lunedì, 20 Gennaio 2025
Home Blog Pagina 84

Gioco d’azzardo, Comune Trieste in grave ritardo

“Il Comune di Trieste è inadempiente per quanto riguarda l’applicazione della legge per il contrasto al gioco d’azzardo. Bene che l’amministrazione municipale si stia attivando, seppure in grave ritardo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“La legge regionale del 2017, che nasce su iniziativa del M5S – ricorda Ussai – prevedeva la stesura dell’elenco dei luoghi sensibili entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore. Quindi i Comuni avrebbero dovuto provvedere a dicembre 2017, non certo entro l’agosto del 2020”.

“La scadenza del prossimo agosto – spiega il consigliere regionale – riguarda invece l’obbligo, per gli esercizi commerciali che hanno al loro interno le slot, di adeguarsi alla normativa per quanto concerne la distanza di 500 metri dai luoghi sensibili. Sale giochi e sale scommesse hanno invece altri due anni di tempo”.

“Il Comune di Trieste non ha nemmeno adempiuto a regolamentare gli orari, tenendo conto del limiti di 13 ore giornaliere per le sale gioco e di 8 ore per gli apparecchi negli altri esercizi, oltre a non avere nemmeno risposto alla Direzione Salute regionale che chiedeva lumi sull’ottemperanza della legge: tanto che abbiamo dovuto introdurre per legge l’obbligo a relazionare entro il marzo di ogni anno. Anche le funzioni di vigilanza del Comune sono stato poco efficace – conclude Ussai – tanto che continuano le violazioni come ad esempio l’oscuramento delle vetrine dei locali in cui sono installati le slot con pellicole e tende”.

Fornitura gas in montagna, da che parte sta la Regione?

Una mozione per “attivare tutte le azioni di sua competenza per garantire un servizio equo, di prossimità e di qualità nelle zone montane del territorio del Friuli Venezia Giulia, nel rispetto degli impegni originariamente assunti con i Comuni attraverso la convenzione n.5124 di data 19 marzo 1990” è stata deposita dal MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

“Abbiamo deciso, dopo molte interrogazioni fatte anche da altre forze politiche, che fosse l’ora di chiedere alla Regione di battere i pugni e far rispettare la convenzione vigente. A confermare la validità di quel documento è stata una sentenza del Tar e anche l’Eni stessa che ha utilizzato un articolo della convenzione per non rimborsare il mancato servizio dopo la tempesta Vaia – ricordano i consiglieri M5S – La Regione quindi, da che parte vuole stare? Dalla parte di Eni o dalla parte dei cittadini e delle imprese che ancora resistono in montagna? I Comuni gestiti da Eni sono tanti e a gran voce stanno chiedendo da anni il rispetto di quella convenzione”.

“Non è chiaro perchè, il 27 novembre 2018, sia stato pubblicato un bando per la gestione delle reti canalizzate di gas Gpl che prevede, fra gli altri, ‘Servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, lavori per nuovi allacci ed ampliamenti, attività di pronto intervento su impianti (centrale Gpl e rete di distribuzione) e gestione amministrativa della clientela nella Provincia di Udine (nei Comuni di Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto)’ e ‘Servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, lavori per nuovi allacci ed ampliamenti, attività di pronto intervento su impianti (centrale GPL e rete di distribuzione) e gestione amministrativa della clientela nella provincia di Pordenone (nei comuni di Andreis, Barcis, Cimolais, Claut)’, essendoci una convenzione tuttora vigente che scadrà a maggio 2029”.

“È assolutamente comprensibile quindi la preoccupazione dei cittadini e degli amministratori locali (è di oggi una diffida del sindaco di Cimolais), per questo ennesima decisione unilaterale di Eni Spa che non rispetta la ratio della convenzione originaria che intendeva garantire ai cittadini interessati un servizio di prossimità e di qualità – concludono i pentastellati -. È interesse della Regione garantire il rispetto degli impegni sanciti dal quella convenzione, sia in ragione delle rilevanti quote di proprietà pubblica di tale servizio, sia per gli interventi finanziari garantiti negli anni”.

Nuove segnalazioni di odori nauseanti in Laguna

“In Laguna finisce soltanto acqua piovana o anche quella delle fognature di Lignano?”. Una domanda su cui il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, ha cercato insistentemente risposta, sin dal 2017 a seguito di ripetute segnalazioni pervenute dai cittadini sui cattivi odori percepiti sul lungolaguna. Le ultime riguardano la giornata di oggi e sono corredate dalle foto (in allegato) che attestano la situazione delle idrovore del Depuratore di Lignano. “Nel gennaio 2017 Arpa FVG ritenne ‘improbabile che la causa degli odori sia attribuibile allo scarico del Depuratore che sversa esclusivamente acque di pioggia’, senza dare un’indicazioni sulla loro possibile origine – ricorda il consigliere M5S –. Una risposta più chiara è arrivata dalla società Adriacos, impegnata nella sistemazione di alcune delle tubazioni che scaricano in Laguna. Secondo quanto riportato sul sito della ditta di Latisana, ‘le condotte oggetto delle lavorazioni sono utilizzate per lo sversamento in laguna di liquidi provenienti dalle condotte fognarie del comune di Lignano, non completamente trattate dal depuratore’. Finalmente, dopo tre anni, qualcuno ci dice con chiarezza che in Laguna non finiscono solo le acque di pioggia ma anche quelle di fogna in caso di forti eventi piovosi. Queste infatti, come autorizzazione regionale vuole, nel caso in cui vi sia una portata 6 volte superiore a quella per cui è stato autorizzato il Depuratore, possono esser scaricati in Laguna. Ma solo in questo caso”.

