sabato, 18 Gennaio 2025
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Enti locali, in un anno nulla di concreto dalla Giunta

“Dopo un anno di Giunta Fedriga siamo ancora in attesa di qualcosa di concreto da parte del centrodestra per quanto concerne la riforma degli Enti locali”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella. “Già in campagna elettorale abbiamo ascoltato tanti annunci da parte dell’attuale presidente ma ad oggi stiamo aspettando quantomeno una bozza su cui discutere”.

“Non può infatti bastare la tanto decantata eliminazione dell’obbligatorietà delle Uti, peraltro piuttosto relativa visto che chi è uscito dall’Unione non ha subito nessuna conseguenza – aggiunge Capozzella –. È positivo avere chiuso la stagione delle Unioni territoriali intercomunali, ma è arrivato il momento di discutere di temi concreti. Ma anche oggi dalla stampa apprendiamo che Fedriga intende aspettare la tornata elettorale per mettere i ferri in acqua”.

“Il presidente della Regione – continua il consigliere M5S – parla di commissariamenti delle Uti entro l’anno ma ancora non sappiamo verso quali enti intermedi andiamo incontro. Senza contare che, vista la volontà più volte enunciata di voler istituire dei soggetti a elezione diretta, ci vorranno verosimilmente almeno un paio di anni per la necessaria modifica dello Statuto regionale, lasciando quindi per un lungo periodo degli enti sovracomunali in mano a dei Commissari. Inoltre, il presidente Fedriga sembra ritenere che l’individuazione del nuovo ente di area vasta rappresenti anche la soluzione alle esigenze e alle carenze funzionali dei comuni della nostra regione, mentre si tratta di due questioni distinte e che distintamente devono essere affrontate”.

“Non vorremmo che in questo tergiversare, il Friuli Venezia Giulia perdesse l’ennesima occasione di esercitare la propria autonomia e si facesse fagocitare nel dibattito nazionale sul ritorno alle Province – conclude Capozzella -. In questo senso lascia perplessi che la Giunta regionale prenda continuamente tempo, lasciando l’iniziativa a un senatore della Repubblica che intende tornare ai vecchi enti intermedi, cosa a cui siamo storicamente contrari e su cui il Consiglio regionale si è già espresso in maniera netta nella scorsa legislatura”.

Proposta di legge M5S per il Reddito energetico

l Movimento 5 Stelle ha scritto una proposta di legge per l’istituzione del Reddito energetico in Friuli Venezia Giulia, da oggi consultabile sulla Piattaforma Rousseau per poter ricevere tutti i commenti e le migliorie degli iscritti. “L’obiettivo è di accompagnare progressivamente la sostituzione delle fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili, recando così benefici alla salute dei cittadini e all’ambiente, consolidando e rafforzando il percorso di crescita sostenibile della nostra economia” afferma il consigliere regionale Cristian Sergo, primo firmatario della pdl.

“La proposta è quella di comprare e installare impianti a energia solare sulle case dei cittadini, a partire da quelli con redditi più bassi” spiega ancora Sergo. “Il meccanismo del Reddito energetico prevede che la Regione metta a disposizione in comodato gratuito per 9 anni (ritenuti sufficienti per rientrare dall’investimento, in ogni caso rinnovabili fino a un massimo di 25 anni), prioritariamente a utenti in condizioni di disagio socioeconomico che non possono permettersi un impianto nuovo”.

I cittadini, contestualmente, si impegnano ad attivare, tramite convenzionamento con il Gestore dei Servizi Energetici (società che ha come socio unico il Mise e che ha la finalità di promuovere lo sviluppo sostenibile), il servizio di scambio sul posto dell’energia prodotta dall’impianto, diventando così produttori oltre che consumatori. I crediti maturati per l’energia prodotta dagli impianti saranno percepiti dalla Regione e vincolati al finanziamento di misure per l’efficientamento energetico e la diffusione delle energie rinnovabili.

“L’iniziativa, sperimentata per la prima volta con successo dal Comune di Porto Torres (Sassari) e fortemente voluto dall’attuale Ministro Fraccaro, mette insieme una misura di aiuto per le famiglie con lo sviluppo delle energie rinnovabili – sottolinea l’esponente M5S –. Si stima che, in base ai consumi, i risparmi in bolletta per i cittadini possano raggiungere anche i 300 euro l’anno e contribuiranno a tutelare l’ambiente riducendo il ricorso alle fonti fossili e le emissioni di C02 in atmosfera. L’auspicio è che anche i sindaci della nostra Regione, possano trovare le risorse per istituire forme di reddito energetico comunale, così come recentemente approvato anche dal Comune di Milano. A partire da Udine dove, grazie ai consiglieri 5 Stelle Liano e Capozzi, lunedì verrà discussa una mozione per proporre la questione al sindaco Fontanini”.

