domenica, 19 Gennaio 2025
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Su tempi voto Fedriga manipola opinione pubblica

“Sulla tempistica per andare al voto e approvare la manovra di bilancio Fedriga appare in evidente malafede”. Lo sostiene il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella. “Il presidente della Regione afferma che andando al voto ci sarebbero i tempi tecnici per poi approvare la Finanziaria. Ma entro il 27 settembre il governo dovrà trasmettere al parlamento una Nota di aggiornamento sul Def per poi presentare, entro il 20 ottobre, il disegno di legge di bilancio. Il percorso si concluderà alla fine dell’anno con l’approvazione della legge di bilancio 2020”.

“Come si può constatare, le date del 27 settembre e 20 ottobre sono improponibili per una persona seria – sottolinea Capozzella-. Vanno benissimo per chi invece vuole raccontare bugie e manipolare l’opinione pubblica. Non solo, per avvalorare questa tesi egli cita improvvidamente il governo Monti”.

“Non posso credere che Fedriga, parlamentare per ben due legislature, possa essere così sprovveduto. Il governo tecnico di Monti nacque in seno ad un parlamento già eletto e insediato – ricorda il consigliere M5S-. Quello stesso governo aveva sicuramente già l’ok della Commissione europea, che avvalorò quell’esecutivo proprio per realizzare una manovra lacrime e sangue già preimpostata dalla Commissione stessa”.

“A Fedriga va ricordato che dopo le elezioni c’é da insediare il parlamento, individuare una maggioranza, nominare i Presidenti delle Camere, le Commissioni parlamentari ed effettuare altri adempimenti di inizio legislatura – conclude Capozzella -. E poi, sentire un leghista citare il governo Monti come esempio di efficienza appare quantomeno paradossale”.

Fedriga continuamente in campagna elettorale

“Il presidente Fedriga torna in modalità campagna elettorale, anche se la sensazione è che non ne sia mai veramente uscito”. Lo sostiene il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando le dichiarazioni del presidente del Friuli Venezia Giulia all’attuale crisi di Governo.

“Abbiamo da poco superato una tornata elettorale per le europee e le amministrative nella quale Fedriga si è speso in prima persona, con tanto di dirette social e messaggi di partito arrivati direttamente dal suo ufficio istituzionale di piazza Unità” ricorda Capozzella.

“Ci auguriamo che il presidente si ricordi di avere anche una Regione da amministrare, visto che finora abbiamo ascoltato molti annunci ma poche azioni concrete – conclude il consigliere M5S -. Salute, enti locali ed economia, tanto per citare gli esempi più eclatanti, sono ancora in attesa di riforme non più rinviabili e che non si conciliano con il perenne clima di campagna elettorale”.

Inutile discriminazione sul trasporto per gli studenti: grazie a questa Giunta avremo bambini di Serie A e B

“L’agevolazione per il trasporto degli studenti del Friuli Venezia Giulia è un passaggio positivo ma siamo ben lontani dalla proposta del M5S su questo tema per ben due motivi”. Lo afferma il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, commentando l’approvazione da parte della Giunta dell’apposito regolamento che istituisce uno sconto del 50% sugli abbonamenti per autobus e treni a favore degli studenti di scuole e università della regione.

“Una delle nostre battaglie storiche è quella relativa al trasporto pubblico locale gratis per tutti – ricordano i consiglieri del MoVimento -. Ci sarebbe piaciuto arrivare quantomeno alla gratuità per l’intera popolazione studentesca, come da noi proposto già nella passata legislatura e pochi giorni fa in aula durante l’assestamento. L’agevolazione del 50% è un passo avanti che però riguarda soltanto i ragazzi che studiano in un Comune diverso da quello di residenza, escludendo quindi dalla misura un’ampia fetta di utenti”.

“Se il problema di estendere lo sconto, o di non prevedere la gratuità, a tutti gli studenti del Friuli Venezia Giulia è relativo alle risorse – proseguono gli esponenti M5S -, non dimentichiamoci che abbiamo appena votato un assestamento di bilancio che aveva a disposizione un discreto tesoretto. Si potevano ricavare da lì i fondi necessari.”.

“Il tutto è ancora più incomprensibile – concludono i consiglieri regionali – se pensiamo che avevamo chiesto con un preciso ordine del giorno che questo tipo di agevolazioni, che prevedono risorse ingenti per la Regione, tenessero anche conto dell’Isee familiare. La proposta è stata bocciata, ma adesso ci troviamo con delle situazioni assurde, discriminatorie con bambini di famiglie benestanti che risiedono in Comuni lontani che ottengono lo sconto e figli di operai residenti nelle periferie che non ne usufruiranno perché sono residenti nello stesso Comune dove vanno a scuola”.

