Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, è intervenuto al convegno Mare&Salute organizzato dall’Istituto Oceanografico di Trieste, tenutosi all’Auditorium del Museo Revoltella mercoledì pomeriggio. “È stata l’occasione per sottoporre ai biologi presenti quello che possiamo definire a tutti gli effetti un paradosso – ha commentato Sergo -. Da un lato abbiamo Goletta verde e Arpa che attestano sempre l’eccellenza dei nostri mari e alcuni pescatori che si lamentano per le acque fin troppo depurate sversate in mare. Dall’altro abbiamo ancora le ordinanze emesse dall’Azienda per l’Assistenza Sanitaria che vieta la raccolta di molluschi nella nostra costa”.
“Come al solito tocca al M5S fare luce su quella che è una problematica permanente che affligge la nostra costa – ha aggiunto il consigliere regionale -. Anche quest’anno in questo periodo, nonostante le scarse precipitazioni, cui alcuni biologi in passato si son affannati a dare la colpa, nelle acque costiere di fronte al comune di Lignano l’escherichia coli è tornata a essere presente, non da ieri ma da circa un mese”.
“Un anno fa di questi tempi fu la zona denominata ‘Terrazza’ ad esser colpita da un’ordinanza di chiusura della raccolta per il ritrovamento di escherichia coli nei molluschi, pari a 490 ufc = unità fecali, di poco superiore al limite consentito (230 ufc). Un paio di mesi dopo nella stessa zona si arrivarono a contare fino a 9200 unità con un’ordinanza del 22 giugno 2018, revocata solamente in data 17 luglio per il ripristino delle condizioni di sicurezza della zona”.
“Quest’anno a essere interessata dall’ordinanza emessa il 29 marzo è stata la zona denominata ‘Kursal’, dove il primo risultato negativo è stato pari a 15 volte il limite di legge consentito, 3500 ufc – ha rivelato Sergo -. Il giorno prima ad essere stata oggetto di ordinanza fu la zona di Martignano, ovvero quella più orientale della costa lignanese, ma in questo caso l’escherichia coli si fermava a 330 unità. Il tutto nel più totale e assoluto silenzio come troppo spesso siamo stati abituati”.