Sergo a incontro su raddoppio ferrovia Udine – Cervignano

“Come abbiamo sempre fatto, chiediamo alla politica di realizzare le opere necessarie e non di inseguire sirene che non incantano più nessuno, pensando in primis a valorizzare le infrastrutture esistenti e di risolvere i disagi dei cittadini”. Lo ha affermato ieri sera il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, durante l’incontro organizzato dal Comitato No Tav di Bagnaria Arsa sull’ipotesi di raddoppio della ferrovia Udine – Cervignano.

“È stato un piacere vedere tanta gente presente all’incontro – ha commentato Sergo – a dimostrazione di come i cittadini vogliano essere informati. La nostra operazione di trasparenza non solo è stata apprezzata ma è risultata anche utile perché gli amministratori locali sono venuti a conoscenza del progetto e si stanno già muovendo per chiedere le eventuali modifiche. Mette invece profonda tristezza il fatto di essere stato io a spiegare i contenuti di un progetto depositato nel 2017 in Regione e non gli assessori che si sono succeduti in questi anni. Alla domanda dei cittadini sul perché l’amministrazione regionale non abbia informato nessuno in questi due anni, nessuno ha potuto rispondere”.

Durante la serata il sindaco di Bagnaria Arsa, Cristiano Tiussi (presente così come gli altri primi cittadini maggiormente interessati dall’opera, ovvero Igor Treleani di Santa Maria La Longa e Francesco Martines di Palmanova, oltre all’amministratore unico di Ferrovie Udine Cividale, Maurizio Ionico), di fronte alle rimostranze dei cittadini sulla prevista demolizione di nove edifici, ha garantito che non ci sarà alcun abbattimento, sottolineando inoltre come per realizzare l’opera ci vorranno tempi lunghissimi non essendo ancora finanziata.

“Da quanto emerso durante l’incontro – ha aggiunto Sergo – per questo progetto è stato speso più di 1 milione di euro e già si parla di doverlo modificare. Constatiamo che nessuno dei partecipanti ha saputo dire quanti treni effettivamente passeranno su questa linea e quindi se davvero sia necessario procedere con il raddoppio; intanto si sopprimono le fermate con buona pace dei passeggeri. Secondo lo stesso Ionico, i previsti 32 treni notturni non passeranno mai e questo dimostra che l’attuale linea è più che sufficiente potendo far transitare fino a 36 ‘merci’ al giorno. Se l’obiettivo non è la capacità della linea ma l’eliminazione dei passaggi a livello e l’installazione di barriere antirumore, questi sono interventi che si dovrebbero già realizzare anche sulla tratta esistente, senza lasciare i cittadini nel disagio aspettando di spendere, da quarant’anni, centinaia di milioni di euro”.

Proposta di legge del M5S per la canapa industriale

Uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle è ora una proposta di legge. È stata infatti deposita la pdl del Gruppo consiliare pentastellato (che già aveva presentato un testo analogo nella scorsa legislatura) che mira a promuovere e favorire sul territorio regionale il ripristino della coltivazione della canapa industriale e la sua trasformazione in prodotti ad alto valore aggiunto.

“La canapa – spiega la consigliera Ilaria Dal Zovo, prima firmataria della pdl – è una coltura da reddito per i molteplici impieghi dei suoi derivati, che vanno dall’alimentare, al tessile e alla bioedilizia. La nostra proposta sostiene la conoscenza dei possibili usi dei derivati della canapa (ad esempio olio, farina, carta o materiali per l’edilizia) e la formazione di operatori nei diversi settori nella quale può essere utilizzata. Altre Regioni hanno già approvato provvedimenti in materia: Toscana ed Emilia Romagna già da diversi anni, più recentemente Campania, Lazio e Puglia”.

“L’obiettivo è quello di predisporre, attraverso una convenzione tra Regione, Ersa, Univrsità e aziende agricole, un progetto pilota di sostegno tecnico alla coltivazione della canapa – aggiunge Dal Zovo – sviluppando nel contempo un impianto regionale di prima trasformazione degli steli e dei semi per dare loro valore aggiunto e ottimizzarne l’utilizzo. Nella proposta di legge è previsto anche un sostegno economico della Regione per l’innovazione delle micro imprese operanti nel settore, le aggregazioni e la collaborazione con soggetti del sistema dell’innovazione e della ricerca”.

“Intendiamo promuovere la coltivazione della canapa – prosegue la consigliera regionale – anche come fattore di green economy: i cambiamenti climatici in atto obbligano a cambiare la nostra agricoltura e la sua sostenibilità. Parliamo infatti di una coltura in grado di limitare l’impatto ambientale, avendo una ridotta necessità di pesticidi o diserbanti, poco esigente in materia di suolo e fertilizzanti e capace di avere un ruolo di “bonifica” dei siti inquinati. Contemporaneamente produce semi dall’alto valore nutrizionale e fibra di buona qualità per molteplici scopi industriali. Inoltre, adattandosi bene a ogni tipo di altitudine, potrebbe rappresentare un volano per il rilancio delle zone montane spopolate e per il recupero di terreni incolti e abbandonati attraverso la Banca della terra”.

