Presidente, assessori, consiglieri,
Ci apprestiamo ad iniziare una XII legislatura caratterizzata da una forte richiesta di cambiamento (che ha premiato in Regione soprattutto la Lega), e da una scarsa affluenza alle urne con meno del 50% degli aventi diritto che si sono recati a votare, ultimo regalo della passata maggioranza di centro sinistra che ha preferito anteporre i proprio interesse a quelli dei cittadini, bocciando la richiesta del M5S di accorpare le elezioni regionali a quelle nazionali con un Election Day, sperperando così milioni di euro e contribuendo a ridurre l’affluenza alle urne e conseguente la legittimazione di chi si appresta a governare.
Una discontinuità era sicuramente necessaria dopo 5 anni di riforme frettolose e calate dall’alto, fatte più per dimostrare di essere bravi che per far funzionare la macchina regionale. Dalla Sanità agli Enti Locali oggi chiunque si appresti a mettere mano alle riforme avrà sicuramento una grande difficolta a ricostruire efficacia e fiducia nei servizi e negli operatori.
Non nascondo il mio personale imbarazzo nel dover giudicare il programma di governo del Presidente della Regione in un momento in cui forze politiche distanti e alternative come Lega e M5S hanno iniziato da pochissimo a governare assieme l’Italia, mente in Regione rimangono collocate in schieramenti contrapposti.
In questo programma, che come M5S abbiamo definito “dai pochi contenuti e dalle tante dimenticanze”, ci sono punti che ci uniscono, come:
– La necessità di rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale attraverso un percorso di ascolto che porti al superamento della legge 17/2014 (l’attuale Riforma Sanitaria) e delle molte criticità emerse in questi anni.
– L’esigenza di modificare le UTI, togliendo le misure coercitive che impongono ai Comuni di associarsi secondo un unico modello prestabilito (e poco democratico)
– L’opportunità di rilanciare la centralità e la competitività della Regione attraverso le infrastrutture (anche digitali), il sistema di ricerca e innovazione, il riequilibrio dei rapporti finanziari con lo stato, la riduzione della pressione fiscale (sviluppando i Punti Franchi e introducendo Zone Economiche Speciali, come già avevamo chiesto nella passata legislatura), una sburocratizzazione che aiuti cittadini e imprese, e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e paesaggistico (quel “piccolo compendio dell’universo” che è il FVG)
– Ed infine, tema che mi sta particolarmente a cuore, la necessità e l’urgenza di tutelare ambiente e salute dismettendo le attività impattanti “per superare le vecchie culture industriali del Novecento” e promuovendo fonti di energia alternativa e un modello di sviluppo sostenibile.
Proposito condivisibile a cui però non corrisponde un chiaro disegno del come e del quando si intenda agire. Non basterà ad es. una puntuale disamina delle Autorizzazioni Integrate Ambientali in essere al fine di verificarne la corretta applicazione per risolvere un problema come la Ferriera di Trieste. Mancano inoltre all’appello temi importanti come il futuro delle partecipate, l’applicazione del compito dell’Amministrazione regionale in materia di vigilanza, i rimborsi ai soci delle Cooperative, il tema degli investimenti e dell’efficientemente energetico per rilanciare il settore dell’edilizia, la mobilità sostenibile ecc ecc…
In questo programma ci si è fermi solamente ai titoli e al metodo con cui si intende procedere senza entrare nel merito delle questioni, si è optando per un discorso prudente e per alcuni versi rassicurante. Molta enfasi è stata data infatti alla necessità di instaurare un costante dialogo, interscambio e collaborazione con i cittadini, le imprese e a livello politico con le opposizioni. Affermazioni che, dopo una passata legislatura in cui si è più comandato che governato la regione, sono sicuramente benvenute, purché non restino propositi scritti solo sulla carta. L’impressione è che già dai primi atti della Giunta in tema di immigrazione, discriminazioni e accesso al welfare questo metodo sia venuti meno.
Non comprendo infatti come si possa continuare a proporre come modello di accoglienza per i richiedenti asilo soluzioni emergenziali come il Cie (un grande campo di detenzione che si è già dimostrato inefficaci nel garantire la riduzione delle presenza di immigrati, la convivenza pacifica e il rispetto dei diritti umani) testimoniando l’incapacità dell’Italia e dell’Europa nella gestire l’immigrazione.
La priorità non può essere quella di costruire grandi centri, costosi e insufficienti ad arginare l’ondata migratoria, ma di velocizzare le procedure di riconoscimento e di rimpatrio dei migranti irregolari, migliorando nel contempo la rendicontazione e la trasparenza nell’uso dei fondi pubblici.
Vanno poi coinvolti maggiormente gli Enti locali (Regione e Comuni) nei percorsi di integrazione e ricezione di chi irregolare non è, superando l’attuale sistema di affidamento diretto ai privati dei centri di accoglienza, per evitare il business e le eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata.
In merito al welfare, abbiamo accolto con piacere il fatto che l’accattivante slogan preelettorale “Prima gli italiani!” abbia lasciato lo spazio ad un più moderato e maggiormente condivisibile “un giusto peso agli anni di residenza in FVG”.
Sulla questione dell’uscita dalla rete antidiscrimazione Re.a.dy l’assessore ci assicura che ciò non comporterà la riduzione di tutele e diritti, perché il perno di ogni tipo di intervento educativo è la famiglia e la scuola.
Vorrei ricordare come sono ancora troppe le storie di ragazze e ragazzi discriminati e non accettati proprio dalle loro stesse famiglie e dalle classi a causa dell’orientamento e dell’identità di genere. Per questo definire la condivisione di buone prassi nazionali contro l’omofobia come un “inutile indottrinamento” ci sembra una forzatura o addirittura strumentalizzazione politica. Aspettiamo quindi di vedere se e cosa verrà messo in campo di alternativo da parte della Giunta, attingendo proprio a quelle esperienze che si siano dimostrate maggiormente efficaci.
Ci permettiamo di suggerire al presidente nuovi accattivanti slogan, che meglio si confanno al nostro spirito.
Ad esempio, “prima le persone oneste!” : questo vorrebbe dire migliorare i controlli e non agevolare i furbetti nell’accesso ai servizi sociali e all’edilizia agevolata;
Poi, “prima chi ha più bisogno!” perché non c’è peggior discriminazione che offrire risposte uguali a bisogni diversi;
E perché no, lo slogan “prima la competenza”: questo farebbe in modo che nelle prossime nomine anche dei vertici dell’ATER vengano tenute in maggior considerando le capacità piuttosto che la vicinanza politica dei professionisti.
La nostra ambizione come M5S è quella di migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini. Non condividiamo le prime proposte di questa maggioranza, non crediamo vadano nella direzione auspicata di contribuire a migliorare la qualità di vita dei cittadini e voteremo quindi contro al programma di governo. Vigileremo sull’operato di questa Giunta e giudicheremo i fatti.
Manterremo un atteggiamento propositivo e costruttivo per sostenere tutti i provvedimenti che andranno nella direzione di difendere l’interesse più alto, cioè quello di tutti i cittadini del FVG.