Dopo essere stato annunciato quasi due anni fa dalla presidente Serracchiani, dal primo di febbraio è partito il servizio di elisoccorso notturno. Un servizio che sta destando fin da subito notevoli perplessità. Entrambi gli interventi sono durati circa 2 ore e mezza, dal momento dell’allarme a quello di arrivo del paziente in ospedale. Tempi che avremmo dimezzato con l’utilizzo di una normale ambulanza. Inoltre questi due interventi sono avvenuti dopo la mezzanotte in contrasto con il Piano di emergenza urgenza del 2015 che prevedeva una fase sperimentale della durata di un anno con voli dal mattino fino alle ore 24. Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai critica duramente le dichiarazioni trionfalistiche della giunta Serracchiani sull’attivazione di un servizio che deve ancora dimostrare tutta la sua utilità.
È fondamentale ricordare che di notte l’eliambulanza non può atterrare nei luoghi dove si verificano gli incidenti, ma deve dirigersi verso piazzole attrezzate dove viene attesa l’ambulanza. Inoltre – aggiunge Ussai – la cancellazione della piazzola di atterraggio sul tetto dell’ospedale di Udine, ha portato alla realizzazione dell’eliporto a Campoformido, con un inevitabile allungamento dei tempi di intervento. Al punto che nei giorni scorsi il sindaco di Pasian di Prato è arrivato a chiedere la realizzazione di una nuova bretella stradale per collegare la base dell’elisoccorso di Campoformido con l’ospedale di Udine.
L’assessore ha cercato di giustificare i tempi lunghissimi di intervento con “una organizzazione che trasporta sul territorio le competenze avanzate dell’ospedale”. Questo è un modello obsoleto confutato da anni dalla comunità scientifica e da tutti i sistemi di emergenza sanitaria occidentali – rimarca Ussai -. La maggior parte delle morti per trauma nelle prime fasi è causata da emorragie interne (oltre il 60 per cento) e questa situazione ha una sola stabilizzazione possibile: l’intervento chirurgico che, ovviamente, non può essere eseguito se non in ospedale il prima possibile.
La giunta di centrosinistra deve rendere pubblica l’analisi del rapporto sui costi-benefici di questo servizio. Riteniamo molto grave che la giunta regionale abbia utilizzato questo servizio come uno spot elettorale. Prima della sua attivazione bisognava analizzare attentamente costi e benefici. In particolare in questa regione dove a pieno regine avremo solo 6 automediche e dove manca ancora la possibilità di condividere gli esami strumentali tra gli ospedali più piccoli e quelli di alta specialità (hub). Si tratta di investimenti fatti solo per fare bella figura oppure pensati per tutelare fino in fondo la salute dei cittadini?» si chiede Ussai in conclusione.