“Va precisato – conclude Dal Zovo – che le varietà di cui è consentita la coltivazione è caratterizzata da un basso valore di Thc (inferiore allo 0,2%) e quindi non rientrano tra quelle a cui si applicano le disposizioni sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope. Peraltro la nostra proposta prevede anche iniziative di conoscenza e informazione in collaborazione con enti e associazioni del settore e con le forze dell’ordine”.

“Quale posizione della Giunta sul ‘Piano lupo’ nazionale?”

“Quale posizione intende assumere la Giunta regionale in seno alla Conferenza Stato-Regioni in merito al Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia?”. La richiesta arriva dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, che ha presentato un’apposita interrogazione sul tema all’assessore regionale Stefano Zannier.

Il 2 aprile scorso, ricorda Dal Zovo, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, al termine di un lungo iter di consultazione che ha coinvolto Regioni, Province autonome, Ispra e portatori di interesse, ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano che contiene una serie di azioni mirate alla conservazione della specie e alla risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche.

“Conservare, in coesistenza con l’uomo, popolazioni vitali di lupo come parte integrante degli ecosistemi è un principio giuridico ma anche etico. I lupi non sono un pericolo per l’uomo, non lo sono mai stati: dobbiamo proteggerli ed aiutarli a convivere con noi.” sottolinea la consigliera M5S che ricorda come lo stesso assessore Zannier ha auspicato nei mesi scorsi “la dotazione di un piano nazionale di gestione per dare alle Regioni possibilità di intervento”, in un quadro comunque definito dall’esponente della Giunta di “relativa traquillità” in Friuli Venezia Giulia.

“Il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia elaborato dal Ministero – sostiene Dal Zovo – garantisce, attraverso un’attribuzione di responsabilità al livello locale, nel pieno rispetto dei principi fissati dal quadro normativo comunitario, l’efficace gestione dei grandi carnivori e contempera le esigenze di conservazione delle specie con quelle sociali ed economiche connesse alla gestione equilibrata del territorio e al mantenimento di adeguati livelli di sicurezza pubblica”, come richiesto dai presidenti delle Regioni Veneto, Fvg, Lombardi, Liguria, Valle d’Aosta e delle Province autonome di Trento e Bolzano in una lettera congiunta indirizzata al Ministero lo scorso 12 febbraio.

Sagre: accolto odg M5S per centralizzazione acquisti e “plastic free”

Accolto dalla Giunta regionale un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle che prevede “la realizzazione di una centralizzazione delle committenze per l’acquisizione e fornitura di strumenti e materiali necessari ad adeguarsi alle nuove normative in materia di sicurezza, nonché di suppellettili ‘plastic free’ comuni a sagre, feste locali e fiere tradizionali”. Il documento è collegato all’apposita legge approvata oggi dal Consiglio regionale con voto unanime.

In questo modo, spiegano i consiglieri regionali M5S, “puntiamo a coniugare le tematiche della sostenibilità ambientale di tali eventi, garantendo nel contempo elementi di risparmio economico e di semplificazione burocratica, sgravando su questo aspetto Comuni e organizzatori”.

Su vicenda Bioman la Giunta ci dà ragione

“La Giunta regionale conferma quanto avevamo detto, smentendo la società che negava ogni sforamento”. La vicenda Bioman è approdata in Consiglio regionale grazie a un’interrogazione dell’esponente del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, che ha chiesto chiarimenti all’assessore all’ambiente Fabio Scoccimarro in merito al trattamento di quantitativi di rifiuti superiori a quanto autorizzato nell’impianto di Maniago.

Nei giorni scorsi Sergo aveva sollevato la questione, evidenziando come, dopo che nel 2014 e 2015 la Bioman aveva trattato un quantitativo di rifiuti superiori alle 280 mila tonnellate autorizzate grazie a una deroga contenuta nel Decreto Competitività per fare fronte alle emergenze in Campania e Lazio, nel 2016 l’impianto aveva trattato 301.875 tonnellate senza normative che lo permettessero.

Nella risposta, l’assessore ha confermato che “gli uffici della Direzione ambiente ed energia hanno riscontrato l’irregolarità, chiedendo a Arpa di effettuare le opportune verifiche. L’Arpa ha così accertato l’eccesso dei quantitativi trattati nell’impianto negli anni 2016 ma anche per l’anno 2017. L’Agenzia – recita ancora la risposta – ne ha dato comunicazione alla Direzione centrale con nota del 7 marzo ed ha contestualmente avviato il procedimento sanzionatorio che è penale e ha il suo iter”.

“L’assessore ha ringraziato il Movimento 5 Stelle per l’azione di vigilanza, definendomi il dodicesimo uomo in campo a fianco degli uffici della Direzione ambiente e lo ringrazio, ma vanno innanzitutto ringraziati i cittadini che seguono la questione ambientale del maniaghese – ha commentato Sergo –. Sono decenni che in quell’area ci sono problematiche e ci auguriamo che questa vicenda faccia capire che serve maggiore attenzione da parte di tutti, in primis di chi esegue i dovuti controlli”.

