sabato, 18 Gennaio 2025
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Nomine sanità, Riccardi studi e rispetti i cittadini. Nostra norma mette fuori i raccomandati

“Consigliamo vivamente all’assessore di Forza Italia, Riccardo Riccardi, di studiare e di non mettere in imbarazzo la sanità del Friuli Venezia Giulia, come già fatto dalla Serracchiani per 5 lunghi anni. Riccardi ha parlato di uno Stato ‘fuori dalla realtà’ che impone le nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie”. lo dichiarano gli esponenti del M5S Massimo Baroni, deputato della commissione Sanità, Sabrina De Carlo e Andrea Ussai, rispettivamente deputata e consigliere regionale per il Friuli Venezia Giulia.

“I cittadini del Friuli Venezia Giulia meritano rispetto e di non essere presi in giro – proseguono i rappresentanti pentastellati -. Riccardo Riccardi si è messo in grave difficoltà e imbarazzo, oltre a rendersi politicamente inaffidabile, perchè delle due l’una: o è ignorante o è in malafede. Ricordiamo ai detrattori della norma , che amano rapporti incistati tra sanità e politica, magari alle feste elettorali, che l’emendamento del MoVimento 5 Stelle riporta la meritocrazia in primo piano e disarticola le rendite di posizione dei leccapiedi in sanità, e che non esiste alcuna prerogativa costituzionale che garantisce ai presidenti di regione di nominare discrezionalmente i manager della sanità”.

“Ci sono invece prerogative regionali che il nostro emendamento al ‘dl Calabria’ non intacca minimamente e la scelta permane pur nell’ambito di una graduatoria, il che comporta di motivare adeguatamente una scelta difforme dalla medesima – aggiungono Baroni, De Carlo e Ussai -. Ugualmente ci sono principi costituzionali che impongono invece allo Stato e al Governo di garantire l’imparzialità, la legalità e la meritocrazia. Sarebbe opportuno che i detrattori imparino a leggere la disposizione al ‘decreto Calabria’ per rendersi conto che la finalità è quella di orientare  le regioni nel rispetto della costituzione e dell’articolo 97 della costituzione, allorquando scelgono i manager della sanità”.

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Poca informazione ai cittadini su progetto elettrodotto Wurmlach – Somplago

“Il 25 marzo scorso è stata depositata la documentazione per la Via dell’elettrodotto Wurmlach – Somplago ma non c’è stata la dovuta informazione ai cittadini, tanto che ad oggi le osservazioni pervenute al Ministero (https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/7020/10013?Testo=&RaggruppamentoID=141#collapse) sono soltanto un paio”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“L’unico momento di presentazione del progetto è stato un incontro svoltosi a Tolmezzo il 19 aprile scorso ma anche in questo caso la popolazione delle zone interessate all’elettrodotto non è stata adeguatamente informata – prosegue Sergo – senza contare che comunque era già passato un mese dal deposito e quindi i tempi per la presentazione delle osservazioni, che scadono martedì prossimo, 21 maggio, erano già dimezzati”.

“Sarebbe opportuno che venissero prorogati di 30 giorni i tempi per presentare osservazioni – aggiunge il consigliere regionale M5S – Noi in ogni ci facciamo portavoce delle istanze delle popolazioni, in particolare degli abitati di Timau e Cleulis, che chiedono la schermatura multistrato per proteggere le case più vicine all’elettrodotto e le aree pubbliche più frequentate, soprattutto dai bambini. Al di là dei limiti di legge, sicuramente rispettati dal progetto, sarebbe un elemento di maggiore tranquillità per i cittadini, evitando un motivo in più per abbandonare la nostra montagna”.

A che punto è la rete delle cure palliative in Fvg?

“Spiace non avere potuto partecipare all’evento formativo organizzato ieri a Grado dal Centro regionale di formazione per l’Area delle cure primarie e interamente dedicato alle cure palliative”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai. “Una giornata volta a fare il punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive future dell’assistenza alla persona nel fine vita che purtroppo è stata poco pubblicizzata e dove non sono stati invitati i componenti della Commissione regionale che si occupa di salute che stanno aspettando l’esito di una missione valutativa proprio per capire a che punto sia”.

“Il 21 dicembre dello scorso anno l’allora direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trieste, Adriano Marcolongo, riconoceva ai suoi direttori il raggiungimento degli obiettivi, che comporta un bonus economico, definiti in agosto sulla base delle note inviate dagli stessi direttori – ricorda Ussai -. In particolare, l’allora direttore sanitario Aldo Mariotto dichiarava, fra le altre cose, di avere predisposto il decreto di costituzione della rete di cure palliative”.

