al direttore generale di ASUFC, Massimo Braganti, non lascia spazio ai dubbi” sottolineano i consiglieri M5S.

“Per quanto riguarda le terapie intensive, è stato confermato che Udine è satura da un mese e che ora verranno spostati dieci pazienti a Trieste – aggiungono i portavoce -. Il piano di potenziamento della Regione sta definitivamente saltando, considerato che ai 120 posti di terapia intensiva iniziale il piano di potenziamento ne prevedeva 55 in più. In merito alla nostra interrogazione, Riccardi aveva detto che i posti dedicati ai pazienti Covid erano 59, oggi i ricoveri sono 62: ciò significa che stiamo ricoverando persone nei posti inizialmente previsti per i no Covid”.

“L’allarme già lanciato da anestesisti e rianimatori all’inizio di novembre tracciava un quadro preoccupante per i nostri ospedali, ma evidentemente non si è intervenuto in maniera sufficientemente efficace per migliorare la situazione – continuano Ussai e Sergo -. Molto più facile prendersela con il Governo, come accaduto qualche giorno dopo, per avere posizionato il Friuli Venezia Giulia in zona arancione. La priorità deve essere quella di migliorare la risposta sanitaria e evitare gravi situazioni come quelle denunciate nei giorni scorsi, ascoltando le istanze degli operatori. Altrimenti anche l’eventuale zona gialla, che potrebbe arrivare nei prossimi giorni, sarebbe una vittoria di Pirro”.

Garantire risorse per operatori sanitari esclusi da ‘premi-Covid

“Aumentare i fondi per garantire agli operatori della sanità impegnati nella lotta al Covid, ma esclusi dall’apposita premialità, progetti da finanziare con le Risorse aggiuntive regionali (RAR), attualmente invariate rispetto all’anno scorso”. Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che ha avanzato la proposta nel corso della riunione della III Commissione, impegnata a esaminare la parte del bilancio relativo al comparto sanitario.

“Nei mesi scorsi avevamo chiesto di aumentare la dotazione regionale di 2 milioni lordi per i cosiddetti ‘premi Covid’, in aggiunta ai 9 milioni statali, ma la nostra proposta era stata respinta – ricorda Ussai -. Oggi, in un bilancio in cui la sanità fa ancora di più la parte del leone, ottenendo 50 milioni in più rispetto all’anno scorso, riteniamo doveroso rimpinguare le RAR per coloro che hanno contribuito ad arginare la pandemia: pensiamo ad amministrativi, tecnici e personale sanitario ma anche alle indennità di malattie infettive per gli autisti delle ambulanze. Gli operatori in questione stanno affrontando la seconda ondata e le Risorse aggiuntive regionali messe a disposizione con l’accordo sindacale del 6 agosto sono già esaurite”.

“Abbiamo inoltre chiesto delucidazioni all’assessore Riccardi per quanto riguarda i vaccini anti-influenzali al personale sanitario, in particolare a coloro che hanno patologie croniche e che, essendo soggetti a rischio, non hanno potuto vaccinarsi per carenza di dosi – conclude il consiglieri M5S -. Ci è stato assicurato che a breve sarà garantita la copertura dell’intero fabbisogno per il Friuli Venezia Giulia”.

Assessori ignari dei finanziamenti promessi da Fedriga al Parco del Mare

“È assurdo che gli assessori presenti alla seduta della Commissione non abbiano saputo dire nulla sul progetto del Parco del Mare e sui relativi finanziamenti della Regione”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la riunione di questo pomeriggio sulla Commissione attività produttive sugli strumenti di bilancio. “L’assessore Sergio Bini ha apertamente dichiarato di non saperne nulla, e la sua collega Barbara Zilli non è intervenuta nella discussione”.

“Tutto questo dopo che il presidente Fedriga ha promesso un intervento finanziario da parte della Regione, ma al momento di queste risorse non sappiamo nulla, così come non conosciamo niente sui presunti vantaggi futuri – aggiunge Sergo -. Come già affermato nel giorno della presentazione del progetto, il timore è che a guadagnarne saranno soltanto i costruttori. A questo punto, considerato che gli assessori non se sanno nulla, chiediamo allo stesso presidente di spiegare come intenda intervenire”.

