“La revisione dei patti finanziari con lo Stato deve essere un’assunzione di responsabilità da parte di tutti”. Lo ha affermato il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, nel corso dell’audizione in I Commissione dell’assessore al bilancio, Barbara Zilli. “Responsabilità della Regione rispetto alla gestione delle funzioni ma anche responsabilità dello Stato per quanto riguarda la finanza pubblica e l’equilibrio tra gli interessi in gioco”.
“Nel corso degli anni, la Regione è stata chiamata a contribuire a un federalismo fiscale mai attuato e al risanamento della finanza pubblica mentre il debito era costantemente in crescita e che, dopo mesi di miglioramento, a causa dell’emergenza in atto tornerà ad aumentare ancora – ha aggiunto Sergo -. La specialità è spesso vista all’esterno come un privilegio, sta al Friuli Venezia Giulia dimostrare che invece si tratta di un modello virtuoso”.
“Fare il punto sulla situazione della finanza regionale è un momento fondamentale perché su queste basi legiferiamo ed eroghiamo servizi – ha sottolineato il consigliere M5S -. Ed è importante trovare un equilibrio soprattutto in questo momento di incertezza economica per i nostri bilanci, tenendo conto delle funzioni gestite, delle compartecipazioni che non sono uguali per tutti e di quanto negli anni è stato versato dai nostri cittadini”.
“La nostra posizione è chiara e lo abbiamo dimostrato votando la mozione che chiedeva di rivedere i patti, prima ancora di sostenere l’ordine del giorno che dà mandato al presidente Fedriga di trattare con lo Stato – ha concluso Sergo – così come i nostri parlamentari hanno richiesto al Governo di sedersi attorno a un tavolo per raggiungere un nuovo accordo legato a questo momento di emergenza”.
“In termini percentuali, il contributo del Friuli Venezia Giulia è superiore a quello di altre Regioni, e a questo si somma una gestione virtuosa del bilancio, con una progressiva riduzione del debito, che ci mette in posizione di forza per rivedere determinati principi – ha puntualizzato il consigliere Andrea Ussai – In quest’ottica, mi auguro che nella discussione di questi temi ci sia un focus dedicato alla sanità. L’andamento della spesa e le previsioni per il futuro di questo comparto imponevano, anche prima dell’emergenza, una riflessione sulla quantificazione e sull’utilizzo delle risorse anche attraverso un confronto con le altre Regioni. Oggi è ancora più necessario approfondire le questioni degli investimenti nel settore sanitario e della riorganizzazione dei servizi”.
“Mi appello al senso civico dei cittadini per chiedere ad ognuno di loro di non abbandonare mascherine e guanti monouso nell’ambiente. Il danno che ne deriva è enorme”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo. “I dispositivi di protezione devono essere smaltiti correttamente, gettandoli nei contenitori dell’indifferenziata – ricorda l’esponente M5S -. Purtroppo però, vengono trovati non solo a terra ma anche nel mare, con il rischio per pesci e tartarughe di mangiarli e morire”.
“Se ognuno di noi abbandonasse a terra o in acqua mascherine e guanti, in breve tempo ci sarebbero effetti per l’ambiente e gli ecosistemi altamente nocivi – sottolinea ancora Dal Zovo -. Il WWF fa presente che, se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura, questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di dispositivi al mese dispersi nell’ambiente. Il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi: questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato. Ci uniamo quindi alla richiesta del WWF, rivolgendoci a nostra volta ai cittadini perché non abbandonino nell’ambiente i dispositivi e non arrechino danni alla fauna selvatica e marina”.
“Fedriga smentisce la maggioranza e il suo assessore alle attività produttive e torna a far riaprire i negozi la domenica e i festivi anche in periodo di emergenza Covid”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo le dichiarazioni del presidente del Friuli Venezia Giulia nella conferenza stampa in cui ha annunciato le misure per la riapertura delle attività. “Non più tardi di giovedì, l’assessore Bini aveva accolto, nell’ambito di una mozione a sostegno del commercio ambulante, una nostra proposta di valutare il mantenimento della chiusura domenicale e nei giorni festivi di supermercati, ipermercati e discount”.
“Dimostrando di averci capito poco in questi due mesi con le ordinanze da lui stesso emanate, il presidente dice che chiudere i centri commerciali la domenica non avrebbe più a che fare con il contenimento del contagio, ma con le regole della concorrenza – sostiene Sergo – . C’è da chiedersi allora perché il Friuli Venezia Giulia abbia chiuso i negozi di domenica, lunedì di Pasquetta, 25 aprile e 1 maggio? È stato lo stesso Fedriga, nel corso della conferenza stampa, a ribadire che l’emergenza non si è esaurita”.
“Come al solito poche idee e ben confuse. Ma il presidente va oltre e ha già chiesto alla grande distribuzione di dilatare anche gli orari di apertura: l’ultimo affronto verso i piccoli commercianti ma anche un dietrofront nei confronti degli ambulanti. Molte, infatti, sono le lamentele verso le linee guida per i mercati di cui lui stesso dice di essere capofila. Ma quando ha accolto questa categoria a Trieste dopo le loro proteste – conclude Sergo – ha sentito anche le loro proposte e richieste o ascolta solo quelle della Grande Distribuzione?”.
