«In questi anni ci siamo sentiti ripetere spesso dall’assessore Telesca e dal direttore generale che la riforma sanitaria rafforza la sanità territoriale, riconoscendo in particolare alla riabilitazione un ruolo centrale nel percorso di cura delle persone. Purtroppo però, come tristemente constatiamo ogni giorno, dalle dichiarazioni di principio ai fatti il divario è enorme! A distanza di un anno dall’emanazione delle linee guida regionali per la gestione delle RSA la loro applicazione, infatti, ha provocato paradossalmente in provincia di Trieste una riduzione dell’offerta riabilitativa. Da oltre 10 mesi la maggior parte dei pazienti ricoverati non ricevono trattamenti riabilitativi adeguati a causa della mancanza dell’accreditamento». La denuncia è del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai che su questo caso ha appena depositato una interrogazione alla giunta Serracchiani.
«La delibera regionale n° 2151 del 29 ottobre 2015 – spiega Ussai – individua 3 moduli: base, medio e riabilitativo. I primi due si riferiscono all’intensità dell’assistenza e non prevedono la riabilitazione se non a supporto dell’assistenza per 15 minuti al giorno se richiesto nel Piano assistenziale individualizzato (Pai). Gli accordi stipulati a fine 2015 dall’AAS1 con le strutture accreditate prevedevano che inizialmente venissero attivati solamente il modulo base e medio, mentre il modulo riabilitativo doveva essere attivato successivamente alla domanda di accreditamento, che le tre RSA cittadine hanno diligentemente presentato entro il 13 agosto di quest’anno. Da allora – precisa il portavoce del M5S – sono state messe in atto delle attività di monitoraggio da parte degli infermieri che si occupano della continuità infermieristica e dei fisioterapisti impegnati nella continuità riabilitativa. Purtroppo però questi moduli riabilitativi non sono ancora stati attivati».
«Questa situazione comporta che, dal 1 gennaio 2016 a tutt’oggi, centinaia di pazienti che sono stati trasferiti dall’ospedale alle RSA nelle more del protocollo di continuità riabilitativa non hanno visto neanche lontanamente l’intensità riabilitativa necessaria. Inoltre – aggiunge Ussai – alcuni fisioterapisti dalle strutture convenzionate sono stati licenziati. Per quanto il personale riabilitativo ha tentato di tamponare la situazione concentrando i minuti a disposizione sui pazienti più bisognosi, affermare che tutti i pazienti abbiano fatto riabilitazione è davvero insostenibile. Quanto sta accadendo nelle RSA, che – ricordiamo – sono strutture “a elevato contenuto sanitario e a prevalente indirizzo riabilitativo” è davvero sconfortante e intollerabile!».
«Già in fase approvazione delle Linee guida erano state sollevate molte preoccupazioni e criticità su questo provvedimento. Ci auguriamo – conclude Ussai – che rapidamente vengano rivisti gli standard, completando quanto prima il processo di accreditamento delle RSA triestine per non penalizzare ulteriormente le persone che usufruiscono di questo servizio».