Industriali e Camere di Commercio: da 6 anni chiediamo ente unico

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“Fa sempre piacere che alla fine le proposte di buon senso del MoVimento 5 Stelle vengano apprezzate dagli stessi portatori di interesse e dalla Giunta regionale. Veniamo spesso tacciati di essere populisti, incompetenti, senza conoscenza del territorio e senza visione futura, salvo poi fare ammenda e andare nella nostra direzione”. Lo affermano i consiglieri regionali M5S Cristian Sergo e Mauro Capozzella, commentando gli scenari relativi alle associazioni degli industriali e alle Camere di commercio del Friuli Venezia Giulia.

“D’altronde, non possiamo davvero credere che il futuro di questa regione veda unite Unindustria di Trieste, Pordenone e Gorizia da una parte e Udine isolata dall’altra, con il rischio di perdere tempo con una serie di passaggi, seppure propedeutici all’obiettivo di un ente unitario – sostengono i due consiglieri regionali -. Allo stesso modo crediamo sia necessaria una sola Camera di Commercio in Fvg: lo abbiamo sempre sostenuto e abbiamo anche chiesto con forza che la questione venisse affrontata nella Commissione Paritetica Stato – Regione durante l’audizione consiliare di febbraio. Tornare alle quattro piccole realtà provinciali è un’assurdità dettata solo da convenienze politiche e necessità di spartire poltrone”.

“L’ente unico, sia esso la Camera di commercio o l’associazione di categoria, è fondamentale per superare quel provincialismo che ha messo un freno a questa Regione, evitando che le diverse e specifiche caratteristiche dei nostri territori potessero dare vita ad un unicum straordinario, invece che a tante piccole diverse realtà che spesso e volentieri non si sono parlate tra loro” aggiungono Capozzella e Sergo.

“Ne è valido esempio l’appello alla realizzazione di maggiori infrastrutture. Rimaniamo aperti e disponibili a spiegare a tutti gli industriali della Regione che non è spendendo miliardi in faraoniche grandi opere che si risolvono i nostri problemi – concludono i due esponenti M5S -. La competitività delle nostre imprese aumenta eliminando balzelli burocratici e abbassando le tasse che, purtroppo, negli anni passati sono servite a pagare cattedrali nel deserto e chilometri di binari totalmente inutili. L’assenza di una visione infrastrutturale complessiva non ci ha permesso di realizzare ciò che è davvero utile agli industriali e ai nostri cittadini, ovvero la velocizzazione della linea di cui si parla invano ormai da 30 anni, ma solo ciò che serve alle imprese che poi si aggiudicano gli appalti”.

Monfalcone, stiamo attenti: dalla democrazia al regime il passo è breve

“È iniziato a Palermo a maggio, con la sospensione di un’insegnante di lettere che non aveva voluto censurare i propri alunni; un po’ di scalpore mediatico e poi tutto è finito sepolto sotto nuovi e più redditizi episodi di cronaca. Poi l’altro giorno a Monfalcone ecco spuntare di nuovo il germe dell’autoritarismo: la sindaca Cisint decide di affidare al garante per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza di Monfalcone il compito di raccogliere i racconti di studenti e genitori su quanto accade in aula, poiché pare che ci siano state iniziative e commenti critici nei confronti della Lega” Sulla questione interviene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.

“Episodi apparentemente piccoli, ma di una gravità estrema che se non fermati subito rischiano di distruggere uno Stato di diritto e i fondamenti su cui si basa la nostra democrazia. L’articolo 21 della Costituzione è dedicato alla libertà di manifestazione del pensiero, l’articolo 33 garantisce la libertà di insegnamento. Mi chiedo se ci si renda conto di quali principi siano stati calpestati. asserisce preoccupato Mauro Capozzella – Non mi riferisco solo al regime fascista, ma guardo solo alla storia recente, all’epurazione degli insegnanti in Turchia dove, solo nel 2016, 2.100 licenze di insegnanti furono revocate perché contrarie alla politica di Erdogan. È diventato questo il mio Paese? Se sì va fatta una profonda riflessione”.

“Non posso credere che una donna di cultura e che ha sempre dimostrato profondo rispetto per l’istituzione scolastica e il corpo insegnante come l’assessore Rosolen sia d’accordo, né che il presidente Fedriga e la sua Giunta non siano profondamente imbarazzati. È per questo che auspico si alzi la loro voce: in alternativa dovrà essere il Presidente Mattarella a ripristinare la legalità” prosegue il consigliere M5S.

“È inaccettabile invitare e autorizzare studenti e genitori a essere delatori del corpo insegnante mascherando dietro l’ideologia politica un brutto voto o non accettare una legittima osservazione in classe da parte di un insegnante – aggiunge Capozzella -. Tutto sarà dunque concesso ai ragazzi che grideranno all’ ingiustizia anti leghista? È imbarazzante pensare che la preparazione di un docente sia messa in discussione dal disallineamento al sistema, che debba misurare in classe le parole perché rischia il posto, che abbandoni il dialogo e il dibattito per paura. Avremo così sudditi privi di spirito critico e non giovani menti capaci di formarsi in maniera indipendente un’opinione. Diventeremo una dittatura e non saremo più una Repubblica. Fino a quando Salvini balla l’inno con le cubiste del ‘Papeete’ posso pensare che sia inopportuno per un Ministro dell’Interno ma non pericoloso, ma questa è un’altra storia”.