“La situazione rispetto ai contagi da Covid-19 a Trieste, il territorio più colpito, impone un approfondimento”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo l’intervento del vicepresidente e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, in III Commissione.
“È vero che l’Istituto superiore della sanità pone il Friuli Venezia Giulia tra le regioni a basso rischio ma ci sono situazioni diverse – sottolinea l’esponente M5S -. I dati di Trieste infatti sono particolarmente preoccupanti”.
“Trieste registra circa il 60% degli operatori sanitari colpiti in regione, il doppio dei casi positivi tra gli ospiti nelle case di riposo rispetto alla provincia di Udine, e più del 50% dei decessi che sono avvenuti in Friuli Venezia Giulia – conclude Ussai -. Dati che non vanno trascurati e su cui bisogna fare un rigoroso accertamento delle cause per affrontare la Fase 2”.
“Finalmente la Giunta si accorge che la carenza di segretari comunali sta letteralmente pietrificando il lavoro nei Comuni”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella. “L’assessore Roberti, con un emendamento al ddl 90, ha istituito un elenco di dipendenti del Comparto in possesso dei requisiti per l’accesso alla qualifica di segretario comunale, per risolvere una mancanza che sta paralizzando molti Comuni di questa Regione”.
“Peccato che questa situazione sia nota da anni e che il nostro Movimento, per ovviare a quella che era una carenza sotto gli occhi di tutti e soprattutto di semplice soluzione, avesse presentato già a fine 2019 un emendamento alla finanziaria regionale, bocciato dalla maggioranza, in cui si chiedeva proprio di consentire al personale già assunto e con i necessari requisiti di legge di ricoprire quegli incarichi” ricorda il consigliere.
“Forse ci voleva l’appropinquarsi delle scadenze per l’istituzione delle Comunità per notare che i Consigli comunali, le Giunte e di conseguenza gli uffici non sono in grado di far fronte a quanto gli si chiede. Purtroppo però – conclude Capozzella – la misura, come tutte quelle che si registrano in questo momento emergenziale, sia una risposta parziale e rivolta esclusivamente ai piccoli Comuni, mentre sembra chiaro che questa carenza colpisce anche quelli di dimensioni maggiori”.
“Anche il Cosef e il Comune di San Giorgio di Nogaro hanno sposato le nostre tesi rispetto all’inopportunità di avere un campo fotovoltaico nella zona industriale Aussa Corno. All’appello manca solo l’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.
“Un paio di mesi fa avevamo lanciato l’allarme sull’utilizzo di un terreno che ancora non era stato interessato a problemi di inquinamento, come invece accaduto in altre aree di quella zona – ricorda Sergo – individuando la possibilità di collocare i pannelli fotovoltaici sui tetti dei capoannoni industriali presenti e non su un campo coltivato”.
“Avevamo chiesto l’intervento degli enti preposti per trovare una soluzione adatta a garantire la necessità di produrre energia pulita per le imprese e lo sviluppo di un’area strategica – sottolinea il consigliere -. Cosef e Comune di San Giorgio si sono espressi, dalla Regione attendiamo ancora una parola. Augurandoci che stavolta l’assessore Scoccimaro non cerchi qualcun altro a cui scaricare il barile”.
C’è l’impegno della Giunta regionale a valutare il mantenimento della chiusura domenicale e nei giorni festivi di supermercati, ipermercati e discount, almeno finché permane l’emergenza epidemiologica. Lo prevede un emendamento proposto dal MoVimento 5 Stelle alla mozione del consigliere Furio Honsell in tema di commercio ambulante.
“Abbiamo chiesto, ottenendo il placet del proponente e dell’assessore Bini, ad aggiungere questo punto alla mozione, considerato che l’ordinanza del presidente della Regione attualmente in vigore scade domenica prossima – sottolinea il consigliere regionale Cristian Sergo -. Si tratta di una misura che può essere contenuta nelle ordinanze emesse dal presidente Fedriga durante l’emergenza epidemiologica, senza alcun rischio di impugnazione, essendo più restrittiva di quelle governative.”.
“Crediamo che contributi, incentivi e riduzione di tasse siano senza dubbio un modo per venire incontro alle categorie, in questo caso agli ambulanti o al commercio di prossimità – aggiunge Sergo -. Ma riteniamo che anche la chiusura nei festivi possa essere uno strumento utile”.
“Abbiamo chiesto all’aula e alla Giunta un atto di responsabilità da parte di una Regione che si fregia di essere autonoma. Come tutta risposta è stato proposto di chiedere le intenzioni del Governo e si è detto che ce lo chiede l’Europa…”. Per questi motivi il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, ha annunciato il ritiro della mozione sul tema del potenziamento della tratta ferroviaria Venezia – Trieste, che sarebbe stata svuotata nei contenuti dagli emendamenti del centrodestra.
La mozione chiedeva alla Giunta di attivarsi presso RFI per “ realizzare nel più breve tempo possibile il potenziamento tecnologico della tratta”, di “affrontare con tutti i territori coinvolti dalle Varianti che riguardano la tratta Venezia – Trieste Airport percorsi partecipativi affinché siano valutati attentamente costi e benefici delle stesse” e di “prendere posizione in ogni sede contro la realizzazione della Variante Ronchi – Aurisina, già bocciata due volte dalla Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente” che costerebbe un miliardo di euro senza portare alcun beneficio, ma solo danni al nostro territorio.
