“Lascia basiti il fatto che vengano stanziati in un primo momento fondi regionali destinati con priorità ad agglomerati in infrazione europea, affermando che l’impianto deve adeguarsi alle Direttive Comunitarie e poi si stanzino fondi della Banca europea per gli Investimenti senza aver nemmeno visto un progetto”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la risposta dell’assessore all’ambiente, Fabio Scoccimarro, sui lavori di adeguamento del Depuratore di Lignano alla Direttiva Comunitaria 91/271.
“Su questo impianto abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto – continua Sergo -. Proprio durante un’audizione in Consiglio regionale abbiamo sentito che il trattamento chimico – fisico (che non si dovrebbe usare dal 2000) non è più utilizzato, salvo poi scoprire che a maggio 2019, quindi due mesi prima di quell’audizione, quel sistema di trattamento è stato attivato a fronte di una portata di soli 1200 metri cubi/ora, inferiore a quella massima autorizzata dalla Regione di 1800 metri cubi/ora. Adesso che è prevista la realizzazione di un nuovo sedimentatore abbiamo chiesto alla Giunta regionale quale sarà l’effettiva capacità di portata dell’impianto che, come recentemente ammesso dallo stesso gestore, sversa in mare lo stesso quantitativo di refluo depurato dell’impianto di depurazione di Grado. Basterebbe pensare alle dimensioni turistiche delle due località per capire che forse qualcosa nei numeri forniti continua a non tornare”.
“Ad aprile 2019 l’Ausir ha approvato interventi con priorità per gli agglomerati soggetti a procedure di infrazione e tra questi c’era il nuovo sedimentatore dell’impianto di Lignano, per un costo di 1,7 milioni, con il fine dichiarato di doversi adeguare alla Direttiva Comunitaria 91/271 – ricorda il consigliere M5S -. A ottobre però la stessa Ausir rimodulava gli interventi finanziati, escludendo il Depuratore i cui lavori di adeguamento, nel frattempo, erano stati finanziati per un costo totale 1,4 milioni (non più 1,7milioni) con i mutui della BEI”.
“La nostra interrogazione ha cercato, una volta per tutte, di evitare confusione e incertezza sia sul rispetto della normativa europea da parte del Depuratore – puntualizza Sergo – ma anche delle norme di attuazione del Piano Regionale Tutela Acque. A nostro avviso l’articolo 19 del PRTA prevede in maniera inequivocabile che l’impianto debba essere dimensionato sulla base di quella che è la portata massima prevedibile nel momento di maggior afflusso turistico. Questo, sempre stando alle dichiarazioni del gestore e del sindaco di Lignano, dovrebbe prevedere che l’impianto sia strutturato per trattare in maniera biologica portate pari a 1.300 mc/h e non 720 mc/h”.
“La nostra preoccupazione per questi numeri continua (è possibile e accettabile che anche durante gli scarichi in Laguna non si trattino in maniera biologica le acque reflue?) quando ci stiamo apprestando ad affrontare un’altra stagione estiva. Il tutto con un impianto che nonostante i lavori da 300 mila euro del 2018 continua a non essere stato collaudato e quindi senza possibilità percepire il precedente contributo regionale da 1,6 milioni che aspetta ancora di esser rendicontato. Nonostante tutto, come ammesso dal Cafc, il depuratore continua a non avere un sedimentatore e continua a necessitare di un revamping dell’esistente, in quanto l’attuale sedimentatore realizzato nel 2015 continua ad avere una capacità di 300 mc/h. Speravamo – conclude l’esponente pentastellato – di avere una spiegazione a questi numeri e invece l’assessore Scoccimarro ci ha risposto che sono state previste risorse Bei per un progetto che ancora non è stato presentato alla Regione”.