martedì, 21 Gennaio 2025
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Slot machine, privilegiati interessi di alcuni sulle spalle della comunità

“Ancora una volta si sono privilegiati gli interessi di qualcuno sulla pelle dell’intera comunità”. Indignazione del Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle per la norma, approvata nell’ambito della legge omnibus il cui voto finale è previsto per oggi, che sposta il termine per la disinstallazione di slot machine poste entro 500 metri da luoghi sensibili (per esempio, scuole, centri giovanili, luoghi di culto) dal prossimo 3 agosto al 31 dello stesso mese del 2021. “Questa scelta è una di quelle scelte che ci porta a votare contro l’intero provvedimento”.

“In questo modo si consente a qualche locale che ospita gli apparecchi di avere degli introiti in più, ma gravando su persone fragili – affermano gli esponenti M5S -. Il centrodestra in questo modo lancia un messaggio estremamente grave, tanto più in un periodo di incertezza e difficoltà per molti: abbiamo più volte sentito la maggioranza affermare di avere a cuore il futuro dei cittadini, ma con l’approvazione di questo emendamento dimostrano esattamente il contrario”.

“Dove le previsioni di contrasto al gioco d’azzardo sono operative, come nel caso del Piemonte, i benefici sono evidenti. Nell’ottobre del 2018 avevamo presentato una mozione per pubblicizzare incentivi e sgravi fiscali, allo scopo di scongiurare eventuali proroghe, e lo stesso vicepresidente Riccardi, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Andrea Ussai a settembre 2019, escluse l’ipotesi di posticipare la scadenza del prossimo agosto proprio in virtù dei risultati positivi piemontesi” aggiunge il Gruppo.

“C’erano tre anni di tempo per adeguarsi a una legge approvata nel 2017 e per approvare il regolamento relativo alla concessione di contributi finalizzati alla copertura delle spese di riconversione delle sale ospitanti slot machine – ricordano i consiglieri -. Perché non è stato fatto? E perché oggi, dopo che a marzo era stato accolto un nostro ordine del giorno che sollecitava l’adozione del regolamento, si demanda il tutto a una delibera di Giunta? Domande a cui l’esecutivo regionale non ha dato risposta, dimostrando di non avere la volontà di risolvere la questione”.

“I primi dati evidenziano che, durante il periodo di lockdown, non c’è stato uno spostamento di massa verso il gioco online, come si vorrebbe far credere – conclude la nota -. La ripartenza dopo il lockdown non può significare la ripetizione di errori commessi prima dell’emergenza. Vogliamo rilanciare un’economia reale o malata? La priorità non può essere data alle slot machine ma alla tutela della salute; e se l’obiettivo è quello di aiutare gli esercenti, lo si faccia attraverso contributi per la riconversione che dovevano essere previsti da un regolamento colpevolmente mai approvato”.

Inceneritore Manzano, bene la Giunta Comunale, ora tocca alla Regione

“Accogliamo favorevolmente la delibera del sindaco Furlani che tiene il punto sull’impossibilità di autorizzare un impianto del genere a poche centinaia di metri dalle case”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la presa di posizione del primo cittadino di Manzano sulla realizzazione di un nuovo inceneritore. “Una decisione attesa che conferma le posizioni sempre tenute dall’amministrazione manzanese. Ma in politica siamo abituati ai colpi di scena: speriamo non ce ne siano nella Conferenza dei Servizi in Regione”.

“Fa piacere che l’assessore Scoccimarro abbia cambiato idea sulle decisioni vincolanti che da oggi tornano a essere quelle prese dagli organi politici, come lo è la Giunta di un Comune, e non più solo esclusiva dei tecnici – prosegue Sergo -. Temiamo però che da domani l’esponente di Fratelli d’Italia si dimentichi di questo passaggio quando ci saranno altre autorizzazioni importanti da rilasciare”.

“L’unica nota negativa di tutta la vicenda legata all’inceneritore è che pochi giorni dopo l’insediamento della Giunta Fedriga è stata assicurata ai proprietari una proroga decennale dell’autorizzazione del vecchio impianto – sottolinea il consigliere M5S -. A detta dei gestori lo stesso non rispetta tutte le buone pratiche richieste dalla Comunità europea per questo tipo di impianti”.

“Chiediamo pertanto all’amministrazione regionale di fare le dovute verifiche e, laddove possibile, pretendere l’adeguamento di un impianto che altrimenti rischia di continuare a creare i disagi lamentati dai cittadini che risiedono nelle sue vicinanze – conclude Sergo -, nel Comune di Manzano ma anche in quelli limitrofi, che in questi mesi si sono mobilitati e hanno raccolto più di 1500 firme contro l’impianto impattante”.

Stadio Pordenone, per noi Fontanafredda è sempre stata la soluzione

“Bene individuare nel ‘Tognon’ di Fontanafredda lo stadio per ospitare le partite del Pordenone. Una soluzione che avevamo prospettato già all’inizio del 2019, senza essere ascoltati e forse un po’ derisi. Oggi, per fortuna, l’orientamento è cambiato ed ha finalmente prevalso il buon senso”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, tra i firmatari di un emendamento trasversale che assegna un finanziamento di 600 mila euro per l’adeguamento della struttura di Fontanafredda.