“Non mi aspettavo un parere unanime del Consiglio, ma non che il centrodestra volesse lavarsene le mani, chiedendo di scaricare la patata bollente sul Governo, con un emendamento proposto dalla Lega sotto dettatura del vicepresidente Riccardi – ha sottolineato Sergo – Anche l’Europa è stata tirata in ballo, dimostrando sempre di più come la specialità di questa Regione si tiri in ballo solo quando comoda. Per evitare di coprire di ridicolo il Consiglio e la Regione, abbiamo deciso di ritirare la mozione”.
“Credevamo fosse di fondamentale importanza che il Consiglio regionale si esprimesse su questa materia, soprattutto in un periodo in cui dobbiamo riprogettare la nostra esistenza evitando gli errori del passato. Purtroppo il centrodestra ha deciso di non prendere posizione – ha aggiunto la capogruppo M5S Ilaria Dal Zovo -. In particolare il Carso è un territorio molto particolare e fragile, e un segnale da parte dell’aula sarebbe stato significativo, al di là dei pareri che arrivano da Roma o da Bruxelles. E non regge la motivazione per cui parliamo di opere che verrebbero realizzate in tempi lunghi: era questo il momento di dire la nostra per evitare ulteriori sprechi di risorse pubbliche e la salvaguardia di un territorio fragile del quale nulla o poco conosciamo. Tutelare il Carso, le sue grotte e le sue bellezze, deve essere il primo motivo di contrarietà a quest’opera ”.
“Non ci siamo accontentati della risposta evasiva in Commissione dell’assessore Gibelli sulla situazione dei lavoratori del teatro ‘Verdi’ di Trieste, ottenendo dalla Giunta regionale l’impegno a far ripartire l’attività”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che ha presentato un ordine del giorno collegato alla legge su cultura e sport, accolto dall’esecutivo.
Il documento chiede alla Giunta di “impegnarsi per stimolare i teatri a riprendere le attività e dare al pubblico qualcosa di straordinario, nuovo e allo stesso tempo rispettoso delle norme di sicurezza” e di “incentivare i Teatri lirici regionali ad ampliare e innovare la propria offerta in ogni modo possibile, promuovendo accordi con la Rai regionale per la trasmissione delle proprie produzioni, organizzando nuove formule di godimento all’aperto, usufruendo degli spazi in altezza e delle aree verdi”
“Come scritto nell’ordine del giorno, la musica è cura dell’anima e fonte di unione tra le persone, e non va fermata. Lo abbiamo sostenuto in tutte le sedi istituzionali, dal Comune alla Regione: il ‘Verdi’ può continuare a operare con le opportune disposizioni di sicurezza – sostiene Capozzella insieme al collega Andrea Ussai – senza dovere porre circa 250 dipendenti in cassa integrazione. Il MoVimento 5 Stelle sarà sempre vicino a questi lavoratori”.
“Serve chiarezza e trasparenza nel modo di fornire i dati relativi alle infezioni da Coronavirus in Regione tra gli ospiti delle case di riposo e non rapporti fatti per rassicurare la popolazione” Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, commentando un comunicato diramato ieri dal vicepresidente Riccardi
“In quella nota, l’assessore ribadisce ancora una volta come il Friuli Venezia Giulia sia ‘la regione con la situazione migliore del Nord Italia’ prima di presentare i dati relativi alle case di rioso su base provinciale. I cittadini che non hanno la stessa ansia da prestazione di Riccardi nei confronti delle altre regioni del Nord – sottolinea Ussai -. A loro interessa solamente sapere quante e quali sono le fonti di contagio per proteggere se stessi e i loro cari (in particolare, anziani)”.
“È evidente che a Trieste, come afferma Riccardi nel suo comunicato, il rapporto tra contagi e decessi è ‘basso’, perché il denominatore è alto – continua il consigliere M5S -. A Trieste ci sono 400 casi positivi nelle case di riposo e sono morte 78 persone, quindi il 19,5%. A Udine si sono infettate 199 persone (la metà di Trieste) e ne sono morte 53; a Pordenone si sono infettate 71 persone e ne sono morte 20. Inoltre, al 30 aprile, a Trieste risultavano guarite solo 35 persone (l’8,8%) mentre a Udine 103 (cioè il 52,8%). Ricordiamo – conclude Ussai che l’assessore non ha ancora reso noto quali sono le 29 strutture per anziani colpite nel capoluogo regionale”.
“Resta l’amara sensazione di non avere dato le risposte attese dal territorio”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, dopo il voto dell’aula al ddl 90 ‘Disposizioni urgenti in materia di autonomie locali, funzione pubblica, lavoro e formazione’, approvato nonostante l’astensione del Gruppo pentastellato.
“Non è sufficiente dare ai Comuni contributi per ridurre le tasse, peraltro lasciando alle già sofferenti casse degli Enti locali metà di questi oneri, bisogna osare di più – afferma il consigliere M5S -. Se la rivoluzione copernicana del Friuli Venezia Giulia sarà il ritorno alle Province elettive, abbiamo senza dubbio perso un’occasione”.
“In questo momento siamo chiamati a ridurre gli enti e le spese per convogliare risorse a favore dei territori – conclude Capozzella -. Abbiamo presentato un nostro ordine del giorno che mirava a valorizzare il nuovo strumento normativo delle Comunità, ma è stato bocciato dalla Giunta: forse è proprio questo il destino di questi soggetti…”.