Disastro ambientale a Fanna? Scoccimarro non risponde

Bocciata mozione M5S per alternative a Tangenziale Udine Sud

Bocciata dal Consiglio regionale la mozione del Movimento 5 Stelle che chiedeva l’istituzione di un tavolo per valutare le possibili alternative progettuali alla Tangenziale Udine Sud e di destinare le risorse eventualmente risparmiate a interventi per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio.

“Un voto incomprensibile da parte dei due schieramenti di centrodestra e centrosinistra – commenta il consigliere regionale Cristian Sergo, primo firmatario della mozione – visto che la stessa Arpa, tra le osservazioni presentate nel corso della procedura di Vas, ha chiesto un maggiore dettaglio nell’indicazione di possibili alternative progettuali”.

“La nostra proposta, contenuta nella mozione – aggiunge Sergo – era quella di istituire un Tavolo permanente di informazione e confronto tra la Regione, le amministrazioni locali, i comitati e le associazioni di categoria interessati alla realizzazione di un’opera di cui si parla da più di 40 anni e che suscita una forte preoccupazione tra i cittadini della zona, perché non risolverà i problemi ma li sposterà altrove sulle spalle di altri cittadini”.

“Quest’opera – prosegue Sergo – viene ritenuta necessaria perché prevista nel Piano delle infrastrutture che è fermo ai dati di oltre dieci anni fa ela cui credibilità è stata messa già in discussione nella passata legislatura quando, ad esempio, la Giunta Serracchiani decise di non realizzare un’altra opera inserita in quel piano: la Palmanova-Manzano. Cosa ironica è che la stessa amministrazione regionale concorda sul fatto che il piano vada rivisto”.

“Prendiamo atto – conclude il consigliere – che l’amministrazione regionale si rimangia la parola data all’Arpa e ai cittadini, con una votazione trasversale di centrodestra e centrosinistra con le sole astensioni dei consiglieri Liguori, Honsell e Mattiussi: quest’ultimo è stato assessore provinciale con deleghe alle infrastrutture e grandi opere, viabilità, trasporti, pianificazione territoriale e quindi ha potuto apprezzare la bontà della nostra proposta di buon senso”.

Pronto Soccorso a Trieste, problema non più rinviabile

“La questione degli spazi e dei lunghi tempi di attesa del Pronto Soccorso di Cattinara non è più rinviabile”. Ad affermarlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, che ha presentato un’apposita interrogazione a risposta immediata all’assessore alla salute Riccardo Riccardi nel corso del question time di oggi,

“I lavori di ristrutturazione e nuova costruzione nell’ospedale di Cattinara continuano ad essere bloccati – ha ricordato Ussai – e, qualora i problemi legati all’esecuzione dell’appalto non trovino soluzione, si rischiano tempi ancora più lunghi. L’assessore ha affermato che a fine mese avremo un quadro più chiaro su questo aspetto, ipotizzando tre possibili scenari che comporterebbero tempi di risoluzione della vicenda compresi tra i sei mesi e alcuni anni”.

“Nel frattempo continua il sottodimensionamento degli spazi del Pronto Soccorso, dovuto anche ai ritardi nella realizzazione della struttura temporanea che doveva essere pronta in autunno nel piazzale del nosocomio, e i tempi di attesa rimangono insostenibili: ad esempio, il 10 aprile scorso sono stati segnalate attese medie di un’ora e mezza per i codici gialli e quattro ore e mezza per quelli verdi (quando l’obiettivo per questi ultimi è di un’ora per il 65% dei casi), nonostante l’impegno encomiabile degli operatori. Peraltro – ha aggiunto l’esponente pentastellato – non è chiara la volontà rispetto alla chiusura o al potenziamento del Centro prime cure dell’Ospedale Maggiore, recentemente ristrutturato. Per questi motivi, a forte della preoccupazione rispetto all’annoso problema degli spazi e dei tempi di attesa che attanaglia il Pronto Soccorso triestino, abbiamo chiesto all’assessore interventi urgenti”.

“Purtroppo non abbiamo avuto nessuna risposta nemmeno sullo studio, annunciato mesi fa dallo stesso assessore, per potenziare il Pronto Soccorso di Cattinara e riorganizzare il Centro prime cure del Maggiore. Abbiamo inoltre sollecitato la pubblicazione dell’elenco dei 7 ambiti territoriali carenti, necessari per coprire la scarsità di medico di medicina generale nel territorio triestino – ha concluso Ussai -. Lo stesso Riccardi ci aveva assicurato, rispondendo a una precedente interrogazione, che entro la fine di marzo avremmo avuto questo elenco sul Bur ma ad oggi ancora non lo abbiamo visto”.