“Realizzare un’opera faronica, come l’ipotizzata ‘Pordenone Arena’, spendendo ingenti risorse anche pubbliche non avrebbe avuto senso, nel momento in cui sono già stati stanziati 2 milioni di euro per interventi al ‘Tognon’, e con una somma analoga si potrebbero completare le opere per rendere la struttura idonea per disputare la Serie B” aggiunge il consigliere comunale di Fontanafredda, Stefano Della Flora, che insieme a Capozzella ha seguito la vicenda.

“Il pellegrinaggio della squadra neroverde, che ha giocato gran parte della stagione a Udine e la completerà a Trieste, dimostra come la questione relativa allo stadio necessiti di una soluzione rapida – conclude il consigliere M5S -. Anche da questo punto di vista, un impianto che ha bisogno di alcuni adeguamenti garantisce tempi decisamente più brevi rispetto alla realizzazione di una struttura ex novo”.

Su contributi crisi Covid confusione creata dalla Giunta

“Se la stessa Giunta scrive che i contributi verranno concessi sulla base dell’ordine cronologico in cui vengono presentate le domande, è inevitabile che si creino delle difficoltà tecniche”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Mauro Capozzella, sui problemi tecnici all’apertura delle domande per il sostegno a strutture ricettive turistiche, commerciali e artigianali e dei servizi alla persona, colpite dalla crisi legata all’emergenza Covid-19.

“Una situazione inevitabile, considerato che dei problemi si sono registrati già in precedenza, quando a presentare le domande di contributo erano stati professionisti, commercianti e artigiani in tre giornate diverse – ricordano i consiglieri M5S -. Figuriamoci oggi che la platea di potenziali beneficiari è decisamente più ampia e si son trovati tutti in contemporanea sul portale”.

“Ma c’è anche il problema dei codici Ateco, che ha generato a sua volta confusione, in quanto in un primo momento la Regione stessa ha pubblicato un elenco, salvo poi modificarlo – sottolineano gli esponenti pentastellati -. Mi auguro che chi era presente nella prima versione, per poi rimanere escluso, venga incluso tra i beneficiari, altrimenti sarebbe un’inaccettabile presa in giro”.

“Non si tratta di fare polemiche, cavalcare malcontento o strumentalizzare, si tratta di voler essere ascoltati ogni tanto – concludono Sergo e Capozzella -. Avevamo sottolineato l’importanza di avere i codici Ateco per tempo, così come avevamo caldeggiato di scaglionare le domande in più giornate dedicate alle singole attività: siamo rimasti inascoltati, ma a pagarne le spese non siamo noi, che continuiamo il nostro lavoro responsabile e costruttivo quando si parla di attività produttive, ma le aziende che subiscono questi disagi”.

Molte incognite su impianto via Gonars

“Molte sono le incognite a seguito delle notizie apprese dalla stampa circa l’autorizzazione dell’impianto di via Gonars in Udine per il trattamento della Frazione Organica, per la produzione di energia elettrica, biometano e 17.000 tonnellate l’anno di compost da smaltire nei campi”. Lo affermano il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, e il consigliere comunale di Udine, Domenico Liano. “A leggere le tabelle presentate dal proponente è significativo che 66.500 tonnellate di rifiuti entreranno ogni anno in quell’impianto e 34.000 rimarranno da smaltire, a cui vanno aggiunte le decine di tonnellate di pm10 o le quasi 200 tonnellate di cloruri da smaltire nelle acque reflue solo per citare alcuni degli inquinanti che verranno prodotti”.

“Se l’impianto verrà collaudato, come auspicano i proponenti, nel 2022 dopo più di sei anni dall’annuncio, non sarà di certo colpa dei comitati o dei cittadini che vi abitano intorno – sottolinea il consigliere Liano -. Sarà interessante sentire le varie posizioni al riguardo, tenuto anche conto della recente bocciatura di un impianto per la produzione di biometano e compost di qualità, attraverso il trattamento della frazione organica dei rifiuti da parte della provincia di Lecce. Ciò ci porterà ad esaminare ancor più attentamente l’impianto, che verrebbe installato molto più vicino alle abitazioni rispetto a quello di Lecce, che prevedeva un investimento di una ventina di milioni di euro per trattare la stessa quantità di frazione organica. Per questo chiederemo la convocazione della commissione comunale Ambiente e Territorio per ottenere risposte alle nostre domande”.

“Dal punto di vista economico – aggiungono Sergo e Liano – sarà inoltre interessante confrontare impianti simili tra loro che negli ultimi anni sono stati proposti o già realizzati, per comprendere le consistenti differenze di prezzo tra strutture con finalità simili, ma anche capire perché l’investimento sia passato da 26 milioni, più i 6 a disposizione della stazione appaltante, ai 42 milioni annunciati recentemente alla stampa. Sarà anche interessante capire perché nonostante la gestione in project financing e gli 8 milioni di euro assicurati dalla Net Spa, il prezzo di conferimento dei rifiuti per i cittadini, ovvero il prezzo che incide sulla bolletta, non sarà tanto inferiore a quello che pagano diversi utenti della nostra regione ad altri gestori”.