“La Giunta regionale pare non avere capito la situazione in cui si trovano i Comuni. Per uscire dalla crisi economica in cui siamo entrati le parole d’ordine sono liquidità e sburocratizzazione, invece gli interventi normativi a cui assistiamo portano via risorse e complicano le procedure, imponendo cambiamenti inadeguati in momenti che chiedono risposte semplici e veloci”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, in merito al disegno di legge sulle autonomie locali, su cui è iniziato oggi il dibattito in aula.
“Le misure messe in campo per i Comuni dalla Giunta sono a dir poco insufficienti e inadeguate. – sostiene Capozzella – Molte delle norme hanno carattere esclusivamente tecnico, comportando il mero rinvio degli adempimenti di dismissione delle UTI e di costituzione delle Comunità. In piena emergenza economica, chiederemo ai Comuni di riorganizzarsi e rimettere in discussioni prassi consolidate, rendendoli meno capaci, economicamente ed organizzativamente, ad accogliere le istanze dei cittadini”.
“La possibilità di fare ricorso all’avanzo libero di amministrazione per fare fronte al minore gettito di alcune tariffe (TARI, TOSAP e COSAP) appare poco lungimirante e accorcia una coperta già corta: quelle risorse sarebbero fondamentali per comporre il bilancio comunale negli anni successivi” aggiunge il consigliere M5S.
“I sacrifici per gli Enti locali non finiscono qui. Si chiede loro di restituire i contributi concertati con la Regione e che non hanno speso, per rimetterli in circolo nel sistema delle Autonomie locali: questo si traduce in un doppio lavoro e in un depauperamento delle risorse comunali – dichiara Capozzella – quando sarebbe stato più semplice cambiare destinazione a quei contributi mantenendoli in capo ai Comuni stessi”.
“Insomma, la Regione chiede ai Comuni di contribuire al bilancio regionale, quando dovrebbe essere il contrario, tanto più in un momento di estrema emergenza – conclude l’esponente pentastellato -. Le cifre che verranno stanziate per le Autonomie locali sono pari ad 11 milioni di euro e andranno a solo cofinanziamento del minore gettito; le altre somme saranno sborsate dai Comuni, e ad essere penalizzati saranno soprattutto gli Enti più piccoli, con minori risorse e personale e che non sono stati in grado di impegnare e spendere, non per cattiva volontà, ma perché materialmente impossibilitati a farlo”.
“Se vogliamo arrivare a un risultato positivo per il Friuli Venezia Giulia, ci sia vera condivisione, depositino tutti le armi e ci si confronti attorno a un tavolo e non tramite annunci sulla stampa”. Lo ha affermato la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, intervenendo nel dibattito sulla revisione dei patti finanziati con lo Stato.
“Dopo una prima fase, in cui c’è stato un confronto periodico tra il presidente della Regione, i parlamentari e i capigruppo, dalla fine di marzo le informazioni le abbiamo avute quasi esclusivamente dalla stampa – ha aggiunto Dal Zovo -. Fedriga si dice disposto a combattere con il coltello fra i denti e chiede a tutti di fare altrettanto ma per affrontare questa battaglia dobbiamo essere messi nelle condizioni di capire da dove derivino i dati e le preoccupazioni che lui stesso porta”.
“Siamo d’accordo sul fatto che si debba agire per raggiungere l’obiettivo della tenuta del bilancio per la Regione e i suoi cittadini, ma non esiste una sola strada per perseguirlo. Da varie parti è stata citata la lettera partita dai parlamentari di M5S, PD e IV, ma un’iniziativa analoga c’è stata a fine marzo da parte degli esponenti del centrodestra. È arrivato il momento – ha concluso la capogruppo – di abbandonare gli annunci e confrontarsi per arrivare a una linea comune che porti al risultato sperato”.
Una diretta Facebook e una mozione in Consiglio regionale per affrontare il tema del potenziamento della linea ferroviaria Venezia – Trieste. Con questi strumenti il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, rimette al centro del dibattito la questione, ribadendo la contrarietà a una Tav considerata “un’opera faraonica inutile”.
Questa sera, con inizio alle 18.30 sulla pagina del MoVimento 5 Stelle FVG, il consigliere regionale ne parlerà in diretta Facebook con i consiglieri comunali di Trieste, Elena Danielis e Gianrossano Giannini, di Duino Aurisina, Lorenzo Celic, di Monfalcone, Gualtiero Pin, di Ronchi dei Legionari, Lorena Casasola, e di Latisana, Loredana Pozzatello. Ci si occuperà in particolare del progetto di alta velocità sul Carso.
Mercoledì in Consiglio regionale è invece in programma la discussione sulla mozione presentata dal Gruppo consiliare M5S. “In un momento in cui il presidente Fedriga dichiara che sono a rischio le risorse per pagare gli stipendi dei medici, noi chiediamo di rinunciare a uno scempio che comporterebbe un enorme spreco di denaro” spiega Sergo, primo firmatario della mozione.