“La rete però ad oggi è rimasta sulla carta e non ha portato a nulla di concreto – denuncia l’esponente pentastellato –. Sul tema abbiamo posto numerose interrogazioni, in particolare sulla carenza di personale, e continuiamo a chiedere all’amministrazione regionale di illustrare la situazione, non solo a Trieste ma in tutto il Friuli Venezia Giulia, rispetto a un servizio fondamentale della nostra sanità”.

Tempi già sufficienti per l’attività venatoria

“Secondo le norme attualmente in vigore, i cacciatori possono abbattere dal 15 maggio al 15 gennaio, fino a quattro ore dopo il tramonto e due ore prima dell’alba. Crediamo che questo tempo sia sufficiente per svolgere l’attività venatoria, in deroga anche a norme nazionali”. Lo afferma la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, intervenendo sul tema dei danni provocati da animali selvatici alle piantagioni in Friuli Venezia Giulia.

Per fare fronte alla situazione denunciata da Coldiretti, Dal Zovo sollecita “la Regione ad assumere nuovi forestali e di smetterla di derogare sempre ai privati compiti che dovrebbe svolgere lei. La fauna è patrimonio indisponibile dello Stato e quindi anche delle Regioni. Sarebbe inoltre interessante capire se i piani di abbattimento e i relativi censimenti, fotogrifino la reale situazione e cos’è che non funziona nell’attuale sistema, invece di invocare l’uso dei fucili che torna utile anche a scopi elettorali”.

“Lo avevamo ricordato pochi giorni fa: i cinghiali presenti in Friuli Venezia Giulia perlopiù non sono autoctoni e sono stati introdotti proprio da coloro che chiedono di usare le armi per risolvere la situazione – conclude l’esponente M5S -. Ci siamo stancati di leggere che l’unico modo per risolvere il problema è soltanto quello di sparare. Si convochino invece dei tavoli con biologi e studiosi per valutare altri metodi che già esistono”.

Commercio equo e solidale, come intende muoversi la Regione?

Un’interrogazione per fare luce sulla mancata corresponsione del contributo al Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo e alla Bottega di Lauzacco e capire le intenzioni della Giunta regionale sulle risorse, attualmente a zero, per il 2019 a favore dell’equo e solidale, a pochi giorni dall’11 maggio, terza Fiera e Giornata regionale dedicata a questo particolare tipo di commercio. L’ha presentata il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

Il CVCS ha presentato la domanda nei termini previsti dalla legge regionale. Tempi rispettati e documentazione in regola anche per quanto concerne la Bottega di Lauzacco. “Eppure – spiega Ussai – entrambi non risultano nella graduatoria emessa con un Decreto di ottobre 2018”. Dopo la richiesta di chiarimenti da parte dello stesso CVCS, a febbraio la risposta della Regione è stata la seguente: “Si informa codesta Associazione che l’istanza di contributo in argomento non risulta essere stata mai inoltrata all’ufficio istruttore pur risultando – come successivamente verificato – regolarmente pervenuta al protocollo dell’Amministrazione regionale”.

“Il Centro ha quindi chiesto di essere ammesso al contributo sulla base dell’ammissione di errore ma ad oggi non ha ancora ricevuto alcuna risposta – fa sapere l’esponente M5S -. Il mancanto ottenimento del contributo finisce per incidere non poco sulla disponibilità finanziaria e sull’attività delle botteghe che praticano il commercio equo e solidale”.

“Oltre a questi casi di mancata assegnazione di un contributo a cui le due realtà hanno diritto – conclude Ussai – dobbiamo registrare come, dal Bilancio finanziario regionale, il capitolo relativo allo sviluppo dell’equo e solidale risulti non finanziato per l’anno in corso. E anche per quanto riguarda la cooperazione internazionale, si corre il rischio che i bandi slittino al 2020. Ci auguriamo che si intervenga con adeguate risorse per promuovere scambi commerciali con produttori prevalentemente di Paesi in via di sviluppo. Se si vuole portare avanti il concetto di ‘aiutiamoli a casa loro’, quella del commercio equo e solidale è indubbiamente un’ottima occasione”.

Sanità, Riccardi prepara ‘macchina da guerra’ per nascondere problemi

“La ‘macchina da guerra’ per annientare gli attacchi mediatici e social sul sistema dell’emergenza/urgenza chiesta dall’assessore Riccardi ai responsabili dell’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute pare più che altro un modo per nascondere i tanti problemi dalla sanità regionale”. È il commento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, all’incontro tra lo stesso Riccardi e i responsabili del Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche.

“Riccardi ha dimostrato in più occasioni di essere in imbarazzo davanti alle critiche ma, invece di occuparsi della soluzione ai problemi e di fare vera informazione nei confronti dei cittadini, pensa a come mettere il bavaglio a chi osa far emergere le criticità – rimarca Ussai –. Come sosteniamo noi da tempo, anche il sindacato degli infermieri ha ribadito come le difficoltà di oggi siano le stesse che esistevano sotto la Giunta Serracchiani. E a pagarne il prezzo sono gli utenti e gli operatori che non sono messi nelle condizioni ottimali per lavorare”.

