mercoledì, 22 Gennaio 2025
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Caccia non è soluzione contro peste suina

“Incredibile come si cerchi di mischiare un rischio sanitario,con una attività ludica di alcuni”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, replicando alle dichiarazioni della consigliera Mara Piccin (Forza Italia), che annunciando un’interrogazione, accosta la possibile diffusione della peste suina alle limitazioni per la caccia.

“A novembre 2019 la Direzione Salute aveva già emanato un provvedimento che consentiva l’abbattimento illimitato di cinghiali, fino al raggiungimento di 250 femmine in età fertile, per fermare l’ipotetico arrivo della peste suina nel nostro territorio – ricorda Dal Zovo -. Già quella volta avevamo detto che la questione non può essere affrontata in questo modo, ma deve essere affrontata da tecnici ed esperti in materia sanitaria, non da cacciatori”.

“Al contrario, cacciare può peggiorare la situazione per quanto riguarda la diffusione di epidemie legate al mondo animale – aggiunge l’esponente pentastellata -. Ricordiamo alla consigliera Piccin che, affinché la peste arrivi nella nostra regione, non è necessario un cinghiale malato come vettore: basta l’ingestione di prodotti alimentari infetti (compresi scarti di cucina), un contatto con oggetti contaminati dal virus o morsi di zecche infette. Nei giorni scorsi avevamo sottolinea come un rapporto IPBES avesse sottolineato come, per arginare le pandemie, sia necessario ridurre al minimo le occasioni di incontro tra fauna selvatica ed essere umano, cosa che la caccia di certo non può fare”.

“Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, il virus potrebbe essere arrivato in Europa proprio con cinghiali e maiali selvatici spinti verso l’Unione Europea da battute di caccia su grande scala praticate in Russia – sottolinea Dal Zovo -. Quindi cosa vogliamo fare? Continuare con queste modalità? Vogliamo ricordare alla collega Piccin, che noi siamo vicino alle associazioni animaliste, ma anche il suo partito dovrebbe esserlo visto che tra i suoi membri c’è Michela Vittoria Brambilla, che sempre si espone per salvare gli animali e anche contro la caccia – conclude la capogruppo M5S -. Noi una posizione ce l’abbiamo, Forza Italia evidentemente deve ancora trovarla”.

Telemedicina e assistenza a domicilio, avanza il progetto presentato ad aprile?

“A che punto è il progetto di telemedicina annunciato la scorsa primavera dal vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi?”. Se lo chiedono i consiglieri regionali Cristian Sergo e Andrea Ussai (MoVimento 5 Stelle) e Franco Iacop (PD).

“Il 30 aprile veniva comunicata l’approvazione del progetto, finanziato con i fondi donati dai cittadini e destinato alle persone affette da Covid-19 – ricorda Iacop- e da subito abbiamo interrogato la Giunta e l’Assessore Riccardi sulla natura di questo servizio, nonché invocato la convocazione della III Commissione su questi temi, ma dopo sei mesi non è mai stata fissata. Il 24 luglio scorso, la Protezione Civile è stata autorizzata ad acquisire la strumentazione ed i servizi necessari alla realizzazione dell’iniziativa di telemedicina, tagliando fuori Insiel che inizialmente doveva essere il soggetto principale del servizio”.

“L’avviso per raccogliere le manifestazioni di interesse è scaduto il 4 settembre, alla fine dello stesso mese ho presentato io un’interrogazione all’Assessore – prosegue Sergo – per sapere a che punto fosse il progetto, ma nonostante siano passati due mesi e mezzo dalla scadenza non ci sono evidenze, nemmeno sul sito della Protezione Civile, sull’esito della gara né sulle tempistiche per l’attivazione tale servizio . Il rischio è di avere il materiale ma non il personale necessario per il suo funzionamento”.

“La telemedicina può rappresentare uno strumento utile per sgravare le strutture ospedaliere – ribadisce Ussai -, tanto più in questa fase, con 9.923 persone in isolamento. Sarebbe inoltre opportuno conoscere a che punto è l’attivazione e l’implementazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziali (USCA), fondamentali per gestire la prima ondata e che dovrebbero garantire in modo uniforme su tutto il territorio regionale un’assistenza di 12 ore 7 giorni su 7, monitorando e assistendo i pazienti affetti da Covid-19, sia a domicilio sia presso le residenze per le persone anziane e con disabilità. Bisognerebbe infine fare il punto sul potenziamento delle risorse umane assegnate ai distretti per la presa in carico territoriale dei soggetti positivi più fragili e a maggior rischio di complicanze”.

