“Sull’emergenza idrica abbiamo capito perché il presidente Fedriga non ha informato l’aula nella seduta di martedì 21 giugno sulle azioni che ieri ha intrapreso per arginare il problema: abbiamo letto sui media nella serata di ieri i contenuti dell’ordinanza che ha varato, su indicazione delle relazioni predisposte dal Servizio Gestione Risorse Idriche il 20 giugno e che potevano quindi esser condivise con il Consiglio regionale come immaginavamo, ma così non è stato”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.
“Continuiamo a ribadire che la crisi ha radici lontane e fa emergere tutti i problemi che negli anni non si sono voluti affrontare, figuriamoci risolvere. Avevamo anticipato come attendevamo pazientemente che qualcuno si scagliasse contro i pozzi artesiani e così è stato, perché il capro espiatorio è sempre pronto – continua Sergo -. In un decreto, il presidente Fedriga, forte del suo ampio consenso popolare che da oggi in poi si dissolverà come si è disciolta la neve dalle nostre montagne, è riuscito laddove gli illustri suoi predecessori non sono riusciti. Il primo a dichiarare guerra ai pozzi artesiani fu Renzo Tondo e la sua Giunta, che 10 anni fa avevano già previsto quanto approvato ieri da Fedriga: ovvero di chiuderli definitivamente”.
“Questa scelta venne definita disastrosa dai sindaci della Bassa friulana, tra cui anche l’allora presidente della Consulta d’Ambito Territoriale Ottimale Scridel, all’epoca sindaco di Villa Vicentina, ma anche da illustri addetti ai lavori che hanno partecipato a 14 sedute di un tavolo tecnico che doveva stabilire la limitazione della portata dei pozzi artesiani per prevenire il loro collassamento, ma soprattutto avviare una seria sperimentazione scientifica sulla loro portata – ricorda l’esponente M5S -. Nulla in sette anni è stato fatto e così il presidente della regione ha firmato qualcosa che nemmeno i tecnici gli hanno chiesto, assumendosi la responsabilità politica di andare anche contro le previsioni del Piano regionale tutela acque, senza concedere ai privati le risorse necessarie per attuare quanto da lui stabilito, come gli impone la normativa”.
“Eppure non ricordo, in questa ultima campagna elettorale per le amministrative, candidati sindaci leghisti o di Fratelli d’Italia che abbiano chiesto al presidente di prendere tali decisioni: facile assumerle una volta presi i voti – incalza Sergo -. Sicuramente ricordo esponenti del centrodestra regionale, che tuttora siedono sugli scranni di piazza Oberdan a Trieste con incarichi importanti, dichiararsi a difesa dei cittadini della Bassa e delle loro fontane. Fu la stessa presidente della Commissione Ambiente, Mara Piccin, a sottoscrivere la mozione del MoVimento 5 Stelle a tutela dei pozzi artesiani quale fonte esclusiva di approvvigionamento idrico: difficile pensare che sia stato fatto solo per prendere i voti. La maggioranza che sostiene Fedriga ha approvato una mozione nel febbraio 2019 e ha accolto un nostro ordine del giorno per modificare il Piano regionale tutela acque, che oggi viene sventolato per strozzare i pozzi e che prevede almeno sei milioni di euro da destinare ai proprietari. Nel decreto non si vedono: che sia una svista del presidente o continuano le promesse a vuoto per questo territorio?”.
“Tutto questo senza andare a toccare i reali sprechi che causano il depauperamento delle falde, senza intervenire con le dovute infrastrutture, anche queste richieste dal Consiglio regionale, per evitare di continuare a emungere acqua potabile destinata ad altri usi (ricreativi e industriali ad esempio). Il giorno in cui Fedriga si fa forte con i deboli, non interviene per limitare le portate di allevamenti ittici cui è stato concesso la deroga al rilascio di deflusso minimo vitale per i nostri fiumi, non interviene sui prelievi delle industrie dell’Aussa Corno (un solo stabilimento ogni giorno emunge come 625 mila cittadini) a distanza di 20 anni dal bando per la realizzazione dell’acquedotto duale mai partito. O il centrodestra non ci ha capito niente in questi vent’anni o non ci sta capendo niente oggi – conclude il portavoce pentastellato -. Noi un’idea ce l’abbiamo: ai cittadini l’ardua sentenza”.