domenica, 19 Gennaio 2025
Home Blog Pagina 79

Più friulano nella programmazione Rai regionale

“L’emergenza Covid-19 ci sta assorbendo moltissimo, ma è giusto non tralasciare un discorso presente già da tempo: l’avvicinarsi della scadenza della Convenzione tra il Governo e la Rai, in materia di trasmissione di programmi radiofonici e televisivi espressione delle minoranze linguistiche”. Lo affermano il portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera, Luca Sut, e il consigliere regionale Mauro Capozzella, dopo la videocall di ieri con il direttore delle Relazioni istituzionali Rai, Stefano Luppi, e con Markus Maurmair, presidente dell’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana e sindaco di Valvasone Arzene.

“L’accordo sancito dall’incontro realizza in maniera significativa l’obiettivo, molto sentito dal territorio e dalle realtà di promozione culturale impegnate in questo settore, ovvero l’incremento dei contenuti in friulano nella programmazione della Rai regionale – affermano i rappresentanti M5S -. La nuova Convenzione, oltre a vertere solo sulla pianificazione di contenuti in lingua friulana, ne prevederà una trasmissione aggiuntiva tra le 100 le 150 ore annue, per un investimento previsto tra 500 agli 800 mila euro; oer un totale, nei 5 anni di vigenza della Convenzione, che potrebbe quantificarsi intorno ai 3-4 milioni di euro. Una Commissione interna vigilerà sul rispetto degli impegni, con la previsione di poter aggiornare trimestralmente la programmazione in base alle richieste dei tele/radioascoltatori”.

“Siamo soddisfatti del risultato raggiunto” affermano Sut e Capozzella che comunque guardano anche ad altre opportunità. “Ci sarebbe anche l’ipotesi di inserire nel nuovo testo la trasmissione, a margine del Tg, di una sezione di notizie in lingua friulana. Al momento si tratta solo di una possibilità che, speriamo, potrà trovare attuazione dell’accordo, a cui collaboriamo già da alcuni mesi e che vede impegnato in prima linea lo stesso Maurmair”.

“La ‘marilenghe’ è un elemento identitario importante per molti friulani ed è parlata da circa 600 mila persone – concludono i due portavoce -. Per una sua maggior presenza nelle trasmissioni radiotelevisive del Servizio pubblico, negli anni si sono susseguiti gli appelli delle Associazioni impegnate nella valorizzazione di questo elemento culturale, cardine di un’identità viva che non ha mai perso la forza originaria. In alt o Friûl!”.

No a inceneritore Manzano vicino alle case

“Si continua a definire il progetto di inceritore a Manzano come un ‘revamping’ ma di fatto si tratta di un nuovo impianto, tanto che l’assessore Scoccimarro ha annunciato che chiederà si smantellare il vecchio stabilimento”. A dichiararlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, a seguito dell’audizione svoltasi in IV Commissione consiliare.

“Rimango perplesso quando sento parlare di ‘revamping’ o di ammodernamento quando siamo a tutti gli effetti di fronte a un nuovo inceneritore, tanto che c’è una nuova procedura di Autorizzazione integrata ambientale – sottolinea Sergo -. Leggendo le carte a disposizione non si può che fermarsi: l’impianto non può stare a 500 metri dalle case, lo prevedono le norme. Sarebbe bastato ascoltare la richiesta di Valutazione di impatto ambientale a settembre e non avremmo perso sette mesi che diventeranno nove visto che i tempi per le osservazioni sono stati prorogati per l’emergenza Covid”.

“Un altro problema è l’effettiva utilità dell’impianto – aggiunge il consigliere M5S -. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato nel dicembre 2016, si riferisce a dati del 2014 e quindi obsoleti: secondo quel Piano, in ogni caso, esportavamo 22 mila tonnellate verso l’Austria e già questo confermerebbe che un aumento di 14 mila tonnellate, previsto per il nuovo inceneritore, non sarebbe sufficiente a risolvere i problemi. La buona politica di trattamento dei rifiuti nell’ottica della riduzione, riuso e riciclo, dovrebbe sperare che quel numero di tonnellate diminuisca di anno in anno: se aumenta significa che ci stiamo capendo poco. Il nodo, tuttavia, resta quello della localizzazione dell’impianto: perché non realizzarlo in una delle tante zone industriali che hanno disponibilità di terreni, invece di portare ulteriori polveri sottili e Tir in mezzo alle case?”.

“Va infine ricordato che nel nuovo inceneritore che stiamo parlando di smaltire rifiuti, provenienti per lo più da altre regioni, trattati in Friuli Venezia Giulia – conclude Sergo – come per esempio accade anche a Maniago, la cui proprietà dell’impianto ha sede in Veneto ed è azionista di maggioranza della società che propone l’inceneritore a Manzano”.

Ferrovia Trieste – Venezia, scoperto bluff di chi parla di alta velocità

“Ringraziamo i tecnici di RFI per avere confermato le tesi che portiamo avanti da anni. Per migliorare velocità e percorrenza della tratta ferroviaria Trieste – Venezia non sono necessarie opere faraoniche e costose ma servono interventi di adeguamento tecnologico sull’esistente”. È il commento del consigliere regionale Cristian Sergo (MoVimento 5 Stelle) in merito all’audizione in Commissione sul potenziamento della tratta. “Dal 2013, quando siamo entrati in Consiglio regionale ci battiamo per mettere fine una volta per tutte al progetto miliardario, poi eliminato dal Contratto di programma degli investimenti tra Rfi e Stato. Oggi in audizione abbiamo potuto toccare con mano quanta ragione abbiamo avuto in tutti questi anni”.