“Definito quindi che in Laguna non vengono scaricate esclusivamente acque piovane come sostenuto da Arpa, il dubbio che ci si pone è un altro – rimarca l’esponente pentastellato -. I documenti ufficiali in possesso della Regione dicono che in un anno ci sono stati anche più di 70 giorni in cui sono avvenuti gli scarichi in Laguna della fognatura mista non completamente depurata, e non sempre in corrispondenza di eventi piovosi rilevanti. La stessa cosa che, come attestato da un verbale di Arpa FVG, sarebbe successa lo scorso 7 maggio, pur in assenza di piogge abbondanti nelle ore del controllo e in quelle precedenti. Ora capiamo meglio perché già nel 2013 l’Azienda per l’Assistenza Sanitaria Bassa Friulana manifestasse preoccupazioni riguardo gli scaricatori di piena in corpo lagunare in prossimità di acque destinate alla molluschicoltura, dove qualche settimana fa è ricomparsa la salmonella nel consueto silenzio mediatico. Aggiungiamo noi: senza nemmeno la necessaria valutazione di impatto ambientale considerato che trattasi di Sito di Interesse Comunitario”.

“In queste condizioni ci si chiede perché, se a maggio al Depuratore fosse arrivata una portata tale da attivare lo sfioratore in laguna (pari almeno a 4.200 mc/h), l’impianto depurasse solo 1.200 come attestano i verbali dell’Agenzia? – si domanda Sergo – È inspiegabile che con una portata tale l’impianto non trattasse la sua capacità massima autorizzata (1.800mc). Recenti dichiarazioni del Cafc sostengono che dopo la sostituzione del precedente progettista (sancita come illegittima dal Tribunale di Udine e che è costata qualche centinaia di migliaia di euro tra consulenze, risarcimenti e spese legali), il nuovo direttore dei lavori abbia fatto sì che si superassero tutte le problematiche. Anche secondo l’assessore Scoccimarro l’impianto funziona correttamente, rispettando le norme, ma i rapporti di prova di Arpa FVG non conformi ci sono stati per tutti i mesi estivi del 2019. Ma quando entra in atto lo sfioratore, l’impianto dovrebbe trattare 1.800mc l’ora di reflui e non 1.200 o addirittura meno. Considerato che nel 2015 si son realizzati solo due dei quattro lotti previsti originariamente, l’impianto è idoneo o no a depurare adeguatamente le acque della fognatura mista della località turistica?”.

“L’altra curiosità che emerge dai verbali di Arpa riguarda le portate trattate nel 2019 – conclude il consigliere regionale -. Da anni il Cafc sostiene che i continui sforamenti dei limiti di legge dell’impianto siano dovuti agli utenti in aumento durante le stagioni turistiche. Ma i verbali attestano che solo il 7 maggio l’impianto trattasse oltre i 1000mc l’ora, mentre a stagione avviata, quindi a giugno, ne trattava 700, per tornare a 1000mc a luglio, agosto e ottobre . Difficile ritenere che le maggiori portate estive siano la causa degli sforamenti se poi le sanzioni arrivano quando il depuratore tratta meno reflui (nello scorso giugno) e ha la stessa portata in autunno come in estate. Come sostenuto dal sindaco Fanotto, a ottobre non ci sono più le 200 mila persone che affollano le spiagge di Lignano. Non si comprende pertanto come si possano trattare le stesse quantità di reflui, soprattutto in assenza di piogge”.

Dal Governo oltre 3 milioni per bonifica amianto

Più di 3 milioni di euro vengono destinati al Friuli Venezia Giulia dal Piano di bonifica da amianto negli edifici pubblici, adottato lo scorso dicembre dal Ministero dell’Ambiente, che assegna complessivamente 385.644.218 euro a Regioni e Province autonome. Lo rende noto il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

“Attraverso queste risorse, che ammontano a 3.102.306,88 euro per la nostra regione – spiegano i consiglieri M5S – si punta a dare continuità all’azione portata avanti in questi anni dal Ministero, volta soprattutto alla mappatura e alla progettazione, oltre ad alcuni interventi mirati su alcuni singoli Siti di interesse nazionale”.

