lunedì, 20 Gennaio 2025
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Galleria Variante Dignano, preoccupa necessità opere di contenimento

“Quando abbiamo chiesto una Valutazione di impatto ambientale per la Variante di Dignano, lo abbiamo fatto con cognizione di causa. Si tratta di un’area particolare e il fatto che si debba intervenire dopo tre mesi dall’inaugurazione per infiltrazioni d’acqua in galleria in un periodo senza piogge lo conferma”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la risposta dell’assessore Pizzimenti alla sua interrogazione relativa ai lavori eseguiti all’interno della galleria della Variante nei giorni scorsi.

“Al di là delle spiegazioni a mezzo stampa di Fvg Strade, lette e ripetute dall’assessore in aula – afferma Sergo – la preoccupazione sulla sicurezza di un’opera costata oltre 20 milioni di euro per i 450 metri di galleria rimane. Ci si lamenta della burocrazia, del codice degli appalti e della mancanza di cantieri e lavoro per le nostre imprese ma va posta l’attenzione non solo a cosa si fa, ma anche a come si fa”.

“Se pensiamo ad alcuni fra i principali cantieri in regione vediamo come ci siano problematiche che non fanno che aumentare le nostre preoccupazioni – conclude Sergo -. Basti pensare al ponte sul Torre, ai dragaggi sul Corno e, appunto alla Variante di Dignano che necessita di opere di contenimento a tre mesi dall’inaugurazione, con la prospettiva di altre chiusure della galleria per nuovi interventi”.

Incalzare Slovenia su cementificio Anhovo

“La Regione e Arpa continuino a incalzare la Slovenia in merito al cementificio Salonia di Anhovo (Slovenia). Da parte nostra abbiamo informato il Ministero dell’Ambiente affinché anche il Governo intervenga nei confronti della vicina Repubblica”. Sono le parole della capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, che ha presentato un’interrogazione all’assessore Scoccimarro per conoscere le azioni dell’amministrazione regionale per fronteggiare il potenziale pericolo del cementificio, situato a pochi chilometri dal confine con il Friuli Venezia Giulia.

“Si tratta di un impianto in cui, secondo le notizie emerse recentemente, verrebbero bruciati fino a 135 mila tonnellate all’anno di rifiuti – ricorda Dal Zovo -. Segnalazioni di un’associazione ambientalista slovena sostengono che l’impianto verrebbe anche impiegato per lo smaltimento di rifiuti pericolosi. Secondo quanto riportato dall’assessore, la Regione attraverso Arpa si sarebbe già attivata nei confronti dell’omologo organismo sloveno, senza però avere ancora risposta”.

“Da diversi studi, tra cui quello dell’Istituto pubblico di sanità di Lubiana, emergerebbe come l’incidenza del mesotelioma in tutto il territorio della Slovenia sia pari al 21,4 per ogni 100 mila abitanti, aumentando esponenzialmente nei dintorni di Anhovo (170,2) – sottolinea la capogruppo M5S -. Se questi dati fossero confermati, le ripercussioni sull’ambiente e sulla salute sarebbero gravissime, non solo in Slovenia ma anche nei territori limitrofi come il Friuli Venezia Giulia. Per questo è fondamentale insistere a tutti i livelli per conoscere dalle autorità slovene la reale situazione relativa all’impianto”.

Concessioni idroelettriche, strategia Regione non chiara

“Al di là della scadenza spostata dal 31 marzo alla fine dell’anno, i tempi sono comunque abbastanza stretti da richiedere una strategia per quanto concerne le grandi concessioni idroelettriche. Strategia che al momento non appare chiara”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che ha presentato un’interrogazione sul tema all’assessore Scoccimarro.

“Il Decreto Semplificazione stabilisce che, a concessioni scadute, le opere idroelettriche siano di proprietà regionale – ricorda Capozzella -. Le Regioni, secondo lo stesso decreto, laddove non ritengano sussistere un prevalente interesse pubblico, possono assegnare le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche ad operatori economici, disciplinando con legge modalità e procedure di assegnazione delle concessioni, con la possibilità di un parternariato pubblico – privato”.

“La scadenza portata al 31 dicembre di quest’anno concede qualche mese in più alla Regione ma comunque non c’è tempo da perdere – conclude il consigliere M5S -. Rimane in ogni caso fondamentale legiferare per tempo e adottare una strategia: se poi la strada scelta sarà quella di regionalizzare, sarebbe ancora meglio”.