“I tecnici di RFI si sono focalizzati sulla variante di Latisana, che porterebbe alla realizzazione di una nuova stazione e di un cavalcavia che comporterebbe una serie di piloni in zone ad elevato rischio idrogeologico, con un costo che il Contratto quantifica in centinaia di milioni di euro” sottolinea il consigliere M5S. “Per quanto riguarda il tratto Ronchi – Aurisina, non vorremmo che si spendano altri milioni in progettazione di opere simili a quelle che sono già state bocciate due volte dalla Commissione Tecnica VIA per la delicatezza del territorio – aggiunge Sergo -. Nel progetto presentato oggi l’unico punto di una velocità massima a 235 km/h è quello dove insiste la stazione di Trieste Airport che, essendo l’unica fermata obbligatoria, porta la velocità reale a zero. Ma ciò che balza più agli occhi è come proprio RFI sostenga che, a fronte di un ridotto miglioramento prestazionale, ci siano costi elevati (970 milioni di euro), recupero di percorrenza trascurabile, numerosi espropri e impatti su viabilità e centri abitati”.

“Parliamo di velocizzazione? Nel 2016 il Freccia Bianca copriva la tratta Trieste – Venezia in 1 ora e 24 minuti, secondo quanto affermato da RFI, nell’ipotesi migliore, arriveremmo a una percorrenza dai 6 a 10 minuti in meno, quando potenziando la linea esistente otterremmo un recupero di 7 minuti. All’Aassessore Pizzimenti – conclude l’esponente pentastellato – chiediamo, prima di fare ragionamenti su qualsiasi progetto e di auspicare la futura realizzazione della TAV da 8 miliardi, di rivedere il Piano dei trasporti e della logistica: basti pensare che nel giro di pochi minuti abbiamo quattro stazioni tra Monfalcone, Trieste Airport, Cervignano e la nuova fermata prevista a Latisana. Su questo, sul miglioramento tecnologico, sull’eliminazione dei passaggi a livello, giusto per fare degli esempi, bisogna lavorare prima di pensare a spendere milioni in progetti che già oggi sappiamo non essere necessari. Basti pensare che l’obiettivo prefissato dalla velocizzazione della linea era quello di collegare le due città in un’ora, i risultati presentati oggi ci dimostrano che, nonostante 1,5 miliardi di euro e ferite pesanti sul territorio, la previsione è di metterci un’ora e diciotto minuti. Più di così non capiamo cosa occorra alla politica per prendere la decisione giusta”.

Centrodestra ideologico, da noi opposizione responsabile

“Un ddl che presenta scelte palesemente ideologiche. Da inizio marzo chiediamo una revisione complessiva della legge di stabilità, invece si interviene toccando soltanto alcuni settori e lasciando inalterati altri”. Questa la posizione del MoVimento 5 Stelle sul disegno di legge che contiene misure per fronteggiare l’emergenza Covid-19, approvato oggi in Commissione.

“L’assessore Zilli – aggiungono gli esponenti pentastellati – ci ha spiegato che si è intervenuto su risorse che non verranno utilizzate da qui a luglio e che verranno poi ricollocate una volta conosciuto l’avanzo di bilancio. Ciò significa che secondo la Giunta la priorità dei Comuni, in questo momento di crisi, è l’istallazione dei sistemi di videosorveglianza per filmare esercizi commerciali chiusi e strade quasi deserte? Non capiamo davvero cosa vieti di toccare anche questi fondi”.

“Che segnali diamo andando a togliere le risorse sull’antimafia (stiamo parlando di diecimila euro), sul plastic free, sulla ristrutturazione delle case Ater non affittate? – proseguono i consiglieri M5S – Allo stesso modo, ci chiediamo perché azzerare i 5,5 milioni agli ex soci di Cooperative Operaie e CoopCa in un momento in cui si parla di garantire liquidità a chi ne ha bisogno, mentre invece non si toccano i 27 milioni per nuove strade, che difficilmente potranno essere spesi entro luglio, o le risorse per gli sconti sulla benzina. Sono queste le priorità?”.

“Chiediamo di essere coinvolti nelle scelte che vengono portate avanti in questo periodo – conclude la nota del Gruppo -. La Giunta e la maggioranza siano riconoscenti nei confronti di un’opposizione che sta tenendo un comportamento responsabile, contrariamente a quanto accade a livello nazionale. Abbiamo sempre evitato polemiche su questa vicenda, ci aspettavamo che ci fosse almeno un minimo di concertazione e condivisione in queste scelte”.

Ripensare sistema scolastico e servizi alle famiglie

“Una delle cose che ci ha sicuramente insegnato il coronavirus, è che le famiglie hanno bisogno di un sistema di welfare ed istruzione che funzioni”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo. “Spesso la nostra regione è stata terreno di sperimentazione, per varie materie. Facciamolo anche stavolta: istituiamo un sistema di welfare e istruzione unico”.

