mercoledì, 22 Gennaio 2025
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“Grandi derivazioni idroelettriche, ddl Giunta ancora carente”

“Dopo tre mesi dalla nostra proposta di legge per la gestione delle grandi derivazioni idroelettriche, è stat0 finalmente depositato in Consiglio regionale il disegno di legge della Giunta, appena in tempo per l’approvazione entro il 31 ottobre prevista dalla legge nazionale”. Lo affermano i firmatari della pdl 98 ‘Disciplina delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico in Friuli Venezia Giulia’, Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai (M5S), Mariagrazia Santoro, Nicola Conficoni, Enzo Marsilio e Diego Moretti (PD), Tiziano Centis e Simona Liguori (Cittadini), Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli (Patto per l’Autonomia) e Furio Honsell (Open – Sinistra FVG).

“Un testo su cui la Giunta non ha inteso ascoltare né le opposizioni, che già a fine giugno avevano presentato una proposta di legge, né i sindaci della montagna, interessati dalla questione – sottolineano i consiglieri -. Non a caso, rispetto alla prima stesura del 7 agosto, e dopo il passaggio al Consiglio delle Autonomie Locali dello scorso 15 settembre, l’esecutivo ha dovuto fare marcia indietro su una serie di aspetti relativi alle concessioni”.

“Innanzitutto – puntualizzano gli esponenti di opposizione – come avevamo previsto nella nostra pdl, è stato introdotto che, in caso di società mista pubblica/privata, rimanga in capo alla Regione il 51%. Inoltre, su richiesta avanzata dai sindaci al CAL e come indicato dalla proposta di legge che abbiamo depositato a fine giugno, si prevede che le risorse derivanti dalle concessioni vengano destinate anche alla valorizzazione turistica delle aree montane”.

“Rimangono ancora alcuni aspetti che il disegno di legge giuntale trascura – concludono i firmatari della pdl 98 -. Oltre a un approfondimento sulla mitigazione dell’impatto ambientale e sugli aspetti occupazionali, la nostra battaglia continuerà fino a quando i proventi dei canoni di concessione e l’energia obbligatoria ceduta dai concessionari non torneranno interamente alla montagna. Nonostante le richieste avanzate dai sindaci, la Giunta prevede che solo il 50% rimanga ai territori interessati. Confidiamo nella volontà di ascolto della maggioranza, che su questo tema finora non c’è stata, per approvare una legge storica per i nostri territori montani”.

Risorse insufficienti per politiche abitative

“Le risorse per le politiche abitative annunciate oggi in Commissione sono assolutamente insufficienti. Per questo abbiamo votato contro i testi presentati”. Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, dopo la riunione della IV Commissione che ha approvato due delibere della Giunta.

“Il fondo per il recupero di alloggi da destinare alle Ater, che ammonta a 4 milioni fino al 2022, di fatto non consente alcun tipo di azione concreta – sottolinea Dal Zovo -. Eppure la stessa delibera sottolinea come l’emergenza Covid finirà con l’aumentare la richiesta di edilizia residenziale, ma le risorse non basteranno certo a soddisfare la maggiore domanda”.

“E anche le risorse stanziate per la tanto sbandierata misura per l’acquisto della prima casa non basteranno a soddisfare le necessità. Parliamo infatti – sostiene la capogruppo – di uno stanziamento di 32 milioni di euro nel 2021- 2022 quando le domande dovrebbero ammontare a un totale di 75 milioni. È inutile ampliare la platea, quando poi non si riesce a garantire le risorse. ci siamo detti molto preoccupati della situazione in regione: in questo modo i cittadini rimarranno in attesa di alloggi o del bonus prima casa”.

Referendum, cittadini hanno capito la riforma

“I cittadini, nonostante la propaganda per il no delle ultime settimane, hanno capito l’importanza di questa riforma. Hanno provato in tutti i modi, anche agitando lo spauracchio della vecchia riforma Renzi, a spacciare questa come una fregatura. Invece i cittadini si sono informati e hanno capito l’importanza”. Questo il commento del Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia al risultato del referendum sul taglio dei parlamentari.

“Oltre a essere una vittoria dei cittadini, quella di oggi è la vittoria dell’unico movimento che negli ultimi anni sta riuscendo a concretizzare la volontà popolare in proposte legislative – continuano i consiglieri M5S -. Ed è la grande sconfitta di chi non ci ha creduto, dimostrando di votare Sì in Parlamento solo per interesse di partito, ma sui territori ha sguinzagliato i suoi per cercare di convincere gli elettori a votare No, nella flebile speranza di dare una spallata al Governo e senza pensare al boomerang che gli arriverà contro”.

“Ora spetta ai partiti in Parlamento trasformare questo Sì nella prosecuzione di un processo riformatore epocale per ottenere aule legislative di maggiore qualità, dando la giusta credibilità alle istituzioni – conclude la nota -. I prossimi passaggi sono già in agenda, a partire da una legge elettorale che garantisca governabilità e rappresentatività, con l’introduzione delle preferenze per dare più potere ai cittadini. Il M5S continua la sua opera incessante per cambiare il Paese e le sue istituzioni, e lo fa sulla base di quanto promesso in campagna elettorale. Questa è la vera rivoluzione”.

