«È incredibile che nel 2015 in alcune Aziende per l’assistenza sanitaria della Regione Friuli Venezia Giulia le donne di età superiore ai 50 anni vengano escluse dalle visite ginecologiche tramite consultorio familiare – attacca Frattolin -. L’accesso a queste strutture è previsto, infatti, solo per le donne che si rivolgono per problemi relativi al concepimento e alla fertilità, lasciando escluse le visite di controllo e prevenzione per tutte le altre donne. Si tratta di una decisione lesiva del principio – sacrosanto – di parità di trattamento sanitario. Bisogna garantire uguali diritti a tutte le donne della Regione. O si applica questa decisione in tutte le aziende oppure si tratta di una discriminazione palese. L’accesso al consultorio per determinate prestazioni non può essere regolato dalla residenza in un comune piuttosto che in un altro».
«Ancora più grave che a monte di tutto questo ci sia una motivazione di carattere economico – aggiunge la portavoce M5S –. Pare infatti che, per problemi di budget,queste Aziende per l’assistenza sanitaria vogliano concentrare la prevenzione sulle donne più giovani e in età fertile. Si dimentica che il consultorio è una realtà molto importante proprio perché garantisce un servizio di prossimità in grado di tutelare la salute delle donne, di tutte le donne!».
«Si tratta di decisioni scellerate che pesano sulle famiglie anche da un punto di vista economico. Le visite ginecologiche preventive non sono infatti a carico dei reparti di ginecologia e per questo motivo le donne devono rivolgersi unicamente a medici privati. Non possiamo accettare – conclude Frattolin – che il servizio sanitario regionale scarichi sulle donne persino i costi della prevenzione».