“Nella mozione, si impegna la Giunta “a chiedere a RFI di di realizzare nel più breve tempo possibile il potenziamento tecnologico della tratta Venezia-Trieste e la soppressione dei passaggi a livello”, “ad affrontare con tutti i territori coinvolti dalle Varianti che riguardano la tratta Venezia – Trieste Airport percorsi partecipativi, affinché siano valutati attentamente costi e benefici delle stesse, atteso il complessivo costo di 429 milioni necessario per quelle insistenti nella nostra regione e i risicati benefici di risparmio di tempo prospettati” e di “prendere posizione in ogni sede contro la realizzazione della Variante Ronchi – Aurisina lunga 23 km totalmente in galleria per un costo complessivo che varia da 810 a 970 milioni di euro”.
“Nonostante la spesa e il notevole impatto ambientale e sociale che la realizzazione delle opere previste comporteranno, si risparmierebbero solo 6 minuti di tempo senza raggiungere l’obiettivo prefissato dai proponenti di ridurre i tempi di viaggio a poco più di un’ora, vale a dire circa 25 minuti in meno rispetto all’attuale percorrenza – conclude Sergo -. Con il solo potenziamento tecnologico si ottiene un risparmio di 7 minuti su tutta la tratta fino alla fermata di Trieste Centrale”.
“Chiediamo al vicepresidente Riccardi di attivarsi e dare tempi certi affinché ripartano i servizi ancora chiusi”. Lo dichiara la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, intervenendo sulla ripresa della normale attività all’ospedale di Gorizia.
“L’assessore Riccardi aveva assicurato che, dopo l’emergenza Covid-19, l’ospedale di Gorizia avrebbe riottenuto tutte le attività precedenti. La domanda che gli poniamo è: in quanto tempo?” incalza Dal Zovo.
“Riceviamo segnalazioni preoccupate dagli operatori sanitari dell’ospedale di Gorizia sul fatto che non tutto ha ripreso a funzionare. Il reparto di cardiologia era già pronto martedì, ma a tutt’oggi risulta non utilizzato e gli operatori sono stati posti in ferie. L’unità coronarica, quindi, potrebbe entrare in azione per cittadini bisognosi, ma è tutto chiuso. L’unica indicazione – conclude l’esponente M5S – è di attendere nuove disposizioni: chiediamo invece ai vertici dell’azienda e all’assessore Riccardi di riaprire il reparto o dare tempi certi ai sanitari”.
“Ieri è stato diffuso un filmato della nave ‘Allegra’ che dovrebbe ospitare i pazienti positivi al Covid che risiedono nelle case di riposo di Trieste in spazi promiscui. Questo ‘video spot’, fatto con tutta probabilità per sensibilizzare l’opinione pubblica dopo la levata di scudi di tutte le opposizioni e di molti professionisti contrari a questo progetto, si è ben guardato dal filmare le cabine più piccole che saranno utilizzate dai nostri anziani”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.
“Queste cabine corrispondono a ben il 50% delle stanze messe a disposizione – sottolinea Ussai -. Le loro dimensioni, secondo le piante che abbiamo avuto modo di visionare, corrispondono a circa 2,3 x 4 metri (bagno e armadio compresi) con la presenza per di più di un piccolo gradino per accedere al bagno”.
“Ci chiediamo come sia possibile considerare questi spazi adeguati per l’assistenza e, alla prova dei fatti, qualche professionista certificherà che le stanze hanno tutte le caratteristiche che erano state richieste anche agli albergatori: un bagno il più possibile accessibile anche ai disabili, una presa d’aria esterna e la possibilità di svolgere le attività di cura dell’ospite attorno al letto con la possibilità di posizionare un piccolo sollevatore/sollevamalati oltre che la movimentazione di una carrozzina o comoda, vicino a una normale poltroncina comfort con poggiatesta per l’alzata quotidiana” puntualizza il consigliere M5S.
“Calcolando che stiamo parlando di persone anziani per lo più non autosufficienti e non di crocieristi – conclude Ussai – mi auguro che si chiariscano queste criticità e non si buttino via milioni di euro per affittare spazi inadeguati. Per questo, abbiamo sottoscritto, così come tutta l’opposizione, la richiesta di convocazione della Commissione consiliare competente per audire gli esperti e conoscere le motivazioni che stanno alla base della scelta relativa alla nave lazzaretto”.
Come sapete nelle scorse settimane ci siamo occupati dell’approvvigionamento delle mascherine, delle promesse fatte dal Presidente Fedriga e dall’Assessore Riccardi ma, soprattutto, delle polemiche – poi rientrate – rivolte al Governo per il mancato arrivo delle stesse.
Per fare due conti sul numero di mascherine arrivate in Regione dai vari canali disponibili ossia:
� Protezione Civile regionale e nazionale;
� Comuni che hanno comprato mascherine da soli vista la difficoltà di approvvigionamento delle stesse;
� donazioni pervenute;
� acquisto da parte di Aziende per l’Assistenza Sanitaria Regionali tramite Arcs o in proprio.
Si può ritenere che da marzo alla fine di aprile (i dati in ns possesso sono comunque molto parziali perché ancora non abbiamo tutti i decreti di acquisto né siamo a conoscenza delle donazioni effettuate ma solo di quelle cui è stato dato risalto sulla stampa) nella ns Regione ne siano pervenute (almeno) 13 milioni di mascherine.
Di queste:
�2.964.460 sono state comprate dalla Protezione Civile FVG,
� 400 mila dai Comuni,
� 500 mila sono state donate,
�4 milioni sono arrivate da Roma
� 5.669.500 sono quelle comprate dalle aziende regionali per i nostri ospedali.