Snua, quando la Regione si occuperà di rifiuti non sarà mai tardi

“L’incendio alla Snua è l’ennesima sconfitta di questa Regione e di quel territorio. Per anni una mancata regia regionale non solo ha permesso la costruzione di impianti sovradimensionati per le nostre esigenze ma ha inevitabilmente lasciato in mano ai privati tutta la gestione”. Lo afferma in una nota il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale. “Anche laddove il servizio di raccolta e smaltimento è gestito da società pubbliche, queste appaltano il servizio o conferiscono i rifiuti in impianti di privati che giustamente mirano più a tutelare i propri interessi che quelli dei cittadini”.

“Abbiamo appreso con sgomento che la finanziaria regionale Friulia sia entrata a far parte della società Bioman di Maniago che già detiene il 54% di Snua di Aviano – continuano i consiglieri Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai -. Un’azione che dal punto di vista economico potrà essere sicuramente interessante, ma in contrasto con il ruolo di arbitro che dovrebbe rivestire la Regione in questa partita. Soprattutto se pensiamo al fatto che è lei ad autorizzare gli impianti come avvenuto nel recente ampliamento di Maniago, dove si trattano 315 mila tonnellate di rifiuti quando in tutta la regione ne raccogliamo 150 mila (e dovremmo ridurne la produzione invece che aumentarla). All’interno della società, di cui è stato vicepresidente fino al 2019, ha ancora delle partecipazioni il senatore della Lega Vallardi, mentre tutta Italia è venuta a sapere di come alla società fosse legata anche la deputata Vania Gava tramite un suo collaboratore. Lo stesso, dopo un’indagine di fanpage.it, fu costretto alle dimissioni per non creare imbarazzi ulteriori alla Gava”.

“Gli incendi della Snua sono capitati nell’ottobre 2019 di sabato e nella giornata di ieri. Ora, se non si vuole credere alla natura dolosa degli stessi, quantomeno si può dire che la sicurezza dell’impianto non è adeguata e difficilmente si può pensare che la parte secca non riciclabile (praticamente di tutto) che è andata a fuoco in queste ore non sia dannosa per la salute dei cittadini costretti di nuovo a rimanere tappati in casa – proseguono gli esponenti M5S -. Sabato scorso un impianto simile ha preso fuoco a Montebello, nel vicentino, la società che lo gestisce è la Futura srl recentemente finita sui giornali locali per esser stata da poco venduta da un imprenditore che è finito nel mirino della Procura Antimafia di Napoli. La stessa Futura risulta comproprietaria, con i soci della Bioman, della società Berica Ambiente di Pasian di Prato, insieme alla Cooperativa friulana Idealservice, che a sua volta è all’interno della società Bioman e che ha sede nello stesso indirizzo della Berica Ambiente. Il tutto con la presenza nei vari consigli di amministrazione di Enzo Gasparutti, già presidente di Legacoop FVG e della Idealservice, oggi presidente di Berica Utilya, nonché amministratore delegato di una società che tiene corsi di prevenzione degli incendi nei luoghi di lavoro, il quale siede nel cda della Bioman con il potere di rappresentanza della società in ordine ai piani di sviluppo della Regione Friuli Venezia Giulia”.

“Lo sviluppo della Regione a nostro avviso deve passare dal Consiglio Regionale. Prendiamo atto che la nostra richiesta di convocazione della IV commissione consiliare non è stata minimamente presa in considerazione dall’ufficio di presidenza della stessa che nella stesura del calendario dei lavori per settembre e ottobre non ha trovato un giorno da dedicare alla gestione dei rifiuti regionale – conclude la nota -. Evidentemente non se ne vuole parlare e intanto i rifiuti aumentano, li importiamo anche da altre regioni, le colonne di fumo si alzano, i cittadini stanno chiusi in casa, i bambini non possono giocare all’aperto e le bollette aumentano. Esattamente il contrario di come dovrebbero andare le cose”.

Covid, ‘caso Trieste’ certificato dai numeri

“I numeri certificano l’esistenza di un ‘caso Trieste’, come da tempo sosteniamo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, commentando i dati Ires secondo cui nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia tra marzo e aprile di quest’anno si è registrato il 48,5% in più di decessi rispetto allo stesso periodo del 2019. “Già ai primi di maggio, in una seduta del Consiglio regionale a Udine, avevo sostenuto che sarebbe stato molto interessante confrontare i dati di mortalità rilevati in questi mesi con quelli degli anni precedenti”.

“Negli ultimi giorni anche l’assessore Riccardi aveva richiesto chiarimenti rispetto al fatto che si sarebbero registrati come decessi legati al Covid anche casi di incidenti di pazienti positivi. Azione corretta – rimarca Ussai – ma che dimentica di sottolineare che, dall’altro canto, su molti anziani morti in casa di riposo o a domicilio che presentavano sintomi sovrapponibili al Covid, spesso non sono stati testati se non quando richiesto espressamente dalle famiglie”.