Dall’incontro, in particolare dagli interventi del direttore generale di Arcs, Francesco Nicola Zavattaro, e del direttore sanitario Michele Chittaro, “è emerso inoltre quanto avevamo prefigurato già qualche mese fa – aggiunge l’esponente M5s – ovvero la volontà di centralizzare il sistema dell’emergenza/urgenza attraverso un Dipartimento interaziendale facente capo ad Arcs. L’obiettivo è avere protocolli condivisi ed evitare, ad esempio, che si possano togliere o mettere automediche o ambulanze a piacere come accaduto recentemente a Latisana: fatto che avevamo prontamente denunciato e che l’assessore aveva invece cercato maldestramente di coprire”.

“Dalle parole degli operatori si confermano i problemi che continuiamo a denunciare, dalla mancanza di coordinamento tra i database di Nue 112 e Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria alla carenza di personale, dall’impreparazione in caso di maxiemergenze alla formazione di chi opera sui mezzi di soccorso. A dimostrazione – conclude Ussai – che in un anno di centrodestra è cambiato poco o nulla”.

Attenzione sempre alta per controlli sul fenomeno caporalato

“Sin dal 2015 abbiamo chiesto di rafforzare gli strumenti di chi controlla le infiltrazioni mafiose e i casi di caporalato, in Fincantieri ma non solo”. Lo ricorda il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, nel commentare la notizie dell’arresto del titolare di un’azienda che lavora all’interno dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone.

“Nel 2017 è stato stipulato un apposito protocollo per la legalità tra il Ministero dell’Interno e Fincantieri – ricorda Sergo -. Un accordo che il M5S aveva caldeggiato e che aveva il pregio di unificare a livello nazionale le procedure per le verifiche antimafia sulle imprese operanti in appalto e subappalto in tutte le sedi del Gruppo”.

“Tuttavia già in quell’occasione avevamo espresso alcune preoccupazioni sull’efficacia dei controlli, considerato che di fatto il protocollo non andava oltre gli strumenti previsti dalle norme vigenti: nel caso di Monfalcone abbiamo saputo che l’attività illecita proseguisse da almeno due anni. Grazie al Governo Conte e alla volontà del Ministro Di Maio – conclude Sergo – è stata posta particolare attenzione anche sul fenomeno del caporalato. Grazie all’aumento degli ispettori previsto in Manovra ci auguriamo che si possa arrivare a strumenti di controllo sempre più rapidi ed efficaci, già presenti in altre realtà, soprattutto perché Fincantieri è una società dello Stato”.

Pd senza vergogna su taglio parlamentari

“Il Pd non conosce davvero vergogna: prima presenta in Parlamento una proposta di legge per aumentare lo stipendio di deputati e senatori, oggi invece si oppongono alla proposta di riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari italiani da 945 a 600”. Lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.

“In particolare Debora Serracchiani, che fra le tante cose è stata anche europarlamentare, dovrebbe sapere che a Bruxselles ci sono 28 Paesi rappresentanti da 751 parlamentari, quasi 200 in meno rispetto al Parlamento Italiano” aggiunge Capozzella.

“Con la riforma costituzionale, avremmo in Italia un rappresentante ogni 100 mila abitanti circa (oggi ce n’è uno ogni 63 mila) – sottolinea il consigliere M5S – mentre al Parlamento Europeo siamo a un parlamentare ogni circa 700 mila abitanti. Inoltre, nel rapporto parlamentari/cittadini l’Italia sarebbe al livello della Germania, Paese europeo più virtuoso in questo senso. Bastano questi numeri per rendere sconsiderata la levata di scudi dei dem”.

La Giunta Fedriga ha un’idea tutta sua di Testo Unico

“Dopo la maratona della legge regionale 6/2019 che, partendo da 20 articoli ha visto l’approvazione di una legge di ben 94 articoli, la Giunta regionale si appresta a presentare al Consiglio regionale un’altra “omnibus” che, già in partenza, consta di una settantina di articoli che disciplinano materie quali agricoltura, sicurezza, cultura, infrastrutture, università, enti locali ed altre”. Lo sottolinea il Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

“Se l’intento è quello di approvare norme in fretta e furia senza la necessaria discussione nelle commissioni di merito e senza i necessari passaggi istituzionali previsti con i portatori di interesse, noi ribadiamo la nostra contrarietà – continuano i consiglieri M5S -. Così facendo rischiamo infatti di non approvare nemmeno quelle norme effettivamente urgenti che in teoria, per tale urgenza, avrebbero dovuto già esser approvati con la precedente legge. Pertanto invitiamo sin d’ora la Giunta regionale a suddividere i 70 articoli in appositi disegni di legge da assegnare alle relative Commissioni di merito sulla base delle rispettive materie di competenza”.