“Ma soprattutto, ed è la cosa che ci sconcerta di più, vorremmo capire come mai gli anni di gestione siano passati da 23 a 25 come letto sui documenti presentati, in forza della convenzione di concessione, sottoscritta in data 24/10/2017 un anno dopo l’aggiudicazione della gara, cui aveva partecipato il solo proponente del project financing. Rimane – sostengono i consiglieri – la necessità di dover garantire le tonnellate da smaltire all’interno dell’impianto; se ciò non fosse possibile visto anche il miglioramento della raccolta differenziata porta a porta, che sta partendo in tutta Udine, sarà necessario provvedere con l’importazione di rifiuti da altre realtà. Un progetto di cinque anni fa, basato su dati statistici di almeno una decina di anni fa non tiene conto dei cambiamenti che nel frattempo si sono registrati nella raccolta dei rifiuti, come sta accadendo, per esempio, a Udine: il rischio è di avere un impianto che porterebbe soltanto ad avere rifiuti da altre regioni”.

App Immuni, Giunta regionale non si fida dei cittadini

“La Giunta regionale non si fida dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Fedriga e Riccardi criticano ‘Immuni’ e vorrebbero un’applicazione obbligatoria che tracci per filo e per segno ogni spostamento e qualsiasi contatto”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia.

“In molti si preoccupano per l’eventuale violazione della privacy da parte di ‘Immuni’, ma in realtà la app non fa altro che segnalare attraverso una notifica, a chi l’ha installata, il contatto con una persona positiva al Covid-19 – ricordano gli esponenti M5S -. Il funzionamento si basa su dei codici che permettono di mantenere l’anonimato e senza alcun tipo di coercizione”. Il trattamento dei dati personali effettuato attraverso la app ‘Immuni’ è stato approvato dal Garante per la Privacy (Registro provvedimenti n. 95 del 1 Giugno 2020).

“Fedriga e Riccardi vogliono obbligare all’installazione e bypassare il consenso della persona in caso di contatto con soggetti contagiati e conseguente intervento del sistema sanitario – concludono i consiglieri -. Dopo mesi di lockdown, i cittadini si sono meritati fiducia, ma per il presidente e per il centrodestra evidentemente non è così: una volta era il popolo della libertà, oggi è il popolo dell’obbligatorietà”.

Pasti in ASUGI, da Riccardi e dall’Azienda mancano risposte

“Da parte dell’assessore Riccardi non c’è stata alcuna risposta sulla sicurezza dell’erogazione dei pasti nell’Azienda sanitaria universitaria integrata Giuliano Isontina, né sul modello che si vuole adottare per questo servizio”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la risposta del vicepresidente della Regione a una sua interrogazione in materia.

“Riccardi si è limitato ad affermare che l’ennesima proroga (oramai decennale) del contratto alla Serenissima Ristorazione S.p.A. di Vicenza, che attualmente eroga il servizio, prevista fino al 30 aprile 2021, potrebbe concludersi anticipatamente in caso di predisposizione dell’apposito bando da parte di ARCS e che ci saranno le garanzie previste dalle norme per il personale in caso di subentro” rimarca Ussai.

“Nessuno spazio per internalizzare il servizio ma soprattutto nulla è stato detto sulla sicurezza dell’erogazione dei pasti, in particolare sui percorsi per la consegna del cibo e alla disinfezione di tutti i reparti cucina e mensa e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione da parte dei 100 lavoratori della ristorazione – sottolinea il consigliere M5S -. Su questo aspetto ci sono state numerose segnalazioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in assenza di un riscontro da parte della Direzione sulle verifiche svolte”.

“Attualmente, il cibo distribuito in ASUGI viene acquistato in Veneto, dove viene preparato con tecniche che ne consentono il consumo anche dopo 20 giorni – puntualizza Ussai -. Già nella scorsa legislatura, attraverso una mozione, avevo proposto di privilegiare pasti prodotti in ‘modalità espressa’ all’interno degli ospedali oppure preparati lo stesso giorno vicino alle sedi ospedaliere, garantendo tempi rapidi per la consegna tra la fine produzione e la fornitura, in modo da preservare la qualità”.

“Su questo tema avevo richiesto l’accesso agli atti sui risultati delle analisi dei 70 campioni di alimenti prelevati in data 30 marzo e 3 aprile 2018 presso l’ospedale di Cattinara a seguito della convenzione con l’Università di Trieste, ma la richiesta è rimasta inevasa e anche oggi in aula l’assessore non ha affrontato la questione. Avere una sede in FVG per la preparazione dei pasti consentirebbe di migliorare i controlli sulle materie prime nonché di utilizzare prodotti freschi e da filiere locali, con conseguenti ricadute positive – conclude Ussai – sui valori nutrizionali del cibo e sull’economia regionale”.