“La sensazione è che le parole dette da Fedriga siano una forma di captatio benevolentiae nei confronti di alcuni imprenditori – conclude l’esponente M5S -. Ancora più sconcertante è il fatto che, in uno scenario come quello attuale, le risorse promesse dalla Regione, e quelle che saranno messe in campo dalla Camera di Commercio, probabilmente agli stessi imprenditori farebbero più comodo per fronteggiare l’emergenza che non per finanziare un enorme punto di domanda”.

Peste suina, la Giunta conferma che la caccia non è la soluzione

“L’assessore Riccardi ha confermato quanto da noi affermato qualche giorno fa: sparare e uccidere i cinghiali, non serve a fermare l’eventuale arrivo della peste suina. Anzi, può produrre l’effetto contrario”. Lo sottolinea la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, dopo la risposta del vicepresidente della Regione a un’interrogazione sul tema della consigliera Mara Piccin, che invece sosteneva la necessità di allargare le maglie per la caccia.

“Come avevamo ricordato, la Regione Friuli Venezia Giulia due anni fa aveva già effettuato, in accordo con la Repubblica di Slovenia, un piano straordinario di abbattimento di 250 scrofe in territorio italiano e 250 in quello sloveno, per ridurre le nascite nell’anno successivo – aggiunge Dal Zovo -. Giustamente quindi, la Direzione e l’assessore hanno specificato come non serva predisporre altri piani di abbattimento di ordine sanitario, specificando una cosa importantissima, che la consigliera Piccin dovrebbe leggere bene: l’eradicazione del cinghiale sul territorio è fortemente sconsigliata da tutti i maggiori esperti del settore, cosa confermata dalla Comunità Europea”.

“Anche questo lo avevamo detto più e più volte e meno male che abbiamo avuto conferma anche dall’assessore Riccardi che, ricordiamo, fa parte della stessa forza politica della consigliera. È stato ribadito che, diminuendo drasticamente il numero esemplari, si consentirebbe la creazione di spazi liberi, che verrebbero riempiti da animali provenienti da altri territori, Slovenia su tutti – continua la capogruppo -. Ci spiace che le nostre note vengano sempre prese, soprattutto dalla consigliera, come interventi contro la caccia e a sostegno delle associazioni animaliste. Naturalmente non nascondiamo la nostra posizione sull’attività venatoria, che non consideriamo né uno sport, né una pratica essenziale, ma le riflessioni che proponiamo sono sempre informate e documentate”.

“Anticipiamo che scriveremo al prefetto di Trieste, Valerio Valenti, che pochi giorni fa aveva fatto ripartire la caccia, chiedendogli di rivedere la sua posizione, alla luce di questa importante nota della Direzione Salute della Regione. Alla consigliera Piccin, invece, vogliamo dire grazie, perché per una volta ha fatto qualcosa contro la caccia”.

Saturazione posti terapia intensiva, situazione critica e sottovalutata

“Risulta incomprensibile come in primavera, con un picco di 61 ricoveri in terapia intensiva, avevamo 102 posti letto dedicati Covid sui 207 totali previsti, mentre oggi, nonostante i 10 milioni arrivati dal Governo per il potenziamento di questi reparti, abbiamo 59 posti dedicati ai malati di Covid. È evidente che qualcosa non torna”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la risposta dell’assessore Riccardi alla sua interrogazione sulla situazione delle terapie intensive in Friuli Venezia Giulia.

“Un’interrogazione su cui si poteva discutere già il 9 novembre scorso in riscontro alla lettera di anestesisti e rianimatori che denunciavano la carenza di posti letto e invitavano a non fornire numeri suggestivi ma non reali – ricorda Sergo -. Un aspetto su cui è necessario fare tutta la necessaria chiarezza”.

“Riccardi ha cercato, come prevedibile, di rassicurare sulla disponibilità di posti letto e sulla capacità di attivarli in 24 o 48 ore. Resta il fatto che, per esempio, a Udine al 29 ottobre, quindi ben prima dell’escalation di casi, il reparto era già saturo con 21 posti disponibili sebbene il piano regionale dei 175 prevedesse per quella struttura 50 posti. Questo ha fatto sì che, almeno secondo quanto riferito dai relativi familiari, un paziente ricoverato a Tolmezzo sia stato trasferito a Trieste perché a Udine non c’erano posti” puntualizza l’esponente M5S.