Carenza medici di base, soluzione ancora lontana

“L’assessore Riccardi sostiene che si sta cercando di risolvere la questione relativa alla carenza di medici di medicina generale, ammettendo però implicitamente che al momento una soluzione non c’è”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la risposta del vicepresidente della Regione a una sua apposita interrogazione.

“Secondo quanto dichiarato dall’assessore, c’è ancora da attivare la fase di contrattazione di lavoro con le organizzazioni sindacali ma il timore è che le Aziende sanitarie si giovino di questi ritardi in un’ottica di risparmio che però si ripercuote sui cittadini che si trovano a non poter usufruire di un servizio o quantomeno a non averlo vicino a sé – sostiene il consigliere pentastellato -. Ma anche il sistema sanitario ne risente perché viene a mancare un prezioso filtro, portando gli utenti a rivolgersi ai Pronto Soccorso”.

“Il rapporto adottato dalla Regione attualmente è di un medico di assistenza primaria ogni 1.300 abitanti sopra i 14 anni e lo stesso assessore Riccardi aveva preventivato di abbassare tale rapporto per migliorare la qualità del servizio erogato – ricorda Ussai -. Tenuto conto che altre Regioni hanno rapporti più bassi dei nostri, dobbiamo cercare di giocare d’anticipo in questa direzione, altrimenti si rischiano disservizi per i cittadini”.

“Per quanto riguarda, nello specifico, la situazione del rione di Servola – conclude Ussai – Riccardi sottolinea come a Trieste, in quanto unico ambito, i cittadini possano iscriversi presso qualsiasi medico di base, senza tenere conto però che nel corso dell’anno almeno 7 medici andranno in pensione per raggiunti limiti di età. Occorre quindi trovare una soluzione per ridurre i disagi, soprattutto per quelle persone, soprattutto anziane, che hanno problemi di mobilità e necessitano quindi di un servizio più vicino possibile”.

Treni in ritardo, politica grandi opere fallimentare

“Ennesimi ritardi dei treni causati da problemi legati ai passaggi a livello in FVG. È inutile cercare le responsabilità in RFI, Trenitalia o enti di natura soprannaturale quando tutti sappiamo qual è la vera causa di questi guasti”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Cristian Sergo. “Soprattutto quando sentiamo di guasti sulla linea Udine – Cervignano non possiamo che esprimere tutto il nostro dissenso per un modo scellerato di considerare le grandi opere inutili in questa regione”.

“Sentire parlare di guasti al passaggio di livello di Risano nel 2020 ha dell’incredibile – continua Sergo-. Stiamo parlando di strade per lo più campestri, a volte sterrate, altre talmente strette da consentire sì e no il passaggio un veicolo alla volta. Il superamento di alcuni di questi passaggi, che causano spesso e volentieri i ritardi nei treni della tratta, è previsto nel progetto del raddoppio della Udine – Cervignano presentato da RFI nell’Ottobre 2016. Fermo nei cassetti della Regione da quasi tre anni, non se ne sa nulla nemmeno dopo il nostro intervento di un anno fa che lo ha portato a conoscenza di sindaci e cittadini. Basterebbe stralciare da lì i progetti che prevedono la realizzazione dei sottopassaggi, opere che costerebbero davvero poche centinaia di migliaia di euro che non prevedono neppure la demolizione di edifici o l’esproprio di chissà quali terreni, cosa invece necessaria per raddoppiare la linea con tutte le lungaggini burocratiche necessarie”.

“Tutto questo viene tenuto in ostaggio dalla realizzazione del raddoppio dell’intera tratta Udine – Cervignano, un’opera che si sarebbe potuta realizzare da tantissimo tempo ma che viene bloccata dalle manie di protagonismo di pochi – aggiunge il consigliere M5S -. Infatti, per realizzare la stessa ci vogliono circa 300 milioni, una cifra assurda se consideriamo che i binari da raddoppiare saranno lunghi qualche decina di chilometri e non stiamo certamente parlando di una tratta ad alta velocità: massimo 180 km/h tra Cargnacco e Palmanova e addirittura 120km/h tra la città stellata e Strassoldo, il resto fino a Cervignano è già a doppio binario. Quello che RFI non ha mai detto di questa grande opera è che il raddoppio progettato si ferma alla frazione di Cortello del Comune di Pavia di Udine. Quanto ci costerà il raddoppio fino alla ZIU non è dato saperlo”.