Danni fauna selvatica, intervenire con rispetto dell’ecosistema

“Coldiretti chiede ai Comuni di farsi parte attiva per combattere i danni da fauna selvatica nell’agricoltura. Obiettivo condivisibile, purchè perseguito in maniera intelligente ed ecosostenibile”. Lo dichiara la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo.

“Se migliorare la coesistenza tra l’attività dell’uomo e gli animali selvatici significa sparare, non possiamo che ribadire con forza la nostra contrarietà – afferma Dal Zovo -. Esistono metodi di contenimento alternativi molto efficaci: recinzioni elettrificate, sottopassi, dissuasori, sterilizzazioni, con una contestuale cura dei luoghi e un’azione per riportare gli animali nei loro habitat naturali, oltre alla necessaria informazione ed educazione della cittadinanza sui corretti comportamenti da adottare”.

“Sparare e sempre solo sparare ci ha portato a questo: continuiamo così? Perché non si fa un’analisi seria sui motivi per cui si è arrivati a questa situazione? Perché non si investe sui metodi alternativi? Perché, per alcune specie, non ci si rende conto che è loro natura cibarsi di pesci e che sterminarli non ha alcun senso – si chiede l’esponente pentastellata -. Ci vuole rispetto, rispetto per gli altri abitanti di questa terra”.

L’insensibilità e superficialità in materia di fauna, imperversano e il mondo agricolo e anche politico, continuano a strizzare l’occhio al mondo venatorio – prosegue la capogruppo M5S – come dimostra anche la recente mozione portata avanti in Consiglio regionale dal centrodestra, con la complicità del Pd, che punta ad eradicare, cioè a eliminare completamente, alcune specie dal territorio regionale

“In quella mozione si fa riferimento anche a specie protette come storni e cormorani, oltre a cinghiali, cervi, colombi, nutrie – continua dal Zovo -. È assurdo anche solo prevedere interventi del genere, in spregio alle direttive comunitarie e alla pianificazione. Tanto più che rimedi meno cruenti e più rispettosi dell’ecosistema ce se sono molti”.

Interrogazione su affidamento a Croce Verde Mestre dell’ambulatorio codici bianchi e verdi a Monfalcone

“Avevamo elogiato la volontà della Dirigenza dell’AAS2 di ridurre i tempi di attesa per i pazienti che accedono al Pronto Soccorso di Monfalcone attraverso l’attivazione sperimentale di un ambulatorio per i codici bianchi e verdi, al fine di ridurre la possibilità di eventi avversi agli utenti in attesa con patologie non urgenti e ridurre la conflittualità con gli operatori sanitari, ma qualcosa nel metodo di affidamento e nei numeri non ci torna”. Questo il commento del consigliere regionale del M5S Andrea Ussai che, dopo un’attenta analisi della determina di affidamento alla Croce Verde di Mestre dell’ambulatorio per il mese di agosto, sta predisponendo un’interrogazione  all’assessore regionale alla sanità.

“Le criticità che caratterizzano Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza di Monfalcone – prosegue Ussai – sono da tempo evidenziate dal disagio degli utenti e degli operatori sanitari causato dal sovraffollamento. Non si capisce quindi da dove derivi il carattere di urgenza  che ha portato a non aspettare i tempi necessari a concludere una normale procedura di gara e ad interpellare e affidare direttamente alla Croce Verde di Mestre l’immediata costituzione dell’ambulatorio codici bianchi e verdi, composto da un medico e un infermiere. Soprattutto perché, come si evince dal decreto n° 415 di fine luglio, il 12 dello stesso mese, ben prima dell’affidamento, si conosceva l’elenco dei medici “Libero Professionisti” idonei che avevano dato la disponibilità ad attivare in via sperimentale per 6 mesi l’ambulatorio, dopo che il 1 luglio l’Azienda aveva indetto un avviso ad evidenza pubblica per l’attivazione di contratti di lavoro autonomo per l’attività della nuova struttura”.

“Da sottolineare inoltre che il compenso per questi ultimi è di 40 euro lordi l’ora mentre quello per il pull di personale fornito dalla cooperativa (medico e infermiere) è più del doppio (90 euro Iva esente) – rileva il consigliere regionale -. Va infine rimarcato come a nostro avviso si sarebbero potuti coinvolgere in questo progetto anche i Medici di continuità assistenziale che normalmente lavorano da contratto nazionale a 22,70 euro lordi l’ora, a cui si aggiungono i 3 euro se vengono raggiunti gli obiettivi. Siamo certi che l’azienda saprà giustificare queste scelte, che sicuramente saranno state mosse dalle più buone intenzioni”.