“Nel merito del provvedimento risulta impossibile dare un parere non avendo il testo ufficiale, ma solamente un comunicato stampa – aggiungono gli esponenti pentastellati -. Tuttavia non capiamo perché non si possano dare contributi ad aziende che hanno effettuato licenziamenti collettivi nei tre anni precedenti: in questo modo, infatti, non si permetterebbe a nostre aziende che hanno subito la crisi di poter ripartire creando nuovi posti di lavoro. Sarebbe auspicabile che questi incentivi andassero, invece, a far assumere coloro che sono stati licenziati”.

“Pur apprezzando che la Giunta regionale abbia accolto la nostra istanza di voler rivedere la legge regionale sul commercio ambulante – concludono i consiglieri – sottolineiamo che a noi è stato impedito di farlo all’interno della recente legge 6/2019 perché se ne doveva discutere con provvedimento ad hoc e non in una legge multisettoriale. Motivo ulteriore per cui queste norme dovrebbero fare parte di provvedimenti dedicati e non di una generale legge omnibus”.

Regione approvi semplificazione dell’autocontrollo per le microimprese alimentari

“In Friuli Venezia Giulia mancano ancora le modalità operative per consentire alle microimprese del settore alimentare di accedere alla semplificazione dell’autocontrollo. Siamo partiti per primi nel 2012 con la sperimentazione ma oggi viviamo una situazione di stallo”. Lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo l’audizione in Commissione sul tema, richiesta proprio dal Gruppo pentastellato.

“Già nello scorso ottobre avevamo presentato una mozione che è stata calendarizzata a febbraio ma che non è ancora stata discussa – ha ricordato Sergo –. La sperimentazione dell’autocontrollo semplificato, che riguarda decine di migliaia di aziende del settore alimentare regionale, è partita nel 2012 e ha dato esiti positivi. La fase sperimentale si è conclusa nell’aprile del 2017 e da quel momento si attende il decreto per mettere a regime procedure più flessibili”.

“Dopo due anni di nulla, abbiamo convocato in Commissione la Giunta regionale – prosegue il consigliere M5S – ma nessun esponente dell’esecutivo si è presentato. Abbiamo ascoltato la Direzione del Servizio sanità pubblica veterinaria ma non quella dell’area salute e prevenzione che dovrebbe emanare il decreto per partire finalmente con le procedure già sperimentate. Un rimpallo di responsabilità che non consente di capire perché siamo fermi da due anni mentre altre regioni, come Veneto e Lombardia, hanno invece messo in atto la semplificazione”.

“Tutto ciò – conclude Sergo – comporta un aggravio di costi e di ore sottratte alle normali attività per le nostre imprese e per gli organi preposti al controllo, che potrebbero usufruire di modalità più semplici e flessibili, senza intaccare la sicurezza alimentare, invece di seguire procedure standard pensate per aziende di grandi dimensioni. Considerato che tutti, almeno nelle dichiarazioni, puntano alla semplificazione burocratica, ci auguriamo di poter finalmente discutere la nostra mozione in Consiglio regionale in modo da accelerare la conclusione di questo percorso partito sette anni fa”.

CoopCa, la Regione non si costituisce parte civile perché non si ritiene danneggiata?

“La Regione Friuli Venezia Giulia non si è costituita parte civile nel processo penale, iniziato questa mattina al Tribunale di Udine, per il crac CoopCa: una contraddizione che desta molte perplessità e che non è stata motivata dall’Amministrazione regionale”. Lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, commentando l’assenza della Regione tra le 275 richieste di ammissione come parte civile nel processo CoopCa.

“A marzo – ricorda Sergo – abbiamo presentato una mozione, approvata dal Consiglio regionale, che impegnava la Giunta a valutare la possibilità di costituirsi parte civile nel processo CoopCa. Lo ritenevamo un gesto di responsabilità e di tutela non solo di soci, azionisti e lavoratori della Cooperativa Carnica ma dell’intero comparto cooperativo, gravemente danneggiato da questa vicenda e da quella delle Cooperative Operaie di Trieste”.

“Ma soprattutto – aggiunge il consigliere M5S – se l’Amministrazione ha ritenuto di non costituirsi parte civile, sarebbe il caso che almeno, a quattro mesi dall’istituzione del Fondo di ristoro regionale, provveda con urgenza ad erogare le risorse accantonate per il risarcimento dei danni economici subiti dai risparmiatori coinvolti in questa vicenda”.

“Ce lo chiedevamo con la precedente Giunta e ce lo chiediamo anche oggi: se la convinzione è di avere fatto il massimo in termini di vigilanza, semmai il processo penale dovesse portare a individuare responsabilità, è incomprensibile non costituirsi parte civile – conclude Sergo – Un atto che sembrerebbe dare ragione a chi ha sempre ritenuto che invece la Regione sia tra i responsabili di questa situazione”.