“Il tutto per il piacere di costruire gallerie che attraverseranno Santa Maria La Longa e Sevegliano, senza prevedere stazioni di fermata, pertanto senza necessità alcuna di attraversare per i centri abitati, ipotizzando comunque la demolizione di alcuni edifici e i forti disagi per quelli rimanenti – conclude Sergo -. Follie progettuali a cui ormai siamo tristemente abituati. Ma, essendo tutto fermo, sono ferme anche le opere veramente necessarie, come la soppressione, o almeno la sistemazione, dei passaggi a livello. Se la Regione e RFI non decidono di intervenire subito, le difficoltà continueranno a crescere, il traffico di automobili pure, perché prendere il treno continuerà ad essere una scommessa quotidiana e gli unici voli pindarici saranno quelli che i passeggeri continueranno a perdere per raggiungere Trieste Airport con 40 minuti di ritardo, quando va bene. Non vorremmo che, archiviata la TAV, ora la fantasia sia l’hyperloop (che, anche approvando domani un ipotetico progetto non entrerebbe in funzione prima di una decina di anni), altrimenti queste opere non verranno mai realizzate”.

Tram Opicina, si rispettino le regole

“I rapporti Antimafia fotografano una sempre crescente infiltrazione nelle opere pubbliche. Un monito che dovrebbe servire ad arginare i pericoli che si celano”. Così la capogruppo del MoVimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, replica al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, insoddisfatto per lo stop all’azienda che avrebbe dovuto eseguire i lavori per ripristinare il tram di Opicina, a causa di un’autocertificazione falsa relativa alle precedenti condanne.

“A Dipiazza non piace? Se ne faccia una ragione – continua Dal Zovo- perché è ora di finirla con la manfrina dei posti di lavoro, dei cantieri fermi, delle lamemtele. Anche noi ci terremo a vedere il tram di nuovo sui binari, ma le cose devono essere fatte seguendo le regole”.

“In 6 mesi, grazie al decreto ‘Sblocca Cantieri’ di Toninelli, sono state sbloccate più di 600 opere infrastrutturali utili ai cittadini – ricorda la capogruppo M5S -. Basti ricordare i 15,4 miliardi per il potenziamento delle linee ferroviarie e i 12,5 miliardi per la manutenzione delle strade Anas stanziati l’anno scorso. Dopo un anno di polemiche sterili, i numeri parlano da soli”.

Giunta assente a incontro su passaggi a livello di Udine

Giunta regionale assente all’incontro organizzato dal Comitato che chiede la dismissione della linea ferroviaria urbana e il superamento dei passaggi a livello a Udine. “Non c’erano, nonostante l’invito, né il presidente Fedriga né l’assessore Pizzimenti” commenta il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, presente invece all’evento “nonostante non sia stata invitata la principale forza politica del Governo centrale”.

“Dispiace non ci sia stato dibattito e quindi non avere la possibilità di dire la nostra – aggiunge Sergo -. L’obiettivo di tutti è quello di superare la linea urbana, lo abbiamo sempre detto e, finché c’era il ministro Toninelli, non abbiamo fatto mancare la pressione sul Governo, tanto che nel luglio scorso RFI aveva presentato al Comune di Udine e alla Regione un progetto per poter spostare 14 treni (su 26) sulla tratta esterna”.

“Negli ultimi sei mesi in cui il MoVimento 5 Stelle non è più al Ministero, vediamo che RFI, Regione e Comune hanno accettato che vengano spostati solo 9 treni – prosegue il consigliere regionale -. Questa decisione probabilmente è dovuta alla volontà di non inimicarsi più di tanto i pendolari, visto che lo spostamento avrebbe comportato dei ritardi anche di 15 minuti su quelle linee”.

“Se così fosse, vuol dire che la regione non ha alcuna intenzione di arrivare all’obiettivo finale perché prima o poi tutti i treni devono essere spostati – conclude Sergo -. In questo senso, l’assenza di un esponente della Giunta regionale rappresenta un significativo campanello d’allarme”.

Crescita irrisoria, quale futuro per l’aeroporto?

“Una crescita irrisoria che non deve ingannare. Gli obiettivi indicati dal presidente della Regione Fedriga e da F2i sono molto lontani”. È il commento dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, sui dati dei passeggeri transitati per l’aeroporto di Ronchi dei Legionari nel 2019.

“Il totale di 783.179 passeggeri nell’anno scorso comporta un aumento dell’1,4% – sottolineano i consiglieri M5S -. Ma nel commentare la vendita dell’aeroporto, il presidente Fedriga fu chiaro nell’indicare gli obiettivi di F2i: raggiungere 3.750.000 unità nel quadriennio 2019-2022. Mancano poco meno di 3 milioni di passeggeri per arrivare a questo numero, vale a dire 988.940 per ciascuno dei prossimi tre anni, che significherebbe una crescita del 26% rispetto ai flussi attuali. Con queste cifre quel +1,4% va valutato con occhi diversi”.

