Nonostante le solite previsioni ottimistiche, secondo le quali i lavori di dragaggio per facilitare l’ingresso in Laguna delle navi dirette a Porto Nogaro sarebbero dovuti già iniziare il 7 marzo, dopo la nave incagliatasi il 23 febbraio si son fermati anche i lavori. ” Ad affermarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo.
“La Regione ha presentato un progetto di somma urgenza in tempi record. – sottolinea Sergo – In soli tre giorni è riuscita a ottenere i dati batimetrici dei due km dell’asta marittima dove è avvenuto l’incidente e ha predisposto un progetto con i dragaggi da effettuare. Il problema è che si vuole dragare in un’area che è ben distante da quella dove è avvenuto l’incidente e pertanto non si risolverebbero i problemi legati alla sicurezza della navigazione che invece si son palesati con il recente incidente”.
“L’assessore Pizzimenti – aggiunge il consigliere – dovrebbe pretendere lavori rapidi e studiare un piano di manutenzione del canale che, stante ai dati forniti dalla Regione, in poco più di un anno ha visto i propri fondali ridursi dai 7,5 metri del 2017 agli attuali 6,35 nel punto centrale più basso (spostandosi di qualche metro si raggiungono anche i 5,75 metri). Non può stupire che in queste condizioni il pescaggio delle navi sia stato portati dai già bassi “6,20 metri ai 5,5 metri con l’ultima Ordinanza della Guardia Costiera del 26 febbraio. Tutto questo nonostante i 16 milioni di euro spesi nell’appalto dei lavori urgenti del 2008 che ha visto negli anni sei perizie di variante, i lavori complementari e la variante dei lavori complementari che da mesi ormai hanno ottenuto il parere favorevole della Conferenza dei Servizi, nonostante i pareri contrari del Comune di Marano Lagunare e della Capitaneria di Porto Nogaro. Ma nemmeno quelli son partiti”.
“La cosa curiosa – continua Sergo – è che il progetto tempestivamente presentato dalla Regione per superare la recente emergenza, invece di scavare laddove realmente i fondali sono a poco più di 6 metri, prevede di dragare nelle zone già autorizzate allo scavo con i lavori complementari del 2017. Il tutto intervenendo su aree dove il punto centrale del canale tocca anche i 7 metri di fondali, sicuramente meritori di intervento ma forse non effettivamente prioritari. Una scelta difficilmente comprensibile, per lavori di ‘somma urgenza’ che probabilmente non andranno a risolvere lo stato di emergenza e a rimetterci saranno come sempre le imprese della zona industriale Aussa Corno, con buona pace del Direttore Generale di Confindustria Nencioni che auspicava una rapida soluzione ai problemi”.
“Spiace constatare che l’assessore Pizzimenti possa confondere la Laguna con il Mare Adriatico: infatti lo Studio Morfologico da lui citato in una recente nota è già stato oggetto di una nostra interrogazione del 2015 per essere stato commissionato dopo l’approvazione dei lavori di dragaggio e non prima, come a nostro avviso si sarebbe dovuto fare proprio per studiare al meglio le dinamiche dei vari canali interessati ai lavori. Va detto che lo Studio dell’Università non ha preso in considerazione l’area dove si è incagliata la nave, essendo appunto in mare e non in laguna, pertanto basterebbe leggerlo per capire quanto sia fuori luogo citarlo in questa circostanza. Se in pochi mesi – conclude l’esponente M5S – si è passati dai 7,5 a 5,7 metri (calcolando che non si dragava da decenni) si ha tutto il diritto di ritenere che i lavori eseguiti oltre a non portare i sperati benefici alle imprese, siano già da rifare e pertanto siano stati eseguiti senza tener conto dell’ambiente marino e delle sue dinamiche”