“Secondo il dato fornito dall’assessore, al 23 novembre avevamo 59 posti letto attivati in terapia intensiva dedicati Covid, con un picco di 56 ricoveri che porta l’occupazione ben oltre il 95% – conclude Sergo -. Considerato, tra l’altro, che il 30% dei posti occupati sul totale di quelli disponibili è la soglia che rappresenta un parametro fondamentale per rientrare nelle diverse zone previste dal Dpcm, continueremo a tenere alta l’attenzione affinché non si verifichino più casi di spostamenti per mancanza di posti nei nostri ospedali”.

Case di riposo, piani pandemici crollati come castelli di carta

“I numeri forniti dall’assessore Riccardi sulle positività da Covid all’interno delle case di riposo preoccupano e confermano come non si sia agito per tempo nell’individuare strutture adeguate per la quarantena”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la risposta del vicepresidente della Regione all’interrogazione sull’emergenza nelle strutture per anziani.

“Durante la prima ondata i contagi nelle case di riposo furono di 676 casi tra gli ospiti e 281 tra gli operatori, ora siamo arrivati rispettivamente a 1.334 e 569, coinvolgendone 106 su un totale di 165, anche se non è stato fornito un quadro puntuale delle strutture interessate – sottolinea Ussai -. Già a giugno avevamo chiesto nuove strutture dedicate per la quarantena, in modo da affrontare le esigenze anche per i mesi a venire: ma né su questo aspetto, né su quello relativo alla carenza di personale, si è agito tempestivamente”.

“Secondo notizie di stampa, Asugi nei giorni scorsi avrebbe comunicato l’impossibilità di trasferire anziani positivi non gravi in ‘aree Covid’, cosa che ritengo gravissima – aggiunge il consigliere -. Non tutte le case di riposo sono in grado di garantire gli standard organizzativi e strutturali per gestire la presenza di positivi al loro interno. Tanto più che i sindacati denunciano carenza di dispositivi di protezione individuali (guanti, camici e mascherini) in molte strutture, anche in questa seconda ondata. Occorre quindi agire sulle modalità di approvvigionamento, anche attivando per tutte le case di riposo l’apposito sistema informatico di Insiel”.

“Sempre per quanto riguarda Asugi, non risulta attivata la task force di infermieri e operatori socio sanitari prevista dal piano pandemico per supportare l’assistenza e l’effettuazione di tamponi nelle strutture per anziani che vengono sostenute soltanto da alcuni operatori dell’Azienda in forma volontaria – conclude Ussai -. È mancato in sostanza un concreto piano di supporto organizzativo: i piani pandemici, che prevedono il trasferimento tempestivo degli ospiti positivi in strutture dedicate, sono crollati come castelli di carta davanti a questa situazione”.

Regione non si lavi le mani su abbandono Torre

“Abbiamo voluto sollecitare la Giunta regionale per evitare l’abbandono del parco archeologico di Torre e, più in generale, del quartiere storico pordenonese. Per tutta risposta, l’assessore Gibelli ha di fatto dichiarato di volersene lavare le mani”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, dopo il question time in aula che ha riguardato anche la sua interrogazione in materia.

“Il quartiere di Torre è stato completamente escluso da ogni progettualità e sinergia con il centro cittadino di Pordenone, le attività commerciali presenti stanno chiudendo e il parco del sito archeologico, che pure potrebbe essere un importante aspetto per candidatura della città a capitale della cultura 2022, è in uno stato di degrado quando invece sarebbe un’area ideale per ospitare eventi all’aperto” ricorda Capozzella.

“Da parte dell’assessore Gibelli c’è stata soltanto un’auto assoluzione, rimarcando soltanto come questa situazione sia in capo alla Sovrintendenza, che peraltro non ha nemmeno una struttura stabile assolutamente necessaria in un capoluogo come Pordenone – continua il consigliere -. Al di là di chi fa cosa, ci auguriamo che la Regione non si trinceri dietro una questione di competenze, svolgendo un ruolo di pungolo per evitare che un sito importante e un intero quartiere vengano completamente abbandonati”.