“Anche in questa emergenza, stiamo vedendo come le famiglie, in particolare le mamme, siano state preziose per seguire i figli e come, sia per la gestione scolastica che per la gestione del tempo libero, siano state fondamentali – aggiunge Dal Zovo -. Ora però, quando il motore ripartirà, i bambini, i ragazzi e le famiglie, non dovranno sentirsi soli ad affrontare un’organizzazione (baby sitter, nonni, attività sportiva e altro) che, soprattutto nei primi mesi, sarà diversa da quella a cui tutti erano abituati”.

“Molti hanno anche perso dei familiari che, fino a prima dell’emergenza, fornivano un aiuto prezioso sia per la gestione dei bambini che dal punto di vista economico – sottolinea la capogruppo -. Dobbiamo ripensare al sistema scolastico e di servizi alle famiglie, inteso come doposcuola e centri estivi”

“Si avvicina infatti l’estate ed è impensabile che i piccoli debbano rimanere confinati a casa, senza poter avere contatto con i loro pari. La socialità, il giocare assieme, sono cose fondamentali per lo sviluppo stesso dei bambini e ragazzi. Sediamoci attorno ad un tavolo e parliamone – conclude Dal Zovo – magari prendendo spunto dai Paesi del Nord Europa che su questo fronte sono un punto di riferimento. Basta volerlo, e le cose si fanno”.

Ripresa non si basi su ondate politiche

“La domanda nasce spontanea: cosa avrà voluto dire il presidente Fedriga? A chi era riferita la sua critica? E poi, era proprio una critica o un discorso generico? Oppure era un elogio ai governatori decisionisti della Lega? Probabilmente non lo sapremo mai. Ma possiamo fare semplici deduzioni”. Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, interviene in merito alla possibile ripresa delle attività economiche.

“Fedriga critica Conte perché insiste con il lockdown, seguendo, a suo dire troppo supinamente, il dettato dei comitati scientifici – sostiene il consigliere M5S -. Conte impedirebbe a Fedriga di aprire tutto, e questo sarebbe quindi un danno all’economia causato da Conte. Il presidente del Friuli Venezia Giulia si guarda bene dal dire la verità, e cioè che anche lui, tra i primi a volere misure più restrittive per la propria regione nella prima fase dell’emergenza, proseguirebbe con il lockdown, ma l’occasione di scaricare barile, mentre ci si vanta del proprio finto coraggio, è ghiotta”.

“Nell’affermare che la politica deve fare sintesi delle varie esigenze, Fedriga si riferisce forse al presidente della Lombardia Fontana? Quest’ultimo ha sentito il parere del comitato scientifico, ma essendoun bravo politico, secondo il Fedriga-pensiero, ha fatto sintesi: cioè, infischiandoene delle prescrizioni del comitato scientifico, ha emesso ordinanze che spedivano anziani ancora infetti in tante Rsa, contagiando mezza Lombardia – aggiunge Capozzella -. Fontana quindi è un bravo politico, non ha ascoltato la scienza, tanto che tutti gli Ordini dei medici lombardi lo hanno denunciato in Procura”.

“Fedriga non dice fra quali esigenze bisogna fare sintesi. In questo caso occorre trovare l’equilibrio tra la vita e la salute e l’esigenza di non distruggere l’economia del Paese. Il politico deve scegliere al posto di ognuno dei cittadini che governa, si deve immedesimare in ognuno di loro – conclude il consigliere regionale -. Pertanto il governatore si chieda: io cittadino, voglio restare vivo ma impoverito? oppure voglio rischiare seriamente di morire o di ammalarmi ma con il fatturato in aumento? Il presidente faccia la sintesi di queste due esigenze: la risposta non è difficile”.

Fedriga non affronti l’emergenza a spese dei più deboli

“Un disegno di legge irricevibile nella parte contenente le misure urgenti per fare fronte all’emergenza da Covid 19”. Non usano mezzi termini i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle nel definire il nuovo ddl della Giunta regionale sulla “crisi coronavirus”. Non è in discussione la destinazione dei fondi, quanto i modi in cui si è scelto di prelevare le risorse. “Una lista di capitoli da cui prelevare 20 milioni di euro che, stando agli annunci della Giunta, dovrebbero essere giustamente destinati agli operatori del sistema sanitario regionale, in prima fila da settimane contro il virus. Ovviamente siamo favorevoli a destinare risorse al personale della sanità, ma non accettiamo che non vengano tolti soldi stanziati inutilmente in capitoli che difficilmente potranno essere spesi durante questo anno, ma si sia già deciso di toglierli, in maniera ideologica, da altri settori”.

“Viene completamente azzerato il Fondo da 5,5 milioni di euro per azionisti e soci che sono in causa, anche contro la Regione, per il fallimento delle Cooperative Operaie di Trieste e della Cooperativa Carnica di Tolmezzo – sottolineano i consiglieri -. Come MoVimento 5 Stelle ci abbiamo messo 5 anni per vedere approvato il Fondo, il quale per decisione della Giunta dopo un anno e mezzo non è mai stato toccato. In una situazione grave come questa, quelle risorse potevano essere una boccata d’ossigeno per popolazioni che la loro mancanza di liquidità l’hanno già vissuta 6 anni fa, e da allora ancora attendono il ristoro di quanto inaspettatamente perso”.