“Nonostante gli investimenti, l’operazione di ‘svendita’ e un nuovo direttore, Trieste Airport stenta a decollare – continuano Dal Zovo e Sergo -. e i segnali che al momento arrivano dai dati non sono dei più incoraggianti. Arrivare ai numeri promessi da F2i, considerando che il 2019 è già passato, appare molto difficile”.

“La Regione dovrebbe chiarire che cosa intende fare per sostenere lo scalo, se ci tiene veramente, oppure ci dica chiaro e tondo se non è interessata a svilupparlo – concludono gli esponenti pentastellati -. Andare avanti in questo modo è un’agonia per tutti: cosa sarà dei lavoratori se gli obiettivi non verranno raggiunti? Chiederemo di audiri i vertici dell’aeroporto in Commissione”.

Sanità triestina penalizzata, c’è molto da fare

“Se l’assessore Riccardi e il direttore generale Poggiana hanno voluto indire una conferenza stampa sulla valorizzazione della sanità triestina con la nuova azienda Asugi è anche perché sono consapevoli che l’area triestina è quella che ha pagato di più le ultime riforme sanitarie targate centrodestra e centrosinistra, che tra l’altro sono andate nella stessa direzione sul lato del taglio dei servizi e dei posti letto a livello ospedaliero”. Ad affermarlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Adesso, con le prime anticipazione dell’atto aziendale con cui ridisegneranno anche il ruolo, il numero e il perimetro dei Distretti, si è cercato di rassicurare i cittadini pubblicizzando la migliore collaborazione tra gli ospedali possibile con la nuova Asugi, la volontà di potenziare le strutture intermedie (tra l’ospedale e il domicilio) e togliere la discriminazione, che avevamo denunciato anche noi da anni, rispetto al minor contributo che le case di riposo ricevono relativamente agli oneri sanitari” dichiara il consigliere regionale.

“Positiva la volontà di potenziare le strutture intermedie che permetteranno dimissioni più rapide dagli ospedali: peccato che non si sia fatto prima di tagliare – sottolinea Ussai -. Lo avevamo detto da subito che prima anche solo di pensare di ridurre i posti letto ospedalieri bisognava partire dal potenziamento della sanità territoriale”.

“Bene anche l’eliminazione della disparità che ha portato i cittadini di Trieste ad avere una retta delle case di riposo più alta rispetto al resto della regione – conclude l’esponente M5S -. Adesso aspettiamo che anche gli stipendi dei lavoratori siano adeguati quanto prima per non avere operatori della stessa Azienda con incarichi uguali ma retribuzioni diverse, sempre a discapito dell’area giuliana”.

Prezzi treni aumentati, ma anche i disagi

“I prezzi sono aumentati ma al momento i passeggeri hanno ottenuto in cambio solo ritardi e soppressioni”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, commentando i numerosi disagi che gli utenti dei treni hanno dovuto affrontare nei primi giorni dell’anno in Friuli Venezia Giulia.

“Le statistiche di puntualità hanno un significato relativo se i treni arrivano puntuali durante le ore con pochi passeggeri e vanno in tilt nelle ore di punta – continua l’esponente M5S -. Per migliorare il servizio la certezza di arrivare in tempo agli appuntamenti, al lavoro, a scuola sono fondamentali per creare la fiducia nei cittadini”.

“Questi continui disagi sono il più bello spot ad inquinare le nostre città con ulteriori automobili – aggiunge Sergo -. La rete regionale è stata abbandonata a sé stessa: nulla sì e fatto dal punto di vista infrastrutturale per velocizzare le tratte, poco o nulla sì è fatto per superare i passaggi a livello, fare l’adeguata manutenzione. Niente si sa dei 2,5 miliardi di lavori previsti per i quali sono stati stanziati 200 milioni ma che verranno spesi per lo più in Veneto, come al solito”.

“Dopo l’arrivo, anche questo in ritardo, dei nuovi treni Caf Civity, la particolarità della scelta ha causato problemi nella manutenzione dei mezzi, nonostante i milioni di euro di penale cui però la Regione ha rinunciato. I ritardi del contratto di servizio – conclude Sergo – causano tempi lunghi nella sostituzione dei vecchi treni e il risultato di tutto questo sono i disagi patiti dai pendolari e dagli operatori del settore che vivono sulla propria pelle la continua incertezza per il futuro”.