“Il Piano di bonifica è finalizzato in particolare allo smaltimento dell’amianto negli edifici scolastici ed ospedalieri – aggiungono gli esponenti del MoVimento -, esigenza emersa dall’interlocuzione fra il Ministero, le Regioni e gli Enti locali. Ora spetta proprio ai beneficiari dare piena operatività al Piano attraverso l’individuazione degi interventi prioritari da finanziare”.

“Ancora una volta il MoVimento 5 Stelle, attraverso l’azione del ministro Sergio Costa, dimostra l’attenzione nei confronti dell’ambiente e della salute dei cittadini – conclude il Gruppo consiliare – intervenendo in maniera tangibile con un Piano di bonifica che era atteso da tanti anni nel nostro Paese. Facciamo nostro l’appello dello stesso ministro nei confronti della Regione: ora bisogna fare presto”.

Regione sia attiva nella risoluzione delle crisi

Crisi industriali, commercio, formazione e ricollocamento: tutti gli attori in causa facciano la propria parte per attuare interventi che affrontino la situazione. È il pensiero espresso dai consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Mauro Capozzella, durante l’audizione in Commissione degli assessori Rosolen e Bini e delle parti sociali sulle crisi aziendali in Friuli Venezia Giulia.

“Abbiamo voluto ampliare l’audizione, che originariamente doveva essere decicata ai casi di Leonardo e Mercatone Uno, a tutte le situazioni di crisi della nostra regione – ha spiegato Sergo -. Un confronto che abbiamo atteso per quasi un anno dopo che, alle iniziali situazioni di crisi come Mercatone o da monitorare come Leonardo, si sono aggiunte altre le aziende su cui porre l’attenzione”.

“La Regione deve mettere in campo gli strumenti a disposizione per affrontare le crisi: pensiamo ad esempio alla Safilo, per la quale è fondamentale evitare la chiusura e la perdita di oltre 200 posti di lavori che il territorio non può permettersi di perdere – ha aggiunto Sergo -. Ma bisogna occuparsi anche del commercio, settore lasciato in balia del mercato, senza la possibilità di porre un limite alla grande distribuzione: si tratta di una bolla che rischia di scoppiare come già accaduto da altre parti in Italia: Mercatone Uno rischia di essere solo un punto di partenza. Per quanto concerne formazione e ricollocamento dei lavoratori, è necessario che anche gli imprenditori facciano la loro parte e che ci sia un coordinamento con gli strumenti che la Regione mette in campo. È sempre più fastidioso dover parlare di riqualificazione e riconversione dei lavoratori da una parte e dall’altra sentire aziende che non trovano professionalità qualificate”.

“Crediamo sia necessario rivedere il modello dell’imprenditoria e del capitalismo in Friuli Venezia Giulia – ha commentato Capozzella -. In questi anni è stata posta l’attenzione sui numeri più che sulle ricadute per il territorio. Occorre dare maggiore peso al ruolo che possono ricoprire la politica e il tessuto imprenditoriale della nostra regione”.

Cervignano – Torino dimostra che non servono opere mastodontiche

“Il collegamento, inaugurato oggi, tra l’Interporto di Cervignano e quello di Torino, è la dimostrazione di come non siano necessarie opere mastodontiche per rendere più sostenibili i trasporti e la logistica”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Lo diciamo da anni e lo ribadiamo, anche se ci additano di essere quelli del ‘no’ – sottolinea il consigliere M5S -. Ammodernare le tratte esistenti è la grande opera di cui c’è veramente bisogno per portare le merci dalla gomma alla rotaia, come nel caso del collegamento tra Cervignano e il Piemonte”.

“È dal 2014 che ricordiamo come la nostra ferrovia sia già attrezzata per supportare tali collegamenti intermodali – aggiunge Sergo -. In questo modo vengono tolti dall’autostrada circa 12 mila camion all’anno, con un miglioramento della sicurezza e della qualità dell’aria, considerato che le emissioni di anidride carbonica vengono abbattute dell’80%. Questo dimostra come il trasporto su ferro sia possibile; rimaniamo però sconcertati che la Giunta abbia accolto, in sede di legge di stabilità, un ordine del giorno della maggioranza teso a introdurre una tariffazione agevolata riservata al traffico pesante sulle nostre autostrade, quando dovremmo invece disincentivare quel tipo di traffico e favorire operazioni come quella inaugurata oggi”.

Bene sì al referendum su Ferriera

“Finalmente si concilia la tutela della salute con le garanzie occupazionali, in un percorso di vera riconversione messo a punto dalle istituzioni, con il ruolo centrale del ministro Patuanelli”. È il commento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, all’esito positivo del referendum tra i lavoratori della Ferriera di Trieste sull’accordo sindacale che prevede la chiusura dell’area a caldo a inizio febbraio.

“Apprendiamo con favore il voto positivo dei lavoratori sull’accordo sindacale e al piano di decarbonizzazione e riconversione dell’area a caldo che tutela gli operai della Ferriera, nonostante il parere contrario di alcune forze sindacali” afferma Ussai.