M5S: “Fedriga agita soliti spauracchi ma non affronta problemi”

“Fedriga ha agitato come al solito lo spauracchio dell’immigrazione ma i problemi del Friuli Venezia Giulia sono anche altri”. Lo affermano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle commentando le parole del presidente della Regione nella sua diretta Facebook.

“Un intervento peraltro fatto dal suo ufficio di piazza Unità. Se il governatore intende utilizzare le istituzioni per fare comizi – ironizzano Ilaria Dal Zovo, Andrea Ussai, Cristian Sergo e Mauro Capozzella – gli ricordiamo che mercoledì e giovedì può intervenire anche in Consiglio regionale…”.

Gli esponenti M5S sottolineano come “il presidente preferisce sventolare le consuete bandiere dimenticando di affrontare i veri problemi: proprio oggi si è verificato un altro incidente mortale sul lavoro, settimanalmente leggiamo di arresti in Fvg legati alle mafie, senza contare, solo per citare alcuni esempi, lo stato in cui versa la sanità (dai Cap ai tagli dei posti letto), o la continua distruzione di suolo. È il momento di smettere di parlare solo di immigrazione e Foibe e di occuparsi dei problemi della nostra regione”.

M5S: per Corte dei Conti “adeguati chiarimenti” su spese Gruppo

La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha ritenuto “adeguati” i chiarimenti forniti dal Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ai rilievi istruttori formulati dalla magistratura contabile in merito alle spese sostenute da maggio a dicembre 2018, ritenendo così regolare il relativo rendiconto.

La Sezione di controllo aveva chiesto degli approfondimenti relativi alle spese per l’acquisto e noleggio di dotazioni informatiche ed il Gruppo ha spiegato che si era trattato di un mero errore materiale contenuto nel documento riepilogativo del rendiconto ed ha provveduto a correggerlo nella documentazione inviata successivamente per rispondere ai rilievi, “per i quali – è scritto nella delibera dell’11 aprile scorso – sono stati forniti adeguati chiarimenti”.

Raddoppio Udine – Cervignano, progetto pronto da due anni all’insaputa di cittadini e Comuni

“Il progetto preliminare per il raddoppio della linea ferroviaria Udine – Cervignano è stato presentato da Rfi alla Regione nel giugno del 2017 ma nessuno ha mai informato i sindaci e i cittadini dei Comuni interessati”. Lo rivela il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Strano che i cosiddetti Governi del Fare, sia a livello regionale che a livello nazionale, targati Serracchiani e Renzi/Gentiloni, abbiano tenuto nel cassetto un progetto a detta loro fondamentale. Poi danno la colpa al M5S di bloccare i cantieri”.

“Grazie al Ministero dei Trasporti – rende noto Sergo – sappiamo che il progetto di raddoppio è stato redatto nell’ autunno 2016 e inviato da Rfi nel giugno 2017. Il protocollo d’intesa tra Regione e Rfi fu firmato proprio il 22 novembre 2016 e lì si stabilì che servono 541 milioni di euro per la Udine-Cervignano e per il nodo di Udine. Pochi anni fa la stessa Rfi preventivava “soli” 250 milioni per le stesse opere. Per questo presentammo subito un’interrogazione sul raddoppio anche dei costi. La risposta dell’allora assessore Santoro, giunta solo nel marzo 2017, fu eloquente: ‘Si tratta di quanto indicato dalle strutture tecniche di Rfi’. La Regione non si pose nemmeno il problema di capire a cosa servissero quei soldi. Noi si”.

“Nel progetto – spiega l’esponente pentastellato – viene riportato lo scenario di traffico previsto tra Udine e Cervignano nel 2030 e qui iniziano i problemi. Va innanzitutto evidenziato quello che riteniamo essere un grossolano errore con una previsione di 181 treni merci al giorno sulla tratta che attualmente ne vede passare meno di dieci. Ma anche il successivo scenario presentato parla di 64 treni merci (più 34 passeggeri), una cifra comunque due volte e mezza superiore a quella che oggi viene smistata a Trieste. Il tutto rimane difficile da comprendere considerando che le merci che da Trieste raggiungono Monfalcone possono proseguire per tre linee differenti verso Venezia o Tarvisio, ci si chiede pertanto quanti treni merci si prevede che possano uscire dal Porto giuliano per rendere necessario uno sviluppo simile delle infrastrutture in Friuli Venezia Giulia”.

“Ecco perché abbiamo depositato una mozione rivedere con urgenza il “Piano Regionale delle Infrastrutture di Trasporto, della Mobilità delle Merci e della Logistica” fermo ai dati del 2007 – incalza Sergo -. Il progetto preliminare sull’alta velocità Venezia – Trieste da 7,5 miliardi prevedeva che dallo scalo triestino passassero 178 treni merci al giorno, oltre 7 volte il flusso attuale; sommati ai passeggeri la cifra diventava di 298 treni giornalieri. Ora, con tutto il rispetto per la “Via della seta”, l’attrattività del Porto di Trieste e le capacità logistiche del Fvg da qui al 2050 ci chiediamo se sia possibile un tale incremento dei traffici tanto da veder passare un treno ogni 5 minuti di giorno e di notte”.