Ambulanze esternalizzate, quali le intenzioni della Giunta?

“Quale direzione vuole prendere la Giunta regionale rispetto all’inarrestabile affidamento ai privati del servizio di emergenza territoriale?”. Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che presenterà un’apposita interrogazione all’assessore regionale alla salute, Riccardo Riccardi.

“In varie aree del Friuli Venezia Giulia – spiega il consigliere – il soccorso primario viene esternalizzato ad associazioni private. L’ex Azienda Alto Friuli, Collinare, Medio Friuli, ad esempio, poteva contare su 4 ambulanze a San Daniele, 3 a Gemona, 6 a Tolmezzo e 2 a Tarvisio ma ha affidato il servizio a una onlus nel luglio 2019 a quasi 2 milioni di euro fino a marzo 2020. Ma situazioni analoghe sono presenti in tutta la regione e continuano le proroghe al privato. Per la postazione di San Pietro al Natisone l’affidamento alla CRI sembra imminente nonostante l’azienda abbia infermieri, autisti (tre reclutati da un mese) e ambulanze nuove ”.

“Eppure nel Piano dell’emergenza – urgenza vigente è scritto a chiare lettere che ‘per assicurare elevati standard professionali, il personale sanitario che compone gli equipaggi di soccorso territoriale è dipendente del Servizio sanitario regionale’, lasciando la possibilità eventualmente di integrare il servizio con il ricorso al privato”.

“Siamo al paradosso che, come denunciato dagli stessi autisti in una lettera di settembre, le ambulanze pubbliche ci sono ma rimangono nei garage, il personale non ha lavoro da svolgere e si preferisce rivolgersi al privato con un aumento dei costi e sprechi che ci lasciano senza parole – aggiunge il consigliere M5S -. Inoltre, gli standard professionali garantiti dai volontari non sono sempre altrettanto qualificati rispetto a quelli del pubblico. Perché quindi si va contro i dettami contenuti nel Piano dell’emergenza – urgenza? – conclude Ussai – E cosa intende fare la Giunta regionale nel prossimo Piano che, stando alle parole dell’assessore Riccardi, dovrebbe essere approvato entro la fine di gennaio?”.

Sanità, smascherata l’intrusione della politica

“Ma la politica non doveva stare fuori dalle scelte della sanità?”. A chiederselo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo l’uscita di un comunicato della UIL FVG sulla procedura di affidamento degli incarichi di funzione nell’area isontina dell’ex Azienda Sanitaria n.2.

“In quel comunicato – nota Ussai – al di là del ringraziamento al direttore generale Poggiana e all’assessore Riccardi, viene elencata una serie di persone che si sono prodigate per fare in modo che gli incarichi venissero assegnati, peraltro con una procedura frettolosa che non ha tenuto conto del nuovo assetto con la nascita dell’ASUGI e con tempistiche diverse per l’area giuliana”.

“Il consigliere regionale Calligaris, i sindaci di Monfalcone e Gorizia, Cisint e Ziberna: tanti sono i soggetti politici che il sindacato ringrazia per l’impegno profuso – sottolinea il consigliere M5S -. Un comunicato emblematico che evidenzia le relazioni tra rappresentanti dei lavoratori, tecnici, Giunta regionale e maggioranza di centrodestra e che smentisce clamorosamente il presidente Fedriga. La tanto sbandierata politica fuori dalle scelte è soltanto il solito vuoto slogan”.

Reddito di cittadinanza, Comuni si attivino al più presto

Sono 11.519 i nuclei familiari che percepiscono Reddito o Pensione di cittadinanza in Friuli Venezia Giulia, per un totale di 21.605 persone e una media di 371,25 euro erogati. Nello specifico, il Reddito è destinato a 9.518 nuclei (19.422 persone) per una media di 411,02 euro, la Pensione va a 2.001 nuclei (2.183 soggetti) per 190,54 euro di media. La Regione ha messo circa 30 milioni di euro l’anno per la Misura di inclusione attiva, lo stato adesso interviene con oltre 51 milioni di euro, che permettono di utilizzare i fondi regionali per altri capitoli di spesa”

“Con l’assunzione dei navigator è partita la ‘fase due’ – spiegano i consiglieri del Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle FVG -. Ora spetta ai Comuni dare il via alla terza fase, che consiste nell’impiegare da 8 a 16 ore settimanali i beneficiari del reddito abili al lavoro e a svolgere le mansioni previste dai Progetti utili alla collettività”.