“Fin dall’inizio della scorsa legislatura, ci siamo battuti per la chiusura della parte più inquinante dello stabilimento di Servola – sottolinea l’esponente M5S – attraverso numerosi atti che chiedevano anche la revisione dell’Accordo di programma nella direzione della chiusura dell’area a caldo a tutela della salute dei cittadini e del mantenimento dei livelli occupazionali, con il sostegno del Ministero”.

“Abbiamo sempre sostenuto che quello non fosse il futuro della città né una fonte di occupazione stabile e ad accorgersene è stata per prima la proprietà, visto che la riconversione è prima di tutto una scelta economica di Arvedi – conclude Ussai -. Ora finalmente si può raggiungere l’obiettivo di tutelare salute e occupazione, attraverso la strada tracciata in tempi rapidi dal ministro per lo Sviluppo economico”.

Fare luce su nomine in sanità

Conoscere la reale graduatoria stilata dalla Commissione indipendente per la nomina dei direttori generali delle nuove Aziende Sanitarie e capire se vengono rispettati i requisiti previsti dalla normativa nazionale per la scelta dei direttori amministrativi e sanitari. Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, punta la lente di ingrandimento sulle nomine in sanità, particolarmente significative dopo l’entrata in vigore del nuovo assetto istituzionale.

“Per quanto riguarda la scelta dei direttori generali, il presidente della Regione sostiene che sono stati presi i migliori ma al momento è pubblica soltanto una lista in ordine alfabetico – sottolinea Ussai -. Abbiamo avanzato una richiesta di accesso agli atti per sapere quale sia la graduatoria redatta dalla Commissione indipendente sulla base delle competenze degli idonei. In questo modo potremo valutare se sono state davvero scelte meritocratiche o se invece hanno risposto a logiche che privileggano interessi politici e territoriali”.

Verrà inoltre presentata un’interrogazione relativa alle nomine dei direttori amministrativi e sanitari delle Aziende. “Chiederemo intanto di sapere se c’è l’intenzione di stilare un elenco regionale che al momento manca – ricorda il consigliere M5S -. Ma, soprattutto, vogliamo che venga chiarito se le persone che si stanno nominando abbiano i requisiti di legge e se, come correttamente fatto dal direttore generale a Pordenone, siano stati scelti attingendo alle graduatorie di altre Regioni, come previsto dalla normativa in assenza di un apposito elenco in Friuli Venezia Giulia”.

Bene impegno Todde per Safilo Martignacco

“Sulla questione Safilo faremo la nostra parte, sollecitando la Regione perché al tavolo del prossimo 16 gennaio faccia il possibile per scongiurare la perdita di 235 posti di lavoro”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle dopo l’incontro di oggi tra il sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, e i lavoratori dello stabilimento di Martignacco.

“Ringraziamo i deputati Sabrina De Carlo e Luca Sut per avere organizzato questo incontro importante per dare ai dipendenti della Safilo l’opportunità di rappresentare le proprie istanze e preoccupazioni all’esponente di Governo” continuano gli esponenti M5S.

“Abbiamo riscontrato, da parte del sottosegretario Todde, di cui conoscevamo la grande competenza, anche una forte sensibilità nei confronti dei lavoratori, che rappresentano il vero pilastro dello stabilimento – concludono i consiglieri regionali -. Apprezziamo l’impegno assunto dal Governo su questa vertenza, che ricalca quello già dimostrato per altre questioni del nostro territorio”.

Ecomistral, la Giunta regionale se ne lava le mani

“Se l’obiettivo della Giunta regionale è quello di autorizzare qualsiasi attività, senza tenere conto dell’impatto complessivo sull’ambiente e sulla salute, venga detto chiaramente così almeno i cittadini lo sanno”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, commentando le dichiarazioni dell’assessore Fabio Scoccimarro dopo l’incontro con il Comitato “Aria Pulita” in merito all’ampliamento dell’inceneritore Ecomistral di Spilimbergo.

“Scoccimarro demanda tutto ai tecnici, trincerandosi dietro quella riforma della VIA che abbiamo contestato in aula e che ora dimostra tutti i suoi effetti negativi – affermano gli esponenti pentastellati -. Al di là del fatto che i dirigenti sono nominati dalla politica, perché l’ipocrisia deve finire prima o poi, rimane il fatto che l’assessore deve capire che i limiti stringenti o meno lì impone la politica stessa”.

“Ma Scoccimarro preferisce girare la testa dall’altra parte: è incredibile sentire un’esponente della Giunta affermare che due anni sarebbero troppi per predisporre uno studio epidemiologico – aggiungono Dal Zovo e Sergo -. Allora perché questa Giunta non l’ha avviato appena insediata? Si dica piuttosto che in Friuli Venezia Giulia le industrie possono fare ciò che vogliono, almeno ci sarebbe più chiarezza…”.