Campo fotovoltaico San Giorgio urgente solo per chi lo propone

“Abbiamo chiesto all’assessore Scoccimarro quale sia stato il bilanciamento tra interesse pubblico e privato relativo all’iter di autorizzazione per la realizzazione di un campo fotovoltaico da 5,8 MW da realizzarsi su oltre 60 mila metri quadrati nell’Aussa Corno a pochi metri da Porto Nogaro, ma l’esponente della Giunta ha preferito sviare il discorso”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Nel rispondere alla nostra interrogazione – continua Sergo – l’assessore ha richiamato il Decreto legge 18/2020 che consente alle Amministrazioni di poter ‘dare priorità ai procedimenti da considerare urgenti in relazione alle ragioni oggettive relative alla natura e all’importanza degli interessi tutelati’. Qui però l’unica urgenza emersa, visto che abbiamo energia da vendere in Friuli Venezia Giulia, è quella del privato che pretende di essere autorizzato alla costruzione in tempo per poter accedere alla finestra degli incentivi del prossimo ottobre. Si continua pertanto a non capire quale sia l’interesse pubblico coinvolto, e sulla base del quale si è consentita la ‘ripartenza’ del relativo procedimento prima del 16 maggio, in particolare tenendo conto che si tratta di un impianto che non va a fornire energia alle aziende del territorio, ma servirà solo a venderla per mero profitto del proponente”.

“Nella nota del Servizio valutazioni ambientali del 27 aprile, che riavvia l’iter autorizzativo, si afferma che il progetto è carente di un piano economico – finanziario – rileva il consigliere M5S -. Eppure, nonostante la nota sia stata emessa più di un mese fa, non ci risulta pervenuta da parte del proponente alcuna integrazione. Anche volendo intervenire sulla procedura pubblica, che prevede le osservazioni degli interessati, non ci sono elementi importanti per valutare il progetto, la sua valenza economica e, di conseguenza, la sua portata. Se ci fosse davvero tanta urgenza in un mese il proponente avrebbe dovuto rendere pubblici questi atti. Viene quindi da chiedersi come sia stato possibile considerare l’importanza dell’impianto, tanto da accelerarne la procedura, senza questi documenti”.

Ripartenza in tempi brevi per eventi fieristici

“Accogliamo con favore l’impegno dell’assessore Bini per il sostegno a fondo perduto degli enti fieristici e delle aziende espositrici che parteciperanno a manifestazioni in Friuli Venezia Giulia. Ci auguriamo si possa ripartire al più presto, seppure in sicurezza”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che ha presentato un’apposita interrogazione a cui è stata data risposta oggi in aula.

“Siamo consapevoli che la ripresa dell’attività sarà complessa e subordinata a protocolli sanitari che consentano di limitare il rischio di contagi anche nell’ambito di eventi fieristici – sottolinea Capozzella -. Tuttavia, in particolare per quanto riguarda l’Ente Fiera di Pordenone, l’attività è contraddistinta non da grandi eventi ma da un ‘business to business’ che non prevede una presenza massiccia di persone”.

“Crediamo quindi che questo genere di manifestazioni – conclude il consigliere M5S – siano in grado di garantire il rispetto delle misure di sicurezza, consentendo quindi una ripartenza in tempi brevi delle attività fieristiche. Per l’Ente pordenonese, ma non solo, sarebbe una fondamentale boccata di ossigeno”.

Guardia alta su riapertura reparti ospedale Gorizia

“Prendiamo atto delle rassicurazioni dell’assessore Riccardi rispetto alla riapertura dei reparti dell’ospedale di Gorizia, ospedale destinato alla gestione dell’emergenza Covid-19 per la ex provincia e ora completamente sanificato e pronto alla ripresa dell’attività, ma le preoccupazioni rimangono”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, dopo la risposta del vicepresidente del Friuli Venezia Giulia a una sua apposita interrogazione.

Nella sua richiesta di chiarimenti, la capogruppo M5S ha sottolineato che “alcuni reparti tra cui, in particolare, la terapia intensiva, l’unità cardiaca, l’ortopedia e la traumatologia, risultano ancora non operativi”, aggiungendo come ci siano “ulteriori voci sulla possibile temporanea riapertura di tali reparti che, nell’ambito di una più ampia strategia, verranno a breve nuovamente chiusi”.

“Le segnalazioni che arrivano dall’ospedale isontino vanno in direzione diversa rispetto alle parole dell’assessore, così come poco rassicuranti erano state le dichiarazioni del direttore di ASUGI, Antonio Poggiana, durante l’audizione in III Commissione – sottolinea Dal Zovo -. Naturalmente non mettiamo in dubbio quanto affermato da Riccardi, ci auguriamo che ci sia una ripresa di tutti i servizi e vigileremo affinché ciò avvenga”.

26 milioni dallo Stato boccata d’ossigeno per i Comuni

“Le risorse riconosciute dal Governo ai Comuni rappresentano un ulteriore intervento, dopo i 400 milioni del bonus spesa e la rinegoziazione dei mutui con la cassa depositi e prestiti, per venire incontro agli Enti locali, messi in difficoltà dall’emergenza coronavirus”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.

“I 26 milioni abbondanti che arrivano nelle casse delle amministrazioni locali del Friuli Venezia Giulia sono infatti il 30% di quanto poi verrà saldato entro il 10 luglio – continua l’esponente M5S -. Già con queste risorse, sono stati finanziati alcuni importanti interventi, dai bonus alimentari alle sanificazioni, dal ristoro per mancate entrate tributarie al sostegno per le funzioni fondamentali”.