“In Italia alcuni Comuni hanno già da qualche mese avviato le manifestazioni di interesse con i soggetti del terzo settore per scrivere insieme i Puc e capire come occupare queste persone, dimostrando che si può fare, basta volerlo – aggiungo i consiglieri M5S -. Spesso sentiamo Sindaci che lamentano da anni carenze di personale e che devono fare tutto loro in Comune. Adesso hanno l’occasione per aiutare delle famiglie in difficoltà e i propri cittadini, basta volerlo”.

“Questo meccanismo è l’ennesima conferma che non abbiamo mai considerato il Reddito di cittadinanza come mera erogazione di denaro, ma come un patto tra cittadini e istituzioni: non soldi ai fannulloni ma misure mirate a reinserire nella comunità e nel mondo del lavoro persone che vivono sotto la soglia di povertà” aggiunge il Gruppo consiliare.

“Tutto questo era inserito, grazie ad un emendamento del M5S, anche nella Misura di inclusione attiva in Friuli Venezia Giulia ma la Giunta Serracchiani non ha saputo sfruttare questa opportunità per i nostri Comuni e ha fatto sì che la Mia si risolvesse solo con la consegna dei soldi, quando questa avveniva. E nemmeno la Giunta Fedriga, durante l’anno in cui ha gestito la Mia, ha voluto rendere effettiva questa previsione. Speriamo – concludono i consiglieri pentastellati – che i Comuni sappiano scrivere al meglio questi progetti e non aspettino i sei mesi che i decreti dell’8 gennaio concedono loro per farlo”.

Perplessità su elezione Piccin a presidente IV Commissione

“Buon lavoro alla nuova presidente ma non possiamo nascondere le nostre perplessità per la scelta della maggioranza, considerato il suo coinvolgimento nell’inchiesta sui rimborsi in Consiglio regionale, ”. Lo afferma il gruppo del MoVimento 5 Stelle, dopo l’elezione di Mara Piccin (Forza Italia) a presidente della IV Commissione consiliare.

“Non ci è possibile condividere la scelta di un centrodestra evidentemente allo sbando, visto il tempo che ha impiegato a eleggere il nuovo presidente di Commissione – aggiungono i rappresentanti pentastellati -. L’esistenza di una condanna, confermata in appello, della magistratura contabile, e di un giudizio pendente non ci sembra un buon segnale”

“Ci auguriamo comunque che la presidente sappia rappresentare nel suo ruolo le esigenze di tutti, ascoltando maggioranza e opposizioni – concludono i consiglieri M5S -. E auspichiamo che questa Commissione, come le altre, sia più operativa e venga messa in condizione di lavorare al meglio, contrariamente a quanto accaduto finora”.

Per Viminale presenza mafie in FVG consolidata

“La Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia ci ricorda due cose: che la Regione FVG dovrebbe costituirsi parte civile nel processo ‘At Last’ e che la presenza delle mafie sul nostro territorio non è episodica”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Relativamente al processo, sebbene questo riguardi più il litorale veneto, la Relazione sottolinea come tra gli arrestati figuri anche un membro del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola con sede nella provincia di Udine – puntualizza Sergo -. Come M5S abbiamo avanzato proposte e sollecitato la Regione: attendiamo l’esito”.

“Per quanto concerne il contrasto al fenomeno mafioso, il documento ministeriale sottolinea come la necessità di un’efficace attività di prevenzione si sia tradotto, in Friuli Venezia Giulia, nell’istituzione di un Ossevatorio, nato su nostra iniziativa” sottolinea il consigliere regionale M5S.

“Il Ministero riprende le parole dello stesso Osservatorio, nella sua relazione al Consiglio regionale, quando riferisce di ‘forte consolidamento della criminalità organizzata’ e non soltanto di tentativi di infiltrazione o sporadiche incursioni in alcuni settori economici-produttivi – ricorda Sergo -. Da parte nostra, come dimostra in particolare la proposta di legge che poi ha portato all’istituzione dell’Osservatorio, abbiamo sempre tenuto alta l’attenzione sul fenomeno. E quanto emerge dal Viminale obbliga le istituzioni, a qualsiasi livello, a non abbassare la guardia”.

Borracce a studenti iniziativa da cittadini e non da politici

“Come già fatto in altri luoghi d’Italia, sempre con il taglio degli stipendi, abbiamo portato avanti questa azione, sentendo prima l’Ufficio scolastico regionale e poi i dirigenti. Da liberi cittadini, non da appartenenti a un movimento politico”. Lo affermano Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai, replicando alle polemiche strumentali sulla consegna di borracce ‘plastic free’ agli studenti di un liceo di San Vito al Tagliamento.