Scongiurare chiusura temporanea di rianimazione a Gorizia

“Il reparto di rianimazione a Gorizia rimane aperto finché a Trieste e Udine reggono i numeri relativi ai pazienti in terapia intensiva. Una spada di Damocle che non tranquillizza un territorio che rischia di trovarsi temporaneamente senza importanti servizi”. Lo rimarca la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, che ha presentato un’apposita interrogazione a cui l’assessore Riccardi ha dato risposta oggi in aula.

“Tra le ipotesi al vaglio di Asugi – afferma Dal Zovo – c’è quella di chiudere il reparto di rianimazione a Gorizia per trasferire il relativo personale, in particolare gli anestesisti, a Trieste nel caso di attivazione di nuovi posti Covid. Una situazione che, a turno, si starebbe già verificando”.

“Secondo quanto affermato dall’assessore, Asugi sta vagliando diverse possibilità in caso di pressanti necessità di posti in terapia intensiva, ricordando come già durante la prima ondata Gorizia sia stata riconvertita in reparto Covid – sottolinea la capogruppo M5S -. Una situazione che, secondo Riccardi, non si è ancora verificata ma che potrebbe anche presentarsi nelle prossime settimane”.

“Naturalmente ci auguriamo che la situazione non peggiori ma, nella malaugurata ipotesi che siano necessari nuovi accorgimenti, abbiamo capito che a farne le spese sarà l’Alto Isontino, con la chiusura, seppur provvisoria, della rianimazione a Gorizia, reparto fondamentale per assicurare il diritto alla salute di un intero territorio. Fa specie il silenzio assordante del sindaco di Gorizia, su questa paventata ipotesi – conclude Dal Zovo – che impatterebbe direttamente e soprattutto sulla comunità che lui amministra”.

Violenza sulle donne, strada da percorre ancora lunga

“Purtroppo anche stamattina, proprio nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, dobbiamo registrare altri due femminicidi, che portano il numero delle donne morte per violenza in Italia a 93 dall’inizio dell’anno. Una strage silenziosa, per la maggior parte fatta all’interno delle mura domestiche”. Lo rileva la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Ilaria Dal Zovo.

“A questo dato dobbiamo aggiungere tutte le donne che subiscono violenza psicologica, o sono vittime di stalking o violenza sessuale, della quale non conosciamo nemmeno il numero complessivo, perché ancora troppe sono le donne che non trovano il coraggio di denunciare e chiedere aiuto (in base a quanto riportato dall’Istat, solo il 12% delle violenze viene denunciato), e subiscono in silenzio le violenze fatte da chi dice di amarle” sottolinea Dal Zovo.

“Secondo l’Istat, una donna su tre ha subìto qualche forma di violenza nel corso della sua vita, soprattuto in ambito familiare – aggiunge la capogruppo M5S -. In Italia, sono circa 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subìto violenza fisica o sessuale, molestie o tentativo di omicidio o di stupro. Gli autori delle violenze più gravi sono prevalentemente partner o ex partner. Non possiamo rimanere in silenzio davanti a certi numeri”.

“La strada da percorrere è ancora molto lunga e passa anche attraverso politiche che possano rendere la donna libera e indipendente soprattutto dal punto di vista economico – rimarca Dal Zovo -. Il femminicidio è solo l’atto estremo di un mondo sommerso, fatto di violenze quotidiane; e il lockdown, purtroppo, ha influito pesantemente su queste violenze: le donne si sono trovate chiuse in casa con il loro carnefice. Dobbiamo lavorare e tanto, sul contrasto alla violenza, in ogni sua forma e contro ogni essere vivente. La sensibilizzazione sul tema deve partire dalle scuole, dai nostri bimbi. Ognuno di noi può fare molto, ogni genitore può insegnare il rispetto dell’altro e la tutela della vita umana”.

Legge diritto allo studio pionieristica su analfabetismo funzionale ed emotivo

“Abbiamo votato oggi una legge importante, la prima in Italia a riconoscere le gravi piaghe dell’analfabetismo funzionale ed emotivo, facendo del Friuli Venezia Giulia una regione pioniera, con l’auspicio che questa strada venga intrapresa anche a livello nazionale”. È il commento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, dopo l’approvazione in aula del disegno di legge sul diritto allo studio, a cui era abbinata anche la proposta di legge del Gruppo M5S finalizzata proprio al contrasto dell’analfabetismo emotivo e funzionale.