Come al solito, nonostante la presenza di salmonella in Laguna, tutti tacciono

“La scorsa settimana sono state emesse tre ordinanze dall’Azienda per l’Assistenza Sanitaria della Bassa Friulana che sospendono la raccolta di molluschi bivalvi in altrettante zone della Laguna e della Costa, a seguito del ritrovamento di Salmonella nelle cozze e nelle vongole veraci, ma le autorità preferiscono non informare i cittadini”. Lo rende noto il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Ribadiamo come, sempre che laddove gli operatori del settore abbiano ottemperato a tutti i passaggi previsti in questi casi – precisa il portavoce -, non ci sia alcun tipo di problema a consumare questi prodotti che vengono, comunque, regolarmente inviati ad una zona di stabulazione per la depurazione o ritirati dal mercato nel caso non abbiano seguito il protocollo che prevede il fermo volontario. Per quanto riguarda la balneazione le aree interessate sono interne alla Laguna per cui al momento non c’è alcun problema per i bagnanti. Su questo va altresì precisato come la norma preveda che la salmonella da una decina d’anni non venga più ricercata nelle analisi che Arpa svolge regolarmente per accertare la balneazione dei nostri lidi. Coincidenza vuole che sia stata riscontrata la presenza di questo batterio in una zona che solo poche settimane fa, in via precauzionale, era stata oggetto di simile ordinanza che prevedeva il divieto cautelare di raccolta di molluschi, in previsione dello scarico delle acque reflue del depuratore di Lignano Sabbiadoro in Laguna. A seguito di analisi effettuate l’ordinanza di divieto era stata revocata solo lo scorso 27 giugno. Un mese dopo abbiamo la sgradita sorpresa”.

“Senza riaprire polemiche – prosegue Sergo – su cui ancora né Arpa né la Regione riescono a dare risposte nonostante le nostre domande effettuate negli anni che banalmente chiedono solo di comprendere le cause di questo fenomeno, ricordiamo due cose. La prima riguarda le conclusioni di uno Studio effettuato dall’Azienda Sanitaria dei primi anni 2000 volto a evidenziare l’origine del periodico inquinamento fecale ritrovato nei molluschi nella fascia costiera di mare antistante il Comune di Lignano Sabbiadoro e quello di Marano Lagunare, secondo le quali la presenza di microrganismi riscontrata si poteva, con molta probabilità, attribuire agli scarichi a mare del depuratore di Lignano e del tubone di San Giorgio di Nogaro. Non ci risultano altri test o studi che abbiano potuto individuare, anche con minor probabilità di questo, altre origini di questi ritrovamenti. La seconda riguarda la visita che Arpa FVG decise di effettuare lo scorso ottobre proprio al Depuratore di Lignano, a seguito della chiusura di tutta la fascia costiera per il ritrovamento di Salmonella, associando, con molta probabilità, i ritrovamenti dei batteri con gli scarichi dell’impianto, altrimenti quel sopralluogo non avrebbe avuto senso. L’intuizione fu comunque buona, visto che nelle analisi dei reflui sversati in mare effettuate in quel giorno si riscontrò proprio la presenza di salmonella. Non ci risulta che in seguito siano state ripetute analisi di questo tipo, in quanto la Salmonella non è, incredibilmente, un parametro che viene ricercato nelle acque reflue dei depuratori”.

“Come al solito, non lanciamo accuse, che lasciamo volentieri a chi di dovere, né illazioni, ma ci limitiamo a riportare fatti e avvenimenti, a differenza di chi non riesce a mettere parola fine a queste situazioni. Nel corso della Commissione consiliare del 16 luglio scorso – conclude il consigliere regionale – Arpa e Regione si sono impegnate a rendere pubbliche tutte le attività oggetto di sanzione negli ultimi anni per sversamenti oltre i limiti consentiti in Laguna e in mare. Ci limitiamo a evidenziare che a distanza di due settimane nulla è stato trasmesso ai commissari. Ma temiamo che non possa esser trasmesso qualcosa di differente da quanto già a noi inviato in data 5 marzo: su nostra precisa istanza di poter ricevere gli eventuali verbali di accertamento e contestazione emessi verso le società di gestione degli impianti di depurazione che sversano le loro acque in Mare e in Laguna dal 2016 a oggi, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente ci ha risposto che gli unici verbali sono quelli riguardanti l’impianto di Lignano Sabbiadoro”.

Strumentali critiche Rosolen a Di Maio e navigator

“Negli ultimi mesi abbiamo lavorato incessantemente per verificare lo stato dell’arte dei CPI regionali e mandare a Roma in tempo reale tutte le informazioni necessarie al miglioramento della riforma”. Mauro Capozzella, consigliere regionale M5S, non ci sta e ribatte alle critiche dell’assessore Rosolen. “Io e l’onorevole Sut abbiamo visitato tutti i Centri perl’impiego della regione e un mese fa in conferenza stampa abbiamo presentato un dettagliato report di quanto sia stato fatto e di quanto però in FVG ci sia ancora da fare. Un plauso è stato riservato sicuramente agli operatori e ai direttori regionali e dei centri, svolgono ogni giorno con risorse limitate un lavoro egregio, e credo che a loro 46 unità di personale in più non possano che essere d’aiuto”.