Il Depuratore di Lignano sversa in Laguna, chiuse due zone per la raccolta di molluschi

“Abbiamo appreso dall’ordinanza emessa il 3 maggio scorso dall’Azienda per l’Assistenza Sanitaria Bassa friulana – Isontina che nei prossimi giorni lo scarico di acque reflue sversate dal Depuratore di Lignano Sabbiadoro avverrà, di nuovo, nella Laguna di Marano e Grado”. Lo rende noto il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Questa sarà la sesta volta che succede dal 2016, per quanto è dato sapere, ma per la prima volta lo sversamento è stato autorizzato da un Decreto della Regione. Ciò dimostrerebbe che, come da noi sostenuto, quanto avvenuto in passato non era supportato da analoghi provvedimenti autorizzativi”.

“Il tutto è conseguenza di alcuni lavori necessari per sistemare la condotta di scarico a mare che il 15 aprile scorso ha subito dei danni – spiega Sergo -. A seguito di questo incidente c’è già stato uno sversamento in Laguna dal 15 al 18 aprile scorsi. Tuttavia il Decreto autorizzativo della Regione è stato emesso solo in data successiva allo sversamento, ovvero il 18 aprile, ed è valido 60 giorni per dare modo ai tecnici di sistemare l’impianto e ciò sarà effettuato con i lavori programmati dal 6 al 10 maggio”.

“Arpa e Direzione Centrale hanno sempre sostenuto che, secondo le leggi regionali vigenti, sia possibile sversare in Laguna senza autorizzazione, purché la durata dello scarico sia inferiore ai cinque giorni – ricorda il consigliere regionale -. Va detto che in un’occasione ciò è stato consentito anche dal 14 al 19 aprile 2016 quando ci furono sversamenti non autorizzati per sei giorni, mentre il 20 settembre 2017 ci furono scarichi di cui non è mai stata riferita la conclusione. Al di là della durata, noi contestiamo il fatto che su queste operazioni non si sia mai svolta alcuna valutazione di impatto ambientale, in quanto mai è stata presa in considerazione la possibilità che avvenissero degli scarichi di acque reflue in Laguna. Eppure siamo venuti a conoscenza anche di alcune note dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria che già nel 2013 manifestava notevoli preoccupazioni per gli allevamenti dei molluschi per le sole acque di pioggia che vengono regolarmente sversate in Laguna”.

“Dobbiamo inoltre ricordare che fino a febbraio 2017 le autorità competenti non avevano ancora individuato un limite per lo sversamento di escherichia coli per l’impianto di Lignano. Questo ci fa ipotizzare che lo scarico di milioni di unità fecali, riscontrati nelle acque destinate in mare anche da Arpa FVG, possa essere avvenuto anche in Laguna – aggiunge Sergo -. Alcune recenti sentenze della Cassazione stabiliscono che “in mancanza di indicazioni specifiche nell’autorizzazione, il superamento del limite ‘consigliato’ (pari a 5000 unità fecali), ancorché penalmente ed amministrativamente irrilevante, qualifica come ‘abusiva’ la condotta che abbia cagionato l’inquinamento delle acque”. Ed è la stessa Arpa a parlare di inquinamento nei quattro verbali emessi per illecito amministrativo al Depuratore di Lignano”.

“In questi giorni, anche grazie all’attenzione che abbiamo da due anni posto su queste problematiche, Arpa ha chiesto all’Azienda Sanitaria di valutare la sospensione della raccolta dei molluschi nelle zone antistanti gli scarichi del depuratore, fino all’esito delle ulteriori analisi. Non capiamo come mai l’Agenzia si preoccupi degli scarichi che avverranno dal 6 al 10 maggio, ma non anche di quelli avvenuti dal 15 al 18 aprile scorso, di cui è stata prontamente avvisata dal gestore”.

“Dopo la nostra interrogazione di gennaio sono stati istituiti due focus group per analizzare i livelli di escherichia coli nei molluschi di Laguna e Costa e il funzionamento dell’impianto di Lignano – conclude Sergo -. Degli stessi nulla abbiamo mai saputo, né siamo stati invitati a partecipare, eppure va ricordato che prima delle ordinanze del 3 maggio, ce ne sono un paio tuttora vigenti che vietano la raccolta di bivalvi nella costa più orientale di Lignano Sabbiadoro per ritrovamenti di escherichia coli anche di 15 volte il limite consentito. Noi attendiamo ancora di conoscere le cause di questi ritrovamenti”.

Premio produttività a dipendenti sanità battaglia M5S

“Finalmente i dipendenti delle Aziende sanitarie possono contare sul premio produttività, una battaglia che abbiamo portato avanti fin dallo scorso anno”. Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, commentando la notizia secondo cui il personale del comparto sanitario potrà godere di una quota integrativa pari all’1% del salario (circa mille euro).