“E così rimangono inascoltate le richieste dei Comitati, che caldeggiano la Valutazione del danno sanitario su cui avevamo presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura – ricordano i consiglieri M5S –, così come cadono nel vuoto le accuse degli agricoltori che invocano la procedura di infrazione europea se davvero l’impianto è entrato in funzione prima della necessaria valutazione di incidenza. E se altri esponenti politici del territorio, come l’assessore Stefano Zannier o l’eurodeputato Marco Dreosto, non aprono bocca, noi invece vogliamo andare a fondo della questione e coinvolgeremo non solo il Ministero competente ma anche i nostri parlamentari europei”.

Legge elettorale? Ci sono altre priorità

“Ci sono grandi problemi da affrontare in Friuli Venezia Giulia prima di occuparsi della legge elettorale”. È il commento del Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale alle indiscrezioni di stampa su uno possibile modifica della legge elettorale nel corso del 2020.

“Giusto occuparsi delle regole elettorali in anticipo e non a pochi mesi dal voto ma prima occorre pensare a rilanciare le nostre imprese, a risolvere i tanti problemi ambientali, a dare sicurezza e risposte a chi si rivolge al Sistema sanitario regionale, a dire una parola definitiva sugli Enti locali – proseguono i consiglieri M5S -. Finora su questi aspetti abbiamo avuto soltanto rinvii o riforme di facciata”.

“Non c’è quindi alcuna urgenza nell’affrontare la legge elettorale né tantomeno a toccare il meccanismo delle preferenze: per quanto ci riguarda non esistono sistemi che non le prevedano – continua il Gruppo M5S -. Ma forse la fretta ce l’ha il presidente Fedriga, che aspetta l’evolversi della situazione nazionale per capire l’eventuale concretizzarsi delle sue mire che vanno oltre il Friuli Venezia Giulia e una maggioranza regionale litigiosa”.

Trasporti: sui biglietti rincari “gonfiati” dagli arrotondamenti

«Da quando è arrivata la giunta Fedriga, il biglietto del bus, che fino a dicembre 2018 si pagava 1,25 euro, adesso, a gennaio 2020, quindi tredici mesi dopo, si paga 1,35. Alla fine, l’incremento effettivo è dell’otto per cento in più, in virtù degli arrotondamenti». I conti, calcolatrice alla mano, li fa il consigliere regionale grillino Cristian Sergo, che annuncia anche un’interrogazione a tema tariffe sul trasporto pubblico locale, su gomma e su ferro.

«Una cosa è la media dell’incremento – rileva Sergo – una cosa è l’applicazione pratica. La giunta dice che ha aumentato le tariffe del 2,6% nel 2020, tenendo conto dell’indicizzazione Istat, ma non tiene conto degli arrotondamenti». Che, secondo Sergo, possono cambiare un po’ le carte in tavola, anche se sempre entro una cornice di perfetta legittimità. Ma per il portafoglio del cittadino la differenza c’è.

Partiamo dalle basi. Nel 2019 l’aumento varato dalla giunta regionale è stato del 2,8% e quest’anno del 2,6%, che, sommato, darebbe il 5,4% in più. «Ma, per il biglietto di corsa semplice sui bus di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste, fino a dicembre 2018 si pagava 1,25 euro. Adesso, a gennaio 2020, un anno e un mese dopo, si pagano 1,35 euro. Nel 2019, infatti, il biglietto è passato a 1,30 in virtù di un arrotondamento, perché, aumentato del 2,8%, sarebbe stato 1,285 euro. Quest’anno, da 1,30 si è passati a 1,35 sempre arrotondando, perché il 2,6% in più darebbe 1,318 euro». E così, dice, l’incremento finale non è del 5,4% ma dell’8%. Ma Sergo cita anche altri casi che riguardano i treni. Per esempio, «la Cervignano-San Giorgio è passata da 2,15 (2018) a 2,25 (2020) euro in tredici mesi seguendo gli aggiustamenti Istat deliberati quindi +5,4% in “due anni” o 13 mesi che dir si voglia». E sulla Pordenone Udine si è passati «dai 4,75 euro del 2018 ai 4,9 del 2019, fino ai 5 euro del 2020. Si segue quanto deliberato ma aumenta del 5,4% di fatto. L’aumento vale anche per la tariffa weekend Fvg. Udine-Pordenone a 3,8 euro del 2018 al 3,9 del 2019 ai 4 di adesso». Da qui la ragione della sua interrogazione, che parte da un assunto: la giunta si sarebbe potuta «fermare un giro, almeno sui biglietti».