Ok accordo con pediatri per tamponi, ora i medici di base

“Apprendiamo con favore l’intesa tra Regione e pediatri di libera scelta per fare in modo che anche questa categoria possa effettuare i tamponi. Un accordo che avevamo sollecitato un mese fa senza ottenere risposta”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“In un’apposita interrogazione avevamo chiesto all’assessore Riccardi di conoscere quando pediatri e medici di medicina generale avrebbero potuto eseguire i tamponi e rafforzare la lotta alla diffusione del Covid – aggiunge Ussai -. Il vicepresidente, non sapendo cosa rispondere, si rifugiò in una critica al Governo e alla ministra Azzolina. Bene quindi l’accordo con i pediatri, aspettando quello con i medici di medicina generale”.

Sanità, ‘premi Covid’ finalmente arrivati ma non per tutti

“Finalmente, dopo mesi, le varie Aziende hanno chiuso gli accordi con i sindacati per il premio Covid. Purtroppo, però, in alcuni casi non sono stati riconosciuti i bonus ad alcune categorie di lavoratori impegnate nell’emergenza”. Lo rilevano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai

“Ricordiamo innanzitutto che avevamo presentato un emendamento per ampliare le risorse stanziate per il premio Covid agli operatori sanitari – aggiungono gli esponenti M5S -, puntando ad aumentare i 2 milioni che la Regione ha aggiunto ai 9 milioni assegnati al Friuli Venezia Giulia dallo Stato. Ma l’assessore Riccardi e la maggioranza di centrodestra hanno bocciato quell’emendamento”

“Ora però ci troviamo ad esempio, come denunciato dai sindacati, con ASUFC che ha deciso di destinare il premio solo ai lavoratori che sono stati in prima linea (terapie intensive e sub intensive), escludendo però amministrativi, tecnici e altro personale sanitario, a loro volta importanti per arginare la prima ondata di Covid-19, che auspichiamo ottengano il premio in una fase successiva attraverso le cosiddette RAR (Risorse Aggiuntive Regionali)” sottolineano Dal Zovo e Ussai.

“Chi rientra nella ‘premialità Covid’ avrà il bonus liquidato probabilmente già a novembre, mentre il restante personale dovrà attendere. Il nostro obiettivo, con l’emendamento bocciato dalla maggioranza, era proprio quello di ampliare i fondi messi a disposizione dalla Regione, in aggiunta alle risorse statali, in modo anche da non creare queste disparità e non attingere dalle RAR, invariate rispetto agli anni scorsi e fondamentali per altri scopi, tra cui l’abbattimento delle liste d’attesa – concludono i consiglieri -. Ci auguriamo quindi che al più presto vengano trovate soluzioni e sia riconosciuto l’impegno anche degli altri operatori”.

Mediocredito, giusto pretendere velocità ma si valutino le cause

“Fare i processi a Mediocredito dopo averla di fatto privatizzata è alquanto ambiguo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Nel corso della scorsa legislatura abbiamo sempre cercato di mettere in luce quanto avvenuto negli anni nell’istituto di credito regionale. Lamentarsi adesso è giusto e doveroso, laddove ci sono pratiche incagliate che devono dare risposte rapide ai nostri imprenditori, ma tutto questo andava pensato anche prima di vendere il 53% ai privati”.

“Da quanto ci risulta, negli ultimi quattro anni la Banca ha perso una trentina di dipendenti. Alcuni vengono distaccati da Iccrea ma non di certo per seguire le pratiche di aiuto alle imprese. È plausibile che l’ondata di richieste di aiuti abbia sommerso l’istituto di pratiche da svolgere” aggiunge il consigliere M5S.

“La domanda è cosa abbia fatto la regione per tamponare questa emergenza – conclude Sergo -. Se la risposta è che con il 47% non si riesce a incidere su questi problemi allora sarebbe da chiedere a chi di dovere se è soddisfatto di aver venduto quelle quote quando c’era una forza di opposizione, la nostra, che dimostrava tutta la propria contrarietà”.

Da Lega solite polemiche, ma serve lavorare su dati critici come fatto dal Veneto

“È davvero ironico leggere le dichiarazioni del capogruppo della Lega, Mauro Bordin, che ci accusa di attaccare il presidente Fedriga e di difendere posizioni preconcette contro gli interessi regionali”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle. “Per difendere le attività economiche del Friuli Venezia Giulia si sarebbe dovuto agire per tempo, e non con un’ordinanza tardiva dopo avere cavalcato i malumori della piazza”.