“Lo scorso ottobre avevamo denunciato il mancato riconoscimento del premio di produttività ai dipendenti delle Aziende sanitarie di Trieste e Udine a causa dei bilanci in rosso, mentre contestualmente si paventava un aumento dello stipendio ai manager responsabili di quei bilanci” ricorda Ussai.

“In sede di assestamento di bilancio, a luglio 2018 – prosegue l’esponente M5S – avevamo presentato un ordine del giorno, accolto dalla Giunta, in cui chiedevamo un accantonamento di fondi per ripianare le perdite e consentire di erogare le premialità ai dipendenti, cosa che il Pd si era ben guardato dal fare. Secondo noi una sanità di livello passa innanzitutto dal giusto riconoscimento del lavoro di chi quotidianamente è in prima linea con i pazienti”.

Imbarazzante difesa di Riccardi su automedica Latisana

“Per qualcuno è normale che l’automedica assegnata h24 all’ospedale di Latisana possa mancare un paio di notti. Per noi no e ci siamo attivati affinché non venisse interrotto alcun servizio in un territorio già martoriato da tagli e chiusure, come il punto nascita per il quale era stata promossa l’apertura ma che, a un anno dalle elezioni, è ancora chiuso”. Lo affermano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Andrea Ussai.

“L’assessore Riccardi ha voluto informare i cittadini che l’auto medica il 3 maggio scorso era regolarmente in servizio e ha postato una foto del parcheggio dell’ospedale, senza peraltro dire nulla sulle notti precedenti, considerato che il piano dell’emergenza urgenza prevede il servizio h24 a Latisana. Peccato che la foto si riferisca a una macchina per il trasporto di organi e plasma, in dotazione alal Sogit di Lignano. Se un amministratore non sa distinguere un’automedica da un’altra vettura – ironizzano Sergo e Ussai – non solo non può fare l’assessore alla sanità, ma nemmeno ai trasporti…”

Cattinara, Riccardi faccia chiarezza su lavori bloccati e barellieri

“Da parte dell’assessore Riccardi nessuna risposta sul futuro dei lavori bloccati per l’ospedale di Cattinara né per quello dei barellieri che rischiano di trovarsi senza lavoro”. Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, all’indomani della conferenza stampa del vicepresidente della Regione con delega alla salute sulla situazione del Pronto Soccorso triestino.

“Riccardi, dopo le risposte evasive alle nostre interrogazioni, ha annunciato in pompa magna un piano da 320 mila euro – commenta Ussai – ma sembra più che altro un tentativo di distogliere l’attenzione dai veri problemi. Nulla si sa sui lavori che dovrebbero interessare l’ospedale di Cattinara e non è chiaro quindi se potranno ripartire o se invece la procedura sarà azzerata, con un conseguente allungamento dei tempi”.

“E non ci sono nemmeno soluzioni in vista per quanto concerne i 30 barellieri (su 35) che, dopo 10 anni di attività, non hanno accettato il taglio di quasi metà stipendio a seguito del passaggio dall’impresa che si era aggiudacata l’appalto, poi ritiratasi, alla seconda classificata. Parliamo di un nuovo contratto da 20 ore settimanali per 490 euro mensili” sostiene il consigliere regionale M5S.

“Viene da chiedersi come vengono predisposti determinati appalti che prevedono condizioni insostenibili per i lavoratori, i quali invece dovrebbero vedersi garantite alcune clausole sociali – aggiunge Ussai -. Il nuovo contratto, inoltre, si fonda su una riduzione delle ore lavorate per una presunta minore necessità di trasporti che in realtà non esiste, in quanto spesso tocca ai dipendenti dell’Asuits (infermieri e operatori socio-sanitari) trasportare i pazienti per fare fronte al servizio”.

“È assolutamente urgente risolvere questa situazione, altrimenti si rischiano disservizi per l’utenza e un aggravio di lavoro per chi, infermieri e Oss, dovrà  accollarsi il trasporto dei pazienti, peraltro con la prospettiva di un ulteriore aumento delle esigenze vista l’ipotesi di incremento delle sedute di sala operatoria – conclude il capogruppo pentastellato -. Una possibile soluzione sarebbe quella, già avanzata dai sindacati, di internalizzare progressivamente il servizio attraverso l’assunzione dei barellieri visto che stiamo parlando di un servizio essenziale per il funzionamento dell’ospedale”.

Metodi alternativi per contenimento cinghiali

“Leggo il post del sindaco Ziberna sulla questione cinghiali e rimango ancora una volta allucinata”. Lo afferma la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo l’uscito del primo cittadino goriziano che chiede di liberalizzare per dodici mesi la caccia ai cinghiali di età inferiore a un anno.