“Il presidente regionale dell’Anci, Dorino Favot, parla di risorse non ancora sufficienti ma non dobbiamo dimenticare che la competenza in fatto di Enti locali è regionale – ricorda Capozzella -. Ci auguriamo quindi che l’annunciato pressing sul Governo per ottenere di più sia accompagnato da un’azione altrettanto forte del rappresentante dei Comuni nei confronti della Regione”.

Riconoscimento Consiglio a studente che ha ‘superato’ Archimede

“Chiediamo al presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, di convocare in aula Francesco Bulli, lo studente di Monfalcone salito alla ribalta delle cronache per avere creato una formula matematica in grado di andare oltre addirittura al teorema di Archimede”. La richiesta arriva dal Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle.

“L’intuizione del sedicenne studente del Liceo scientifico ‘Buonarroti’ di Monfalcone ha trovato spazio in autorevoli riviste del settore a livello nazionale e internazionale. Un modo di dare lustro al Friuli Venezia Giulia, terra dove la scienza è sempre di casa – sottolinea la nota -. Per questo crediamo opportuno che l’istituzione che rappresenta l’intero territorio regionale conferisca un riconoscimento a Francesco per questa brillante scoperta”.

Commissione d’inchiesta, accuse infondate di Fedriga per sviare l’attenzione

“Secondo Fedriga, se chiediamo qualche spiegazione stiamo attaccando gli operatori sanitari e se vogliamo approfondire perché alcune aree della regione sono state più colpite, per capire eventuali errori e per evitare si ripetano, stiamo dicendo che la nostra regione non è sicura: non può accusarci di cose che non abbiamo detto per sviare l’attenzione dai problemi”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle dopo le parole del presidente del Friuli Venezia Giulia a commento della richiesta di istituire una Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19.

“Sappiamo, e lo ribadiamo con forza, che siamo stati, per svariati motivi, la regione meno colpita dalla pandemia del nord Italia. Sappiamo anche, che grazie al senso di civico dei suoi cittadini, il Friuli Venezia Giulia è stato il primo nella classifica del rispetto delle regole durante la fase di lockdown – sottolineano gli esponenti M5S -. Siamo stati i secondi ad accogliere nelle terapia intensiva i casi gravi della Lombardia, confermando il senso di solidarietà che contraddistingue il nostro territorio. Vogliamo ripartire anche noi con il turismo e con tutte le attività commerciali, naturalmente in tutta sicurezza. Ma cosa c’entra questo con una richiesta di approfondimento? Perché questo è il significato della Commissione consiliare che abbiamo chiesto, ottenendo l’appoggio di tutta l’opposizione”.

“Perché Fedriga in questi mesi non ha tirato le orecchie al presidente leghista di una Commissione consiliare sulla sanità che è risultata essere quella che paradossalmente ha lavorato di meno tra tutte le Commissioni permanenti, nonostante il momento di drammatica crisi sanitaria? Perché non si è premurato di fornire le risposte alle domande puntuali delle opposizioni, ad esempio sul traghetto “Allegra” per i nostri anziani? – chiedono i consiglieri pentastellati -. Lo stesso vicepresidente Riccardi, in una recente audizione, ha sottolineato che bisogna imparare dagli errori: per farlo, è necessario analizzarli ed è a questo scopo che abbiamo richiesto, senza alcun fine strumentale, la Commissione d’inchiesta, peraltro già istituita in altre Regioni, tra cui il Veneto”.

“Soprattutto in un momento di crisi drammatica come questo lei deve essere il presidente di tutti – si rivolgono direttamente a Fedriga i consiglieri regionali -. La mozione proposta dal M5S e sottoscritta da tutte le opposizioni non è un attacco politico a lei, ai risultati ottenuti, o persino al comparto turistico o delle professioni sanitarie. Ma è un momento di trasparenza sulla gestione della ‘Fase 1’ per scongiurare che si ripetano errori, proprio per difendere i cittadini della nostra regione e, soprattutto, gli operatori sanitari e le persone anziane che hanno pagato il prezzo più alto in termini di contagi e decessi. Presidente, vogliamo dirglielo in modo chiaro, come sono stati sempre i nostri rapporti: o fino a ieri lei non sapeva che cosa fosse una commissione d’inchiesta regionale, oppure conferma tutte le nostre preoccupazioni”.

Opposizione aderisce a iniziativa M5S per Commissione d’inchiesta su Covid in FVG

Una Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Friuli Venezia Giulia. A chiederla, attraverso una mozione, sono i gruppi di opposizione in Consiglio regionale (Pd, Cittadini, Patto per l’Autonomia, Open – Sinistra FVG), a cui si aggiunge il consigliere Walter Zalukar, che hanno aderito all’iniziativa promossa dall’esponente del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“L’obiettivo della Commissione – ha spiegato Ussai nel corso di una conferenza stampa – è capire perché, da una parte, alcune aree della regione (in particolare Trieste) e, dall’altra, alcune residenze per anziani e strutture ospedaliere siano state più colpite dalla pandemia rispetto ad altre. È necessario un approfondimento su cosa non abbia funzionato per il meglio, e penso alla non omogeneità delle procedure adottate sugli spostamenti degli operatori sanitari tra le varie strutture, l’uso dei dispositivi di protezione e l’effettuazione dei tamponi al personale sanitario e agli ospiti delle strutture per anziani, per non ripetere gli errori commessi e per tutelare i cittadini e chi lavora quotidianamente in prima linea”.