“Vengono poi tolti fondi da cavalli di battaglia del MoVimento 5 Stelle – continuano gli esponenti pentastellati -. Pensiamo all’azzeramento de 460 mila euro per la riduzione della plastica o i fondi per iniziative antimafia. Una scelta che, da una parte, fa ben capire quale sia l’idea di gestione dei rifiuti in questa regione, e dall’altra conferma la volontà di insistere con la favola che in FVG la mafia non sia un pericolo e un rischio per molti imprenditori. Decisione incomprensibile, proprio adesso che la crisi morde e la criminalità organizzata trova terreno fertile per le proprie attività”.

“Non è nemmeno commentabile l’abbattimento del Fondo destinato alle Ater per sistemare gli alloggi non allocabili in questo momento. In un’epoca in cui il bisogno di cercare casa potrà esser sempre più stringente pensare di togliere 675 mila euro a questo scopo rimane uno schiaffo per le fasce deboli della popolazione – affermano i consiglieri M5S -. In compenso continuiamo a pagare lauti stipendi, progettazioni di strade e tangenziali, lo sconto per la benzina a chi gira in Suv e Ferrari, milioni di euro per la videosorveglianza dei nostri centri storici dove i nostri negozi temono di scomparire”.

“Chiediamo che la Giunta comprenda meglio il momento in cui stiamo vivendo e voglia sedersi intorno al tavolo virtuale tanto auspicato dalle opposizioni per poter fare scelte condivise nell’interesse del personale sanitario, ma anche di imprenditori e cittadini che stanno maggiormente soffrendo in questa situazione – conclude la nota -. Un mese e mezzo fa in aula parlavamo di riconsiderare le scelte della Legge di Stabilità 2020, la Giunta Fedriga per ora l’ha fatto ma a modo suo e questi sono i risultati”.

Navi per ricoveri, valutare benefici e utilizzo alberghi

“Valutare attentamente gli eventuali benefici nell’uso delle navi per il ricovero degli ospiti delle case di riposo. E, per il futuro, occorre ripensare i requisiti delle strutture per anziani e potenziamento finalmente le strutture intermedie”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Al di là dell’isolamento, l’utilizzo delle navi comporta difficoltà per quanto riguarda gli spazi, l’accessibilità e la ventilazione delle cabine, tanto che non sono mancati i casi di diffusione del virus proprio all’interno di imbarcazioni – ricorda Ussai -. Si copia il modello americano? Lì però ci sono vere e proprie navi-ospedale. Da noi si potrebbe usufruire degli alberghi, che peraltro in questo momento sono deserti e pagano il blocco dei flussi turistici”.

“La situazione che si è venuta a creare e le parole dell’assessore Riccardi sull’inadeguatezza di molte strutture fanno tornare alla mente il modo in cui per anni si è trascinato il processo di riclassificazione delle case di riposo rispetto agli standard strutturali e del personale” afferma il consigliere M5S.

“Purtroppo ci si è mossi tardi, e non solo in Friuli Venezia Giulia, nel limitare i casi di infezione nelle strutture per anziani e ora – conclude Ussai – si cerca di correre ai ripari”.

Risalto alle attività commerciali che continuano a lavorare in emergenza

“Associazioni di categoria e Comuni sostengano quelle attività imprenditoriali che continuano a lavorare anche durante l’emergenza Covid”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Molti imprenditori commerciali e artigianali sono fermi dal 12 marzo. In questi mesi grazie a molte singole iniziative – la più nota è quella attivata dal Cluster AgriFood con #iocomproFVG – alcune attività hanno potuto continuare a vendere i propri prodotti durante il lockdown grazie alla consegna a domicilio, così come molte sono le associazioni di volontariato e i membri della protezione civile che garantiscono queste consegne alle fasce più deboli”.

“La consegna a domicilio è sempre stata possibile anche per le attività non alimentari, quindi non solo per negozi di alimentari e beni di prima necessità, ristoranti e fast food che da subito si sono attivati per poter fronteggiare questa situazione, continuando a garantire alla popolazione i propri prodotti e i propri piatti. Tutti i negozi possono attrezzarsi in tal senso” ricorda Sergo.

“La consegna a domicilio diventa fondamentale per molti articoli e non solo generi alimentari. Noi l’abbiamo detto già lo scorso 19 marzo e lo ribadiamo, perché comunque mancano ancora delle settimane prima della riapertura di tutte le attività – sottolinea il consigliere regionale -. Dopo questo lockdown molte attività dovranno cambiare le proprie abitudini di vendita e fidelizzazione dei clienti e il servizio di consegna sarà un modo anche per garantire la sopravvivenza di questi negozi”.

“Ecco perché chiediamo che anche le associazioni di categoria diano il loro contributo, anche attraverso video tutorial, per aiutare i propri associati ad affrontare questo momento, spiegando loro quali possono essere i vantaggi di queste pratiche, senza dover attendere la fine delle chiusure forzate dal coronavirus – conclude Sergo -. Inoltre, tutti i Comuni possono iniziare a fare la loro parte dando rilievo sulle loro pagine a quelle attività che si attrezzano per consegnare i propri beni a domicilio con le modalità previste dalle norme nazionali e regionali. Alcune metropoli ci sono riuscite in poco tempo, qualche raro caso c’è anche nella nostra regione: chiediamo ai nostri Sindaci di rendere quanto più diffusa questa buona pratica”.