“Adesso che anche l’Ires FVG certifica una crescita di quasi il 50% delle morti a Trieste nei mesi più pesanti della pandemia, anche se a livello regionale i dati sono più confortanti, ci auguriamo che non si continui a negare il ‘caso Trieste’ e che si comprenda perché chiedevamo, in maniera non strumentale, l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19 nelle aree più colpite, bocciata in Friuli Venezia Giulia al contrario di quanto accaduto in altre regioni guidate dal centrodestra”.

Regione paghi spese trasporto scolastico a Comuni che garantiscono il servizio

“Nel caos creato dalle inadempienze contestate dai Comuni alla società che si è aggiudicata 8 dei 10 lotti previsti dall’appalto per il trasporto pubblico scolastico in Friuli Venezia Giulia, ci sono enti che si sono adoperati a loro spese per garantire il servizio. Crediamo che la Regione debba intervenire per sollevare gli enti locali da questo costo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle, Cristian Sergo.

“In diversi Comuni mancano gli autobus, ed è stato comunicato che non ci saranno fino all’inizio di ottobre – continua Sergo -. Altri, come ad esempio Latisana e Lignano, si sono mossi per offrire comunque il servizio, spendendo anche più di 15 mila euro. Di fatto, questi Comuni hanno pagato due volte, tra l’appalto e la spesa successiva per non lasciare i ragazzi a piedi. Per questo chiediamo che la Regione intervenga per sollevarli da questo ulteriore costo, soprattutto se le penali che verranno pagate non dovessero essere sufficienti a riparare gli enormi disagi subiti “.

“È inoltre curioao leggere, tra le offerte di lavoro pubblicate sul sito della Regione, come la stessa Tundo di Lecce solamente due giorni fa cercasse autisti da impiegare in varie zone della Regione. Ad esempio a San Dorligo della Valle e a Sgonico, si ricercano due autisti per contratti a tempo indeterminato, quando l’appalto è stato aggiudicato il 28 maggio ed era chiaro, dal momento in cui è scoppiata la pandemia, che la situazione sarebbe stata quantomeno particolare – conclude Sergo -. Viene da chiedersi se ci siano stati solo problemi burocratici o di disponibilità di mezzi, e perché si sia aspettato l’inizio dell’anno scolastico per cercare ulteriori autisti. Finora abbiamo sentito l’esecutivo regionale incolpare i predecessori, e quando abbiamo chiesto spiegazioni ci è stato confermato che tutto si era sistemato. I fatti dicono il contrario.”

Mozione M5S per l’orso M49 in FVG

Mettere in campo le azioni più idonee per attuare in Friuli Venezia Giulia un progetto di recupero di una comunità di orsi bruni in armonia con il territorio e approfondire scientificamente la possibilità di trasferire in regione l’orso M49, valutando con i soggetti interessati la percorribilità della scelta. È il contenuto di una mozione presentata dal MoVimento Cinque Stelle in Consiglio regionale.

“Conservare, in coesistenza con l’uomo, popolazioni vitali di orso come parte integrante degli ecosistemi è un principio etico e giuridico, sancito a livello europeo e nazionale già nel 1992” sottolinea la capogruppo M5S, Ilaria Dal Zovo, prima firmataria della mozione.

“La vicenda dell’orso M49 ha mostrato scarsa adeguatezza e sicurezza della struttura in cui è trattenuto – aggiunge l’esponente pentastellata -. La stessa Provincia di Trento si è detta favorevole a trasferirlo, in caso di proposte ben documentate e tecnicamente valide”.

“Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha scritto una lettera ai presidenti delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia, che appaiono le più adatte affinché si possa estendere a queste regioni il progetto ‘Life Ursus’ – ricorda Dal Zovo -. Nelle Alpi italiane sono presenti oggi circa 100 orsi ed appare realistico raggiungere l’obiettivo di ricreare una continuità ecologica con le popolazioni di orsi dei Balcani”.

“In questo senso, ci potrebbe essere la disponibilità dell’Università di Udine di una presa in carico e gestione dell’orso, in collaborazione con il Corpo forestale regionale. Ci auguriamo – conclude la capogruppo M5S – che la Giunta sia intenzionata a esprimere l’intesa tecnica e politica rispetto al progetto proposto dal Ministro dell’Ambiente”.

Referendum, Fedriga fino a pochi giorni fa per il Sì

“Finalmente anche il presidente della Regione e gran parte della sua Giunta hanno gettato la maschera. Dopo avere sostenuto il Sì al referendum sul taglio dei parlamentari fino a pochi giorni fa, ma cercando di fare gli equilibristi per tenersi aperta la via di fuga, ora almeno sappiamo che in realtà hanno scherzato e che sostengono il No”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai.

“Era sinceramente imbarazzante girare il Friuli Venezia Giulia per spiegare, insieme ai partiti tradizionali, le ragioni del Sì. Adesso, dopo avere visto senatori del PD nel Comitato per il No, con questo cambio di rotta della Lega è tutto più chiaro e i cittadini possono capire che votare No significa votare come la Casta” continuano gli esponenti M5S.

“La Lega ha votato in aula quattro volte a favore del taglio e oggi i loro esponenti si schierano per il No: questo è il loro concetto di rappresentanza – concludono i consiglieri pentastellati -. E motivano la scelta con il rifiuto del proporzionale: questo è il concetto di democrazia parlamentare di chi ha votato il Rosatellum”.

