“Non è la prima volta che partecipiamo alle iniziative dei Comitati in difesa delle fontane artesiane della bassa pianura friulana e pordenonese, ma per come agisce la Regione siamo abbastanza sicuri che non sia stata nemmeno l’ultima”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo l’assemblea pubblica tenutasi ieri sera a San Vito al Tagliamento.
“I decreti che Fedriga non ha nemmeno il coraggio di annunciare con una nota stampa, non hanno mai accennato agli sprechi di acqua potabile per usi industriali, ittiogenici, irrigui, turistici e acquedottistici che continuano a essere concessi, nonostante la decretazione d’urgenza – rimarca l’esponente M5S -. Un paradosso tutto friulano: basti pensare che alla Kronospan, che richiede 127.000 mc di acqua l’anno a fronte di un parere dell’Autorità di Bacino di non poterne prelevare più di 1.150 mc, la Regione da poche settimane permette un prelievo di 133.500 mc per i prossimi trent’anni. Il gestore del servizio idrico Livenza Tagliamento Acque ha sempre dichiarato di non aver problemi di depauperamento delle falde nonostante i suoi prelievi forzosi da 1.300 l/s, per rifornire anche piscine, docce e giardini di Bibione, senza alcuna restrizione, ma con perdite dichiarate del 30-40%. Grazie alla Regione, da questa estate potrà approfondire uno dei suoi pozzi di Casarsa passando dagli attuali 80 fino a 190 metri. Così come le aziende ittiogeniche della zona continuano a prelevare fino a 3.000 litri al secondo. Il tutto con canoni irrisori. Ma per la politica la siccità è colpa dei pozzi domestici, di cui ancora non sa il numero”.
“L’ultimo paradosso in ordine di tempo riguarda l’acquedotto duale della Zona di Ponte Rosso, consorzio che dal 2013 ha nei propri piani economico – finanziari la costruzione di quest’opera. All’epoca si preventivava una spesa di 4,8 milioni, poi salita via via negli anni a 7,5 milioni. Oggi, nell’ultimo piano industriale si prevede una spesa di 19 milioni di euro con la speranza di ottenerne 15 con il PNRR, quindi a carico di tutti i cittadini e non solo degli industriali che verranno serviti. Ma la cosa assurda è che, a differenza dei veri acquedotti duali che rimettono in circolo le acque trattate negli impianti industriali della zona, la ZIPR prevede un doppio sistema di rete prelevando l’acqua dalle falde di San Vito: fino a 100 metri di profondità per le acque industriali, fino a 200 metri per quelle più pregiate – aggiunge Sergo -. Un’opera del genere non serve a risparmiare l’acqua che già ora viene prelevata dalla falda, ma solo a fare far profitti ingenti a chi dovrà realizzarla e gestirla”.
“Sull’acqua – conclude il consigliere pentastellato – si continua senza una chiara strada da intraprendere. Decreti contraddittori non servono a tutelare un bene prezioso che deve rimanere pubblico, non soggetto alle speculazioni e garantito per tutti i cittadini, senza sprechi”.