“E avevamo avvisato anche il presidente Fedriga, chiedendogli a che scuole era rivolta l’azione della Regione in modo da non sovrapporsi – spiegano -. Capiamo che evidentemente non piace questa azione ma, nelle comunicazioni con i dirigenti scolastici abbiamo fin da subito specificato nulla di politico c’era e doveva esserci in questa iniziativa”.

“Chi ci accusa di volere strumentalizzare i ragazzi non ricorda, o non vuole ricordare, che sono sei anni che ci tagliamo gli stipendi per finanziare, da privati cittadini, varie iniziative e dimostrare che 7.500 euro al mese netti per un consigliere regionale (8.500 nel caso di Basso) sono troppi e che con quei soldi si potrebbero fare altre cose utili alla comunità: la battaglia sul plastic free è una di queste” aggiungono Dal Zovo, Capozzella, Sergo e Ussai.

“Farne un caso ci sembra eccessivo. Ci si poteva informare direttamente con noi per sapere come stavano le cose invece di crocifiggere una dirigente scolastica che ha probabilmente sbagliato, ma non l’ha fatto certo con l’intento di propagandare qualcuno – conclude la nota -. Ci dispiace vedere tutto questo polverone per un gesto fatto da cittadini comuni e non dal Movimento”.

Cafc non vuole rispondere sui fatti

“Mi aspettavo una smentita e invece il Cafc non è riuscito a rispondere ai fatti che ho riportato”. Ad affermarlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, che torna sul tema degli scarichi in laguna del Depuratore di Lignano. “Nella sua replica, il Cafc conferma che in caso di pioggia vengono sversate acque di fogna mista in Laguna e non solo acqua piovana, sbugiardando quindi Arpa FVG – continua Sergo -. Né viene smentito che ci possano essere gli odori nauseanti, anzi si conferma che il tutto è conforme a quanto prescritto, cosa da noi ben evidenziata”.

“Non ci spiegano come mai in ottobre l’impianto trattasse la stessa portata di agosto, pur insistendo a dire che il depuratore è complesso per le diverse portate nelle varie stagioni – aggiunge il consigliere M5S -. Non ho mai accennato alla escherichia coli nel mio ultimo comunicato, ma loro minimizzano gli sforamenti dei limiti di legge: l’escherichia coli secondo loro sarebbe irrilevante dal punto di vista ambientale. Al di là del fatto che nel 2017, a fronte di un limite previsto dalle autorizzazioni regionali di 5.000 unità facenti colonia, un autocontrollo del Cafc attestava uno sversamento in mare di 3.100.00 Ufc, non si capisce in ogni caso perché si sposti l’attenzione dalla laguna al mare senza apparente motivo”.

“Tirano in ballo Arpa FVG e un convegno di Marano Lagunare – incalza Sergo -. Peccato per loro che ci fossi anch’io in quel convegno: in quell’occasione, quando la responsabile di Arpa intervenne per cercare di smentire quanto avessi appena affermato sulle modalità di controllo nel Depuratore di Lignano, venne interrotta dall’ing. Mion del Cafc che dovette darmi ragione. In ogni caso in quel convegno non venne assolutamente provato quanto asserisce il Cafc e avremo modo di dimostrarlo una volta di più, anzi dovrebbe esser Arpa FVG a intervenire”.

“Secondo loro avrei riportato informazioni errate sulla mancata realizzazione di alcune ipotesi progettuali ricordando che dovevano fare 4 lotti e ne fanno 2 (cosa non smentita) – sottolinea l’esponente pentastellato -. Il motivo per cui sarebbe errato quanto da me affermato sta nel fatto che l’idoneità prestazionale dell’impianto è confermata negli accertamenti e verifiche dello scarico effettuate da parte di Arpa. Il Cafc forse non ricorda che sono quelli che abbiamo portato alla luce negli ultimi due anni: su 16 controlli Arpa ha accertato e verificato 7 sforamenti dei limiti di legge, altrettanti verbali per illecito amministrativo e inquinamento idrico”.

“Sul fatto che abbiano sforato 70 giorni in 11 mesi, spesso a seguito di modeste precipitazioni o in assenza di pioggia, non hanno nulla da dire? Questa non è un’accusa, è una loro relazione – conclude Sergo -. E neanche sul fatto che il 7 Maggio si stesse sversando in Laguna acque non depurate con trattamento biologico a distanza di più di 50 ore di una pioggia di modeste dimensioni? Ringrazio il Cafc per non voler far luce su quanto documentalmente da me posto all’attenzione di tutti”.