Al popolo l’ultima parola, ora o mai più.

Mozione M5S per filiera regionale ristorazione ospedaliera

Migliorare il livello della ristorazione ospedaliera, valorizzando nel contempo le produzioni locali. Su questo tema si è incentrata la conferenza stampa organizzata dal MoVimento 5 Stelle, che presenterà una mozione per la promozione di un filiera regionale per garantire qualità dei pasti per degenti e operatori sanitari e sostenere l’economia del Friuli Venezia Giulia. “Una relazione dell’Università di Trieste, effettuata nel 2018 sugli alimenti serviti negli ospedali – ha spiegato il consigliere M5S Andrea Ussai, primo firmatario della mozione –, ha portato alla luce una situazione particolarmente critica: perdita delle proprietà nutritive, sviluppo di composti ossidati e odori sgradevoli caratterizzano i pasti serviti in provincia di Trieste ma che verosimilmente riguardano anche altri ospedali che utilizzano la stessa modalità di preparazione”.

“Ormai da una decina di anni siamo in una situazione di proroga dell’appalto a Serenissima, ditta veneta che fornisce i pasti negli ospedali di Trieste e non solo” ha aggiunto Ussai. La relazione dell’Università rileva criticità sia negli ‘alimenti refrigerati, prelevati dalle celle frigo prima della rigenerazione’ (“questo sistema ‘cook and chill’ consente la conservazione dei prodotti anche per 30 giorni nella struttura prima del consumo, quando le linee guida nazionali e internazionali parlano di un massimo di 5 giorni” ha sottolineato il consigliere) che negli ‘alimenti rigenerati, prelevati al momento dell’allestimento dei vassoi destinati ai degenti’. Il direttore generale di ASUGI Poggiana parla di dati vecchi quando la stessa Università ha proseguito nelle analisi trovando valori analoghi, mentre Serenissima sostiene che il modello ‘cook and chill’, adottato integralmente dal 1° settembre, risolverà la questione, quando invece la relazione riguarda proprio questa tecnica di preparazione”.

“Fin dalla scorsa legislatura – ha proseguito l’esponente pentastellato – ci battiamo per adottare il modello ‘fresco/caldo’, con preparazione dei pasti lo stesso giorno all’interno degli ospedali o in luoghi vicini, recependo gli standard qualitativi nazionali ed europei sulla qualità e la sostenibilità ambientale e sociale. In attesa del bando annunciato dall’assessore Riccardi in risposta a un mia recente interrogazione, ci auguriamo che vengano prese in considerazione le nostre richieste di una filiera regionale con prodotti locali freschi e che si tenga conto dello studio commissionato dalla Regione nel 2015 alla Fondazione Scuola Nazionale Servizi, nel quale viene considerato preferibile il sistema fresco/caldo sia in termini di costi che di qualità. In questo modo si garantirebbe un’alimentazione adeguata ai degenti e agli operatori, favorendo le aziende del territorio per un appalto che vale decine di milioni di euro, con la possibilità di migliori controlli grazie a una produzione dei pasti effettuata in Friuli Venezia Giulia”.

“La questione interessa l’intera regione, in quanto questa modalità di preparazione riguarda gli ospedali di Trieste, tra cui anche un ospedale pediatrico come il Burlo, ma anche il Santa Maria della Misericordia e il Gervasutta di Udine e il nosocomio di Cividale – ha sottolineato il consigliere Cristian Sergo -. L’obiettivo di favorire le produzioni locali si interseca con un’altra mozione presentata dal MoVimento 5 Stelle, che sarà discussa a fine mese e che chiede alla Giunta di agire in maniera sinergica in vari settori, a partire ad esempio da quello turistico, per dare impulso alle imprese del Friuli Venezia Giulia e, di conseguenza, garantire maggiore occupazione”.

Presenti alla conferenza stampa anche i rappresentanti dei sindacati. Secondo Andrea Blau (Fisascat Cisl) “occorre ripensare alla questione appalti, non tenendo conto soltanto del risparmio. Se non si persegue anche una finalità etica, si finisce per penalizzare sia i lavoratori che gli utenti, favorendo il degrado dei servizi appaltati”. Fabio Pototschnig (Fials) si è detto “favorevole a una reinternalizzazione del servizio di produzione e distribuzione dei pasti negli ospedali. Così facendo, si otterrebbe un miglioramento della qualità del cibo per pazienti e operatori, senza necessariamente aumentare i costi”.

Chiarire cause delle morti di agnelli a Piancavallo

“Chiederemo alla Giunta regionale di chiarire quanto accaduto: si tratta di un episodio a dir poco inquietante, che non può essere archiviato come accidentale”. Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, in merito al ritrovamento di alcuni agnelli morti (e altri in pessime condizioni di salute) all’interno di un camion a Piancavallo.

“È inaccettabile che si possano verificare episodi di questo genere e crediamo doveroso approfondirne le cause – aggiunge Dal Zovo -. Per questo sollecitiamo il presidente della Regione e l’assessore alla Salute affinché venga chiarito l’accaduto. L’Azienda sanitaria competente ha escluso il maltrattamento ma riteniamo necessari ulteriori verifiche per valutare il perché di un fatto così grave”.