“Alcuni interrogativi vanno posti – ha aggiunto il consigliere del Partito Democratico, Roberto Cosolini – e non condividiamo toni trionfalistici, pur riconoscendo che certe cose hanno funzionato, grazie anche al contributo dei cittadini e delle professionalità dell’ambito sanitario. Ma il fatto che Trieste, che rappresenta il 20% degli abitanti del Friuli Venezia Giulia, abbia avuto il 42% dei contagi, e che la case di riposo siano state particolarmente colpite, sono aspetti su cui ancora non abbiamo avuto risposte, così come per la scelta, poi rientrata, della nave ‘Allegra’”.

“La Commissione d’inchiesta – secondo la consigliera dei Cittadini, Simona Liguori – ha come obiettivo fornire approfondimenti per la predisposizione di atti legislativi che servano a fare fronte ad eventuali nuove emergenze ma anche a potenziare forme di tutela delle persone più fragili, come gli anziani. L’istituzione di questo organismo può rappresentare una proficua occasione per raccogliere informazioni, dati e proposte, prendendosi carico delle preoccupazioni di cittadini e operatori sanitari”.

Secondo l’esponente di Open – Sinistra FVG, Furio Honsell, “la Commissione proposta non ha l’obiettivo di cercare colpevoli, anzi dobbiamo esprimere il ringraziamento a tutti gli operatori sanitari e dell’emergenza. Lo scopo è di capire quali focolai potevano essere evitati soprattutto in vista del futuro, e come prepararsi. È paradossale ma sono stati proprio i luoghi che dovevano essere più protetti: le analisi ascoltate in III Commissione non sono state soddisfacenti e c’è la preoccupazione che l’eccessivo trionfalismo faccia perdere di vista il riconoscimento di che cosa poteva essere evitato e di come evitarlo in futuro”.

“Davanti alla possibilità di una recrudescenza dell’epidemia o di eventuali future emergenze, dobbiamo essere in grado di conoscere i dati che finora sono stati assolutamente scarni – ha sottolineato Walter Zalukar (Misto) -. Se vogliamo fare in modo che il nostro sistema sanitario sia in grado di contrastare al meglio l’epidemia, è fondamentale avere un piano basato sulla reale conoscenza della situazione, applicandolo con personale e risorse adeguate”.

“Si tratta di un’occasione per trovare soluzioni, senza l’intento di colpevolizzare nessuno” ha puntualizzato Cristian Sergo (M5S). “Un tema trasversale che abbiamo condiviso con le altre forze di opposizione. La nostra è una proposta di trasparenza e assolutamente non strumentale, che ci auguriamo possa essere accolta anche dalla maggioranza”.

Meccanismo Confidi frena accesso a prestiti Decreto Liquidità

“La scarsa predisposizione delle imprese del Friuli Venezia Giulia all’utilizzo dei prestiti garantiti dallo Stato, previsti dal Decreto Liquidità, è determinato soprattutto dal sistema consolidato dei Confidi”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando il dato secondo cui meno dell’8% delle aziende regionali ha presentato domanda per l’accesso al finanziamento.

“Soprattutto le banche più piccole invitano i loro clienti ad utilizzare i Confidi, piuttosto che le garanzie statali del Decreto Liquidità, in quanto con questo meccanismo non sono obbligate a rimanere nei parametri dei tassi di interesse e delle commissioni imposti dalla legge” sostiene Capozzella.

“L’impresa in questione paga il Confidi (ente privato che rilascia garanzie identiche a quelle dello Stato ma chiedendo delle commissioni) per il servizio per poi essere ristorata dalla Camera di Commercio che, a sua volta, ottiene appositi contributi dalla Regione – continua il consigliere M5S -. Quest’ultima, nel corso degli anni, ha versato nelle casse dei Confidi svariate decine di milioni di euro e pure gli enti camerali erogano contributi a fondo perduto a condizione che l’impresa si avvalga delle garanzie dei Confidi”.

“Il Decreto Liquidità prevede una serie di paletti per le banche, tra cui l’azzeramento dei costi di istruttoria. Di fatto – conclude Capozzella – le risorse messe in campo dalle Camere di Commercio o dalla Regione a ristoro dei Confidi non sarebbero necessarie, considerate le condizioni contenute nel Decreto governativo”.

Polemiche non faranno ripartire la scuola

“Ridicolo che l’assessore Rosolen chieda la riforma del Titolo V per avere più autonomia scolastica, quando ha ampiamente dimostrato l’inadeguatezza della Regione sull’erogazione della CIG in deroga. Se queste sono le basi sarebbe quantomeno dubbia la buona riuscita della gestione della nostra scuola”. Questo il commento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, dopo la riunione della VI Commissione sulla legge omnibus.