Ritorno alle Province ossessione di Fedriga

“Il presidente Fedriga non perde occasione per tornare sul tema della reintroduzione delle Province elettive”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal presidente del Friuli Venezia Giulia

“Sappiamo bene che è un tema caro a questa Giunta – aggiunge Capozzella – tanto che in occasione del dibattito in aula dello scorso ottobre, anche l’assessore Roberti aveva rimarcato come la pseudo riforma degli enti locali si ponesse come passaggio intermedio verso il reale obiettivo del ritorno alle Province elettive. Forse per questo quella norma si è tradotta in un intervento scarsamente incisivo”.

“Inoltre, la prospettiva di una Provincia eletta direttamente dai cittadini sembra, sotto un profilo prettamente logico, porsi in contraddizione con lo sbandierato ritorno alla piena autonomia dei Comuni, tanto orgogliosamente ostentato dalla Giunta – continua l’esponente M5S -. Ma, soprattutto, la reintroduzione di un ente intermedio sa molto di poltronificio, con inutili costi a carico della spesa pubblica, già gravata da quelli appena introdotti con le nuove Comunità e con i suoi organi di gestione”.

“Più che una necessità, sembra un’inutile pletora di enti locali destinati a frazionare funzioni e a moltiplicare uffici e costi. E fa specie che Fedriga cerchi sponda nel presidente di una Regione il cui buco di bilancio ammonta a 7 miliardi di euro – conclude Capozzella -. Forse sarebbe meglio che le risorse fossero destinate alla sanità pubblica, all’istruzione, all’ambiente o ai trasporti, solo per citare alcune delle vere priorità dei cittadini del Friuli Venezia Giulia”.

Sanità, a Cividale l’ennesimo contentino

“L’ennesimo contentino per giustificare il mancato mantenimento delle promesse elettorali”. Così i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Andrea Ussai, commentano l’impegno dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, per la modifica del Piano di azione locale 2020 relativamente all’ex ospedale di Cividale.

“Se la volontà era davvero quella di salvare la medicina a bassa e media intensità, perché hanno bocciato il nostro emendamento che andava proprio in quella direzione? – si chiedono Ussai e Sergo – Riccardi cerca di smarcarsi dalla riforma Serracchiani-Telesca ma in realtà, a dispetto di quanto affermato dal presidente Fedriga, il pronto soccorso non esiste più e viene sostituito da un punto di primo intervento”

“Il declassamento dell’ospedale per acuti, già previsto dalla Giunta precedente, viene mantenuto – ricordano i consiglieri M5S -. Per tranquillizzare la popolazione l’astuto assessore elargisce questa sperimentazione e un contributo economico dopo la contrattazione con il sindaco. Ma non dimentichiamoci che è grazie a un nostro emendamento se vengono portate avanti sia la sperimentazione relativa a geriatria che quella per le patologie croniche, visto che la norma proposta dal centrodestra rischiava di portare a una scelta fra le due”.

Bocciatura referendum elettorale certifica incompetenza Lega

“La Corte Costituzionale ha sancito l’incompetenza della Lega. Abbiamo perso inutilmente tempo in aula per fare i passacarte di Salvini, nonostante avessimo più volte sottolineato l’inopportunità dell’iniziativa e i numerosi profili di inammissibilità”. Lo afferma il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, commentando la bocciatura del referendum elettorale promosso dalla Lega.

“In ben tre occasioni il Consiglio regionale FVG si è dovuto occupare di questa vicenda per soddisfare i capricci di un partito – attaccano i consiglieri M5S -. Tutto questo per niente, visto che fin da subito era chiaro che il quesito referendario non avrebbe passato il vaglio della Consulta”.

“La bocciatura da parte della Corte Costituzionale – incalzano i consiglieri pentastellati – è dovuta al carattere ‘eccessivamente manipolativo’ del referendum. Fin dal primo momento abbiamo puntualizzato come il quesito fosse di difficile comprensione e come la stessa Consulta già in altre occasioni richiamato la necessità di un quesito chiaro in modo da garantire davvero la libertà di scelta ai cittadini”.

“In aula abbiamo parlato di un momento di bassa politica e la Corte ci dà ragione – conclude la nota del Gruppo -. Al di là del fatto che Fedriga e il suo partito hanno fatto finta di non accorgersi che volevano abrogare una legge che loro stessi hanno votato in Parlamento (quando tra i banchi della Camera sedeva anche l’attuale presidente della Regione), questa decisione certifica l’incompetenza e lo scarso rispetto delle istituzioni da parte della Lega”.