“Trovo inutile e strumentale da parte dell’assessore la critica riservata sia al Ministro Di Maio che alle nuove figure professionali dei navigator, necessarie vista la cronica carenza di personale, non certo imputabile al Movimento che per la prima volta ci ha messo mano – prosegue Capozzella -. Tra l’altro mi preme sottolineare che i navigator hanno un alto profilo curriculare, sono passati a un concorso nient’affatto facile, e certamente non vanno sminuiti per aver accettato un lavoro a termine, cosa che non li rende meno preparati, ma dimostra la situazione estremamente difficile del lavoro in Italia. È il caso di smetterla di sottolineare il loro precariato, lo trovo offensivo e inutile”.

“Benvenuti quindi – conclude Capozzella – a questi nuovi professionisti, che certamente porteranno nuova linfa ed entusiasmo in un comparto molto impattato, per le tematiche che tratta, dal bournout. Spero che la stessa accoglienza venga loro riservata anche dall’assessore; quanto agli operatoti non ho dubbi, avendoli conosciuti, che li integreranno al meglio. Quanto alle continue sottolineature di un presunto flop del Reddito di cittadinanza sulla stampa locale, ci sarebbero da dire due cose: la prima è che gli importi percepiti sono calcolati dall’Inps in base a quanto già erogato attraverso altri contributi, fino ad arrivare a 780 euro. Non credo che dare una letta al decreto possa far male a meno che non si sia manifestamente in cattiva fede. In secondo luogo, se in Friuli Venezia Giulia ci sono poche domande significa che forse la situazione occupazionale e sociale non è drammatica come in altre regioni italiane, e questo dovrebbe essere fonte di soddisfazione non di critica”.

Sul trattamento previdenziale Centis fa un autogol clamoroso

“Capiamo sia difficile da comprendere per chi non ha partecipato ai lavori della passata legislatura, ma il consigliere Centis sembra abbastanza informato sui fatti per non capire che quanto da lui affermato è un palese autogol”. Lo afferma in una nota il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. “Il capogruppo dei Cittadini per Bolzonello festeggia per essere stato l’unico che ha potuto ribadire la sua contrarietà alla norma che voleva introdurre un sistema previdenziale su calcolo contributivo anche per gli attuali consiglieri regionali. Poi però si lascia sfuggire quello che da 6 anni cerchiamo di far capire anche ai muri del Consiglio Regionale – prosegue la nota-. Nella passata legislatura si scelse di abolire i vitalizi per gli eletti, privilegio cui come MoVimento 5 Stelle avevamo già rifiutato senza attendere una norma di legge, in quanto era necessaria una semplice comunicazione scritta al Presidente del Consiglio”.

“Ma, come afferma lo stesso Centis, la decisione della maggioranza fu proprio quella da lui ribadita: aumentare i rimborsi forfettari esentasse da 2200 a 3500 euro per permettere, a chi lo volesse, di farsi una pensione integrativa privata – aggiungono i consiglieri pentastellati -. Il problema è che in questo modo è stato riconosciuto pari importo di rimborso anche a chi non ne aveva alcun bisogno, vuoi perché continua a svolgere la propria professione, vuoi perché dipendente in aspettativa a cui i contributi vengono già versati”.

“Noi volevamo porre fine a questa disparità e a questo spreco di denaro pubblico tant’è che nelle proposte avanzate abbiamo sempre chiarito che non ci dovessero essere oneri a carico della Regione, sarebbe bastato leggerle per capirlo: è scritto nero su bianco sulla nostra proposta di legge – spiega la nota del Gruppo -. Lo abbiamo ribadito durante la discussione della Stabilità a dicembre quando abbiamo presentato l’emendamento che andava a decurtare il rimborso in busta paga. Ma lo abbiamo ribadito anche in aula presentando l’altro giorno lo stesso emendamento. A Centis sarà sfuggito, oppure no e ha preferito tenersi quanto prende in più ogni mese”.

“Adesso il punto da chiarire è semplicemente questo: il Capogruppo dei Cittadini è tra coloro che utilizzano i rimborsi elettorali per farsi una pensione integrativa privata o continuando a esser titolare della sua attività non ha problemi di versamento dei contributi previdenziali e quindi sta percependo soldi dalla Regione che lui stesso ammette essere versati per un altro scopo e che quindi non ritiene di dover percepire – si chiedono gli esponenti M5S -? Nel caso in cui non versasse queste risorse in alcun fondo integrativo, ci permettiamo di suggerirgli di fare come i sottoscritti e versare, ogni mese, 1500 euro (almeno) al Fondo per lo Sviluppo delle Piccole Medie Imprese del Friuli Venezia Giulia con un semplice bonifico bancario che utilizziamo noi, restituendo oltre un milione di euro nella passata legislatura di somme percepite e secondo noi non dovute. Altrimenti passerà alla storia come chi sta festeggiando per non vedersi tagliare lo stipendio, scelga lui come uscire da questa situazione”.