Arriva l’acqua per gli agricoltori del Pordenonese

“Gli imprenditori agricoli pordenonesi sono stati accontentati. Da domani infatti il Consorzio Cellina Meduna erogherà 5 metri cubi al secondo di acqua per irrigare le zone più colpite da questa siccità fuori periodo, tra Sequals, Rauscedo e San Giorgio della Richinvelda”. Lo rende noto il consigliere regionale del MoViment 5 Stelle, Mauro Capozzella, a seguito di “un cordialissimo colloquio con Ezio Cesaratto, presidente del Consorzio, con il quale stamattina ho avuto moto di scambiare e condividere parecchie riflessioni”.

“Al presidente ho voluto sottolineare che una delle 5 stelle del MoVimento è proprio rappresentata dall’acqua pubblica. Di conseguenza, un ente che si occupa di una risorsa primaria di tale importanza avrà sempre il mio aiuto – sottolinea Capozzella -. La politica regionale si sta dimostrando inerte su molti fronti, dall’agricoltura, all’ambiente fino ad arrivare all’energia. È quindi mio compito sferzare questa amministrazione regionale spesso cieca e sorda. Auguro buon lavoro agli agricoltori pordenonesi”.

Ddl strade comunali, servono risorse

“Abbiamo votato a favore del disegno di legge che assegna contributi per interventi a favore della manutenzione delle reti stradali comunali, in quanto lo riteniamo un provvedimento utile di cui peraltro apprezziamo il tentativo di superare le odiose poste puntuali con una norma di carattere generale cui tutti possono accedere”. Tuttavia non mancano le perplessità, a cominciare dall’esiguità delle risorse previste nel testo”. Lo affermano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, commentando l’approvazione in Commissione della norma.

“Il tema dell’assegnazione di fondi ai Comuni per la manutenzione delle strade è concreto, anche se ci sarebbe piaciuto che si fosse intervenuto modificando la normativa esistente, possibilmente anche in coordinamento con il Piano per la sicurezza stradale – sottolinea Dal Zovo -. C’è il rischio di creare doppioni e appesantire la burocrazia”.

“Abbiamo chiesto di prevedere una corsie preferenziale per quei Comuni che si siano già dotati del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, o quantomeno abbiano avviato l’iter per adottarlo – ricorda Sergo -. L’assessore Pizzimenti ha dato la disponibilità in questo senso e ci auguriamo che in aula si possa arrivare a una soluzione”.

“Abbiamo sottolineato anche la necessità di limitare i due anni entro cui un Comune non può ricevere il contributo allo stesso genere di lavori – aggiunge il consigliere regionale – In sostanza, se ha senso questo limite per due interventi ravvicinati della stessa natura (ad esempio, sull’illuminazione stradale), non è altrettanto corretto negare il contributo se il Comune deve effettuare lavori diversi (riasfaltatura della strada e rifacimento dei marciapiedi, sempre a titolo di esempio”.

“Riteniamo inoltre necessaria – conclude Dal Zovo – una misura che coordini gli interventi con altri lavori che prevedono la necessità di intaccare le strade comunali. Concretamente, bisogna fare in modo che non vengano effettuati interventi di asfaltatura su strade che poi devono essere ‘bucate’ per lavori su rete idrica o gas. Abbiamo proposto una sorta di premialità per chi coordina gli interventi con i gestori dei servizi”.

Agricoltura pordenonese in ginocchio, l’assessore tace

“Si convochi un tavolo al più presto, anche domani mattina: di tempo ne è stato perso anche troppo nonostante ci siano gli strumenti per intervenire”. Lo affermano i consiglieri regionali Mauro Capozzella (MoVimento 5 Stelle) e Giampaolo Bidoli (Patto per l’Autonomia), in merito alle difficoltà dell’agricoltura pordenonese a causa del prolungato periodo di siccità.

“L’assessore Zannier agisca con forza ed urgenza. In questo momento di emergenza agricola e di fabbriche chiuse, è fondamentale dare l’acqua agli agricoltori, agendo sulle Concessioni in essere – aggiungono Bidoli e Capozzella -. Mentre in altre parti del territorio un po’ d’acqua si rimedia, da Sequals a Rauscedo, il cuore del Pordenonese, non c’è una goccia. Eppure gli agricoltori pagano tutti lo stesso canone”.

“Non piove e non pioverà: l’agricoltura del Pordenonese soffre e paga in anticipo il conto di un’annata che nei prossimi giorni potrebbe riservare ancora ulteriori gelate. L’acqua per irrigare manca nel bacino di Ravedis e quella poca che c’è – spiegano i consiglieri regionali – serve agli acquedotti di Malnisio, Montereale, del NIP di Maniago. La gestione dei bacini del Cellina in questa primavera sarà oggetto di attenzione. Mentre Barcis era vuoto per le operazioni di sghiaiamento, si è ritenuto di svuotare anche il bacino di Ravedis per interventi su un paratia che attendeva attenzione da quattro anni”.