“Tutto questo per giustificare la realizzazione di due costose gallerie che passeranno sotto i centri abitati di Sevegliano e di Santa Maria La Longa. Contrariamente a quanto richiesto dal Comune di Bagnaria Arsa, la fermata di Sevegliano non viene ripristinata e in quel Comune saranno comunque necessarie una decina di demolizioni tra edifici e pertinenze. Per le abitazioni che non si abbattono viene prefigurato un potenziale impatto dovuto alle vibrazioni. I cantieri dureranno almeno oltre 8 anni e per movimentare i materiali scavati non basteranno 15 mila tir. Per questi motivi – conclude il consigliere – invitiamo i cittadini e gli amministratori dei comuni di Bagnaria Arsa, Palmanova e Santa Maria La Longa all’incontro organizzato dal Comitato No Tav di Bagnaria che si terrà martedì 23 aprile alle ore 20.30 presso il pub The Orion’s, per fornire tutti i dettagli di un progetto già costato 1 milione e 250 mila euro alla nostra Regione”.

Mozione M5S su vicenda Avastin – Lucentis

Sollecitare le aziende e le strutture del Servizio sanitario regionale a richiedere a Novartis il rimborso del 70% della spesa per le iniezioni del farmaco Lucentis e verificare se sussitano le condizioni per chiedere un ulteriore risarcimento. Sono questi gli impegni che il Movimento 5 Stelle chiede alla Giunta regionale nella mozione relativa alla vicenda Avastin – Lucentis.

“La questione – spiega il capogruppo M5S in Consiglio regionale, Andrea Ussai, primo firmatario della mozione – riguarda due farmaci utilizzati per la cura di patologie oculari quali l’Avastin (della Roche) e il Lucentis (della Novartis), perfettamente sovrapponibili ma con prezzi enormemente diversi. Le due multinazionali avrebbero spinto l’Agenzia italiana del farmaco a scegliere, per il mercato del Servizio Sanitario Nazionale, quello più costoso, ovvero il Lucentis, che costa circa 900 euro contro gli 80 dell’Avastin per ogni iniezione”.

“Già nel corso della scorsa legislatura tale questione è stata affrontata anche con l’audizione dell’allora Assessore Telesca” ricorda Ussai. I dati forniti in quell’occasione parlavano di 1.536 pazienti trattati con il Lucentis nel 2013 in Fvg, regione peraltro dal tasso di trattamento sopra la media nazionale per le patologie dell’occhio trattabili con questo medicinale, con una spesa pro capite quasi doppia a quella italiana (1.400 euro contro 720 ogni mille abitanti).

“Anche una delibera dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato del febbraio 2014 – rammenta Ussai – ha sancito come, nonostante l’Avastin potesse essere utilizzato per la cura delle stesse patologie, Roche non abbia mai provveduto a richiedere alle autorità competenti la registrazione di indicazioni terapeutiche in tal senso, riducendone l’utilizzo in Italia a favore del Lucentis, comportando un notevole aggravio di spesa ai sistemi sanitari regionali. La stessa delibera sostiene che ci sia stato un accordo in tal senso tra Roche e Novartis, infliggendo loro una sanzione di 180 milioni di euro, e anche il Tar del Lazio e la Corte di Lussemburgo ha dato torto ai ricorsi delle due aziende farmaceutiche”.

“Dalla stampa si è appreso che Novartis ha annunciato, alla fine del 2017, l’intenzione di procedere a un rimborso del 70% della spesa per le iniezioni intravitreali di Lucentis grazie al quale le aziende del Servizio sanitario regionale potrebbe recuperare somme da destinare ad altri farmaci o prestazioni sanitarie – sottolinea il capogruppo M5S –. Per questo, con la mozione, invitiamo la Regione a sollecitare le strutture del Ssr a richiedere tempestivamente il rimborso e a verificare, prima che subentri la prescrizione, l’opportunità di procedere al fine di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito”.

Bioman Maniago, ennesimo allarme nella gestione rifiuti

“Ennesimo campanello d’allarme sulla gestione dei rifiuti. Grazie ad una segnalazione dell’ex consigliera regionale Eleonora Frattolin, abbiamo scoperto che la quantità di rifiuti trattati nell’impianto della Bioman di Maniago nel corso degli ultimi anni è inspiegabilmente superiore alle previsioni dall’autorizzazione”. La denuncia è del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

La questione nasce nel 2014. “Come riportato nel recente Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali – spiega Sergo – il dato relativo a quell’anno è di 302.092 tonnellate, cifra validata da Arpa Fvg e trasmessa alla Regione. L’impianto di Maniago, però, fino al 2018 aveva un’autorizzazione che gli consentiva di trattare fino a 280.000 tonnellate di rifiuti. Nel 2014 quindi secondo il Piano l’impianto ha trattato circa l’8% in più di quanto in precedenza autorizzato dalla Regione. Tuttavia, le verifiche con le Direzioni regionali hanno fatto emergere come tale sforamento fosse previsto, per gli anni 2014 e 2015, da una norma del Decreto Competitività he permetteva un aumento della capacità di trattamento dei rifiuti per fare fronte alle emergenze in Campania e Lazio”.