Ieri ennesimo Black out Sores, tanti i nodi ancora irrisolti

“L’ennesimo black out telefonico nella Sala operativa regionale emergenza sanitaria, verificatosi ieri dalle 17.15, fa tornare al pettine i tanti nodi ancora irrisolti e più volte segnalati dagli operatori”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo i problemi avvenuto domenica nella centrale Sores di Palmanova.
“Per prima cosa viene da chiedersi se basta una pioggia, seppure abbondante, per creare problemi di questo genere – incalza Ussai -. È preoccupante come questi episodi siano eccessivamente frequenti, tanto che nel solo mese di luglio si sono verificati almeno tre black out telefonici nella centrale Sores, che hanno comportato chiamate perse degli utenti e impossibilità di chiamare le postazioni delle ambulanze, a cui si è dovuto sopperire utilizzando i cellulari a disposizione in caso di “crash””.
“Da tempo gli operatori segnalano la mancanza di un protocollo e della necessaria formazione del personale in caso di black-out informatico delle postazioni, nonostante un testo sia già sostanzialmente pronto – aggiunge il consigliere M5S – così come non c’è un protocollo operativo “Disaster Recovery” nel caso il personale sia costretto ad abbandonare la Sala, nonostante le rassicurazioni della Direzione Sores”.
“La formazione e la scrittura di questi protocolli così importanti ma anche del piano delle maxi emergenze regionali – conclude l’esponente pentastellato – non sono ancora state stilate a causa del basso numero di personale e del tempo dedicato alla formazione che da gennaio è pari a zero”.

Vitalizi, incapacità della politica di guardare al futuro

“La situazione che si è venuta a creare è dovuta all’incapacità della politica di legiferare guardando alle generazioni future. Prevale sempre il ‘qui e adesso’”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando il ritiro della proposta di legge che avrebbe dovuto reintrodurre una forma previdenziale con il sistema contributivo per i consiglieri regionali.

“Dopo mesi di riunioni attorno ad un tavolo di lavoro dedicato, in cui abbiamo comunque appezzato il metodo, venerdì in V Commissione è arrivato l’inattesa norma che avrebbe posto a carico del Consiglio gli oneri di questa legge” ricorda l’esponente del M5S.

“Una previsione contraria a quanto da sempre chiesto da noi, anche nella proposta di legge che per primi avevamo presentato, per cui gli oneri del passaggio al sistema contributivo dovessero gravare esclusivamente sul consigliere che accettasse questa opzione – conclude Capozzella-. Non avremmo voluto, infatti, che la nuova disciplina finisse per gravare sulla spesa pubblica e sulle tasche dei cittadini”.

Bene sgravare Pronto Soccorso a Monfalcone, ma a Trieste resta l’emergenza

“Positiva la sperimentazione dell’ambulatorio per la gestione dei codici bianchi e verdi a Monfalcone. Peccato però che non si sia partiti da Trieste, dove i problemi relativi al Pronto soccorso sono decisamente più gravi”. È il commento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la presentazione della struttura Rau (Rapid assessment unit) presso l’ospedale monfalconese San Polo.

“La situazione a Trieste rende sempre più necessario un migliore utilizzo anche dei Medici di continuità assistenziale in modo da sgravare il Pronto Soccorso di Cattinara, tenendo conto che manca ancora l’ipotizzata guardia medica turistica” rileva Ussai che chiede anche di conoscere il quadro dei tempi di attesa nella struttura giuliana.

“Inoltre, non è ancora stato chiarito da parte dell’Asuits il destino del Centro prime cure dell’ospedale Maggiore dove continua il disagio per quanto riguarda lo spostamento dell’accesso al servizio di continuità assistenziale, con il cantiere fermo da settimane” sottolinea il consigliere regionale del M5S.

“Gli operatori segnalano che l’ingresso di via della Pietà rimane aperto e incustodito per lungo tempo nelle ore notturne in modo da consentire lo scarico merci. Ciò potrebbe consentire a chiunque di introdursi nell’ospedale e le conseguenze si sono viste con i furti segnalati negli ultimi mesi. Visti i cospicui investimenti sulle telecamere portati avanti dalla Giunta regionale, sarebbe opportuno installare anche in quell’area un impianto di videosorveglianza per un più efficace controllo a tutela di utenti e operatori”.

Assestamento sporcato da “legge mancia”, M5S non partecipa al voto

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No alla “legge mancia” che prevede i contributi alle piccole associazioni erogati direttamente dal Consiglio Regionale. Il Movimento 5 Stelle si schiera con forza contro la norma introdotta dal centrodestra che consente la concessione di finanziamenti fino a 5.000 euro da parte dell’organo legislativo. Per questo motivo il Gruppo ha deciso di non prendere parte alla votazione conclusiva dell’assestamento di bilancio presentato. “Non ce la sentiamo di votare una legge, di cui pure abbiamo approvato molti emendamenti e in cui sono state accolte anche nostre proposte, ma che è stata sporcata da un emendamento dei consiglieri di maggioranza” la motivazione dei portavoce.