Plauso al NOAVA per azione contro foraggiamento illegale

“Una grandissimo plauso al NOAVA del Corpo forestale regionale” arriva dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, che commenta la notizia dell’indagine del Nucleo che ha scoperto un’attività di foraggiamento illegale ai cinghiali in una riserva di caccia della pedemontana udinese.

“Da tempo sosteniamo che la pratica del foraggiamento è una pratica dannosa, a maggior ragione quando praticata non a norma di legge – aggiunge Dal Zovo -. Speriamo che i responsabili non solo paghino quanto dovuto, ma che chi li rappresenta prenda le distanze e, laddove possibile, venga impedito loro di cacciare”.

“Un’azione dolosa, per attrarre più cinghiali in modo da poter praticare l’attività di caccia, una barbarie che nel 2020 potrebbe anche non dovere più servire se a mantenere il controllo sui numeri fosse il Corpo forestale regionale – conclude l’esponente M5S -. Mi complimento con il NOAVA per questa vittoria contro i furbetti”.

Su case di riposo molte questioni ancora irrisolte

“Manca ancora un tavolo di confronto, che consideriamo urgente, per approfondire la capacità di risposta delle case di riposo e per discutere della revisione del regolamento che definisce i loro requisiti, anche alla luce dell’emergenza Covid” secondo il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che commenta così l’audizione in sede di III Commissione sul tema della situazione all’interno delle residenze per anziani. “Abbiamo avuto dei problemi nel picco dell’emergenza, ma non mancano criticità attuali e in prospettiva futura”.

“Sindacati e organizzazioni che rappresentano Rsa e case di riposo hanno lamentato una mancanza di coinvolgimento e ascolto da parte della Giunta regionale, chiedendo a gran voce l’apertura di un tavolo. Da mesi – sottolinea Ussai – anche noi chiediamo un ragionamento sui requisiti di queste strutture, che non hanno causato ma subito pesantemente la pandemia”.

“Ci sono state criticità innegabili, in particolare per quanto concerne la tempestività degli interventi, le improvvide dimissioni dagli ospedali, la mobilità del personale tra le strutture e le tempistiche nell’effettuazione dei tamponi, oltre alla formazione degli operatori – ricorda il l’esponente M5S -. Attualmente si registra un aggravio di costi e una carenza del personale, per quanto riguarda l’assistenza e la capacità di effettuare tamponi. È fondamentale, in questo senso, investire per rinforzare non solo gli organici nei dipartimenti di prevenzione, ma anche nei distretti”.

“L’audizione non ha chiarito perché il 59% dei casi positivi tra ospiti di case di riposo in FVG si sia registrato a Trieste. Dati alla mano, viene smentita l’ipotesi secondo cui il problema riguardi le dimensioni e la promiscuità delle strutture – conclude Ussai -. Inoltre, il direttore generale di ASUGI Poggiana nulla ci ha detto sulla situazione delle liste di attesa, allungatesi per affrontare l’emergenza Covid, anticipando un piano pandemico di cui però non si conoscono i contenuti. Ci è stata invece confermata la volontà di trasferire i casi positivi, in contrasto con le iniziali indicazioni fornite dalla Regione, ma ancora non sappiamo se ci siano strutture sufficienti per non bloccare le Rsa, qualora vengano utilizzare come aree filtro. Ci auguriamo di non tornare a parlare della nave-lazzaretto, su cui Poggiana ha scaricato ogni responsabilità sul Dipartimento di prevenzione”.

I numeri attestano la bontà del Reddito di Cittadinanza

“Un numero considerevole di nuclei familiari coinvolti, un ammontare importante di risorse messe a disposizione dai Governi Conte per sostenere il Reddito di Cittadinanza, la Pensione di Cittadinanza e il Reddito di Emergenza. Misure che nel complesso interessano 17.437 nuclei familiari e una cifra mensile che supera i 61 milioni di euro in Friuli Venezia Giulia. Il solo reddito di cittadinanza ha un assegno mensile di 443 euro, la pensione di cittadinanza è pari a 231 euro mentre il reddito di emergenza supera i 515 euro mensili”. L’analisi delle cifre è dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Mauro Capozzella.

“Il confronto con la Misura di Inclusione Attiva avviata in Regione nella scorsa legislatura ci dice che, pur avendo, al momento, raggiunto 4 mila nuclei familiari in meno in regione, le somme stanziate sono esattamente il doppio – aggiungono gli esponenti pentastellati -. In Italia in tutto abbiamo avuto 1,3 milioni di nuclei familiari interessati dall’erogazione dalle misure previste dal MoVimento 5 Stelle, per un totale di 3 milioni di cittadini. Facendo il confronto con quanto fatto in precedenza dai Governi Renzi e Gentiloni, potremmo ricordare che il Reddito di Inclusione nel dicembre 2018 veniva stanziato verso 356 mila nuclei familiari per un importo medio di 285 euro”.

“Un altro dato significativo da ricordare è che dei 3 milioni di cittadini raggiunti dalle misure del Governo Conte 2,6 milioni sono hanno nazionalità italiana, 126 mila sono europei e 252 mila sono extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno UE – sottolineano Capozzella e Sergo -. Pensare che qualcuno non vorrebbe erogare questa misura che per l’85% viene erogata ai soli cittadini italiani solo per assurde motivazioni ideologiche e sovraniste ci fa chiedere una volta di più se queste forze politiche si rendono conto di quale sia la situazione che questo Governo ha dovuto ereditare e se davvero stiano dalla parte degli italiani”.