“In un momento in cui si stanno mettendo in campo competenze e risorse per far rientrare i ragazzi a scuola a settembre in piena sicurezza (aspetto su cui, al pari dell’Italia, stanno ancora lavorando altri Paesi duramente colpiti come Francia e Spagna), l’assessore non perde occasione per fare polemica, senza nemmeno rispondere in merito alla situazione del comparto privato, che a questa Giunta sta molto a cuore e su cui sta mettendo non pochi denari che andrebbero invece destinati al pubblico” sottolinea il consigliere M5S.

“Il contagio tra bambini, che sono perlopiù asintomatici, esiste; agli operatori dei centri estivi verranno fatti i tamponi e questo ci dà garanzia di serietà e sicurezza, ma parliamo di competenze di un altro assessorato. Auspico che, invece di sollevare polemiche strumentali – conclude Capozzella -, si agisca presto e bene non solo nel campo della scuola, ma anche in quello del lavoro che attualmente è la prima e più seria preoccupazione cui far fronte con risposte certe e immediate”.

Euro&Promos, Giunta a conoscenza di quanto sostiene l’Azienda sanitaria di Zaia?

“È vero quanto afferma l’Azienda Ulss N. 8 Berica rispetto all’affidabilità di Euro&Promos? Le inadempienze sollevate in Emilia Romagna e in Veneto sono state riscontrate anche in Friuli Venezia Giulia?” Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, in un’interrogazione che prende spunto da una delibera del 12 febbraio dell’Azienda sanitaria vicentina per l’affidamento del servizio Cup.

“Secondo la delibera – sottolinea Sergo –, Euro&Promos di Udine, società il cui 40% del capitale è detenuto dall’assessore Bini, è stata ritenuta inaffidabile ed esclusa dalla procedura di gara avente ad oggetto l’affidamento del servizio annuale di gestione del Cup/cassa dell’Ospedale di Montecchio Maggiore. Tutto questo in quanto nel recente passato è stata chiamata a pagare onerose penali per inadempienze, nonché sanzioni amministrative sollevate dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ravenna per irregolarità contributive, per scorretto inquadramento di alcuni rapporti lavorativi, per la predisposizione di alcuni contratti di lavoro intermittente che non rientravano nelle tipologie previste e omesse comunicazioni, per complessivi 125 mila euro di sanzioni amministrative oltre a dover regolarizzare i rapporti di lavoro”.

“Per questo – prosegue il consigliere M5S -, oltre che per le penali che le sono state contestate in relazione ad altri contratti stipulati negli anni tra l’azienda ed altri enti pubblici, per un ammontare pari ad altri 200 mila euro circa, nonché in considerazione della risoluzione contrattuale da parte dell’Asp di Ragusa, della precedente esclusione per inaffidabilità da parte del Comune di Ravenna e dei tre verbali dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Ravenna, l’Ulss di Vicenza ha ritenuto che l’operatore economico in questione non sia affidabile e, a loro avviso, sussistono tutti i presupposti per procedere all’esclusione dell’Impresa Euro&Promos dalla gara, perché sono ravvisabili significative e persistenti carenze nell’esecuzione di precedenti contratti”.

“A questo punto è lecito chiedersi quanti siano gli appalti attualmente in essere con questa società per conto della nostra Regione, degli Enti locali, degli enti o delle società partecipate del nostro territorio e a quanto ammontino come valore economico, oltre a conoscere l’eventuale esistenza di penali riscosse, con riferimento alla E&P, o di valutazioni in corso simili a quelle vicentine. Nell’interrogazione chiediamo se la vicenda sia nota alla Giunta regionale e se quanto contenuto nella delibera dell’Ulss n.8, Azienda sanitaria situata nel Veneto di Luca Zaia, corrisponda al vero. Vogliamo infine sapere – conclude Sergo – se si intenda prendere posizione pubblica su questa situazione, le cui conseguenze ricadono come sempre sui dipendenti che, anche in questa fase di emergenza, hanno dimostrato tutta la loro dedizione e professionalità nello svolgere un lavoro e un servizio fondamentale per la comunità”.

Chiarezza su riapertura reparti all’ospedale di Gorizia

“Rimane una forte preoccupazione sulla ripartenza dei servizi ancora chiusi all’ospedale di Gorizia. Alle generiche rassicurazioni del sindaco Ziberna non hanno fatto seguito fatti concreti”. Lo affermano la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, e il consigliere comunale pentastellato, Ermanno Macchitella, che presenteranno interrogazioni in materia nelle rispettive assemblee. Lo stesso direttore Poggiana, non è stato chiaro, durante le audizioni della scorsa settimana, limitandosi a dire che prenderanno le decisioni migliori.

“È necessario conoscere con precisione quali siano le intenzioni rispetto al ripristino dei servizi e alla loro tempistica – affermano Dal Zovo e Macchitella -. Chi lavora all’ospedale di Gorizia ha molta paura che l’emergenza venga presa a pretesto per chiudere reparti, impoverendo una sanità che nel corso degli anni ha già dovuto sopportare alcune chiusure, a partire dal punto nascita”.