“Abbiamo sempre considerato le poste puntuali delle furbizie burocratiche che oggi diventano anche furbizie politiche” commentano i consiglieri regionali pentastellati. “Il ricorso a una commissione che valuterà questi contributi non rassicura, anzi fa venire i brividi visto che in Regione di esperti in poste puntuali ce ne sono molti… La discrezionalità non è sempre limitabile da regolamenti e da esperti soprattutto considerando il numero di possibili beneficiari che risponderanno all’avviso pubblico e le risorse che sicuramente saranno molto limitate e che al momento non sono nemmeno state indicate”.

“Un anno fa – ricordano gli esponenti M5S – il presidente Fedriga stoppava ogni intervento puntuale nell’assestamento di bilancio 2018. Una mossa che evidentemente ha portato i consiglieri di maggioranza a cercare una valvola di sfogo. Con una norma di questo tipo si svilisce il ruolo del Consiglio regionale che dovrebbe occuparsi di scrivere leggi e non decreti di concessione di mini-contributi”.

“Questo compito dovrebbe essere riconosciuto ai Comuni e non ci dicano che non sono in grado di erogare cifre di questa entità visto che ci sono casi in cui piccoli Comuni sono chiamati a gestire opere da centinaia di migliaia di euro dopo l’emergenza maltempo – aggiungono i consiglieri regionali -. E se non ci si fida delle amministrazioni municipali e visti i continui annunci di reintroduzione delle Province, si affidi a queste la funzione, ma non al Consiglio Regionale”.

Via libera a norma M5S per abbattimento barriere architettoniche anche nel 2020

Via libera in sede di assestamento di bilancio all’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle che estende al 2020 la possibilità per l’amministrazione regionale di finanziare le attività di progettazione e realizzazione degli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche già individuati dai Comuni attraverso gli appositi Piani.

“L’indicazione della Giunta nel Documento di Economia e Finanza regionale è proprio quella di erogare contributi sull’accessibilità anche il prossimo anno – spiega il consigliere Andrea Ussai, primo firmatario dell’emendamento -. La legge in materia però prevede interventi per gli anni 2018 e 2019, senza indicazioni per il 2020, e la norma proposta da noi e votata all’unanimità dall’aula consente di colmare questa lacuna”.

“Ora ci auguriamo, come sollecitato anche dal Centro regionale di informazione sulle barriere architettoniche – conclude Ussai – , che venga approvato un provvedimento che garantisca la stabilità dei finanziamenti per gli anni a venire, come da noi richiesto in un emendamento, purtroppo bocciato, alla prima legge omnibus di quest’anno”.

Grazie al M5S la Regione finanzia l’acquisto di batterie di accumulo energia fotovoltaico

Approvato dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia l’emendamento del Movimento 5 Stelle che prevede la concessione di contributi da parte della Regione per l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici destinati esclusivamente a utenze domestiche.

“Si tratta di batterie che permettono di assorbire e rilasciare l’energia elettrica in modo da consentire il funzionamento dell’impianto in maniera continuativa, consentendo un contenimento dei costi energetici” spiega il consigliere regionale M5S, Cristian Sergo, primo firmatario dell’emendamento che stanzia 200mila euro a questo scopo. “La nostra indicazione era di stanziare un milione di euro – ricorda l’esponente pentastellato – ma la Giunta ha ritenuto di abbassare la soglia e questo permette quantomeno di partire con una misura che reputiamo positiva”.

“Altre Regioni italiane, come Lombardia e Veneto, garantiscono già un contributo di questo genere – aggiunge Sergo -. Abbiamo ritenuto utile che anche i cittadini del Friuli Venezia Giulia potessero usufruire di una misura analoga. Nella nostra regione ci sono già stati interventi per la riqualificazione energetica ma in periodi in cui questi prodotti non erano conosciuti né particolarmente accessibili per le nostre famiglie. Con questa norma abbiamo inteso riportare l’attenzione sull’importanza delle fonti rinnovabili, riconoscendo ai cittadini virtuosi un contributo importante che può aiutare a migliorare la distribuzione di energia elettrica sul nostro territorio, favorendo l’autoconsumo”.

Bene finanziamento per società sportive di vertice

Nasce da un’iniziativa del Movimento 5 Stelle il rifinanziamento del capitolo di spesa a favore delle società sportive non professionistiche del Friuli Venezia Giulia che disputano i massimi campionati nelle rispettive discipline.

“Nell’ultima omnibus – spiega il consigliere regionale Andrea Ussai, primo firmatario dell’emendamento presentato dal M5S – era stato proposto dal Partito Democratico un finanziamento a favore della Pallamano Trieste. Una posta puntuale che risolveva un caso specifico: noi abbiamo preferito garantire contributi a favore di tutto lo sport di vertice della nostra regione, a dimostrazione che le norme con nome e cognome si possono eliminare una volta per tutte”.