“I cinghiali provengono perlopiù da immissioni, autorizzate e non, effettuate in decenni per assecondare le richieste delle associazioni venatorie a scopo di caccia – prosegue Dal Zovo. Se il cinghiale fosse rimasto quello autoctono, oggi avremmo un numero contenuto e non ci troveremmo in questa situazione di sovraffollamento. Con le immissioni, autorizzate o clandestine, il numero dei cinghiali è aumentato in maniera esponenziale: la colpa, ancora una volta, è dell’uomo e non dell’animale”.

“Non si è mai sentito parlare di metodi di contenimento alternativi, che pure esistono senza doversi inventare niente – aggiunge la consigliera regionale -. Non sono mai stati ascoltati biologi o esperti, perché evidentemente delegare e sparare costa molto meno che investire in pratiche alternative. Esempi? Recinti elettrificati, sottopassi, dissuasori, shelter, reti di rinforzo degli argini, sterilizzazioni”.

“Uccidere e sparare non risolve il problema. Bisogna cominciare a curare i luoghi in cui vivono, rimuovere i rifiuti, riportare i branchi nei boschi, sui colli e usare il corpo forestale per monitorare le popolazioni. Ciò significa portare loro da mangiare nel loro ambiente, formare la popolazione, usare metodi contraccettivi, già in uso in Inghilterra, in Australia e anche in alcune parti d’Italia con buoni risultati. Le specie animali hanno diritto a vivere – conclude Dal Zovo – e noi, razza evoluta, dobbiamo convivere con loro, non sterminarli”.

Grave spostamento automedica da Latisana

“Un fatto abbastanza grave e sconcertante ci è stato segnalato e, per quanto abbiamo potuto accertare, pare sia effettivamente avvenuto. Questa notte l’automedica d’istanza presso l’Ospedale di Latisana, che secondo il piano dell’emergenza urgenza dovrebbe esser a disposizione h24, non era presente lì ma sarebbe stata spostata altrove, senza nemmeno avvisare il personale i medici del nosocomio del capoluogo della bassa friulana”. È il commento dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Andrea Ussai, alla sconcertante notizie che circola in queste ore nella bassa friulana.

“Nell’augurarci che quanto riferitoci non sia corrispondente al vero – continuano i pentastellati – ma soprattutto che questa assenza non abbia comportato disservizi o disagi ai cittadini che questa notte hanno avuto la necessità di usufruire del servizio ospedaliero di Latisana, riteniamo opportuno che sul caso siano svolte tutte le verifiche e siano date tutte le spiegazioni, non solo a noi ma agli operatori e ai cittadini. Non vorremmo esser di fronte all’ennesimo servizio che viene a mancare nel silenzio e nell’indifferenza generale, in un territorio che in estate diventa tra quelli più popolati in Regione”.

Dopo un anno di Giunta leghista manca una visione sulla sanità

”Dopo un anno di Governo leghista manca ancora una visione sui grandi temi (dalla sanità agli enti locali) e serve assolutamente un cambio di passo: il Consiglio regionale non è messo nelle condizioni di legiferare bene e le commissioni lavorano pochissimo”. Questo il commento del capogruppo del M5S, Andrea Ussai, dopo le esternazioni del presidente Fedriga che ha ripercorso il primo anno di governo. “Basti pensare che la Commissione che si occupa di salute negli ultimi cinque mesi è stata convocata soltanto cinque volte, di cui un paio su nostra iniziativa per ascoltare l’assessore competente su Nue ed elisoccorso notturno e sul personale”.

“Cosa vuole fare il presidente Fedriga per migliorare l’offerta dei servizi sanitari che per il momento vanno in perfetta continuità con il passato, dai Centri di assistenza primaria ai tagli dei posti letto, nonostante le promesse fatte prima delle elezioni regionali? – si chiede Ussai – Dopo la condivisibile revisione dei perimetro delle aziende e il ripristino dell’Agenzia regionale, cancellata dall’amministrazione Tondo, manca ancora una chiara idea sul da farsi. Solo oggi l’assessore Riccardi ha annunciato che a giorni (e comunque in evidente ritardo) ci sarà il bando per i nuovi direttori generali che dovranno formare la squadra che guiderà il Sistema sanitario regionale rilevando gli attuali commissari, che di fatto sono i manager nominati dalla Giunta Serracchiani”.

“Fa piacere invece constatare che l’assessore si sia ricreduto per quanto concerne la spesa per il personale – aggiunge il capogruppo – avviando le procedure per cancellare il taglio dell’1% inizialmente previsto. Quando era arrivato l’annuncio dell’accordo in tal senso tra il ministro Giulia Grillo e le Regioni, e avevamo sollecitato Riccardi ad adoperarsi in quella direzione, l’assessore non se ne era ancora accorto… Inoltre, ci auguriamo che venga fatto un passo indietro anche per quanto riguarda la volontà di esternalizzare parte dei servizi alla sanità privata”.