“Ma questo testo è anche il primo a rispondere alla necessità, ancora più marcata in questa fase di didattica a distanza, di dare anche a insegnati e genitori l’opportunità di rivolgersi a sportelli di counseling gratuiti – aggiunge Capozzella -. Su quest’ultimo aspetto, riteniamo molto positivo l’accoglimento del nostro emendamento che prevede la possibilità di fruire non solo di psicologi, ma anche di councelor, figure riconosciute dalla legge nazionale e che hanno la competenza per orientare in modo consapevole le persone che si rivolgono agli sportelli”.

“Per quanto riguarda gli altri aspetti della legge, l’individuazione di un unico soggetto per gli interventi di diritto allo studio è una scelta che consideriamo opportuna, in quanto persegue l’obiettivo della semplificazione. Inoltre, apprezziamo la vocazione pluringuistica che accompagna gli studenti dalla scuola secondaria di primo grado fino all’approdo nel mondo del lavoro, avvicinando così la scuola alle realtà economiche del Friuli Venezia Giulia. Guardiamo con favore – conclude il consigliere regionale – anche al sostegno del comodato dei libri di testo e gli alloggi per gli studenti, oltre al riconoscimento economico per garantire i supporti didattici ai ragazzi con disturbi dell’apprendimento”.

Misure finanziarie confermano quanto da noi sostenuto un mese fa

“Accogliamo con favore il disegno di legge che prevede misure finanziarie, recuperando 51,8 milioni di euro. Un intervento che va nella direzione che avevamo indicato già durante il dibattito sull’ultimo ‘miniassestamento’ di bilancio”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, durante il dibattito in Commissione sul ddl presentato dalla Giunta, che approderà domani in aula.

“In quella circostanza avevamo sottolineato come ci fossero molti capitoli di spesa che tenevano ferme risorse per un centinaio di milioni, a nostro avviso, non utilizzabili entro la fine dell’anno – ricorda Sergo -. Una situazione che abbiamo rilevato spesso e che meriterebbe un approfondimento sulla capacità di spendere i fondi stanziati. Nel 2020, visto lo specifico momento storico, può essere anche normale non riuscire a spendere soldi messi a bilancio un anno fa, per questo è importante avere recuperato una parte di quelle risorse, con la speranza di riuscire a dare risposte concrete al nostro tessuto produttivo e sociale”.

“Grazie a questo lavoro è stato possibile, ad esempio, reperire i fondi anche per lo scorrimento delle graduatorie per l’acquisto di autoveicoli green – aggiunge la capogruppo Ilaria Dal Zovo -. A settembre, secondo l’assessore Scoccimarro, sarebbero stati necessari due anni per reperire i soldi necessari, ma già all’epoca abbiamo sostenuto che se c’è la volontà politica reperire i soldi non è un problema. Oggi ne abbiamo la dimostrazione”.

Sparite le ordinanze sui molluschi a Lignano e in Laguna: miracolo?

“Per quali motivi le ordinanze relative al divieto di raccolta e commercializzazione dei molluschi si sono azzerate nella costa di Lignano e nella Laguna di Grado e Marano, mentre invece fioccano nell’area triestina e monfalconese?”. A chiederlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, che già a settembre aveva presentato un’interrogazione in merito, ma senza ricevere risposte dall’assessore.

“Dal mese di marzo non vengono più emesse queste ordinanze da parte dell’Azienda sanitaria per quanto concerne la Laguna e la zona lignanese, tanto che nell’anno in corso ne abbiamo avute soltanto tre, mentre nel 2019 furono 13 e l’anno precedente 14 – ricorda Sergo -. Contrariamente, nella zona di produzione di Trieste abbiamo avuto 17 ordinanze nel 2020 rispetto a una sola nel 2019”.

“A cosa si deve questa inversione di tendenza? – si domanda il consigliere M5S – Le analisi continuano ad essere effettuate? Può esser spiegato questo fenomeno solo con lo spostamento del Direttore del Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti di origine animale dall’Azienda sanitaria Bassa Friulana Isontina a quella Giuliano Isontina? Oppure dobbiamo ritenere che è davvero sparita l’escherichia coli dalla laguna e dalla costa di Lignano? È possibile che la questione sia legata al minore afflusso di persone sulle spiagge e quindi si conferma un problema di depurazione delle acque quando abbiamo troppi turisti sulle nostre spiagge? Qualcosa è evidentemente successo, salvo miracoli”.