“Bordin ha passato mesi a dire che lo stato di emergenza era soltanto un pretesto per tenere in vita il Governo, senza contare le lotte di altri consiglieri leghisti per l’apertura delle discoteche o i cattivi esempi del suo capo politico che non indossava la mascherina neanche in eventi istituzionali – ricordano gli esponenti pentastellati -. Quanti danni hanno causato questi atteggiamenti che minimizzavano la gravità della situazione?”.

“Dalla Giunta e dalla Lega arrivano continuamente richiami a non attaccare chi guida la Regione, ma evidentemente per loro non vale la stessa cosa nei confronti del Governo, così come ancora aspettiamo che la tanto auspicata collaborazione tra forze politiche si concretizzi. Al momento – aggiungono i consiglieri M5S – siamo ancora alle troppe mancate risposte su svariati temi, a cui vengono preferite le solite e stucchevoli ironie su monopattini e banchi con le rotelle”.

“Al capogruppo leghista ricordiamo, come abbiamo già fatto al presidente, che i parametri su cui si fonda la collocazione nelle diverse aree sono scientifici e non discrezionali, oltre a essere noti alle Regioni – conclude il Gruppo consiliare -. Ora bisogna evitare le recriminazioni e lavorare per migliorare i dati più critici, come evidentemente è riuscito a fare il Veneto. Noi, come sempre, siamo disponibili a fare la nostra parte”.

Scelte Governo basate su evidenze scientifiche

“Ancora una volta il presidente del Friuli Venezia Giulia attacca le scelte del Governo, dimenticandosi però che sono basate su evidenze scientifiche avallate dalle stesse Regioni e rese disponibili da tempo dal Ministero sulla base dei dati settimanali”. Così il Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle commenta le dichiarazioni di Massimiliano Fedriga dopo il passaggio del FVG nella cosiddetta “zona arancione”.

“Nel presentare l’ordinanza emessa insieme a Veneto ed Emilia Romagna – rimarcano i consiglieri Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai – lo stesso Fedriga aveva affermato come quel testo non avrebbe bloccato l’eventuale passaggio da una zona all’altra. Ma è stata un’assunzione di responsabilità tardiva: invece di polemizzare e scendere in piazza contro il Dpcm, se avesse voluto davvero tutelare le attività produttive, il presidente della Regione avrebbe potuto prevedere misure più restrittive due settimane fa, come da noi suggerito, in modo da alleggerire gli ospedali già in forte sofferenza. Avesse agito per tempo, forse oggi saremmo ancora in ‘area gialla’”.

“La posizione di Fedriga è alquanto contraddittoria – concludono gli esponenti M5S -, in quanto si lamenta di una scelta secondo lui immotivata da parte del Governo, quando in realtà conosce perfettamente i parametri che hanno portato a questa decisione, visto che è la stessa Regione a comunicare i dati all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero e che le Regioni partecipano alla cabina di regia che ha stabilito l’automatismo che regola la collocazione nelle diverse zone. Piuttosto aiuti i cittadini a capire quali sono i parametri in peggioramento e quali i rischi che corriamo, per non trovarci fra pochi giorni a discutere se entreremo in zona rossa o meno”.

Giusto fermare caccia durante l’emergenza

“La consigliera Piccin probabilmente non è a conoscenza del rapporto IPSEB, recentemente uscito, che mette in correlazione pandemia e biodiversità, proponendo delle soluzioni”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, in replica alle dichiarazioni dell’esponente di Forza Italia che chiede di aprire la caccia tutto l’anno. “Tra le proposte del rapporto, avanzate non da noi o dagli animalisti ma da 22 esperti di rilevanza mondiale, nei campi della zoologia, della sanità pubblica, dell’economia e della giurisprudenza, in rappresentanza di tutti i continenti, ce ne sono due in particolare alla quale dobbiamo porre attenzione”.

“La prima riguarda la prevenzione della pandemia riducendo il contatto con la fauna selvatica – spiega Dal Zovo -. Il rapporto sottolinea che il rischio di pandemie può essere notevolmente ridotto, contenendo le attività umane che causano la perdita di biodiversità, aumentando il livello di conservazione della natura e allargando l’estensione delle aree protette esistenti, creandone delle nuove, riducendo lo sfruttamento insostenibile delle regioni del pianeta ad alto grado di biodiversità. Questo porterà alla riduzione del contatto tra fauna selvatica ed esseri umani e aiuterà a prevenire la diffusione di malattie conosciute e nuove malattie. In sostanza, si dice chiaramente di lasciare in pace la fauna selvatica”.