«Nella delibera con cui hanno stabilito l’aumento del 2,8% c’era un passaggio in cui si diceva che, visto il regime di proroga, si era deciso di aumentare secondo l’indicizzazione solo le tariffe di corsa semplice e non gli abbonamenti e le pluricorse. Ora che hanno fatto l’incremento del 2,6%, invece, non hanno detto: siamo in proroga, perché lo siamo ancora, teniamo invariati o i biglietti o gli abbonamenti. Hanno aumentato tutto. Secondo me avrebbero potuto evitare di incrementare gli abbonamenti e le pluricorse, oppure, viceversa, potevano incrementare solo i biglietti di corsa semplice. Nella mia interrogazione chiederò perché hanno preso questa decisione. Anche perché ci sono territori, come Pordenone e Gorizia, in cui l’inflazione per i trasporti non è salita del 2,6%, ma molto meno».

Ma l’assessore Graziano Pizzimenti spiega che «l’adeguamento Istat è previsto per contratto. Non puoi decidere di applicarlo una volta sì una volta no».

 

Tratto da Il Gazzettino

Dal Governo 63 milioni in Fvg per bus ecologici

Quasi 63 milioni di euro arrivano in Friuli Venezia Giulia dal Governo per l’acquisto di nuovi bus ecologici e delle relative infrastrutture. Lo sottolineano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai. Le risorse fanno parte di un riparto da 2,2 miliardi di euro a livello nazionale, il cui decreto è stato firmato nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di concerto con i dicasteri dello Sviluppo economico e dell’Economia e Finanze.

Al Friuli Venezia Giulia vengono assegnati complessivamente 62.947.444 euro, con una quota di 2.861.247 euro relativa all’anno 2019 e di 4.291.871 euro annuali da 2020 al 2033. “Risorse cospicue che hanno lo scopo di rinnovare il parco bus nelle nostre città, fornendole di mezzi più moderni e meno inquinanti come quelli elettrici, a metano o a idrogeno – spiegano i consiglieri M5S -. Un intervento assolutamente necessario anche alla luce dei livelli di polveri sottili che, come vediamo anche in questi giorni, si alzano pericolosamente anche nella nostra regione”.

Le risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso, possono essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione dei mezzi. “Un intervento che punta quindi a porre le basi per una mobilità urbana sostenibile – concludono gli esponenti pentastellati -, elemento imprescindibile per affrontare le sfide ambientali a cui le nostre città sono chiamate”.

Al via i maxiprocessi per camorra nel NordEst, Regione FVG parte civile?

“Iniziano domani i maxiprocessi per mafia in Veneto: la Regione Friuli Venezia Giulia intende costituirsi parte civile visto che anche il nostro territorio, secondo le indagini, sarebbe coinvolto?”. A chiederselo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Non bisogna dimenticare che l’indagine è nata dall’arresto di un esponente del clan dei casalesi a Udine nel 2009 e che gli accertamenti sono stati condotti dal Gico di Trieste – ricorda il consigliere M5S -, senza tralasciare il fatto che contestualmente sono scattate numerose perquisizioni in Friuli Venezia Giulia. Infatti, nel 2012 secondo il Pm Terzo, che conduce le indagini, ci furono azioni per la realizzazione di impianti a biogas simili a quelle avvenute ad Eraclea per ‘evitare i controlli che avrebbero svelato l’inconsistenza del progetto, destinato non a ripagare gli investimenti pubblici ma a fruttare lauti guadagni a seguito delle sovvenzioni erogate. Unitamente alla possibilità di emettere false fatture, per gonfiare i costi di costruzione e lucrare dalla Regione Friuli Venezia Giulia un contributo non spettante’”.

“Chiediamo quindi alla Regione come intenda agire – conclude Sergo – tenendo conto che nell’ambito della legge di stabilità il presidente Fedriga ha accolto un nostro ordine del giorno in cui la Giunta regionale si impegna ad adottare ogni atto necessario per garantire la tutela della legalità in FVG, anche mediante la costituzione di parte civile, ove ritenuto opportuno, nei procedimenti penali relativi a reati di mafia commessi sul nostro territorio. A nostro avviso c’è tutta l’opportunità del caso”.

Sanità, centrodestra e centrosinistra corresponsabili su Cividale

“Il centrodestra cerca di tranquillizzare i cittadini di Cividale ma ha disatteso le promesse elettorali, il centrosinistra raccoglie firme ma con la riforma Serracchiani – Telesca ha riconvertito l’ospedale. Un indecoroso balletto di due schieramenti corresponsabili del declassamento della struttura: se ci sarà un Consiglio comunale dedicato al tema, saremo ben lieti di spiegare ai cividalesi, carte alla mano, come stanno le cose”. Ad affermarlo sono i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Andrea Ussai.

“Con la riforma della Giunta Serracchiani l’ex ospedale di Cividale è stato riconvertito, fra le proteste del centrodestra che ha pesantemente criticato quel provvedimento – sottolineano gli esponenti M5S -. Va ricordato che fu presentato un emendamento, firmato anche da noi, per mantenere Cividale e Gemona come ospedali per zone disagiate. Peccato però che una volta al governo, l’attuale maggioranza si sia rimangiata la parola andando in continuità con l’azione di chi c’era prima”.