“In tutto questo – concludono i consiglieri M5S – a guadagnarci sono state le casse della Regione e i cittadini del Friuli Venezia Giulia, che hanno visto così realizzarsi politiche sociali importanti, non ultima e molto attuale quella che prevede il 50% di sconto per tutti gli studenti della regione esteso dopo le nostre richieste anche ai ragazzi delle grandi città, rese possibili anche dall’avvio del Reddito di Cittadinanza, finanziato da risorse nazionali, e dallo stop della Misura di Inclusione regionale. Per completare il quadro è necessario che i Comuni colmino il ritardo accumulato nell’attivazione dei Progetti utili alla collettività”.

Auto ecologiche, i soldi ci sono

“L’assessore Scoccimarro lamenta la mancanza di risorse per circa 2 milioni di euro a favore dei contributi finalizzati all’acquisto di auto ecologiche. Ma se c’è la volontà, quei fondi si trovano”. Lo sostengono i consiglieri regionali del MoVimento Cinque Stelle del Friuli Venezia Giulia.

“Potremmo citare una miriade di poste in cui vengono spesi soldi che potrebbero andare a finalità ben più utili – aggiungono gli esponenti pentastellati”.

“In assestamento di bilancio sono stati stanziati 30 milioni su un avanzo di 100. Sarebbe bastato prendere 2 milioni in più  – conclude la nota dei consiglieri M5S -. Ci auguriamo che l’assessore si renda conto delle reali necessità, invece di trovare le risorse per misure che favoriscono l’inquinamento, e lasciare le briciole per quelle che prevengono o riducono le emissioni di CO2″.

Disagi e pericoli sulla Panoramica delle Vette

“Con una sua ordinanza, la polizia locale dell’Uti della Carnia, dal 1 settembre 2020, ha istituito il divieto di circolazione veicolare e pedonale sulla strada comunale denominata ‘Panoramica delle Vette’, in comune di Ravascletto nel tratto compreso tra l’abitato di Ravascletto ed il confine con il Comune di Comeglians. Probabilmente per una mancata informazione e comunicazione, o per una volontà di trasgredire e godere di alcuni dei panorami più belli del Friuli Venezia Giulia, sono molti i cittadini che cercano comunque di percorrere questo tratto con i mezzi più disparati”. Lo rileva il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Verosimilmente per evitare questo viavai, la ditta incaricata di eseguire i lavori per conto della Protezione Civile, ha parcheggiato uno dei propri veicoli in mezzo alla strada in località Glaret – rende noto Sergo -. Questa presenza ingombrante non ha di certo fermato i malintenzionati, che hanno proseguito mettendo a serio rischio la propria vita (una manovra sbagliata e si finisce in qualche burrone), ma nel contempo non permette di percorrere la panoramica nemmeno ai mezzi autorizzati, sia quelli che lavorano in zona sia i mezzi di soccorso”.

“Una situazione paradossale e, nonostante il cellulare del responsabile del cantiere scritto sull’ordinanza da questa mattina, le Forze dell’ordine non riescono a intervenire per spostare il mezzo e fare valere quanto predisposto dalla Polizia locale – sottolinea il consigliere M5S -. Ci auguriamo che non si verifichino incidenti a cose o persone che poi prevedrebbero l’utilizzo dell’elisoccorso, e confidiamo che l’assessore Riccardi approvi il regolamento per fare pagare l’elisoccorso ai temerari che necessitano degli interventi dopo aver trasgredito le più semplici regole, come già da noi richiesto da diverso tempo. Abbiamo accolto con favore l’idea di un decalogo del turista della montagna proposta da Coldiretti. C’è la possibilità di metterlo in pratica da subito. Facciamolo”.

Stop a eventi motoristici in aree naturali

“L’ennesima dimostrazione del totale disinteresse dell’amministrazione regionale per l’ambiente”. Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, commenta l’autorizzazione allo svolgimento del “V Rainforest Challenge South Europe”, manifestazione motoristica che interesserà la golena e l’alveo del torrente Judrio tra Dolegna del Carso e Corno di Rosazzo.

“Se da una parte gli organizzatori, nella domanda di autorizzazione, assicurano che il tracciato non interesserà siti di interesse comunitario, la rete Natura 2000, parchi, riserve e biotipi regionali – puntualizza Dal Zovo – dall’altra è inevitabile che il passaggio di moto finisca per disturbare la fauna di queste aree, solo per soddisfare lo sfizio di qualche appassionato”.

“Appare inoltre incomprensibile come si possa pensare di ripristinare i luoghi in cui passano le moto, secondo quanto previsto dall’autorizzazione, nel momento in cui le ruote vanno a transitare su qualche pianta – aggiunge la capogruppo M5S -. Peraltro, nonostante l’autorizzazione lo vieti espressamente, ci arrivano segnalazioni che la vegetazione sia stata tagliata qua e là per facilitare il passaggio delle moto”.