“La seconda, invece, indica come sia necessario ridurre i rischi di malattie zoonotiche nel commercio internazionale attraverso la riduzione o l’eliminazione delle specie ad alto rischio di malattia nel commercio della fauna selvatica, il rafforzamento dell’applicazione della legge in tutti gli aspetti del commercio illegale della fauna selvatica e il miglioramento dell’educazione delle comunità locali rispetto ai rischi per la salute legati al commercio di fauna selvatica” aggiunge la capogruppo M5S.

“Inoltre, vogliamo ricordare alla consigliera Piccin, come più volte autorevoli organi, e non il MoVimento Cinque Stelle o le associazioni animaliste, abbiano constatato come le politiche fatte finora si siano rivelate sbagliate – rimarca Dal Zovo -. La pressione venatoria messa in atto sulle specie animali non ha fatto altro che aumentare il loro numero e il foraggiamento, legale o meno, non ha fatto altro che portare gli animali nei centri abitati, così come la distruzione e la non manutenzione dei luoghi dove abitualmente vivono”.

“I dati lo dimostrano. Se prendiamo ad esempio il piano faunistico provinciale della provincia della consigliera, ovvero Pordenone, del 1999 notiamo che il censimento segnalava 130 esemplari di cinghiali, e il piano prevedeva il ripopolamento conservativo della specie. Con la legge 30 si è previsto tra le misure l’autogestione venatoria dei distretti e ad oggi, la situazione dei numeri di cinghiali, o anche altre specie cacciabili, è di gran lunga superiore ai 130 del 1999. Il censimento effettuato per l’annata venatoria 2019/2020, parla di 683 esemplari nella solo provincia di Pordenone. Ciò vuol dire che delegare ai cacciatori un’attività prettamente nazionale e regionale, non ci ha portati a risolvere il problema, ma bensì ad aumentarlo in maniera esponenziale” aggiunge la capogruppo M5S.

“Se a tutto questo aggiungiamo che la caccia non è certo una attività essenziale, soprattutto nel corso di una pandemia, non possiamo che dirci a fianco della richiesta avanzata dalle associazioni animaliste di fermare la caccia in questa fase emergenziale, per buon senso e perché al giorno d’oggi le persone hanno acquisito una sensibilità maggiore nei confronti della fauna selvatica – conclude Dal Zovo -. Sarebbe ora di chiedersi e di chiedere alla popolazione se sia ancora utile praticare la caccia o meno”.

Analfabetismo funzionale tema cardine nel futuro della scuola

“Le audizioni con gli attori della scuola in Friuli Venezia Giulia hanno confermato come il tema dell’analfabetismo funzionale sia centrale. La proposta di legge presentata dal MoVimento 5 Stelle, e recepita dalla Giunta nel suo disegno di legge, ha quindi colto nel segno”. Lo rileva il consigliere regionale M5S, Mauro Capozzella, dopo la riunione di oggi della VI Commissione.

“In particolare la presidente dell’Associazione nazionale dei presidi FVG, Teresa Tassan Viol, ha rimarcato come l’analfabetismo funzionale, tema su cui il nostro testo si è incentrato, sia alla base dell’abbandono scolastico” ha aggiunto il consigliere.

“Si tratta quindi di una questione che le istituzioni devono affrontare e, in questo senso, prevederlo nella legge sul diritto alla studio in fase di approvazione è fondamentale – conclude Capozzella -. Ma anche il mondo della scuola, che sulla tematica è stato un po’ lento nel seguirne l’evoluzione, deve compiere un passo in avanti nel fronteggiarla”.

Urgente potenziare le corse del trasporto pubblico locale

“Dalle immagini che circolano sui social, o semplicemente salendo su un autobus, emerge come i fatti ci diano ragione: nonostante il limite di capienza ridotto al 50%, è impossibile garantire il distanziamento tra le persone sui bus. Ci attendiamo quanto prima un reale potenziamento del servizio in Friuli Venezia Giulia, chiedere maggiori controlli ci sembra scontato”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo.

“La situazione per chi deve prendere i mezzi pubblici, e non certo per divertimento, continua a comportare un rischio evitabile attraverso l’implementazione del servizio con altre vetture – continuano gli esponenti M5S -. Le scene che si ripetono quotidianamente cozzano, tra l’altro, con i mancati guadagni lamentati dalle aziende di trasporto, senza dimenticare le consistenti risorse previste dal Governo e che la Regione ha continuato a pagare i corrispettivi del contratto annuale”.