“Il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica ad avere mantenuto coerentemente la propria posizione, ripresentando, durante il dibattito sulla prima parte della riforma sanitaria, l’emendamento per mantenere i presidi ospedalieri a Cividale e Gemona, poi ritirato su richiesta del presidente Fedriga che aveva promesso una valutazione complessiva sulle strutture riconvertite – spiegano Sergo e Ussai -. A dicembre, durante l’iter relativo alla seconda parte della riforma, abbiamo proposto di garantire a Cividale almeno la degenza di medicina post-acuzie, la chirurgia minore e l’emergenza, in collaborazione con l’ospedale di riferimento che è Udine. Ma sia centrodestra che centrosinistra hanno bocciato l’emendamento”.

“Fedriga rassicura, affermando che il Pronto soccorso non si tocca ma in realtà è già stato toccato: si tratta infatti di un punto di primo intervento a seguito della chiusura dell’ospedale per acuti – rimarcano i consiglieri pentastellati -. Il centrodestra ha cercato maldestramente di mantenere i posti di osservazione, cosa però non attuabile per legge visto che la struttura è stata riconvertita. Infine, hanno voluto dare un contentino a Cividale con la sperimentazione relativa a geriatria e patologie croniche. Peraltro è stato necessario un nostro emendamento per garantirle entrambe visto che inizialmente era prevista o una o l’altra”.

Aberranti parole di Tuiach contro Lgbt, intervenga Dipiazza

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà al mondo Lgbt dopo le sconcertanti parole scritte da Fabio Tuiach”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Ilaria Dal Zovo, commentando il post omofobo del consigliere comunale di Trieste.

“Non più tardi di ieri abbiamo chiesto le dimissioni di un consigliere di San Daniele del Friuli, secondo cui una vittima di violenza sessuale ‘se l’è cercata’ – ricorda Dal Zovo -. Spiace iniziare l’anno con questi pessimi esempi ma non possiamo che ribadire questa richiesta anche a Tuiach, ricordando che il suo ruolo di rappresentante delle istituzioni imporrebbe maggiore sensibilità, quantomeno nell’uso del linguaggio”.

“Purtroppo non è la prima volta che il consigliere comunale esprime poizioni aberranti, in particolare nei confronti del mondo Lgbt – aggiunge la capogruppo M5S -. Difficile quindi aspettarsi da lui un passo indietro. Riteniamo invece doverosa una ferma presa di posizione contro le parole di Tuiach da parte del sindaco Roberto Dipiazza e dalla maggioranza che lo sostiene”.

Nostra proposta di legge antiviolenza da luglio 2018

“Fa piacere che la Lega abbia depositato una proposta di legge per tutelare le vittime di violenza. Potrebbe essere la volta buona per discutere un tema che il MoVimento 5 Stelle ha posto all’attenzione del Consiglio regionale da luglio 2018, presentando un proprio testo che attende ancora di essere esaminato”. Lo afferma la capogruppo pentastellata nell’assemblea di piazza Oberdan, Ilaria Dal Zovo.

“La violenza, sia essa di genere o di qualsiasi altra forma, è un fenomeno da estirpare alla radice attraverso un’azione che coinvolga tutti gli attori interessati. La nostra proposta di legge – ricorda Dal Zovo – punta proprio alla creazione di una rete antiviolenza che metta in relazione istituzioni, Aziende sanitarie, Ufficio scolastico regionale, Forze dell’ordine, uffici territoriali del Governo, magistratura, centri antiviolenza e privato sociale”.

“Senza creare nuove figure, il nostro obiettivo è quello di assegnare apposite funzioni al Garante regionale dei diritti della persona – puntualizza la capogruppo M5S -. Nel testo che abbiamo depositato un anno e mezzo fa affidiamo al Garante, anche in collaborazione con altri soggetti competenti, la promozione di misure per il superamento delle discriminazioni, la prevenzione e il contrasto alla violenza, anche attraverso campagne informative e di sensibilizzazione e programmi di recupero per le persone che si siano macchiate di reati di violenza”.

“Al Garante – conclude Dal Zovo – affidiamo, oltre a un ruolo di stimolo nella formulazione di un Piano triennale regionale di prevenzione e contrasto alla violenza, lo studio e il monitoraggio del fenomeno attraverso la raccolta e l’aggiornamento di dati, la redazione e il coordinamento dei protocolli operativi sul tema e i programmi di formazione nei confronti di chi opera nel settore”.

Inaccettabili parole su stupro a Udine, Candusso si dimetta

“Immediate dimissioni del consigliere comunale di San Daniele del Friuli, Giovanni Candusso”. Lo chiede la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo, a seguito del commento postato sui social network da parte dell’esponente leghista in merito all’episodio di violenza sessuale accaduto a Udine nella notte di Capodanno.