“Chiediamo ovviamente di conoscere le motivazioni – conclude Sergo – così come attendiamo di avere gli esiti del ‘focus group’ sulle problematiche della Laguna annunciato dall’assessore Scoccimarro nel gennaio del 2019, di cui a distanza di quasi due anni non si hanno segni di vita. La questione, tuttavia, è competenza dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, che in questo momento ha ben altro di cui occuparsi: una petizione contro il senatore Morra”.

Covid, Fedriga ha finalmente cambiato atteggiamento

“Abbiamo visto un presidente diverso: sembra quasi che si sia reso conto oggi che doveva cambiare atteggiamento e spiegare la situazione che lui conosceva bene, tanto da imporre misure più restrittive che poi ha ritirato”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle dopo la conferenza stampa del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e del vicepresidente Riccardo Riccardi.

“Al presidente vogliamo ribadire la nostra disponibilità a collaborare – continuano gli esponenti pentastellati – ricordandogli però che da tempo lo sollecitiamo a porre maggiore attenzione su alcune situazioni critiche, evitando di aizzare le folle e di sbraitare contro il Governo. Le misure prese dall’esecutivo nazionale hanno sempre avuto l’obiettivo di garantire la salute dei cittadini e ridurre la curva epidemica. Molto spesso abbiamo sottolineato come partecipare a manifestazioni di piazza non fosse un buon segnale da dare alla popolazione”.

“Oggi abbiamo visto il presidente Fedriga seriamente preoccupato per i numeri in crescita nella nostra regione e abbiamo sentito le sue intenzioni di prevedere restrizioni maggiori per le zone dove, secondo lui, i cittadini non si comportano bene – aggiungono i consiglieri -. Da almeno un mese chiediamo misure mirate più restrittive, per tutta risposta abbiamo sentito dipingere una situazione tranquilla in Friuli Venezia Giulia e oggi sentiamo dare degli irresponsabili a quei cittadini che di fatto hanno seguito le sue parole e le indicazioni di quei sindaci che incitavano alla disobbedienza. Non ci sembra corretto nei confronti di chi, compresi i nostri imprenditori, sta patendo le conseguenze di certi atteggiamenti, quelli sì irresponsabili”.

“Se l’aumento dei casi non è maggiormente esponenziale anche nella nostra regione – concludono i portavoce M5S – è grazie alle scelte responsabili del Governo nazionale e al comportamento della maggior parte dei cittadini, nonché degli operatori sanitari, certamente non di quegli amministratori che sono scesi in piazza per contestare quelle decisioni (creando assembramenti), salvo riconoscere alla fine la necessità di imporre maggiori restrizioni”.

Ribadiamo contrarietà al Parco del Mare

“Ribadiamo la nostra contrarietà al Parco del Mare di Trieste”. Lo affermano i consiglieri regionali e comunali di Trieste e Muggia del MoVimento 5 Stelle, dopo la presentazione del progetto in Camera di Commercio. “Naturalmente non ci opponiamo alla riqualificazione dell’area su cui dovrebbe sorgere la struttura, ma non possiamo nascondere le nostre perplessità sulla sostenibilità del progetto e sulla realizzazione di una ‘prigione del mare’ che nulla ha a che fare con la cultura marinaresca che una città come Trieste può veicolare”.

“Da anni chiediamo un serio business plan per un Parco che nel corso degli anni ha cambiato più volte localizzazione e per il quale si sparano numeri di potenziali visitatori senza alcuna visione – aggiungono gli esponenti M5S in Consiglio regionale -. Tanto più in una fase in cui si gridano allarmi per la tenuta delle nostre imprese commerciali, turistiche e di ristorazione, sbandierare questi progetti non è nel nostro modo di vedere la società e la comunità che vogliamo. I dubbi sulla sostenibilità economica non sono certo stati fugati, anzi in tempi di pandemia sono ancora più attuali, e non vorremmo rimanga l’ennesima occasione in cui ad avvantaggiarsene sia solo il costruttore. Sì dice che sognare non costi nulla, qui invece i costi ci sono e non vorremmo si tramutasse il tutto in un incubo per la città”.