“Adesso è il momento dell’emergenza, e ci sono gli strumenti per affrontarla – concludono Capozzella e Bidoli -. Vengono avviati giornalmente alla produzione di energia elettrica da parte di altri soggetti 8.000 litri d’acqua al secondo, sottraendoli all’emergenza agricola; vuol dire che con la metà degli stessi si potrebbero irrigare in un giorno 1.200 ettari di terra. Non c’è altro tempo da perdere, si intervenga al più presto”.

Mai parlato di disumanità all’Itis, sollecitato un sostegno

“Non ho mai nemmeno pensato che l’Itis operasse con disumanità. Il mio era un appello all’Azienda Sanitaria e alla Regione per fornire un sostegno alla struttura”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, chiarendo la propria posizione dopo l’uscita del presidente dell’Azienda per i servizi alla persona di Trieste, Aldo Pahor.

“Ho grande rispetto per il lavoro svolto all’interno dell’Itis e sono conscio delle difficoltà che sta attraversando – sottolinea Ussai -. Non ho assolutamente lanciato accuse per la situazione che si è creata all’Asp triestina ma ho sollecitato l’Asugi e la Regione a garantire dispositivi e personale, come peraltro già successo in altre strutture analoghe, per fronteggiare un momento particolarmente critico”.

ASUGI intervenga per sostenere l’Asp Itis di Trieste

L’Itis, l’azienda per i servizi alla persona di Trieste, è al limite del collasso a causa dell’emergenza COVID: alla carenza di dispositivi di protezione individuale si aggiunge il fatto che molti operatori sono ammalati e la struttura lavora sotto organico. “In questa situazione drammatica, la Regione deve intervenire per garantire il livello minimo di assistenza agli anziani ricoverati” dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“All’Itis – ricorda Ussai – un reparto è stato destinato ad accogliere tutti gli ammalati Covid già presenti nella struttura, ma è capitato che su alcuni turni ci siano stati solo due operatori socio sanitari per 50 pazienti. Ora sono presenti in quel reparto una quarantina circa di persone”.

Secondo Ussai “in questa situazione, oltre alla necessaria separazione degli spazi e della gestione all’interno delle strutture per anziani, è prima di tutto i necessario garantire i dispositivi di protezione individuale per poter gestire i casi meno gravi a cui viene evitata l’ospedalizzazione. Inoltre, vista la situazione di carenza di organico, l’Azienda sanitaria, come fatto per l’Asp di Paluzza, potrebbe fornire personale per seguire il reparto Covid della struttura”.

Decreto liquidità, accolta proposta a tutela delle nostre PMI

Si concretizza l’istanza dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, che proprio pochi giorni fa, con un ordine del giorno accolto dalla Giunta, aveva impegnato il presidente Fedriga ad attivarsi affinché il Governo eliminasse le restrizioni all’utilizzo delle risorse disponibili nel Fondo Centrale di Garanzia a favore delle PMI.

“Solo così si potevano superare le inutili limitazioni approvate a suo tempo dalla Giunta regionale – affermano i consiglieri regionali Mauro Capozzella e Cristian Sergo -. Con il ‘Decreto liquidità’ viene quindi ampliato l’utilizzo dei fondi dello Stato per la concessione delle garanzie sui finanziamenti concessi dagli istituti di credito, ora non più circoscritti alla sola controgaranzia dei fondi di garanzia regionali e dei Confidi”.

“In particolare, viene superato quanto disposto dalla precedente normativa, che permetteva alle Regioni, con propria delibera e successiva conferma in Conferenza Unificata, di limitare l’intervento del Fondo Centrale alla controgaranzia dei fondi regionali e dei Confidi, in modo da tutelare e salvaguardare l’utilizzo e la destinazione delle risorse, oltre che le attività e l’intermediazione resa dai consorzi di garanzia collettiva” spiegano gli esponenti M5S.

“In questo modo, in virtù della riduzione sia dei costi che delle tempistiche del processo di accesso al credito, ed in aggiunta alle ulteriori disponibilità economiche previste dal Decreto, tutte le aziende potranno usufruire di un’immediata liquidità supportata a sua volta dalla garanzia diretta dello Stato. Una semplificazione delle procedure e un concreto sostegno al mondo dell’impresa – concludono Sergo e Capozzella – allo scopo di far ripartire quanto prima il tessuto produttivo della nostra comunità, con rinnovato vigore ed efficienza”.

Gravi ritardi causa di mancanza d’acqua per agricoltura pordenonese

“Un Consorzio di bonifica deve servire a portare l’acqua dove non c’è e a gestirla dove ce n’è troppa. Come mai il Consorzio di bonifica Cellina Meduna non ha a disposizione l’acqua per i consorziati che pagano il canone adesso che gli serve?”. Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando la notizia di stampa secondo cui la siccità starebbe creando gravi danni alle colture.

“Non è certo una novità che l’acqua in agricoltura serva ben prima della stagione irrigua classica, che inizia a giugno – sottolinea Capozzella -. Antibrina ed irrigazioni primaverili ci sono praticamente ad anni alterni se non ogni anno. Nonostante il problema sia ricorrente, e nonostante sia noto da anni, e nonostante sia stato fatto presente alla dirigenza, oggi mancano le riserve d’acqua necessarie”.