“Ma il provvedimento nazionale non riguardava il 2016 quando, secondo i dati in nostro possesso in seguito agli accessi agli atti effettuati nel frattempo, la Bioman ha trattato 301.875 tonnellate di rifiuti – aggiunge il consigliere regionale -. Nonostante nostre ulteriori verifiche con le strutture preposte e con il ministero competente non risulterebbero altre normative che possano permettere tale sforamento e, da quanto sappiamo, a seguito di queste nostre segnalazioni sono stati avviati i dovuti accertamenti sulla ditta di Maniago”.

“Riteniamo questa vicenda piuttosto emblematica, oltre che preoccupante – sostiene Sergo – Come in altri casi di cui ci siamo occupati nel corso degli ultimi anni, se non si riesce a controllare nemmeno i più grandi impianti della nostra Regione, come possono i cittadini avere fiducia sul regolare funzionamento di tutte le altre strutture?”.

Secondo il consigliere comunale M5S di Maniago, Antonio Iracà “il dato è ancor più preoccupante se associato al fatto che l’Agenzia regionale per l’ambiente, per sua stessa ammissione, non effettua dal 2011 i prescritti controlli sulle emissioni a camino dell’impianto Bioman, nonostante i continui ritrovamenti di questi anni di diossine e pcb in diversi polli analizzati nella zona, con la conseguente crescente preoccupazione dei cittadini. Il silenzio e l’inerzia delle istituzioni non aiutano di certo a tranquillizzare gli animi”.

Spazzacorrotti, impegno ministro per rivedere norma associazioni

“Il ministro Bonafede ha già annunciato l’impegno a rivedere la norma che riguarda le associazioni all’interno della cosiddetta ‘legge spazzacorrotti’”. Lo hanno affermato i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Andrea Ussai, nel corso dell’illustrazione in Commissione di due proposte di legge nazionali in materia.

“La norma non prevede nessun Daspo che chi ha svolto attività politica nei 10 anni precedenti ma riguarda soltanto la presenza nei direttivi delle associazioni – ha puntualizzato Sergo -. Sono emersi dei problemi ed è già stato annunciato un intervento da parte del ministro. Valutiamo le proposte sul tavolo, anche a livello parlamentare, prendendo atto delle difficoltà in modo da portare avanti le migliori modifiche possibili”.

“La norma contestata non è frutto di un’ondata populista – ha aggiunto Ussai – considerato che alcuni problemi nei rapporti tra politica e terzo settore (associazioni, fondazioni e cooperative) ci sono stati, anche nella nostra regione. Gli obiettivi della ‘spazzacorrotti’ erano quindi positivi e non c’era alcuna intenzione di penalizzare il volontariato, risorsa fondamentale della nostra società. Condividiamo quindi l’opportunità di alcune modifiche per sanare le difficoltà emerse”.

Su barriere architettoniche nelle scuole Giunta interviene a spot

“L’azione della Giunta regionale per l’eliminazione delle barriere architettoniche dalle scuole del Friuli Venezia Giulia è dettata solo da necessità contingenti e non da una cultura dell’accessibilità”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, dopo il dibattito in Commissione sul Programma triennale per l’edilizia scolastica 2019/2021.

“Da quanto affermato dall’assessore Pizzimenti – aggiunge il consigliere pentastellato – si evince come, sotto questo aspetto, si intenda intervenire soltanto laddove si presentino specifiche esigenze. Per quanto ci riguarda, invece, l’eliminazione delle barriere architettoniche deve essere una questione culturale e un obiettivo da perseguire in tutte le scuole e edifici pubblici della regione”.

“Proprio a questo scopo – ricorda Capozzella – abbiamo presentato un ordine del giorno, collegato alla legge omnibus di recente approvazione e accolto dal presidente Fedriga, che impegna la Giunta ad adottare urgentemente le misure che garantiscano con stabilità le linee di finanziamento per incentivare gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche in edifici e ambienti pubblici. Ci auguriamo che da parte dell’amministrazione regionale ci sia la dovuta sensibilità per un tema così importante e non soltanto la volontà di intervenire a spot”.

Dal Governo 12,8 milioni a Fvg per efficientamento energetico e sviluppo sostenibile

Ammontano a 12,8 milioni di euro le risorse che arriveranno in Friuli Venezia Giulia grazie alla cosiddetta “norma Fraccaro” inserita nel Decreto Crescita del Governo. Lo rende noto il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. L’intervento assegna complessivamente 500 milioni di euro ai Comuni italiani nel 2019 per l’efficientamento energetico e l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ma anche la messa in sicurezza di scuole e altri edifici pubblici e progetti per la mobilità e lo sviluppo sostenibile”.