“Il business plan presentato al Comune ipotizza un numero di visitatori piuttosto fantasioso – sostengono i portavoce nei Consigli comunali -. Ma, ammesso e non concesso che il numero di visitatori previsti per il Parco del Mare sia credibile, si pone il problema urbanistico: il sito previsto per la sua realizzazione è un ‘cul de sac’ alla fine delle Rive, già in affanno per quel che riguarda parcheggi e collegamenti su cui gravitano gli utenti dei circoli nautici e dei due stabilimenti balneari storici presenti in zona. I recenti accadimenti hanno tolto dall’agenda la piscina terapeutica, che altrimenti sarebbe della partita. Non si capisce quindi come questa area della città possa reggere un flusso così copioso di turisti”.

“Ma ci opponiamo anche alla realizzazione di un grande acquario, con animali rinchiusi in una vasca spacciata per strumento di educazione e sensibilizzazione. Trieste, da città di mare per eccellenza, dovrebbe invece ospitare un museo capace di educare i cittadini al rispetto di un elemento fondamentale per il futuro del nostro pianeta e di chi lo abita. Troviamo assurdo che nel 2020, quando si stanno già sviluppando idee diverse anche per quanto riguarda i circhi con animali, si possa anche solo pensare di realizzare un nuovo acquario in Italia. La cultura della libertà, che soprattutto in questi mesi ci sta particolarmente a cuore, non può essere insegnata davanti a una gabbia”.

Appello al prefetto Valenti: “Consentire spostamenti tra Comuni per servizi”

“Preghiamo il prefetto Valenti di rivedere la sua posizione”. Lo chiedono i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, dopo la risposta negativa del Prefetto di Trieste e Commissario di Governo a un interrogativo di Confartigianato sulla possibilità di spostarsi dal proprio Comune per usufruire di determinati servizi, come ad esempio quelli offerti da parrucchieri e estetisti.

“Siamo ben consci che il periodo che stiamo attraversando non sia dei migliori ma è anche vero che le attività che svolgono servizi alla persona, lo fanno con una persona alla volta e adottano tutte le misure di contenimento previste dei protocolli sottoscritti con il Ministero della Salute, oltretutto lavorando su appuntamento” sottolineano i consiglieri.

“In regioni attualmente in zona rossa è consentito lo spostamento in Comuni diverso da quello di residenza per recarsi da parrucchieri, estetisti, ma anche da gommisti o carrozzieri di fiducia. Non capiamo perché nella in Friuli Venezia Giulia non si possa prevedere questo tipo di spostamento per svolgere attività individuali. Non consentire questi movimenti significa impedire alle attività, soprattutto a quelle situate in piccoli paesi, di lavorare, mentre paradossalmente si vedono nei negozi di fronte persone di diversi paesi fare la spesa. Per questo – concludono Dal Zovo e Sergo – chiediamo al Prefetto di rivedere la sia posizione in merito”.

Ripristinare chiusura grandi negozi sabato e domenica

“Con il ritiro dell’ordinanza regionale 41 si viene a creare una disparità tra centri commerciali e altre grandi superfici di vendita, con i primi che devono rimanere chiusi nei giorni festivi e prefestivi, mentre parchi commerciali o grandi negozi possono rimanere aperti”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Quell’ordinanza aveva il pregio di prevedere la chiusura di tutti i punti vendita con una superficie superiore ai 400 metri quadrati nelle giornate di sabato e domenica – ricorda l’esponente M5S -. Il presidente Fedriga ha poi voluto ritirarla per aprire il suo braccio di ferro con il Governo, contrariamente, ad esempio, all’Emilia Romagna che ha mantenuto questa previsione pur passando in zona arancione”.

“Così facendo, il presidente della Regione ha ricreato una situazione di disparità fra realtà commerciali di fatto analoghe. Chiediamo con forza – conclude Sergo – di tornare a prevedere una chiusura di tutte le grandi superfici di vendita nei festivi e prefestivi, anche per evitare spostamenti e affollamenti che in questa fase sono assolutamente da evitare”.