“Un perfetto esempio di cortocircuito all’italiana arriva dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente Fvg. Tutto messo nero su bianco in un rapporto di prova delle acque di scarico urbane e domestiche in acque marine provenienti dal Depuratore di Lignano Sabbiadoro, prodotto dalla stessa Arpa Fvg a settembre 2020”. La segnalazione arriva dal consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, che da anni si batte per avere informazioni precise riguardo al depuratore della località turistica, da sempre attenzionato per il suo funzionamento nella stagione estiva, quando i residenti passano da meno di 7 mila residenti a oltre 200 mila turisti.
Lo stesso Sergo riferisce come “Arpa lo scorso 30 agosto abbia accertato uno sforamento di 80 mila Ufc (Unità formanti colonia) del batterio escherichia coli, sforando di 16 volte i limiti previsti dall’autorizzazione regionale. Autorizzazione secondo la quale da un anno e mezzo dovevano partire i lavori di potenziamento del depuratore, ma nulla ancora è stato fatto. Secondo quanto appreso dalla Giunta regionale, quello di agosto sarebbe il quarto sforamento negli ultimi undici campioni eseguiti”.
“In passato per questi motivi Arpa ha emesso verbali per illecito amministrativo e inquinamento idrico, ma per il gestore l’impianto funziona correttamente e siamo tutti rassicurati” aggiunge il consigliere M5S che però, per la prima volta da quando si fa consegnare i rapporti di prova, ha letto una frase inedita: ‘I dati riguardanti l’anagrafica del campione sono stati forniti dal cliente. Il laboratorio non è responsabile della veridicità dei dati indicati’. “Tutto corretto – commenta Sergo – se non fosse che ‘il cliente’ in questione che ha fornito i dati al Laboratorio dell’Agenzia è Arpa stessa, che esegue i campioni sull’impianto, e non il gestore”.
“Va ricordato che finora, per dimostrare che l’impianto funziona correttamente, il gestore ha sbandierato gli esiti degli autocontrolli forniti alla Regione ed eseguiti, ogni due mercoledì con cadenza regolare, da una società di cui detiene l’81% delle quote – conclude l’esponente pentastellato -. È proprio il caso di chiedersi: chi controlla il controllato e il controllore?”.