“Purtroppo l’acqua nei campi manca perché la ‘banca’ che avrebbe dovuto metterla da parte non l’ha fatto. Nel Pordenonese questa ‘banca’ si chiama Bacino di Ravedis – ricorda l’esponente M5S -. Gli addetti ai lavori sanno che la Diga di Ravedis aveva, fin dalla sua costruzione, un problema ad una paratia di fondo. Nel luglio 2015 il Commissario chiedeva al Ministero competente l’autorizzazione ad effettuare le riparazioni; nel marzo 2016 il Ministero autorizzava il Commissario a fare i lavori , il cui importo è di 30.300 euro. La Deputazione Amministrativa, guidata dal presidente Cesaratto, ha affidato i lavori il 10 febbraio 2020, quasi quattro anni dopo. Per farlo il bacino è stato praticamente svuotato e portato alla quota di m 314,50. Ci sono al suo interno 5,6 milioni di metri cubi di acqua, dei quali solo 2 milioni disponibili ma in gran parte, se non completamente, necessari per usi non agricoli”.

“L’ acqua manca perché i lavori non sono stati affidati in tempo utile e non per altri motivi – conclude Capozzella -. Quindi il mondo agricolo sappia che ci sono responsabilità precise in questa situazione, non nuova ed ampiamente prevedibile. A pagare il canone pensino gli agricoltori; a far piovere, ce lo auguriamo, penserà qualcuno più in alto. Non potranno in questi tempi neanche andare in chiesa per farlo, ma arrangiarsi da casa pregando singolarmente, sperando funzioni lo stesso”.

Su emergenza coronavirus mancano alcune risposte

“Ci aspettavamo qualche risposta in più dall’audizione del vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, sulla gestione dell’emergenza coronavirus in Friuli Venezia Giulia. Ci auguriamo che nei prossimi giorni queste risposte arrivino, pur nella consapevolezza della difficoltà per tutti nel fronteggiare questa situazione”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle dopo la riunione della Commissione consiliare competente in materia di sanità.

“Innanzitutto c’è stata un’incongruenza nei numeri forniti per quanto concerne gli operatori sanitari contagiati – ha rilevato il consigliere Andrea Ussai -. In una recente riunione con i sindacati si è parlato di 299 casi, oggi il dato fornito è di 188. Ma, soprattutto, non è stata indicata alcuna motivazione per l’alto tasso di infezioni nel personale della sanità del Friuli Venezia Giulia rispetto alle altre regioni. Evidentemente il problema non è solo questione di mascherine e camici, ma di mancanza di protocolli e formazione. Mancanze nella catena di comando che hanno portato a una non omogeneità nelle procedure adottate tra le diverse Aziende sanitarie”.

“Siamo arrivati tardi purtroppo – ha aggiunto Ussai – anche per quanto riguarda l’attenzione agli spostamenti del personale e all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) nelle case di riposo. Alcune segnalazioni di familiari degli ospiti sostengono che, all’inizio dell’emergenza, le indicazioni erano di usare mascherine in casi molto limitati o addirittura di non usarle per non spaventare gli anziani”.

Sui fabbisogni di DPI si è soffermato il consigliere Cristian Sergo. “La Regione si è mossa fin da gennaio, in anticipo rispetto allo stato di emergenza dichiarato a livello nazionale e all’accentramento degli acquisti deciso dalla Protezione Civile il 26 febbraio, ma all’epoca già c’erano campanelli d’allarme lanciati dagli operatori e, come dimostrano i dati forniti dall’assessore, la Regione ha potuto continuare l’approvvigionamento. Ci sono state difficoltà nel reperimento dei dispositivi di protezione a tutti i livelli ma attendiamo i dati puntuali richiesti che non ci sono stati forniti. Condividiamo che la scellerata delocalizzazione di queste produzioni è la principale responsabile di queste mancanze, ma proprio per questo prendersela con l’attuale Governo è assolutamente inutile”.

“Oggi infine – ha concluso Sergo – è stato annunciato dalla Giunta regionale un percorso per arrivare a un protocollo condiviso con i sindacati per far ripartire le attività produttive. Viene però da chiedersi come alcune fabbriche vogliano produrre in deroga senza questo protocollo e chi controlla se le aziende operative stiano facendo rispettare le procedure di sicurezza per tutelare gli operai”.

Da Rosolen attacchi superficiali ad Azzolina

“In un momento di incertezza, dove più che mai serve tenere la barra dritta e fidarsi delle istituzioni, dichiarazioni superficiali sono dannose e dispiace sentire da parte dell’assessore Rosolen, che reputo una donna preparata, certe parole. Visto il ruolo che ricopre, dovrebbe sapere come stanno le cose”. È questo il commento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, in merito ai commenti dell’assessore sull’incontro con il ministro Azzolina.