“Ma a dimostrazione del sostanziale immobilismo a cui assistiamo nel comparto della sanità – rivela Ussai – apprendiamo in queste ore che l’Agenzia regionale di coordinamento ha predisposto che venerdì scorso, 26 aprile, i dipendenti degli uffici di via Pozzuolo fossero messi in ferie forzate, sostanzialmente perché non c’era lavoro da sbrigare. L’Arcs dovrebbe essere l’azienda più importante del nostro servizio sanitario ma questo poco edificante esempio rappresenta bene la situazione di sbando che sta attraversando la Regione: non mi risulta che prima di oggi gli uffici delle altre aziende regionali abbiano mai fatto ponte su comando del Direttore Generale”.

M5S: questione etica nello sport va affrontata in modo diverso

“La questione sollevata dall’organizzazione del Trieste Running Festival è reale, il modo di affrontarlo probabilmente non è quello più giusto”. Il Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale commenta così la scelta del presidente della Associazione podistica dilettanstica Miramar, Fabio Carini, di non ingaggiare per la mezza maratona di domenica prossima atleti africani.

“I manager senza scrupoli nello sport non sono purtroppo una novità, e non solo nel mondo del podismo, e un’azione per isolarli sarebbe auspicabile da parte di tutti. Ci chiediamo però – aggiungono i consiglieri Ilaria Dal Zovo, Andrea Ussai, Cristian Sergo e Mauro Capozzella – se non abbia più senso agire direttamente contro i manager che sfruttano gli atleti, senza farne una questione di provenienza dei runner. Risulta difficile credere che tutti i maratoneti africani siano rappresentati da personaggi di questo genere, così come non tutti gli europei avranno manager integerrimi”.

“A nostro parere, se davvero si voleva lanciare un messaggio etico, sarebbe stato più opportuno eliminare ingaggi di qualsiasi tipo (europei, africani o qualsiasi sia la provenienza, come peraltro accaduto a Lucca) o quantomeno prevederli soltanto per atleti che hanno alle loro spalle manager che si comportano in maniera corretta” sostengono gli esponenti pentastellati.

“L’uscita dell’organizzatore del Trieste Running Festival – concludono i consiglieri M5S – è apparsa volutamente provocatoria nei modi: la sensazione è che, sollevando un problema che esiste, si sia voluto strizzare l’occhio a una parte politica che peraltro era presente in massa alla conferenza stampa di ieri. La provocazione però ha portato ancora una volta Trieste e il Friuli Venezia Giulia agli onori della cronaca per motivi non troppo edificanti”.

“Da un mese divieto raccolta molluschi a Lignano Pineta, ma è tutto a posto…”

Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, è intervenuto al convegno Mare&Salute organizzato dall’Istituto Oceanografico di Trieste, tenutosi all’Auditorium del Museo Revoltella mercoledì pomeriggio. “È stata l’occasione per sottoporre ai biologi presenti quello che possiamo definire a tutti gli effetti un paradosso – ha commentato Sergo -. Da un lato abbiamo Goletta verde e Arpa che attestano sempre l’eccellenza dei nostri mari e alcuni pescatori che si lamentano per le acque fin troppo depurate sversate in mare. Dall’altro abbiamo ancora le ordinanze emesse dall’Azienda per l’Assistenza Sanitaria che vieta la raccolta di molluschi nella nostra costa”.

“Come al solito tocca al M5S fare luce su quella che è una problematica permanente che affligge la nostra costa – ha aggiunto il consigliere regionale -. Anche quest’anno in questo periodo, nonostante le scarse precipitazioni, cui alcuni biologi in passato si son affannati a dare la colpa, nelle acque costiere di fronte al comune di Lignano l’escherichia coli è tornata a essere presente, non da ieri ma da circa un mese”.

“Un anno fa di questi tempi fu la zona denominata ‘Terrazza’ ad esser colpita da un’ordinanza di chiusura della raccolta per il ritrovamento di escherichia coli nei molluschi, pari a 490 ufc = unità fecali, di poco superiore al limite consentito (230 ufc). Un paio di mesi dopo nella stessa zona si arrivarono a contare fino a 9200 unità con un’ordinanza del 22 giugno 2018, revocata solamente in data 17 luglio per il ripristino delle condizioni di sicurezza della zona”.

“Quest’anno a essere interessata dall’ordinanza emessa il 29 marzo è stata la zona denominata ‘Kursal’, dove il primo risultato negativo è stato pari a 15 volte il limite di legge consentito, 3500 ufc – ha rivelato Sergo -. Il giorno prima ad essere stata oggetto di ordinanza fu la zona di Martignano, ovvero quella più orientale della costa lignanese, ma in questo caso l’escherichia coli si fermava a 330 unità. Il tutto nel più totale e assoluto silenzio come troppo spesso siamo stati abituati”.