“Il problema – conclude la capogruppo M5S – non riguarda il rispetto delle norme vigenti: è proprio la legge che risulta troppo permissiva nei confronti di queste attività e poco rispettosa della natura. Sarebbe invece il momento di imporre il divieto di organizzare determinate manifestazioni in aree di grande interesse ambientale”.

Rifiuti, basta impianti inutili, costi e via vai di tir in FVG

“Dalla lettura dei Piani Economici Finanziari 2020 delle società che gestiscono la raccolta porta a porta e il conferimento dei rifiuti si possono ricavare molti dati utili per avere quella visione generale che è sempre mancata alla politica regionale su questo settore. Innanzitutto si evince come gli impianti attualmente in Friuli Venezia Giulia siano ampiamente sufficienti a soddisfare la necessità di conferimento della frazione organica raccolta nelle nostre strade”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Salvo rarissime eccezioni, infatti, i rifiuti differenziati vengono tutti trattati negli impianti regionali – prosegue Sergo -. Il dato più significativo in tal senso riguarda la frazione organica e il verde: le 143 mila tonnellate complessive raccolte dai gestori durante l’anno 2019 sono meno della metà della capacità del solo impianto della società Bioman a Maniago. Quest’ultimo può trattare fino a 315.000 tonnellate l’anno grazie agli ultimi ampliamenti autorizzati durante l’era Fedriga, ma ad esso le principali società di gestione conferiscono poco meno di 60 mila t/a. Il che significa che per garantire un’adeguata resa anche economica alla Bioman, ben più di 200.000 tonnellate vengono comunque importate da fuori regione”.

“Un altro dato significativo riguarda la provincia di Udine, dove la guerra a chi ha l’impianto più bello tra la Net di Udine e la A&T 2000 di Codroipo sta portando la Regione ad autorizzarne uno nuovo nel capoluogo friulano portando così la capacità di trattamento a misure decisamente superiori a quelle necessarie – spiega il consigliere M5S -. Infatti, nei Comuni soci di A&T 2000 si raccolgono ogni anno 22 mila tonnellate l’anno di rifiuti organici e di sfalci che vengono interamente trattati presso la recente struttura di Pannelia di Codroipo. Questa ha ricevuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 2019 l’autorizzazione ad ampliarsi potendo trattare fino a 45 mila tonnellate, il doppio di quanto non ne raccolgano a i soci di A&T 2000”.

“La Net sta richiedendo il provvedimento autorizzativo unico alla Regione in questi giorni per avviare il nuovo impianto di Udine il quale potrà trattare complessivamente 54 mila tonnellate di umido – aggiunge Sergo -. Avremo così tre grandi impianti (oltre agli altri Già presenti dedicati al compostaggio) Codroipo, San Giorgio di Nogaro e Udine con una capacità di trattamento di 120 mila tonnellate circa. Peccato che in tutta la provincia i principali gestori ne raccolgano meno di 60 mila, una cifra più che sufficiente per essere trattata nei soli impianti di San Giorgio di Nogaro e Codroipo, autorizzati a lavorarne 70 mila”.

“Sarà interessante capire come la Net possa giustificare la pubblica utilità del proprio impianto con questi numeri – conclude l’esponente pentastellato – perché, come sostiene anche Arpa FVG, la vicinanza a case sparse e centri abitati sarà un aspetto fondamentale per valutare l’effettiva necessità dell’opera in termini di fabbisogno impiantistico regionale, che a nostro avviso non c’è. Nella recente commissione Ambiente del Comune di Udine la Net ha dichiarato di avere avviato trattative per far giungere i rifiuti del gestore pubblico di Pordenone, la Gestioni Ecologiche Ambientali S.p.A. a Udine. Dal canto suo, A&T 2000 ha recentemente dichiarato all’Ausir di avere stipulato un accordo con la stessa Gea affinché conferisca i rifiuti di alcuni Comuni pordenonesi a Codroipo. A chi dobbiamo credere? Come farà la Net a garantire 54 mila tonnellate di frazione organica e verde al proponente del project financing raccogliendone meno di 35 mila? Da dove arriverà la spazzatura da trattare? Ma soprattutto, chi ci guadagna in tutto questo? È curioso che i politici locali non si interroghino su queste cose: noi ci auguriamo che inizino a farlo sempre più cittadini ai quali vanno forniti dati e documenti certi su cui basarsi”.

Fare luce su gestione rifiuti porta a porta

“Abbiamo inoltrato richiesta di audizione in IV Commissione di Ausir, società che gestiscono la raccolta dei rifiuti in Friuli Venezia Giulia, assessore all’ambiente e sindacati: ci auguriamo possa essere convocata già a settembre, considerata la gravità della situazione”. Lo rende noto il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Notizie di stampa e segnalazioni dei cittadini, in particolare a Udine, ma non solo, rendono urgente un confronto sulla questione della raccolta ‘porta a porta’ e della situazione dei lavoratori”.

Un’interrogazione del consigliere comunale M5S di Udine, Domenico Liano, chiede al sindaco Fontanini all’assessore competente “se corrisponda al vero la notizia per cui le retribuzioni siano basse rispetto al resto degli autotrasportatori, pari a un terzo livello contrattuale Fise, e che questo costituisca un impedimento all’assunzione degli autisti raccoglitori”, incalzando anche sull’ipotesi che “molti addetti ormai accusino diverse patologie e malattie professionali, dovute al lavoro massacrante del ‘porta a porta’”.