“Riguardo la validità dell’anno formativo 2019/2020 per percorsi di istruzione e formazione professionale e istituti tecnici superiori, anche in mancanza del raggiungimento del numero minimo di ore previste dalle normative, si era già provveduto a normare nel decreto Cura Italia – ricorda Capozzella -. Un subemendamento all’articolo 5, infatti ‘stabilisce la validità, anche in deroga, dell’anno formativo 2019/2020 per i percorsi di istruzione e formazione professionale, nonché dei percorsi formativi di istruzione e formazione tecnica superiore e dei percorsi degli istituti tecnici superiori’. Il problema posto quindi era già stato rilevato e risolto a marzo”.

“Per quanto riguarda le domande a cui, secondo Rosolen, non sarebbe stata data risposta, in alcuni casi sarebbero state da rivolgere ministro dell’Università e Ricerca Manfredi – continua il consigliere -. Il tirocinio dei neolaureati in medicina, evidentemente, viene meno con la laurea abilitante, anche se i tre mesi tra un reparto chirurgico e uno di medicina sono, a mio avviso, un’ottima palestra prima di entrare in specialità e frequentare, da medici, una corsia. Piuttosto che polemizzare su un problema inesistente, l’assessore si occupi di ampliare le borse di specializzazione in Friuli Venezia Giulia, vero problema dei nostri giovani dottori che finiscono in un collo di bottiglia.”

“Venendo alla detraibilità dei libri scolastici, ricordo che fino all’età dell’obbligo scolastico sono in comodato d’uso gratuito e quelli universitari riguardano nuovamente un altro Ministero – sottolinea Capozzella -. Le quote delle scuole paritarie e private non sono appannaggio di chi si occupa di Pubblica Istruzione, mi sembra evidente, e quanto ai nidi e alle scuole dell’infanzia l’assessore sa, o dovrebbe sapere, che deve rivolgersi ai Comuni e non a Roma”.

“Se le domande poste sono state queste c’è da essere amareggiati, perché in un momento in cui il mondo della scuola torna centrale e protagonista di un grande processo di rinnovamento, attraverso una spinta non voluta ma efficace verso il digitale, trovare l’assessore della mia regione che spara a zero solo per propaganda politica non può che deludere – conclude l’esponente M5S -. Da Rosolen, onestamente, mi aspettavo di più”.

Aiuti a imprese e lavoro non hanno colore politico

“L’assessore Bini ricorda quanto fatto dalla Regione dall’inizio dell’epidemia: tutte manovre votate all’unanimità dal Consiglio Regionale per dare una pronta risposta alle nostre imprese. Fa piacere che la Giunta Fedriga si compiaccia dei milioni messi a disposizione per favorire l’accesso al credito delle imprese perché è quanto fatto anche dal ministro Patuanelli con le importanti somme messe a disposizione del Fondo Centrale di Garanzia, rendendolo uno strumento più vicino alle esigenze di liquidità dei nostri imprenditori”. Lo sottolinea il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

“Dei 37,5 milioni messi a disposizione del tessuto produttivo, 30 milioni sono tutti previsti per operazioni di finanziamenti agevolati. Solamente 7,5 milioni sono quelli messi a disposizione a fondo perduto dalla Regione ad integrazione dell’intervento previsto a livello statale relativo al credito d’imposta per botteghe e negozi” ricordano gli esponenti M5S.

“Non ci mettiamo a usare la calcolatrice per verificare quanti soldi entreranno in tutte le aziende con questo stanziamento, non è questo il nostro modo di fare politica – aggiunge il Gruppo pentastellato -. Apprezziamo gli sforzi fatti per garantire accesso al credito in maniera semplificata e veloce, includendo anche i professionisti come da noi richiesto”.

“Adesso però dobbiamo pensare alla fase due, quella delle seconde misure da mettere in campo: dove prendere le risorse e dove stanziarle – conclude la nota del Gruppo -. Noi abbiamo già fatto alcune proposte importanti, ci auguriamo che si possano affrontare quanto prima nelle commissioni di merito queste problematiche in maniera condivisa e partecipata tra tutte le forze politiche. Salvare le imprese e i posti di lavoro non può avere colore politico”.

Bene chiusura negozi a Pasquetta

“Bene la decisione di Fedriga di chiudere tutti i negozi a Pasquetta. Lo ringraziamo per aver accolto la nostra istanza di assoluto buon senso e vogliamo credere che quella del 3 aprile sia stata una mera svista e per questo ci siamo permessi di intervenire nel chiedere un pronto rimedio”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Si tratta di un giusto riconoscimento al grande lavoro portato avanti dagli operatori del settore che stanno garantendo con abnegazione l’approvvigionamento alimentare delle nostre famiglie – aggiunge l’esponente M5S -. Ed è anche un modo per evitare ingiustificati spostamenti e assembramenti”.

“Ci sentiamo in obbligo di fare un caloroso appello a tutti i cittadini: non c’è alcun bisogno di prendere d’assalto i negozi nella giornata di sabato – sostiene Sergo -, abbiamo una delle più alte quantità di supermercati d’Italia, con un po’ di organizzazione si possono evitare file, assembramenti e rispettare le norme che tutti gli operatori vi chiederanno di osservare scrupolosamente”.

“Solo questo rispetto sta evitando che i bollettini diramati ogni sera dalla Protezione civile non siano sempre peggiori – conclude il consigliere regionale – Rimaniamo a casa e in famiglia a Pasqua e Pasquetta per consentire a tutti di poter ritornare al più presto alla nostra vita normale”.