Quando sentite parlare di % di mascherine giunte dallo Stato, questi sono i numeri da considerare e non quelli forniti dalla Giunta in quanto, quelli, tengono conto anche dei rifornimenti avvenuti nei mesi di gennaio e febbraio cioè quando l’approvvigionamento era in capo alla sola Regione.
Ma il punto, come detto, non è più questo.
Arriviamo alle promesse di Fedriga e Riccardi (Comunicato Stampa sul sito della Regione del 21 marzo 2020): “L’obiettivo è di fornire, gratuitamente e prima possibile, a ciascun cittadino del Friuli Venezia Giulia, due mascherine lavabili e riutilizzabili”.
Rispondendo in aula ad una recente interrogazione, Riccardi ha voluto precisare che la promessa era di fornire ad ogni nucleo familiare una busta con due mascherine, smentendo il Presidente.
Premesso che io, risiedendo nel disperso Comune di Tavagnacco, luogo difficile da raggiungere e distante dai grossi centri abitati, non ho ricevuto – e come me molti cittadini di Trieste e dintorni – alcuna mascherina, mi sono permesso di verificare quanti sono i nuclei familiari secondo l’Istat e quante mascherine sarebbero state necessarie per esaudire l’una (Fedriga) o l’altra (Riccardi) promessa.
Secondo i dati Istat per una popolazione di 1,2 milioni di abitanti, per distribuire 2 mascherine a testa, sarebbero necessarie 2,4 milioni di mascherine nel mentre, essendo il numero dei nuclei familiari (compresi i single ovviamente) pari a 550 mila circa per distribuire una busta con due mascherine a nucleo, ne bastavano 1,1 milioni.
I prezzi dovevano tener conto non solo della produzione ma anche dell’imbustamento in confezioni da due per poter esser così distribuite.
A questa richiesta sono pervenute nell’arco di 24 ore le seguenti proposte:
– TTK S.r.l. di Pasian di Prato (UD), per l’importo di euro 3,25 a mascherina, IVA esclusa;
– FILIAMO s.n.c. di Trieste (TS), per l’importo di euro 3,50 a mascherina, IVA esclusa;
– NORTON S.r.l. di Coseano (UD), per l’importo di euro 4,00 a mascherina, IVA esclusa.
La Protezione Civile afferma che la Norton non ha fornito tutta la documentazione e quindi che gli acquisti sono stati fatti esclusivamente dalla TTK Srl.
Nulla, è stato motivato, viceversa, circa il mancato acquisto di mascherine dalla FILIAMO snc.
Il dato, ossia il mancato acquisto, almeno all’apparenza, è strano vista la carenza di mascherine sul mercato soprattutto se lo consideriamo unitamente al fatto che il 24 marzo 2020 sono stati effettuati dalla Protezione Civile FVG almeno altri 4 ordini da altre ditte tra cui il Maglificio Mare che pochi giorni prima veniva presentato dal Presidente di Confindustria Alto Adriatico Agrusti per la sua pronta riconversione nella produzione delle mascherine Made in Pordenone.
I prezzi di acquisto, altra singolarità, son risultati pari ad € 3,40 (Mare srl) o 3,50 (Ferca 81 di San Daniele) ossia del tutto simili a quelli di cui all’offerta della Filiamo snc.
A tali acquisti va poi aggiunto quello di un quantitativo presso la ditta Happy Tenda di Pasian di Prato pari a 30.000 pezzi al prezzo molto più vantaggioso di € 1,90.
Si va avanti così fino all’11 aprile.
Gli ordini effettuati sono stati di 674.460 mascherine per un totale di € 2.177.088,78.
Da notare, altra singolarità, che negli stessi giorni il Maglificio Mare vendeva migliaia di mascherine ad alcuni comuni del pordenonese (tra cui Cordenons, San Quirino, San Vito al Tagliamento e Cordovado) ad un prezzo diverso (da un minimo di 4,30 fino a 4,50 + Iva) mentre alla Protezione Civile regionale, come detto, praticava un prezzo da 3,20 a 3,40 + iva.
Eppure, in quegli stessi giorni in cui le forniture cinesi all’Italia, secondo Riccardi, risultavano bloccate, veniva individuato un operatore economico in grado di fornire quanto richiesto ad un prezzo congruo all’attuale valore di mercato, la Ditta JIAXING WINTWO IMPORT AND EXPORT CO., LTD. ROOM 301 AND 401, 116 CHANGSHUI ROAD JIAXING, ZHEGJIANG, CHINA, avente sede in Cina, tanto che è sottoscritto dalle parti in data 27 marzo 2020 il verbale di concordamento prezzi, in cui l’operatore economico si impegna a fornire 200.00 (duecentomila) mascherine chirurgiche al prezzo unitario di euro 0,40 (zero-virgola-quaranta) IVA.
Del fornitore segnalato dal Caria che garantiva 500.000 pezzi non si è mai avuta traccia.
Ma cosa è successo l’11 aprile?
Sul sito della Protezione Civile FVG il Direttore ci fa sapere che “in data 11 aprile 2020 è cessata la pubblicazione dell’avviso per manifestazione di interesse prot. n. 7639/20 del 20 marzo 2020 e, pertanto, a decorrere dalle ore 24.00 del giorno 11 aprile 2020, tutte le manifestazioni di interesse eventualmente pervenute verranno archiviate”.