A preoccupare particolarmente i rappresentanti M5S è la situazione che riguarda l’unità coronarica e la terapia intensiva che, ancora oggi, risultano sospese e le date di riapertura non sono per nulla chiare e certe. “Ad oggi risulta la volontà di riaprire l’ambulatorio pacemaker. Depositeremo doppia interrogazione, una in Consiglio comunale e una in Consiglio regionale, per chiedere che si scoprano le carte per quanto concerne i reparti chiusi e ci venga detta una volta per tutte, la volontà rispetto all’unità coronarica e alla terapia intensiva. Inoltre – concludono i consiglieri – anche i reparti di ortopedia e traumatologia risultano ripartiti non in modo definitivo e, pertanto, siamo preoccupati sul loro reale destino”.

Percettori Reddito Cittadinanza impiegati nella Fase 2

“La Regione e i Comuni si attivino al più presto perché anche in Friuli Venezia Giulia i percettori di Reddito di Cittadinanza possano essere impiegati in questa Fase 2, ad esempio nelle località turistiche per aiutare a garantire il rispetto delle regole determinate dall’emergenza sanitaria”. Lo chiedono i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle.

“Le linee guida redatte dall’Ufficio di presidente dell’Anci in Liguria indicano espressamente la possibilità per i Comuni di utilizzare come steward nella spiagge i percettori del Reddito – sottolineano gli esponenti M5S -. In sostanza dovrebbero fare in modo che vengano sempre rispettate le distanze di sicurezza, fornendo un servizio particolarmente utile in questa fase, evitando le inutili repressioni e rappresaglie che non aiutano a creare un clima di collaborazione tra cittadini e istituzioni”.

“Nel documento che abbiamo prodotto come contributo per la ‘Fase 2’ – ricordano i consiglieri regionali – abbiamo indicato proprio la necessità di individuare progetti utili alla comunità, come previsto dalla legge che ha istituito il Reddito di Cittadinanza, e il lavoro sulle spiagge, ma anche nei mercati e negli spazi dedicati alla ‘movida’, può rientrare indubbiamente in questa fattispecie. Molte persone che percepiscono il Reddito si sono offerte volontarie in questi mesi di emergenza, adesso vanno agevolate a seguire percorsi individuati dalle amministrazioni”.

Oltre 60% operatori sanitari Fvg Covid-positivi a Trieste. Nave: manca un piano B

“I dati forniti oggi dai vertici dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano – isontina parlano di 189 operatori sanitari positivi al Covid-19 a Trieste. Il numero fornito pochi giorni fa in risposta a una nostra interrogazione era di 161 in tutta l’Asugi, ovvero il 58% sul totale dei positivi tra il personale sanitario del Ssr; la situazione illustrata oggi racconta di una percentuale che supera il 60%, evidenziando ancora una volta la gravità della situazione triestina”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo l’audizione dei rappresentanti di Asugi nella competente Commissione.

“Non basta l’alta densità di popolazione presente a Trieste o il grande numero di giorni di ricovero (che aumenta la possibilità per gli operatori di entrare in contatto con il virus) a giustificare questi numeri – sottolinea Ussai -. Alcune tempistiche e atti, relativi ad esempio ai dispositivi di protezione e ai protocolli attuati, non hanno funzionato e bisognerà tenerne conto per il futuro”.

L’audizione ha affrontato anche il tema della nave “Allegra” su cui c’è stato un definitivo passo indietro: “Da parte nostra c’è soddisfazione perché ha prevalso il buonsenso e non si sono sprecati soldi pubblici per affittate spazi inadeguati per l’assistenza di pazienti anziani per lo più non autosufficienti. Rimane tuttavia il dubbio di quale sia il team di esperti che ha sostenuto l’ipotesi della nave, considerate le evidenti carenze che questa soluzione presentava. L’importante adesso – puntualizza Ussai – è capire se siano state individuate soluzioni non solo di emergenza, ma anche di medio-lungo termine”.

“La finalità della nave era quella di isolare i soggetti Covid-positivi presenti nelle strutture che non possono avere aree dedicate e percorsi separati dagli altri ospiti, per evitare il diffondersi del virus fra e attraverso i residenti delle case di riposo, evitando così morti, visto che parliamo di anziani fragili e affetti da più patologie” continua l’esponente M5S.

“Ci preoccupa il fatto che attualmente non sembrano esserci percorsi chiari per i pazienti asintomatici o con pochi sintomi e, soprattutto, la mancanza di un piano B per un fabbisogno di circa 70-80 posti letto in Rsa, da dedicare esclusivamente a soggetti Covid-positivi, e di ulteriori 50 per soggetti guariti o incerti. Senza contare che ci sono circa 100 persone bloccate in ospedale o in case di cura accreditate, che attendono l’accoglimento in casa di riposo, e altrettante in lista d’attesa dal domicilio – conclude Ussai -. Una situazione che, da un lato, mette a rischio la sostenibilità economica delle case di riposo e, dall’altro, costringe gli anziani in strutture dove non sarebbe garantita l’adeguata separazione dei percorsi”.