Secondo i criteri di riparto indicati dalla norma, all’ex Provincia di Udine andranno complessivamente 7,5 milioni di euro, al Pordenonese 3,2 milioni, all’Isontino 1,6 milioni mentre all’area di Trieste 540 mila euro. Gli scaglioni previsti assegnano 210 mila euro ai Comuni sopra i 100 mila abitanti (in Fvg c’è solo Trieste), 170 mila euro a quelli nella fascia 50-100 mila (Udine e Pordenone), 130 mila euro per i Municipi tra 20 e 50 mila abitanti (Gorizia e Monfalcone).

I Comuni fra 10 e 20 mila abitanti (18 in Friuli Venezia Giulia) avranno a disposizione 90 mila euro ciascuno, quelli nella fascia 5-10 mila (40 in regione) potranno godere di 70 mila euro; infine, i Comuni più piccoli con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti (che in Fvg sono 151) riceveranno 50 mila euro.

“Si tratta di un nuovo importante intervento del Governo dopo che già all’inizio dell’anno era stato approvato un decreto che assegnava complessivi 400 milioni di euro a favore dei Comuni sotto i 20 mila abitanti per la messa in sicurezza di edifici pubblici, scuole, strade e patrimonio culturale – ricordano i consigliere Ilaria Dal Zovo, Andrea Ussai, Cristian Sergo e Mauro Capozzella -. In quell’occasione il Friuli Venezia Giulia aveva beneficiato di risorse pari a 11,29 milioni”.

“La cosiddetta ‘norma Fraccaro’ – concludono gli esponenti M5S – mira anche all’abbattimento delle barriere architettoniche e proprio su questo tema, nella legge omnibus recentemente approvata dal Consiglio regionale, è stato approvato un nostro emendamento che prevede a questo scopo la destinazione da parte dei Comuni di almeno il 10% delle entrate derivanti dai contributi di costituzione e dalle sanzioni in materia edilizia e urbanistica”.

Ancora arresti per mafia in Fvg, quando la presa di coscienza della Giunta Fedriga?

“Un altro episodio legato alle mafie che coinvolge il Friuli Venezia Giulia ma la Giunta regionale sembra non dare il giusto peso al fenomeno”. Ad affermarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la notizia della cosiddetta “operazione Rimpiazzo” che ha portato a trentun arresti anche nella città di Udine.

“Dalla Giunta di fatto non esce una parola su un fenomeno che si sta sempre più infiltrando nella nostra regione – aggiunge Sergo -. L’unico intervento registrato sull’argomento è del vicepresidente Riccardi durante un evento tenutosi a Pordenone il 21 marzo scorso, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, in cui parlando del fenomeno lo ha definito non solo ancora ‘presente’ ma ‘vicino alle nostre terre’”.

“Ricordiamo a Riccardi come invece siano tante le inchieste e le azioni delle forze dell’ordine, di cui quella odierna è solo l’ultima in ordine temporale, che testimoniano non solo una presenza nelle terre vicine, ma purtroppo una crescente infiltrazione delle mafie in Friuli Venezia Giulia – conclude il consigliere M5S –. Solo pochi giorni fa nella relazione annuale l’Osservatorio regionale antimafia ha sottolineato l’escalation della criminalità organizzata di stampo mafioso sul nostro territorio: parlare di fenomeno a noi solo vicino è a dir poco antistorico”.

Sagre, ragionare su acquisti centralizzati

L’ipotesi di centralizzare gli acquisti per sagre e feste locali è stata avanzata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella e Cristian Sergo, durante il dibattito sull’apposita proposta di legge approvata in II Commissione.

“Questa possibilità – spiega Capozzella – non riguarda naturalmente le materie prime per cui ogni manifestazioni inevitabilmente lavora in autonomia. Ma per quanto concerne attrezzature e materiali potrebbe essere un elemento di semplificazione e sburocratizzazione che va nella direzione indicata dai due testi”.

L’esempio portato dai due consiglieri regionali riguarda gli oggetti in plastica come piatti, posate e bicchieri, da sostituire con materiali biodegradabili. “Con un unico committente – aggiungono – si sgravano Comuni, Pro Loco o associazioni dell’iter per questo genere di approvvigionamento, oltre a consentire una riduzione dei costi.”.

“Per ciò che riguarda il ‘plastic free’ – conclude Sergo – potrebbe essere un buon punto di partenza, visto che peraltro da qui a un anno tutte le sagre saranno obbligate a fare a meno della plastica. La Regione prevede già un contributo per i singoli acquisti eco-compatibili ma una loro centralizzazione permetterebbe una semplificazione delle procedure e la possibilità di aumentare la platea dei beneficiari. Non va dimenticata infine l’opportunità di personalizzare i prodotti e permettere così una promozione del nostro territorio efficace e innovativa, valorizzando una tradizione importante per tutti”.