“Da parte nostra l’unico interesse perseguito è quello della tutela ambientale e della salute umana riportando fatti e dati in modo da porre questioni e ottenere risposte. Se però alle domande poste nemmeno i soggetti coinvolti (Cafc, Arpa FVG e Direzioni regionali) sanno rispondere puntualmente o si contraddicono tra loro, la colpa non può essere del MoVimento 5 Stelle. Tutto ciò fa capire quanto sia complessa la questione, quanti ancora gli interrogativi irrisolti e quanta sia l’attenzione che merita questa vicenda”. Lo afferma il consigliere regionale del M5S, Cristian Sergo, dopo l’audizione in Commissione consiliare di Cafc spa e Arpa Fvg in merito all’impianto di depurazione di Lignano Sabbiadoro. “Abbiamo spesso sentito dire che dal 2017 ci sono stati soltanto sporadici sforamenti dei limiti di escherichia coli – aggiunge Sergo –. Tutto vero, ma va sottolineato che i 4 verbali emessi da Arpa per inquinamento idrico nel biennio 2017-2018 si riferiscono a 12 analisi effettuate, un caso su tre: evidentemente non possono essere catalogati come episodi sporadici. Prima del 2017 il problema non si poneva: il Testo unico ambiente prescriveva all’autorità competente l’individuazione di un limite allo sversamento di escherichia coli suggerendo che lo stesso non superasse le 5000 unità fecali, ma per volontà della Provincia di Udine tali limiti non sono mai stati fissati, con la conseguenza che si sono potuti sversare anche 3 milioni di unità fecali”. “In aula ho dovuto ricordare che a parlare di una possibile correlazione tra il depuratore e i ritrovamenti di escherichia coli e salmonella nei molluschi già nel 2000 – incalza Sergo – è stato uno studio dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana le cui conclusioni attribuivano la presenza di microrganismi, con molta probabilità, agli scarichi a mare del depuratore di Lignano Sabbiadoro e del Consorzio Depurazione Bassa Friulana. Va inoltre ricordato che Arpa il 17 ottobre scorso, dopo i ritrovamenti di escherichia coli e salmonella nei molluschi della costa, ha deciso di fare un sopralluogo presso il Depuratore di Lignano, il cui esito stabilì che nelle acque reflue depurate dall’impianto ci fosse escherichia coli oltre i limiti previsti e la presenza di salmonella. Ma se, come affermato più volte, non è dimostrata la correlazione tra quanto avviene ai nostri molluschi e i reflui del depuratore, perché Arpa ha deciso di fare quella visita quel giorno?”. “Ci sono poi i problemi relativi alla realizzazione dei lavori sull’impianto conclusi il 2015, con il collaudo che attende una conclusione, e con il fatto che nei primi sei mesi del 2016 la commissione collaudatrice non ha mai potuto verificare il corretto funzionamento dell’impianto di disinfezione UV, perché durante i sopralluoghi effettuati lo stesso risultava sempre in manutenzione – aggiunge il consigliere M5S -. Cafc stessa, in occasione degli ultimi sversamenti in Laguna, ha dichiarato di non potere utilizzare l’impianto UV. Inoltre, come da loro pubblicamente attestato, nelle estati 2016 e 2017, la sedimentazione a servizio della linea appena realizzata non aveva la capacità di trattamento di 600 mc/h, ma solo di circa 300-360 mc/h”. “Questo ultimo aspetto va valutato anche alla luce della capacità depurativa dell’impianto e del numero di presenze a Lignano in estate: calcoli non banali perché a seconda della dimensione dell’impianto cambiano anche i quantitativi degli elementi autorizzati allo scarico, che diventerebbero ancor più restrittivi – spiega ancora Sergo -. Le contraddizioni nelle dichiarazioni dei vari enti non mancano: Arpa nel 2017 ha affermato come l’impianto sversasse in Laguna esclusivamente acque di pioggia (mentre è risaputo gli sversamenti riguardano anche i reflui) e che usava prevalentemente la linea chimico-fisica, affermazioni opposte a quelle del direttore del Cafc Battiston secondo il quale dal 2015 è stata dismessa la vecchia linea. L’assessore Scoccimarro, in risposta a una nostra interrogazione di gennaio, aveva ribadito che da 20 anni la direttiva europea impone il passaggio al trattamento biologico”. “Su questi passaggi non si sono avute risposte puntuali. Nessuno di noi esulta quando arrivano le sanzioni che vengono pagate dai cittadini, come nessuno di noi è contento di pagare le spese legali sostenute dalla società interamente pubblica in cause che l’hanno vista poi soccombere in Tribunale: Cafc, dopo avere agito in via risarcitoria nei confronti del precedente Direttore dei lavori in relazione a deficit progettuali, si è vista smentita dal Giudice Civile e costretta a risarcire il danno alla società che ha progettato l’impianto e diretto i lavori, a cui era stato illegittimamente risolto il contratto. Infine – conclude Sergo – non possiamo dimenticare che in aula è stato preannunciato un futuro lavoro per quasi 1,75 milioni di euro necessario per l’adeguamento dell’impianto a quanto prescritto dal Decreto Legislativo 152/2006, e che, stando alle carte, doveva essere posto in esecuzione nel termine ultimo del settembre 2016, ma ad oggi non ancora realizzato. Come a voler confermare che l’impianto ancora non è completo?”.
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