“Lo stesso presidente Fedriga ha dichiarato in aula che l’ipotesi di utilizzare gli autobus turistici si è arenata a causa dell’impossibilità di quei mezzi di transitare nei centri urbani – concludono i consiglieri regionali -. Ma non ci si può fermare di fronte a questo ostacolo: servono nuove vetture e un potenziamento delle corse negli orari di maggiore afflusso di utenti, anche solo rimodulando gli orari delle altre tratte, ad esempio quelle che dovrebbero portare a scuola i ragazzi delle superiori che adesso usufruiscono della didattica a distanza”.

Covid, allarme professionisti smentisce Giunta e traccia situazione grave

“L’allarme lanciato dal sindacato di anestesisti e rianimatori conferma quanto avevamo affermato nei giorni scorsi: il Friuli Venezia Giulia ha raggiunto i livelli di guardia sia nei Pronto Soccorso che per quanto riguarda le terapie intensive”. Lo sottolineano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle. “Quanto dichiarato dagli operatori fa capire che la situazione non è rosea, come sbandierato fino a poche ore fa dal presidente Fedriga e dall’assessore Riccardi”.

“La Regione, rispondendo alle nostre domande, ha sempre minimizzato ogni problema affermando di avere 175 terapie intensive attive. I medici però ritengono che solo 45 siano posti dedicati ai pazienti Covid, aggiungendo che questi posti sono ormai saturi e che in ogni caso per implementarli servirebbe personale che attualmente non c’è. Il caso emblematico è quello di Udine – aggiungono i consiglieri Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo, Andrea Ussai e Mauro Capozzella – con 50 posti di terapia intensiva sulla carta ma solo 21 per i Covid”.

“Oggi è lo stesso Fedriga a dichiarare alle televisioni nazionali di prendere molto sul serio quanto affermato da anestesisti e rianimatori, quando poche ore prima i direttori dei Dipartimenti (magari sollecitati da qualcuno più in alto…) replicavano a quello stesso comunicato, ribadendo che le terapie intensive sono complessivamente 175, ma senza di fatto smentire la gravità della situazione” rimarcano gli esponenti M5S.

“La sensazione è che Fedriga e la sua Giunta siano in evidente difficoltà – concludono i consiglieri- Sarebbe il caso che il presidente si assuma la responsabilità di scelte mirate, che siamo pronti a sostenere con lo spirito collaborativo che ci ha sempre contraddistinto, per evitare di mettere completamente in ginocchio un sistema sanitario già in difficoltà e di finire in zona arancione o rossa”.

Parti di donne contagiate dal Covid negli ospedali hub

“Accentrare i parti di donne positive al Covid negli ospedali principali (‘hub’) per garantire la sicurezza dei percorsi di tutti”. Lo dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che presenterà un’interrogazione sul tema per conoscere come si stanno attrezzando le Aziende sanitarie in questo senso.

“Ieri la Direzione Medica di Presidio dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia ha stabilito che, in caso di indisponibilità ad accogliere i pazienti positivi al Covid a Udine, dove tutte le strutture dedicate attualmente risultano saturate, gli stessi dovranno essere trattati presso gli ospedali di base (i cosiddetti ‘spoke’) – ricorda Ussai-. Un’eventualità che andrebbe scongiurata, nel caso le strutture ‘minori’ non abbiano né i mezzi né la formazione specifica per affrontare un ‘parto Covid’ senza infettarsi”.

“Per capire se siamo allo sbando o se si tratta di una scelta pianificata interrogheremo l’assessore Riccardi – anticipa l’esponente pentastellato – per sapere se esiste un documento di procedura ufficiale, validato dalla Direzione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, sulla gestione delle gravide accertate positive al Covid nei distinti trimestri di gravidanza e relativo alle prestazioni programmate urgenti e ai ricoveri, che suddivida i percorsi di pertinenza degli ospedali spoke e di quelli hub”.

“Nel caso di Udine – conclude il consigliere M5S – dovesse risultare l’assenza di un tale documento e che il presidio di Santa Maria della Misericordia sia la sola struttura aziendale in grado di garantire in sicurezza una ‘gravidanza Covid’ la locuzione ‘se per caso non c’è posto, la gestite voi’ risulterebbe inaccettabile”.