Oltre ai dubbi sollevati sulle condizioni delle sedi di lavoro, Liano chiede lumi sulle notizie relative al “mancato rispetto dell’applicazione del contratto di riferimento con danno retributivo e previdenziale non solo agli stessi dipendenti, ma anche all’Inps”. Il consigliere udinese intende fare luce anche sui controlli da parte di NET S.p.A. e del Comune di Udine su condizioni contrattuali e igienico-sanitarie a cui vengono sottoposti i lavoratori (anche con riferimento all’emergenza Covid) e su “quali siano le motivazioni per cui le tanto declamate internalizzazioni dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti deliberate da Ausir non abbiano avuto luogo”.

“Anche a Muggia, i rappresentanti dei lavoratori e la sindaca si lamentano con la NET, che ha il servizio in subappalto – sottolinea Sergo -. In queste settimane si è acceso il dibattito sulle condizioni di lavoro nella società di gestione dei rifiuti e sulle procedure di assunzione. Anche in considerazione degli utili milionari che vengono costantemente sbandierati da parte della NET, riteniamo fondamentale fare luce su questa situazione nel più breve tempo possibile”.

Reddito Cittadinanza, Comuni in ritardo su Progetti utili alla collettività

“Molte famiglie percepiscono il Reddito di Cittadinanza ma non possono prestare i propri servizi ai Comuni di appartenenza visti i ritardi delle amministrazioni locali, che si sarebbero dovute attivare ben prima dell’emergenza Covid”. Lo denuncia il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Per troppo tempo abbiamo chiesto ai Comuni della regione di attivarsi alla predisposizione dei Progetti utili alla collettività (PUC) previsti dal Reddito di Cittadinanza per occupare i beneficiari della misura nazionale voluta dal M5S. Dopo le difficoltà dovute al lockdown, da metà luglio è di nuovo possibile attivare queste persone che si sono già rivolte anche ai Centri per l’impiego nella ricerca di un posto di lavoro”.

“In Friuli Venezia Giulia il dato è imbarazzante: sono solamente due i Comuni che risultano attivi nella piattaforma per la Gestione del Patto per l’inclusione sociale, per un totale di 12 progetti sui 740 a livello nazionale – rileva Sergo -. L’Uti Friuli Centrale del presidente Fontanini, ad esempio, ha approvato la convenzione con il Ministero per l’accesso a tale piattaforma lo scorso novembre, ma nessun Comune dell’ambito risulta aver attivato i PUC. Eppure il Comune del sindaco Fontanini ha approvato all’unanimità la mozione presentata dai consiglieri del M5S di Udine, Capozzi e Liano, che richiedeva proprio questo”.

“Solamente Cordovado e Lignano Sabbiadoro risultano pronti e attivi per far lavorare i percettori del reddito di cittadinanza – sottolinea il consigliere pentastellato -. Queste amministrazioni potranno così attivare servizi con cui i cittadini potranno avere un ausilio nelle attività più comuni, dall’accompagnamento dei minori a scuola, alle biblioteche, dalla cura del verde alle piccole manutenzioni, dalle attività culturali ai controlli negli accessi agli spazi pubblici”.

“La propaganda contraria al reddito di cittadinanza messa in scena da Lega e Fratelli d’Italia ha sempre accusato il M5S di voler dare soldi ai fannulloni che stanno a casa sul divano. Senza ritornare sulle recenti polemiche dei percettori del bonus 600 euro dell’Inps, che stanno seduti sulle poltrone e non sui divani – conclude Sergo -, l’attivazione dei Progetti utili alla collettività è l’esemplificazione che la nostra misura va in direzione completamente opposta a quella propagandata e che. se per tanti mesi a fronte dell’erogazione del reddito le persone non hanno potuto attivarsi per le proprie comunità. le colpe non sono da attribuire al M5S, né al Ministero del Lavoro ma solamente a quei Comuni che ritardano la partenza di queste attività”.

Per il preside Basso meglio le slot che la salute dei ragazzi

“Dell’indegna proroga dei termini per la disinstallazione delle slot machine dai locali nei pressi di luoghi sensibili abbiamo parlato più volte. Ma fa specie che tra coloro che hanno votato a favore di quell’assurda norma ci sia anche il dirigente scolastico Alessandro Basso”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.

“Secondo la legge fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle, le slot sarebbero dovute sparire da bar e pubblici esercizi situati a meno di 500 metri dai luoghi sensibili all’inizio di questo mese ma il centrodestra ha voluto spostare la scadenza ad agosto del 2021” ricorda Capozzella.

“Scuole e centri giovanili sono tra i luoghi considerati a rischio e vicino ai quali non avremmo più dovuto avere slot machine – sottolinea l’esponente M5S -. Eppure Basso ha approvato quella norma. Non sorprende che un consigliere di maggioranza si pieghi, come accade frequentemente nel centrodestra, alle direttive che arrivano dall’alto; lascia invece perplessi che un preside non pensi alla salute dei ragazzi”.