A leggerlo così sembra che gli ordini effettuati potessero esser considerati sufficienti e che non serviva più informare la Protezione Civile di ulteriori disponibilità.
Nei giorni successivi, però, i decreti di acquisizione son continuati, sempre, richiamando l’avviso del 20 marzo (ma non erano state archiviate le domande?) e così son state reperite ulteriori 360.000 mascherine filtranti per un costo di 1.154.120 €uro che, sommati ai precedenti, danno una spesa di 3.331.208 € per l’acquisto di 1.034.460 mascherine filtranti destinate alla sola popolazione perché non considerabili DPI.
Uno di questi decreti di aggiudicazione è relativo all’ultima fornitura di mascherine avvenuta tramite la TTK a cui la PC FVG ha assegnato la Fornitura di 100.000 mascherine. Il Decreto si rifà ad un’offerta giunta proprio il 16 aprile che riporta il prezzo di 3,10 euro + iva per 100.000 mascherine. Nel complesso alla TTK risultano affidati dal 21 marzo al 16 aprile 4 ordini per 343 mila pezzi e un valore di 1,3 milioni di euro.
Al tutto vanno aggiunte altre mascherine comprate dalla Protezione Civile, quelle chirurgiche e quelle FFP2 o kn95. Di queste sono stati comprati 1.930.000 pezzi per un totale di 2.385.405 euro.
Nei giorni scorsi, in Regione, ha fatto un gran parlare un post di un Blogger regionale (leopost – leonarduzzi.eu) che ha iniziato ad interessarsi a queste vicende e, soprattutto, al ruolo dell’Associazione Italianiacasa – Udineacasa composta da giovani volontari che si sono adoperati, in questi mesi di emergenza, nel consegnare la spesa alle persone impossibilitate ad uscire ovvero a quelle più fragili, nel donare tablet rigenerati ai bambini che devono usarli per la didattica a distanza e anche nell’imbustamento delle mascherine prodotte nel comune di Pasian di Prato per la Protezione Civile regionale.
Come riportato sul blog e facilmente riscontrabile sul social network il 23 marzo compaiono su Facebook messaggi di questo tipo:
“Stiamo cercando dei volontari che aiutino ad imbustare delle mascherine che verranno prodotte a Pasian di Prato. Il FVG ha attivato la realizzazione di mascherine in tessuto da distribuire gratuitamente. Facendo parte di un gruppo di volontari che collabora con la Protezione Civile mi hanno chiesto di divulgare il messaggio e cercare almeno tre volontari che si occupino di imbustare le mascherine tutti i giorni.
I volontari saranno direttamente a servizio della Protezione Civile e avranno un permesso per raggiungere Pasian di Prato. Se qualcuno fosse disponibile vi preghiamo di scrivere quanto prima a . L’aiuto verrà svolto a supporto della Protezione Civile”.
L’avviso pubblico del 20 marzo uscito sul sito della Protezione Civile FVG chiede non solo di fornire il prodotto ma anche di provvedere al “confezionamento in involucri in cellophane o simili contenenti due mascherine” e di un tanto dovrebbe tener conto anche il prezzo finale.
L’avviso di reclutamento uscito su Facebook è molto esplicito e sostiene che i volontari saranno a servizio della PC FVG e che dovranno recarsi a Pasian di Prato, luogo di realizzazione delle mascherine e non a Palmanova, sede della PC FVG da cui vengono smistate.
In quei giorni di marzo come detto ci sono stati tre ordini di mascherine prodotte a Pasian di Prato: con due ne sono state ordinate 93.640 alla ditta TTK e con l’altro son state ordinate 30.000 pezzi alla ditta Happy Tenda di Pasian di Prato.
Nelle successive settimane son stati affidati altri tre ordini per 280.000 mascherine di cui 30.000 di Happy Tenda allo stesso prezzo (1,9€) e 250.000 da TTK che, nel frattempo, ha ritoccato il prezzo (da 3,25 a 3,10 euro+ iva).
Ma i volontari quali mascherine hanno imbustato a servizio della Protezione Civile e prodotte a Pasian di Prato?
Sul ruolo di questi volontari e a seguito di alcuni post pubblicati su internet ove si fa esplicito riferimento al fatto che abbia un qualche ruolo nell’associazione italianiacasa – udineacasa anche suo figlio, vi è stata una reazione stizzita dell’Assessore Riccardi che, in aula, anziché chiarire il tutto ha preferito minacciare la proposizione di querela.
Eppure, l’aiuto dei volontari reclutati dall’Associazione è stato tale da far ricevere loro, il 3 aprile scorso, anche una lettera di encomio da parte del Presidente della Regione Fedriga con cui ha ringraziato i giovani imprenditori per la spontanea chiamata e le ditte di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio per le risposte ricevute.
L’associazione, in una lettera di ringraziamento verso i propri volontari, in questi giorni ha fatto sapere che “siamo determinati a cercare un’associazione strutturata che possa raccogliere il testimone e continuare a fornire i servizi del gruppo. Grazie ragazzi”.
Queste alcune delle singolarità e i freddi numeri delle mascherine in Regione dove per il sistema ospedaliero in tre mesi di emergenza (marzo, aprile, maggio) avremmo avuto un fabbisogno di circa 7 milioni di mascherine.