Altri 300 milioni dal Governo per tpl, potenziare le corse

In arrivo altri 300 milioni per le imprese del trasporto pubblico locale con il Decreto Ristori Bis. “Ora basta con i tagli alle corse e ci si adoperi per potenziare il servizio” affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai.

“Continuiamo a vedere situazioni di difficoltà nel trasporto pubblico locale, e per la prima volta anche il presidente Fedriga ha dichiarato che abbiamo avuto e abbiamo un problema in questo settore, cosa che fino a metà ottobre veniva negata in ogni sede dall’assessore Pizzimenti. Con i nuovi fondi messi a disposizione dall’esecutivo Conte – sostiene il Gruppo consiliare M5S – ci attendiamo un vero potenziamento, a differenza di quanto fatto finora con solo 15 mezzi aggiuntivi, mentre altre Regioni hanno incrementato il parco vetture anche di 350 veicoli

“In un momento in cui dovremmo iniziare a invitare le persone a stare a casa per limitare l’aumento esponenziale della curva dei contagi sul nostro territorio che sta mettendo sotto stress le strutture ospedaliere, ci sono ancora tantissimi lavoratori che devono raggiungere i posti di lavoro, sarebbe controproducente e illogico arrivare a tagliare corse. Semmai – aggiungono i consiglieri – andrebbero implementate in alcuni orari e tratte per evitare assembramenti, affollamenti e garantire il 50% di riempimento previsto dal Governo. Non vorremmo infatti trovarci nella situazione, già vissute questa primavera, di operatori del sistema sanitario, spesso precari, che per raggiungere in taxi il posto di lavoro pagavano più di trasporti di quanto effettivamente percepivano”.

“Il fatto che gli studenti delle scuole secondarie non svolgano più le lezioni in presenza non deve essere occasione per tornare all’orario estivo o, peggio ancora, per tagliare ulteriori corse o per attivare la cassa integrazione per gli operatori del settore, considerati gli sforzi del Governo e della Regione per garantire le entrate previste dai contratti stipulati, sopperire ai mancati guadagni e rimborsare i biglietti non utilizzati – conclude la nota -. Basterebbe rivedere gli orari e potenziare il servizio laddove serve in questo momento. Un qualcosa cui sicuramente hanno pensato le ditte che gestiscono il servizio durante l’estate per farsi trovare pronti a quella che da molti veniva prevista come una seconda ondata”.

Pronto Soccorso Udine non riesce ad accogliere pazienti Covid

“Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Udine chiede di non accogliere più i pazienti Covid e di portarli nelle altre strutture dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale”. Lo rende noto il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai. “Una richiesta motivata con la saturazione di tutte le strutture del presidio hub di Udine, comprese la postazioni per pazienti ventilati Covid”.

“Non possiamo che esprimere grande preoccupazione per questa situazione – commenta Ussai – considerato che anche gli altri ospedali sono in difficoltà e si trovano con i rispettivi Pronto Soccorso pieni”.

“Il problema non riguarda solo le terapie intensive – conclude il consigliere M5S – ma un territorio ancora da rinforzare e che non riesce a fare da filtro e ad arginare gli accessi al Pronto Soccorso”.

Inaccettabile l’accusa di malafede da parte della Lega

“Inaccettabile l’accusa di malafede da parte del capogruppo della Lega, Mauro Bordin, nei nostri confronti”. Così il Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle replica alle parole dell’esponente leghista. “Bordin evidentemente non ricorda quando ha dichiarato in aula che la mascherina non serve a nulla, mentre anche ieri nella riunione con i capigruppo il suo stesso presidente ha veicolato un messaggio ben diverso – aggiungono i consiglieri M5S -. Il capogruppo dovrebbe sapere che i provvedimenti vengono resi pubblici solo dopo la loro approvazione: accade a livello nazionale come nella nostra regione”.

“Come ha sottolineato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, le Regioni partecipano alla cabina di regia che monitora i dati sul contagio da mesi e quindi hanno partecipato al processo che ci ha portato fino a qui – sottolinea il Gruppo pentastellato -. Conoscono i parametri presi in considerazione, conoscono il percorso e comunicano i dati al Ministero. Non basta solo l’indice Rt come parametro. Ce ne sono molti altri come ad esempio il tasso di risposta degli ospedali o la capacità di tracciamento. Per questo Fedriga avrebbe dovuto sapere da sé che la nostra regione, grazie anche al lavoro virtuoso fatto dalla regione e ai fondi statali messi subito a disposizione, non poteva ricadere in zona arancione o rossa’”.