“Ci fa piacere che, il giorno dopo il deposito del nostro emendamento, la Giunta ne abbia presentato un altro identico – conclude Ussai -. In questo modo non si va a favorire soltanto una società, sulla base dell’interessamento di questo o quel consigliere, ma diamo la possibilità allo sport di alto livello di avere un importante contributo per un’attività che dà lustro al Friuli Venezia Giulia”.

Fiere, approvato emendamento M5S per progetti non congiunti

Il Consiglio regionale ha approvato un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle che riguarda la presentazione di specifici programmi presentati dagli Enti fieristici del Friuli Venezia Giulia.

“La norma approvata – spiega il consigliere regionale Mauro Capozzella, primo firmatario dell’emendamento – consente a ciascun Ente fieristico di ottenere i contributi per la realizazione di questi programmi anche se presentati in maniera autonoma. Una possibilità che fino a oggi non era contemplata, prevedendo invece l’erogazione di finanziamenti soltanto per progetti proposti congiuntamente”.

“La realtà dei fatti – aggiunge Capozzella – ci ha detto che la progettualità congiunta non ha funzionato: per questo abbiamo presentato questo emendamento che permette ai singoli Enti di sviluppare una maggiore attività, mantenendo comunque la possibilità, ma non l’obbligo, di realizzare sinergie”.

Rendere omogenei Servizi di continuità assistenziale in Fvg

Regolamentare l’organizzazione del Servizio di continuità assistenziale per migliorare e rendere omogeneo il funzionamento su tutto il territorio regionale e introdurre criteri e tempistiche uniformi per la nomina dei Referenti. Su questo verte l’interrogazione rivolta dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, all’assessore regionale alla salute, Riccardo Riccardi. Lo stesso vicepresidente, parlando dell’accordo raggiunto con i Medici di Medicina Generale, ha rimarcato “la necessità della prosecuzione dello spostamento del baricentro per la risposta alla criticità dalle attività ospedaliere a quelle territoriali”.

“Le legge regionale 27/2018, che ha ridefinito l’assetto istituzionale e organizzativo del nostro Servizio sanitario – spiega Ussai – è finalizzata, fra le altre cose, a migliorare il coordinamento dell’assistenza sul territorio regionale e garantire l’omogeneità dei servizi offerti. Tuttavia, ad oggi, l’individuazione della figura del Referente del Servizio di continuità assistenziale è determinata in modo diverso in ogni Azienda Sanitaria del Friuli Venezia Giulia”.

“Peraltro, con la riorganizzazione degli enti sanitari si è venuta anche a creare la situazione per cui in un’Azienda sanitaria ne è confluita parte di un’altra, con la conseguenza che all’interno dello stesso Ente risultano esservi Referenti del Servizio di continuità assistenziale nominati sulla base di criteri diversi e con una differente durata dell’incarico, senza dimenticare che anche i criteri di attribuzione degli incentivi (3 euro lordi all’ora) per i medici di continuità assistenziale, così come i tempi di erogazione, non sono omogenei” aggiunge il consigliere M5S.

“Crediamo sia fondamentale che ci siano criteri e durata degli incarichi uniformi in tutte le Aziende sanitarie e auspichiamo che, per la nomina dei Referenti, ci si basi su dati oggettivi e di merito. – conclude Ussai – Ed è fondamentale che ci sia un coordinamento tra le varie strutture dei Referenti del Servizio di continuità assistenziale in modo che su tutto il territorio regionale vigano le stesse modalità operative delle attività, garantendo ad esempio un’omogeneità su informatizzazione, reperibilità in caso di assenza improvvisa, criteri di controllo delle scadenze dei farmaci e dei materiali, nonché sull’attivazione degli ordini per il relativo approvvigionamento”.

Bocciata proposta di tetto a stipendio direttori regionali

“Siamo stupiti per la bocciatura di una norma innocua e di buon senso”. È il commento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo il voto negativo dell’aula all’emendamento presentato dal Gruppo pentastellato per inserire in legge un tetto di 135 mila euro per il trattamento economico dei dirigenti regionali.

“L’intento del nostro emendamento – spiega Sergo – non era quello di tagliare, perché abbiamo indicato l’attuale cifra massima che viene percepita e ritenuta idonea per i dirigenti regionali, bensì di stabilire un limite per legge, come peraltro previsto per il direttore generale, senza quindi stravolgere quanto accade attualmente. Ci sembrava opportuno farlo, tanto più nel momento in cui viene previsto l’incarico fiduciario per i vicedirettore centrali, che potranno essere esterni con ulteriore aggravio di spese”.

“L’assessore Callari ha invece preferito respingere la nostra proposta, lasciando quindi mano libera alla Giunta: bene se verranno chiamate figure di alto spessore, inaccettabile se servirà a dare un lauto stipendio agli amici degli amici – conclude il consigliere M5S -. Secondo Callari il tetto al trattamento economico stronca la possibilità di avere manager di alto livello. Noi siamo convinti che alla cifra che abbiamo proposto possiamo trovare nella nostra regione dirigenti altamente qualificati. Grazie al nostro emendamento le posizioni e le intenzioni della giunta ora sono chiare”.