“La vera sfida, se si vuole sconfiggere la violenza contro le donne, è il cambiamento culturale, a partire dal superamento degli stereotipi: sentire che ‘se l’è cercata’ non è accettabile – attacca Dal Zovo -. Frasi del genere, pronunciate o scritte da un rappresentante delle istituzioni, sono ancora più gravi e pesano maggiormente. Candusso si vergogni, si scusi e si dimetta”.

Fedriga racconta soltanto una parte della realtà

Fedriga racconta soltanto una parte di ciò che è accaduto durante quest’anno, il primo guidato interamente dalla maggioranza di centrodestra. Si può sintetizzare così il pensiero dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia nel commentare le parole del presidente della Regione durante la conferenza stampa di fine 2019.

“Il presidente Fedriga ha posto l’accento sulla famiglia e sul rilancio della natalità – sottolinea la capogruppo M5S, Ilaria Dal Zovo -. Valuteremo il disegno di legge annunciato ma, al di là delle belle parole, è difficile pensare che una piccola Regione possa colmare il gap generazionale con alcuni interventi. E sull’ambiente non si possono coprire con i dragaggi o con 20 milioni per il rinnovo del parco vetture nella pubblica amministrazione le continue autorizzazioni di impianti che impattano in maniera pesante sulla salute dei cittadini”.

“Per quanto riguarda la sanità – aggiunge il consigliere regionale Andrea Ussai – nemmeno una parola è stata detta sulla nomina dei direttori generali e sulle criticità del Numero Unico e dell’emergenza – urgenza, su cui si è lavorato in continuità con la precedente Giunta. Fedriga parla di ‘politica fuori dalle scelte’ ma dimentica i reparti definiti per legge. Chiederemo inoltre conto sulle scelte che hanno portato alla nomina dei manager delle Aziende, per sapere se c’è stata soltanto una valutazione tecnica sui meriti dei candidati o se sono intervenute anche logiche politiche. Il presidente – conclude Ussai – vanta una crescita dei finanziamenti per la sanità ed è vero, ma sarebbe interessante capire in quale modo vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza. L’obiettivo dovrebbe essere quello di controllare la spesa ma dubito che si andrà verso questa direzione”.

“Fedriga racconta una realtà tutta sua che però non corrisponde ai fatti – sostiene il consigliere Cristian Sergo -. Parla di riduzione fiscale ma chieda alla Safilo perchè chiude lo stabilimento di Martignacco mentre tiene aperto in Veneto. Pontifica su ambiente e dragaggi mentre ci sono cantieri bloccati sotto sequestro. Magnifica una terza corsia finita in primavera quando si parla soltanto di un lotto. Sui rifiuti si bea di una realtà su cui non ha messo mano mentre prefigura il Friuli Venezia Giulia del domani senza dirci quanti metri di fibra ottica ha posato o quante case, industrie o scuole ha collegato”.

“Non è un caso se gli assessori citati come i più attivi e innovativi sono stati coloro con i quali collaboriamo meglio, ovvero Alessia Rosolen e Tiziana Gibelli – conclude il consigliere Mauro Capozzella -. Laddove c’è sintonia e apertura nei confronti delle tematiche da noi portate avanti c’è una maggiore visione del futuro, penso ad esempio all’importanza di potenziare i Centri per l’impiego nell’ambito del lavoro. Sul fronte dell’istruzione, attendiamo che il nuovo Ministro, anche grazie alle sollecitazione del M5S del Friuli Venezia Giulia, dia risposte chiare alle istanze di un territorio di confine”.

Bene protocollo contro il bullismo

“Alla notizia della nascita di una rete contro bullismo e cyberbullismo nella nostra Regione non posso che rispondere: ‘Finalmente!’” Questo il commento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, in merito alla firma del Protocollo di coordinamento delle attività per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

“Fenomeni di prevaricazione e violenza, anche tramite il web, sono in aumento tra i giovani e non possono che destare preoccupazione – afferma Capozzella -. È quindi necessario educare i ragazzi ad usare in modo adeguato i media digitali e fare in modo che non siano i sostituti, come troppo spesso accade, delle relazioni reali. Purtroppo l’analfabetismo emotivo e la solitudine dei giovani sono ormai problemi riconosciuti, per questo è molto importante il passo che le nostre istituzioni hanno voluto compiere”.

“Allargare la problematica anche ai problemi domestici e ai conflitti di genere, oggettivamente molto diffusi in questa società fluida, è importante per far sentire chi vive la sofferenza sulla propria pelle meno solo – continua l’esponente M5S -. Considerato anche che queste dinamiche spesso restano ancora confinate tra le mura domestiche, avere l’opportunità di parlarne in altri contesti può veramente essere una svolta”.

“A fine novembre, come Gruppo consiliare, abbiamo depositato una proposta di legge contro l’analfabetismo emotivo che va esattamente in questa direzione, inserendo anche sportelli di counseling per insegnanti e genitori – conclude Capozzella -. Confido quindi che, visto l’allineamento delle posizioni, la maggioranza non vorrà negare il proprio appoggio a quello che può diventare uno strumento permanente dentro al mondo della scuola”.