“Invitiamo il capogruppo Bordin, se proprio è interessato a chi rilascia dichiarazioni in malafede – rimarcano gli esponenti del MoVimento 5 Stelle – a riflettere su alcuni post e commenti scritti sui social media da un ex consigliere regionale, ora dipendente del Consiglio, secondo il quale la scelta dei ‘colori’ delle Regioni sia stata affidata più alla camorra che agli enti preposti. Segnaleremo l’accaduto al presidente Zanin per valutare se ci siano gli estremi per un intervento disciplinare”.

“Per quanto ci riguarda, la malafede proprio non ci appartiene – conclude la nota del MoVimento 5 Stelle -. Abbiamo semplicemente rilevato come in un momento come questo non si perda occasione di recriminare ogni cosa venga fatta a livello nazionale. Esprimere dissenso, dicendo anche ciò che non va, rientra nella normalità della dialettica politica e deve essere fatto. Dare un segnale ai cittadini di non unità e di dittatura dall’alto è invece una strumentalizzazione”.

Ddl diritto studio, bene attenzione ad analfabetismo funzionale

“Il disegno di legge sul diritto allo studio, illustrato oggi in Commissione, recepisce le nostre istanze sul tema dell’analfabetismo funzionale ed emotivo. Bene ha fatto l’assessore Rosolen a inserire una questione così importante nel suo testo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.

“Un anno fa abbiamo presentato una proposta di legge di modifica alla normativa sul diritto allo studio, incentrata sul contrasto all’analfabetismo funzionale ed emotivo, anche attraverso appositi sportelli di counseling rivolti a studenti, famiglie e operatori – ricorda Capozzella -. Al momento dell’illustrazione della nostra pdl, l’assessore concordò sulla necessità di un intervento in materia: la ringraziamo per avere mantenuto la parola e avere accolto la nostra proposta nel disegno di legge”.

Apprezzamento è stato espresso anche dal consigliere regionale M5S Andrea Ussai, “in particolare per avere inserito nel ddl il tema dell’educazione civica e ambientale. Soprattutto su quest’ultimo aspetto, riteniamo particolarmente opportuno il suo richiamo all’interno della legge”.

Dpcm, Fedriga eviti solito balletto propagandistico

“Il balletto propagandistico di Fedriga è diventato ormai prevedibile e stucchevole. Prima chiede che il Governo decida, poi si lamenta che le Regioni sono state esautorate, fingendo di non conoscere cose che invece sa benissimo”. Così il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia dopo le dichiarazioni del presidente della Regione a seguito dell’ultimo Dpcm.

“Il presidente Fedriga sapeva fin da subito la posizione del Governo rispetto alla nostra regione. Il collocamento del Friuli Venezia Giulia nell’area ‘gialla’ del grado di pericolosità non è mai stata argomento di discussione, visto che i parametri su cui si è basata la scelta erano inequivocabili in questo senso – assicurano i consiglieri Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai -. Quindi dire che ha saputo dai giornali o dalla conferenza stampa del presidente Conte la fascia di appartenenza della regione è un messaggio sbagliato da dare alla popolazione”.

“Sarebbe ora che il presidente la smetta di giocare in piazza o sui mezzi di comunicazione e inizi a dire le cose come stanno – attaccano gli esponenti M5S -. Abbiamo già assistito ai suoi atteggiamenti ondivaghi: la sera a dire in piazza agli imprenditori che le misure del Governo erano sbagliate e che si sarebbe battuto per farlo modificarle, salvo poi venire un aula a dirci che probabilmente serviranno interventi più pesanti”.

“Anche questa volta, Fedriga non ha mancato di cavalcare la questione e ha preferito fare ancora un po’ di propaganda, facendo vedere che il Governo decide tutto solo e si interfaccia con le Regioni solo a cose fatte. Noi sappiamo che non è così, e lo sa bene anche il presidente” sottolineano i consiglieri pentastellati.

“Lo stesso Fedriga, non più tardi di una settimana fa, ci ha chiesto unità e collaborazione e noi ribadiamo la volontà di lavorare insieme per affrontare questa situazione – conclude la nota del Grupo consiliare -. Ma la volontà deve essere ferma da entrambe le parti, e la correttezza pure”.