Alla popolazione ne son state promesse 2,4 milioni, ma ne verranno distribuite 1 milione e cento, ne son state reperite in tutto oltre 13 milioni ma da molte parti si sono alzate le lamentele di chi ancora non le ha ricevuto o gli allarmi di chi ha dovuto anche operare senza averle.
“Ricordiamo all’assessore Roberti, che si prodiga in polemiche inutili e strumentali, che il 21 marzo scorso di celebrava la XXV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (quest’anno naturalmente in forma virtuale su internet), senza che la Giunta abbia nemmeno pubblicato un comunicato sul tema”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, replicando alle dichiarazioni dell’assessore in occasione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale.
“Roberti parla di ‘periodo di incertezza che sta vivendo la giustizia italiana, in cui si scarcerano mandanti e esecutori di stragi e omicidi di persone innocenti’, con un atteggiamento che di istituzionale ha ben poco, tanto più considerata la natura della commemorazione – aggiunge il consigliere M5S -. L’assessore si riferisce forse al caso di Domenica Perre, colonnello dell’Anonima Sequestri, a cui mancano da espiare 2 anni sui 28 di condanna per sequestro di persona. A tutt’oggi ‘non ha effettuato alcuna revisione critica’ della propria malavita, ma per lui recentemente la giudice di sorveglianza ha disposto gli arresti domiciliari a Reggio Calabria”.
“Nonostante a chiedere la cacciata della Giudice di sorveglianza sia stato Maurizio Gasparri, dubitiamo che l’assessore Roberti si riferisca a questo caso, considerato che il marito della Giudice coinvolta è l’ex presidente leghista del Piemonte, Roberto Cota – rimarca Sergo -. Ma evidentemente ci sono giudici ritenuti seri e altri meno seri, a seconda dell’attacco politico che si vuole portare al momento, ma soprattutto a seconda di chi si vuole attaccare, facendo tutto tranne che rendere giustizia alle vittime di tutti i reati. L’importante è che non ci siano vittime di Serie A e di Serie B. Di sicuro nel centro destra rimane tanta, ma tanta confusione”.
“Gli imprenditori che lavorano rispettando le norme devono avere gli strumenti per operare, chi commette illeciti non va combattuto con l’arma delle gare per l’assegnazione delle licenze, ma con le revoche o gli esposto”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, in merito all’approvazione del disegno di legge che contiene “Misure urgenti per far fronte all’emergenza epidemiologica da COVID-19 in materia di demanio marittimo e idrico”.
“Abbiamo espresso un voto favorevole al disegno di legge – spiega Sergo – tenendo conto che nel corso degli anni abbiamo cercato di dare voce alla protesta della categoria, con il caso Di Finizio che è stato il più eclatante. Prima lo Stato, con i voti del MoVimento 5 Stelle (approvando la legge di Stabilità 2019), e oggi la Regione riconoscono un diritto: quello di avere la certezza del futuro”.
“Il dibattito sulla durata e sulle proroghe rimarrà sempre aperto fino a quando non ci sarà un intervento europeo univoco e quindi alcuni Stati allungato di 12 anni altri di 75. Ma non possiamo pretendere una politica comunitaria quando conviene, rivendicando invece gli interessi nazionali in altre situazioni – conclude il consigliere M5S -. Non dobbiamo attendere o copiare gli altri, ma fare le scelte giuste per il nostro territorio”.
“La situazione del Teatro Verdi e dei suoi 250 lavoratori non va trascurata. Dispiace in questo senso il ‘benaltrismo’ dell’assessore Gibelli”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che ha evidenziato il quadro relativo al teatro triestino durante la discussione del disegno di legge su cultura e sport, approvato ieri in Commissione.
“Il teatro potrebbe continuare a operare, naturalmente con le opportune disposizioni relative all’emergenza Covid-19 – sottolinea Capozzella – ma, in barba all’accordo sindacale di inizio aprile che prevedeva il ricorso a ferie e banca ore, il Sovrintendente ha imposto unilateralmente la cassa integrazione a partire da maggio”
“Da parte del sindaco Dipiazza c’è stato un sostanziale disinteresse alle sollecitazioni in Consiglio comunale arrivate dal M5S, che ha fatto proprio il grido di dolore dei lavoratori – continua l’esponente pentastellato -. Parliamo della principale istituzione teatrale del Friuli Venezia Giulia e non bisogna girare la testa dall’altra parte”.
“Spiace che l’assessore Gibelli non abbia voluto affrontare la questione – conclude Capozzella -. È vero che l’emergenza attuale ha creato situazioni di grave difficoltà e che molte realtà culturali rischiano addirittura di chiudere. Ciò però non significa che la situazione del Verdi vada messa in secondo piano”.
“L’impressione – aggiunge il consigliere regionale Andrea Ussai – è che si sia voluto aderire al Fondo integrativo salariale per migliorare ulteriormente il bilancio della Fondazione, piuttosto che escogitare strategie per riprendere quanto prima l’attività, e questo intervenendo sullo stipendio di 250 famiglie piuttosto che sulla retribuzione dei dirigenti. La bella stagione invece consentirebbe di riprendere l’attività artistica del Teatro Verdi utilizzando per i concerti anche la terrazza e il sottoportico del Teatro (come avvenuto per la rassegna ‘Note in Città’) oppure il palco di piazza Unità per l’attività estiva, garantendo distanze e sicurezza”.