Concorso Arcs nello stesso luogo del Centro tamponi

“Questa mattina si sono tenute le prove scritte pratiche per 250 partecipanti del concorso dell’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute. Tutto normale se non fosse che il luogo è lo stesso in cui è stato collocato il Centro tamponi alla Fiera di Martignacco”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Avevamo segnalato alla Direzione Salute una situazione analoga nelle settimane scorse a Monfalcone, augurandoci che non si ripetesse  e infatti li son stati presi i dovuti accorgimenti ma a Udine a quanto pare no – aggiunge Sergo -. Purtroppo questa inopportuna sovrapposizione si è registrata anche oggi alla Fiera udinese”.

“Ai candidati è stato raccomandato di fare particolare attenzione e di indossare sempre la mascherina chirurgica, vista la possibilità di incrociare persone potenzialmente positive al Covid. Ma sappiamo tutti ormai come le semplici mascherine chirurgiche che erano state raccomandate ai partecipanti anche nelle guide di accesso alle strutture per lo svolgimento del concorso servano più per difendere il prossimo che viceversa. Come se non bastasse – conclude il consigliere – abbiamo letto che il Centro tamponi si trova al secondo piano del padiglione scelto. Pensando all’accessibilità del sito che deve esser idonea a tutti viene da pensare che si costringano tutti i cittadini a seguire i percorsi utilizzati da chi potrebbe essern contagioso. Speriamo almeno che per chi accede al centro vaccini nelle medesime strutture non abbia gli stessi problemi”.

Trasporto pubblico, Fedriga smentisce Pizzimenti

“L’assessore Pizzimenti afferma che i soldi dal Governo per i servizi aggiuntivi del trasporto pubblico locale non sono arrivati. A smentirlo però è il suo stesso presidente”. Lo rimarcano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle in Friuli Venezia Giulia, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai.

“Il Ministero dei Trasporti ha stanziato complessivamente 300 milioni di euro, nella prima tranche da 150 milioni alla nostra regione sono stati destinati 2,63 milioni – ricordano gli esponenti M5S -. Le Regioni, che hanno competenza in materia di trasporto pubblico locale, sono già autorizzate ad attivare servizi aggiuntivi per fronteggiare l’emergenza in corso”.

“Ma a smentire Pizzimenti non sono solo le cifre del Ministero o le dichiarazioni del MoVimento 5 Stelle – sottolineano i consiglieri -. Ieri in aula il presidente Fedriga ha dichiarato che le risorse per il trasporto pubblico non sono state spese per le difficoltà nell’impiego nei centri abitati di mezzi turistici. Da qui i soli 15 mezzi messi a disposizione in più in una Regione che conta più di 200 Comuni”.

“Ci auguriamo che questi problemi vengano superati e che si possano al più presto utilizzare le risorse, statali e regionali, per aumentare il parco mezzi in Friuli Venezia Giulia ed evitare gli affollamenti sugli autobus e alle fermate. Da parte nostra – conclude il Gruppo pentastellato – appoggeremo ogni iniziativa in questo senso”.

Accolto ordine del giorno M5S su danni da bostrico

Intervenire quanto prima per far fronte ai danni causati dal bostrico tipografo, che sta infestando i boschi del Friuli Venezia Giulia. È l’impegno che la Giunta regionale si è presa, accogliendo ieri un ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle.

“Nel 2019, e in maniera ancora più evidente con l’inizio del 2020, si è osservato un generalizzato aumento delle popolazioni di bostrico tipografo in moltissime aree della regione, prevalentemente a carico del materiale legnoso schiantato non ancora recuperato dopo Vaia, ma non solo” ricorda il consigliere M5S Cristian Sergo, primo firmatario dell’ordine del giorno.

“Si tratta di un insetto che può rivelarsi devastante a causa dell’intervento antropico nella gestione del bosco, in particolare a seguito di eventi calamitosi. I principali metodi di controllo del parassita sono essenzialmente di tipo preventivo e comprendono la bonifica forestale, tagli fitosanitari, alberi esca e trappole a feromone” aggiunge l’esponente pentastellato.

“Come ricordato dal Sottosegretario alle Politiche agricole e forestali, Giuseppe L’Abbate, in risposta a un’interrogazione dell’on Bubisutti, le Regioni possono destinare, attraverso i Piani di Sviluppo Rurale, apposite risorse per la prevenzione e il ripristino dei boschi danneggiati dal bostrico -conclude Sergo -. Con il nostro ordine del giorno abbiamo chiesto alla Giunta di intervenire, concedendo contributi ad hoc a favore dei Comuni e dei privati. Apprezziamo l’impegno dell’assessore Zannier a intervenire già nella prossima legge di stabilità: le polemiche inutili le lasciamo agli altri, noi lavoriamo per trovare le soluzioni”.